N, la nuova lettera scarlatta

Ultimamente e sempre più spesso non solo le spiagge, ma anche le piazze sono tornate a riempirsi, eccezion fatte per le Feste dell’Unità, ma chissà che non sia proprio questo il motivo del loro nome, ovvero la partecipazione di simpatizzanti che va da un numero da zero a nove. Le uniche manifestazioni covid-free, le sole ad essere autorizzate.
Sarà per via della campagna elettorale in sei delle venti regioni, questo fenomeno ha interessato – e in maniera decuplicata ed esponenziale – la capitale e gran parte dell’Europa: da Berlino a Parigi, da Varsavia, sino a Londra.
Tali manifestazioni hanno attirato l’attenzione, le ire e le maledizioni di quelli che, negando l’esistenza di ogni altra teoria da loro conosciuta – definiscono negazionisti questi popolatori di piazze. Che secondo le conoscenze dei negazionisti dei negazionisti avrebbero dovuto essere tutti morti, le città popolate di salme e gli abitanti sterminati.
E se a Roma non si può cantar (ancora) vittoria perché la manifestazione è stata organizzata solo il 5 settembre e dunque il virus è ancora in fase di incubazione che, almeno in Italia e contro le direttive europee, dura ancora di 14 giorni, non si può certo dire lo stesso per il resto d’Europa: a Berlino senza distanziamento sociale, senza mascherina, senza alcun DPI un milione e mezzo di persone si è dato appuntamento per ribellarsi alla dittatura sanitaria imposta e ai soprusi in genere, in nome della libertà e contro le menzogne. Seguono a ruota le principali capitali europee dove, non solo i casi di Covid non registrano l’impennata stimata, temuta e forse pure sperata, ma non vi sono nemmeno episodi gravi da terapia intensiva, magari da iperventilare – come da direttiva OMS – che pare essere stata la causa di tante morti per bruciatura dei polmoni la cui conseguenza è stata la cremazione. Strano modo di agire per un virus sconosciuto (?) e che tutti avrebbero avuto interesse a studiare.
Così i negazionisti dei negazionisti, pronti a denunciare in nome di un atto amministrativo, tale è il DPCM mai convertito in legge nemmeno trascorsi i canonici 60 giorni, chi non indossa la mascherina, chi non rispetta il distanziamento sociale e tutto ciò che è stato imposto, si affannano a proporre anche di non curare attraverso il Servizio Sanitario Nazionale chi dovesse mai ammalarsi e in nome del loro (discutibile) concetto di libertà sono favorevoli all’obbligatorietà del vaccino. Nonostante non vi sia una correlazione provata tra partecipanti e contagiati. Manca solamente che propongano anche una “N” da negazionista, magari da appuntare sul petto, una nuova lettera scarlatta, oppure una nuova stella di Davide, gialla come per gli ebrei. Eh sì, perché queste piazze di negazionisti, non si sa bene per quale oscuro motivo, sono diventate piazze populiste popolate da fascio-nazisti.
In realtà quelle piazze sono state una fusione di gente di ogni estrazione sociale, di vari colori politici, di molteplici credi religiosi: magari di sola gente che ancora ragiona con la propria testa – nonostante non sia più esercizio di certa scuola. Gente comune che benedice il dubbio, che si pone delle domande ed è alla ricerca delle varie risposte. Di quelle non confezionate e globalmente spacciate. Non negano l’esistenza del virus, ma si interrogano sul perché una crisi sanitaria sia sfociata in crisi economica, sul motivo per cui una malattia possa mettere in crisi un sistema sanitario fino al punto di paralizzarlo, se il Coronavirus non sia stata innanzitutto una emergenza organizzativa. Costoro si domandano il perché, se il virus era finora sconosciuto, i kit di rilevanza erano già in distribuzione nel 2018, sulla ragione per cui, se bisogna evitare il contatto anche solo una microparticella di saliva, il tampone viene ficcato dal naso fino a raggiungere le meningi.
Se finanche l’OMS ha dato le direttive sbagliate, che sono state fatali a milioni di persone che – guarda caso – rientrano nella fascia d’età che uno dei principali finanziatori di questo Ente dice di volere ridurre (dichiarazioni di George Soros all’assemblea dell’ONU), allora qualche riflessione è lecita e persino obbligatoria: questo benefattore è lo stesso finanziatore che ha ruoli anche nella BCE la cui presidente – tale Christine Lagarde – ce l’ha con gli anziani perché vivono troppo, dunque sono un peso (morto) per il fisco e il sistema pensionistico europeo e che sempre lui – guarda ancora una volta il caso – è in possesso di un vaccino che potrebbe salvare tutti al punto che i nostri governanti hanno espresso il loro placet all’adozione persino senza sperimentazione. Addirittura, benedetto dal Papa. Gli stessi governatori che solo l’anno scorso leccavano il moccolo a Greta Thumberg “figlioccia” di Soros e quest’anno commissionano, secretando anche l’appalto come i verbali di gestione dell’emergenza, bilioni di banchi in plastica, che favoriranno scoliosi e lordosi e penalizzeranno i mancini; che per scongiurare l’ingolfo del rientro del lavoro in sede, elargiscono bonus monopattino come un reddito di cittadinanza qualsiasi manco si dovesse inseguire il virus. Ove il problema della saturazione del trasporto pubblico locale si può risolvere chiedendo al Covid di attaccare e attecchire a partire dal sedicesimo minuto di permanenza e magari nel contempo può studiare ingorghi, traffico e sinistri – quelli stradali! – ovvero viaggiare a pieno carico ma rigorosamente con la faccia rivolta al finestrino che deve essere completamente aperto. Anche in inverno! In modo da contrarre una bronchite, una polmonite che possa essere spacciata per Covid che Covid non è, così il Sistema Sanitario Nazionale consiglierà agli infetti di rimanere a casa perché, in questa Nazione ormai allo scatafascio, i malati sono stati fatti rimanere a casa e gli ospedali saranno a disposizione dei tristemente famosi asintomatici che, in piena pandemia, sono da ricercare col lumicino. Conviene! Ma non per la salute pubblica, ma per le casse di chi amministra la nostra Sanità visto che un contagiato vale molti zeri (presidente De Luca, ne sa qualcosa?).
Ecco perché la piazza è negativa, nel senso da evitare, da aborrire, La gente deve indossare la mascherina e deve tenere il distanziamento: per diventare asociale, per non potersi confrontare e vivere così nell’eterna paura, perché deve essere controllata e controllabile, per non arrivare a scoprire la verità, magari un pezzetto ciascuno. Perché ancora oggi il numero è potenza!

https://www.camposud.it/2020/09/n-la-nuova-lettera-scarlatta/

Un sistema di trasporto solo per studenti: l’ultimo bluff di Giggino bandana arancione??

“Il potere logora chi non ce l’ha”. È questo, senza alcun dubbio, l’aforisma più celebre fra quelli di Giulio Andreotti. Anche se la frase non è sua, bensì, sentenziano gli storici, del celebre politico e diplomatico francese del Settecento Charles Maurice de Tayllerand.
Questa massima si addice alla perfezione anche al sindaco Luigi de Magistris sia per i tempi che per i modi. Nella corsa per lo scranno più alto di Palazzo Santa Lucia che – ahi lui! – lo ha visto protagonista solo per la preparazione della campagna elettorale, più che altro per promuovere se stesso a tutto tondo tra liste civiche, candidature autonome, formazioni di appoggio anche verso gli “incorteggiabili”, ma che – ahi lui – non ha sortito l’effetto sperato. Giggino, senza scoraggiarsi, si ritaglia, creandolo, uno spazio nella gestione metropolitana della ripresa post lockdown. E in tv, sì come il suo omologo regionale uscente, si lascia andare a demagogiche promesse che danno almeno l’illusione di certe sinistre campagne elettorali: “un sistema di trasporto per i soli studenti”.
Snocciolando, però, il “Giggino-pensiero”, si apprende che il primo cittadino chiede al ministro De Micheli di aumentare la capienza degli autobus da utilizzare previa vestizione da parte degli utenti dell’apposita mascherina.
E se la De Micheli, unitamente alla task force di migliaia di persone, riferisce orgogliosa che ci ha lavorato a lungo arrivando a cantare vittoria per aver esteso il concetto di “congiunto” a tutti i compagni di scuola e persino a dialogare col virus a cui, da contagi a fasce orarie preferibilmente notturne, si chiede di acuire la propria carica a partire dal sedicesimo minuto di occupazione del mezzo pubblico, Giggino si supera e propone in alternativa addirittura la bicicletta!
Ebbene sì: “Stiamo predisponendo un trasporto dedicato per i ragazzi -​ ha detto il sindaco di Napoli intervenendo a La7 -​ e lavoriamo molto sull’utilizzo delle biciclette, ma per il trasporto pubblico aspettiamo le indicazioni del Governo perché ritengo che si debba aumentare la quota del 30 per cento della capienza, prevedendo l’obbligo di mascherina a bordo perché altrimenti l’impatto per le grandi città sarà molto, molto complesso”.
Resta da chiarire chi spiegherà al virus, nonostante i quindici minuti di bonus (altro concetto prediletto dagli abbonati illuminati) che è possibile imbattersi nel traffico, in un ingorgo, in un incidente e come si farà ad utilizzare la bicicletta per andare a scuola nel periodo invernale quando pioggia e freddo sono condizioni meteorologiche ordinarie? Ma questi sembrano essere dettagli trascurabili.
A meno che… Giggino non replicherà la gestione dello scorso anno quando ha chiuso le scuole del capoluogo per l’allerta pioggia, l’allerta vento ed ogni altro evento atmosferico non straordinario nel periodo invernale.
Da Palazzo San Giacomo avrebbero potuto seguire meglio la scia di questa fantozziana gestione e delle cappellate dette da coloro che, sentito gli esperti di loro fiducia, non hanno ascoltato e hanno fatto l’esatto contrario di ciò che veniva consigliato loro dai consiglieri che loro stessi si erano scelti.
Ecco che così ci siamo imbattuti nelle mascherine a fascia oraria, nella misura del “lievemente positivo”, del tampone non eseguito e che viene considerato come positivo al Covid da cui si guarirà, forse, non con il vaccino giusto, ma con il vaccino spacciato dalla persona giusta che, riconosciuto (ma da chi?) filantropo, ha pubblicamente dichiarato all’OMS – che ha a sua volta sbagliato (?) a dettare le linee guida della cura, arrivando a far scoppiare i polmoni dei contagiati che, se ancora non era troppo, sono stati letteralmente bruciati con farmaci sbagliati o non idonei. ( soprattutto gli anziani, le nostre radici.) Gli anziani,appunto, quelli tanto invisi alla Lagarde, Presidente della BCE, fino ad arrivare ad affermare che “gli anziani vivono troppo e sono pericolosi per l’economia mondiale” e che, guarda caso, sono stati la categoria più colpita da questo virus e che quindi, può essere ulteriormente dimezzata (questa categoria di persone senza particolari preoccupazioni). Ma la Lagarde dice pure che ormai in Europa si è in possesso di un vaccino salvavita disponibile per tutti. Benedetto anche dal Papa. E che quest’ultimo auspica gratis per i più poveri, quindi i soggetti più indifesi. Insomma, uno scenario davvero inquietante in cui tutti parlano di tutto per smentirsi il giorno successivo.
E, in questo guazzabuglio di “guelfi e ghibellini” e del tutto contro tutti, ove si è arrivati a stare addirittura col proprio nemico, non c’é più spazio per le corbellerie del nostro Giggino. Sovrastato dalle baggianate di personaggi ben più illustri di lui che sparlano a ruota libera a tal punto dall’annullarlo completamente, il nostro Sindaco con la bandana arancione!
Alla fine, il buon Giggino, deve arrendersi alla evidenza e confessare pubblicamente, in un barlume di lucidità, che è impensabile aumentare le corse dei mezzi pubblici in città, perché il Comune non ha i fondi per sostenere i costi delle corse supplementari. Né tanto meno quelli per acquistare nuove macchine. E queste dichiarazioni ci fanno rabbrividire se pensiamo alla Metropolitana di Napoli i cui treni vecchi ed obsoleti producono disservizi ed anche ripetuti incidenti con cadenza settimanale. Eppure, a ricordare le parole dello stesso Sindaco di solo qualche mese fa, viene da chiederci: ma il sistema di trasporto della città di Napoli non era secondo solo al Giappone?

De Luca non si azzardi a toccare i nostri bambini !!

Ora sì, ora riconosciamo il pdino insito nel governatore uscente De Luca.
Non è bastato il caravan pre-elettorale, i “panciuti” scandali delle strutture Covid affidate ad amici e compagni, il terrorismo mediatico, il personaggio grottesco e per nulla comico – per camuffare e continuare ad arruffare – cucito addosso a quello che ha fallito nella gestione della Campania, regione strategica per l’intero Meridione.
Nel consueto (e ormai stancante e ripetitivo) rendez-vous, performance che non gli fa onore se non per dar prova di obbedienza ai comandi di quelle personalità invasate che muovono i fili della marionetta che è, Vincenzo De Luca, sembra finalmente essersi allineato ai “dettami” ufficiali di quel Pd che solo pochi mesi fa non lo voleva nemmeno candidato e dà a bere al suo pubblico il risultato di un “fantomatico” studio condotto in una non meglio precisata università del Massachusetts (crede! cit. dunque nemmeno sa di cosa parla) secondo cui i bambini sono portatori di un’altissima carica virale. Delle vere e proprie bombe silenti e apparentemente innocue, ma pronte all’unzione da Covid 19.
Eccoli là, il loro chiodo fisso, il loro connubio indissolubile, la mascher(in)a è calata ed il re è nudo: I BAMBINI.
Ancora loro. Sempre loro. Dopo la Legge Lorenzin che esclude dall’obbligo (!) scolastico i bambini non in regola con i vaccini, dopo che in piena “pandemia” Zingaretti propinava sfacciatamente centri estivi per bambini, dopo gli scandali del Forteto, dopo i crimini di Bibbiano dove veniva applicato il “metodo Cirinnà”, senatrice ancora accomodata nel Senato di questa malsana repubblica, volto a rieducare secondo i loro metodi (gay, LGB, LGBT, omotransfobia) i fanciulli sottratti alla famiglia tradizionale, ancora resistono.
Durante la sua ultima (speriamo davvero!) “piece”, lo sceriffo non solo non cita il nome dell’ateneo americano, ma nemmeno il capo dell’equipe che ha condotto lo studio sconosciuto dai risultati nuovi e agli antipodi dello scibile Covid e di cui egli sembra essere l’unico depositario e il solo destinatario, o meglio intermediario a (s)vantaggio di un pubblico che, attraverso lui, ride non sapendo di autoderidersi.
Dal Massachusetts all’ammassa-ciuccis sembra voler proclamare Vincenzino il subliminale.
Immediata e reprimente la risposta di alcuni medici e biologi napoletani che fanno riferimento alla cultura nozionistica accessibile a tutti (ma evidentemente no!) dell’antologia medica, all’ABC, ai principi fondanti e fondamentali dell’immunologia classica e persino alla banale ed elementare logica secondo cui “a fronte di una bassa carica virale – anche in un infante – non può considerarsi malato un soggetto che, in quanto possessore di tale entità di carica virale, è sano”; vieppiù in assenza di sintomi o addirittura immune, quindi san(at)o. Quasi vaccinato, ma naturalmente.
Di contro, la carica virale alta porta nel soggetto interessato la comparsa di sintomi che fanno di lui, appunto, un malato. In assenza di sintomi, dunque, il contagiato non è un malato.
E non serve nemmeno andare negli States, ma è sufficiente farsi un giro (tour forse fa più campagna elettorale) in quegli ospedali che hanno resistito ai tagli alla sanità del De Luca presidente e commissario straordinario, eccellendo addirittura e arrivando ad essere il vero MODELLO ITALIA e non solo quello regalmente millantato, per vedere che i reparti non sono in affanno e le terapie intensive risultano essere pressoché vuote. Nonostante questo governo consenta sbarchi indiscriminati su ogni costa. Nonostante questa amministrazione a guida De Luca approvi il rientro indiscriminato di turisti all’aeroporto Capodichino e senza nemmeno la misurazione della temperatura corporea .O lo disponga in grave ritardo!
Però – c’è sempre un però – l’inquilino di Palazzo Santa Lucia annuncia contromisure a partire da una data non meglio indicata, forse il 31 agosto. Correttivi tanto postumi quanto inefficaci. Come se non si sapesse che agosto e l’estate in generale favoriscono gli spostamenti e sono periodi di vacanze.
Un ritardo che sa di beffa, una ghiotta occasione per continuare sciacallamente a proporre un copione uniformato e già visto, anche nella sua finzione ed inefficienza. Non disdegnando questa volta di andare a toccare, e forse persino a ledere, ciò che le persone di sani principi e non deviati da un disegno sinistro hanno di più caro: i bambini. I nostri figli e nipoti.
Perché se questo è il modo di terrorizzare la gente che non è far politica, eccezion fatta per loro e per i loro simili, in guerra e in amore ogni arma è lecita, soprattutto se in gioco c’è la difesa dei nostri figli, del nostro sangue.
Adesso basta! Invece dei soliloqui monòtoni e monotòni, De Luca si confronti civilmente raccogliendo l’invito proposto da esperti in campo medico, biomedico e genetico che si sono detti disponibili alle delucidazione per chi, come il Governat(t)ore, è ignorante su un tema che è sensibile a tutti e la smetta con questo suo terrorismo che sconfina nel campo delle minacce svanite con lo scambio di qualche preferenza in più. Provi, almeno questa volta che sarà l’ultima per ovvie ragioni anagrafiche, a far politica in modo lecito e serio. Se ci riesce!

Se il governatore è uno “sceriffo”, la “sua” terra non può che essere un far-west !

Sono scene da far-west quelle che consegna Napoli del primo fine settimana agostano alle cronache locali e nazionali. Dal centro alla periferia ovunque è degrado. Disinteresse. Pericolo. Vergogna.
Nella stupenda Castellammare di Stabia un Carabiniere, libero dal servizio e con pieno senso del dovere, viene massacrato, dopo essere stato ripetutamente investito da un ciclomotore con tre energumeni a passeggio e poi finito a colpi di caschi e sgabelli di un vicino bar, solo perché aveva osato sedare una lite per una comunissima questione di viabilità. Evidentemente i “bravi” non sono solo nella datata Lombardia del Manzoni.
Nella centralissima Piazza Bellini, zona della movida partenopea, invece, ad essere aggrediti e malmenati sono stati gli operatori del 118, allertati a loro volta da una pattuglia di militari dell’Esercito Italiano impegnati nell’operazione “Strade Sicure”, perché un ghanese era in preda a delle convulsioni che, solo quando sarà concesso al personale sanitario di svolgere il proprio lavoro, si scoprirà essere sotto gli effetti di un mix di alcol e sostanze psicotrope ingerite in quantità esorbitanti.
Personale medico dei mezzi di soccorso del 118 che, inspiegabilmente, o forse no, veniva aggredito da africani che impedivano alla autoambulanza di recarsi sul punto di chiamata. Di fatto sequestrandola. E conseguentemente ritardando anche altri futuri interventi.
Solo l’ausilio delle Forze dell’Ordine ha fatto sì che l’intervento di soccorso potesse essere portato a compimento.
Malavita locale e delinquenza importata, nella città come nella provincia. Insediatasi ovunque. Ovunque dove le Istituzioni sono assenti con consequenziale sostituzione dell’antistato al posto dello Stato.
Perché, se la propaganda politica che si mette in campo in campagna elettorale, quella di cui proprio la Giunta uscente non dovrebbe avere bisogno, (millantando – una situazione idilliaca, un impegno a 360°, successi su trionfi) , l’abbandono del territorio, dal centro alla periferia, è, invece la politica dei fatti. Di ciò che questa politica ha fatto. O forse anche il non aver fatto può essere (da loro) propagandato come l’aver fatto qualcosa.
Di qui l’esigenza della (loro) politica della paura quando, invece, è giusto avere paura di questa politica.
Un’amministrazione del governo regionale e cittadino fatta di minacce, di prevaricazioni, di imbrogli e truffe che porta a far credere che un Presidente della Giunta regionale possa legiferare con valenza superiore a quella del Governo centrale. Che porta a essere identificati anche se si vuol andare a mangiare una ”fetente” di pizza – di cui al momento ne hanno più bisogno i ristoratori che i clienti – da un cameriere che ha sostituito la comanda con il modulo dove riportare gli estremi di identificazione, con termometro e metro al posto di penna e taccuino e con ogni altra idiozia non afferente al proprio lavoro. Inducendolo a mettersi persino dalla parte del torto perché anche in Campania – come in Italia tutta – l’identificazione è compito riservato solo ed esclusivamente alle FF.OO.
Ed evitiamo di menzionare il trattamento di dati sensibili.
Nella stessa Campania – come nell’Italia tutta – blindata in casa e messa illegalmente ai domiciliari previa imposizione del bavaglio mascher(in)ato, in una sorta di eutanasia nazionale, il centro storico della Napoli di De Magistris e della Campania a guida De Luca, dal Vasto a Porta Nolana, dal litorale Domizio al Vallo di Diano, le risorse INPS – come i ghanesi dello “spettacolo” di piazza Bellini – si trastullavano indisturbati, persino incontrollati, privi, e forse persino autorizzati, a non indossare alcun dispositivo di protezione individuale, mettendo a ferro a fuoco la città, piegandola alle proprie esigenze – anche fisiologiche – facendola di fatto propria. Tra l’assenza generale delle Istituzioni e dei locali amministratori, sempre più attori, impegnati a fare dirette social, a crearsi il personaggio in assenza di personalità, a rispolverare l’antico mestiere in paparazzate televisive, ad annunciare imminenti disponibilità ed immediate e future candidature. Non disdegnando quella campagna elettorale che non servirebbe a chi ha appena amministrato.
Rendendosi persino complici del passaggio, azzarderei persino “consegna”, di interi pezzi di territorio locale a queste bande organizzate che, sentendosi padroni, danno luogo a scene come quelle appena descritte e, purtroppo, vissute.
Luoghi che chi amministra dovrebbe conoscere e curare, in loco, con la presenza e l’interesse e non da dietro una tastiera o da davanti la telecamera, chiusi nei palazzi e dietro la scrivania a produrre ordinanze fittizie e divieti comici al punto da essere ridicoli.
La politica-quale-amministrazione-della-polis è una cosa seria e va fatta dalle persone serie. Gli altri possono solo farsi questa campagna elettorale che, almeno ufficialmente, tra poco sarà finita.

https://www.camposud.it/2020/08/se-il-governatore-e-uno-sceriffo-la-sua-terra-non-puo-che-essere-un-far-west/

Basta con le umiliazioni! Siamo Italiani e siamo fin troppo stufi !!

essuno è profeta in Patria e questi sono geni….. incomprensibili.
In questa politica senza idee né sogni, ma che continua indistintamente e a priori la lotta dell’uno contro l’altro, perenne campagna elettorale, eterna nuova promessa, la fu ministro dell’istruzione Valeria Fedeli – dell’istruzione, badate bene! – via Twitter ha avuto il coraggio di inventarsi persino il mare in Afghanistan: scambiando il deserto per un’enorme spiaggia e lodando il locale popolo femminile che, distanziato come in una Europa qualunque, attendeva di sostenere l’esame scolastico. Lo studio appunto!
E se questa è la politica della competizione in questo tutti contro tutti, non è stata sicuramente da meno la sua omologa attualmente in carica, la signora Lucia Azzolina che, in una trasmissione televisiva in prima serata, continua la sua (personale?) battaglia a favore dei banchi con le ruote a vantaggio del distanziamento sociale. A scuola che, per antonomasia, dovrebbe essere il luogo della socializzazione. Forse è vero l’esatto contrario ovvero che bisognava tassellare i banchi a terra per degli studenti per cui anche una semplice biro diventa una potenziale cerbottana Ma la ruota ( è storia come già gli antichi Sumeri insegnavano) , ha sempre favorito gli spostamenti e inibito l’immobilità. Una delle invenzioni storiche appunto, da cui tutto ha avuto inizio.
La Azzolina viene poi invitata dal conduttore a prendere posto nei prototipi del nuovo arredamento scolastico ed è lì che scopriamo il nuovo postulato. Il contemporaneo assioma della moderna matematica: se il dizionario Rocci, quello storico greco-italiano per intenderci, non ci sta sul banchetto non è una questione di numeri né di dimensioni, ma di malafede del conduttore. E allora vaffanculo pure a Pitagora! (Chiaramente è un invito al moto a luogo…istituzionale).
Troppa malafede se pensiamo ai tempi di consegna dei tre milioni di banchi previsto – sempre a dire della Signora Ministro – per il 31 agosto quando il bando sarà pubblicato solo il 2 di agosto?
E se Di Maio, che potrebbe rappresentare l’antonomasia di questi obbrobri – ricordo quando in visita in Puglia chiese al governatore Emiliano (che non è l’appartenenza geografica!) cosa si dicesse nella lucana Matera che è in Basilicata – non si è ancora espresso sulla ormai guerra fredda tra USA e Cina forse perché sta ancora tentando di capire che, essendo noi colonia americana, aprire la Via della Seta è stata una “genialata” che pagheremo (e abbiamo già iniziato a pagare) a caro prezzo. E non si pronuncia nemmeno sulla riapertura al culto (islamico) della basilica di Santa Sophia nel giorno del trattato di Losanna da parte del suo amico Erdogan. Ossia in un giorno molto significativo per l’impero ottomano, Forse perché, evidentemente, starà cercando ancora Costantinopoli sulla guida Michelin.
Inutile aspettarsi allora qualche minima sillaba dal ministro Franceschini – lui che ha già dato in  “cartonato” e pure con largo anticipo! – circa la copertura dei simboli religiosi che sono pur sempre patrimonio Unesco.
E poi gli inviti a cambiar mestiere se la gente rinchiusa in casa non affolla più i ristoranti; l’orgoglio per un ponte crollato perché abbandonato all’incuria e ricostruito ma percorribile massimo a 70 km/h; i giubili e le lodi – previa  telefonata indottrinatrice – perché altri comanderanno in casa nostra in cambio dei nostri soldi prestati in misura minore di quanto abbiamo già dato e che dovremmo pure restituire. Roba che nemmeno un promotore finanziario improvvisato e deficiente riuscirebbe a proporre!
Persino le richieste di spiegazione ai propri elettori circa l’appoggio al governo Conte da parte di Berlusconi passa in secondo piano, rispetto alla notizia del risarcimento che il Guru di FI dovrà corrispondere alla signora  Francesca Pascale, per la loro storia terminata e consumata.
E poi Carabinieri che spacciano e delinquono come i peggiori criminali; assassini anche plurimi che vengono rimessi in libertà per un virus che ha costretto tutti agli arresti domiciliari, quindi alla disoccupazione ed alla povertà. E se avete fame? Loro ti danno i monopattini. Anzi, il bonus!
Non è una questione di destra e sinistra ormai, di sopra sotto o davanti e dietro: qua la questione è di chi ama o meno la propria Nazione, di chi è orgoglioso o meno di essere Italiano, di chi ci tiene a continuare ad esserlo.
Ci avete fatto votare, il popolo ha scelto: ve ne siete fregati di questa scelta per mettere in atto la distruzione dell’Italia. State continuando e perpetuando questa distruzione, ma adesso basta! Non voglio essere umiliato ancora, non voglio essere umiliato così.  Non voglio essere umiliato oltre!

https://www.camposud.it/2020/07/basta-con-le-umiliazioni-siamo-italiani-e-siamo-fin-troppo-stufi/

Il quarto potere alla guerra contro i valori della Cristianità !!

Alla fine il mainstream assoldato e prezzolato ha funzionato ancora. Il quarto potere continua a prendere parte a  quella missione che è la formazione nell’informazione. Mentre ci propina le immagini della chiesa di Nantes avvolta dalle fiamme, a partire dall’organo fino al rosone, (immagini che ci riportano alla memoria il “corto circuito” della chiesa di Notre Dame) e per il cui incendio è stato fermato ma subito lasciato, perché sospettato ma con prove ritenute insufficienti un ruandese con permesso di soggiorno non rinnovato – quasi fosse questo un buon motivo e costituisse pure l’alibi – soggetto perfettamente inserito socialmente, tanto da detenere le chiavi del luogo sacro ed esserne addetto alla chiusura. L’informazione si dimenticava di dirci che in Sicilia, non in Bretagna, a Favara, in provincia di Agrigento quindi molto più vicino a noi rispetto a Nantes e addirittura in Italia e negli stessi giorni, la chiesa madre, luogo di culto e devozione dell’intera provincia, è stata interessata da un “misterioso” incendio.
A partire dall’organo e fino al rosone.
Indovinate un po’? Pare essere colpa di un cortocircuito.
Che se non ha compromesso la struttura, ha danneggiato, sembra irrimediabilmente, i dipinti sacri. Quasi verrebbe da rimpiangere i momenti, seppur recenti e chissà se mai tramontati, in cui certi simboli “avvers(ar)i” venivano imbrattati e bastava una pulita per cancellare le tracce di tanta barbara ignoranza.
Si è passati poi alla decapitazione delle statue – fa ridere ma evidentemente la guerra iconoclasta questo prevede – per giungere all’obiettivo finale ovvero la sostituzione.
Se qualcuno avanzasse ancora dubbi riguardo la riconversione della basilica di Santa Sophia di Istanbul in moschea, potrà smentirsi non compiacendosi che proprio in quella stessa basilica i simboli cristiani saranno coperti. Con silente benedizione del Papa, vicario di Cristo e massima incarnazione della Sua testimonianza sulla terra che si limita a far sapere che “se ne dispiace”. Punto.
Però si potrà far visita, eccetto che negli orari di preghiera ovvero 5 volte al giorno, al monumento in cui saranno nascosti, azzarderei rimossi, i simboli cristiani e che è, dunque, una moschea a tutti gli effetti.
Una visita propedeutica all’evangelizzazione coranica in attesa della conversione.
E la sostituzione è compiuta.
Un po’ come l’omaggio cartonato a ricoprire le statue dei musei capitolini dell’ancora ministro Franceschini all’islamico Rohani.
La sostituzione è già in atto e pure in stato avanzato e passa per la cancellazione (a quando la pubblica abiura?) dei nostri valori, delle nostre radici: sarà un caso, ma il Covid-19 si è portato via gran parte di persone anziane per cui abbiamo perso la nostra memoria che è di fatto le nostre radici.
Se questa è una guerra, una nuova guerra “santa” ed è giusto che ognuno scelga da che parte stare, è ugualmente giusto chiedersi come e perché tutto ciò sia potuto arrivare a questo punto. Che, forse, DIO, PATRIA e FAMIGLIA andavano difesi o difesi meglio, se a questa gente è ancora possibile affidare la difesa delle nostre identità. Che non è più possibile né concepibile delegare la difesa di ciò che noi siamo, la difesa di noi stessi. E non è questione di credo religioso: le Madonne, al di là della potenza taumaturgica e miracolosa che se ne potrebbe riconoscere, rappresentano un tributo ed un valore all’arte. Lo stesso può dirsi per i rosoni. Idem per gli organi e le chiese in generale.
Si deve informare per formare e, se ciò non avviene, è opportuno informarsi per formarsi perché magari la prossima volta – che può essere adesso – potrebbe toccare veramente a noi. Perché, magari, la volta prossima potremmo non essere più in tempo. Perché magari la prossima volta potremmo non esserci già più.

https://www.camposud.it/2020/07/il-quarto-potere-alla-guerra-contro-i-valori-della-cristianita/

L’incomprensibile e bonario riconoscimento di un accordo europeo fallimentare!

La Meloni, non Fratelli d’Italia, dopo le dichiarazioni sul vertice di Bruxelles è destinata a superare di poco il 10% perché non ha un Borghi o un Bagnai (che non sono leghisti) all’interno del suo partito.
Sarà un mio limite, ma sui temi economici non ho mai stimato la Meloni e già quando la sentivo difendere il pareggio di bilancio in costituzione mi faceva venire l’orticaria.

Non è bastata la copertina del Times e la benedizione a stelle e strisce per incoronarla leader: purtroppo è ancora legata a papà-Silvio che le ha messo in piedi il partito e che ieri l’ha richiamata a sé.

Avevo già espresso i miei dubbi sulla battaglia della pulzella, solo l’ultima quella sulle barricate da lei annunciate se fosse passata la sanatoria sui migranti: la sanatoria è passata, è legge, ma non si è visto nemmeno un (suo) ponteggio.

Non voglio entrare in tecnicismi che non mi competono (anche se già i soldi che arriveranno a rate dalla seconda metà di giugno 2021 dietro richiesta di riforme – austerity – e che ormai si chiamano risorse, non fanno presagire nulla di buono). Ma perché, esprimere un giudizio proprio su Conte, o meglio legittimare il suo appoggio simil-Berlusconi, chiedersi se Conte ne è uscito in piedi e non pensare agli Italiani che, se non sono stesi, sono piegati a 90°, o pronti a quattro zampe?

Me ne frego di come ne esce Conte e da una che è leader di un partito che dovrebbe fare opposizione (non oppio-sizione né oppo-finzione) mi sarei aspettato avesse pensato di più ai “suoi” fratelli d’Italia.

E la coerenza, altro punto di forza della Vispa Teresa? Ezra Pound diceva che “chi non s’intende di economia non capisce la storia” quindi come può voler fare la storia?

Tutto questo, però, le darà il merito (non a Fratelli d’Italia) di aver ingrossato le fila dei voti alla Lega di Salvini che ha tenuto fede almeno alla parola. Meno di Berlusconi che va a fare il Calenda a Calenda.

Conviene ancora far parte del berlusconismo e non mettersi in proprio? Perché questa perdita di carisma da un annetto a questa parte? Cosa lega ancora Giorgina a Silvio? O semplicemente conviene più stare all’opposizione? Si può chiamare opposizione se poi si finisce con il concordare la svendita della propria Patria al miglior offerente con la scusa che poteva andare peggio?

Li commissioni pure, oggi i sondaggi e ci faccia sapere quale percentuale ha raggiunto. O forse lo ha fatto stando alle dichiarazioni riparatorie delle ultime ore? O alle critiche che le sono piovute sui social più dei miliardi di Bruxelles a Conte? O si è ravveduta ed allineata a qualche dichiarazione a caldo di esponenti del suo stesso partito in netta antitesi con quanto da lei affermato?
Intanto al popolo che ha fame lei dice che è contenta perché gli sono state date le posate e magari loda chi gliele ha fornite d’argento.https://www.camposud.it/2020/07(l-incomprensibile-e-bonario-riconoscimento-di-un-accordo-europeo.fallimentare/

L’idiozia che imbratta e decapita statue e monumenti: La Crociata iconoclasta!

La fase due è appena cominciata e dilaga ovunque trovando persino terreno fertile. Non è una nuova ondata di Covid-19 bensì un virus ugualmente contagioso e che fa danni terribili. È quello dell’idiozia umana che si manifesta con l’imbrattamento, la decapitazione, la distruzione delle statue ritenute razziste. Avete capito bene: le statue! E non se ne salva nessuna: da Montanelli a Colombo, dalla sirenetta Ariel a Jefferson. Persino la statua di Haile Salassie, icona dell’antirazzismo e mito  del politically correct.
Ma se in un primo momento la foga devastatrice si estingueva appena finita la vernice rosa o rossa, appena la testa rotolava giù al culmine dell’orgasmo dell’imbecillità plaudente, la fase due prevede la sostituzione di tali effigi con tutto ciò che il pensiero unico, sempre più unico pensiero, impone per essere imposto universalmente.
Una settimana fa, uno street artist anonimo ha, infatti, deciso, di prendere in prestito il volto dell’influencer campana trapiantata a Milano Flavia Corrado, nickname per i social “Zia Flavia Food and Boobs” – letteralmente cibo e tette – e di montarla  su un corpo di una Madonna prosperosa, quasi giunonica, dalle forme procaci e dalle grazie bene esposte grazie al drappo aperto sul petto a vantaggio del reggiseno. (un déjà vu della moda lanciata solo un anno fa in solidarietà di un’altra donna – si può ancora dire? – scaricatrice in porto e piatta come una tavola che fece togliere il reggiseno alle donne in forma di solidarietà. O forse di uni-formità).
Iniziativa apprezzata dalla sexy cuoca star del web che vide la validità di tale messaggio nella desessualizzazione della donna, creata in un contesto patriarcale, che ha da sempre derubato le donne del piacere carnale. Una lettura che basta solo ai loro occhi, senza il minimo senso della democrazia, del rispetto di chi crede, all’arte in primis, estesa – leggasi imposta – a tutti. Come dire: meglio una copulazione della Madonna che il dogma dell’Immacolata Concezione, con la specialità di essere alle altre uguale. Uniformata.
Se questi sono i muri di Napoli, nelle sale cinematografiche, prossimamente (speriamo vivamente di no!), per una strana alternanza della parità dei sessi, potremo assistere all’ennesimo film (Habit) che oltraggia la figura di Gesù Cristo, interpretato da un’attrice dai discutibili comportamenti, una lesbica che si abbandona a gesti lussuriosi con un’altra donna.
Se è vero che questa follia nero-rossa devastatrice ha già avuto ampio risalto, è altrettanto vero che – almeno in Italia – non una parola è stata spesa da alcun membro (ogni riferimento è puramente causale) del Governo Conte bis, quello che annovera – ancora! – al Ministero per i beni e le attività culturali un certo Dario Franceschini, una cosa a metà tra Ministro e un distruttore ante litteram, un precursore dell’oltraggio al patrimonio artistico che si trova a gestire, un avanguardista del cartonato con cui ricoprì le statue dei musei capitolini in occasione della visita del presidente iraniano Hassan Rouhani. Una sorta di partecipata distruzione istituzionale che non risparmia di passare per la scristianizzazione del sacro. Il tutto – manco a dirlo – sotto religioso silenzio del Bergoglio di Romana chiesa: non una parola in merito alle madonne rivisitate secondo il “novo impressionismo” che dona loro sufficienti sembianze di vulva, nessun biasimo per la blasfemia perpetrata, nessun cenno di difesa dei cristiani offesi. O fessi, stando all’atteggiamento di papi e governat(t)ori. E se la distruzione, che altro non è che distrazione, viene tollerata, subita, taciuta e coadiuvata, nessuno si scandalizzi se i distruttori scendono in strada a volto coperto, armati e marciano in stile militare. Nessuno gridi al razzismo, nessuna guardi al pericolo, nessuno strillo di violenza. È intollerante la pedina degli scacchi, la parolina colorata presente sulla confezione dello shampoo, il film storico che ha sancito il primo Nobel conferito ad un’attrice di colore, il calciatore che non si inginocchia o la macchina da corsa cui va cambiata la livrea. Eccedendo nel senso opposto e valicando quel confine che si chiama libertà, quella altrui invasa in nome della propria.

Una farsa che è durata abbastanza, priva di consistenza e, dunque, montata a dovere. Una forza ciclonica conferita dai collusi dell’ignoranza che deve essere spazzata via con la stessa facilità con cui si è affermata.
Per cui… via col vento!

Ariano Irpino: area pilota della gestione De Luca

La seconda fase della fase due che è stata tale per l’Italia tutta eccetto per la Campania, quella che avrebbe restituito alle persone una sorta di normalità, almeno apparente, dovrebbe sancire anche il tempo del ritorno a poter fare confronti, incontri e dibattiti. Dovrebbe essere quindi il tempo del tramonto dei soliloqui, dei comizi senza contraddittorio cui ultimamente sono avvezzi governanti illuminati e mancati statisti improvvisatisi.
Di contro nelle piazze e fra la gente si potrà finalmente iniziare a far circolare le idee, ci si potrà incontrare e scontrare sul piano dialettico, si potrà ritornare finalmente a far politica sul territorio che non è quella di proclami live, delle dirette Facebook e degli annunci dalle tivvù private e logo istituzionale.. Dovrebbe tramontare, quindi, anche il De Luca reinventato, quello emerso dall’emergenza che adesso si avvia a finire e che dovrà restituirci il De Luca vero, quello che il suo stesso partito di appartenenza, solo qualche mese fa, prima dell’epidemia, non pensava minimamente di ricandidare per la corsa a palazzo Santa Lucia. Quel De Luca uscito vittorioso cinque anni fa solo grazie al tristemente noto “patto di Marano”, oggi impudentemente in gran rispolvero, con cui i demitiani convogliarono le loro preferenze verso l’attuale Governatore, dando vita all’iniquo, se non scellerato, accordo che di fatto sanciva la morte delle aree interne, non solo del singolo centro, ma addirittura intere province come Avellino e Benevento, anteponendo, chissà perché, Salerno a Caserta e addirittura a Napoli capoluogo.
Adesso “Vicienzo”, chissà perché, riparte proprio da un piccolo centro di un’area interna di una provincia dell’entroterra dimenticata: Ariano Irpino, piccolo centro della verde Irpinia, distante meno di un’ora di macchina dalla Nusco baluardo demitiano, eletta addirittura area pilota per lo screening di massa.
Nella città del Tricolle ha sede l’unico ospedale che ha resistito ai famigerati tagli alla sanità dello “sceriffo”, accentrando in sé tutti i comuni del circondario, tuttavia non immune da decurtazioni e privazioni di risorse, uomini e mezzi.
La direttiva deluchiana farcita – come è risaputo – di riduzione del personale, tanto che medici ed infermieri sono stati spostati da altri reparti per consentire la riapertura dell’unità di pronto soccorso, male equipaggiati al punto che, come si è appreso dalle interviste circolate nei giorni di punta del contagio, i Direttori Sanitari invitavano il personale in prima linea ad indossare una doppia mascherina, qualora ne possedessero, ha fatto sì che il nosocomio ufitano si piegasse contagiando gran parte del personale sanitario fino a dover chiudere l’intera struttura ospedaliera per un’opera di sanificazione completa.
Una bomba sanitaria che non ha risparmiato nemmeno le RSA ubicate ai piedi dello stesso comune irpino e l’intera cittadina, compreso il personale civile. Una situazione ingovernabile che nello stesso giorno ha visto sia le dimissioni del direttore generale dr. Gennaro Bellizzi, sia l’emanazione dell’ordinanza regionale per mezzo della quale De Luca ha blindato Ariano Irpino rendendola zona rossa, seguita da altri sette comuni, uno nella Valle caudina, uno del beneventano e ben cinque del Vallo di Diano.
Lucchetti ai comuni, blocco della circolazione, confini invalicabili, divieti su divieti per i cittadini, chiusure di tutto, sospensione di ogni funzione vitale orgogliosamente sciorinati urbi et orbi, pubblicizzati su ogni piattaforma pubblica e privata, investimenti a destra e a manca per dire che intendeva fare ciò che si sarebbe dovuto vedere nell’evidenza dei fatti.
Una prima ordinanza cui è seguita una proroga per un totale di cinquantasette giorni cui segue un minuzioso centellinare degno del miglior stato di polizia in cui nulla è stato fatto per capire qualcosa sull’origine del contagio, sulla sua diffusione, sul modo per combatterlo e soprattutto per evitarlo. Due mascherine a famiglia indipendentemente dalla composizione del nucleo familiare, come per gli altri comuni, uno qualsiasi, monouso, ma per l’intera quarantena, non a norma e di un materiale non meglio identificato. Che se vendute da qualsiasi esercizio commerciale lo si sarebbe potuto denunciare per truffa. Ma De Luca parla il politichese che fa esultare le anime semplici dalla bandiera facile e dalla difesa a priori che è tifo, assurgendo a statista di quella popolazione copiosa che è la Campania troppo copiosa da essere rinchiusa in casa. Ignorando un problema che, non dicendoci se ancora esiste, se è risolto e se persiste, si è preferito nasconderlo sotto al tappeto.
Misure che hanno certificato l’inefficienza dei provvedimenti adottati visti i nuovi contagi registrati nel territorio arianese, diretti figli del lockdown da parte dal governatore vocato al lanciafiamme tra gag, macchiette e gigionerie mediatiche che hanno creato un personaggio per compensare – leggasi divertire pur di distrarre – alle mancanze di amministratore.
Chissà se la stessa fermezza, gli stessi modi risoluti e qualche comica minaccia in stile sceriffo di cui ormai è pieno l’etere avrebbero fatto sì che la domanda, presentata nei tempi e nei modi giusti dal commissario prefettizio Silvana D’Agostino, includesse nella lista dei comuni ex zona rossa per l’istituzione di 200 milioni di euro a sostegno dell’economia ormai in ginocchio anche Ariano Irpino, sempre più dimenticata da tutti e ad ogni livello.

https://www.camposud.it/2020/06/ariano-irpino-area-pilota-della-gestione-de-luca/

SILVIA ROMANO È LIBERA. MA DA COSA?

Silvia Romano, liberata nel giorno in cui le Sardine rianimate ci dicono che Aldo Moro è stato ucciso dalla mafia, oggi torna a casa e i suoi compagni per l’okkasione abbandonano presidî, avamposti e barconi per salutarla dai balconi. Ancora una volta i balconi, come il 25 aprile.

Festeggiano la bella notizia che pare varebbe 4 milioni di euro dei contribuenti che a loro volta non hanno ricevuto 600 miseri euro di cassa integrazione e di chi ha ugualmente ricevuto la richiesta di balzello che dovrà versare all’erario in quanto titolare di un negozio chiuso pure nei giorni di feste commerciali. Come la Festa della Mamma, in un tempo che ha sospeso, in attesa di cancellare, ogni significato di famiglia a favore di un non meglio identificato genitore 1 e genitore 2 (che sempre genere maschile è, almeno grammaticalmente), A e B, senza capo né coda.

In un tempo di annullamento di ogni identità, in cui il governo centrale è abile solo a smarcarsi da ogni responsabilità e nel delegare ogni attività, dal lockdown alla lotta al virus, che trova la sua forza nella capacità di non decidere, che si impone riassumendo e non riunendo, che dichiara guerra ad una sua Regione – la Calabria – che ancora una volta è costretta a fare da sè ma non proferisce parola su un altro suo pezzo – Bolzano – che si comporta come la Calabria, restando così coerente alla propria contraddittorietà;

Che preferisce parlare di morte e minacciare chiusure nel Paese dei porti aperti, nonostante i contagi e le morti (non tutte di Covid) scendono anziché dire che il Cotugno di Napoli chiude i reparti Covid e l’ospedale nuovo alla fiera vecchia di Milano non è servito, che sempre più Regioni si avvicinano alla soglia 0 che ha lo stesso valore dei 5 stelle, ma non di quello da loro attribuito;

Che le Chiese che apriranno la domenica dopo la Festa della mamma e dopo i bar, ma prima delle scuole sembrano essere la risposta postuma del DAP sulle eccellenti scarcerazioni e dove anziché segnarsi per proteggersi con l’acqua santa lo si farà con il flacone dell’igienizzante, emblema di questa Chiesa che piega la Fede ai DPCM e che non è diversa dalla lavata di mani di Ponzio Pilato.

Buona Festa della mamma che ha lo stesso valore di un 2 Giugno festeggiato in questa repubblica sempre più despota oligarchia a comando.