De Luca non si azzardi a toccare i nostri bambini !!

Ora sì, ora riconosciamo il pdino insito nel governatore uscente De Luca.
Non è bastato il caravan pre-elettorale, i “panciuti” scandali delle strutture Covid affidate ad amici e compagni, il terrorismo mediatico, il personaggio grottesco e per nulla comico – per camuffare e continuare ad arruffare – cucito addosso a quello che ha fallito nella gestione della Campania, regione strategica per l’intero Meridione.
Nel consueto (e ormai stancante e ripetitivo) rendez-vous, performance che non gli fa onore se non per dar prova di obbedienza ai comandi di quelle personalità invasate che muovono i fili della marionetta che è, Vincenzo De Luca, sembra finalmente essersi allineato ai “dettami” ufficiali di quel Pd che solo pochi mesi fa non lo voleva nemmeno candidato e dà a bere al suo pubblico il risultato di un “fantomatico” studio condotto in una non meglio precisata università del Massachusetts (crede! cit. dunque nemmeno sa di cosa parla) secondo cui i bambini sono portatori di un’altissima carica virale. Delle vere e proprie bombe silenti e apparentemente innocue, ma pronte all’unzione da Covid 19.
Eccoli là, il loro chiodo fisso, il loro connubio indissolubile, la mascher(in)a è calata ed il re è nudo: I BAMBINI.
Ancora loro. Sempre loro. Dopo la Legge Lorenzin che esclude dall’obbligo (!) scolastico i bambini non in regola con i vaccini, dopo che in piena “pandemia” Zingaretti propinava sfacciatamente centri estivi per bambini, dopo gli scandali del Forteto, dopo i crimini di Bibbiano dove veniva applicato il “metodo Cirinnà”, senatrice ancora accomodata nel Senato di questa malsana repubblica, volto a rieducare secondo i loro metodi (gay, LGB, LGBT, omotransfobia) i fanciulli sottratti alla famiglia tradizionale, ancora resistono.
Durante la sua ultima (speriamo davvero!) “piece”, lo sceriffo non solo non cita il nome dell’ateneo americano, ma nemmeno il capo dell’equipe che ha condotto lo studio sconosciuto dai risultati nuovi e agli antipodi dello scibile Covid e di cui egli sembra essere l’unico depositario e il solo destinatario, o meglio intermediario a (s)vantaggio di un pubblico che, attraverso lui, ride non sapendo di autoderidersi.
Dal Massachusetts all’ammassa-ciuccis sembra voler proclamare Vincenzino il subliminale.
Immediata e reprimente la risposta di alcuni medici e biologi napoletani che fanno riferimento alla cultura nozionistica accessibile a tutti (ma evidentemente no!) dell’antologia medica, all’ABC, ai principi fondanti e fondamentali dell’immunologia classica e persino alla banale ed elementare logica secondo cui “a fronte di una bassa carica virale – anche in un infante – non può considerarsi malato un soggetto che, in quanto possessore di tale entità di carica virale, è sano”; vieppiù in assenza di sintomi o addirittura immune, quindi san(at)o. Quasi vaccinato, ma naturalmente.
Di contro, la carica virale alta porta nel soggetto interessato la comparsa di sintomi che fanno di lui, appunto, un malato. In assenza di sintomi, dunque, il contagiato non è un malato.
E non serve nemmeno andare negli States, ma è sufficiente farsi un giro (tour forse fa più campagna elettorale) in quegli ospedali che hanno resistito ai tagli alla sanità del De Luca presidente e commissario straordinario, eccellendo addirittura e arrivando ad essere il vero MODELLO ITALIA e non solo quello regalmente millantato, per vedere che i reparti non sono in affanno e le terapie intensive risultano essere pressoché vuote. Nonostante questo governo consenta sbarchi indiscriminati su ogni costa. Nonostante questa amministrazione a guida De Luca approvi il rientro indiscriminato di turisti all’aeroporto Capodichino e senza nemmeno la misurazione della temperatura corporea .O lo disponga in grave ritardo!
Però – c’è sempre un però – l’inquilino di Palazzo Santa Lucia annuncia contromisure a partire da una data non meglio indicata, forse il 31 agosto. Correttivi tanto postumi quanto inefficaci. Come se non si sapesse che agosto e l’estate in generale favoriscono gli spostamenti e sono periodi di vacanze.
Un ritardo che sa di beffa, una ghiotta occasione per continuare sciacallamente a proporre un copione uniformato e già visto, anche nella sua finzione ed inefficienza. Non disdegnando questa volta di andare a toccare, e forse persino a ledere, ciò che le persone di sani principi e non deviati da un disegno sinistro hanno di più caro: i bambini. I nostri figli e nipoti.
Perché se questo è il modo di terrorizzare la gente che non è far politica, eccezion fatta per loro e per i loro simili, in guerra e in amore ogni arma è lecita, soprattutto se in gioco c’è la difesa dei nostri figli, del nostro sangue.
Adesso basta! Invece dei soliloqui monòtoni e monotòni, De Luca si confronti civilmente raccogliendo l’invito proposto da esperti in campo medico, biomedico e genetico che si sono detti disponibili alle delucidazione per chi, come il Governat(t)ore, è ignorante su un tema che è sensibile a tutti e la smetta con questo suo terrorismo che sconfina nel campo delle minacce svanite con lo scambio di qualche preferenza in più. Provi, almeno questa volta che sarà l’ultima per ovvie ragioni anagrafiche, a far politica in modo lecito e serio. Se ci riesce!

Vengo anche io? Si, tu si! ……..disse De Luca ai nuovi adepti imbarcati sull’Arca salva tutti!!

Messa da parte, almeno temporaneamente, la tattica politica della paura – che è ben altro dall’accezione della politica intesa quale amministrazione pura – il presidente uscente De Luca si è dedicato ai grandi acquisti: dal grande magazzino, ai negozi di prossimità, ai discount non ha disdegnato un solo “prodotto” per riempire, allargare e trasbordare quel listone che è una vera accozzaglia.
Una sorta di paranza, forse più “fravamaglia” e “menozzaglia” senza distinzione di sorta, senza differenziazioni nemmeno di idee e ideali, né di passato né di presente, ma con la speranza di un comune futuro. Cosa già di per sé fuori dal comune… ma magari in Regione.
L’ex primo cittadino di Salerno, dopo aver rianimato il famigerato patto di Marano con l’ultranovantenne Ciriaco De Mita, nell’ottica della continuità “anagrafica” che dovrebbe essere il rinnovamento, rianima anche il coetaneo Paolo Cirino Pomicino, già ministro del bilancio ai tempi di Tangentopoli, aprendo persino alla “new generation” e dando il benvenuto a Riccardo Villari,(altro Democristiano della prima ora) ex consigliere regionale e senatore e attualmente Presidente di Città della Scienza, nonché all’immarcescibile e non collocabile Clemente Mastella, dimessosi dalla carica di Sindaco di Benevento per creare una sua lista satellite. Il quale ha fatto immediatamente abbandonare il gruppo Forza Italia al Senato alla moglie Sandra Lonardo a favore del gruppo misto. Che, però, non è l’unica forzista a chiedere ospitalità in casa De Luca: altro nome noto è quello di Flora Beneduce, emerso con frequenza nell’inchiesta “Antemio” sugli intrecci tra camorra e politica in provincia di Napoli.
E restando ai “nomi noti”, come non ricordare l’ex parlamentare di Alleanza Nazionale Mario Ascierto, fratello del più conosciuto virologo Paolo e di Filippo Ascierto, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia (in Veneto)?
Questo groviglio di nomi, idee e passati è stata da subito invisa alla direzione del Pd che vedeva, come vede tutt’ora, nel risuscitare i fantasmi della vecchia Dc, un pericoloso accentramento di potere in Campania nelle mani di personalità dello scomparso (?) scudo crociato. Zingaretti e Renzi i più maliziosi di tutti. Ma la politica, certa politica, per questi personaggi, è quell’arte che ad uno più uno fa fare pure tre e se “Vicienzo” fino a dopo Natale non era nemmeno candidabile a detta del “suo” stesso Pd, dopo le memorabili macchiette mediatiche che hanno contribuito a far conoscere il De Luca personaggio ad appannaggio interessato e voluto del De Luca presidente, non solo riceve la benedizione da via Sant’Andrea delle Fratte, ma ottiene la benedizione, oltre che la collaborazione elettorale, di quel Renzi fuoriuscito dal Pd, ed ancora in cerca di ruolo e spazio ulteriore ovunque faccia comodo o ove si creino le condizioni favorevoli. Da buon ex democristiano, anche lui!
Inspiegabile! O meglio, inconcepibile. Per noi. Un vero miracolo! Altro che quello operato dallo “sceriffo” per arginare il contagio da Coronoavirus, la cui gestione (e quella degli appalti pre-elezione) sono stati smascherati dal presidente di Campo Sud Marcello Taglialatela e dettagliati su questo giornale.
“Se per De Mita, Renzi non ha pensiero, per Renzi De Mita cambia partito ogni qualvolta gli tolgono un seggio. Oggi il partito di Renzi, per tenersi vivo, insieme con i demitiani corre a difesa di De Luca che definì, a sua volta, De Mita il principale problema della Campania”.
Non risulta difficile capire, dunque, come De Luca con questi personaggi abbia potuto “comprare” facile, forse persino al ribasso ed al discount, per tirare a campare, almeno politicamente. Di contro potrà essere utile ricordare il trasformismo di certi personaggi, se così vogliamo chiamare la loro bramosia di potere e la loro sete di poltrone. Persino la loro incapacità di contarsi per poter contare qualcosa.
Se il governo della Regione Campania é stato così efficace in questi cinque anni con De Luca e la gestione dell’Emergenza sanitaria da Covid è stata così esemplare, c’era bisogno davvero di prodigarsi per stilare liste elettorali a profusione, con candidati a dir poco vergognosi e improponibili?
E invece eccoli lì, tutti affannati a spolverare vecchi scheletri della politica nazionale, come se non ci fosse un domani per la Campania. Tutti dentro per salvare la baracca o, in realtà, la poltrona. O per conquistarla nuovamente in barba ad un reale rinnovamento della politica.
O le cose stanno diversamente? E se De Luca e i suoi (Nuovi e vecchi) si sentissero in grande difficoltà annusando una eventuale e sonora sconfitta? Loro stessi sanno bene che le balle propinateci da De Luca hanno una grossa eco e non sono facilmente smaltibili o digeribili!
Quel che é certo é che il calderone è colmo, senza misura, senza dignità e persino senza vergogna. E il rischio dell’eventuale ingovernabilità, dopo il 21 settembre, è altissimo. Una sorta di Conte I in salsa campana. Ove il comune denominatore é uno ed uno soltanto: L’INAFFIDABILITA’!!!

Se il governatore è uno “sceriffo”, la “sua” terra non può che essere un far-west !

Sono scene da far-west quelle che consegna Napoli del primo fine settimana agostano alle cronache locali e nazionali. Dal centro alla periferia ovunque è degrado. Disinteresse. Pericolo. Vergogna.
Nella stupenda Castellammare di Stabia un Carabiniere, libero dal servizio e con pieno senso del dovere, viene massacrato, dopo essere stato ripetutamente investito da un ciclomotore con tre energumeni a passeggio e poi finito a colpi di caschi e sgabelli di un vicino bar, solo perché aveva osato sedare una lite per una comunissima questione di viabilità. Evidentemente i “bravi” non sono solo nella datata Lombardia del Manzoni.
Nella centralissima Piazza Bellini, zona della movida partenopea, invece, ad essere aggrediti e malmenati sono stati gli operatori del 118, allertati a loro volta da una pattuglia di militari dell’Esercito Italiano impegnati nell’operazione “Strade Sicure”, perché un ghanese era in preda a delle convulsioni che, solo quando sarà concesso al personale sanitario di svolgere il proprio lavoro, si scoprirà essere sotto gli effetti di un mix di alcol e sostanze psicotrope ingerite in quantità esorbitanti.
Personale medico dei mezzi di soccorso del 118 che, inspiegabilmente, o forse no, veniva aggredito da africani che impedivano alla autoambulanza di recarsi sul punto di chiamata. Di fatto sequestrandola. E conseguentemente ritardando anche altri futuri interventi.
Solo l’ausilio delle Forze dell’Ordine ha fatto sì che l’intervento di soccorso potesse essere portato a compimento.
Malavita locale e delinquenza importata, nella città come nella provincia. Insediatasi ovunque. Ovunque dove le Istituzioni sono assenti con consequenziale sostituzione dell’antistato al posto dello Stato.
Perché, se la propaganda politica che si mette in campo in campagna elettorale, quella di cui proprio la Giunta uscente non dovrebbe avere bisogno, (millantando – una situazione idilliaca, un impegno a 360°, successi su trionfi) , l’abbandono del territorio, dal centro alla periferia, è, invece la politica dei fatti. Di ciò che questa politica ha fatto. O forse anche il non aver fatto può essere (da loro) propagandato come l’aver fatto qualcosa.
Di qui l’esigenza della (loro) politica della paura quando, invece, è giusto avere paura di questa politica.
Un’amministrazione del governo regionale e cittadino fatta di minacce, di prevaricazioni, di imbrogli e truffe che porta a far credere che un Presidente della Giunta regionale possa legiferare con valenza superiore a quella del Governo centrale. Che porta a essere identificati anche se si vuol andare a mangiare una ”fetente” di pizza – di cui al momento ne hanno più bisogno i ristoratori che i clienti – da un cameriere che ha sostituito la comanda con il modulo dove riportare gli estremi di identificazione, con termometro e metro al posto di penna e taccuino e con ogni altra idiozia non afferente al proprio lavoro. Inducendolo a mettersi persino dalla parte del torto perché anche in Campania – come in Italia tutta – l’identificazione è compito riservato solo ed esclusivamente alle FF.OO.
Ed evitiamo di menzionare il trattamento di dati sensibili.
Nella stessa Campania – come nell’Italia tutta – blindata in casa e messa illegalmente ai domiciliari previa imposizione del bavaglio mascher(in)ato, in una sorta di eutanasia nazionale, il centro storico della Napoli di De Magistris e della Campania a guida De Luca, dal Vasto a Porta Nolana, dal litorale Domizio al Vallo di Diano, le risorse INPS – come i ghanesi dello “spettacolo” di piazza Bellini – si trastullavano indisturbati, persino incontrollati, privi, e forse persino autorizzati, a non indossare alcun dispositivo di protezione individuale, mettendo a ferro a fuoco la città, piegandola alle proprie esigenze – anche fisiologiche – facendola di fatto propria. Tra l’assenza generale delle Istituzioni e dei locali amministratori, sempre più attori, impegnati a fare dirette social, a crearsi il personaggio in assenza di personalità, a rispolverare l’antico mestiere in paparazzate televisive, ad annunciare imminenti disponibilità ed immediate e future candidature. Non disdegnando quella campagna elettorale che non servirebbe a chi ha appena amministrato.
Rendendosi persino complici del passaggio, azzarderei persino “consegna”, di interi pezzi di territorio locale a queste bande organizzate che, sentendosi padroni, danno luogo a scene come quelle appena descritte e, purtroppo, vissute.
Luoghi che chi amministra dovrebbe conoscere e curare, in loco, con la presenza e l’interesse e non da dietro una tastiera o da davanti la telecamera, chiusi nei palazzi e dietro la scrivania a produrre ordinanze fittizie e divieti comici al punto da essere ridicoli.
La politica-quale-amministrazione-della-polis è una cosa seria e va fatta dalle persone serie. Gli altri possono solo farsi questa campagna elettorale che, almeno ufficialmente, tra poco sarà finita.

https://www.camposud.it/2020/08/se-il-governatore-e-uno-sceriffo-la-sua-terra-non-puo-che-essere-un-far-west/