TERZIGNO: LADDOVE LA MONNEZZA NON STA SOLO NELLA DISCARICA

Alla fine le ruspe sono arrivate. E hanno iniziato ad assestare i loro colpi lenti ed inesorabili alle abitazioni di via Panoramica di Terzigno, ridente paesino immerso nel Parco del Vesuvio, a pochi passi dalla Penisola Sorrentina.
Si piccona il tetto e si colpisce i sacrifici di ogni proprietario, si abbatte un pilastro e si tocca il cuore degli inquilini che, ignari, hanno acceso mutui, hanno investito risparmi di una vita, hanno continuato a sacrificare la loro vita di risparmiatori e di lavoratori per guadagnarsi un tetto sulla testa. Onestamente. Non altrettanto onestamente è stata la deontologia del costruttore che ha raggirato 14 famiglie nel lontano 1993, quando ha costruito per vendere case inesistenti. A dir suo consapevoli al momento dell’acquisto. Di rimando lui consapevole di vendere truffa quindi illegalità.
Ciò che stupisce è che se “l’imprenditore edile” non ha truffato (tutti i 14?) gli ignari acquirenti, nessuno tra tecnici comunali, periti edili, geometri, architetti e persino il notaio che ha registrato rogiti con tanto di riferimento della concessione edilizia (misteriosamente sparita poi) che si rifà a precise particelle tutte ricadenti nel comune vesuviano, si sia accorto della truffa operata dalla Futura 2001. Un nome che oggi risuona come una beffa.
A nulla è valsa la mobilitazione mediatica (da La7 a Mediaset), né la presenza del Sindaco e del suo Vice di questo angolo di paradiso di un Sud dimenticato e diversamente noto solo per la discarica satura dove deve essere stipata la spazzatura non solo locale: le ruspe puntuali hanno eseguito gli ordini irrevocabili del ligio Tribunale di Torre Annunziata (NA). Solerzia e pignoleria che suonano come una beffa visto che i togati procedono solo per abuso edilizio, addirittura nei confronti degli ignari compratori che, la legge che vuole essere uguale per tutti, da vittime li “eleva” a carnefici. Cui, quando la precisione è una prerogativa ermellina e persino un’aggravante, addebita ai truffati-sfrattati anche i costi di demolizione e smaltimento delle proprie abitazioni ridotte in macerie.
Nessun procedimento a carico di chi consapevolmente ha truffato né di chi altrettanto consapevolmente ha partecipato alla truffa.
Completamente assenti e non solo fisicamente i politici locali di ogni livello: se i rappresentanti di Provincia e Regione di ogni colore sono silenti (e forse interessatamente disinteressati), quelli nazionali, che avrebbero potuto e dovuto fare bandiera nazionale di questo scempio, non sono da meno: Di Maio, per ovvie ragioni non solo geografiche, è stato quello più largamente invocato, ma se non si è visto alle pendici del Vesuvio, altrettanta è stata la disattenzione, la distrazione verso quella terra, la sua terra, che proprio per il big di Pomigliano d’Arco è stata un serbatoio di voti, la rampa di lancio verso palazzi che lo ha portato ad essere sempre più lontano dalla gente. Questa gente che ha già fatto intendere che voterà scheda bianca alle prossime Regionali, indice dell’interesse della vicinanza della politica ai cittadini, ridotta sempre più a spicciola demagogia e promesse vane.
A giudicare dalla celerità e dalla priorità quasi esclusiva con cui le ruspe su ordine della locale Procura sono entrare in azione, viene da pensare che le 14 case di via Panoramica rappresentano il solo caso di abusivismo edilizio ricadente nella competenza del Tribunale oplontino. Ed ora che certa alacre giustizia ha indagato i “primi” colpevoli, ci auguriamo vada fino in fondo, rettamente, giustamente alla ricerca dei veri colpevoli e non solo di quelli apparenti. Forse troppo comodi e persino accomodanti.

TERZIGNO: LADDOVE LA MONNEZZA NON STA SOLO NELLA DISCARICAultima modifica: 2019-11-27T20:09:11+01:00da tony.fabrizio

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