UN GREEN PASS PER L’ITALIA NEL MONDO

Alla fine è finita come volevano che finisse e questa la dice lunga su chi ha il controllo di che cosa.
È finita che in piazza c’erano i Fascisti e che i Fascisti hanno dato piglio alla violenza.
Ormai Fascisti e no-vax è il nuovo binomio inscindibile, indissolubile. Come il virus e la socialità, come l’emergenza e l’oppressione, come il governo e l’opposizione.
Che ancora si ostinano a tirare in ballo Qualcosa (non sia mai i benefici dello stato sociale, per esempio!) che da 80 anni dicono aver sconfitto, ma che ancora oggi combattono orgogliosamente senza soggetto e, che a più di un secolo di distanza, non hanno ancora capito che il Fascismo non può essere confinato nel recinto della Destra e della sinistra, secondo le etichette che a loro convengono. Nato anche in risposta ad entrambi.
Quelle etichette buone solo a identificare gli odierni mestieranti della politica che le rifiutano, le abiurano per ingraziarsi non più gli elettori, ma il partito antitetico che governa senza consenso popolare e che è il green pass per continuare ad avere uno scranno sotto al culo.
Così ci raccontano che i Fascisti, di cui pullula l’Italia ma che – chissà perché – non riescono mai a prevalere alle elezioni, scendono in piazza (di sabato!) compiendo azioni violente. Col tricolore e le mani alzate. Perché è violenza occupare la sede della CGIL, ma non è violenza quando la CGIL & compagni vanno a sedersi con Draghi non per parlare di salario minimo, di sicurezza sul luogo di lavoro a tutela dei lavoratori, bensì per chiedere di licenziare quei lavoratori che non sono in possesso del green pass.
Non è violenza Draghi quando dice che non vaccinarsi equivale a morire e a far morire, non è violenza se dà il via allo sblocco dei licenziamenti in una emergenza che dura da due anni salvo ulteriori proroghe illegali che sarebbe solo la conclamazione del colpo di stato già consumato, non è violenza se il governo fa di tutto per favorire la delocalizzazione e l’importazione di manodopera straniera clandestina e illegale purché sottocosto.
Non è violenza se la Polizia gratuitamente dà un calcio nei coglioni (cito testualmente il tweet di Francesco Cocco) ad un giornalista non (ancora) mediatico che stava in piazza solo per documentare, chissà come e chissà per conto di chi.
Non è violenza lanciare lacrimogeni e bombe carta in coda al corteo contro i passeggini da parte della Polizia. Non è violenza bloccare sul raccordo persone che volevano andare solamente a manifestare.
Però, poi, debbo credere che un gruppo dei diecimila che non sta in una piazza che me ospita 68mila si era staccato dal corteo per raggiungere Palazzo Chigi, difeso (per ordine) dalla Polizia. Come se il gruppo dei diecimila non sapesse che Palazzo Chigi fosse deserto il sabato e l’inquilino fosse a BANCHEttare chissà dove alla faccia degli Italiani e in barba a quelle restrizioni di cui la politica ne è libera. Anzi, free.
Come se diecimila persone ma con uno zero un più potessero essere contenute da un cordone della Polizia formato da un centinaio di unità quando abbiamo la prova provata che 5000 tossici idrofobici a Viterbo hanno messo in crisi il sistema, tanto che la Lamorgese ha dovuto mandare a chiedere se potevano gentilmente togliere le tende a droga esaurita.
Gli atteggiamenti sono solo la difesa di chi per primo ha usato violenza.
Questa è una guerra che non si può combattere con lo stile dei figli dei fiori che ormai prediligono “i figli dei fuori”, ma occorre essere autentici figli di puttana in questa guerra i cui mandanti sono quelli da noi mandati rappresentarci. In guerra ci schiera, la difesa è un dovere prima che un diritto e l’azione ha sempre ragione. Da quale parte era schierata ieri la novella eroina in  gonnella, col libro fresco di stampa, la favella forbita e lo stucco sulla maschera ancora fresco, cui immantinente avete consegnato scettro e corona stringendovi intorno in segno di solidarietà per quella punizione che ancora non è arrivata? Era a favore dei colleghi poliziotti. Pubblicamente. Dai social condannava la violenza ma non quella finora subita e menchemeno quella esercitata. Anche illegalmente.
Invece di parlare di squadrismo, parlateci del modello Italia, ora che le immagini sono state trasmesse nel mondo intero, quel mondo che è sempre più ribelle, quindi libero, verso i padroni del mondo e che si sta lasciando alle spalle la pandemia. Che sostanzialmente è ciò che ha detto anche Draghistan che intanto inasprisce l’uso del green pass. E non è detto che abbia intenzione di smettere.
Hanno fatto bene? Hanno fatto male? Hanno fatto. Andava fatto. E sta ben fatto. Rispetto a coloro che non hanno fatto. Anche per coloro che non hanno fatto. Ed io ne sono orgoglioso. L’Italia ha chiamato. L’Italia s’è stretta a coorte. L’Italia s’è desta.”

UN GREEN PASS PER L’ITALIA NEL MONDOultima modifica: 2021-10-11T01:42:25+02:00da tony.fabrizio

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