THE DAY AFTER

THE DAY AFTER
Il giorno dopo è quello del silenzio, quello deputato alle riflessioni e ai bilanci.
Accade, però, che il giorno dopo sia diventato quello dell’incredulità e del diniego, del disprezzo e dello schifo.
L’11 febbraio è il giorno dopo il Giorno del Ricordo, quello negato, quello che infastidisce, quello ancora avversato.
Non è la giornata della Memoria, per cui deve passare sotto silenzio questa giornata dedicata ai morti di serie B e in cui sotto silenzio passa ogni schifezza ad esso connesso.
Proprio ieri, nella Giornata del Ricordo e proprio nella martire Trieste è stato esposto uno striscione che invitava alla resistenza (quando manco più la Whirlpool le produce!) contornata da bandiere garrite con tanto di stella rossa innegianti al maresciallo Tito.
Accade che ieri nella commemorazione nei pressi della Foiba di Basovizza (che esiste!) alcuni esponenti locali del Pd, che è la continuazione di quell’anima comunista che in una sua roccaforte non ha potuto presentarsi con la propria faccia, hanno abbandonato la commemorazione quando ha preso la parola il forzista Maurizio Gasparri che non era lì in qualità di senatore azzurro, ma come Vicepresidente del Senato. Come Istituzione. Quel Senato oggi snobbato e ieri “preso” dall’ANPI, che per ovvie ragioni anagrafiche di partigiano non ha proprio nulla, per ospitare un soliloquio monòtono è monotòno sulle Foibe. Forse nell’estremo tentativo di ostacolare ed indirizzare quel revisionismo storico che dopo 70 anni di negazione ha portato alla luce la tragedia fratricida delle Foibe.
Accade che nel Giorno del Ricordo, il politico del Partito della Rifondazione Comunista Paolo Ferrero afferma in Tv che al boia Tito spetta la massima onorificenza della Repubblica italiana (concessagli dai suoi complici) perché ha contribuito a liberare l’Italia dal nazifascismo.
Evidentemente nella falsificazione storica finora raccontata hanno dimenticato, forse per le tante loro omissioni, che le truppe slave sono arrivate in territorio italiano a guerra conclusa, ovvero dopo la vergogna della resa incondizionata del Regio Esercito, capolavoro badogliano.
La loro spietata vendetta, la carneficina della pulizia etnica, è stata mirata e indirizzata verso ogni italiano. Non verso coloro che avevano, a torto o a ragione, avuto a che fare con il Partito Nazionale Fascista, ma contro tutti coloro che avevano la sola colpa di essere italiani. Sì, se il luogo di nascita può essere considerato una culpa. Quel luogo di nascita che oggi significa cittadinanza italiana e che adesso gli stessi vogliono sfruttare per estendere ad ogni singolo individuo proveniente da ogni angolo più remoto della Terra.
A nulla sono valse le chiare parole pronunciate in maniera inequivocabile (persino) da parte del Presidente, sempre più (loro) protettore, Sergio Mattarella che, in qualche suo raro sprazzo di lucidità politica, onestà intellettuale e, speriamo, orgoglio patrio ha definito le Foibe come una “scaigura nazionale”. Registriamo che nei dizionari ancora esiste questo aggettivo, ormai desueto.
È emblematico che i diretti discendenti dei carnefici con la Stella Rossa, assassini orgogliosi della lotta fratricida, oggi non perdono occasione per richiamarsi all’odio.
“Dimenticando” però lo stupro, uno su tutti, di Norma Cossetto che aveva la sola colpa di essere figlia di un dirigente fascista, stuprata da 16 titini, picchiata, amputata di entrambi i seni e solo infine infoibata.
È significativo che coloro che non perdono occasione per inneggiare all’odio non sono quelli che nel giorno della memoria espongono svastiche o altre infamità. Svastiche che nulla hanno a che fare con l’Italia come distinti e separati sono nazismo e Fascismo. Quell’Italia che ha ospitato anche campi di concentramento come quello di Ferramonti di Tarsia, nel cosentino, che sfilava gli ebrei salvati nei Balcani. Con tanto di sinagoga, biblioteche e parco giochi per bambini.
Banale che nel giorno del ricordo a Palermo, porto di approdo, viene preso a pugni una persona di colore con tanto di giustificazione razzista prima di sferrare il colpo. Come troppo prevedibile è il richiamo alla stella di Davide con la scritta “Jude” comparsa su una porta di un’abitazione in lingua rigorosamente non italiana.
Questi non sono atti di intimidazione né di razzismo, ma solo esternazioni isolate di ignoranti abissali e tali debbono rimanere. Come dovrebbe essere confinato nello stesso isolamento il comportamento di questa sinistra allo sbando che a tutti i costi vuole e disperatamente deve far parlare di sé. Anche andando via, anche inventando, anche negando, anche a discapito di ogni valore e ideale.
Per fortuna il tempo ci sta conducendo alla verità e su tanti argomenti tabù si sta facendo luce. I tempi sono ormai maturi per infoibare certi sinistri comportamenti e condannare all’oblio questo pericoloso tempo in cui alla sinistra tutto è con-cesso.

THE DAY AFTERultima modifica: 2020-02-11T13:38:44+01:00da tony.fabrizio

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