LA CAMPANIA DIVINA, De Luca “DI VINO” E…….BASTA !!

Se c’è un attore che da un po’ di anni a questa parte mette tutti d’accordo nel detestarlo, che ha finito per essere il vicino delatore, il sostenitore delle idiozie più strambe in epoca Covid, questi è Alessandro Gassman e lui, manco a dirlo, diventa il “prescelto” dal presidente Vincenzo De Luca. E non poteva essere diversamente, visto che in quanto a idiozie pandemiche, il Presidente della Regione Campania non ha conosciuto vergogna. Se, poi, l’attore è romano e pure mezzo francese, allora Vincenzo De Luca lo sceglie addirittura per “dare voce alla Campania”. Lo sceglie nel senso che lo paga – con i soldi dei contribuenti, ovviamente – per interpretare – leggi pure “fingere” – uno spot sulla regione Campania, “Campania divina”, che tale non è.
Siamo ben consapevoli che in un paio di minuti non si può regalare la celebrità a tanti posti e a tanti monumenti che la notorietà ce l’hanno già da sé (appunto!), ma a ben vedere la pubblicità, altro che Campania divina: sembra più una valorizzazione di Napoli e Salerno, di Salerno & Napoli. La costiera amalfitana, il mare, il sole, ‘o Vesuvio… tutte cose che ha giustamente inventato Vincenzo De Luca. Quel De Luca che non incanta e che non stupisce, ma è sempre quello del famigerato “Patto di Marano”, ovvero l’accordo con il fu De Mita che ha dato il colpo di grazia ai già martoriati territori interni. Nel nanosecondo dedicato nello spot, non si riesce nemmeno a capire (bene) se lo scorcio paesaggistico che ritrae le topiche case colorate, addossate una sull’altra, si riferiscono a Positano, a Procida o addirittura a Calitri. Non una boccata di ossigeno della verde Irpinia con i suoi boschi, le sue montagne, la flora e la fauna, i prodotti DOC e IGP rinomati nel mondo. Come se l’Irpinia fosse solo Montevergine. Altro che Campania divina: nemmeno di vino se si ignora Taurasi e Tufo ad esempio, ma non ci si dimentica dei pomodori e il mare!
E cosa dovrebbero dire Benevento e l’intero Sannio (già quasi, a giusta ragione, Molisannio!) cui non è stato dedicato un frazione di secondo? Eppure Benevento pullula di storia e di edifici (l’Arco di epoca traianea e la Chiesa di Santa Sofia, patrimonio dell’UNESCO su tutti), vanta il secondo museo egizio più grande d’Italia, dopo quello di Torino.
Il Vesuvio, la costiera (ma non quella cilentana!), il pesce (c’è il mare, guarda un po’!) sono attrattive arcinote al turista e non hanno certo bisogno di essere pubblicizzate! Così come Pompei, Ercolano e Paestum. Eppure, a quattro passi da Paestum, si trova il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano e Alburni: chi sa, nel caso specifico, che quest’area riservata è stata iscritta nella rete dei Geoparchi UNESCO dal 2010 e già dal 1997 fa parte della Biosfera NAB dell’Unesco? Non è forse da pubblicizzare? O i borghi e i paesini dell’entroterra dove si mangia… “da Dio”, per dirla con De Luca.
Però un merito a Vicienzo ‘o sceriffo va riconosciuto, ovvero quello di aver avuto l’onestà di pubblicizzare solo le bellezze naturali campane e non ciò che egli ha realizzato nel “decennato” a Palazzo Santa Lucia: il disastro della Sanità che nemmeno la pandemia ha fermato, anzi: con gli ospedali COVID è stata imbastita una vera e propria truffa, il trasporto pubblico locale azzerato, il “Sistema Salerno” e, per brevità di articolo, non citiamo le innumerevoli sciagure di cui egli è l’unico artefice, il principale responsabile, il vero colpevole.
Acqua e solo acqua la Campania di De Luca. O, forse, una Campania che fa acqua da tutte le parti. Eppure i tratturi, la via Appia, l’acquedotto Carolingio, quello irpino, Aeclanum, la valle telesina sono solo pochissimi tesori che andrebbero fatti conoscere, le ricchezze che sono state “maranamente” dimenticate e che andrebbero valorizzate: queste andrebbero pubblicizzate! D’altro canto, Cristo si fermò ad Eboli, il “divino” De Luca, a quanto pare, molto, ma molto prima.