E BASTA! È SOLO UN SUCCEDANEO.

E basta! È solo un succedaneo.

Sbaglierò, ma io tra la pandemia e la guerra in Ucraina c’ho sempre visto lo stesso copione. Così come nelle orgasmiche reazioni post-discorso di Putin di venerdì 17 ci vedo lo stesso piatto già servito quando i Mc Donald’s hanno abbassato le serrande a casa di Putin. E tutti lì a leccarsi le dita per l’ennesima mossa del fine giocatore di scacchi dell’ex KGB, dell’ottimo stratega e dell’impareggiabile (geo)politico. Serrande rialzate, nessuna perdita dei posti di lavoro, negozi chiusi e specialità yankees sostituite da prelibatezze locali. Questa la gattopardesca alternativa. Nient’altro che un succedaneo. Persino sul nome non vi è originalità: la direzione della catena di ristorazione pubblica Yeda i tochka (Cibo e basta) del territorio di Primorye (estremo oriente russo) ha detto di esigere che i fast-food Vkusno i tochka (Gustoso e basta), ex ristoranti McDonald’ s in Russia, vengano ribattezzati ed è pronta ad andare in tribunale perché «a causa del nome della nuova catena, l’attività sarà considerata un derivato, un’imitazione». Lo ha dichiarato all’agenzia Interfax il proprietario della catena Yeda i tochka, Sergei Pankratov.
Identica situazione accaduta subito dopo che l’inquilino del Cremlino ha tuonato contro il vecchio ordine mondiale e a favore del nuovo ordine mondiale. Succedaneo per succedaneo. Poco cambia, allora, se la plenaria sia quella di Davos piuttosto che quella di Leningrado, ops, San Pietroburgo: sempre di un forum economico si tratta. E i succedanei non finiscono certo qui: al mondo non esistono solo gli Usa – giustamente – ma anche la Russia, dice l'(auto)erede di Pietro il grande, con perfetti toni da g.f. che sta per guerra fredda e, come allora, ognuno vede e vuole il mondo in due blocchi contrapposti. Ma poi neanche tanto.
“L’Europa va verso un’ondata di radicalismo e cambio d’èlite”, quella Europa Occidentale dove “ i reali interessi delle persone sono stati messi da parte”. E non saranno certo centrali con l’avvicendamento di un altro imperialismo. Centrale deve essere “l’economia basata sul business privato”. Non è Draghi che parla, è sempre Putin. Giuro!
Vabbè, un leader vale l’altro. D’altronde Putin oggi non è forse il succedaneo del Trump di ieri? Il liberatore dallo stato profondo di Washington? Di Davos? Di Bruxelles? Ancora un succedaneo. Continuo. Ancora un padrone. Che si finisce per adulare. Ora come allora. A Roma, come ammalati cronici da sindrome di Stoccolma. Senza esserne mai inspiegabilmente colmi. Siamo veramente il colmo.
Il problema – è lapalissiano – non è Putin o gli Usa, ma continua ad essere (que)gli Italiani ormai disabituati a fare i cazzi loro. Che s’industriano a dissertare e discettare di Davos senza nemmeno sapere se il mercato sotto casa si tiene ancora. Se gli italiani, loro – noi – pian piano abituati al reddito di cittadinanza quale stipendio universale, possono ancora permettersi un chilo di mele, divenuto ormai bene di lusso. Se le mele crescono ancora, vista la siccità che diventa funzionale al razionamento che da emergenza diverrà norma. E lo decidono proprio vinti di Putin.
Quelli che continuano a fare il bello e il cattivo tempo in Italia. Ma che ci frega? Tanto Azov è stato sconfitto, però nessuno l’ha visto. Che ci frega se l’acciaieria è stata presa, ma la sola cosa che si è trovata è la bellezza di 30mila tonnellate di acciaio che lo zar ha puntualmente depredato? Se l’Ucraina è da denazificare, ma chi se ne frega se Putin dice che l’Ucraina con i confini come la conoscevamo finora non esisterà più – denazificare, però, vuol dire deucrainizzare e russificare -. Che poi è la stessa cosa che sosteneva chi accusava l’orso siberiano di imperialismo, inesistente agli occhi dei suoi figli autoproclamatisi adottivi e che vedono nella (non) invasione del Donbass tutto, eccetto che mettere le mani sulle ricchezze della non-Russia.
Conoscono le strade di Bucha su cui hanno condotto sofisticatissimi studi con l’ausilio di Hearts, di fotografie satellitari – un uovo sodo lo sapete ancora fare? – e non si accorgono sotto al naso della Via della seta attraverso cui quegli scappati di casa dei 5 stelle ci hanno portato la guerra in casa. Va dato atto che sono stati bravi, sono riusciti nel loro intento, grazie a tanti di voi. Gli stessi che, come biascicate, hanno perso, ma continuano a stare in sella. Che sono pure incapaci, ma servono quali utili idioti. E il potere glielo avete dato voi. Li credevate l’alternativa, il dissenso, si sono rivelati un succedaneo. Così come lo è l’opposizione interna del governo e quella esterna allo stesso governo. Che sono alleati e si scornano, ma invece di scornarsi davvero sono coalizzati. Dobbiamo poi gioire perché si è resistito – le parole non si scelgono – al siero e alla certificazione – cosa sacrosanta – pure se a settembre si ritornerà con i ricatti del siero e della certificazione pure per lavorare.
E la prossima volta che si scenderà in piazza – solo per i più temerari, sia chiaro – sarà per replicare piazza Tienanmen. Perché anche la Russia sarà cinese e stavolta non avremo nemmeno le buste della spesa in mano.

E BASTA! È SOLO UN SUCCEDANEO.ultima modifica: 2022-06-18T14:47:02+02:00da tony.fabrizio

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