PADRONI DEL MONDO

La reazione iraniana è arrivata e porta il nome del martire Soleimani. È arrivata dopo i tre giorni di lutto e nella stessa ora in cui il Generale è stato ammazzato. È arrivata ed è stata manifesta e rivendicata. Senza l’utilizzo di milizie clandestine. Così come Trump non era ricorso a fantomatici incidenti o a curiosi gesti di facinorosi rimasti coinvolti nell’attentato.
Curioso è che, adesso, nessuno abbia il coraggio di coinvolgere direttamente Putin nella guerra (perché guerra è!) e fa casualmente precipitare un volo diretto a Kiev da Baghdad.
Curioso è che un terremoto abbia interessato proprio ora un impianto nucleare iraniano.
Queste curiosità sono le nuove armi della guerra.
Non sono americano né iraniano, ma non posso non equiparare questo gesto del Tycoon a quello dell’eroina stupefacente Carola Rachete che violò le leggi di uno Stato sovrano scaricando la sua mercanzia secondo le proprie regole (leggasi ordini), spacciata poi dal mainstream addirittura per filantropa quando in realtà era solo il braccio di una mente razzista.
All’Italia, nella veste dei militi della Guardia di Finanza, andò bene in quanto lo speronamento permise di riportare la pelle a casa, a Soleimani no. Eppure pare che il Generale, il suo ultimo giorno, non stesse combattendo alcuna battaglia, ma dovesse “solo”​ incontrare il Primo Ministro iracheno per portare la risposta iraniana ad una proposta di pace. Risposta evidentemente positiva, altrimenti un Generale non sarebbe andato ad incassare un niet.
Tale proposta conteneva anche le richieste di Mr. President al governo iracheno affinché mediasse la fine delle azioni dimostrative contro l’Ambasciata americana.
Sono Italiano e più che sovranista mi reputo Nazionalista, dunque mi chiedo cosa ci fanno in Medioriente coloro che hanno giurato di servire fedelmente la Repubblica Italiana. Ora che la presenza a stelle e strisce è avvertita come ostile in quanto gli yankees sono considerati degli “invasori”. Se non è un caso giorno ed ora dell’attacco, non è certo un caso l’obiettivo: la base colpita è la stessa che il presidente Trump visitò nel 2018 promettendo che gli Stati Uniti avrebbero mantenuto una presenza in Iraq per tenere d’occhio (e anche le mani) la Repubblica Islamica.
Mi chiedo che strano modo è quello di fare la guerra rifugiati in un bunker americano, per motivi prettamente americani: la benzina in Italia costa già 3000 delle vecchie lire e non accenna a diminuire. Il prezzo è il medesimo anche per un orfano di guerra e l’Italia è già nelle grinfie dei banchieri Rothschild, non l’Iran però. Che ancora r-esiste. Gli stessi Rothschild che, mentre si occupano di finanza globale, dichiarano (già due anni orsono) che la popolazione mondiale va dimezzata.
Mi chiedo perché se gli altri, direttamente coinvolti, non smorzino tensioni e non stemperino comportamenti, l’Italia, dopo aver rintanato i suoi soldati trasformati in mercenari, sia costretta a smentire che il razzo “assassino e protettore elettorale” non sia partito da Sigonella. Mi chiedo perché continui a negare che ad Aviano (ancora e sempre!) non vi sia un allerta massima ed i caccia siano pronti a decollare. Mi chiedo se le 113 basi americane disseminate per lo Stivale non siano un coinvolgimento diretto. Mi chiedo perché apparire come la Svizzera per il mondo quando in realtà contiamo quanto l’Umbria conta per l’europa.
L’Italia dovrebbe ritornare a fare l’Italia! Dovrebbe difendere i confini e il proprio interesse nazionale. Che non è certo quello di mettersi sotto l’ala protettiva del più forte (economicamente) e sentirsi forte quando in realtà si rischia di diventare solo zerbini amorfi e senza vita.
Eravamo al fianco degli Americani quando invasero l’Iraq con la scusa delle armi chimiche e fecero fuori Saddam Hussein il cui assassinio fu più facile del dimostrare le armi chimiche da egli detenute. Col senno di poi e adesso che l’ONU (USA compresi!) ha riconosciuto lo Stato Iracheno il cui governo, formatosi dopo un lungo processo di normalizzazione politica, vota l’espulsione di tutti gli eserciti stranieri dal suo territorio, sentendosi autorizzato ad attaccare l’esercito americano (quindi anche la coalizione italiana) in quanto occupante, noi continuiamo ostinatamente a stare al fianco dei soldiers.
Un governo non sovranista, non nazionalista, ma semplicemente ITALIANO si mobiliterebbe per il rientro in Patria delle nostre Forze Armate e prenderebbe le distanze dalla follia guerrafondaia di Donald Trump (siamo proprio sicuri del suo assolutismo?) che minaccia il mondo intero, unica possibilità per allontanare da sé l’impeachment e lo sfratto dalla Casa Bianca.
Ma il “nostro” Ministro degli Esteri si chiama Luigi Di Maio la cui proposta di missione in Libia viene bocciata al meeting dei ministri degli esteri europei. E gli USA non ci prendono minimante in considerazione. ​ Mentre Turchia e Russia sono già operativi sul territorio, dalla Farnesina esultano perché la proposta è stata accolta dagli omologhi, ma è in via di definizione. Non siamo mica tutti Gigino che condanna l’Iran per aver reagito (che è altro da provocare) a un attacco militare in cui è morto “il” loro Generale
Veramente possiamo solo spettegolare sulla presenza della giornalista israeliana naturalizzata italiana Rula Jebreal al Festival della canzone italiana di San Remo, dove anche il sovranismo è rappresentato da Rita Pavone, che, però, in quanto cantante canta, mentre l’ospite straniera, pagata con i nostri soldi, ci dirà quanto le facciamo schifo. Ma in Italia ormai tutto è permesso. Compreso rinunciare ad essere Italiani.

PADRONI DEL MONDOultima modifica: 2020-01-08T17:29:57+01:00da tony.fabrizio

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