Tony Fabrizio per Campo Sud Quotidiano |
Un Papa rosso, pezzotto e a 5 Stelle: ma no, non è Francesco !!
Cosa spinge un quotidiano di approfondimento, prevalentemente politico come Campo Sud, ad occuparsi di papa Francesco? Semplice, il Papa stesso.
Ve lo ricordate Jorge Mario Bergoglio quando ci venne presentato subito dopo il suo “Buonasera”?
Il papa col biglietto di ritorno già in tasca, quasi un grillino ante litteram col vincolo di mandato zero. Populista, popolano, avverso alla scorta e ai formalismi, alle etichette e ai cliché. Il Papa venuto dalla fine del mondo e che, ultimamente, con i suoi atteggiamenti sembra proprio cagionarla.
Inutile quanto dannoso, benché ognuno è unico e irripetibile. Faceva nutrire la speranza nei cattolici che potesse proseguire nell’opera pastorale iniziata dai suoi predecessori. E invece, altro che Woytila e l’impegno per la caduta del Muro, per la pace fra i popoli. Altro che Ratzinger che troppo voleva sapere e far sapere. E la sua ultima enciclica – “Fratelli tutti” – non è ancora stata resa ufficialmente nota che già ha suscitato un vespaio di polemiche. Visto che i fratelli in questione sembrano essere non già i poveri, i diseredati, gli ammalati, i senza dimora, gli oppressi di ogni latitudine e di ogni colore della pelle. Senza distinzione alcuna. Ma no. Manco a dirlo, per il Gesuita Argentino i fratelli sono esclusivamente i migranti clandestini, vero chiodo fisso di Bergoglio.
Gli stessi migranti che il Papa ha voluto omaggiare con la novella barcaccia, una scultura in ferro ubicata davanti al colonnato del Bernini che, al di là del gusto dell’opera che non si discute, non si intona, se non è proprio fuori luogo con il contesto artistico della piazza di Città del Vaticano. Il messaggio… una vera croce.
Quei migranti ricordati l’ultima volta la scorsa domenica nella miliardesima Giornata dell’Anno Domini in corso e non ancora concluso, a loro dedicata che, come tutte quelle dedicate a qualcosa, non serve proprio a niente e che sembra infastidire un numero sempre maggiore di fedeli che sente questo Papa distante dal Cattolicesimo e dai Cattolici. Tanto che alcuni noti vaticanisti hanno addirittura messo in discussione la validità della sua nomina, a partire dalla sede vacante mai proclamata e condizione essenziale per dare corso alla nuova elezione.
Più di qualche sospetto sembra aver dato anche il fatto che Francesco non si sia mai definito Papa, ma solo Vescovo di Roma. Ma volendo lasciare da parte questi tecnicismi, Jorge Mario, dallo schiaffo e la strattonata alla cittadina cinese in Piazza San Pietro a Capodanno, sta facendo parlare di sé un giorno sì e l’altro pure.
Ha fatto sapere che non avrebbe ricevuto il Segretario di Stato degli Stai Uniti Mike Pompeo perché Sua Santità non riceve personalità politiche impegnate in campagna elettorale – ma da quando? – per non dare adito a fantomatici schieramenti e farlocche sponsorizzazioni. Dimenticando, però, che solo alle scorse elezioni, praticamente tutti i (suoi) politici hanno ricevuto la sua benedizione: da Giuseppe Conte a Matteo Renzi, da Casini a Zingaretti e persino la “pompista” Emma Bonino premiata con tanto di elogio. Per cosa non si sa.
Tutti, eccetto Matteo Salvini, unico destinatario del gran rifiuto.
Ma Jorge Mario non ha trovato tempo – e chissà perché – nemmeno per ricevere il cardinale cinese Joseph Zen che candidato non è e che nonostante la veneranda età di 90 anni, su espressa chiamata proprio del suo “capo”, ha volato da Hong Kong in Vaticano per perorare la causa della Chiesa cinese contro i tiranni comunisti di Pechino. Un calvario quello del prelato dagli occhi a mandorla durato ben quattro giorni. Un tempo non sufficiente a quanto pare per espiare la “colpa” della inopportuna opposizione alla nomina di Peter Choi alla soglia vescovile di Hong Kong. Uomo vicino al presidente Xi Jinping e quindi, secondo il prelato ( ma non solo lui) pericoloso per le sorti del mondo cattolico cinese.
Ma i dittatori comunisti, almeno per quanto riguarda Bergoglio, non sono poi tutto questo male. Visto che, sempre in questi giorni, dopo che il Paese del Dragone ha provveduto a rimpinguare le casse vaticane impoverite, nel nostro Paese dal crollo dell’8X1000 determinato dal lockdown, si é saputo del “sacco Vaticano”: un ammanco di 20 milioni di Euro per l’acquisto di un immobile di lusso a Londra. Una operazione a più mani, tra cui anche quelle del “benedetto” Giuseppe Conte che dal soglio di Pietro oggi siede a Palazzo Chigi.
Svuotato anche l’Obolo di San Pietro ovvero il fondo destinato alla carità. Prosciugato per mezzo milione anche il conto personale del Papa. Che dovrebbe fare notizia. Forse più di tutte. Come è possibile che un Papa abbia un conto proprio? Come è possibile che un Papa che predica semplicità e povertà abbia un conto con più di mezzo milione a sua disposizione? Ancora peggio se quel papa si chiama Francesco! Che rifugge il lusso e disdegna le comodità e i privilegi riservati al Sommo Pontefice. A partire dalla croce aurea che porta al collo (e oggetto di sorprendenti interpretazioni) per arrivare all’anello piscatorio passando per la sede del suo apostolato.
In principio fu grande l’operazione di immagine sull’attuale Papa che, però, adesso potrebbe ritorcersi contro. Una sorta di contrappasso del terzo millennio. L’epoca che ci ha fatto vedere un Papa che teme la morte e che spera nel vaccino per la salvezza, che non disdegna di baciare i piedi agli Imam, che definisce Gesù “brutto, sporco e cattivo”, che mette in dubbio persino il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, che ama lo spread, che predica che Dio è migrante e Satana un sovranista.
Sarà un caso, ma proprio nel giorno della visita in Vaticano di Mike Pompeo, i conti correnti papali e del Vaticano sono stati bloccati. Nessuna possibilità di inviare e ricevere denaro da e verso il Vaticano con il classico vaglia internazionale. Quindi il denaro della Santa Sede può circolare solo entro le proprie mura. Non è spicciola dietrologia o fantasioso complottismo: il PDF del foglio informativo è disponibile anche sul web, nella sezione trasparenza bancaria di Poste.
Qualcosa sta succedendo, ma al Governo la chiamano ancora Via della Seta. Un tappeto porporato “rosso-cardinale” a cinque stelle per meglio scivolare verso oriente, verso un nuovo padrone cui si deve obbedienza e riconoscenza a danno di fedeli e fedelissimi traditi. Un nuovo battesimo a partire dal cognome, da Bergoglio ad un (più giusto) papa Badoglio che se non è una scadente imitazione, non è, altresì, neanche il Vicario di Cristo in Terra. Quello che abbiamo visto non può essere il Papa della Cristianità. No, non è Francesco!
Che s’ha da fa pé campà!!
Lo scorso aprile, ovunque in Campania, in Italia, nel mondo ci si apprestava a a vivere la cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza sanitaria (mai ufficialmente dichiarata) dovuta al Covid-19. In Campania, il governatore uscente e riconfermato Vincenzo De Luca sparava le sue cartucce (delle gag) “migliori”. Era il momento della richiesta di ripresa della movida, della voglia di rinascita dopo essere stati confinati in casa, dei lanciafiamme e dei “cazziatoni” ai runners, ai cani incontinenti e ai suoi padroni. Il momento della “gloria” di De Luca che vantava mirabili successi dovuti alla sua eccezionale gestione dell’emergenza che l’ha fatto conoscere il tutta la penisola quando anche il Pd, partito di appartenenza e provenienza, si era dimenticato di lui al punto da non volerlo nemmeno ricandidare. Era il tempo degli annunci tronfi e ad effetto, il tempo di De Luca “salvatore” del Regno delle Due Sicilie che, grazie al suo pugno di ferro, aveva salvato la non sua Napoli e la non sua Campania. Era il tempo del successo che si traduceva in “affari”, in campagne acquisti, in promesse di collaborazione politica per tentare la riconferma a Palazzo Santa Lucia. Ed era anche il momento degli insulti verso gli untori lombardi e nordici in generale, quello delle critiche alla gestione dell’emergenza, quello in cui, da sciacallo e avvoltoio che trasforma in preda i morti della Lombardia issando la sua personale bandiera per la ricandidatura, derideva i suoi omologhi che si erano fermati a contare i morti di/per Covid.
Risale proprio a questo periodo, allo scorso aprile, un documento solo recentemente “secretato” per dirla con il Governo che non (?) opera con il consenso delle tenebre, ma il cui Presidente è ugualmente all’oscuro di tutto – dall’appalto dei banchi con le rotelle all’aumento retroattivo dello stipendio del presidente dell’INPS Pasquale Tridico – in cui la Regione Campania (dunque Vincenzo De Luca) conferma che i pazienti nefrologici e da dializzare degenti presso l’Ospedale Scarlato di Scafati (SA) sono stati messi in reparti Covid perché positivi al tampone.
Già da aprile!
Se si potesse scendere ai livelli di De Luca egli, a parte invertite, avrebbe sicuramente detto che chi disprezza vuol comprare. E lui, nell’ospedale scafatese, tra Napoli e Salerno, tra casa e putèca, non pensava forse di creare-per-ripetere una sorta di Bergamo campana?
E tutte le misure drastiche atte a prevenire e di cui vantava la paternità assoluta, il vessillo campano brandito – infangandolo – in nome di una sorta di macabro-federalismo, le richieste di giusta equità tra Nord e Sud dello Stivale, gli appelli affinché il Meridione ricevesse ciò che gli spetta e che viene sottratto dal Settentrione, millantati e sciorinati anche nell’ultima ospitata nel salotto di Bruno Vespa (datec’ ‘e sorde!) che fine fanno? Che fine hanno fatto?
Quale rispetto, se non per i morti, almeno per i vivi ovvero per quel personale medico e paramedico – in primis dell’ospedale Pascale o del Cotugno – che con deontologia, professionalità, impegno, e sacrificio sono diventati veramente il modello Italia per persone che non sono cialtroni prestati alla politica e improvvisatisi tali, ma riconosciuti da gente del mestiere, di periti stranieri e studiosi finanche d’oltreoceano?
Dopo le numerose denunce presentate dall’on. Marcello Taglialatela, presidente dell’Associazione Campo Sud, e di cui troverete ampie notizie in primis su questo giornale, Vicienzo cosa dirà di quest’altro suo modo criminale e truffaldino di gestire l’emergenza, o meglio di crearne un’altra ad hoc, opportunamente e opportunisticamente, affinché potesse continuare a fare lo sceriffo terrorizzando la gente, mentre dai suoi corregionali amministrati e ammaestrati veniva pagato e votato per governare la più importante regione del Sud Italia?
Questo è il Vincenzo De Luca scelto 5 anni or sono e confermato oggi. Quello che vi ha fatto ridere mentre lui rideva di voi, quello che è riuscito a spacciarsi per ciò che non è e che, forse troppo tardi, si sta rivelando per ciò che è.
Al netto del punto di vista col quale si potrà leggere la vicenda e delle scuse (ma quali?) che lo stesso vorrà accampare per tentare di giustificarsi se non nelle aule della Giustizia, quantomeno con l’opinione pubblica, questo modo di operare risponde ad un sola parola: VERGOGNA!
E questo è solo ciò che è venuto fuori, quello che è stato capace (finora) di fare per non mollare ancora lo scranno. Dove possa arrivare il suo egoismo malato lo sa solo lui. Noi speriamo di non doverlo appurare mai.
Capiamo l’agone politico, la competizione e la voglia di esserci, ma la politica non si fa sulle spalle dei cittadini e men che meno su quelle dei malati. Questa è una pura opera di sciacallaggio, un atto criminale e un modo di non tutelare per nulla la salute. Pubblica e personale. È solo un modo di fare cassa speculando sulle disgrazie di povericristi prestatisi a loro insaputa ad un gioco sporco mentre chiedono aiuto ed esercitano – almeno tentano – soltanto il diritto di essere curati e quindi quello alla vita. La vita……. Presidente………questo se fa pe’ campà!!
N, la nuova lettera scarlatta
Ultimamente e sempre più spesso non solo le spiagge, ma anche le piazze sono tornate a riempirsi, eccezion fatte per le Feste dell’Unità, ma chissà che non sia proprio questo il motivo del loro nome, ovvero la partecipazione di simpatizzanti che va da un numero da zero a nove. Le uniche manifestazioni covid-free, le sole ad essere autorizzate.
Sarà per via della campagna elettorale in sei delle venti regioni, questo fenomeno ha interessato – e in maniera decuplicata ed esponenziale – la capitale e gran parte dell’Europa: da Berlino a Parigi, da Varsavia, sino a Londra.
Tali manifestazioni hanno attirato l’attenzione, le ire e le maledizioni di quelli che, negando l’esistenza di ogni altra teoria da loro conosciuta – definiscono negazionisti questi popolatori di piazze. Che secondo le conoscenze dei negazionisti dei negazionisti avrebbero dovuto essere tutti morti, le città popolate di salme e gli abitanti sterminati.
E se a Roma non si può cantar (ancora) vittoria perché la manifestazione è stata organizzata solo il 5 settembre e dunque il virus è ancora in fase di incubazione che, almeno in Italia e contro le direttive europee, dura ancora di 14 giorni, non si può certo dire lo stesso per il resto d’Europa: a Berlino senza distanziamento sociale, senza mascherina, senza alcun DPI un milione e mezzo di persone si è dato appuntamento per ribellarsi alla dittatura sanitaria imposta e ai soprusi in genere, in nome della libertà e contro le menzogne. Seguono a ruota le principali capitali europee dove, non solo i casi di Covid non registrano l’impennata stimata, temuta e forse pure sperata, ma non vi sono nemmeno episodi gravi da terapia intensiva, magari da iperventilare – come da direttiva OMS – che pare essere stata la causa di tante morti per bruciatura dei polmoni la cui conseguenza è stata la cremazione. Strano modo di agire per un virus sconosciuto (?) e che tutti avrebbero avuto interesse a studiare.
Così i negazionisti dei negazionisti, pronti a denunciare in nome di un atto amministrativo, tale è il DPCM mai convertito in legge nemmeno trascorsi i canonici 60 giorni, chi non indossa la mascherina, chi non rispetta il distanziamento sociale e tutto ciò che è stato imposto, si affannano a proporre anche di non curare attraverso il Servizio Sanitario Nazionale chi dovesse mai ammalarsi e in nome del loro (discutibile) concetto di libertà sono favorevoli all’obbligatorietà del vaccino. Nonostante non vi sia una correlazione provata tra partecipanti e contagiati. Manca solamente che propongano anche una “N” da negazionista, magari da appuntare sul petto, una nuova lettera scarlatta, oppure una nuova stella di Davide, gialla come per gli ebrei. Eh sì, perché queste piazze di negazionisti, non si sa bene per quale oscuro motivo, sono diventate piazze populiste popolate da fascio-nazisti.
In realtà quelle piazze sono state una fusione di gente di ogni estrazione sociale, di vari colori politici, di molteplici credi religiosi: magari di sola gente che ancora ragiona con la propria testa – nonostante non sia più esercizio di certa scuola. Gente comune che benedice il dubbio, che si pone delle domande ed è alla ricerca delle varie risposte. Di quelle non confezionate e globalmente spacciate. Non negano l’esistenza del virus, ma si interrogano sul perché una crisi sanitaria sia sfociata in crisi economica, sul motivo per cui una malattia possa mettere in crisi un sistema sanitario fino al punto di paralizzarlo, se il Coronavirus non sia stata innanzitutto una emergenza organizzativa. Costoro si domandano il perché, se il virus era finora sconosciuto, i kit di rilevanza erano già in distribuzione nel 2018, sulla ragione per cui, se bisogna evitare il contatto anche solo una microparticella di saliva, il tampone viene ficcato dal naso fino a raggiungere le meningi.
Se finanche l’OMS ha dato le direttive sbagliate, che sono state fatali a milioni di persone che – guarda caso – rientrano nella fascia d’età che uno dei principali finanziatori di questo Ente dice di volere ridurre (dichiarazioni di George Soros all’assemblea dell’ONU), allora qualche riflessione è lecita e persino obbligatoria: questo benefattore è lo stesso finanziatore che ha ruoli anche nella BCE la cui presidente – tale Christine Lagarde – ce l’ha con gli anziani perché vivono troppo, dunque sono un peso (morto) per il fisco e il sistema pensionistico europeo e che sempre lui – guarda ancora una volta il caso – è in possesso di un vaccino che potrebbe salvare tutti al punto che i nostri governanti hanno espresso il loro placet all’adozione persino senza sperimentazione. Addirittura, benedetto dal Papa. Gli stessi governatori che solo l’anno scorso leccavano il moccolo a Greta Thumberg “figlioccia” di Soros e quest’anno commissionano, secretando anche l’appalto come i verbali di gestione dell’emergenza, bilioni di banchi in plastica, che favoriranno scoliosi e lordosi e penalizzeranno i mancini; che per scongiurare l’ingolfo del rientro del lavoro in sede, elargiscono bonus monopattino come un reddito di cittadinanza qualsiasi manco si dovesse inseguire il virus. Ove il problema della saturazione del trasporto pubblico locale si può risolvere chiedendo al Covid di attaccare e attecchire a partire dal sedicesimo minuto di permanenza e magari nel contempo può studiare ingorghi, traffico e sinistri – quelli stradali! – ovvero viaggiare a pieno carico ma rigorosamente con la faccia rivolta al finestrino che deve essere completamente aperto. Anche in inverno! In modo da contrarre una bronchite, una polmonite che possa essere spacciata per Covid che Covid non è, così il Sistema Sanitario Nazionale consiglierà agli infetti di rimanere a casa perché, in questa Nazione ormai allo scatafascio, i malati sono stati fatti rimanere a casa e gli ospedali saranno a disposizione dei tristemente famosi asintomatici che, in piena pandemia, sono da ricercare col lumicino. Conviene! Ma non per la salute pubblica, ma per le casse di chi amministra la nostra Sanità visto che un contagiato vale molti zeri (presidente De Luca, ne sa qualcosa?).
Ecco perché la piazza è negativa, nel senso da evitare, da aborrire, La gente deve indossare la mascherina e deve tenere il distanziamento: per diventare asociale, per non potersi confrontare e vivere così nell’eterna paura, perché deve essere controllata e controllabile, per non arrivare a scoprire la verità, magari un pezzetto ciascuno. Perché ancora oggi il numero è potenza!
https://www.camposud.it/2020/09/n-la-nuova-lettera-scarlatta/
Un sistema di trasporto solo per studenti: l’ultimo bluff di Giggino bandana arancione??
“Il potere logora chi non ce l’ha”. È questo, senza alcun dubbio, l’aforisma più celebre fra quelli di Giulio Andreotti. Anche se la frase non è sua, bensì, sentenziano gli storici, del celebre politico e diplomatico francese del Settecento Charles Maurice de Tayllerand.
Questa massima si addice alla perfezione anche al sindaco Luigi de Magistris sia per i tempi che per i modi. Nella corsa per lo scranno più alto di Palazzo Santa Lucia che – ahi lui! – lo ha visto protagonista solo per la preparazione della campagna elettorale, più che altro per promuovere se stesso a tutto tondo tra liste civiche, candidature autonome, formazioni di appoggio anche verso gli “incorteggiabili”, ma che – ahi lui – non ha sortito l’effetto sperato. Giggino, senza scoraggiarsi, si ritaglia, creandolo, uno spazio nella gestione metropolitana della ripresa post lockdown. E in tv, sì come il suo omologo regionale uscente, si lascia andare a demagogiche promesse che danno almeno l’illusione di certe sinistre campagne elettorali: “un sistema di trasporto per i soli studenti”.
Snocciolando, però, il “Giggino-pensiero”, si apprende che il primo cittadino chiede al ministro De Micheli di aumentare la capienza degli autobus da utilizzare previa vestizione da parte degli utenti dell’apposita mascherina.
E se la De Micheli, unitamente alla task force di migliaia di persone, riferisce orgogliosa che ci ha lavorato a lungo arrivando a cantare vittoria per aver esteso il concetto di “congiunto” a tutti i compagni di scuola e persino a dialogare col virus a cui, da contagi a fasce orarie preferibilmente notturne, si chiede di acuire la propria carica a partire dal sedicesimo minuto di occupazione del mezzo pubblico, Giggino si supera e propone in alternativa addirittura la bicicletta!
Ebbene sì: “Stiamo predisponendo un trasporto dedicato per i ragazzi - ha detto il sindaco di Napoli intervenendo a La7 - e lavoriamo molto sull’utilizzo delle biciclette, ma per il trasporto pubblico aspettiamo le indicazioni del Governo perché ritengo che si debba aumentare la quota del 30 per cento della capienza, prevedendo l’obbligo di mascherina a bordo perché altrimenti l’impatto per le grandi città sarà molto, molto complesso”.
Resta da chiarire chi spiegherà al virus, nonostante i quindici minuti di bonus (altro concetto prediletto dagli abbonati illuminati) che è possibile imbattersi nel traffico, in un ingorgo, in un incidente e come si farà ad utilizzare la bicicletta per andare a scuola nel periodo invernale quando pioggia e freddo sono condizioni meteorologiche ordinarie? Ma questi sembrano essere dettagli trascurabili.
A meno che… Giggino non replicherà la gestione dello scorso anno quando ha chiuso le scuole del capoluogo per l’allerta pioggia, l’allerta vento ed ogni altro evento atmosferico non straordinario nel periodo invernale.
Da Palazzo San Giacomo avrebbero potuto seguire meglio la scia di questa fantozziana gestione e delle cappellate dette da coloro che, sentito gli esperti di loro fiducia, non hanno ascoltato e hanno fatto l’esatto contrario di ciò che veniva consigliato loro dai consiglieri che loro stessi si erano scelti.
Ecco che così ci siamo imbattuti nelle mascherine a fascia oraria, nella misura del “lievemente positivo”, del tampone non eseguito e che viene considerato come positivo al Covid da cui si guarirà, forse, non con il vaccino giusto, ma con il vaccino spacciato dalla persona giusta che, riconosciuto (ma da chi?) filantropo, ha pubblicamente dichiarato all’OMS – che ha a sua volta sbagliato (?) a dettare le linee guida della cura, arrivando a far scoppiare i polmoni dei contagiati che, se ancora non era troppo, sono stati letteralmente bruciati con farmaci sbagliati o non idonei. ( soprattutto gli anziani, le nostre radici.) Gli anziani,appunto, quelli tanto invisi alla Lagarde, Presidente della BCE, fino ad arrivare ad affermare che “gli anziani vivono troppo e sono pericolosi per l’economia mondiale” e che, guarda caso, sono stati la categoria più colpita da questo virus e che quindi, può essere ulteriormente dimezzata (questa categoria di persone senza particolari preoccupazioni). Ma la Lagarde dice pure che ormai in Europa si è in possesso di un vaccino salvavita disponibile per tutti. Benedetto anche dal Papa. E che quest’ultimo auspica gratis per i più poveri, quindi i soggetti più indifesi. Insomma, uno scenario davvero inquietante in cui tutti parlano di tutto per smentirsi il giorno successivo.
E, in questo guazzabuglio di “guelfi e ghibellini” e del tutto contro tutti, ove si è arrivati a stare addirittura col proprio nemico, non c’é più spazio per le corbellerie del nostro Giggino. Sovrastato dalle baggianate di personaggi ben più illustri di lui che sparlano a ruota libera a tal punto dall’annullarlo completamente, il nostro Sindaco con la bandana arancione!
Alla fine, il buon Giggino, deve arrendersi alla evidenza e confessare pubblicamente, in un barlume di lucidità, che è impensabile aumentare le corse dei mezzi pubblici in città, perché il Comune non ha i fondi per sostenere i costi delle corse supplementari. Né tanto meno quelli per acquistare nuove macchine. E queste dichiarazioni ci fanno rabbrividire se pensiamo alla Metropolitana di Napoli i cui treni vecchi ed obsoleti producono disservizi ed anche ripetuti incidenti con cadenza settimanale. Eppure, a ricordare le parole dello stesso Sindaco di solo qualche mese fa, viene da chiederci: ma il sistema di trasporto della città di Napoli non era secondo solo al Giappone?
De Luca non si azzardi a toccare i nostri bambini !!
Ora sì, ora riconosciamo il pdino insito nel governatore uscente De Luca.
Non è bastato il caravan pre-elettorale, i “panciuti” scandali delle strutture Covid affidate ad amici e compagni, il terrorismo mediatico, il personaggio grottesco e per nulla comico – per camuffare e continuare ad arruffare – cucito addosso a quello che ha fallito nella gestione della Campania, regione strategica per l’intero Meridione.
Nel consueto (e ormai stancante e ripetitivo) rendez-vous, performance che non gli fa onore se non per dar prova di obbedienza ai comandi di quelle personalità invasate che muovono i fili della marionetta che è, Vincenzo De Luca, sembra finalmente essersi allineato ai “dettami” ufficiali di quel Pd che solo pochi mesi fa non lo voleva nemmeno candidato e dà a bere al suo pubblico il risultato di un “fantomatico” studio condotto in una non meglio precisata università del Massachusetts (crede! cit. dunque nemmeno sa di cosa parla) secondo cui i bambini sono portatori di un’altissima carica virale. Delle vere e proprie bombe silenti e apparentemente innocue, ma pronte all’unzione da Covid 19.
Eccoli là, il loro chiodo fisso, il loro connubio indissolubile, la mascher(in)a è calata ed il re è nudo: I BAMBINI.
Ancora loro. Sempre loro. Dopo la Legge Lorenzin che esclude dall’obbligo (!) scolastico i bambini non in regola con i vaccini, dopo che in piena “pandemia” Zingaretti propinava sfacciatamente centri estivi per bambini, dopo gli scandali del Forteto, dopo i crimini di Bibbiano dove veniva applicato il “metodo Cirinnà”, senatrice ancora accomodata nel Senato di questa malsana repubblica, volto a rieducare secondo i loro metodi (gay, LGB, LGBT, omotransfobia) i fanciulli sottratti alla famiglia tradizionale, ancora resistono.
Durante la sua ultima (speriamo davvero!) “piece”, lo sceriffo non solo non cita il nome dell’ateneo americano, ma nemmeno il capo dell’equipe che ha condotto lo studio sconosciuto dai risultati nuovi e agli antipodi dello scibile Covid e di cui egli sembra essere l’unico depositario e il solo destinatario, o meglio intermediario a (s)vantaggio di un pubblico che, attraverso lui, ride non sapendo di autoderidersi.
Dal Massachusetts all’ammassa-ciuccis sembra voler proclamare Vincenzino il subliminale.
Immediata e reprimente la risposta di alcuni medici e biologi napoletani che fanno riferimento alla cultura nozionistica accessibile a tutti (ma evidentemente no!) dell’antologia medica, all’ABC, ai principi fondanti e fondamentali dell’immunologia classica e persino alla banale ed elementare logica secondo cui “a fronte di una bassa carica virale – anche in un infante – non può considerarsi malato un soggetto che, in quanto possessore di tale entità di carica virale, è sano”; vieppiù in assenza di sintomi o addirittura immune, quindi san(at)o. Quasi vaccinato, ma naturalmente.
Di contro, la carica virale alta porta nel soggetto interessato la comparsa di sintomi che fanno di lui, appunto, un malato. In assenza di sintomi, dunque, il contagiato non è un malato.
E non serve nemmeno andare negli States, ma è sufficiente farsi un giro (tour forse fa più campagna elettorale) in quegli ospedali che hanno resistito ai tagli alla sanità del De Luca presidente e commissario straordinario, eccellendo addirittura e arrivando ad essere il vero MODELLO ITALIA e non solo quello regalmente millantato, per vedere che i reparti non sono in affanno e le terapie intensive risultano essere pressoché vuote. Nonostante questo governo consenta sbarchi indiscriminati su ogni costa. Nonostante questa amministrazione a guida De Luca approvi il rientro indiscriminato di turisti all’aeroporto Capodichino e senza nemmeno la misurazione della temperatura corporea .O lo disponga in grave ritardo!
Però – c’è sempre un però – l’inquilino di Palazzo Santa Lucia annuncia contromisure a partire da una data non meglio indicata, forse il 31 agosto. Correttivi tanto postumi quanto inefficaci. Come se non si sapesse che agosto e l’estate in generale favoriscono gli spostamenti e sono periodi di vacanze.
Un ritardo che sa di beffa, una ghiotta occasione per continuare sciacallamente a proporre un copione uniformato e già visto, anche nella sua finzione ed inefficienza. Non disdegnando questa volta di andare a toccare, e forse persino a ledere, ciò che le persone di sani principi e non deviati da un disegno sinistro hanno di più caro: i bambini. I nostri figli e nipoti.
Perché se questo è il modo di terrorizzare la gente che non è far politica, eccezion fatta per loro e per i loro simili, in guerra e in amore ogni arma è lecita, soprattutto se in gioco c’è la difesa dei nostri figli, del nostro sangue.
Adesso basta! Invece dei soliloqui monòtoni e monotòni, De Luca si confronti civilmente raccogliendo l’invito proposto da esperti in campo medico, biomedico e genetico che si sono detti disponibili alle delucidazione per chi, come il Governat(t)ore, è ignorante su un tema che è sensibile a tutti e la smetta con questo suo terrorismo che sconfina nel campo delle minacce svanite con lo scambio di qualche preferenza in più. Provi, almeno questa volta che sarà l’ultima per ovvie ragioni anagrafiche, a far politica in modo lecito e serio. Se ci riesce!
Vengo anche io? Si, tu si! ……..disse De Luca ai nuovi adepti imbarcati sull’Arca salva tutti!!
Messa da parte, almeno temporaneamente, la tattica politica della paura – che è ben altro dall’accezione della politica intesa quale amministrazione pura – il presidente uscente De Luca si è dedicato ai grandi acquisti: dal grande magazzino, ai negozi di prossimità, ai discount non ha disdegnato un solo “prodotto” per riempire, allargare e trasbordare quel listone che è una vera accozzaglia.
Una sorta di paranza, forse più “fravamaglia” e “menozzaglia” senza distinzione di sorta, senza differenziazioni nemmeno di idee e ideali, né di passato né di presente, ma con la speranza di un comune futuro. Cosa già di per sé fuori dal comune… ma magari in Regione.
L’ex primo cittadino di Salerno, dopo aver rianimato il famigerato patto di Marano con l’ultranovantenne Ciriaco De Mita, nell’ottica della continuità “anagrafica” che dovrebbe essere il rinnovamento, rianima anche il coetaneo Paolo Cirino Pomicino, già ministro del bilancio ai tempi di Tangentopoli, aprendo persino alla “new generation” e dando il benvenuto a Riccardo Villari,(altro Democristiano della prima ora) ex consigliere regionale e senatore e attualmente Presidente di Città della Scienza, nonché all’immarcescibile e non collocabile Clemente Mastella, dimessosi dalla carica di Sindaco di Benevento per creare una sua lista satellite. Il quale ha fatto immediatamente abbandonare il gruppo Forza Italia al Senato alla moglie Sandra Lonardo a favore del gruppo misto. Che, però, non è l’unica forzista a chiedere ospitalità in casa De Luca: altro nome noto è quello di Flora Beneduce, emerso con frequenza nell’inchiesta “Antemio” sugli intrecci tra camorra e politica in provincia di Napoli.
E restando ai “nomi noti”, come non ricordare l’ex parlamentare di Alleanza Nazionale Mario Ascierto, fratello del più conosciuto virologo Paolo e di Filippo Ascierto, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia (in Veneto)?
Questo groviglio di nomi, idee e passati è stata da subito invisa alla direzione del Pd che vedeva, come vede tutt’ora, nel risuscitare i fantasmi della vecchia Dc, un pericoloso accentramento di potere in Campania nelle mani di personalità dello scomparso (?) scudo crociato. Zingaretti e Renzi i più maliziosi di tutti. Ma la politica, certa politica, per questi personaggi, è quell’arte che ad uno più uno fa fare pure tre e se “Vicienzo” fino a dopo Natale non era nemmeno candidabile a detta del “suo” stesso Pd, dopo le memorabili macchiette mediatiche che hanno contribuito a far conoscere il De Luca personaggio ad appannaggio interessato e voluto del De Luca presidente, non solo riceve la benedizione da via Sant’Andrea delle Fratte, ma ottiene la benedizione, oltre che la collaborazione elettorale, di quel Renzi fuoriuscito dal Pd, ed ancora in cerca di ruolo e spazio ulteriore ovunque faccia comodo o ove si creino le condizioni favorevoli. Da buon ex democristiano, anche lui!
Inspiegabile! O meglio, inconcepibile. Per noi. Un vero miracolo! Altro che quello operato dallo “sceriffo” per arginare il contagio da Coronoavirus, la cui gestione (e quella degli appalti pre-elezione) sono stati smascherati dal presidente di Campo Sud Marcello Taglialatela e dettagliati su questo giornale.
“Se per De Mita, Renzi non ha pensiero, per Renzi De Mita cambia partito ogni qualvolta gli tolgono un seggio. Oggi il partito di Renzi, per tenersi vivo, insieme con i demitiani corre a difesa di De Luca che definì, a sua volta, De Mita il principale problema della Campania”.
Non risulta difficile capire, dunque, come De Luca con questi personaggi abbia potuto “comprare” facile, forse persino al ribasso ed al discount, per tirare a campare, almeno politicamente. Di contro potrà essere utile ricordare il trasformismo di certi personaggi, se così vogliamo chiamare la loro bramosia di potere e la loro sete di poltrone. Persino la loro incapacità di contarsi per poter contare qualcosa.
Se il governo della Regione Campania é stato così efficace in questi cinque anni con De Luca e la gestione dell’Emergenza sanitaria da Covid è stata così esemplare, c’era bisogno davvero di prodigarsi per stilare liste elettorali a profusione, con candidati a dir poco vergognosi e improponibili?
E invece eccoli lì, tutti affannati a spolverare vecchi scheletri della politica nazionale, come se non ci fosse un domani per la Campania. Tutti dentro per salvare la baracca o, in realtà, la poltrona. O per conquistarla nuovamente in barba ad un reale rinnovamento della politica.
O le cose stanno diversamente? E se De Luca e i suoi (Nuovi e vecchi) si sentissero in grande difficoltà annusando una eventuale e sonora sconfitta? Loro stessi sanno bene che le balle propinateci da De Luca hanno una grossa eco e non sono facilmente smaltibili o digeribili!
Quel che é certo é che il calderone è colmo, senza misura, senza dignità e persino senza vergogna. E il rischio dell’eventuale ingovernabilità, dopo il 21 settembre, è altissimo. Una sorta di Conte I in salsa campana. Ove il comune denominatore é uno ed uno soltanto: L’INAFFIDABILITA’!!!
Se il governatore è uno “sceriffo”, la “sua” terra non può che essere un far-west !
Sono scene da far-west quelle che consegna Napoli del primo fine settimana agostano alle cronache locali e nazionali. Dal centro alla periferia ovunque è degrado. Disinteresse. Pericolo. Vergogna.
Nella stupenda Castellammare di Stabia un Carabiniere, libero dal servizio e con pieno senso del dovere, viene massacrato, dopo essere stato ripetutamente investito da un ciclomotore con tre energumeni a passeggio e poi finito a colpi di caschi e sgabelli di un vicino bar, solo perché aveva osato sedare una lite per una comunissima questione di viabilità. Evidentemente i “bravi” non sono solo nella datata Lombardia del Manzoni.
Nella centralissima Piazza Bellini, zona della movida partenopea, invece, ad essere aggrediti e malmenati sono stati gli operatori del 118, allertati a loro volta da una pattuglia di militari dell’Esercito Italiano impegnati nell’operazione “Strade Sicure”, perché un ghanese era in preda a delle convulsioni che, solo quando sarà concesso al personale sanitario di svolgere il proprio lavoro, si scoprirà essere sotto gli effetti di un mix di alcol e sostanze psicotrope ingerite in quantità esorbitanti.
Personale medico dei mezzi di soccorso del 118 che, inspiegabilmente, o forse no, veniva aggredito da africani che impedivano alla autoambulanza di recarsi sul punto di chiamata. Di fatto sequestrandola. E conseguentemente ritardando anche altri futuri interventi.
Solo l’ausilio delle Forze dell’Ordine ha fatto sì che l’intervento di soccorso potesse essere portato a compimento.
Malavita locale e delinquenza importata, nella città come nella provincia. Insediatasi ovunque. Ovunque dove le Istituzioni sono assenti con consequenziale sostituzione dell’antistato al posto dello Stato.
Perché, se la propaganda politica che si mette in campo in campagna elettorale, quella di cui proprio la Giunta uscente non dovrebbe avere bisogno, (millantando – una situazione idilliaca, un impegno a 360°, successi su trionfi) , l’abbandono del territorio, dal centro alla periferia, è, invece la politica dei fatti. Di ciò che questa politica ha fatto. O forse anche il non aver fatto può essere (da loro) propagandato come l’aver fatto qualcosa.
Di qui l’esigenza della (loro) politica della paura quando, invece, è giusto avere paura di questa politica.
Un’amministrazione del governo regionale e cittadino fatta di minacce, di prevaricazioni, di imbrogli e truffe che porta a far credere che un Presidente della Giunta regionale possa legiferare con valenza superiore a quella del Governo centrale. Che porta a essere identificati anche se si vuol andare a mangiare una ”fetente” di pizza – di cui al momento ne hanno più bisogno i ristoratori che i clienti – da un cameriere che ha sostituito la comanda con il modulo dove riportare gli estremi di identificazione, con termometro e metro al posto di penna e taccuino e con ogni altra idiozia non afferente al proprio lavoro. Inducendolo a mettersi persino dalla parte del torto perché anche in Campania – come in Italia tutta – l’identificazione è compito riservato solo ed esclusivamente alle FF.OO.
Ed evitiamo di menzionare il trattamento di dati sensibili.
Nella stessa Campania – come nell’Italia tutta – blindata in casa e messa illegalmente ai domiciliari previa imposizione del bavaglio mascher(in)ato, in una sorta di eutanasia nazionale, il centro storico della Napoli di De Magistris e della Campania a guida De Luca, dal Vasto a Porta Nolana, dal litorale Domizio al Vallo di Diano, le risorse INPS – come i ghanesi dello “spettacolo” di piazza Bellini – si trastullavano indisturbati, persino incontrollati, privi, e forse persino autorizzati, a non indossare alcun dispositivo di protezione individuale, mettendo a ferro a fuoco la città, piegandola alle proprie esigenze – anche fisiologiche – facendola di fatto propria. Tra l’assenza generale delle Istituzioni e dei locali amministratori, sempre più attori, impegnati a fare dirette social, a crearsi il personaggio in assenza di personalità, a rispolverare l’antico mestiere in paparazzate televisive, ad annunciare imminenti disponibilità ed immediate e future candidature. Non disdegnando quella campagna elettorale che non servirebbe a chi ha appena amministrato.
Rendendosi persino complici del passaggio, azzarderei persino “consegna”, di interi pezzi di territorio locale a queste bande organizzate che, sentendosi padroni, danno luogo a scene come quelle appena descritte e, purtroppo, vissute.
Luoghi che chi amministra dovrebbe conoscere e curare, in loco, con la presenza e l’interesse e non da dietro una tastiera o da davanti la telecamera, chiusi nei palazzi e dietro la scrivania a produrre ordinanze fittizie e divieti comici al punto da essere ridicoli.
La politica-quale-amministrazione-della-polis è una cosa seria e va fatta dalle persone serie. Gli altri possono solo farsi questa campagna elettorale che, almeno ufficialmente, tra poco sarà finita.
https://www.camposud.it/2020/08/se-il-governatore-e-uno-sceriffo-la-sua-terra-non-puo-che-essere-un-far-west/
Basta con le umiliazioni! Siamo Italiani e siamo fin troppo stufi !!
essuno è profeta in Patria e questi sono geni….. incomprensibili.
In questa politica senza idee né sogni, ma che continua indistintamente e a priori la lotta dell’uno contro l’altro, perenne campagna elettorale, eterna nuova promessa, la fu ministro dell’istruzione Valeria Fedeli – dell’istruzione, badate bene! – via Twitter ha avuto il coraggio di inventarsi persino il mare in Afghanistan: scambiando il deserto per un’enorme spiaggia e lodando il locale popolo femminile che, distanziato come in una Europa qualunque, attendeva di sostenere l’esame scolastico. Lo studio appunto!
E se questa è la politica della competizione in questo tutti contro tutti, non è stata sicuramente da meno la sua omologa attualmente in carica, la signora Lucia Azzolina che, in una trasmissione televisiva in prima serata, continua la sua (personale?) battaglia a favore dei banchi con le ruote a vantaggio del distanziamento sociale. A scuola che, per antonomasia, dovrebbe essere il luogo della socializzazione. Forse è vero l’esatto contrario ovvero che bisognava tassellare i banchi a terra per degli studenti per cui anche una semplice biro diventa una potenziale cerbottana Ma la ruota ( è storia come già gli antichi Sumeri insegnavano) , ha sempre favorito gli spostamenti e inibito l’immobilità. Una delle invenzioni storiche appunto, da cui tutto ha avuto inizio.
La Azzolina viene poi invitata dal conduttore a prendere posto nei prototipi del nuovo arredamento scolastico ed è lì che scopriamo il nuovo postulato. Il contemporaneo assioma della moderna matematica: se il dizionario Rocci, quello storico greco-italiano per intenderci, non ci sta sul banchetto non è una questione di numeri né di dimensioni, ma di malafede del conduttore. E allora vaffanculo pure a Pitagora! (Chiaramente è un invito al moto a luogo…istituzionale).
Troppa malafede se pensiamo ai tempi di consegna dei tre milioni di banchi previsto – sempre a dire della Signora Ministro – per il 31 agosto quando il bando sarà pubblicato solo il 2 di agosto?
E se Di Maio, che potrebbe rappresentare l’antonomasia di questi obbrobri – ricordo quando in visita in Puglia chiese al governatore Emiliano (che non è l’appartenenza geografica!) cosa si dicesse nella lucana Matera che è in Basilicata – non si è ancora espresso sulla ormai guerra fredda tra USA e Cina forse perché sta ancora tentando di capire che, essendo noi colonia americana, aprire la Via della Seta è stata una “genialata” che pagheremo (e abbiamo già iniziato a pagare) a caro prezzo. E non si pronuncia nemmeno sulla riapertura al culto (islamico) della basilica di Santa Sophia nel giorno del trattato di Losanna da parte del suo amico Erdogan. Ossia in un giorno molto significativo per l’impero ottomano, Forse perché, evidentemente, starà cercando ancora Costantinopoli sulla guida Michelin.
Inutile aspettarsi allora qualche minima sillaba dal ministro Franceschini – lui che ha già dato in “cartonato” e pure con largo anticipo! – circa la copertura dei simboli religiosi che sono pur sempre patrimonio Unesco.
E poi gli inviti a cambiar mestiere se la gente rinchiusa in casa non affolla più i ristoranti; l’orgoglio per un ponte crollato perché abbandonato all’incuria e ricostruito ma percorribile massimo a 70 km/h; i giubili e le lodi – previa telefonata indottrinatrice – perché altri comanderanno in casa nostra in cambio dei nostri soldi prestati in misura minore di quanto abbiamo già dato e che dovremmo pure restituire. Roba che nemmeno un promotore finanziario improvvisato e deficiente riuscirebbe a proporre!
Persino le richieste di spiegazione ai propri elettori circa l’appoggio al governo Conte da parte di Berlusconi passa in secondo piano, rispetto alla notizia del risarcimento che il Guru di FI dovrà corrispondere alla signora Francesca Pascale, per la loro storia terminata e consumata.
E poi Carabinieri che spacciano e delinquono come i peggiori criminali; assassini anche plurimi che vengono rimessi in libertà per un virus che ha costretto tutti agli arresti domiciliari, quindi alla disoccupazione ed alla povertà. E se avete fame? Loro ti danno i monopattini. Anzi, il bonus!
Non è una questione di destra e sinistra ormai, di sopra sotto o davanti e dietro: qua la questione è di chi ama o meno la propria Nazione, di chi è orgoglioso o meno di essere Italiano, di chi ci tiene a continuare ad esserlo.
Ci avete fatto votare, il popolo ha scelto: ve ne siete fregati di questa scelta per mettere in atto la distruzione dell’Italia. State continuando e perpetuando questa distruzione, ma adesso basta! Non voglio essere umiliato ancora, non voglio essere umiliato così. Non voglio essere umiliato oltre!
https://www.camposud.it/2020/07/basta-con-le-umiliazioni-siamo-italiani-e-siamo-fin-troppo-stufi/
Il quarto potere alla guerra contro i valori della Cristianità !!
Alla fine il mainstream assoldato e prezzolato ha funzionato ancora. Il quarto potere continua a prendere parte a quella missione che è la formazione nell’informazione. Mentre ci propina le immagini della chiesa di Nantes avvolta dalle fiamme, a partire dall’organo fino al rosone, (immagini che ci riportano alla memoria il “corto circuito” della chiesa di Notre Dame) e per il cui incendio è stato fermato ma subito lasciato, perché sospettato ma con prove ritenute insufficienti un ruandese con permesso di soggiorno non rinnovato – quasi fosse questo un buon motivo e costituisse pure l’alibi – soggetto perfettamente inserito socialmente, tanto da detenere le chiavi del luogo sacro ed esserne addetto alla chiusura. L’informazione si dimenticava di dirci che in Sicilia, non in Bretagna, a Favara, in provincia di Agrigento quindi molto più vicino a noi rispetto a Nantes e addirittura in Italia e negli stessi giorni, la chiesa madre, luogo di culto e devozione dell’intera provincia, è stata interessata da un “misterioso” incendio.
A partire dall’organo e fino al rosone.
Indovinate un po’? Pare essere colpa di un cortocircuito.
Che se non ha compromesso la struttura, ha danneggiato, sembra irrimediabilmente, i dipinti sacri. Quasi verrebbe da rimpiangere i momenti, seppur recenti e chissà se mai tramontati, in cui certi simboli “avvers(ar)i” venivano imbrattati e bastava una pulita per cancellare le tracce di tanta barbara ignoranza.
Si è passati poi alla decapitazione delle statue – fa ridere ma evidentemente la guerra iconoclasta questo prevede – per giungere all’obiettivo finale ovvero la sostituzione.
Se qualcuno avanzasse ancora dubbi riguardo la riconversione della basilica di Santa Sophia di Istanbul in moschea, potrà smentirsi non compiacendosi che proprio in quella stessa basilica i simboli cristiani saranno coperti. Con silente benedizione del Papa, vicario di Cristo e massima incarnazione della Sua testimonianza sulla terra che si limita a far sapere che “se ne dispiace”. Punto.
Però si potrà far visita, eccetto che negli orari di preghiera ovvero 5 volte al giorno, al monumento in cui saranno nascosti, azzarderei rimossi, i simboli cristiani e che è, dunque, una moschea a tutti gli effetti.
Una visita propedeutica all’evangelizzazione coranica in attesa della conversione.
E la sostituzione è compiuta.
Un po’ come l’omaggio cartonato a ricoprire le statue dei musei capitolini dell’ancora ministro Franceschini all’islamico Rohani.
La sostituzione è già in atto e pure in stato avanzato e passa per la cancellazione (a quando la pubblica abiura?) dei nostri valori, delle nostre radici: sarà un caso, ma il Covid-19 si è portato via gran parte di persone anziane per cui abbiamo perso la nostra memoria che è di fatto le nostre radici.
Se questa è una guerra, una nuova guerra “santa” ed è giusto che ognuno scelga da che parte stare, è ugualmente giusto chiedersi come e perché tutto ciò sia potuto arrivare a questo punto. Che, forse, DIO, PATRIA e FAMIGLIA andavano difesi o difesi meglio, se a questa gente è ancora possibile affidare la difesa delle nostre identità. Che non è più possibile né concepibile delegare la difesa di ciò che noi siamo, la difesa di noi stessi. E non è questione di credo religioso: le Madonne, al di là della potenza taumaturgica e miracolosa che se ne potrebbe riconoscere, rappresentano un tributo ed un valore all’arte. Lo stesso può dirsi per i rosoni. Idem per gli organi e le chiese in generale.
Si deve informare per formare e, se ciò non avviene, è opportuno informarsi per formarsi perché magari la prossima volta – che può essere adesso – potrebbe toccare veramente a noi. Perché, magari, la volta prossima potremmo non essere più in tempo. Perché magari la prossima volta potremmo non esserci già più.
https://www.camposud.it/2020/07/il-quarto-potere-alla-guerra-contro-i-valori-della-cristianita/