QUALE EMERGENZA?

La Sicilia affoga. Catania è poco più che una terra emersa su un’isola. Me ne dovrebbe fregare delle parole di Mattarella, ma proprio non ci riesco. Non ci riesco, non voglio e non posso perché sono parole che non trovano riscontro nella realtà. Parole di accuse contro chi non si vaccina che non commette alcun reato. Parole di condanna verso quella parte di popolazione che ha tenuto la schiena dritta e fede alla propria idea pur difronte all’inganno. Al vile baratto col pane. Con la fame. Scegliendo quest’ultima.
C’è un Paese in piazza, fatto anche di vaccinati, che non accetta l’abominio del green pass, solidale con i portuali di Genova cui riconoscono la guida della battaglia di tutti che dovrebbe essere dei politici.
Mammaeuropa, da matrigna e maitresse della nostra moneta, ha fatto sapere che non ci saranno soldi per ridurre il costo delle bollette. Intanto rincara il carburante, rincara il pane, rincara la vita. L’onnipotente Draghi, in compenso, ha impresso l’imprimatur allo sblocco dei licenziamenti. Ricompare la Fornero e non solo in parlamento, ma anche sulla schiena di quei lavoratori che a settant’anni e passa cadono dall’impalcatura o schiattano sotto al sole alle due di un pomeriggio d’estate.
Mattarella dovrebbe esprimersi da canuto saggio, dispiaciuto di essere sfrattato, con le valigie pronte e il magone del trasloco imminente. Le ultime raccomandazioni e una lunga preghiera di speranza per ciò che sarà. E invece no. Lui divide. Lui, che dovrebbe incarnare l’unità nazionale, divide. Lui che dovrebbe essere il garante della Costituzione la utilizza come tampone per la prostata incontinente. Lui che dovrebbe essere il comandante delle Forze Armate ha una larga fetta che non gli risponde. Che preferisce farsi sospendere in nome di qualcosa che nemmeno è legge. E lui da costituzionalista quale è dovrebbe saperlo. Non dovrebbe consentirlo. E, invece, è un collaborazionista che continua a stare al suo posto. Che vuoi che sia, il Presidente della Repubblica è solo una carica di rappresentanza. Tanto di rappresentanza che non è mai stato eletto -votato- uno che non sia votato a sinistra. Non uno di centro o centro-sinistra, ma proprio  comunista. Pure partigiano. Bandito, assassino e voltagabbana, ma non diverso. E continua ad occupare il Colle nonostante tutto questo. Nonostante non ci sia un cazzo di rappresentante di quella opposizione che ne chieda lo stato di messa in accusa per alto tradimento. Troppo impegnati a piangere per il trapasso di Quota 100 e a pensare come dire ai propri tifosi che va tutto bene e controlla anche le pensioni dall’interno. Troppo impegnati con l’abiura dell’Idea, con il taglio delle radici e a tentare di spegnere la fiamma, alitandoci sopra. E ricorrendo, se altro non bastasse, a un revisionismo storico del 25 aprile il 25 di ottobre, per dire chiaramente che in tale data “l’Italia si liberò dal nazifascismo”. Anche questa è eutanasia, spero. Troppo impegnati a dire che non si è di destra, ma nemmeno di sinistra. E se c’è bisogno di dirlo… impegnati in quel ppe che assorbe la propria attività tanto da mandare puttane il proprio Paese quando anche uno sguardo è considerato cat-calling o irrispettoso verso ciò che non dovrebbe essere ciò che è. Nell’affanosa ricerca di un posto di senatore-avvita, nel senso di bullonato, in quello che nella gloriosa Roma costituiva il “consiglio dei saggi” e che oggi ha tutto il sapore del contentino di una palpatina, magari a pagamento, da parte di chi non prova più nemmeno un’erezione.
Intanto, le carrette del mare nemmeno si prendono più la briga di scaricare merce umana buona solo a farci un po’ di soldi, ma usano e (mai) abusano dei mezzi per la Difesa dei nostri confini comandanti da chi preferisce e stabilisce che persino un abito sartoriale vale di più del proprio sacro suolo, della parola data anni fa tramutatasi in vita di pane e di tetto. Me ne fregherei delle cazzate propinate a mo’ di proselito da venditore di aspirapolvere porta a porta dell’inquilino del Quirinale se non fosse complice e protettore di chi al porto vede estremisti e non lavoratori, ma “non vede” la pec con cui un manifestante comunica la propria presenza in piazza. E che lo si lascia assaltare per non far precipitare la situazione, mentre i suoi uomini in borghese diventano collaudatori.
Ma oggi in parlamento si discute il ddl Zan. Discute per modo di dire perché si potrebbe ricorrere al voto segreto che può essere una tagliola di cui può usufruire addirittura chi propone la legge liberticida. Senza metterci la faccia, ancora una volta. Bentornati nella realtà.

QUALE EMERGENZA?ultima modifica: 2021-10-27T06:54:05+02:00da tony.fabrizio

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.