I PESCATORI LIBERATI

Ieri non è stato solo il giorno della liberazione dei 18 marittimi italiani sequestrati in Libia, ma è stato anche – o solo – il giorno della verifica per il Governo, il giorno in cui si contestava a Giuseppe Conte di aver insolitamente tenuto per sé la delega ai servizi. I 18 prigionieri sono stati liberati proprio in questi giorno.
Trasecolo alle voci “cattive” su Conte e Di Maio (menomale che in Libia ce lo hanno portato!) circa il presunto pagamento del riscatto, sull’azzardare la contropartita data al generale Haftàr, sulla passerella mediatica e riguardo lo spot natalizio per il governo che probabilmente non mangerà il panettone (acchiappa prima pure mazzate, recita un vecchio adagio del mio paese).
Non scopriamo certo adesso che tante personalità di questo governo, creato da Renzi e che Renzi può/vuol(?) distruggere, sono del tutto inadeguate al ruolo, se non addirittura degli incompetenti che non è un’offesa, ma una forzatura visto che in piena “pandemia” il Ministero della Salute è guidato da un laureato in Scienze Politiche, Di Maio stesso è stato prima allo Sviluppo Economico e poi alla Farnesina e persino il presidente Conte sputa sul Diritto con cui finora ha mangiato.
Certo ci vuole coraggio e tanta faccia tosta ad intestarsi un successo che non è proprio, ma c’è pure chi, arrivato a Palazzo Chigi, continua a falsificare il curriculum come se lì ci fosse arrivato per valutazioni di titoli.
Ci vuole coraggio e tanta faccia tosta ad andare a calcare il red carpet steso in Libia e appropriarsi del merito della liberazione dei 18 pescatori (peccatori) di Mazara del Vallo, fino all’altro giorno accusati dallo stesso loro Ministro degli Esteri di essere colpevoli per essersi spinti PER LAVORO in acque internazionali, autoproclamate proprietà dalla Libia con un spostamMento della distanza dalla costa e che la stessa Italia, per bocca dello sgabellato delle Farnesina, non riconosce essere tale.
Ci vuole coraggio e tanta faccia tosta ma, si sa, il pentastellato è coerente proprio nella misura in cui tradisce ogni loro punto cardine.
Recarsi di persona in barba a ogni consuetudine presso il nemico che non è nemmeno riconosciuto tale dovrebbe far pensare che, proprio Gigino a la Farnesina il 1 settembre si è recato in Libia ad incontrare il primo ministro Fayez al-Sarraj, ma non il non riconosciuto Haftar, e il pomeriggio dello stesso giorno sia scattato il rapimento dei 18 pescatori, avvenuto, però, con motovedette che il governo italiano aveva donato a Tripoli, quindi utilizzate da Al Sarraj e non dal cirenaico Haftar.
Non me ne frega nulla se Conte e Di Maio sono dovuti andare a Canossa (date il dizionario a Gigino stavolta, non l’atlante!) per riportare in Patria i 18 lavoratori: sono 2 anni che 60 milioni di persone sono ripetutamente, quotidianamente umiliati da quelli a cui continuiamo a pagare lo stipendio.
Non appena saranno tornati in italia, mi auguro che i congiunti (così questo governo capisce meglio), accampati per oltre 100 giorni davanti al Parlamento e da dove non è stato possibile riuscire a parlare con la Farnesina per oltre 100 giorni a causa della linea che cadeva dopo del tempo in cui la comunicazione rimaneva in una sorda attesa, chiedano che ruolo ormai svolge il Vi.Pe., la Vigilanza Pesca, e per quale motivo ormai dalle Capitanerie di porto viene detto che in quel tratto di mare (acque internazionali) è sconsigliato pescare, che la Vigilanza non c’è, che è più a nord, cioè più in Italia, che se poi li rapiscono… che i soccorsi della Marina Militare erano già partiti a detta degli addetti ai lavoro, ma non sono mai arrivati in quel tratto di mare (pare che erano sufficienti in paio d’ore di viaggio) e che, tanti che…
Magari capiranno anche nelle sedi istituzionali che questo tragico evento, probabilmente, è occorso perché l’Italia ha di fatto rinunciato ad esercitare un proprio diritto, ha ceduto terreno e imbarca solo acqua da ogni parte. E non solo acqua da ogni porto.
Godiamoci la gioia della liberazione, d’accordo, al di là del prezzo della vita umana che non ha prezzo, ma sappiano i nostri governat(t)ori che oggi ci sono altri pescatori in mare, che la storia si può ripetere ancora e la faccia non può essere nascosta sempre da una mascherina.
A proposito di faccia: guardate quella di Haftar e quella col sorrisino del suo militare al centro della foto: è soddisfazione? È successo o insuccesso? È gratificazione o umiliazione? Per me è (anche solo) coraggio da parte del milite a toccare con mano tanta merda.

I PESCATORI LIBERATIultima modifica: 2020-12-18T13:41:22+01:00da tony.fabrizio

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