BRUNO CONTRADA, “INGROIA ACCETTI LA SCONFITTA!”

Bruno Contrada, “Ingroia accetti la sconfitta”

È un nonno qualunque, un pensionato silente con le sue patologie pregresse e tutta la saggezza preziosa e dispensata gratuitamente incorniciata nel suo viso canuto, uno spettatore attento e rispettoso della vita altrui, sempre presente in caso di suggerimenti, senza, tuttavia, mai invadere il proscenio. Una sorta di dio greco, imperturbabile e privatamente partecipe di ogni accadimento, appartenente ad un’altra epoca, quella degli Uomini integerrimi e tutti d’un pezzo, quella che appare lontana da chi, come me, all’epoca dei fatti frequentava la prima elementare, ora che persino quel grado di istruzione ha cambiato il nome in primaria. Raggiunto al telefono, appare così il dr. Contrada, Dirigente della Polizia di Stato in pensione, ex n° 2 del Sisde, uno dei migliori poliziotti che la Repubblica possa annoverare nella sua storia. Differente, completamente differente quando ci racconta il vissuto con la sua lucidità che impressiona, tanto da fare invidia, una paradigmatica memoria della cronologia dei fatti, della precisione delle date, della memoria dei personaggi, dell’accettazione che è quasi alienazione delle decisioni altrui, spesso subite ma sempre accettate, anche se ingiuste. Qualunque, come anche in questo caso: annullamento della condanna, non assoluzione, ma cancellazione di una decisione di una commissione di giudici che ha stabilito che Bruno Contrada non ha mai commesso alcun illecito. Come se ci fosse bisogno di una sentenza dei giudici esteri ed estranei a stabilire che il dr. Contrada sia un cittadino modello: a suo carico non vi è una sola contravvenzione, nemmeno per infrazione al Codice della Strada. Vanto del superpoliziotto restato umano eppure mai ostentato, nemmeno difronte a qui professionisti che ora come allora si ostinano a commentare “colorarando” le sentenze di una “commissione sovrannazionale” – la Corte Europea – personalità conosciute, o meglio riconosciute, come dimostra la stampa nazionale, per ubriachezza molesta al punto da impedire temporaneamente il volo per ritornare in Patria, previo avviso alla locale ambasciata.
Con una calma statuaria ed una fermezza disarmante, specchio di una saggezza profonda acquisita, Contrada ribadisce, replicando alle dichiarazioni del dr. Ingroia seguite al verdetto di annullamento della condanna da parte del CEDU di Strasburgo quindi di risarcimento dalla Corte d’Appello di Palermo cui fanno eco le dichiarazioni del dr. Caselli cui si accodano quelle dei tanti suoi “nemici” di cui la strada dei suoi successi è costellata, affermando con obbedienza militare che “le sentenze dell’autorità giudiziaria vanno rispettate, osservate e adempiute. Questo lo sanno tutti: lo sa il dr. Ingroia che è una persona intelligente e preparata, che è stato giudice dall’esperienza ultradecennale, lo sa il dr. Salvatore Borsellino, fratello del compianto giudice Paolo, lo sa l’ex procuratore capo di Palermo Gian Carlo Caselli, lo sa anche uno studente al primo anno di Giurisprudenza”. L’annullamento ed il risarcimento di Contrada bruciano e pure tanto e se c’è chi rilancia il sovranismo giudiziario accusando la “Cassazione di accucciarsi su una sentenza seppur della CEDU”, c’è anche chi dà ad intendere che “la Magistratura ha sempre ragione, tranne quando assolve”. Lapidaria e indiscutibile la risposta dell’ex numero uno della Polizia di Stato: “Ingroia accetti la sconfitta che ha subito! La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha annullato la sentenza da me subita e sofferta e la Corte d’Appello di Palermo ha stabilito un indennizzo applicando la legge. Ogni cittadino è tenuto ad osservare e rispettare le sentenze in applicazione di legge”. Ligio alla legge anche nel commento, o meglio nell’assenza di commento circa l’indennizzo corrispostogli: “Ho sempre rispettato le sentenze. Anche quando sono stato ingiustamente condannato e mi sono presentato in carcere per scontare la pena (8 anni n.d.r.) che mi era stata inflitta. Non mi sono dato latitante, non sono fuggito all’estero, ma ho accettato, non sottraendomi, ciò che i giudici avevano stabilito per me”. Un risarcimento che non paga e non appaga, se mai esiste un prezzo per ripagare le sofferenze inflitte, vieppiù ingiustamente, ma – forse – non gratuitamente. Un valore inestimabile che non rimedierà alle tante vite rovinate, a quelle spente dannatamente, all’onore ferito che pesa come e più di un macigno, ai valori fondamenta di vita e pilastri dell’esistenza. Quei valori che hanno retto ad ogni terremoto giudiziario che ha finito per riportare a galla la verità. Quei valori che, nonostante tutto, continuano ad essere un punto di riferimento e la sola àncora di salvezza di un uomo semplice perciò speciale: “Se dovessi dedicare a qualcuno questo successo lo dedicherei alla Giustizia”. Questo è Bruno Contrada.

Pubblicato anche da IlSud24.it (L’INTERVISTA | Bruno Contrada: «Ingroia accetti la sconfitta» https://www.ilsud24.it/2020/04/17/lintervista-bruno-contrada/)

In foto Bruno Contrada con la giornalista e scrittrice Marina Salvadore, leader del “Comitato Bruno Contrada” in una delle fasi del documentario-intervista sull’orrore giudiziario per la regia di Mauro Caiano e Umberto Lariccia

BRUNO CONTRADA, “INGROIA ACCETTI LA SCONFITTA!”ultima modifica: 2020-04-17T16:14:28+02:00da tony.fabrizio

4 risposte a “BRUNO CONTRADA, “INGROIA ACCETTI LA SCONFITTA!””

  1. Finalmente un po’ di giustizia per il Generale. Un servitore dello Stato che ha sempre servito la Patria con ONORE. Siamo in tanti a volergli bene.

  2. Queste sono le persone che vogliamo guidino la nostra Patria. C’è bisogno di dignità, onore e competenza. La schiera dei quaqquaraqquá l’abbiamo già subita abbondantemente e ingiustamente.
    Ad Maiora Semper!

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