CONTE CORRE SOLO E VINCE

E anche le Olimpiadi ce le siamo tolte dalle scatole. Peccato per i politici che adesso dovranno tornare a postare la nutella piuttosto che il memorandum con le pagine ancora tutte linde e immacolate, giusto per non far capire agli Italiani che, in un periodo di emergenza (di due anni!) il Parlamento e il governo chiudono per ferie per un mese e più.
Gli stessi politici, novelli e pischelli semi poli-ttici e polli-ttici per amore dell’ibrido e del meticciato, che hanno avuto la faccia tosta di esultare e gioire per ogni successo – loro preferiscono il termine su-ccesso perché “vittoria” è gergo tipicamente fascista, nazionalista e discriminatorio nei confronti di chi è arrivato secondo, ops… vale argento, su-ccesso meglio si adatta a loro – sono gli stessi che hanno chiuso le palestre perché hanno catalogato lo sport quale attività non necessaria.
Abbiamo assistito agli europei di calcio più politicizzati della storia, di quella storia manipolata che non saprà che il 2021 ha recuperato le manifestazioni sospese l’anno prima, tra inginocchiamenti e cadute che però non c’entrano col vairus, quindi non potevano non politicizzare le Olimpiadi. Che hanno fermato le guerre – solo Di Maio non sa cosa sia la ekechiería, letteralmente “le mani ferme” che non è un un consiglio a Grillo jr. di cui nulla più si sa, bensì si tratta della tregua olimpica – ma non è riuscita a fermare il vairus.
Il vero vincitore dei giochi, rivelatesi autentici gioghi per gli antitaliani autoctoni, è stato lo ius sanguinis, che costoro vogliono tramutare in ius soli, nonostante la fiera appartenenza italica ribadita dai diretti interessati. Così un nero con la cittadinanza italiana, che ha rinunciato alla doppia cittadinanza americana, nato da mamma (si può dire, vero?) italiana, nato, cresciuto e pasciuto in Patria, che per tutti italiano lo è sempre stato, è diventato italiano nero per quelli che dicono che nero non esiste.
E, di conseguenza, ci siamo anche dovuti subire la portabandiera nera, magari omosessuale, italiana, che è solo l’ultimo aggettivo atto a identiFICArla (si scrive proprio così), photoshoppata a tre metri sopra al cielo tanto da essere invidiata dai disegnatori giapponesi ideatori degli eterni salti di Mila Azuki e i kilometrici dialoghi nel colpo di testa tra Holly Hutton e Mark Lenders messi insieme!
Atleti nostrani vestiti di bianco come tanti spermatozoi e con un grosso tricolore circolare sulla stomaco. Indigesto.
Persino il CONI multietnico si è stupito di record mai conseguiti prima, eppure i giornali prezzolati hanno dimenticato di segnalare una nuova specialità, appena ideata e già portata a casa.
Si tratta della maratona in solitaria, la lunga corsa che ha visto spuntarla ancora una volta ad un italiano. Un uomo del sud, appulo, pugliese-romano, nazionale. Uno che ha scoperto il caporalato in Puglia quando era a Roma, dai modi sì fini ed eleganti tanto da correre con la pochette e ringraziare con la erre moscia e la zeppola in bocca. Uno così regale, dall’estrazione patronimica araldica unita ad una umile origine nazional-popolare: Conte Giuseppe. Un campione anche con la testa, preparatissimo al punto da essere persino stato in prestigiose università che non lo hanno mai visto. Il che fa curriculum. Lungo lo fa. Come il naso. O, forse, è il dono dell’ubiquità, merito di Padre Pio che sente vicino. Solo geograficamente. Infatti Padre Pio è serio, è santo e non scherza con i conti.
Ebbene costui, dopo essersi inventato premier, primo ministro in pecore, in doppio pectore e tante pecore, dopo essersi trasferito a Palazzo Chigi nonostante il suocero possedesse un albergo manco a dirlo condonato e graziato, ha trovato l’umiltà di approntare un banchetto in piazza Montecitorio, appena sfrattato. Una persona cristallina e trasparente che si può vedere persino Rocco CasalinA dietro. Il che ha i suoi rischi. Presidente della commissione per la delibera dei banchi a rotelle e avvocato, professore che si è portato a collaborare un suo assistente di cattedra elevandolo a Guardasigilli: “un reato quando non è doloso e colposo” disse Fofò. Una massima entrata di diritto negli annali. Un po’ come “se mi sbalierò, mi corrigerete” ma meno umile. Un accostamento come Gorbaciov e Cicciolina, dopo di cui anche Amleto ha sciolto i suoi dubbi. Ha sciolto pure le catene dei cavernicoli di Platone e se ne sono andati tutti a casa.
Ebbene quello che è stato definito la plastica rappresentazione della politica, dopo lo scarso, lo storto, lo Zero, la rappresentazione compiuta del vuoto, il vuoto, il dpcm in persona, un conte così vanesio da soffiare il posto persino alle congelate signorine-buonasera, uno che è stato mercenarizzato da Grillo, dragoni & ko. e rifiutato dal pd che ha sempre votato in piena crisi di identità tanto da inventarsi Carola Rachete e Fedez, alla vigilia della manifestazione di chiusura delle olimpiadi giapponesi ci ha regalato la svolta avvocatizia: Giuseppe Conte ha corso da solo per la presidenza del MoViMento e ha pure vinto! Un’altra merdaglia olimpionica, un su-ccesso di cui sopra e a 5 stelle. A 5 punte. Concentriche, concentrate e concertate.

CONTE CORRE SOLO E VINCEultima modifica: 2021-08-08T18:48:47+02:00da tony.fabrizio

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