SRIMAD BHAGAVATAM
ESTRATTI
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PREFAZIONE
Dobbiamo saper riconoscere ciò che manca alla società di oggi. Non più limitata, come nel
Medioevo, dalle frontiere che separano le comunità tra loro, la società umana ha guadagnato
in ampiezza e tende oggi verso uno Stato mondiale, comune a tutti. Secondo lo Srimad
Bhagavatam, gli ideali del comunismo spirituale sono fondati sull’unità della razza umana, anzi
sull’unione delle energie di tutti gli esseri viventi. E tutti i pensatori moderni hanno avvertito la
necessità di raggiungere questi ideali. Lo Srimad Bhagavatam risponde realmente a questa
esigenza di universalità che anima la società umana.
I contrasti e le discordie che travagliano la società umana nascono per mancanza di principi
fondati sull’esistenza di Dio. Dio esiste ed è onnipotente, da Lui tutto emana, da Lui tutto è
sostenuto, in Lui tutto si riassorbe e riposa al tempo dell’annientamento.
Lo Srimad Bhagavatam è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la
sorgente ultima di ogni cosa, l’Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e ci
informa che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana in base a questa
conoscenza infallibile. E’ un testo denso di potenza spirituale, compilato in lingua sanscrita e
ora disponibile in italiano, in una versione molto elaborata, in modo che una lettura
approfondita sia sufficiente per conoscere perfettamente Dio e rendere il lettore in grado di
potersi difendere da ogni attacco ateo. Ma soprattutto, il lettore dello Srimad Bhagavatam
riuscirà a fare in modo che anche altri accettino Dio come realtà vivente.
INTRODUZIONE
L’autore dello Srimad-Bhagavatam, Srila Vyasadeva, offre dapprima il suo rispettoso omaggio al param satyam, la Verità Assoluta che, come sorgente ultima di tutte le energie, è anche la Persona Suprema.
Le scritture vediche considerano Brahma il dio supremo, alla testa di tutti gli altri (Indra, Candra, Varuna, ecc.), ma lo Srimad-Bhagavatam afferma che neanche Brahma sia indipendente nell’ottenere il suo potere e la sua conoscenza. Egli ricevette questa conoscenza, nella forma dei Veda, dalla Persona Suprema, che si trova nel cuore di ogni essere.
Come Persona Suprema, Egli possiede coscienza del passato, del presente e del futuro insieme alla conoscenza dei minimi particolari della Sua creazione, sia materiale che spirituale.
PROLOGO
La saggezza eterna dell’India è espressa nei Veda, antichi Testi sanscriti che trattano ogni
ramo del sapere. Trasmessi oralmente dalle origini, i Veda furono trascritti per la prima volta
cinquemila anni fa da Srila Vyasadeva, l’avatara-Scrittore. Vyasadeva aggiunse ai Veda
originali una raccolta di aforismi in cui rivelava l’essenza dei Veda, chiamandoli Vedanta-sutra.
E lo Srimad-Bhagavatam è il commento dei Vedanta-sutra, compilato da Vyasadeva stesso
nella maturità della realizzazione spirituale secondo le istruzioni di Sri Naradaji, suo maestro.
Descritto come “il frutto maturo dell’albero dei Veda”, lo Srimad-Bhagavatam racchiude la più
vasta e perfetta sintesi di sapere vedico.
CANTO 1
1:1 I miei rispettosi omaggi a Sri Krishna, figlio di Vasudeva, che è Dio, l’onnipresente Persona Suprema.
11 Esiste una grande varietà di Scritture e tutte prescrivono innumerevoli doveri per
l’uomo; anche procedendo per ordine occorrono numerosi anni prima di poterli
conoscere tutti. Perciò, o saggio, ti preghiamo di scegliere gli insegnamenti
essenziali contenuti in queste Scritture e di spiegarli a beneficio di tutti gli esseri
viventi, al fine di soddisfare pienamente il loro cuore.
2:23 Il Signore Supremo e trascendentale è a contatto indiretto con le tre influenze
della natura materiale – virtù, passione, ignoranza – e per la creazione, il
mantenimento e la distruzione degli universi materiali, Egli assume le tre forme
qualitative di Brahma, Visnu e Siva. Di queste tre manifestazioni, Visnu, legato alla
virtù, può conferire agli uomini il beneficio piu’ alto.
32 Il Signore, come Anima Suprema, pervade ogni cosa come il fuoco penetra il legno;
Egli sembra cosi’ assumere diverse nature, ma rimane l’Essere Assoluto, unico senza
secondi.
3:1 Suta disse:
All’inizio della creazione, il Signore Si manifestò dapprima nella forma universale
del Purusa, con tutti gli elementi necessari alla manifestazione materiale. Così, in
origine, furono concepiti, per la creazione dell’universo, i sedici elementi alla base
dell’attività materiale.
2 Un’emanazione plenaria di questo Purusa Si sdraia sulle acque dell’universo e dal
lago ombelicale del Suo corpo spunta un fiore di loto su cui appare Brahma, maestro
di tutti gli architetti dell’universo.
5 Questa seconda manifestazione del Purusa è il seme e la fonte indistruttibile di
miriadi di avatara nell’universo; e dalle differenti emanazioni, plenarie o parziali, di
questa forma derivano differenti esseri viventi, come gli esseri celesti, gli uomini e
altri ancora.
15 Quando sopraggiunse l’inondazione totale dopo l’era di Caksusa Manu e il mondo
intero fu completamente sommerso dalle acque, il Signore assunse la forma di un
pesce e protesse Vaivasvata Manu, facendolo salire su un vascello.
Nota: I nati-due-volte, cioe’ i brahmana, gli ksatriya e i vaisya, devono sottoporsi a diversi riti purificatori (samskara)
23 Come diciannovesimo e ventesimo avatara il Signore apparve sotto l’aspetto di Sri
Balarama e Sri Krishna nella famiglia Vrisni [la dinastia Yadu] e soppresse così il
fardello del mondo.
24 Poi, all’inizio dell’età di Kali, il Signore apparirà nella forma di Buddha, il figlio di
Anjana, nel distretto di Gaya, al solo scopo di confondere coloro che invidiano i fedeli
teisti.
Commento di Swami Prabhupada:
Buddha, potente avatara, apparve nel distretto di Gaya (Bihar) come figlio di Anjana. Egli
diffuse una sua interpretazione del concetto di non-violenza e rinnegò perfino i sacrifici di
animali autorizzati dai Veda. All’epoca del suo avvento, l’intera umanità era caduta
nell’ateismo e mostrava un desiderio smodato per il consumo di carne animale. Col pretesto di compiere sacrifici vedici, ogni casa si era praticamente trasformata in un mattatoio, dove si dava via libera all’uccisione di animali. Mosso da pietà per le povere bestie, Buddha iniziò a predicare la non-violenza. Predicò di non prestar fede alla norma vedica e insistette sui nefasti effetti psicologici a cui si va incontro abbattendo gli animali. Gli uomini del kali-yuga, poco intelligenti e privi di fede in Dio, aderirono allora ai suoi principi e intrapresero così la via della disciplina morale e della non-violenza, le due tappe preliminari a ogni progresso nella realizzazione di Dio. Egli ingannò in questo modo gli atei, che si rifiutavano di credere in Dio, a avevano una fede assoluta in lui, il quale non era altri che una manifestazione di Dio. I miscredenti credettero dunque in Dio nella forma di Buddha. Questa fu la sua misericordia: egli fece in modo che gli infedeli credessero in lui.
Buddha venne per condurre verso il teismo tutti questi empi, deviati dall’ateismo. Perciò egli volle dapprima mettere fine al vizio di massacrare le bestie. Coloro che uccidono gli animali rappresentano infatti elementi pericolosi sulla via del ritorno a Dio.
Noi consideriamo positivo l’interesse della gente per il movimento non violento di Buddha, ma sarà preso cosi’ seriamente da far chiudere tutti i mattatoi? Altrimenti, che senso ha il culto dell’ahimsa? Lo Srimad-Bhagavatam fu compilato proprio prima dell’inizio del kali-yuga, circa 5.000 anni fa, mentre Buddha apparve circa 2.600 anni fa. Lo Srimad-Bhagavatam aveva dunque predetto la venuta di Buddha. Ciò dimostra il valore di questo Testo, ricco anche di numerose altre profezie che si vanno realizzando tutte, una dopo l’altra. Ciò contribuisce a convalidare il carattere assoluto dello Srimad-Bhagavatam, dove non c’è traccia di errore, d’illusione, d’inganno o imperfezione, che sono le quattro debolezze proprie di ogni anima condizionata. Le anime liberate si trovano al di la’ di queste imperfezioni e possono così vedere e predire avvenimenti futuri, anche molto lontani.
25 E alla congiunzione delle due ere, quando quasi tutti i governi della Terra saranno
diventati dei predoni, il Signore dell’universo apparirà come Kalki, il figlio di Visnu Yasa.
Commento:
Questa è un’altra predizione: quella dell’avvento di Kalki, un avatara che deve apparire alla
congiunzione di due cicli, nel momento in cui finisce il kali-yuga e inizia un nuovo satya-yuga. I
quattro yuga – Satya, Treta, Dvapara e Kali – si succedono infatti come i mesi dell’anno. L’età di
Kali, in cui viviamo attualmente, dura 432.000, di cui solo 5.000 sono gia’ trascorsi, perche’
quest’era iniziò dopo la battaglia di Kuruksetra, alla fine del regno di Maharaja Pariksit.
Restano dunque da trascorrere ancora 427.000 mila anni. Passato questo tempo, verrà
l’avatara Kalki, come ha profetizzato lo Srimad-Bhagavatam, che menziona anche il nome di
suo padre, Visnu Yasa, brahmana erudito, e il nome del suo villaggio, Sambhala. Queste
predizioni, si avvereranno in ordine cronologico, una dopo l’altra. Tale è l’autorità dello
Srimad-Bhagavatam.
26 O brahmana, le innumerevoli manifestazioni del Signore, oceano di virtù, sono
come infiniti ruscelli che scorrono da sorgenti inesauribili.
28 Tutti questi avatara sono emanazioni plenarie del Signore o emanazioni di queste
emanazioni plenarie. Ma Sri Krishna è Dio, il Signore Supremo nella Sua forma
primordiale. Ogni volta che in qualche luogo dell’universo gli atei seminano la
discordia, il Signore appare per proteggere i Suoi devoti.
Commento:
Questo verso distingue in modo particolare Sri Krishna, il Signore Supremo, da tutti gli altri
avatara. Egli è incluso tra gli avatara solo perchè, nella Sua infinita misericordia, discende dal
Suo regno spirituale [il termine avatara significa letteralmente “colui che discende”]. Tutti gli
avatara, compreso il Signore nella Sua forma primordiale, discendono sui diversi pianeti
dell’universo e nelle varie specie viventi per compiere missioni ben precise. Il Signore viene
talvolta in persona, altre volte delega le Sue emanazioni plenarie o le emanazioni di queste o
anche le Sue emanazioni parziali, direttamente o indirettamente dotate da Lui di poteri. Per
Sua natura, il Signore possiede tutte le perfezioni – bellezza, ricchezza, fama, potenza,
saggezza e rinuncia – e se le Sue emanazioni plenarie o le emanazioni di queste mostrano solo
una parte di queste perfezioni quando appaiono, è perchè vengono a soddisfare soltanto le
esigenze delle loro rispettive missioni. Una lampadina accesa in una stanza non rivela tutto il
potere della centrale elettrica, che può simultaneamente alimentare grandi complessi
industriali. Così i diversi avatara manifestano i poteri del Signore solo in proporzione alle
esigenze dettate dalle circostanze.
Questo summum bonum, Krishna, è l’Esistenza Unica, che Si è moltiplicata in innumerevoli
emanazioni e manifestazioni plenarie, parziali o distinte, come gli svayam-rupa, gli svayam-
prakasa, i tad-ekatma, i prabhava, i vaibhava, i vilasa, gli avatara, gli avesa e i jiva, tutti
provvisti d’innumerevoli energie adeguate alle loro rispettive personalità. I saggi e gli eruditi in
materia spirituale hanno attentamente analizzato il summum bonum, Sri Krishna, e trovato in
Lui sessantaquattro attributi principali. Le diverse emanazioni o categorie del Signore
possiedono solo una parte di questi attributi, che Sri Krishna possiede pienamente. Tutte le
Sue emanazioni personali, come gli svayam-rupa, gli svayam-prakasa, i tad-ekatma, che
appartengono alla categoria dei Visnu-tattva, e così via fino agli avatara, possiedono fino al
novantatre per cento dei Suoi attributi. Siva, che non è un avatara né un avesa, ma si situa
in una posizione intermedia, possiede circa l’ottantaquattro per cento dei Suoi attributi. I jiva,
gli esseri individuali che si evolvono a diversi livelli, possiedono fino al sessantotto per cento
dei Suoi attributi. Nello stadio condizionato dell’esistenza l’essere vivente possiede soltanto una
minuscola parte di questa percentuale, secondo il rispettivo grado di virtù. Il più perfetto di
tutti gli esseri di questo mondo è Brahma, governatore supremo di ogni universo. Egli
possiede pienamente il sessantotto per cento degli attributi del Signore. Gli altri esseri celesti
possiedono questi attributi in quantità minore e gli uomini ne posseggono solo una minima
parte. La perfezione consiste, per l’uomo, nello sviluppare perfettamente il sessantotto per
cento di questi attributi; mai egli potrà raggiungere il livello di Siva, di Visnu o di Krishna,
qualunque sia il suo grado di perfezione. Ma col tempo potrà diventare un Brahma. Gli esseri
puri, che abitano i pianeti del mondo spirituale, detto Hari-dhama o Mahesa-dhama, sono tutti
eterni compagni del Signore. Il regno di Sri Krishna, situato al di là di ogni altro pianeta
spirituale è detto Krishnaloka o Goloka Vrindavana. Là potranno entrare, dopo aver lasciato il
corpo materiale, gli esseri perfetti, che hanno pienamente sviluppato il settantotto per cento
degli attributi del Signore.
40 Questo Srimad-Bhagavatam, compilato dall’avatara Vyasadeva, è la
manifestazione letteraria di Dio. E’ la fonte inesauribile di buona fortuna, felicità e
perfezione, e mira al bene ultimo di tutti gli esseri.
41 Sri Vyasadeva lo trasmise a suo figlio, il più rispettato tra gli esseri realizzati,
dopo aver estratto la crema di tutte le Scritture vediche e di tutti i Racconti storici dell’universo.
Commento:
Gli uomini di poco sapere accettano come “storici” solo i fatti che risalgono all’avvento di
Buddha, circa 600 anni prima di Cristo. Secondo loro tutti gli avvenimenti anteriori narrati dalle
Scritture sono dei miti. Niente di più falso. Tutti i racconti che si trovano nei Purana, nel
Mahabharata e in altri Scritti simili narrano fatti realmente accaduti, non solo sul nostro
pianeta, ma su milioni di altri pianeti dell’universo. Naturalmente i racconti relativi alla storia
dei pianeti situati al di là del nostro sembrano del tutto inverosimili agli occhi di questi ignari.
Essi non sanno che i pianeti sono differenti gli uni dagli altri e la loro storia può anche non
coincidere con quella della Terra. Se si considera la situazione dei diversi pianeti e si tiene
conto delle circostanze di tempo e di luogo, i racconti descritti nei Purana non presentano nulla
di straordinario o d’immaginario. Ricordiamoci che la felicità per alcuni può significare
l’infelicità per altri. Dare ragione agli ignari e rifiutare questi Testi come frutto della fantasia
non può essere che dannoso. Per quale motivo grandi risi come Vyasa avrebbero inserito nelle
loro opere racconti immaginari?
Lo Srimad-Bhagavatam riporta fatti storici scelti dalla storia dei diversi pianeti, perciò tutti
coloro che hanno autorità in campo spirituale lo riconoscono come il Maha-Purana, o il grande
Purana. L’importanza di questi racconti consiste nel fatto che sono in relazione con le attività
del Signore in tempi e luoghi diversi.
4:5 Un giorno, Sukadeva Gosvami vide alcune belle fanciulle che facevano il bagno
senza vestiti. Nessuna pensò di nascondersi o coprirsi. Non fu così quando
sopraggiunse Sri Vyasadeva, che seguiva suo figlio. Anche se egli non era svestito, le
ragazze si coprirono coi loro abiti. Perchè questi comportamenti diversi?, chiese
Vyasadeva. Le ragazze gli risposero che mentre suo figlio aveva una visione pura e
non faceva distinzione tra maschile e femminile, lui vedeva tale differenza.
12 Coloro che sono votati alla causa del Signore Supremo vivono solo per il bene, il
progresso e la felicità altrui; essi non perseguono scopi personali. Quindi, sebbene
libero da ogni attaccamento per le cose di questo mondo, come l’imperatore Pariksit
potè lasciare il suo corpo materiale, diventato un rifugio per gli altri?
20 Il Signore Supremo, Dio, è Lui stesso questo universo, tuttavia Si trova al di là di
esso. Da Lui soltanto proviene la manifestazione cosmica, in Lui riposa e in Lui si
riassorbe dopo la distruzione. Ma tu, nobile anima, conosci bene tutti questi fatti,
quindi te li ho solo riassunti brevemente.
22 Circoli di grandi eruditi sono giunti alla ferma conclusione che lo sviluppo della
conoscenza attraverso l’austerità, lo studio dei Veda, i sacrifici, il canto di inni e la
carità culmina nella trascendentale descrizione del Signore, lodato da versi scelti.
32 O Brahmana Vyasadeva, i saggi hanno concluso che il rimedio migliore per tutti i
mali e le sofferenze consiste nel dedicare ogni azione al servizio del Signore
Supremo, Sri Krishna.
5:7 Il mondo gira sotto l’ordine sovrano del Signore Supremo e tutti gli
esseri sono come marionette di legno tra le mani di un burattinaio.
23 Servendo la Verità Assoluta, anche solo dopo qualche giorno il devoto vede la
sua intelligenza fissarsi in Me. Dopo aver lasciato questo miserabile universo
materiale, egli diventerà uno dei Miei compagni nel regno trascendentale.
31 Da allora, per la grazia di Visnu, l’Onnipotente, viaggio ovunque senza limiti, sia
nel mondo spirituale che nelle tre divisioni dell’universo materiale. E’ per il mio
assorbimento costante nel Suo servizio d’amore che il Signore mi conferì quella
grazia.
Commento:
Come c’informa la Bhagavad-gita, nell’universo materiale esistono tre divisioni: urdhva-loka,
il sistema planetario superiore, madhya-loka, quello intermedio, e adho-loka, quello inferiore.
Al di là di urdhva-loka, che include Brahmaloka, ci sono gli involucri materiali dell’universo, e
ancora oltre si estende il mondo spirituale infinito, che contiene un numero illimitato di pianeti.
Questi pianeti, detti Vaikuntha, brillano di luce propria e su ciascuno di essi vive il Signore in
persona con i Suoi compagni, tutti eternamente liberati. Sri Narada Muni può recarsi senza
alcun limite su questi pianeti materiali e spirituali, come il Signore onnipotente, che è libero di
spostarSi in qualsiasi parte della Sua creazione. Nell’universo materiale tutti gli esseri
subiscono le tre influenze della natura materiale – virtù, passione e ignoranza. Ma Sri Narada
Muni le trascende, quindi può viaggiare ovunque senza incontrare ostacoli. Si può definirlo un
cosmonauta liberato. Solo i devoti possono cogliere la misericordia ineguagliabile del Signore,
Sri Visnu, per la Sua grazia. Perciò essi non cadono mai dalla loro posizione, al contrario dei
materialisti, cioè i karmi e i jnani che cadono, spinti dalle differenti influenze della natura
materiale.
32 Così viaggiando nei mondi, cantando costantemente il messaggio e le glorie
trascendentali del Signore, e vibrando le corde della mia vina, che Sri Krishna stesso
mi offrì e che risuona di note trascendentali.
Commento al v. 32:
Nel Linga Purana c’è una descrizione, confermata anche da Srila Jiva Gosvami, della vina
(strumento a corde) offerta da Sri Krishna a Narada. Questo strumento partecipa della stessa
natura trascendentale del Signore e di Narada. I suoni emessi da questa vina non possono
dunque essere materiali, ma sono puri e sublimi come il canto delle glorie e dei divertimenti
del Signore, che essi accompagnano, e senza alcuna traccia di materialità.
33 Appena intono il canto delle Sue sante attività, il Signore Supremo, Sri Krishna, le
cui glorie sono così dolci all’ascolto, appare subito sul loto del mio cuore, come se
L’avessi chiamato.
34 La mia esperienza personale mi ha rivelato che coloro che sono sempre pieni di
preoccupazioni e ansietà per il desiderio di unire i sensi ai loro oggetti, possono
superare l’oceano dell’ignoranza se salgono su questo vascello, il piu’ solido – il canto
costante delle attività trascendentali del Signore Supremo.
37 La persona miserabile e crudele che assicura la propria esistenza a spese di
quella altrui, nel suo stesso interesse dovrebbe essere condannata a morte.
Altrimenti le sue azioni la fanno sprofondare.
Commento:
“Occhio per occhio, dente per dente”, si dice talvolta. Se si vuole applicare questo principio,
sarà bene farlo contro colui che crudelmente e impudentemente sacrifica la vita altrui per
assicurare la propria sussistenza. La vera giustizia sociale consiste nel condannare tale
miserabile alla pena di morte e questo al fine di risparmiargli l’inferno. La condanna a morte di
un assassino da parte dello Stato è un beneficio per il colpevole, perchè egli non avrà così a
soffrire per il suo crimine nella vita successiva. La pena di morte è in realtà la condanna
minima per un tale assassino, e gli smriti-sastra dichiarano che ricevendo da un re un tale
castigo, secondo il principio di “occhio per occhio, dente per dente”, il colpevole diventa
purificato da ogni sua colpa al punto da poter essere elevato ai pianeti celesti.
Assassino è anche colui che uccide un animale. Questo è il verdetto di Manu, l’illustre autore del trattato che racchiude tutti i codici civili e i principi religiosi per la società umana. La carne animale, infatti, non è destinata all’uomo civilizzato, il cui primo dovere è quello di prepararsi per ritornare a Dio. Sempre secondo Manu, l’atto di uccidere un animale s’inserisce in una vasta cospirazione condotta da un gruppo di peccatori, tutti ugualmente colpevoli e passibili di essere puniti per assassinio, esattamente come un gruppo di cospiratori che attentino, con uno sforzo congiunto, alla vita di un uomo. Chi permette che si uccida l’animale e chi compie l’atto cruento, che vende la carne dell’animale così abbattuto e chi la cucina, che distribuisce tale cibo e infine chi lo mangia sono tutti assassini, tutti ugualmente passibili delle punizioni inflitte dalle leggi della natura.
Nonostante i progressi della scienza materiale nessuno è in grado di creare un essere vivente;
nessuno ha dunque il diritto di uccidere un essere vivente a suo capriccio. A coloro che sono
incapaci di rinunciare alla carne animale le Scritture permettono alcuni sacrifici animali, ma
soltanto su base restrittiva, perchè tale licenza non ha lo scopo d’incoraggiare l’uccisione
bensì di frenare il moltiplicarsi dei mattatoi. Il metodo di sacrificio permesso dalle Scritture a
questo scopo va a vantaggio sia dell’animale sacrificato sia di colui che ne consuma la carne.
Infatti l’animale sacrificato sarà elevato alla forma umana dopo la sua immolazione sull’altare,
e colui che ne mangia la carne si mette al riparo da colpe più gravi ancora, come il consumo di
carni provenienti dai mattatoi, luoghi orribili, che sono causa per l’uomo, la società e la
nazione d’innumerevoli afflizioni materiali. L’universo materiale è già un luogo di estrema
angoscia, ma là dove si favorisce l’abbattimento degli animali l’atmosfera si contamina ancora
di più col concatenarsi di guerre, malattie e numerose altre calamità.
8:34 Altri ancora affermano che il mondo si trovava appesantito da un grave fardello,
come un vascello nel mare; e per alleggerirlo di questo tormento, Brahma, Tuo figlio, Ti pregò di apparire, ed e’ per rispondere alla sua preghiera che Tu sei disceso quaggiù.
Commento:
Subito dopo ogni creazione, Brahma, il primo essere creato nell’universo, nasce come figlio
diretto di Narayana, il Signore Supremo. Dapprima, però Narayana entra nell’universo
materiale sotto la forma di Garbhodakasayi Visnu, perchè la materia non possiede in sè alcun
potere creatore, ma si anima solo a contatto con la forza spirituale. Questo principio fu stabilito
fin dall’inizio della creazione. L’Essere spirituale supremo, Visnu, entra nell’universo e dal Suo
addome spirituale spunta un fiore di loto su cui nasce Brahma, il primo essere creato. Visnu è
conosciuto col nome di Padmanabha e Brahma con quello di atma-bhu, perchè nato
direttamente da suo padre, senza che questi abbia dovuto unirsi alla Sua consorte, Laksmiji.
Laksimiji era accanto a Narayana, impegnata al Suo servizio, ma Narayana generò Brahma
senza la sua partecipazione. Questa è l’onnipotenza del Signore. Chiunque sia così sciocco da
considerare Narayana identico in ogni aspetto agli altri esseri, dovrebbe riesaminare seriamente
la questione, alla luce di questi fatti. Narayana non è un essere comune, bensì il Signore
Supremo, Dio stesso, e ogni parte del Suo corpo trascendentale ha tutti i poteri del corpo
intero. Un essere comune può concepire un bambino esclusivamente col rapporto sessuale,
solo attraverso la via stabilita dalla natura per ogni specie di vita. Ma Narayana, essendo
onnipotente, non è limitato da nessuna condizione dell’energia. Completo in Se stesso e
interamente indipendente, Egli è libero di compiere ogni cosa perfettamente e in tutta felicità,
mediante le Sue numerose potenze. Nulla d’impossibile, dunque, che Brahma sia atma-bhu,
cioè nato direttamente da Lui, senza essere stato introdotto nel grembo di una madre. In un
secondo tempo Brahma ricevette il compito di continuare l’opera di creazione nell’universo, ma
come secondo creatore, dotato dall’Onnipotente del potere necessario per quelle funzioni.
Ai confini dell’universo si trova un pianeta spirituale detto Svetadvipa, che è la dimora del
Paramatma, il Signore Supremo nella forma di Ksirodakasayi Visnu. Quando sopraggiunge
nell’universo una difficoltà che gli esseri celesti sono incapaci di risolvere, essi chiedono a
Brahmaji di trovare una soluzione, e se Brahmaji stesso non può risolverla, questi consulta
Ksirodakasayi Visnu e Lo prega di apparire in questo mondo nella forma di un avatara per
alleggerirlo del fardello che lo appesantisce. Così avvenne quando Kamsa e gli altri re
demoniaci governavano la Terra, e questa fu oppressa dal fardello troppo pesante delle loro
malvagità. Fu allora che Brahmaji, accompagnato da altri esseri celesti, andò a pregare sulle
rive dell’oceano Ksirodaka e fu avvertito dell’avvento di Krishna come figlio di Vasudeva e
Devaki. Secondo alcuni fu a causa di queste preghiere di Brahmaji che il Signore apparve sulla Terra.
9:16 Nessuno, o re, può capire i piani del Signore, Sri Krishna. Anche i grandi filosofi,
dopo le più profonde investigazioni sul tema, rimangono confusi.
Commento:
Le sofferenze che dovettero subire i Pandava non erano certamente il frutto dei loro atti
precedenti: la verità è che il Signore Si era assunto la missione di stabilire sulla Terra il regno
della virtù e questo piano richiedeva che i Suoi devoti soffrissero per un certo tempo.
10:3 Maharaja Yudhisthira, illuminato dagli insegnamenti di Bhismadeva e di Sri Krishna,
il Signore infallibile, e dissipati i dubbi, potè agire con perfetta conoscenza. Così
governò la Terra e anche gli oceani – come Indra il regno celeste -, protetto dal
Signore invincibile e assistito dai suoi giovani fratelli.
4 Quando regnava Maharaja Yudhisthira, le nuvole versavano sulla Terra tutta l’acqua
indispensabile agli uomini e il suolo produceva a profusione tutti i beni necessari alla
vita. Le mucche, felici, bagnavano i pascoli col latte delle loro mammelle ben gonfie.
5 Fiumi, oceani, colline e montagne, foreste, vegetali selvatici, erbe medicinali e piante
varie, a ogni stagione e in abbondanza, pagavano un tributo al re.
6 Poiché il re non mostrava inimicizia verso nessuno, gli esseri del suo regno non
erano mai colpiti dall’angoscia, dalla malattia, dal caldo o dal freddo eccessivi o da
qualche altra sofferenza.
9, 10 In quell’istante Subhadra, Draupadi, Kunti, Uttara, Gandhari, Dhritarastra, Yuyustu,
Kripacarya, Nakula, Sahadeva, Bhimasena, Dhaumya e Satyavati, tutti incapaci di
sopportare la separazione da Sri Krishna, stanno per svenire dal dolore.
11, 12 L’uomo d’intelligenza che a contatto con i puri devoti ha realizzato il Signore
Supremo e si è liberato da ogni legame nefasto col mondo materiale, non può mai
privarsi dell’ascolto delle glorie del Signore, anche se le ha udite una sola volta.
Com’è possibile allora che i Pandava possano sopportare di essere separati dal
Signore, col Quale hanno scambiato rapporti personali così intimi, vedendoLo così da
vicino e persino toccandoLo, e vicino al Quale si sono seduti, e col Quale si sono
intrattenuti, hanno mangiato e dormito?
25 Ogni volta che i re, o dirigenti, cadono al livello più basso dell’esistenza materiale,
fino a vivere come animali, il Signore appare nella Sua forma trascendentale: Egli
mostra la Sua potenza suprema, stabilisce la verità, traccia la via giusta, accorda la
Sua grazia particolare ai credenti e compie attività gloriose. Egli Si manifesta così
sotto varie forme trascendentali, secondo i bisogni del tempo, in differenti ere.
Commento al verso 26:
Nella Bhagavad-gita (4.9), Sri Krishna, il Signore Supremo, ha chiaramente stabilito il
carattere trascendentale della Sua apparizione, della Sua scomparsa e delle Sue attività. La
Sua nascita in una famiglia o in un particolare luogo non avviene nello stesso modo degli altri
esseri, bensì attraverso la Sua inconcepibile potenza. Egli non nasce e non muore come
l’anima condizionata, lasciando un corpo per indossarne un altro.
Egli esiste in tutti i tempi e in tutti i luoghi, ma quando appare davanti a noi grazie alla Sua
misericordia incondizionata, crediamo che Egli abbia davvero preso una nascita. Chiunque colga
questa verità alla luce degli insegnamenti contenuti nelle Scritture, raggiungerà certamente la
liberazione, subito dopo aver lasciato il corpo attuale. La liberazione si ottiene solo dopo
numerose esistenze e grandi sforzi, condotti con pazienza e perseveranza, per acquisire la
conoscenza e la rinuncia, Ma può essere raggiunta subito da colui che semplicemente realizza
la natura assoluta dell’avvento e degli atti del Signore. Questo è il verdetto della Bhagavad-
gita. Coloro, inverce, che sono avvolti dalle tenebre dell’ignoranza vedono la nascita e le
attività del Signore nell’universo materiale simili a quelle degli altri esseri viventi. Un tale
errore non può certo condurre alla liberazione.
Commento al verso 27:
I pianeti celesti sono abitati da esseri superiori, come Indra, Candra, Varuna, Vayu, e le anime pie possono raggiungerli dopo aver compiuto numerosi atti di virtù durante la loro esistenza sulla Terra. La scienza moderna, confermando gli insegnamenti delle Scritture, ha dichiarato che la misura del tempo sui sistemi planetari superiori differisce da quella sulla Terra. Per esempio, i Testi rivelati c’informano che la durata dell’esistenza sui pianeti celesti è di diecimila anni terrestri: sei mesi sulla Terra formano l’equivalente di un giorno su questi pianeti; maggiori anche le possibilità di piacere e favolosa la ricchezza degli abitanti. Ogni uomo sulla Terra desidera ardentemente raggiungere i pianeti celesti per aver sentito dire che la vita là è infinite volte migliore che quaggiù. Perciò essi tentano oggi, con l’aiuto di navi spaziali, di raggiungere la luna, impresa d’altronde impossibile. Sembra dunque che i pianeti celesti godano di una fama maggiore della Terra, ma poiché a Dvaraka il Signore, Sri Krishna, regnò come sovrano, la Terra supera le loro glorie. Vrindavana, Mathura e Dvaraka, questi tre luoghi della Terra hanno un’importanza più grande di qualsiasi altro pianeta dell’universo, per quanto glorioso sia. Questi luoghi sono per sempre santificati, perchè ogni volta che il Signore discende sulla Terra, li sceglie per svelare i Suoi divertimenti sublimi. Da queste terre, per sempre benedette dal Signore, gli uomini traggono ancora oggi beneficio, anche se il Signore non vi è più visibile.
Senza dubbio i pianeti celesti sono celebrati per tutto ciò che offrono per facilitare il godimento materiale, ma la Bhagavad-gita ci mette in guardia, perchè saremo costretti a tornare su questo pianeta terrestre, appena i nostri meriti si saranno esauriti. La città di Dvaraka è dunque molto più importante dei pianeti celesti, poichè chiunque abbia ricevuto la benedizione di uno sguardo sorridente del Signore è sicuro di non tornare mai più su questa Terra miserabile, che il Signore stesso descrive come un luogo di sofferenza, come tutti gli altri pianeti dell’universo. Senza dubbio alcuni pianeti offrono piaceri materiali più abbondanti, ma in questo universo nessuno offre l’esistenza, la conoscenza e la felicità eterna.
Commento al verso 29:
Il decimo Canto di quest’opera descriverà con maggiore abbondanza di
particolari queste favolose conquiste del Signore, ma basterà qui menzionare brevemente
come Egli sottrasse oltre 16.100 principesse. Figlie di re e tutte di grande bellezza, erano state catturate da Bhaumasura, che le teneva prigioniere per appagare i suoi desideri carnali. Nella loro infelicità esse chiesero con ferventi e toccanti preghiere che Sri Krishna venisse a liberarle; e in risposta il Signore misericordioso combattè contro Bhaumasura, lo uccise e liberò le prigioniere. E benché esse fossero agli occhi di tutti ormai impure, Krishna le accettò come spose. Krishna, il Signore onnipotente, ricevette le umili preghiere di queste ragazze e fece di loro le Sue adorate regine. Sri Krishna fu dunque lo sposo di 16.108 regine, a Dvaraka, e ciascuna Gli diede dieci figli che crebbero ed ebbero a loro volta dieci figli ciascuno, tanto che la famiglia finì per contare circa 10.000.000 di componenti.
30 Queste regine seppero rendere gloriosa la loro vita, sebbene avessero perduto con
la loro castità il significato della loro esistenza. Il loro sposo, il Signore dagli occhi di
loto, non le lascia mai sole in casa, ma costantemente soddisfa il loro cuore con
preziosi doni.
Commento a 11:6:
Il Signore Supremo è Sri Krishna; la Bhagavad-gita, la Brahma-samhita e tutti i Testi vedici,
autorità in materia, lo confermano precisando che nessuno è superiore a Lui e neppure
uguale. Il tempo e lo spazio influenzano solo gli esseri dipendenti, semplici frammenti del
Signore Supremo. Come tali, anch’essi sono brahman, ma di natura subordinata, mentre il
Signore Supremo, l’Assoluto onnipotente, domina.
30 Il Signore entra poi nei Suoi palazzi, tutti di una perfezione estrema, dove vivono
le Sue spose, più di sedicimila [16.108].
34 Il Signore si sentiva soddisfatto dopo aver annientato quei re che, infatuati della
potenza militare conferita loro da cavalli, elefanti, carri e soldati, avevano finito per
rappresentare un peso per la Terra. Senza prendere parte al combattimento, Egli
aveva semplicemente seminato l’ostilità tra i potenti dirigenti, come il vento che fa
urtare i bambù provocando così un incendio.
39 Le delicate regine, nella loro semplicità, non dubitavano che il Signore, Sri
Krishna, il loro amato sposo, fosse affezionato e completamente sottomesso a loro.
Non erano consapevoli della vastità delle Sue glorie, così come gli atei non
percepiscono la Sua natura di controllore supremo.
13:10 O nobile anima, i devoti che hanno le qualità di tua grazia sono in se stessi luoghi
santi di pellegrinaggio. Poiché nel tuo cuore tu porti Dio, il Signore Supremo, tutti i
luoghi in cui tu vai diventano luoghi di pellegrinaggio.
“Ogni volta che in qualche luogo dell’universo la spiritualità declina e l’irreligione avanza, o
discendente di Bharata, Io vengo in persona.” (B.g., 4.7)
“Discendo di era in era per liberare i Miei devoti, annientare i miscredenti e ristabilire i principi della religione.” (B.g., 4.8)
“Qualunque cosa faccia un grande uomo, la massa procede sempre sulle sue tracce; il mondo segue la norma che egli stabilisce col suo esempio.” (B.g., 3.21)
14:9 Lui solo è all’origine della nostra opulenza regale, delle nostre fedeli spose, della
nostra esistenza, della nostra discendenza, della sottomissione dei nostri sudditi,
delle nostre vittorie sul nemico e del nostro futuro trasferimento sui pianeti
superiori. Di tutti questi beni, la sola fonte è la Sua misericordia incondizionata
verso di noi.
15:23 O re, poiché mi hai chiesto notizie dei nostril amici e parenti che abitano nella
città di Dvaraka, ti dirò che sono stati tutti maledetti dai brahmana e come risultato
di questa maledizione si sono ubriacati con un vino fatto di riso fermentato e si sono
assaliti a vicenda a colpi di bastone, non riconoscendosi più l’un l’altro. Ora sono
tutti morti, eccetto quattro o cinque di loro.
15:44 Partì quindi verso il Nord, sulle orme dei suoi antenati e dei grandi uomini, per
predicare ogni suo pensiero a Dio, la Persona Suprema. E ovunque andasse visse
sempre così.
Commento:
Si può capire da questo verso che Maharaja Yudhisthira seguì le orme dei suoi antenati e
dei grandi devoti del Signore. Come abbiamo già spiegato molte volte, il sistema del
varnasrama-dharma, che era seguito rigidamente dagli abitanti della Terra e specialmente da
coloro che risiedevano nella provincia di Aryavarta, insiste sull’importanza di lasciare ogni
legame familiare a un certo stadio della vita. Questa era l’educazione che veniva impartita,
perciò una persona rispettabile come Maharaja Yudhisthira dovette lasciare ogni legame
familiare per dedicarsi alla realizzazione spirituale e tornare a Dio. Nessun re o persona
rispettabile avrebbe continuato a vivere in famiglia fino alla fine della vita, perchè questo
gesto sarebbe stato considerato un vero e proprio suicidio e sarebbe andato contro l’interesse
dell’uomo, che è quello di raggiungere la perfezione della vita umana. Per liberarsi da ogni
legame familiare e dedicarsi completamente al servizio di devozione a Sri Krishna, si
raccomanda a tutti questo sistema perchè è una via perfettamente autorizzata. Come il
Signore insegna nella Bhagavad-gita (18.62), si deve diventare devoti del Signore, almeno
nell’ultima tappa della propria vita. Un’anima sincera come Maharaja Yudhisthira deve attenersi
a questa istruzione del Signore, nel suo stesso interesse.
45 I fratelli minori di Maharaja Yudhisthira videro che l’età di Kali era già arrivata in
tutto il mondo e che gli abitanti del regno erano già contaminati da pratiche
irreligiose. Decisero dunque di seguire le orme del loro fratello maggiore.
51 Il racconto della partenza dei figli di Pandu per lo scopo ultimo della vita, il ritorno
a Dio, è pieno di buon augurio ed è perfettamente puro. Perciò chiunque l’ascolti
con fede e devozione guadagna certamente il servizio devozionale al Signore, la più
alta perfezione della vita.
16:7 O Suta Gosvami, tra gli uomini ci sono coloro che desiderano liberarsi dalla morte e
ottenere la vita eterna. Per sfuggire alla distruzione essi hanno fatto venire qui il
controllore della morte, Yamaraja.
9 Gli uomini pigri, dall’intelligenza meschina e dalla vita breve, passano le notti a
dormire e i giorni a compiere attività inutili.
Commento a 17:15:
Gli abitanti dei pianeti celesti sono chiamati amara, o immortali, perchè vivono molto più a
lungo degli esseri umani. Per un uomo, che vive al massimo cento anni, un essere che può
vivere milioni di anni è senz’altro considerato immortale. La Bhagavad-gita ci informa, per
esempio, che sul pianeta Brahmaloka un giorno dura 4 miliardi 320 milioni (4.320.000.000) dei
nostri anni solari. Su altri pianeti superiori occorrono sei mesi terrestri per formare un giorno e
gli abitanti vivono per dieci milioni dei loro anni. Su tutti i pianeti superiori, dunque, la durata
dell’esistenza è molto più estesa che sulla Terra, perciò ci s’immagina che gli abitanti di questi
pianeti siano esseri immortali, sebbene in realtà nessuno sia immortale nell’universo materiale.
18 O migliore tra gli uomini, è molto difficile identificare con esattezza il malfattore
che ha causato le nostre sofferenze, perche siamo confusi dalle differenti opinioni di
filosofi teoretici.
19 Alcuni filosofi, che negano ogni forma di dualità, dichiarano che ognuno è
responsabile della propria felicità e infelicità. Altri affermano che le potenze
sovrannaturali sono responsabili e altri ancora affermano che l’azione è
responsabile. I materialisti grossolani, infine, sostengono che la natura è la causa
ultima.
20 Alcuni altri pensatori credono che non sia possibile accertare la causa della
sofferenza, né con la ragione né con l’immaginazione, e che non sia possibile
neppure esprimerla a parole. O saggio tra i re, giudica tu stesso, esaminando tutto
ciò con la tua intelligenza.
18:13 Il valore di un solo istante trascorso in compagnia di un devoto del Signore non
può essere paragonato neppure al raggiungimento dei pianeti celesti o alla
liberazione dalla materia, e che dire dei benefici materiali come la prosperità, che
sono destinati ai comuni mortali.
21 La concezione secondo cui le Scritture vediche raccomandano l’adorazione di molti dei,
come spesso pensano gli ignoranti, è completamente falsa. Il Signore è uno senza secondi,
ma Si espande in molte forme, ed è questo che confermano i Veda. Le espansioni del Signore
sono illimitate e tra esse ci sono anche gli esseri viventi.
26 L’elevazione spirituale si può raggiungere attraverso tre vie: quella del jnana, o
dello sviluppo della conoscenza teorica della Trascendenza, quella dello yoga, o
dell’assorbimento meditativo profondo attraverso l’esercizio delle funzioni fisiologiche e
psicologiche del corpo, e quella del bhakti-yoga, il metodo più riconosciuto, che consiste
nell’impegnare i sensi nel servizio devozionale al Signore.
48 I devoti del Signore sono così tolleranti che anche se sono diffamati, ingannati,
maledetti, rifiutati o perfino uccisi, non sono mai propensi a vendicarsi.
CANTO 2
1:5 O discendente del re Bharata, colui che desidera liberarsi da ogni sofferenza deve
ascoltare ciò che riguarda Dio, glorificarLo e ricordarsi di Lui, che è l’Anima Supre-
ma, Colui che tutto controlla e che libera da ogni sofferenza.
6 La più alta perfezione per l’uomo – ottenuta con la completa conoscenza della mate-
ria e dello spirito, o con l’esercizio dei poteri soprannaturali, o col compimento per-
fetto dei propri doveri – consiste nel ricordare il Signore Supremo alla fine della vita.
20 La mente è sempre agitata dalla passione e sviata dall’ignoranza. Ma è possibile
porvi rimedio, mettendo ogni cosa in relazione con Visnu; allora le impurità prodotte
dalle influenze materiali saranno dissolte e ciò porterà alla pace interiore.
23 Si deve controllare la posizione seduta, regolare la respirazione attraverso il prana-
yama-yoga, dominando così la mente e i sensi, poi con l’intelligenza dirigere il pen-
siero verso le energie grossolane del Signore (la virat-rupa).
24 La gigantesca manifestazione del mondo fenomenico, presa nel suo insieme, forma il
corpo personale della Verità Assoluta. In essa si trova la nozione di passato, presen-
te e futuro, propria dell’universo materiale.
Commento al verso 26:
Chi vuole realizzare la Verità Suprema attraverso la forma universale, deve dunque sviluppare un atteggiamento di servizio.
Commento al verso 32:
Il Signore Supremo non è impersonale, come credono a torto i pensatori di minore
intelligenza. Anzi, Egli è la Persona Suprema, come confermano tutte le Scritture vediche
autentiche, ma la natura della Sua Persona è al di là della nostra comprensione.
Commento al verso 2:1:
L’esempio di Sri Brahmaji illustra molto bene la condizione di oblio in cui si trova l’essere
vivente. Brahmaji è l’incarnazione di una delle influenze materiali che hanno origine dal
Signore. E’ la divinità della passione e riceve dal Signore il potere di generare la meravigliosa
creazione materiale. Tuttavia, poiché Brahma è uno degli innumerevoli esseri individuali, è
soggetto a dimenticare l’arte di manifestare la sua energia creatrice. Questa condizione di oblio
che caratterizza l’essere – da Brahma fino alla più minuscola formica – puo’ essere vinta
praticando la meditazione sulla virat-rupa del Signore.
18 Gli spiritualisti cercano di evitare ogni forma di ateismo perchè conoscono la
destinazione suprema, dove tutto è in relazione col Signore Supremo, Visnu. Così il
puro devoto, in armonia assoluta col Signore, non è fonte di confusione per nessuno,
ma adora in ogni istante i piedi di loto del Signore, tenendoli nel proprio cuore.
22 O re, se lo yogi desidera ancora godere di piaceri materiali più elevati, come
elevarsi al pianeta più alto, Brahmaloka, ottenere le otto perfezioni materiali,
viaggiare nello spazio insieme ai Vaihayasa o avere qualsiasi posizione su uno dei
milioni di pianeti materiali, dovrà portare con sè la mente e i sensi condizionati
dalla materia.
23 Gli spiritualisti si preoccupano del corpo spirituale e con la potenza che
conferiscono loro il servizio devozionale, le austerità, i poteri soprannaturali e la
conoscenza trascendentale, possono spostarsi senza limiti all’interno e all’esterno
degli universi materiali. Invece, coloro che sono attaccati ai frutti delle loro azioni [i
materialisti grossolani], non avranno mai una simile libertà di movimento.
25 Il cerchio Sisumara è il perno su cui ruota l’universo intero e rappresenta
l’ombelico di Visnu [Garbodakasayi Visnu]. Solo lo yogi perfetto può oltrepassare
questa regione e raggiungere il pianeta dove i puri saggi come Bhrigu godono di una
vita lunga quattro miliardi trecento milioni di anni solari [4.300.000.000]. Anche i
santi situati al livello spirituale venerano questo pianeta [Maharloka].
26 Al momento della devastazione finale dell’universo intero [alla fine della vita di
Brahma], un getto di fuoco si sprigiona dalla bocca di Ananta [dal fondo
dell’universo]. Lo yogi vede allora tutti i pianeti ridotti in cenere e su una delle
aeronavi usate dalle anime pure raggiunge Satyaloka, dove la vita dura quindici
bilioni quattrocentoottanta miliardi di anni solari [15.480.000.000.000].
Commento:
Nella creazione del Signore esistono molte meraviglie che possiamo contemplare coi nostri
occhi ogni giorno e ogni notte, ma i mezzi offerti dalla scienza attuale non possono farceli
raggiungere. Perciò non dobbiamo mai dipendere dall’autorità imperfetta della scienza
materialistica, se vogliamo conoscere ciò che è al di là dell’esperienza scientifica. L’uomo
comune deve accontentarsi di accettare la scienza moderna e la saggezza vedica sulla base
della loro stessa autorità, perchè non ha alcun mezzo per verificare personalmente le
affermazioni dell’una o dell’altra. Ha dunque la scelta di credere all’una o all’altra o a tutt’e
due. Ma la versione vedica è più sicura, in quanto è stata accettata dagli acarya, che non sono
solo persone leali ed erudite, ma sono anche anime liberate, esenti dalle imperfezioni proprie
delle anime condizionate. Gli scienziati moderni, invece, sono anime condizionate soggette a
molti errori e imperfezioni. Sarà dunque più saggio accettare la versione autentica delle
Scritture vediche, come lo Srimad-Bhagavatam, che è riconosciuto in modo unanime da tutti i
grandi acarya.
27 Sul pianeta Satyaloka non esiste né il dolore né la vecchiaia né la morte. La
sofferenza, di qualunque genere, vi è sconosciuta, perciò non si sente alcuna
ansietà, tranne che a volte, a causa della coscienza, nasce un sentimento di
compassione verso coloro che ignorano la via del servizio di devozione e restano
soggetti alle irrimediabili sofferenze, che caratterizzano l’esistenza in questo mondo
materiale.
31 Solo l’anima purificata da ogni contaminazione materiale può raggiungere la
perfezione di vivere in compagnia della Persona Suprema una vita di felicità e gioia
perfette, ritrovando così il suo stato originale. Chiunque ritrovi questa perfezione
devozionale non sente più attrazione per il mondo materiale, dove non tornerà mai
più.
32 O Maharaja Pariksit, sappi che tutto ciò che ti ho spiegato in risposta alle
domande pertinenti di tua maestà si accorda perfettamente con l’insegnamento dei
Veda e rappresenta la verità. Sri Krishna stesso trasmise questa conoscenza a
Brahma, che Lo aveva soddisfatto con la sua adorazione.
3:10 L’uomo intelligente, che sia pieno di desideri materiali, che sia privo di ogni
desiderio o che desideri la liberazione, deve con tutto se stesso adorare Dio, il Tutto
supremo e assoluto.
17 Sorgendo e tramontando il sole accorcia la durata dell’esistenza di tutti gli esseri,
tranne quella di colui che impiega il suo tempo a parlare del Signore, che è la fonte
di ogni buona fortuna.
21 La testa, anche se ornata da un turbante di seta, è solo un fardello pesante se non
s’inchina davanti a Dio, la Persona Suprema, Colui che accorda la liberazione
[mukti]. E le mani, anche se sono ornate di braccialetti d’oro scintillante, sembrano
quelle di un cadavere, se non sono messe al servizio di Hari, il Signore.
4:22 All’alba della creazione, il Signore, presente nel cuore di Brahma, fece sbocciare la
sua conoscenza potenziale, dando così l’impressione che questa conoscenza
emanasse dalle labbra di Brahma stesso. Egli gli infuse la conoscenza perfetta della
propria Persona e dell’opera di creazione. Possa questo Signore Supremo mostrarmi
la Sua benevolenza.
25 O re, alla richiesta di Narada, Brahma, il primo essere creato, gli rivelò queste
cose nei particolari, come aveva fatto direttamente il Signore col proprio figlio, che
ricevette la conoscenza vedica al momento stesso della nascita.
Commento a 5:3:
Brahma è il creatore diretto dell’universo manifestato e di tutto ciò che esso contiene. Cono-
sce dunque tutto del passato, del presente e del futuro.
7 Tuttavia, quando penso alle grandi austerità che hai compiuto con una disci-
plina perfetta, sono portato a pensare che esista un essere più potente
di te, e ciò nonostante la grande potenza che tu manifesti nell’opera di creazione.
9 Brahma disse:
Narada, figlio mio, mostrando la tua misericordia verso tutti gli esseri (e anche verso
di me), mi hai rivolto tutte queste domande, affinché io fossi ispirato a contemplare
le meraviglie dell’onnipotente Persona Suprema.
10 Tutto ciò che hai detto di me non può essere falso, perchè se non si ha coscienza
della Persona Suprema, la verità ultima che è al di sopra di me, si sarà certamente
sviati davanti alla potenza delle mie attività.
12 Offro il mio omaggio a Sri Krishna, Vasudeva, e medito su di Lui, la Persona Suprema.
Sotto l’influsso della Sua invincibile potenza, essi (gli uomini meno intelligenti) vedo-
no in me il maestro supremo.
15 Gli Scritti vedici hanno origine dal Signore Supremo e servono a conoscerLo. Gli esse-
ri celesti hanno il compito di servirLo come parti del Suo corpo, i pianeti esistono solo
per Lui e i sacrifici sono compiuti solo per soddisfarLo.
17 Da Lui solo investito di potere, ho scoperto, per ispirazione dell’Anima Suprema onni-
presente, ciò che Egli (Narayana) aveva già creato, e io stesso fui creato da Lui sol-
tanto.
22 Dopo che apparve il primo purusa (Karanarnavasayi Visnu), il mahat-tattva, cioè il
principio della manifestazione materiale, fu manifestato, seguito dal tempo e dalle
tre influenze materiali, che rappresentano la natura materiale e si trasformano in
azione.
23 L’animazione del mahat-tattva genera l’azione materiale. Dapprima si sviluppano la
virtù e la passione, poi, sotto l’influenza dell’ignoranza, si manifestano la materia, la
conoscenza relativa ad essa e l’azione che ne derivano.
6:20 Il mondo spirituale, che rappresenta i tre quarti dell’energia del Signore, è situato
al di là dell’universo materiale ed è destinato in particolare a coloro che non devono
mai più rinascere.
33 Caro figlio, ho risposto così a tutte le tue domande e sappi che tutto ciò che
esiste – sia la causa che l’effetto, nell’universo materiale come nel mondo spirituale –
dipende da Dio, la Persona Suprema.
35 Benché io sia conosciuto come l’illustre Brahma, perfetto nella successione dei
maestri spirituali della saggezza vedica, benché abbia compiuto ogni forma di
austerità e sia aperto nella scienza dei poteri soprannaturali e della realizzazione
spirituale, e benché i famosi antenati degli esseri viventi mi considerino tale e mi
offrano il loro rispettoso omaggio, non posso comprendere il Signore, la fonte stessa
della mia esistenza.
37 Poiché né Siva, né tu né io abbiamo potuto determinare i limiti della felicità
spirituale, come potrebbero farlo gli altri esseri celesti ? Confusi come siamo
dall’energia esterna illusoria del Signore, non possiamo far altro che osservare
questa manifestazione cosmica secondo la nostra capacità.
39 Sri Krishna, Dio, la Persona Suprema e originale, crea questo cosmo manifestato
attraverso la Sua prima manifestazione, quella di Visnu, Sua emanazione plenaria,
ma Lui stesso resta non nato. E’ in Lui che ha luogo la creazione, e la materia e le Sue
manifestazioni non sono altro che Lui stesso. Egli le mantiene per un certo tempo,
poi le riassorbe in Sé.
7:39 All’inizio della creazione solo l’austerità, io [Brahma] e i Prajapati, i grandi saggi
che hanno il dovere di procreare, esistiamo. Poi, nel corso della creazione appaiono
Visnu, gli esseri dotati di poteri e i re dei diversi pianeti. Ma alla fine si manifesta
l’irreligione, poi vengono Siva e gli atei pieni di collera. Ma tutti non sono che
manifestazioni diverse dell’energia del Signore onnipotente.
43 O Narada, le potenze di Dio sono incomprensibili e incommensurabili, ma poiché
tutti noi siamo anime sottomesse, sappiamo che il Signore agisce attraverso le Sue
energie dette yoga-maya.
52 Descrivi dunque questa scienza di Dio con determinazione e in modo che il sublime
servizio di devozione offerto al Signore Supremo, Hari, l’Anima Suprema di tutti gli
esseri viventi e la fonte originale di ogni energia, sia reso perfettamente accessibile
all’uomo.
53 Le attività del Signore in relazione con le Sue diverse energie possono essere
descritte, ascoltate e apprezzate in conformità con l’insegnamento del Signore. Chi
si dedica a questa pratica con assiduità, devozione e rispetto sfuggirà certamente
alla presa dell’energia illusoria del Signore.
8:4 Coloro che con grande serietà ascoltano assiduamente lo Srimad-Bhagavatam
vedranno molto presto Sri Krishna, la Persona Divina, manifestarSi nel loro cuore.
9 Brahma, che non ha alcuna origine materiale, perchè è nato dal fiore di loto che cre-
sce dall’ombelico del Signore, è il creatore di tutti coloro che nascono in un corpo di
materia. Il Signore, con la Sua misericordia, rivelò a Brahma la Sua forma trascen-
dentale.
28 Egli cominciò a rispondere alle domande di Maharaja Pariksit, dicendo che la scienza
di Dio, la Persona Suprema, fu dapprima trasmessa a Brahma dal Signore stesso, alla
nascita di Brahma. Lo Srimad-Bhagavatam è il supplemento dei Veda e concorda
perfettamente con l’insegnamento vedico.
9:1 Sri Sukadeva Gosvami disse:
O re, a meno che non subisca l’influenza dell’energia di Dio, la Persona Suprema, non
si potrebbe spiegare come l’anima, che possiede una coscienza pura, si leghi al corpo
materiale; questa relazione è simile a quella di un uomo che in sogno vede agire il
proprio corpo.
3 Non appena l’essere individuale di stabilisce nella gloria del suo vero sé e comincia a
gustare la felicità della Trascendenza, al di là del tempo e dell’energia materiale, si
libera subito dai due falsi concetti dell’esistenza [“io” e “mio”] e vede manifestarsi
pienamente la sua identità pura e reale.
5 Supremo in questo universo, Brahma, il primo maestro spirituale, non riusciva a sco-
prire l’origine del fiore di loto su cui si trovava seduto e sebbene progettasse la
creazione di questo mondo materiale, non riusciva a trovare la giusta linea di svilup-
po per la sua opera di creazione, né a capirne il procedimento.
8 L’ascesi di Brahma durò mille anni celesti. Egli attribuì un carattere divino a questa
vibrazione spirituale che veniva dal cielo. Poté così controllare la mente e i sensi, e
le sue austerità sono un grande insegnamento per tutti gli esseri. Perciò egli è co-
nosciuto come il più grande di tutti gli asceti.
9 Dio, la Persona Suprema, fu molto soddisfatto delle austerità a cui Brahma si era
sottoposto e volle rivelargli la Sua dimora personale, Vaikuntha, pianeta supremo.
Questa dimora spirituale del Signore è adorata da tutte le anime realizzate, che sono
libere da ogni forma di sofferenza o di paura relative all’esistenza illusoria.
11 Gli abitanti dei pianeti Vaikuntha hanno la carnagione blu come il cielo. I loro occhi
assomigliano al fiore di loto e il loro aspetto è quello di adolescenti. Tutti hanno
quattro braccia e il loro corpo esercita un grande fascino. Portano vestiti gialli e
sono tutti meravigliosamente ornati da collane di perle e medaglioni. Una radiosità
brillante emana dalla loro persona.
13 Numerose aeronavi scintillanti volano leggere nel cielo dei pianeti Vaikuntha; porta-
no i grandi mahatma, i devoti del Signore, insieme con le loro compagne, la cui car-
nagione celeste le rende belle come la folgore. A vederli così si direbbe che il cielo
sia ornato di nuvole e di fulmini.
14 Là, sui pianeti Vaikuntha, Brahma vide Dio, la Persona Suprema, il Signore di tutti i
devoti, il Signore della dea della fortuna, il Signore di tutti i sacrifici e il padrone del-
l’universo. Gli sono attorno i Suoi migliori servitori, come Nanda, Sunanda, Prabala e
Arhana, Suoi compagni intimi.
17 Seduto sul Suo trono, il Signore è circondato da diverse energie, come le quattro, le
sedici, le cinque e le sei perfezioni naturali, e da altre energie minori di carattere
temporaneo. Ma Lui regna da sovrano assoluto e gode della propria dimora.
19 Vedendo Brahma davanti a Sé, il Signore lo considerò degno di creare gli esseri vi-
venti e di compiere la Sua volontà, e per mostrargli la Sua soddisfazione gli strinse
la mano e sorridendo gli rivolse queste parole.
20 Così parlò la Persona Divina, la cui bellezza è infinita:
O Brahma, tu che fosti impregnato di conoscenza vedica, la lunga ascesi che hai in-
trapreso, animato dal desiderio di creare, Mi riempie di soddisfazione; invece i cosid-
detti yogi non si attirano affatto i Miei favori.
23 O Brahma, tu che sei senza peccato, sappi che fui Io, all’inizio, che ti ordinai di com-
piere austerità, mentre tu eri confuso riguardo al tuo dovere. Questa austerità è il
Mio cuore e la Mia anima: lei ed Io siamo tutt’uno.
24 Con questa austerità Io creo il cosmo, lo mantengo e alla fine lo riassorbo in Me. E’
dunque nell’austerità soltanto che risiede la forza potenziale.
35 O Brahma, sappi che gli elementi che compongono l’universo entrano nel cosmo pur
non entrandovi; così Io esisto in tutto ciò che è creato e simultaneamente sono al-
l’esterno di ogni cosa.
39 Alla scomparsa di Hari, Dio, la Persona Suprema, l’oggetto di piacere trascenden-
tale per i sensi dei devoti, Brahma, a mani giunte, cominciò a ricreare l’universo e
a popolarlo di esseri viventi, così com’era precedentemente.
10:1 Sri Sukadeva Gosvami disse:
Lo Srimad-Bhagavatam contiene dieci categorie di assiomi che riguardano
rispettivamente: la creazione dell’universo, le fasi secondarie della creazione, i
sistemi planetari, la protezione assicurata dal Signore, l’impeto creatore, il
succedersi dei Manu, la scienza di Dio, il ritorno a Dio nella nostra dimora originale,
la liberazione e il summum bonum.
5 La scienza divina descrive le manifestazioni di Dio, la Persona Suprema, e le Sue
numerose attività; descrive inoltre le attività dei grandi devoti del Signore.
10 Uscita dall’Oceano Causale, dove questo primo purusa-avatara era apparso, la
gigantesca forma universale del Signore [Maha-Visnu] separò i differenti universi e
penetrò in ciascuno di essi, desiderando sdraiarSi sulle acque trascendentali che Egli
stesso aveva creato [l’Oceano Garbhodaka].
12 Occorre sapere in tutta certezza che gli elementi materiali, l’azione, il tempo, le
influenze della natura materiale e gli esseri individuali che ne sono i beneficiari,
esistono solo grazie alla Sua misericordia e che sono distrutti appena il Signore li
abbandona.
Commento al v. 13:
Di conseguenza, prima della creazione o manifestazione dell’universo materiale, esiste soltanto
il Signore come energia totale (maha-samasti).
…
Poiché tutto emana dal Signore
(Maha-Visnu o Maha-samasti), niente nell’universo materiale è differente da Lui. Ma ognuna
delle Sue energie ha una funzione specifica, assegnata dal Signore, e di conseguenza rimane
distinta da Lui. Similmente, gli esseri individuali che sono anch’essi un’energia del Signore,
cioè la Sua potenza marginale, sono simultaneamente differenti e non differenti da Lui.
Commento al v. 30:
Il cuore di ogni essere individuale è la sede dell’Anima Suprema, il Paramatma, che è
un’emanazione plenaria di Dio, l’Essere Supremo.
34 Ma al di là [di questa manifestazione materiale grossolana] esiste una
manifestazione spirituale, che è più sottile di ciò che vi è di più sottile. Non ha né
inizio, né metà, né fine, perciò è al di là dei limiti dell’espressione verbale e della
speculazione intellettuale e trascende ogni concezione materiale.
42 Dopo aver creato l’universo, Dio, la Persona Suprema, il sostegno di tutti, apparve
in diverse manifestazioni per richiamare a Sé gli esseri condizionati di ogni genere –
gli esseri umani, creature inferiori ed esseri celesti.
43 Poi, alla fine dei tempi, il Signore in persona nella forma di Rudra, il distruttore,
annienterà l’intera creazione, come il vento dissipa le nuvole.
45 Il Signore non interviene direttamente nella creazione e nella distruzione del
mondo materiale. Quando i Veda Gli attribuiscono questo ruolo è per combattere
la teoria secondo cui la natura materiale avrebbe il potere di creare.
CANTO 3
1:44 L’avvento del Signore ha luogo affinché siano annientati i ribelli. Le
Sue attività sono di natura trascendentale e si offrono alla
comprensione di tutti gli esseri. Altrimenti, perché il Signore
scenderebbe sulla Terra, Lui che trascende tutte le influenze materiali?
2:10 In nessuna circostanza i discorsi di persone sviate dall’energia illusoria
del Signore possono distrarre l’intelligenza delle anime completamente
sottomesse al Signore.
14 Dopo aver scambiato con Lui risa, sguardi e dolci sentimenti, le
ragazze di Vraja sprofondarono nell’angoscia quando Krishna le lasciò.
Un tempo Lo seguivano continuamente con lo sguardo, ma ormai non
potevano che rimanere sedute, l’intelligenza stordita, incapaci di
portare a termine i loro doveri domestici.
Commento al v. 14:
Nella Sua infanzia a Vrindavana, Sri Krishna era diventato famoso come l’amico
dispettoso di tutte le ragazze della Sua età, per le quali Egli provava un amore
perfettamente spirituale. Il Suo amore per loro era così intenso che non c’è
niente che possa essere paragonato all’estasi che Gli procurava, e le ragazze di
Vraja provavano per Lui un attaccamento così profondo che il loro affetto
superava quello dei grandi esseri celesti, come Brahma e Siva. Alla fine Krishna
ammise di essere stato vinto dall’affetto trascendentale delle gopi e Si dichiarò
incapace di ricambiare il loro meraviglioso affetto. Sebbene a volte le gopi
sembrassero esasperate dal comportamento dispettoso del Signore, quando
Krishna le lasciava non potevano tollerare la separazione e Lo seguivano
sempre con lo sguardo e con la mente. In Sua assenza erano così turbate che
non riuscivano neppure a portare a termine i loro doveri domestici. Anche negli
scambi d’amore tra ragazzi e ragazze nessuno supera Krishna. Le Scritture
rivelate affermano che Sri Krishna non va mai oltre i confini di Vrindavana, ma
dimora eternamente là, legato dall’amore assoluto dei suoi abitanti. Di
conseguenza, anche se Krishna non è visibile ora, noi abbiamo la sicurezza che
Egli non Si allontana mai da Vrindavana, nemmeno per un istante.
16 Quando penso a Sri Krishna, a come nacque nella prigione di Vasudeva,
sebbene Egli sia il non-nato; a come andò a Vraja, lasciando la
protezione di Suo padre, e là visse in segreto per paura del nemico; e a
come fuggì da Mathura impaurito, sebbene Egli abbia una potenza
illimitata, resto turbato davanti al carattere incomprensibile di questi
avvenimenti.
29 Mentre pascolava le Sue meravigliose mandrie, il Signore, il ricettacolo
di ogni opulenza e fortuna, suonava il flauto, riempiendo di entusiasmo
i giovani pastori, Suoi fedeli compagni.
Commento al v. 29:
Quando ebbe sei o sette anni, il Signore ricevette l’incarico di portare al
pascolo le mucche e i buoi. Egli era il figlio di un ricco proprietario terriero, che
possedeva centinaia di migliaia di mucche, e secondo l’economia vedica, la
ricchezza di un uomo si misura dall’ampiezza delle sue riserve di cereali e dal
numero delle sue mucche. Infatti, con questi due soli fattori — mucche e cereali
— l’umanità può risolvere ogni problema di nutrizione. La società ha bisogno
solo di una quantità sufficiente di cereali e di un numero sufficiente di mucche
per ritrovare il suo equilibrio economico. Tutto il resto rappresenta solo un
bisogno artificiale, creato dall’uomo per rovinare la sua preziosa vita umana e
sprecare il tempo in cose inutili. Sri Krishna, come precettore dell’umanità, ha
voluto dimostrare con le proprie azioni, che i vaisya, cioè i commercianti e gli
agricoltori, devono aver cura delle mucche e dei buoi, proteggendo questi
animali di grande valore. Secondo la smrti, la mucca rappresenta la madre
dell’uomo e il bue il padre. La mucca è paragonata alla madre perché dà il suo
latte all’uomo, proprio come una madre dà il suo latte al bambino. E come il
padre lavora per i figli, il bue ara i campi, partecipando così alla produzione dei
cereali; il bue è considerato dunque il padre dell’uomo. È evidente che
l’umanità ucciderà in sé ogni spirito vitale, se uccide suo padre e sua madre.
34 Nella terza stagione dell’anno, in una notte d’autunno illuminata dal
chiaro di luna, il Signore godette della compagnia di giovani donne,
dopo averle attratte con dolci canzoni, e apparve in mezzo a loro come
la bellezza sovrana.
3:21 Il Signore godette dei Suoi divertimenti sulla Terra e su altri pianeti
[superiori], specialmente in compagnia della dinastia Yadu. Nelle ore
di riposo offerte dalla notte, Egli godette anche dell’amicizia e dei
sentimenti amorosi delle Sue spose.
22 Così il Signore visse come uomo di famiglia per moltissimi anni, ma
alla fine manifestò pienamente il Suo distacco dall’effimera vita
sessuale.
4:16 “O Signore, perfino i saggi eruditi sentono la loro intelligenza turbarsi,
quando vedono che T’impegni nell’azione interessata, sebbene Tu sia
libero da ogni desiderio, e quando appari in questo mondo, sebbene Tu
sia non-nato; essi si stupiscono anche quando fuggi per paura del
nemico e Ti rifugi in una fortezza, sebbene Tu sia il controllore del
tempo invincibile. Infine, diventano confusi quando vedono che godi
della vita di famiglia, circondato da numerose spose, sebbene Tu sia
soddisfatto in Te stesso.”
5:4 Perciò, o grande saggio, istruiscimi nella scienza del servizio di
devozione, che permette di soddisfare il Signore; situato nel cuore di
ogni essere, Egli può allora rivelare dall’interno la conoscenza della
Verità Assoluta, secondo gli antichi princìpi vedici. Questa conoscenza è
rivelata solo a coloro che si sono purificati con la pratica del servizio di
devozione.
14 O saggio, le persone che a causa delle loro attività peccaminose si
oppongono ai discorsi sulla Trascendenza e di conseguenza ignorano lo
scopo del Mahabharata [della Bhagavad-gita], suscitano pietà anche in
coloro che sono degni di pietà. Anch’io provo pietà per loro, perché
vedo che il tempo eterno usa i loro giorni, mentre essi si dedicano alla
speculazione filosofica, teorizzano su questo o su quello scopo da
raggiungere e compiono differenti rituali.
18 Sri Maitreya disse:
O Vidura, tutte le glorie a te. Tu mi hai interrogato sul bene supremo e
in questo modo hai mostrato la tua misericordia al mondo e anche a
me, perché la tua mente è sempre assorta nella Trascendenza.
24 Il Signore, proprietario incontestato di tutto ciò che esiste, era l’unico
testimone. La manifestazione cosmica non esisteva ancora ed Egli Si
sentiva imperfetto in assenza delle Sue emanazioni plenarie e distinte.
L’energia materiale era allo stato latente, mentre la potenza interna
era manifestata.
25 Il Signore è Colui che vede, e l’energia esterna, che è l’oggetto del Suo
sguardo, agisce come causa e come effetto della manifestazione
cosmica. O Vidura, tu che sei così fortunato, questa energia esterna è
conosciuta come maya, o illusione, e solo attraverso la sua azione ha
luogo l’intera creazione materiale.
31 A contatto con la virtù, il falso ego si trasforma nella mente. Anche
tutti gli esseri celesti che dirigono il mondo fenomenico sono generati
da questa interazione del falso ego e della virtù.
I sensi sono certamente generati dall’azione della passione sul falso
ego, perciò la speculazione filosofica e l’attività interessata sono
principalmente prodotti della passione.
44 Coloro che sono vincolati da un attaccamento eccessivo per il proprio
corpo effimero e per i parenti, e sono legati ai concetti di “io” e “mio”
sono incapaci di percepire i Tuoi piedi di loto, sebbene questi si trovino
nel loro stesso corpo. Quanto a noi, o Signore, prendiamo rifugio ai
Tuoi piedi di loto.
51 O Essere Supremo, Ti preghiamo di darci le Tue benevole direttive sul
modo in cui desideri che noi agiamo, noi che in origine siamo stati
generati dal mahat-tattva, l’energia cosmica globale. Abbi la bontà di
darci la Tua potenza e la Tua conoscenza perfette, in modo da poterTi
servire nei diversi settori della creazione.
6:1 Maitreya Rsi disse:
Così il Signore seppe che ogni evoluzione nell’opera di creazione
dell’universo era sospesa, a causa della non-fusione delle Sue potenze,
come il mahat-tattva.
Commento al v. 1:
Non manca niente nella creazione del Signore; tutte le potenze vi sono
presenti, ma allo stato latente, e a meno che non si combinino per volontà del
Signore, niente può progredire.
2 Il Signore dalla potenza suprema entrò allora simultaneamente nei
ventitré elementi, accompagnato dalla dea Kali, la Sua energia esterna,
che da sola amalgama tra di loro tutti gli elementi.
3 Quando il Signore Supremo, accompagnato dalla Sua energia, entrò
negli elementi, tutti gli esseri viventi furono svegliati alle differenti
attività, come si riprendono le proprie attività dopo essere usciti dal
sonno.
4 Quando i ventitré elementi principali divennero attivi per volontà del
Supremo, la gigantesca forma universale, la visva-rupa del Signore, fu
manifestata.
Commento al v. 4:
La virat-rupa o visva-rupa, la gigantesca forma universale del Signore,
apprezzata in particolare dagli impersonalisti, non è una forma eterna del
Signore. È manifestata per la volontà suprema del Signore, dopo la
manifestazione degli elementi della creazione materiale. Sri Krishna mostrò
questa Visva-rupa ad Arjuna al solo fine di convincere gli impersonalisti che
Egli è la Persona Suprema e originale. Fu Krishna che manifestò la virat-rupa e
non la virat-rupa che fece apparire Krishna. Perciò la virat-rupa non è una
forma che il Signore manifesta nel mondo spirituale, ma appartiene alle Sue
manifestazioni materiali.
7 L’energia totale del mahat-tattva, dopo aver preso la forma gigantesca
virat-rupa, Si divise da sola nella coscienza degli esseri individuali,
nell’azione che caratterizza la vita e nell’identificazione col sé, e
queste a loro volta si suddividono in una, dieci e tre ramificazioni.
Commento al v. 9:
Questa energia centrale è l’energia superiore del Signore, il Quale si trova presente nel cuore dell’essere, accanto all’anima, che agisce sotto la direzione del Signore. La Bhagavad-gita (15.15) lo spiega con queste parole:
L’intera energia centrale deriva dal cuore, dove è prodotta dal Signore, che vi
Si trova presente e che aiuta l’anima condizionata a ricordare e a dimenticare.
Lo stato condizionato è dovuto al fatto che l’anima ha dimenticato la relazione
di subordinazione che la unisce al Signore.
39 La meravigliosa potenza del Signore Supremo è fonte di smarrimento
anche per i grandi prestigiatori. Questa potenza è sconosciuta perfino
al Signore, che è sufficiente in Se stesso; come dunque potrebbero
conoscerla gli altri?
7:35 O tu che sei senza peccato, poiché il Signore Supremo, Colui che
controlla tutti gli esseri, è anche il padre di ogni religione e di tutti
coloro che desiderano compiere attività religiose, ti prego di dirmi
come si può soddisfarLo pienamente.
Commento al v. 37:
Nel Kasi-khanda:
“I devoti del Signore non vedono mai distrutta la loro esistenza individuale,
neanche dopo la distruzione dell’intera manifestazione cosmica. Il Signore e i
devoti che vivono in Sua compagnia sono eterni, sia nel mondo materiale sia
nel mondo spirituale.”
8:10 A quel tempo, quando i tre mondi erano immersi nell’acqua,
Garbhodakasayi Visnu era solo, disteso sul letto formato dal grande
serpente Ananta, e nonostante sembrasse dormire, immerso nella Sua
potenza interna, libero dall’influenza dell’energia esterna, i Suoi occhi
non erano completamente chiusi.
Commento al v. 11:
Dopo che i tre mondi — i sistemi planetari superiori, intermedi e inferiori —
furono sommersi dalle acque della dissoluzione, i loro abitanti conservarono il
loro corpo sottile, in virtù dell’energia detta kala. Nel corso di questa
dissoluzione i corpi grossolani cessarono di essere manifestati, ma i corpi sottili
continuarono a esistere, proprio come l’acqua della creazione materiale. Perciò
l’energia materiale non era completamente riassorbita, come succede durante
la distruzione totale dell’universo materiale.
15 Allora Sri Visnu, l’Anima Suprema, entrò in questo fiore di loto
universale. E quando questo fu impregnato di tutti gli attributi della
natura materiale, si manifestò colui che incarna la saggezza vedica e
che è detto nato da sé.
16 Brahma, che era appena nato dal fiore di loto, non poteva vedere il
mondo, sebbene si trovasse al centro del fiore. Fece dunque il giro
dello spazio e gettando lo sguardo in tutte le direzioni, acquisì quattro
teste, una per ogni direzione.
17 Situato su questo fiore di loto, Brahma non poteva veramente capire
né la creazione, né il fiore di loto, né se stesso. Poi, al termine dell’era,
l’aria della devastazione cominciò ad agitare le acque e con esse il
fiore di loto, creando grandi onde circolari.
31 Mentre guardava il Signore, simile a una montagna, Brahma concluse
che Egli era Hari, la Persona Suprema. Vide anche che la ghirlanda di
fiori che scendeva sul Suo petto era meravigliosa e Lo glorificava con
dolci canti vedici. Il disco Sudarsana, la Sua arma, Lo proteggeva, e
neppure il sole, la luna, l’aria e il fuoco potevano avvicinarsi a Lui.
32 Mentre Brahma, l’artefice del destino universale, guardava il Signore,
posò simultaneamente il suo sguardo sulla creazione. Vide allora il
lago formato dall’ombelico di Visnu, il fiore di loto, l’acqua della
devastazione, l’aria che la prosciugava e il firmamento. Tutto si rivelò
ai suoi occhi.
33 Brahma, saturo dell’influenza della passione, fu incline a creare, e
dopo aver visto le cinque cause della creazione, che il Signore
Supremo gli indicava, si mise a offrirGli rispettose preghiere per
acquisire la mentalità creativa.
9:1 Brahma disse:
O mio Signore, dopo tanti anni di austerità, oggi posso conoscerTi.
Come sono sfortunate le anime incarnate, a cui non è data questa
opportunità! Mio Signore, Tu sei l’unico oggetto della conoscenza,
poiché al di là di Te non c’è alcuna realtà suprema; tutto ciò che si
potrebbe supporre superiore a Te non è l’Assoluto. Manifestando
l’energia di creazione materiale, Tu riveli di essere il Supremo.
3 O mio Signore, non vedo alcuna forma superiore a questa Tua forma di
felicità e conoscenza eterne. Nella Tua luce impersonale del Brahman,
nel cielo spirituale, non si verifica alcun cambiamento o
deterioramento della potenza interna. Mi sottometto dunque a Te,
perché mentre io sono orgoglioso del mio corpo e dei miei sensi
materiali, Tu, Signore, sei la causa della manifestazione cosmica,
eppure non sei toccato dalla materia.
6 Gli abitanti di questo mondo sono assaliti da ogni sorta di ansietà
materiali e vivono continuamente nella paura. Si sforzano sempre di
proteggere il loro corpo, le loro ricchezze e i loro parenti. Sono sempre
in preda ai lamenti, ai desideri illeciti; sono attaccati a oggetti
indesiderabili e meschinamente basano le loro imprese sui concetti
effimeri di “io” e “mio”. O Signore, finché non prendono rifugio
all’ombra sicura dei Tuoi piedi di loto, saranno sempre perseguitati da
queste ansietà.
8 O Signore, autore di gesta meravigliose, queste creature miserabili
sono costantemente turbate dalla fame, dalla sete, dal freddo, dalla
bile e dalle altre secrezioni del corpo; la tosse li opprime durante
l’inverno e il caldo li soffoca durante l’estate; la pioggia, il vento e altri
disagi li assalgono senza sosta. Inoltre, sono preda di forti impulsi
sessuali e di una collera incessante. Ho pietà di loro e mi rattristo della
loro sorte.
9 O Signore, le sofferenze materiali non hanno esistenza reale per
l’anima. Eppure, finché l’anima condizionata crede che il corpo sia fatto
per il piacere dei sensi, non può uscire dal labirinto formato da queste
sofferenze materiali, perché si trova sotto l’influenza della Tua energia
esterna.
10 Di giorno questi non-devoti impegnano i sensi in lavori duri e
complicati, e di notte soffrono d’insonnia, perché la loro intelligenza
interrompe continuamente il loro sonno con varie speculazioni mentali.
Inoltre, vedono tutti i loro progetti sventati da forze soprannaturali.
Anche i grandi saggi, se si oppongono all’ascolto dei discorsi
trascendentali che riguardano le Tue glorie, devono conoscere il
turbinio di nascite e morti in questo mondo.
11 Mio Signore, i Tuoi devoti possono contemplarTi attraverso gli orecchi,
grazie alla pratica dell’ascolto spirituale con cui essi purificano il loro
cuore, che diventa allora il Tuo luogo di residenza. Tu sei così
misericordioso verso i Tuoi devoti che Ti manifesti a loro nella forma
spirituale ed eterna, sulla quale essi meditano costantemente.
12 Mio Signore, Tu non sei molto soddisfatto dell’adorazione che gli esseri
celesti Ti offrono, loro che si sforzano di renderTi un culto fastoso, con
numerosi oggetti, pur nutrendo numerosi desideri materiali. Tu sei
presente nel cuore di ogni essere come Anima Suprema al solo fine di
diffondere su tutti la Tua misericordia incondizionata. Tu sei l’eterno
benefattore, ma rimani inaccessibile al non-devoto.
13 Ciònonostante, le attività virtuose, come il compimento dei riti vedici,
la carità, le rigide austerità e il servizio trascendentale, se sono
compiute per adorarTi e soddisfarTi con l’offerta dei frutti che esse
conferiscono, sono anch’esse benefiche. Queste attività religiose non
saranno mai inutili.
16 Tua Grazia rappresenta la radice fondamentale dell’albero dei sistemi
planetari. Quest’albero è cresciuto penetrando dapprima la natura
materiale con i suoi tre tronchi — Tu l’onnipotente, Siva e me stesso —,
in vista della creazione, del mantenimento e della dissoluzione; poi, da
questi tre tronchi sono cresciuti molti rami. A Te, dunque, che sei
l’albero della manifestazione cosmica, offro il mio omaggio.
17 Gli uomini agiscono tutti in modo insensato, invece di dedicarsi alle
attività benefiche che Tu stesso hai definito per guidarli. Finché essi
mantengono una forte tendenza ad agire in modo irragionevole, i piani
che essi perseguono nella lotta per l’esistenza saranno distrutti. A
Colui che agisce così nella forma del tempo eterno offro il mio
omaggio.
23 Il Signore Supremo, Dio, è sempre il benefattore delle anime
sottomesse. Le Sue attività sono sempre compiute attraverso la Sua
potenza interna, Rama, la dea della fortuna. Io prego solo di poterLo
servire, creando il mondo materiale, e di non essere toccato dalla
contaminazione materiale nel corso della mia opera, perché così potrò
sbarazzarmi dell’orgoglio di essere il creatore.
27 Il Signore vide che Brahma era molto ansioso di progettare e costruire
i differenti sistemi planetari e allo stesso tempo depresso alla vista
delle acque devastatrici. 28 Sensibile al sentimento di Brahma, Egli
pronunciò parole profonde e ponderate che dissiparono ogni illusione
che era potuta nascere in lui.
29 Il Signore Supremo disse:
O Brahma, maestro delle profondità della saggezza vedica, non sentirti
scoraggiato o angosciato per l’opera della creazione. Ciò che Mi stai
chiedendo ti è già stato accordato.
30 O Brahma, se vuoi ricevere il Mio favore, devi situarti nell’austerità e
nella meditazione, e seguire i principi della conoscenza. Grazie a
queste attività, tutto ti sarà rivelato dall’interno, nel tuo cuore.
31 O Brahma, quando sarai assorto nel servizio devozionale, verrà il
momento, durante le tue attività creatrici, che Mi vedrai in te e in ogni
luogo dell’universo, e vedrai che tu stesso, l’universo intero e tutti gli
esseri viventi sono situati in Me.
32 Mi vedrai in ogni essere e in ogni luogo dell’universo, come il fuoco è
presente nel legno. Solo dopo aver raggiunto questo livello di visione
trascendentale, potrai liberarti da ogni forma di illusione.
33 Quando ti sarai liberato dal concetto del corpo grossolano e sottile, e i
tuoi sensi saranno purificati da tutte le influenze della natura
materiale, avrai in Mia presenza la realizzazione della tua forma pura.
Allora sarai al livello della coscienza pura.
34 Poiché hai desiderato aumentare la popolazione dell’universo in
proporzioni illimitate e moltiplicare i tuoi modi di servire, non proverai
mai alcuna mancanza in questi campi, perché la Mia misericordia senza
causa nei tuoi confronti aumenterà continuamente e per sempre.
41 Secondo l’opinione di esperti spiritualisti, il fine delle buone opere
tradizionali, dell’austerità, dei sacrifici, della carità, delle pratiche
yoga, della meditazione e di ogni altra attività simile consiste nel
volerMi soddisfare.
42 Io sono l’Anima Suprema di ogni essere, la guida suprema e l’essere
più caro. Le persone si attaccano stupidamente al corpo grossolano e
sottile, mentre in realtà dovrebbero essere attaccate a Me soltanto.
10:20 Tutti gli alberi e le piante, esseri immobili, cercano il loro
sostentamento verso l’alto. Sono praticamente incoscienti, ma sono
sensibili al dolore. Ne esistono molte varietà.
28, 29 La creazione degli esseri celesti determina otto categorie di esseri: 1)
gli esseri celesti veri e propri; 2) gli antenati; 3) gli asura, o demoni;
4) i Gandharva e le Apsara, o angeli; 5) gli Yaksa e i Raksasa; 6) i
Siddha, i Carana e i Vidyadhara; 7) i Bhuta, i Preta e i Pisaca; 8) gli
esseri sovrumani, i cantori celesti e altri ancora. Tutti furono creati da
Brahma, il demiurgo dell’universo.
Commento:
Come è spiegato nel secondo Canto, i Siddha sono gli abitanti di Siddhaloka e
viaggiano nello spazio senza l’aiuto di veicoli. Semplicemente con la loro
volontà possono spostarsi da un pianeta all’altro senza alcuna difficoltà.
Sembra dunque che gli abitanti dei pianeti superiori siano molto più evoluti
degli abitanti della Terra nel campo dell’arte, della cultura e della scienza,
perché il loro cervello è più sviluppato di quello degli uomini. Anche gli spiriti e
i folletti menzionati qui sono considerati esseri celesti, perché sono in grado di
compiere imprese che nessun uomo può attuare.
11:1 La più piccola particella esistente nella manifestazione materiale,
indivisibile e non costituita in un corpo, si chiama atomo. Anche dopo
la dissoluzione di tutte le forme, l’atomo continua a esistere come
entità invisibile. Il corpo materiale non è altro che una combinazione di
questi atomi, ma l’uomo comune non può capirlo.
2 Gli atomi sono la condizione ultima dell’universo manifestato. Quando
essi mantengono la loro forma, senza costituirsi in corpi differenti,
sono definiti un tutto unico e illimitato. Esistono certamente differenti
corpi nelle varie forme fisiche, ma sono gli atomi in sé che
compongono l’intera manifestazione cosmica.
3 Si può calcolare il tempo misurando il movimento degli atomi che si
combinano nei corpi. Il tempo rappresenta la potenza dell’onnipotente
Signore Supremo, Hari, che dirige ogni movimento fisico, sebbene Egli
non sia direttamente visibile nel mondo fisico.
4 Il tempo atomico si misura secondo lo spazio atomico preciso che esso
copre. Il tempo che copre l’aggregato non manifestato degli atomi è
detto il grande tempo.
Commento al v. 4:
Tempo e spazio sono fattori correlativi. Il tempo, infatti, si misura in funzione
dello spazio atomico che copre. Il tempo ufficiale è calcolato in funzione del
movimento del sole, e il tempo atomico è il tempo che il sole impiega a coprire
lo spazio di un atomo. Il tempo più lungo corrisponde all’esistenza intera della
manifestazione indifferenziata. Tutti i pianeti coprono un certo spazio
percorrendo la loro orbita, e questo spazio si calcola in atomi. Ogni pianeta
segue la sua orbita in modo costante, compreso il sole. Il tempo globale che
copre la creazione, il mantenimento e la distruzione dell’universo, misurato
secondo la rotazione dell’insieme dei sistemi planetari fino al termine della
creazione, è conosciuto come il kala supremo.
5 Le divisioni del tempo grossolano si misurano come segue: due atomi
formano un doppio-atomo, e tre di questi doppi-atomi formano un
esatomo, che è visibile nei raggi di sole che penetrano attraverso le
fessure di una persiana. Si possono chiaramente vedere gli esatomi
che salgono verso l’alto.
Commento al v. 5:
L’atomo è definito come una particella invisibile, ma quando sei di questi atomi
si uniscono, formano un trasarenu, che diventa visibile nella luce del sole che
passa attraverso le fessure di una persiana.
6 Il tempo necessario per l’integrazione di tre trasarenu forma un truti,
e cento truti formano un vedha. Tre vedha formano un lava.
Commento al v. 6:
Se si divide un secondo in 1687,5 parti, ognuna di queste parti equivale a un
truti, che è il tempo necessario per l’integrazione di diciotto particelle
atomiche. Questa combinazione di atomi in differenti corpi forma la base
secondo cui si calcola il tempo materiale. Il sole è il punto centrale a partire dal
quale si misurano i differenti periodi di tempo.
7 Il tempo coperto da tre lava equivale a un nimesa, l’unione di tre
nimesa forma uno ksana, cinque ksana insieme formano un kastha, e
quindici kastha formano un laghu.
Commento al v. 7:
Un semplice calcolo permette di scoprire che un laghu equivale a due minuti.
In questo modo il calcolo atomico del tempo, così come ce lo rivela la saggezza
vedica, può essere convertito in tempo attuale.
8 Quindici laghu formano un nadika, detto anche danda. Due danda
formano un muhurta, e sei o sette danda rappresentano il quarto di un
giorno o di una notte, secondo il calcolo dell’uomo.
9 Il recipiente per misurare la durata di un nadika, o di un danda, può
essere fabbricato con un vaso di rame del peso di sei pala [397 gr.],
nel quale si sarà praticato un foro con un’asta d’oro del peso di quattro
masa e lunga quattro dita. Quando si posa questo recipiente
sull’acqua, il tempo necessario perché si riempia d’acqua fino alla
sommersione si chiama danda.
Commento al v. 9:
Questo verso precisa che il foro nel recipiente di rame dev’essere fatto con
un’asta che non superi il peso di quattro masa e non misuri più di quattro dita
di lunghezza: questo serve a regolare il diametro del foro. Quindi si posa il
recipiente sull’acqua, e il tempo necessario alla sua sommersione si chiama
danda. Questo è un altro metodo per misurare un danda, metodo regolato
dallo stesso principio della clessidra. Sembra che al tempo della civiltà vedica
non mancasse nessuna conoscenza, si tratti della fisica, della chimica o delle
matematiche superiori. Le misure potevano essere effettuate in modi differenti,
usando i mezzi più semplici.
10 È stato calcolato che ci sono quattro prahara, o yama, in un giorno
degli uomini e altrettanti in una notte. Quindici giorni e quindici notti
formano un paksa e in un mese ci sono due di questi paksa, uno detto
bianco e l’altro nero.
11 Due paksa, di quindici giorni ciascuno, formano un mese, che
corrisponde a un giorno e a una notte sul pianeta dei Pita. Due di
questi mesi formano una stagione e sei mesi corrispondono al tempo
che impiega il sole per passare dal sud al nord.
12 Il tempo che il sole impiega a percorrere i due emisferi equivale a un
giorno e a una notte degli esseri celesti, o anche a un anno intero
secondo il calendario degli uomini. E gli uomini hanno una durata di
vita di cento anni.
Commento:
Per quanto riguarda il tempo, abbiamo pensato di aggiungere qui una tabella
delle sue divisioni con l’equivalente del tempo attuale.
un truti = 8/13 500 secondo
un vedha = 8/135 secondo
un lava = 8/45 secondo
un nimesa = 8/ 15 secondo
un ksana = 8/5 secondo
un kastha = 8 secondi
un laghu = 2 minuti
un danda = 30 minuti
un prahara = 3 ore
un giorno = 12 ore
una notte = 12 ore
un paksa = 15 giorni
33 Così, la vita finisce per tutti gli esseri, compreso Brahma. Per ogni
essere la durata di vita è di cento anni, secondo il valore del tempo sui
differenti pianeti.
34 I cento anni della vita di Brahma si dividono in due parti uguali. La
prima metà è già trascorsa, ed egli si trova ora nella seconda metà.
12:28 O Vidura, abbiamo saputo che Brahma ebbe anche una figlia di nome
Vak, che nacque dal suo corpo e suscitò in lui desideri sessuali,
sebbene ella non provasse alcuna attrazione sessuale per lui.
Commento al v. 28:
Balavan indriya-gramo vidvamsam api karsati (S.B, 9.19.17): i sensi sono così impetuosi e
incontrollabili che possono sviare anche l’uomo più consapevole e più saggio.
Perciò è raccomandato di non vivere soli nemmeno con la madre, con la sorella
o con la propria figlia. Vidvamsam api karsati significa che perfino il più erudito
degli uomini può essere vittima dei desideri sensuali. Maitreya esitava a
svelare questa deviazione di Brahma, che aveva provato un’attrazione sessuale
per la propria figlia, ma la menzionò ugualmente perché queste cose capitano;
Brahma ne è l’esempio vivente, eppure lui è il primo essere e il più erudito in
tutto l’universo. E se Brahma diventò preda dei desideri sessuali, che dire degli
altri esseri, per natura soggetti a tante debolezze materiali! È stato
riconosciuto che questa sorprendente manifestazione di immoralità da parte di
Brahma lo aveva colpito nel corso di un kalpa preciso, che non può essere
quello in cui Brahma udì direttamente dal Signore i quattro versi essenziali
dello Srimad-Bhagavatam, perché in quell’occasione il Signore, dopo averlo
istruito nella scienza del Bhagavatam, gli aveva accordato la benedizione di
non essere mai preda della confusione in nessun kalpa. Da ciò si può dedurre
che Brahma fu vittima dei desideri sessuali prima di ascoltare lo Srimad-
Bhagavatam, perché dopo averlo ricevuto direttamente dal Signore, è
impossibile che abbia potuto subire un simile fallimento.
Dobbiamo prendere seriamente nota di questo incidente. L’uomo è un animale
sociale, e se non limita i suoi rapporti con l’altro sesso, si espone alla
degradazione. Infatti, la libertà dei rapporti sociali tra uomini e donne,
specialmente tra i giovani, è un grande ostacolo sulla via del progresso
spirituale. L’incatenamento alla materia è dovuto solo all’attaccamento
sessuale, perciò l’assenza di restrizioni nei rapporti uomo-donna non può
essere che dannoso. Maitreya riportò questo incidente della vita di Brahma
unicamente per metterci in guardia contro questo grande pericolo.
30 “Padre, quest’azione in cui ti stai coinvolgendo non fu mai tentata da
nessun altro Brahma, né da nessun altro, né da te stesso in kalpa
precedenti, e nessuno in futuro oserà tentarla. Tu sei, in questo
universo, l’essere supremo, perciò come puoi desiderare di unirti a tua
figlia senza poter controllare il tuo desiderio?
31 “Sebbene tu sia il più potente di tutti gli esseri, questo atto non ti si
addice, perché tutti gli uomini prendono esempio da te per progredire
sulla via spirituale.
33 A queste parole dei Prajapati, Brahma, il loro padre, sentì una
profonda vergogna e lasciò subito il corpo che lo rivestiva. In seguito
questo corpo apparve in tutte le direzioni sotto forma della pericolosa
nebbia nell’oscurità.
49 Brahma si rivestì in seguito di un altro corpo, nel quale l’attività
sessuale non era proibita, e continuò così l’opera della creazione.
Commento al v. 49:
Nel suo corpo precedente, di natura esclusivamente spirituale, ogni attrazione
sessuale era proibita, perciò Brahma dovette rivestirsi di un altro corpo per
poter avere una vita sessuale. Così continuò l’opera di creazione. Il corpo
abbandonato da lui si trasformò nella nebbia, come abbiamo già spiegato.
50 O figlio dei Kuru, quando Brahma vide che, nonostante la presenza di
saggi dotati di grande potenza, la popolazione dell’universo non
cresceva adeguatamente, cominciò seriamente a pensare al modo di
accrescere la popolazione.
51 Brahma disse tra sé: “Ahimè! Che strano! Nonostante mi sia
disseminato in tutte le direzioni, l’universo non è ancora
sufficientemente popolato. Solo il destino può essere la causa di
questa sfortuna.”
52 Mentre era immerso in questi pensieri e contemplava la potenza
soprannaturale, altre due forme furono generate dal suo corpo. Esse
sono ancora oggi celebrate come il corpo di Brahma.
Commento al v. 52:
Due corpi uscirono dal corpo di Brahma. Uno aveva dei baffi, e l’altro il petto
sporgente. Nessuno potrebbe spiegare l’origine esatta della loro
manifestazione, perciò ancora oggi sono conosciuti come kayam, “il corpo di
Brahma”, senza un’indicazione precisa sulla loro relazione con lui come figlio e
figlia.
53 I due nuovi corpi distinti si unirono in un rapporto sessuale.
54 Di queste due forme, quella che aveva un aspetto maschile fu
conosciuta come il Manu di nome Svayambhuva, e l’altra, dall’aspetto
femminile, fu chiamata Satarupa, la regina del grande Manu.
55 Dalla loro unione nacquero generazioni di esseri che accrebbero la
popolazione dell’universo.
13:12 O re, il migliore servizio che tu possa offrirmi consiste nel proteggere
in modo adeguato gli abitanti di questo universo materiale. E
sicuramente, quando il Signore Supremo vedrà in te un giusto
protettore delle anime condizionate, Lui stesso, il maestro dei sensi,
sarà molto soddisfatto di te.
14 Sri Manu disse:
O signore onnipotente, vincitore di tutti i peccati, ubbidirò al tuo
ordine. Posso ora conoscere il mio luogo di residenza e quello di tutti
gli esseri che nasceranno da me?
15 O capo degli esseri celesti, ti prego, fai in modo di sollevare la Terra
inghiottita nelle profondità dell’oceano, perché essa deve servire come
luogo di residenza per tutti gli esseri. Questa impresa può essere
compiuta per la tua volontà e per la misericordia del Signore.
Commento al v. 15:
La grande distesa d’acqua di cui parla questo verso è l’oceano Garbhodaka, che
riempie metà dell’universo.
16 Sri Maitreya disse:
Allora, vedendo la Terra sommersa, Brahma rifletté a lungo sul modo
di sollevarla dalle acque.
17 [Brahma pensò:]
Mentre ero impegnato nell’opera della creazione, la Terra è stata
inondata da un diluvio e inghiottita nelle profondità dell’oceano. Che
cosa posso fare, io che sono ancora impegnato a creare? Meglio
lasciare che sia il Signore onnipotente a dirigerci.
31 Con grande facilità l’avatara-Cinghiale prese la Terra sulle Sue zanne e
la sollevò dalle acque. Egli appariva straordinariamente splendente.
Poi, fiammeggiante di collera come il disco Sudarsana, uccise
immediatamente il demone [Hiranyaksa], sebbene questi tentasse di
combattere contro il Signore.
45 O Signore, le Tue attività meravigliose non conoscono limiti e
certamente chiunque ne cerchi il limite dà prova di stupidità. Ogni
persona che vive in questo mondo è condizionata dalle potenti forze
soprannaturali; perciò Ti preghiamo di accordare la Tua misericordia
senza causa a queste anime condizionate.
47 Così, il Signore Supremo, Sri Visnu, il sostegno di tutti gli esseri,
sollevò la Terra dall’acqua e dopo averla messa a galleggiare, tornò
nella Sua dimora.
50 Chi dunque, tra gli esseri umani, può vivere in questo mondo e non
interessarsi al fine ultimo dell’esistenza? Chi può rifiutare il nettare dei
racconti che riguardano le attività del Signore Supremo, che sono
sufficienti a liberarci da ogni sofferenza materiale?
14:5 Il grande saggio Maitreya disse:
O guerriero, la tua richiesta si addice perfettamente a un devoto,
perché riguarda l’apparizione del Signore Supremo, Colui che libera
dalla catena di nascite e morti tutti coloro che, altrimenti, sarebbero
destinati alla morte.
6 Ascoltando questi racconti dal saggio [Narada], il figlio del re
Uttanapada [Dhruva] fu illuminato sul Signore Supremo; posando il
piede sulla testa della morte, salì fino al regno di Dio.
18 Come si può traversare l’oceano su una grande nave, così è possibile
traversare la pericolosa situazione rappresentata dall’oceano
dell’esistenza materiale, vivendo accanto a una moglie.
15:12 Brahma disse:
Sanaka, Sanatana, Sanandana e Sanat-kumara, tutti e quattro nati
dalla mia mente, sono i vostri predecessori. Essi viaggiano talvolta nei
mondi materiali e spirituali senza alcun desiderio preciso.
13 Un giorno, dopo aver percorso tutti gli universi, essi entrarono nel
mondo spirituale, poiché erano liberi da ogni contaminazione
materiale. Nel mondo spirituale si trovano pianeti spirituali detti
Vaikuntha, che sono la dimora del Signore Supremo e dei Suoi puri
devoti, e che sono venerati dagli abitanti di tutti i pianeti materiali.
14 Tutti gli abitanti dei pianeti Vaikuntha hanno una forma simile a quella
del Signore Supremo. E tutti sono assorti nel servizio di devozione,
senza il minimo desiderio di gratificazione dei sensi.
15 Là, sui pianeti Vaikuntha, regna il Signore Supremo, la Persona
originale, che non è possibile conoscere attraverso le Scritture
vediche. In Lui tutto è pura virtù, senza la minima traccia di passione o
d’ignoranza. È Lui che assicura il progresso dei Suoi devoti sulla via
della religione.
16 Là si stendono molte foreste propizie. Gli alberi sono alberi dei desideri
e in ogni stagione sono carichi di fiori e frutti perché sui pianeti
Vaikuntha tutto è spirituale e personale.
Commento al v. 16:
Sui pianeti Vaikuntha la terra, gli alberi, i fiori e i frutti, così come le mucche,
tutto è completamente spirituale e personale. Gli alberi sono chiamati alberi
dei desideri. Sulla Terra gli alberi possono produrre fiori e frutti seguendo le
leggi dell’energia materiale, ma sui pianeti Vaikuntha gli alberi, la terra, gli
uomini e gli animali sono tutti spirituali; là non c’è differenza tra l’albero e
l’animale, o tra l’animale e l’uomo. In questo verso la parola murtimat indica
che tutto ha una forma spirituale. L’assenza di forma, come la concepiscono gli
impersonalisti, è dunque rifiutata in questo verso; sui pianeti Vaikuntha,
sebbene tutto sia spirituale, tutto ha una forma ben definita. Gli alberi e gli
uomini hanno una forma, e poiché tutti sono di natura spirituale, non esiste tra
loro alcuna differenza, benché prendano aspetti differenti.
17 Gli abitanti dei pianeti Vaikuntha volano nelle loro aeronavi insieme
con le loro compagne e con i loro canti glorificano eternamente le
qualità e le attività del Signore, che non hanno mai un carattere di
cattivo augurio. Cantando le glorie del Signore, non prestano
attenzione nemmeno ai madhavi in fiore, profumati e carichi di
nettare.
20 Gli abitanti di Vaikuntha viaggiano in aeronavi fatte di lapislazzuli,
smeraldi e oro, dove si affollano le loro compagne dai larghi fianchi e
dal bel viso sorridente. Ma la loro allegria e il loro fascino angelico non
li stimola alla passione.
24 [Brahma continuò:]
Miei cari esseri celesti, la forma umana è così importante che anche
noi desideriamo ottenerla, perché solo in questa forma umana si può
raggiungere la perfetta conoscenza e la più alta verità spirituale. Se
una persona che ha ottenuto questa nascita non arriva a comprendere
il Signore Supremo e il Suo regno, significa che subisce pesantemente
l’influenza dell’energia esterna.
25 Coloro che sperimentano trasformazioni fisiche sotto l’effetto
dell’estasi e che respirano pesantemente e si coprono di sudore
ascoltando le glorie del Signore, sono elevati al regno di Dio, anche se
trascurano la meditazione e le altre austerità. Il regno di Dio si trova al
di là di tutti gli universi materiali, ed è desiderato da Brahma e dagli
altri esseri celesti.
26 Così i grandi saggi Sanaka, Sanatana, Sanandana e Sanat-kumara
provarono una felicità senza precedenti nel raggiungere, grazie alle
loro pratiche yoga, il regno di Vaikuntha, nel mondo spirituale.
Scoprirono che il cielo là era illuminato da aeroplani
meravigliosamente ornati e guidati dai migliori devoti di Vaikuntha, e
poterono constatare che questo mondo era governato dal Signore
Supremo in persona.
29 In qualunque luogo andassero, i grandi saggi guidati da Sanaka
avevano libero accesso. Per loro, le nozioni di “nostro” e “loro” non
esistevano. Fu dunque con mente aperta e del tutto naturalmente che
si accinsero a passare per la settima porta, proprio come avevano già
attraversato le prime sei, che erano fatte d’oro e di diamanti.
30 I quattro saggi-bambini, che erano vestiti solo dell’aria circostante,
sembravano avere solo cinque anni, sebbene in realtà fossero i più
anziani di tutti gli esseri creati e avessero realizzato la loro vera
identità. Ma quando i guardiani li videro, impedirono loro il passaggio
con le loro mazze, mancando così di rispetto a questi personaggi
gloriosi che non meritavano un trattamento simile. Così, col loro
comportamento si resero sgraditi al Signore.
Commento al v. 30:
I quattro saggi erano i primi quattro figli di Brahma, perciò tutti gli altri esseri,
compreso Siva, erano nati dopo di loro, e sono dunque più giovani dei quattro
Kumara. Sebbene abbiano l’aspetto di bambini di soli cinque anni e vadano in
giro nudi, i Kumara sono più anziani di tutti gli esseri creati e hanno realizzato
la loro vera identità.
16:7 [Il Signore proseguì:]
Poiché Io sono il servitore dei Miei devoti, i Miei piedi di loto hanno un
così grande potere di purificazione che cancellano immediatamente
ogni colpa, e Io ho acquisito una tale disposizione d’animo verso la dea
della fortuna che Ella non Mi lascia mai, sebbene Io non provi alcun
attaccamento per Lei, che pure è celebrata per la Sua bellezza, e alla
quale sacri voti sono offerti al fine di ottenere da Lei anche un piccolo
favore.
Commento al v. 22:
Perciò il Movimento per la Coscienza di Krishna
proibisce tre attività peccaminose: il sesso illecito, l’uso di sostanze tossiche o
inebrianti e il consumo di cibi che non siano stati offerti a Krishna, cioè tutto
ciò che non è prasada. Queste tre proibizioni si fondano sui princìpi di
austerità, purezza e misericordia. I devoti sono misericordiosi perché
risparmiano la vita dei poveri animali e sono puri perché si astengono dagli
alimenti contaminati e dalle cattive abitudini. L’austerità è rappresentata dalla
continenza sessuale. Questi princìpi, che sono messi in evidenza nelle
preghiere dei quattro Kumara, devono essere seguiti da tutti i devoti impegnati
nella coscienza di Krishna.
Commento al v. 24:
La forza manifestata per volere di Krishna attraverso Arjuna, nella battaglia di Kuruksetra, era anch’essa necessaria, perché quando gli uomini diventano troppo empi la forza
s’impone. In questo caso, la non-violenza è cosa da mascalzoni.
Commento al v. 25:
Le Scritture insegnano che chiunque abbia una
fede ferma nel servizio al Signore, oppure si dedichi praticamente al servizio
d’amore assoluto, acquisisce tutte le qualità degli esseri celesti. Per questo
motivo un devoto non può mai trovarsi nell’errore. Può capitargli di sbagliare
per cause accidentali o circostanze particolari, ma non è mai nulla di grave.
In generale, nei nostri
rapporti con i devoti, non dovremmo cercare di trovare i loro errori. A questo
proposito la Bhagavad-gita conferma che il devoto che serve il Signore
Supremo con fede dev’essere sempre considerato un sadhu, una persona
santa, anche se gli capita di commettere un errore grossolano. A causa delle
Sue precedenti abitudini può capitare che commetta qualche errore, ma poiché
il devoto è impegnato al servizio del Signore, il suo errore non dev’essere
preso molto seriamente.
Commento al v. 26:
Buddha, per esempio,
era un avatara eppure predicò l’ateismo: “Dio non esiste’,, diceva. Ma il Suo
avvento faceva parte di un piano molto vasto, come spiega lo Srimad-
Bhagavatam.
Commento al v. 31:
Sui pianeti materiali esistono differenti tipi di attività colpevoli, e tra esse la
mancanza di rispetto verso un brahmana o un vaisnava è la più grave. Ma
questo verso spiega chiaramente che perfino questo grave peccato può essere
cancellato se si pensa a Visnu, sia pure in modo non favorevole, cioè animati
dalla collera. Così anche i non-devoti, se pensano sempre a Visnu, si liberano
da tutti i peccati. La coscienza di Krishna è la più alta forma di pensiero e
nell’età in cui viviamo si può pensare a Sri Visnu cantando il mantra
Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare
Emerge chiaramente da questo insegnamento del Bhagavatam che se
pensiamo a Krishna, anche come nemici, il fatto stesso di pensare a Lui
costituisce una qualità particolare che ci purifica da ogni peccato.
17:19 Grazie a una benedizione ricevuta da Brahma, Hiranyakasipu, il
primogenito, non temeva di essere ucciso da nessuno nei tre mondi.
Per aver ricevuto questa grazia era orgoglioso e pieno di sé, e tenne
sotto il suo controllo i tre sistemi planetari.
Commento:
Come sarà rivelato nei capitoli seguenti, Hiranyakasipu si era sottoposto a dure
austerità allo scopo di soddisfare Brahma, e aveva ottenuto da lui la
benedizione di essere immortale. In realtà, neanche Brahma può accordare
una tale benedizione, ma Hiranyakasipu ricevette indirettamente la grazia per
cui nessun essere nell’universo materiale avrebbe potuto ucciderlo. In altre
parole, poiché veniva in origine dal regno di Vaikuntha non doveva essere
ucciso da nessun essere che vivesse nell’universo materiale. Il Signore
desiderava apparire personalmente in questo mondo per ucciderlo. Alcuni sono
molto orgogliosi del loro alto livello di conoscenza materiale, ma nessuno è
immunizzato contro i quattro mali dell’esistenza materiale, cioè la nascita, la
malattia, la vecchiaia e la morte.
Commento al v. 20:
La mentalità demoniaca consiste nell’educare tutti i membri della famiglia allo
sfruttamento delle risorse dell’universo per la soddisfazione personale, mentre
la mentalità divina consiste nell’usare tutto al servizio del Signore.
19:37 O brahmana, chiunque ascolti, canti o gusti il meraviglioso racconto
dell’uccisione del demone Hiranyaksa per mano del Signore, apparso
nella Sua forma di Cinghiale originale per liberare il mondo, è subito
liberato dalle conseguenze di tutti i peccati, compreso l’assassinio di
un brahmana.
38 Questo racconto, sacro tra tutti, conferisce in proporzioni straordinarie
merito, ricchezza, gloria, longevità e permette di soddisfare ogni
desiderio. Sul campo di battaglia aumenta la potenza degli organi vitali
e degli organi d’azione. Chi lo ascolta all’ultimo momento della vita, o
Saunaka, raggiunge il regno supremo del Signore.
Commento al v. 20:2:
Come devoto,
Vidura ci mostra col suo esempio che un luogo dove Krishna non è onorato non
è un luogo di residenza adatto all’uomo. Il devoto dev’essere tollerante per
quello che riguarda i suoi interessi personali, ma non deve tollerare un
atteggiamento discutibile nei confronti del Signore o del Suo devoto.
5 Essi [Vidura e Maitreya] certamente parlarono dei numerosi racconti
che si riferiscono ai divertimenti del Signore. Ascoltare questi racconti
perfettamente puri è come bagnarsi nelle acque del Gange, perché
questo ascolto ha il potere di liberare dalle conseguenze di tutti i
peccati.
Commento a 21:4:
Devahuti è descritta come molto avanzata nella pratica dello yoga in
otto fasi. Queste fasi si susseguono in quest’ordine: 1) controllo dei sensi; 2)
osservanza rigorosa dei princìpi regolatori; 3) pratica delle differenti posizioni
sedute; 4) controllo della respirazione; 5) separazione dei sensi dai loro
oggetti; 6) concentrazione della mente; 7) meditazione; 8) realizzazione della
propria identità spirituale. Alla realizzazione spirituale segue lo sviluppo di altri
otto livelli di perfezione, chiamati yoga-siddhi.
30 Col cuore purificato per avere seguito correttamente le Mie istruzioni e
averMi offerto i frutti di tutte le tue attività, alla fine Mi raggiungerai.
31 Per la compassione che mostrerai verso tutti gli esseri, raggiungerai la
realizzazione spirituale. Assicurando una protezione totale a tutti gli
altri esseri, percepirai in Me il tuo stesso sé e insieme tutti gli universi,
e Mi vedrai in te.
22:34 Svayambhuva Manu era dunque un re santo. Benché fosse assorto nei
piaceri materiali, non era trascinato verso il livello più basso
dell’esistenza perché godeva sempre della felicità materiale in
un’atmosfera cosciente di Krishna.
35 Di conseguenza, benché la sua esistenza volgesse al termine, la sua
lunga vita — un’era di Manvantara — non era trascorsa invano, poiché
egli aveva sempre ascoltato, contemplato, scritto e cantato i
divertimenti del Signore.
36 Assorto nel pensiero di Vasudeva e dedicando a Lui tutte le sue azioni,
trascorse la sua vita, che dura settantuno cicli di quattro ere [71 x 4
320.000 anni]. Poté così trascendere le tre destinazioni.
23:56 Chiunque non sia guidato dalle sue azioni a volgersi verso la religione,
chiunque non sia portato dalle sue pratiche religiose rituali a scegliere
la rinuncia, o la cui rinuncia non sfoci nel servizio di devozione offerto
al Signore Supremo, dev’essere considerato morto anche se respira.
24:2 Il saggio disse:
Non essere rattristata, o principessa. Tu sei in realtà degna di lode e
l’infallibile Signore Sovrano entrerà ben presto nel tuo grembo per
diventare tuo figlio.
3 Tu ti sei sottomessa a voti sacri e Dio ti benedirà. D’ora in poi adora il
Signore con grande fede, controllando i sensi, osservando le pratiche
religiose, praticando l’austerità e offrendo in carità le tue ricchezze.
7 Al momento della Sua discesa sulla Terra, esseri celesti che avevano
preso la forma di nuvole di pioggia fecero risuonare nel cielo strumenti
musicali. I musicisti celesti, i Gandharva, cantavano le glorie del
Signore, mentre le danzatrici celesti, le Apsara, danzavano nella più
grande gioia.
8 Il giorno del Suo avvento gli esseri celesti che si spostano liberamente
nel cielo fecero piovere petali di fiori. Tutte le direzioni, tutte le acque
e le menti di tutti gli esseri furono appagate.
9 Brahma, il primo essere creato, andò con Marici e altri saggi al luogo
dove si trovava l’eremitaggio di Kardama, luogo circondato dal fiume
Sarasvati.
Commento al v. 9:
Brahma è chiamato Svayambhu perché non è nato da un padre e da una
madre materiali. Egli è il primo essere creato e nacque dal fiore di loto che
cresce dall’addome del Signore Supremo, Garbhodakasayi Visnu. Perciò è
chiamato Svayambhu, colui che è nato da sé.
10 Maitreya continuò:
O distruttore del nemico, Brahma, il non-nato, che è quasi
indipendente nell’acquisire la conoscenza, poté capire che nel grembo
di Devahuti era apparsa, nella Sua qualità di pura esistenza,
un’emanazione del Signore Supremo che si proponeva di spiegare la
conoscenza globale conosciuta come sankhya-yoga.
11 Dopo aver adorato il Signore con un cuore puro e pieno di gioia per le
attività che Egli, in quanto avatara, avrebbe svolto, Brahma si rivolse a
Kardama e a Devahuti.
12 Brahma disse:
Kardama, mio caro figlio, poiché tu hai accettato senza duplicità tutte
le mie istruzioni, mostrando loro il dovuto rispetto, mi hai venerato
come si conviene. Ti sei sottomesso a ogni mia istruzione e in questo
modo mi hai onorato.
13 Questo è il modo preciso in cui i figli devono obbedire al padre.
Bisogna infatti obbedire agli ordini del padre o del maestro spirituale
con tutti i dovuti riguardi, dicendo: “Sì, maestro.”
16 O Kardama, so che il Signore Supremo e originale è ora apparso come
avatara in virtù della Sua potenza interna. Egli appaga tutti i desideri
degli esseri viventi ed è ora visibile nella forma di Kapila Muni.
35 Il Signore Sovrano, Kapila, disse:
Tutto ciò che dico, direttamente o attraverso le Scritture, è autorevole
sotto tutti gli aspetti per gli abitanti di questo mondo. O muni, poiché
ti avevo promesso di diventare tuo figlio, sono venuto a confermare
questa verità.
36 Sono sceso in questo mondo col preciso scopo di esporre la filosofia
del sankhya, che è tenuta in grande considerazione, in vista della
realizzazione spirituale, da coloro che desiderano uscire dal labirinto
dei vani desideri materiali.
37 Questa via di realizzazione spirituale, difficile da comprendere, si è
perduta nel corso del tempo. Sappi che sono apparso nella forma di
Kapila per introdurre e spiegare di nuovo questa filosofia agli uomini.
38 Ora, con la mia approvazione, va’ secondo il tuo desiderio e abbandona
a Me tutte le tue attività. Trionfando sulla morte insormontabile,
adoraMi al fine di ottenere la vita eterna.
39 Nel tuo cuore, attraverso l’intelletto, tu vedrai sempre Me, l’Anima
Suprema che brilla di luce propria e risiede nel cuore di tutti gli esseri.
Raggiungerai così la vita eterna, libero dal lamento e dalla paura.
25:1 Sri Saunaka disse:
Sebbene non-nato, Dio, la Persona Suprema, nacque come Kapila Muni
in virtù della Sua potenza interna. Egli discese in questo mondo per
diffondere la conoscenza trascendentale a beneficio dell’umanità
intera.
7 Devahuti disse:
Sono stanca di essere tormentata dai sensi materiali, perché a causa di
questa febbre, mio Signore, sono sprofondata nell’abisso
dell’ignoranza.
13 Il Signore Supremo rispose:
Lo yoga che si riferisce al Signore e all’anima individuale, che mira al
bene ultimo dell’essere vivente e che comporta il distacco dalle gioie e
dai dolori del mondo materiale, è il metodo di yoga più elevato.
14 O madre, tu così virtuosa, ti spiegherò ora l’antichissima scienza dello
yoga, la stessa che un tempo rivelai ai grandi saggi. Questa via è utile
e pratica sotto ogni aspetto.
15 Quando la coscienza dell’essere è attratta dalle tre influenze della
natura materiale (virtù, passione, tenebre), l’essere è detto condizionato. Ma quando questa
stessa coscienza si attacca a Dio, la Persona Suprema, l’essere si situa
al livello liberato.
16 Quando l’essere è completamente liberato dalla lussuria e dall’avidità,
contaminazioni dovute alla falsa identificazione dell’“io” con il corpo e
del “mio” con le proprietà del corpo, la sua mente diventa pura. A
questo livello di purezza egli trascende certamente il livello della
cosiddetta felicità e sofferenza materiali.
17 L’anima può allora vedersi così com’è, trascendentale all’esistenza
materiale, eternamente risplendente della sua stessa luce e mai
frammentata, nonostante le sue dimensioni infinitesimali.
18 A questo stadio di realizzazione spirituale, con la pratica della
conoscenza e della rinuncia nel servizio di devozione, è possibile
vedere ogni cosa nella giusta prospettiva. Allora si diventa indifferenti
verso l’esistenza materiale e le influenze materiali cominciano ad
allentare la presa.
21 I sintomi di un sadhu (devoto) sono la tolleranza, la compassione e
l’atteggiamento amichevole verso tutti gli esseri. Il sadhu non ha
nemici, è sereno, si conforma alle Scritture, e tutte le sue
caratteristiche sono sublimi.
Commento al v. 21:
E il devoto del Signore è
misericordioso verso tutti — cani, gatti, alberi, e così via. Egli agisce in modo
tale che, alla fine, tutti possano ottenere la salvezza e liberarsi dal giogo della
materia. Sivananda Sena, uno dei discepoli di Sri Caitanya, permise a un cane
di ottenere la liberazione, agendo con lui su un livello spirituale. Esistono molti
esempi simili, in cui un cane ottenne la liberazione a contatto con un sadhu,
perché queste persone sante operano in vista di offrire il beneficio più grande a
tutti gli esseri. Ma sebbene il sadhu non sia nemico di nessuno, il mondo è così
ingrato che anche lui ha molti nemici.
22 Tale sadhu s’impegna fermamente nel servizio di devozione offerto al
Signore senza alcuna deviazione. In favore del Signore egli rinuncia a
ogni altra relazione, come i rapporti familiari e le amicizie materiali.
37 Essendo completamente assorto in Me, il devoto non desidera
nemmeno la più alta benedizione che si può raggiungere sui sistemi
planetari superiori, compreso Satyaloka. Egli non desidera nemmeno le
otto perfezioni materiali dell’astanga-yoga, né desidera essere elevato
al regno di Dio. Eppure, anche senza desiderarlo, il devoto ottiene tutte
queste benedizioni in questa vita stessa.
39, 40 Così, adorando Me, l’onnipresente Signore dell’universo, con un
servizio di devozione costante, il devoto rinuncia al desiderio di
raggiungere i pianeti celesti o di essere felice in questo mondo con le
ricchezze, i figli, il bestiame, la casa o con qualsiasi altro oggetto
relativo al corpo. Questo devoto, Io lo porto al di là della nascita e
della morte.
44 Perciò le persone che fissano la mente sul Signore s’impegnano nella
pratica intensiva del servizio di devozione. Questo è l’unico modo per
raggiungere la perfezione finale della vita.
26:2 La conoscenza è la perfezione suprema della realizzazione spirituale.
Ti spiegherò ora questa conoscenza, che permette di tagliare i nodi
dell’attaccamento al mondo materiale.
11 L’insieme degli elementi materiali, cioè i cinque elementi grossolani, i
cinque elementi sottili, i quattro sensi interni, i cinque sensi che
permettono l’acquisizione della conoscenza e i cinque organi d’azione,
sono conosciuti col nome di pradhana.
12 I cinque elementi grossolani sono la terra, l’acqua, il fuoco, l’aria e
l’etere. I cinque elementi sottili sono invece l’odore, il sapore, il colore,
l’oggetto del tatto e il suono.
13 I sensi che permettono l’acquisizione della conoscenza e gli organi
d’azione formano un totale di dieci elementi. Essi sono l’udito, il tatto,
il gusto, la vista e l’odorato, inoltre l’organo della parola, le membra
che permettono di agire, quelle che servono per spostarsi, e infine gli
organi di riproduzione e di evacuazione.
14 I sensi interni, sottili, si manifestano in quattro aspetti, sotto forma di
mente, di intelligenza, di falso ego e di coscienza contaminata. Si
possono distinguere soltanto per le loro rispettive funzioni, che
presentano caratteristiche differenti.
15 Tutti questi elementi costituiscono il Brahman detto saguna, ossia
dotato di attributi. L’elemento che li fa combinare tra loro, cioè il
tempo, è considerato il venticinquesimo elemento.
18 Mediante la manifestazione delle Sue potenze, il Signore Supremo
regola tutti questi differenti elementi, rimanendo all’interno di tutto
ciò che esiste come Anima Suprema, e all’esterno nella forma del
tempo.
Commento al v. 18:
Poiché l’essere individuale fa parte integrante di Dio, la Persona Suprema, il
Signore è molto affezionato all’essere individuale. Purtroppo, quando l’essere
individuale è confuso o illuso dall’energia esterna, dimentica la sua relazione
eterna col Signore, ma appena riprende coscienza della sua natura originale,
diventa liberato
Commento al v. 52:
E’ precisato inoltre che questa descrizione riguarda un solo universo a forma di
uovo. Esistono innumerevoli universi oltre al nostro e alcuni sono
infinitamente più grandi. L’universo che abitiamo è il più piccolo e per questa
ragione il maestro di questo universo, Brahma, ha solo quattro teste per
amministrarlo. In altri universi, che hanno dimensioni molto maggiori, Brahma
possiede un numero maggiore di teste. Il Caitanya-caritamrta riferisce che un
giorno tutti questi Brahma furono chiamati da Krishna su richiesta del nostro
Brahma, il quale rimase stupefatto alla vista degli altri Brahma, tutti più grandi
di lui. Questa è la potenza inconcepibile del Signore. Nessuno può misurare la
grandezza di Dio con la speculazione intellettuale o commettendo l’errore
grossolano di identificarsi con Lui. Simili tentativi sono pura follia.
27:1 Kapila, il Signore Supremo, proseguì:
Quando l’anima individuale non è più toccata dalle influenze della
natura materiale, poiché ha realizzato la sua posizione immutabile e
non pretende di possedere nulla, rimane separata da queste influenze,
sebbene viva in un corpo materiale, proprio come il sole resta
distaccato dal suo riflesso sull’acqua.
2 L’anima che subisce il giogo della natura materiale e del falso ego,
identificandosi col corpo, diventa assorta in attività materiali e sotto
l’influenza del falso ego crede di possedere tutto ciò che la circonda.
3 Così, l’anima condizionata trasmigra in differenti specie, superiori e
inferiori, a causa del suo contatto con le influenze della natura
materiale. A meno che non si liberi dalle sue occupazioni materiali,
deve accettare questa posizione a causa dei suoi atti colpevoli.
4 Sebbene l’essere vivente trascenda l’esistenza materiale, la sua
esistenza in questo mondo continua senza fine, a causa della sua
tendenza a dominare la natura materiale. Come in un sogno, l’essere
subisce ogni sorta di disagi.
5 Ogni anima condizionata ha il dovere di orientare la sua coscienza
impura, ora attaccata al piacere materiale, verso il servizio di
devozione, applicandosi con molta serietà e distacco. Allora la mente e
la coscienza saranno perfettamente controllate.
7 Chi agisce nel servizio di devozione deve vedere tutti gli esseri con
occhio uguale, senza nutrire inimicizia per nessuno ma anche senza
stringere relazioni intime. Bisogna inoltre osservare il celibato, essere
sobri, compiere i propri doveri eterni e offrirne i frutti a Dio, la Persona
Suprema.
8 Per il mantenimento, il devoto dovrebbe essere soddisfatto di ciò che
guadagna senza grande difficoltà. Non dovrebbe mangiare più del
necessario, dovrebbe vivere in un luogo solitario ed essere sempre
riflessivo, sereno, amichevole, compassionevole e cosciente del suo
vero sé.
Commento al v. 13:
Quando noi affermiamo di abbandonare il nostro ego significa che rinunciamo al falso ego,
ma il vero ego resta sempre presente.
14 Sebbene il devoto possa sembrare totalmente immerso nei cinque
elementi materiali, negli oggetti di piacere, nei sensi, nella mente e
nell’intelligenza materiali, dev’essere considerato sveglio e libero dal
falso ego.
18 Come la terra non può esistere separatamente dal suo profumo, o
l’acqua non può esistere separatamente dal suo gusto, così la
coscienza non può avere un’esistenza separata dall’intelligenza.
24 Abbandonando il suo desiderio di dominare la natura materiale, per
aver preso coscienza della natura colpevole di questo desiderio,
l’essere vivente diventa indipendente e si erge nella sua propria gloria.
26 L’influenza della natura materiale non può nuocere a una persona
illuminata, anche se questa è impegnata in attività materiali, perché
essa conosce la verità che riguarda l’Assoluto e ha la mente fissa su
Dio, la Persona Suprema.
28, 29 Il Mio devoto raggiunge la realizzazione spirituale per la Mia
misericordia infinita e senza causa e una volta libero da ogni dubbio,
progredisce fermamente verso la sua destinazione, che si trova
direttamente sotto la protezione della Mia energia spirituale, di pura
felicità. Questa è la perfezione suprema, cui ogni essere deve tendere.
Dopo aver lasciato il corpo materiale, il bhakti-yogi raggiunge dunque
questa dimora trascendentale e non torna mai più in questo mondo.
30 Quando l’attenzione del perfetto yogi non è più attratta dalle
meraviglie che i poteri soprannaturali permettono di compiere,
semplici manifestazioni dell’energia esterna, il suo progresso verso di
Me non conosce limiti, tanto che la morte non ha più presa su di lui.
29:8 Il servizio di devozione compiuto da una persona invidiosa, orgogliosa,
violenta, collerica e separatista, si situa sotto l’influenza dell’ignoranza.
9 La devozione del separatista che adora le murti nel tempio, animato
dal desiderio di godimento materiale, di fama e di opulenza, è sotto
l’influenza della passione.
10 La devozione di un devoto che adora il Signore Supremo e Gli offre i
frutti delle sue azioni, in modo da liberarsi dalla contaminazione legata
all’azione interessata, è sotto l’influenza della virtù.
11, 12 Il servizio devozionale puro e senza mescolanze si manifesta quando
la mente del devoto è istantaneamente attratta dall’ascolto del nome e
delle qualità trascendentali del Signore, che risiede nel cuore di ogni
essere. Come l’acqua del Gange fluisce naturalmente verso l’oceano,
l’estasi devozionale, non ostacolata da alcuna condizione materiale,
fluisce liberamente verso il Signore Supremo.
18 Il devoto deve sempre cercare di ascoltare attentamente i discorsi di
carattere spirituale e impiegare il suo tempo nel canto dei santi nomi
del Signore. Deve sempre comportarsi in modo franco e diretto, essere
semplice e, pur non invidiando nessuno e mostrandosi amico verso
tutti, evitare la compagnia di chi non è avanzato sul piano spirituale.
20 Come il carro dell’aria trasporta un aroma dalla sua fonte, catturando
subito il senso dell’odorato, così chi s’impegna con costanza nel
servizio di devozione, nella coscienza di Krishna, può catturare l’Anima
Suprema che è ugualmente presente in ogni luogo.
22 Chi adora la murti, la forma di Dio installata nel tempio, ma non sa che
il Signore Supremo è presente anche nel cuore di ogni essere come
Paramatma (anima suprema), è situato nell’ignoranza e può essere paragonato a una
persona che offre oblazioni nella cenere.
25 Compiendo i suoi doveri, l’uomo deve adorare la murti, la forma arca
del Signore Supremo, finché non realizzerà la Mia presenza nel suo
cuore e in quello di tutti gli esseri.
26 Nella forma del fuoco ardente della morte, Io suscito un’invincibile
paura su chiunque stabilisca una distinzione, anche minima, tra sé e gli
altri esseri a causa della differenze esteriori.
27 Perciò, con doni caritatevoli e un’attitudine benevola, comportandosi
in modo amichevole e guardando tutti gli esseri con occhio eguale,
l’uomo deve attirare su di sé i Miei favori, Io che vivo in ogni essere
come la loro stessa Anima.
31 Tra gli esseri umani sono superiori coloro che basano l’organizzazione
sociale sulle qualità e le attività di ognuno, e nell’ambito di questa
società i più evoluti sono gli uomini d’intelligenza, che sono chiamati
brahmana. I migliori tra i brahmana sono coloro che hanno studiato i
Veda, e tra questi ultimi colui che conosce il vero fine dei Veda è il più
elevato.
32 Tuttavia, al di sopra del brahmana che conosce il fine dei Veda sta
colui che può dissipare tutti i dubbi, e superiore ancora è colui che
aderisce rigidamente ai princìpi brahminici. Ancora più in alto è
l’anima liberata da ogni contaminazione materiale, ma il puro devoto
che compie il servizio di devozione senza attendersi nessuna
ricompensa è il migliore di tutti.
33 Perciò non esiste persona più grande di colui che non ha altro
interesse che il Mio e Mi offre tutto – le sue attività e la sua stessa vita – senza interruzione.
36 Il purusa che l’anima individuale deve avvicinare è la forma eterna di
Dio, la Persona Suprema, conosciuto anche come Brahman e
Paramatma. Egli è l’Essere Spirituale Supremo e tutte le Sue attività
sono spirituali.
38 Il Signore Supremo, Sri Visnu, che è il beneficiario di tutti i sacrifici, è
l’elemento tempo ed è il maestro tra i maestri. Situato nel cuore di
ognuno, mantiene tutti gli esseri e fa in modo che l’uno distrugga
l’altro.
30:2 Tutto ciò che il materialista produce a costo di tanti tormenti e sforzi,
nella prospettiva di una cosiddetta felicità, il Signore Supremo, nella
forma del tempo, lo distrugge, e l’anima condizionata si affligge per
questo.
3 Il materialista fuorviato non sa che il suo corpo è temporaneo e che
l’attrazione per la casa, la terra e la ricchezza, che sono in relazione
col corpo, è anch’essa temporanea. Soltanto l’ignoranza lo induce a
credere che tutto sia duraturo.
5 L’essere condizionato è contento della sua sorte, a qualunque specie
appartenga. Sviato dall’influenza dell’energia illusoria che copre la sua
capacità di vedere, non è incline ad abbandonare il suo corpo, anche se
vive all’inferno, perché si compiace dei piaceri più bassi.
6 Questa soddisfazione per la propria condizione di esistenza deriva da
un attaccamento profondamente radicato per il corpo, per la moglie, la
casa, i figli, gli animali, la ricchezza e gli amici. Così attorniata, l’anima
condizionata pensa di essere quasi perfetta.
9 Attaccato alla sua casa, l’uomo sposato conduce una vita di famiglia,
dove regnano intrighi e diplomazia. Diffondendo invariabilmente
intorno a sé l’infelicità e sottomesso ai propri desideri di godimento
materiale, egli cerca con le sue azioni di rimediare alle sofferenze
suscitate dal suo modo di vivere; e se vi riesce, si crede felice.
10 Egli accumula denaro commettendo atti di violenza e impiega questo
denaro al servizio della sua famiglia, mentre lui si nutre soltanto di una
piccola porzione di cibo così acquistato e se ne va all’inferno per coloro
che ha mantenuto con sistemi tanto irregolari.
29 Sri Kapila continuò:
Mia cara madre, si dice talvolta che l’uomo conosce il cielo o l’inferno
su questo stesso pianeta, perché anche qui sono visibili castighi
infernali.
30 Dopo aver lasciato il corpo, l’uomo che ha provveduto alle sue
necessità e a quelle della sua famiglia con attività colpevoli deve
sopportare una vita infernale, e con lui i suoi parenti.
34 Dopo aver sperimentato tutte le condizioni di sofferenza infernali e
dopo aver conosciuto, secondo l’ordine naturale, le forme più basse di
vita animale, l’essere che si è così purgato dalle sue colpe rinasce di
nuovo in una forma umana su questa Terra.
32:6 Colui che compie i suoi doveri con distacco, senza alcun senso di
possesso e libero dal falso ego, ritrova, grazie alla completa
purificazione della coscienza, la propria condizione originale, naturale
ed eterna, e dedicandosi così ad attività apparentemente materiali,
può facilmente entrare nel regno di Dio.
12-15 Mia cara madre, si può adorare Dio, la Persona Suprema, animati da un
particolare interesse personale, ma bisogna sapere che anche gli
esseri celesti — come Brahma —, i nobili saggi — come Sanat-kumara — e
i grandi muni — come Marici — devono tornare in questo mondo al
momento della creazione. Quando ha inizio l’interazione delle tre
influenze della natura materiale, Brahma, che è il creatore della
manifestazione materiale ed è in pieno possesso della conoscenza
vedica, e i grandi saggi, iniziatori della via spirituale e della pratica
dello yoga, tornano in questo mondo sotto l’influenza del tempo. Con
le loro attività disinteressate ottengono la liberazione e raggiungono la
prima manifestazione del purusa; ma al tempo della creazione tornano
quaggiù esattamente nella stessa forma e posizione che avevano
precedentemente.
33:3 Caro Signore, poiché non devi dedicarTi personalmente ad alcuna
azione, Tu hai ripartito le Tue energie nelle interazioni delle influenze
della natura materiale e in seguito a ciò si operano la creazione, il
mantenimento e la dissoluzione della manifestazione cosmica. Caro
Signore, Tu trovi in Te stesso la Tua determinazione e rappresenti il
Signore di tutti gli esseri. Per loro hai creato questo universo
materiale e benché Tu sia Uno, agisci in molteplici modi attraverso le
Tue differenti energie. Tutto ciò è inconcepibile per noi.
CANTO 4
1:30 Le tre divinità risposero ad Atri Muni:
Caro brahmana, tu sei perfetto nella tua determinazione e per questa
ragione accadrà ciò che tu hai deciso, né potrà essere altrimenti. Noi
siamo tutti la stessa persona sulla quale tu hai meditato, perciò siamo
tutti qui davanti a te.
4:10 I seguaci di Siva, i fantasmi, erano pronti ad attaccare o uccidere
Daksa, ma Sati ordinò loro di fermarsi. Era molto arrabbiata e
dispiaciuta, e in questo stato d’animo cominciò a maledire la via dei
sacrifici legati alle attività interessate e insieme le persone che sono
orgogliose del compimento di questi sacrifici inutili e penosi. In special
modo condannò suo padre, parlando contro di lui in presenza di tutti.
13 Non deve stupire il fatto che le persone che hanno accettato il corpo
materiale temporaneo come il vero sé s’impegnino sempre nel deridere
le grandi anime. Questa invidia dimostrata dai materialisti è un bene
perché contribuisce alla loro caduta. La polvere dei piedi delle grandi
personalità fa decrescere il loro prestigio.
20 Le direttive contenute nei Veda si riferiscono a due categorie di
attività, quelle destinate a coloro che sono attratti dal godimento
materiale e quelle destinate a coloro che sono distaccati dalla materia.
A questi due tipi di attività corrispondono due tipi di persone, che
manifestano caratteristiche differenti. E’ contraddittorio cercare di
vedere entrambi questi tipi di attività nella stessa persona. Entrambi i
tipi di attività, tuttavia, possono essere trascurati dalla persona che è
situata al livello della trascendenza.
6:47 Le persone che osservano ogni cosa facendo distinzioni, che sono
attratte soltanto dalle attività interessate, che sono di mente
mediocre, che si rattristano sempre nel vedere la prosperità altrui e
cercano di nuocere agli altri, pronunciando parole dure e pungenti,
sono già stati uccisi dalla provvidenza, perciò non è necessario che un
personaggio nobile come te le uccida personalmente.
48 O Signore, se accade che un materialista, già confuso dall’invincibile
energia illusoria del Signore supremo, commetta un’offesa, una
persona santa, piena di compassione, non attribuirà molta importanza
a questo fatto. Sapendo che le persone di questo genere commettono
offese, poiché sono dominate dall’energia illusoria, il santo non esibisce
la sua potenza al fine di punirle.
49 O Signore, tu non sei mai confuso dalla potente influenza dell’energia
illusoria di Dio, la Persona suprema; perciò sei onnisciente e dovresti
essere misericordioso e compassionevole verso coloro che sono
confusi a causa di questa stessa energia illusoria e si attaccano
fortemente alle attività interessate.
7:2 Siva disse:
Mio caro padre, Brahma, le offese degli esseri celesti non mi
disturbano, e poiché essi sono infantili e poco intelligenti non prendo
in seria considerazione le loro offese; li ho puniti soltanto per
correggerli.
Commento al v. 9:
Daksa era stato ucciso, e la
sua testa era stata staccata e ridotta in cenere. Il suo corpo era ormai
cadavere, ma per la grazia del Signore Siva, Daksa riprese coscienza non
appena al suo corpo fu unita la testa di una capra. Questo indica che anche la
coscienza è individuale. In realtà, ottenendo la testa di una capra, Daksa prese
un altro corpo, ma poiché la coscienza è individuale, mantenne la medesima
coscienza, sebbene la condizione del suo corpo fosse mutata. La costituzione
del corpo non ha dunque niente a che fare con lo sviluppo della coscienza. La
coscienza viene trasportata dall’anima al momento della sua trasmigrazione.
15 Io non conoscevo tutta la tua gloria. Per questa ragione nell’assemblea
ti ho lanciato parole pungenti come frecce, per quanto tu non le
prendessi in considerazione. A causa della mia disobbedienza verso di
te, che sei la persona più rispettabile, stavo scivolando verso l’inferno,
ma tu hai avuto compassione di me e mi hai salvato infliggendomi la
punizione. Ti prego, sii soddisfatto della tua stessa misericordia,
perché non è in mio potere soddisfarti con le mie parole.
26 Daksa si rivolse a Dio, la Persona suprema:
Mio caro Signore, Tu sei al di là di tutti i concetti speculativi. sei
completamente spirituale, libero da ogni paura e tieni sempre sotto il
Tuo controllo l’energia materiale. Anche se appari in questa energia
materiale, mantieni la Tua posizione trascendentale e non sei mai
toccato dalla contaminazione materiale, perché sei assolutamente
sufficiente in Te stesso.
Commento al v. 27:
Nella Bhagavad-gita (2.42) Krishna biasima coloro che si limitano allo studio dei
Veda con queste parole:
“Gli uomini di scarsa conoscenza sono molto attratti dalle parole fiorite dei
Veda; essi affermano che non c’è nulla al di là di esse.”
29 Siva disse:
Mio caro Signore, la mia mente e la mia coscienza sono sempre fisse
sui Tuoi piedi di loto, i quali, essendo la fonte di ogni benedizione e la
soddisfazione di ogni desiderio, sono adorati da tutti i grandi saggi
liberati, perché i Tuoi piedi di loto sono degni di adorazione. Con la
mente fissa sui Tuoi piedi di loto, non sono più disturbato dalle
persone che mi calunniano, affermando che le mie attività non sono
pure. Non mi preoccupo delle loro accuse e li perdono per
compassione, proprio come Tu manifesti la Tua compassione verso
tutti gli esseri viventi.
43 I Gandharva dissero:
Caro Signore, tutti gli esseri celesti, perfino Siva, Brahma, Indra,
Marici e anche i grandi saggi sono soltanto frammenti differenziati
del Tuo corpo. Tu sei il supremo, immenso e onnipotente; tutta la
creazione non è che un giocattolo per Te. Noi accettiamo sempre Te
come Dio, la Persona suprema, e a Te offriamo i nostri rispettosi
omaggi.
Commento al v. 43:
Nella Brahma-samhita è detto che Krishna è Dio, la Persona suprema. Possono
esistere molti dèi, come Brahma, Siva, Indra e Candra, o anche come i
governanti dei sistemi planetari inferiori, presidenti, ministri e re. Infatti,
chiunque può pensare di essere Dio. Questa è la falsa e orgogliosa convinzione,
propria della vita materiale. In realtà, Visnu è il Signore supremo, ma esiste
qualcun altro che è perfino superiore a Visnu, perché Visnu è un’emanazione
plenaria di una parte di Krishna.
50 Sri Visnu rispose:
Brahma, Siva e Io stesso siamo la causa suprema della manifestazione
materiale. Io sono l’Anima suprema, il testimone sufficiente in sé,
anche se da un punto di vista impersonale non esiste differenza tra
Brahma, Siva e Me stesso.
Commento al v. 50:
Brahma nacque dal corpo trascendentale di Sri Visnu, e Siva nacque dal corpo
di Brahma. Perciò Sri Visnu è la causa suprema.
51 [Il Signore continuò:]
Mio caro Daksa Dvija, Io sono Dio, la Persona suprema e originale, ma
al fine di creare, mantenere e distruggere questa manifestazione
cosmica, agisco attraverso la Mia energia materiale, e in relazione ai
differenti gradi di attività, coloro che Mi rappresentano assumono nomi
diversi.
11:13 Il Signore è molto soddisfatto del suo devoto che tratta gli altri con
tolleranza, misericordia, amicizia ed equanimità.
12:5 Mio caro Dhruva, avvicinati. Possa il Signore benedirti concedendoti
sempre la buona fortuna. Dio, la Persona suprema, che è al di là della
percezione dei nostri sensi, è l’Anima suprema di tutti gli esseri
viventi, perciò tutti gli esseri, senza distinzione, costituiscono un’unità.
Comincia dunque a rendere servizio alla forma trascendentale del
Signore, che è il rifugio supremo di tutti gli esseri viventi.
26 Caro re Dhruva, né i tuoi antenati, né qualcun altro prima di te avevano
mai raggiunto questo pianeta trascendentale. Il pianeta conosciuto
come Visnuloka, dove Sri Visnu personalmente risiede, è il più alto di
tutti i pianeti. Esso è degno dell’adorazione degli abitanti di tutti i
pianeti dell’universo. Ti preghiamo di venire con noi per vivere là
eternamente.
27 O immortale, questo eccezionale aeroplano è stato inviato da Dio, la
Persona suprema, che è adorato da preghiere scelte, ed è il capo di
tutti gli esseri viventi. Tu sei certamente degno di salire su tale
aeroplano.
30 Mentre si accingeva a salire sull’aeroplano trascendentale, Dhruva
Maharaja vide la morte personificata che si avvicinava a lui. Senza
curarsi di lei, tuttavia, egli approfittò dell’opportunità per porre il piede
sulla testa della morte e salì sull’aeroplano, che era grande come un
palazzo.
34 Mentre Dhruva Maharaja viaggiava attraverso lo spazio, gradualmente
vide tutti i pianeti del sistema solare e sulla strada vide anche gli
esseri celesti, che dai loro aeroplani gettavano su di lui una pioggia di
fiori.
36 I pianeti Vaikuntha, dotati di luce propria, sono la fonte di luce per i
pianeti luminosi di questo mondo materiale, che la riflettono; essi non
possono essere raggiunti da coloro che non sono misericordiosi verso
gli altri esseri. Solo le persone che s’impegnano costantemente in
attività benefiche per gli altri esseri viventi possono raggiungere i
pianeti Vaikuntha.
37 Le persone serene, equilibrate, pulite e pure, che conoscono l’arte di
soddisfare gli altri esseri viventi, fanno amicizia solo con i devoti del
Signore; soltanto loro possono facilmente ottenere il livello di
perfezione che permette di tornare a Dio, nella loro dimora originale.
16:3 Caro re, poiché tu sei una manifestazione diretta di Dio, la Persona
suprema, tutte le tue attività sono generose e degne di ogni lode.
4 Questo re, Maharaja Prthu, è il migliore tra coloro che seguono i
principi religiosi, perciò impegnerà ognuno a praticare questi principi,
ai quali assicurerà ogni protezione. Egli sarà anche famoso per
castigare gli empi e gli atei.
7 Il re Prthu sarà estremamente buono con tutti i cittadini. Anche se un
disgraziato potrà metterlo sotto i piedi violando le leggi prescritte,
egli, con la sua misericordia incondizionata, dimenticherà e perdonerà.
In qualità di protettore del mondo, sarà tollerante come la Terra
stessa.
10 [I cantori continuarono:]
Nessuno potrà capire la politica che il re seguirà. Anche le sue attività
saranno molto confidenziali e nessuno potrà capire come ogni sua
attività potrà risolversi in un successo. Il suo tesoro rimarrà sempre
segreto a tutti. Egli sarà il ricettacolo di innumerevoli buone qualità e
glorie, e la sua posizione sarà mantenuta e coperta, così come Varuna,
il dio dei mari, è coperto dalle acque.
12 Il re Prthu potrà vedere le attività interne ed esterne di ognuno dei
suoi sudditi, eppure nessuno potrà scoprire il suo sistema di
spionaggio, ed egli stesso rimarrà neutrale per quanto riguarda la
glorificazione o il vilipendio diretti a lui. Egli sarà come l’aria, la forza
vitale nel corpo, che si manifesta internamente ed esternamente, ma è
sempre neutrale riguardo a ogni avvenimento.
15 Questo re soddisferà tutti con le sue attività pratiche, e tutti i cittadini
saranno molto felici. Per questa ragione essi saranno molto soddisfatti
di accettarlo come loro re.
16 Il re sarà sempre fermamente determinato e situato nella verità. sarà
un amante della cultura brahminica, offrirà il suo servizio agli anziani e
darà rifugio a tutte le anime sottomesse. Offrendo il suo rispetto a
tutti, sarà sempre misericordioso verso i poveri e gli innocenti.
17:10, 11 Caro re, come un fuoco che brucia nel cavo di un tronco gradualmente
lo secca, così noi siamo inariditi dal fuoco della fame nel nostro
stomaco. Tu sei il protettore delle anime sottomesse e sei stato
designato al fine di assicurarci la nostra occupazione. Perciò siamo
tutti venuti da te per ricevere la tua protezione. Tu non sei soltanto un
re, ma anche la manifestazione di Dio; anzi, sei il re di tutti i re. Poiché
sei il responsabile dei nostri mezzi di sostentamento, puoi assegnarci
ogni tipo di attività lavorativa. Perciò, o re dei re, ti preghiamo di
provvedere a soddisfare la nostra fame con una distribuzione di
cereali. Prenditi cura di noi, altrimenti moriremo per mancanza di cibo.
20 Anche se una donna commette qualche attività peccaminosa, nessuno
dovrebbe alzare la mano su di lei. Che dire di te, caro re, che sei così
misericordioso. Tu sei un protettore e sei affezionato ai poveri.
26 Ogni persona crudele — che sia un uomo, una donna, o un eunuco
impotente — interessata solo al proprio mantenimento personale e
incapace di sentire compassione per gli altri esseri viventi, può essere
uccisa dal re. Questa uccisione non è considerata un vero e proprio
omicidio.
19:34 Mio caro re, non essere agitato e ansioso per il fatto che i tuoi sacrifici
non sono stati eseguiti correttamente, a causa di impedimenti voluti
dalla provvidenza. Ti prego di accogliere le mie parole con grande
rispetto. Dobbiamo sempre ricordare che di fronte ad avvenimenti
dovuti a un progetto della provvidenza non dobbiamo essere
dispiaciuti. Più facciamo opposizione a queste difficoltà, più
c’immergiamo nelle tenebre del pensiero materialista.
20:3 O re, una persona che ha un’intelligenza elevata ed è ansiosa di
compiere attività benefiche verso il prossimo, è considerata la migliore
tra gli esseri umani. Un essere umano elevato non è mai malevolo
verso gli altri; coloro che possiedono un’intelligenza elevata sono
sempre consapevoli che questo corpo materiale è differente
dall’anima.
7 L’anima individuale è una, pura, non materiale e splende di luce
propria. E’ il ricettacolo di ogni buona qualità, è onnipervadente, libera
da ogni copertura materiale e testimone di tutte le attività. E’
completamente distinta dagli altri esseri viventi e trascende tutte le
anime incarnate.
9 [Dio, la Persona suprema, Sri Visnu, continuò:]
Mio caro re Prthu, quando una persona compie il suo dovere
nell’ambito delle sue attività e s’impegna nel Mio servizio d’amore,
senza motivazioni di guadagno materiale, gradualmente raggiunge la
perfetta soddisfazione interiore.
Commento al v. 16:
Queste qualità del devoto, che sono ventisei, sono le seguenti: 1)
è gentile con tutti, 2) non litiga con nessuno, 3) è fisso nella Verità Assoluta, 4)
è equanime verso tutti, 5) non commette errori, 6) è caritatevole, 7) è dolce,
8) è pulito, 9) è semplice, 10) è benevolo, 11) è pacifico, 12) è completamente
attaccato a Krishna, 13) è privo di desideri materiali, 14) è mite, 15) è fisso,
16) è controllato, 17) non mangia più del necessario, 18) è ragionevole, 19) è
rispettoso, 20) è umile, 21) è grave, 22) è compassionevole, 23) è amichevole,
24) è poetico, 25) è esperto, 26) è silenzioso.
31 Mio caro Signore, a causa della Tua energia illusoria, tutti gli esseri
viventi in questo mondo materiale hanno dimenticato la loro vera
posizione costituzionale, e per ignoranza desiderano sempre la felicità
materiale nella forma di rapporti sociali, di amicizia e di amore. Ti
prego, dunque, non chiedermi di prendere da Te qualche beneficio
materiale, ma come un padre provvede al bene del figlio senza
aspettare la sua richiesta, concedimi, ti prego, ciò che pensi sia meglio
per me.
33 Caro re, protettore dei cittadini, d’ora in poi sii molto attento
nell’eseguire i Miei ordini e non farti sviare da nessuno. Chiunque viva
in questo modo, eseguendo fedelmente i Miei ordini, troverà sempre e
ovunque la buona fortuna.
21:12 Maharaja Prthu era un re senza rivali e possedeva lo scettro per
governare tutte le sette isole sulla superficie del globo. Nessuno
poteva disobbedire ai suoi ordini irrevocabili, ad eccezione delle
persone sante, dei brahmana e dei discendenti di Dio, la Persona
suprema [i vaisnava].
Commento al v. 12:
Sapta-dvipa si riferisce alle sette grandi isole o continenti sulla superficie del
globo: Asia, Europa, Africa, Nord America, sud America, Australia e Oceania.
Oggi la gente ha l’impressione che durante il periodo vedico o nella preistoria
l’America e molte altre parti del mondo non fossero state scoperte, ma questo
non è vero. Prthu Maharaja governò il mondo molte migliaia di anni prima della
cosiddetta era preistorica e questo verso afferma chiaramente che a quel
tempo non solo tutte le parti del mondo erano conosciute, ma erano tutte
governate da un solo re, Maharaja Prthu. Il paese in cui Prthu Maharaja abitava
doveva essere l’India, perché l’undicesimo verso di questo capitolo dice che
egli viveva nel tratto di terra tra i fiumi Gange e Yamuna. Questo tratto di
terra, che è chiamato Brahmavarta, è conosciuto oggi come l’India del nord e
come una parte del Punjab. E’ chiaro che i re dell’India governavano un tempo
tutto il mondo e che la loro cultura era quella vedica.
37 I brahmana e i vaisnava sono personalmente glorificati per il loro
caratteristico potere di tolleranza, di penitenza, di conoscenza e di
educazione. Grazie a tutte queste doti spirituali, i vaisnava sono più
potenti di un sovrano; si consiglia quindi ai componenti dell’ordine
reale di non manifestare la loro superiorità materiale davanti a queste
due categorie di persone, e di evitare di offenderli.
Commento al v. 37:
Sri Caitanya Mahaprabhu ci ha lasciato una semplice definizione di vaisnava:
una persona che ci fa ricordare immediatamente Dio, la Persona suprema,
Krishna.
Quando una persona capisce la sua pura identità, brahma janati immediatamente diventa
un brahmana; a questo livello la comprensione della Verità Assoluta si basa
soprattutto sull’aspetto impersonale. Quando invece un brahmana si eleva al
livello della comprensione personale del Signore supremo, allora diventa un
vaisnava; un vaisnava è superiore anche a un brahmana.
Le qualità del brahmana sono enumerate nella Bhagavad-gita; esse sono la veridicità,
l’equanimità della mente, il controllo dei sensi, la capacità di tollerare, la
semplicità, la conoscenza della Verità Assoluta, la ferma fede nelle scritture, e
l’applicazione pratica delle qualità brahminiche nella vita. Una persona che
oltre a possedere queste qualità s’impegna pienamente nel servizio d’amore
trascendentale al Signore diventa un vaisnava.
46 Tutti dichiararono che era stata accertata la conclusione vedica
secondo la quale i pianeti superiori possono essere raggiunti grazie
alle azioni di un putra, un figlio; infatti il peccatore più grande, Vena,
che era stato ucciso dalla maledizione dei brahmana, era stato ora
liberato dalla più oscura regione della vita infernale grazie a suo figlio,
Maharaja Prthu.
47 Similmente, Hiranyakasipu, che a causa delle sue attività colpevoli
aveva sempre sfidato la supremazia di Dio, la Persona suprema, era
entrato nelle più oscure tenebre della vita infernale; ma per la grazia
del suo nobile figlio, Prahlada Maharaja, fu anch’egli liberato e tornò a
Dio, nella dimora originale.
Commento al v. 47:
L’interesse principale di un vaisnava è quello di liberare le anime cadute.
22:19 In un’assemblea di devoti, i dibattiti, le domande e le risposte sono
conclusivi sia per colui che parla sia per coloro che ascoltano. Un
simile incontro contribuisce alla reale felicità di ognuno.
32 L’ostacolo più grande al nostro vero interesse è pensare che altri
argomenti siano più piacevoli della realizzazione spirituale.
37 [Sanat-kumara consigliò al re:]
Mio caro re Prthu, cerca dunque di capire Dio, la Persona suprema, che
vive nel cuore di ogni essere, mobile e immobile, insieme con l’anima
individuale. Le anime individuali sono completamente coperte dal
corpo materiale grossolano e dal corpo sottile, costituito di aria vitale
e di intelligenza.
24:75 In questo mondo materiale ci sono diversi tipi di realizzazioni, ma tra
tutte la conquista della conoscenza è considerata la più elevata,
perché non è possibile attraversare l’oceano dell’ignoranza senza il
vascello della conoscenza. Questo oceano non può essere superato in altro modo.
25:6 Le persone che s’interessano soltanto della cosiddetta bella vita — cioè
di rimanere in famiglia, intrappolati dai figli e da una moglie, e di
cercare la ricchezza — pensano che queste cose siano lo scopo supremo
della vita. Queste persone non fanno che vagare in differenti corpi
attraverso l’esistenza materiale, senza scoprire il vero fine
dell’esistenza.
26:8 Al contrario, una persona che agisce per capriccio cade a causa del
falso prestigio e si trova coinvolta nelle leggi della natura, che sono
costituite di tre influenze [virtù, passione e ignoranza]. In questo
modo l’essere viene privato della sua vera intelligenza e si perde
eternamente nel ciclo di nascite e morti. Così scende e sale dalla
posizione di microbo negli escrementi alla più elevata posizione sul
pianeta Brahmaloka.
28:26 Puranjana, questo re crudele, aveva ucciso molti animali in vari
sacrifici. Ora, approfittando di questa occasione, tutti questi animali si
scagliarono contro di lui per trafiggerlo con le loro corna. Egli aveva la
sensazione di essere tagliato a pezzi da tante asce.
28 Il re Puranjana aveva lasciato il corpo ricordando sua moglie, perciò
nella vita successiva diventò una donna molto bella ed elevata.
Rinacque dunque come la figlia del re Vidarbha, nella casa del re.
29:36 Il vero interesse dell’essere individuale consiste nell’uscire
dall’ignoranza che lo costringe a subire nascite e morti ripetute.
L’unico rimedio consiste nel sottomettersi a Dio, la Persona suprema,
attraverso il suo rappresentante.
46 Quando una persona s’impegna pienamente nel servizio devozionale è
favorita dal Signore che le concede la sua misericordia senza causa.
Ormai svegliato, questo devoto abbandona ogni attività materiale e
ogni rituale menzionato nei Veda.
48 Gli uomini di minore intelligenza considerano le cerimonie rituali
vediche come l’essenziale e non sanno che lo scopo dei Veda è quello
di portarci a capire la nostra dimora originale, quella dove Dio, la
Persona suprema, risiede. Poiché non provano interesse per la loro
vera dimora, essi sono illusi e cercano altre dimore.
“Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me. Io ti libererò da tutte le
reazioni del peccato. Non temere.” (B.g., 18.66)
65 Perciò, caro re, l’essere individuale, che ha una copertura mentale
sottile, sviluppa le diverse forme di pensieri e immagini a causa del
suo corpo precedente. Te lo posso garantire. Non è possibile inventare
qualcosa nella mente senza averla percepita nel corpo precedente.
2b Tutto ciò che avviene nel corso del tempo — nel passato, nel presente e
nel futuro — è solo un sogno. Questo è il messaggio segreto di tutte le
scritture vediche.
30:19 Le persone impegnate nell’attività propizia del servizio devozionale
capiscono certamente che il beneficiario supremo di tutte le attività è
Dio, la Persona suprema. Così il devoto offre i risultati delle sue azioni
a Dio, la Persona suprema, e trascorre la sua vita impegnandosi senza
interruzione a parlare del Signore. Anche se tale persona partecipa alla
vita di famiglia, non è influenzata dai frutti delle sue azioni.
20 Impegnandosi sempre nell’attività del servizio devozionale, i devoti si
sentono sempre più freschi e rinnovati in tutte le loro attività. Infatti,
l’Anima suprema onnisciente nel cuore del devoto dà a ogni cosa una
freschezza sempre nuova. Questa è definita la posizione del Brahman
dai detentori della Verità Assoluta. Giunta a questo stato liberato
[brahma-bhuta], l’anima non è mai confusa né si lamenta né gode
senza ragione valida, perché ha raggiunto il livello di brahma-bhuta.
26 Vivendo nel cuore di ognuno, Tu sei il testimone diretto di tutte le
attività degli esseri.
35 Ogni volta che si fanno discorsi puri sul mondo trascendentale, coloro
che ascoltano dimenticano ogni genere di desiderio materiale, almeno
per quel momento. Non solo, ma non provano più invidia reciproca e
non soffrono più di ansie o di paure.
41 Caro Signore, anche i grandi yogi e mistici, molto elevati grazie alla
loro austerità e alla loro conoscenza, e completamente situati
nell’esistenza pura, come anche le grandi personalità quali Manu,
Brahma e Siva non possono capire completamente le Tue glorie e le
Tue potenze. Essi hanno offerto le loro preghiere secondo la loro
capacità e anche noi, sebbene tanto inferiori a questi grandi
personaggi, offriamo le nostre preghiere come possiamo.
31:10 Per l’essere umano civile esistono tre tipi di nascite. La prima nascita,
da un padre e da una madre puri, è chiamata la nascita attraverso il
seme. La seconda nascita si attua nel momento in cui si riceve
l’iniziazione dal maestro spirituale, ed è chiamata savitra. La terza
nascita, chiamata yajnika, consiste nel ricevere l’opportunità di
adorare Sri Visnu. Nonostante le opportunità offerte da queste nascite,
tutto è inutile per colui che non s’impegna effettivamente nel servizio
del Signore, anche se la durata della sua vita fosse lunga come quella
di un essere celeste. Perciò le nostre attività, sia mondane sia
spirituali, si rivelano tutte inutili se non sono destinate a soddisfare il
Signore.
Commento al v. 10:
“Come il bronzo unito al mercurio si trasforma in oro, così una persona anche
se è lontana dal possedere la purezza dell’oro, può essere trasformata in un
brahmana (dvija) col semplice metodo dell’iniziazione.” (Hari-bhakti-vilasa,
2.12)
29 Sri Vidura disse:
O grande yogi, il più grande tra tutti i devoti, per la tua misericordia
incondizionata mi hai indicato la via della liberazione che conduce fuori
da questo mondo di tenebre. Seguendo questa via, una persona liberata
dal mondo materiale può tornare a Dio, nella sua dimora originale.
CANTO V
1:17 Anche se viaggiasse di foresta in foresta, colui che non ha il controllo
di sé deve sempre temere l’incatenamento alla materia, perché vive in
compagnia di sei mogli legittime, cioé la mente e i cinque sensi che
servono ad acquisire la conoscenza. Al contrario, la vita di famiglia in sé
non può causare danno all’uomo illuminato che ha conquistato i suoi
sensi e trova la soddisfazione in se stesso.
4:14 Come manifestazione di Dio, la Persona Suprema, Sri Rsabhadeva
godeva di un’indipendenza totale, perché la Sua forma era spirituale,
eterna e piena di divina felicità. Egli era eternamente al di là delle
quattro forme essenziali della sofferenza materiale [la nascita, la
malattia, la vecchiaia e la morte] e non era minimamente attaccato alla
materia. Sempre equilibrato, Egli considerava tutti gli esseri con occhio
uguale; vedere gli altri infelici Lo rendeva infelice ed Egli desiderava il
bene di tutti. Benché fosse perfetto, essendo il Signore Sovrano e il
maestro assoluto di tutti gli esseri, Egli agiva ugualmente come se fosse
stato un’anima condizionata. Osservò quindi rigorosamente i principi
del varnasrama-dharma. Col tempo i principi del varnasrama-dharma
erano stati trascurati; cosi, con le Sue qualità e la Sua condotta
personale, Egli insegnò al popolo incolto il modo di compiere i doveri
nell’ambito del varnasrama-dharma. In questo modo fece rispettare le
regole della vita familiare tra i Suoi sudditi, permettendo loro di
coltivare la religione, di migliorare la loro situazione economica, di farsi
una buona reputazione, di avere figli e figlie, di godere della felicità
materiale e infine di accedere alla vita eterna. Con le Sue istruzioni Egli
mostrò come diventare perfetti rimanendo capifamiglia, purché si
aderisca ai principi del varnasrama-dharma.
Commento:
Il varnasrama-dharma permette in particolare a ognuno di elevarsi fino al livello della
perfezione, dove si può sfuggire alla presa di maya; per fare ciò l’uomo deve
osservare le regole e i principi che reggono questa istituzione. A questo proposito
il lettore può rifarsi ai versi dal ventuno al ventiquattro del terzo capitolo della
Bhagavad-gita.
5:3 Gli uomini che desiderano ravvivare la loro coscienza di Krishna e
accrescere il loro amore per Dio non sono interessati a fare ciò che non
è in rapporto con Krishna. Essi non cercano la compagnia di coloro che
si preoccupano soltanto di mantenere il corpo, di mangiare, dormire,
accoppiarsi e difendersi. Anche se sono uomini di famiglia, essi non
hanno attaccamento per la casa, né per la moglie, i figli, gli amici o i
possessi materiali. Allo stesso tempo essi non rimangono indifferenti al
compimento del loro dovere, ma si accontentano di guadagnare il denaro
necessario per il proprio mantenimento.
6 Quando l’influenza dell’ignoranza ricopre l’anima individuale, questa
non può comprendere la natura dell’essere infinitesimale né quella
dell’Essere Supremo; la sua mente è allora soggiogata dall’azione
interessata. Di conseguenza, finché non sviluppa il suo amore per il
Signore Vasudeva, che non è altri che Dio stesso, non potrà certamente
essere liberata dalle trasmigrazioni successive.
8 L’attrazione tra maschio e femmina costituisce il principio
fondamentale dell’esistenza materiale. Sulla base di questa concezione
errata, che incatena i cuori, l’essere sviluppa un’attrazione per il corpo,
per la casa, per le terre, i figli, i parenti e i suoi beni materiali. Egli
accresce cosi le sue illusioni e finisce col pensare solo in funzione di “io”
e “mio”.
10-13 Miei cari figli, voi dovreste avvicinare un paramahamsa, una persona
molto avanzata nella spiritualità, e accettarlo come maestro spirituale,
ponendo cosi la vostra fede e il vostro amore in Me, il Signore Supremo.
Voi dovreste detestare il godimento materiale e tollerare la dualità delle
gioie e dei dolori, paragonabili ai cambiamenti delle stagioni che
oppongono l’inverno all’estate. Cercate di prendere coscienza della
condizione miserabile in cui sono immersi gli esseri viventi, che sono
infelici anche sui sistemi planetari superiori. Cercate la verità in uno
spirito filosofico, poi accettate ogni genere di austerità e di penitenze in
vista del servizio di devozione. Rinunciate a ogni sforzo che miri alla
soddisfazione dei sensi e consacratevi al servizio del Signore. Ascoltate i
discorsi che riguardano Dio, la Persona Suprema, e vivete sempre a
contatto con i devoti. Glorificate il Signore Supremo e considerate tutti
gli esseri come uguali sul piano spirituale. Liberatevi da ogni ostilità e
vincete la collera e il lamento. Cessate di identificare il vostro essere al
corpo e alla casa e prendete l’abitudine di leggere le Scritture. Vivete in
un luogo ritirato e seguite la via che permette di raggiungere un perfetto
controllo del soffio vitale, della mente e dei sensi. Abbiate una fede
totale nei Testi rivelati, le Scritture vediche, e rispettate sempre il voto
di continenza. Adempite i doveri che vi sono prescritti ed evitate ogni
discorso inutile. Meditando costantemente su Dio, la Persona Suprema,
cercate la conoscenza da una fonte sicura. Praticando cosi il bhakti-
yoga, potrete, con la pazienza e l’entusiasmo, elevarvi nella conoscenza
e liberarvi dal falso ego.
14 Voi dovreste, miei cari figli, agire seguendo i miei consigli; siate molto
prudenti. Seguendo le vie che vi ho indicato, vi libererete dall’ignoranza
legata al desiderio di godere dei frutti dei vostri atti, e il nodo
dell’attaccamento che stringe il vostro cuore sarà definitivamente
sciolto. Per progredire ancora di più dovreste inoltre abbandonare il
mezzo usato, cioé dovreste evitare di attaccarvi al metodo che conduce
alla liberazione.
15 Colui che desidera seriamente tornare a Dio, nella sua dimora
originale, deve considerare la misericordia del Signore Sovrano come il
bene supremo e lo scopo primo dell’esistenza. Che si tratti di un padre
che educhi i figli, o di un maestro spirituale che guidi i suoi discepoli, o
di un re che consigli i suoi sudditi, ciascuno deve istruire i suoi
subordinati come io ho fatto con voi. E anche se il discepolo, il figlio o il
suddito si mostra talvolta incapace di seguire le istruzioni, bisogna
continuare a istruirlo senza arrabbiarsi.
16 A causa dell’ignoranza, i materialisti non sanno niente del loro vero
interesse, della via che permette di riuscire nella vita; i loro desideri
lussuriosi li incatenano al godimento materiale e tutti i loro progetti
sono concepiti a questo fine. Per la soddisfazione effimera dei loro sensi
questi individui creano una società fondata sull’invidia. Questa
mentalità li fa sprofondare in un oceano di sofferenze e nella loro
stupidità essi non se ne rendono neppure conto.
29 Dopo aver adottato il comportamento di un avadhuta — grande santo
che dà prova d’indifferenza verso ogni considerazione materiale — Sri
Rsabhadeva errò tra gli uomini come se fosse cieco, sordo e muto,
simile a una pietra, a un fantasma o a un pazzo. Benché fosse oggetto di
insulti di ogni genere, Egli restava silenzioso e non rivolgeva la parola a
nessuno.
35 Egli era costantemente immerso
nell’amore assoluto, il che ebbe l’effetto di conferirGli automaticamente
tutti i poteri soprannaturali, come la capacità di viaggiare nello spazio
alla velocità della mente, quella di apparire e di scomparire a volontà,
di introdursi nel corpo altrui e di vedere cose molto lontane. Tuttavia,
benché fosse in possesso di tutti questi poteri, non ne usò alcuno.
Nella Bhagavad-gita (18.5) Sri Krishna dice:
“Non si deve rinunciare agli atti di sacrificio, di austerità e di carità; bisogna
senz’altro compierli. In realtà, i sacrifici, le austerità e la carità purificano
perfino le grandi anime.”
6:3 Tutti gli studiosi hanno espresso la loro opinione: la mente è per
natura molto irrequieta e non bisogna fare amicizia con lei. Se diamo
piena fiducia alla mente, possiamo essere imbrogliati in qualsiasi
momento. Anche Siva fu agitato nel vedere la forma Mohini di Sri
Krishna e pure Saubhari Munì cadde dal suo stadio maturo di perfezione
yoga.
5 La mente è all’origine della cupidigia, della collera, dell’orgoglio,
dell’avidità, del lamento, dell’illusione e della paura. Tutte queste
tendenze si combinano per legare l’essere all’azione interessata. Quale
uomo di conoscenza darebbe fiducia alla mente?
10 Fuorviati dall’energia illusoria del Signore Supremo, i più bassi tra gli
uomini rifiuteranno il varnasrama-dharma originale e i principi che lo
regolano. Essi smetteranno di fare il bagno tre volte al giorno e di
adorare il Signore; tralasciando la pulizia e trascurando il Signore
Supremo, essi seguiranno principi degradanti; trascurando di bagnarsi e
di pulirsi la bocca regolarmente, essi non saranno mai puliti e si
strapperanno anche i peli. Questi adepti di religioni immaginarie saranno
numerosi, perché nel corso di questa epoca, l’età di Kali, la gente sarà
incline all’irreligione. Di conseguenza essi derideranno naturalmente
l’autorità dei Veda e coloro che la rispettano, cosi come i brahmana, il
Signore Sovrano e i Suoi devoti.
11:5 Poiché la mente è assorta nel desiderio di compiere attività empie e
virtuose è naturalmente soggetta agli effetti della collera e della
lussuria. Croi viene attratta dalla soddisfazione dei sensi materiali. In
altri termini, essa è guidata dall’influenza della virtù, della passione e
dell’ignoranza. Esistono undici sensi e cinque elementi materiali; di tutti
questi sedici fattori la mente è il più importante. È la mente che porta
l’essere a rinascere in differenti tipi di corpi, tra gli esseri celesti, gli
esseri umani, gli animali e gli uccelli. Secondo che la mente si trovi in
una posizione superiore o inferiore, accetta un corpo materiale più
elevato o più degradato.
12:8 Noi che viviamo sulla superficie del globo siamo tutti esseri
individuali rivestiti di differenti forme, alcune mobili e altre immobili.
Tutti veniamo all’esistenza, viviamo per un certo tempo, poi
scompariamo quando il corpo torna alla terra. Noi siamo semplicemente
differenti trasformazioni della terra. Infatti, i diversi corpi con le loro
rispettive capacità non sono altro che trasformazioni della terra;
esistono soltanto i nomi, poiché tutto viene dalla terra e tutto ritorna
alla terra una volta distrutto. In altri termini, siamo polvere e polvere
torneremo. Ciascuno è in grado di considerare questo punto.
9 Si potrebbe dire che la moltitudine delle forme create proviene dal
pianeta Terra. Tuttavia, benché sembri che l’universo possa
temporaneamente costituire una verità tangibile, in ultima analisi, non
ha esistenza reale. La Terra è stata creata in origine dalla combinazione
di particelle atomiche, ma queste particelle sono in se stesse effimere.
In realtà, contrariamente a ciò che sostengono alcuni filosofi, l’atomo
non è il fondamento dell’universo e sarebbe falso credere che le
svariate forme che si possono vedere nell’universo materiale risultino da
semplici giustapposizioni o combinazioni di atomi.
11 Qual è allora la Verità suprema? È la conoscenza non duale che non
é contaminata dagli attributi della materia e che ci permette di
raggiungere la liberazione; essa è unica, completa e non può essere
immaginata. Il primo livello di realizzazione di questo sapere è il
Brahman. In seguito il Paramatma, l’Anima Suprema, è realizzata dagli
yogi che cercano di vederLo senza nutrire contro di Lui alcun
risentimento; questo è il secondo livello di realizzazione. Infine, la
realizzazione piena di questa conoscenza suprema permette di
conoscere la Persona Sovrana, che tutti i dotti eruditi chiamano
Vasudeva, la causa del Brahman, del Paramatma e di tutto ciò che
esiste.
16 Semplicemente frequentando i devoti altamente realizzati si può
raggiungere la perfezione della conoscenza, e grazie alla spada della
conoscenza l’essere vivente può troncare tutti i legami illusori che lo
trattengono a questo mondo. Grazie alla compagnia dei devoti, egli può
servire il Signore, ascoltando e cantando le Sue glorie [sravanam
kirtanam], e ravvivare cosi la sua coscienza di Krishna assopita. Infine,
continuando a sviluppare la sua coscienza di Krishna, può tornare a Dio,
nella sua dimora originale, alla fine di questa vita.
13:1 Jada Bharata, che aveva completamente realizzato il Brahman,
continuò:
Caro re Rahugana, l’essere individuale si perde per i sentieri del
mondo materiale, molto difficile per lui da attraversare, ed è costretto ad
accettare continuamente il ciclo di nascite e morti. Catturato dal mondo
materiale, che è governato dalle tre influenze della natura materiale
[sattva-guna, rajo-guna e tamo-guna], l’essere individuale scorge solo i
tre frutti dell’attività materiale: quelli buoni, quelli cattivi e quelli misti.
Si attacca perciò alla religione, allo sviluppo economico, alla
gratificazione dei sensi e alla teoria monistica della liberazione [del
fondersi nel Supremo]. Lavora duramente giorno e notte proprio come
un mercante che entra nella foresta per sfruttarne le ricchezze da
vendere proficuamente più tardi. Ma in questo mondo materiale non
può veramente trovare la felicità.
21 Il re Rahugana disse:
Nascere come essere umano è la cosa migliore. Persino nascere tra
gli esseri celesti sui pianeti superiori non è cosi glorioso come nascere
in forma umana su questa Terra. A che serve la posizione elevata di un
essere celeste? Sui pianeti paradisiaci, a causa delle grandi comodità
materiali, non c’é possibilità di stare in compagnia dei devoti.
14:2 Nella foresta dell’esistenza materiale, i sensi incontrollati sono come
briganti. Anche nel caso che l’anima condizionata guadagni del denaro e
voglia usarlo per la diffusione della coscienza di Krishna,
sfortunatamente i sensi incontrollati la privano delle risorse finanziarie,
spingendola a sperperarle nel piacere dei sensi. I sensi sono come
briganti perché ci fanno spendere inutilmente il nostro denaro per
vedere, odorare, gustare, toccare, ascoltare, soddisfare i loro desideri e
il loro volere. Cosi l’anima condizionata è obbligata a gratificare i sensi
e spende tutto il suo denaro. Ma questo denaro era in realtà destinato
all’esecuzione dei principi religiosi e i sensi, come briganti, se ne sono
impadroniti.
3 Caro re, i familiari nel mondo materiale vengono detti moglie e figli,
ma in realtà si comportano come tigri e sciacalli. Il pastore cerca di
proteggere il gregge come meglio può, ma le tigri e le volpi gli
rapiscono il bestiame. Similmente, anche se un avaro vuole cautamente
conservare il suo denaro, i familiari lo spogliano di tutti i beni,
nonostante tutte le sue attenzioni.
13 A volte, per mitigare la sofferenza in questa foresta del mondo
materiale, l’anima condizionata si presta a ricevere delle benedizioni a
buon mercato dagli atei, perdendo in loro compagnia ogni intelligenza. È
come saltare in un fiume in secca con l’unico risultato di rompersi la
testa. Non riuscirà ad alleviare le sofferenze dovute al calore e dovrà
comunque soffrire. L’anima condizionata, sviata, avvicina anche i
cosiddetti sadhu e svami che predicano contro i principi dei Veda, ma
non riceve alcun benefìcio da loro, né nel presente né nel futuro.
19 A volte, a causa della fame e della sete che il corpo patisce, l’anima
condizionata diventa cosi afflitta che perde la pazienza e si arrabbia con
i suoi cari figli e con la moglie. Comportandosi con loro in modo sgarbato,
soffre poi ancora di più.
27 In questa vita materiale, come ho già detto, molte sono le difficoltà
e tutte insormontabili. Inoltre vi sono altre difficoltà che derivano dalla
cosiddetta gioia, dolore, attaccamento, odio, paura, falso prestigio,
illusione, pazzia, lamento, confusione, avarizia, invidia, inimicizia,
insulto, fame, sete, tribolazione, malattia, nascita, vecchiaia e morte.
Krishna dichiara nella Bhagavad-gita (15,15): “Il fine reale dei Veda è quello di conoscerMi.”
16:3 Quando la mente si fissa su Dio, la Persona Suprema, nel Suo aspetto
esterno costituito dalle influenze della natura materiale — cioé la forma
universale grossolana —, essa si eleva al piano della pura virtù. In
questa posizione trascendentale si può capire Dio, la Persona Suprema,
Vasudeva, il Quale nella Sua forma più sottile splende di luce propria e
trascende le influenze della natura. O maestro, ti prego, descrivimi nei
particolari come si può percepire questa forma che copre l’universo
intero.
4 Nessuno nel mondo materiale é
perfetto e una persona imperfetta non può descrivere in modo preciso
questo universo materiale, nemmeno dopo prolungate speculazioni.
18:10 Caro Signore, Ti preghiamo di non farci mai provare neppure la
minima attrazione per la prigione della vita familiare, costituita dalla
casa, dalla moglie, dai figli, dagli amici e dai parenti, dal conto in banca
e cosi via. Se dobbiamo avere un attaccamento, che questo sia per i
devoti, il cui unico amico è Krishna. Una persona che ha veramente
preso coscienza della sua identità spirituale e ha dominato la mente é
perfettamente soddisfatta se può ottenere lo stretto necessario per
vivere e non cerca di gratificare i sensi. Questa persona farà progressi
rapidi nella coscienza di Krishna, mentre altri, troppo attaccati alle cose
materiali, avranno molta difficoltà a progredire.
13 In altre parole, chiunque si attacchi
in modo eccessivo alla vita materiale perde tutte le qualità spirituali.
25 Offro il mio rispettoso omaggio a Dio, la Persona Suprema, che é
pura trascendenza. Egli è l’origine di tutta la vita, della forza fisica, del
potere mentale e dell’abilità sensoriale. Conosciuto col nome di Matsya-
avatara, il gigantesco avatara-Pesce, Egli è il primo ad apparire tra tutte
le manifestazioni divine. Gli offro di nuovo il mio omaggio.
26:2 Caro re, in questo mondo materiale esistono tre categorie di attività,
le attività influenzate dalla virtù, quelle influenzate dalla passione e
quelle influenzate dall’ignoranza. Poiché tutti sono soggetti a queste
influenze della natura materiale, anche il risultato delle loro attività si
divide in tre. Chi agisce sotto l’influenza della virtù è religioso e felice,
chi agisce mosso dalla passione ottiene un risultato di felicità mista alla
sofferenza, chi invece agisce sotto l’influenza dell’ignoranza è sempre
infelice e vive come un animale. A causa dei diversi gradi di influenza a
cui l’essere è sottoposto nell’ambito della natura materiale, variano
anche le rispettive destinazioni.
3 Come compiendo attività virtuose si accede a differenti livelli di vita
paradisiaca, cosi agendo in modo empio si cade in differenti condizioni di
vita infernale. Coloro che sono mossi dall’influenza materiale
dell’ignoranza s’impegnano in attività empie e in relazione al grado
della loro ignoranza dovranno subire condizioni infernali di vario genere.
Chi agisce sotto l’influenza dell’ignoranza a causa della pazzia soffrirà di
pene meno severe; chi agisce in modo empio, ma sa distinguere tra
attività empie e attività virtuose, cadrà in un inferno di media severità,
e colui che agisce in modo empio e ignorante, spinto dall’ateismo,
otterrà una vita infernale tra le peggiori. A causa dell’ignoranza ogni
essere da tempo immemorabile si fa trasportare, a causa dei suoi svariati
desideri, in migliaia di pianeti infernali. Cercherò di descriverteli per
quanto è possibile.
17 Per volontà del Signore Supremo gli esseri inferiori, come le pulci e
le zanzare, succhiano il sangue degli esseri umani e di altri animali.
Queste creature insignificanti non sono consapevoli di essere causa di
sofferenza per l’essere umano con le loro morsicature. Invece gli esseri
umani di prima classe — i brahmana (sacerdoti, saggi e eruditi), gli ksatriya (amministratori e guerrieri) e i vaisya (agricoltori e commercianti) — hanno una
coscienza sviluppata e sanno quindi quanto sia doloroso essere uccisi.
Un essere umano che possieda questa conoscenza commette certamente
un peccato, se uccide o tormenta creature insignificanti che non hanno la
capacità di discriminare. Il Signore Supremo punisce tale uomo,
gettandolo nell’infero conosciuto come Andhakupa, dove gli uccelli, i
mammiferi, i rettili, le zanzare, i pidocchi, i vermi, le mosche e tutte le
altre creature che ha tormentato durante la vita lo assaliranno. Tutti
questi animali lo attaccano da ogni parte, togliendogli il piacere del
sonno ed egli, incapace di riposare, vagherà costantemente
nell’oscurità. Cosi nell’infero Andhakupa soffrirà proprio come una
creatura delle specie inferiori.
CANTO 6
1:10 Succede talvolta che una persona, benché si preoccupi di non
commettere attività colpevoli, cada di nuovo vittima del peccato.
Considero quindi inutile il metodo di peccare ed espiare i propri
peccati ripetutamente. Esso è simile al bagno di un elefante che si
pulisce molto accuratamente, ma non appena torna a riva si
cosparge la testa e il corpo di polvere.
11 Sukadeva Gosvami, il figlio di Vedavyasa, rispose:
Caro re, poiché le azioni che devono neutralizzare le azioni
empie sono anch’esse interessate, non possono liberare l’uomo
dalla tendenza ad agire in modo interessato. Le persone che si
sottopongono alle regole dell’espiazione del peccato non sono
affatto intelligenti, anzi si trovano nell’oscurità dell’ignoranza. A
meno di liberarci dall’influenza dell’ignoranza, cercare di
neutralizzare un’azione con un’altra è del tutto inutile, perché non
servirà a estirpare i nostri desideri. Perciò, anche una persona che
all’apparenza sembra virtuosa sarà senza dubbio incline ad agire
in modo empio. Il modo migliore di espiare i propri peccati
consiste quindi nell’illuminazione che la conoscenza perfetta del
Vedanta ci conferisce. Grazie a tale conoscenza possiamo capire la
Verità Suprema e Assoluta.
12 Caro re, se un malato mangia il cibo puro e incontaminato
prescritto dal medico, guarisce gradualmente e l’infezione della
malattia non ha piú effetto su di lui. Similmente, chi segue i
princípi regolatori della conoscenza progredisce gradualmente
verso la liberazione dalla contaminazione materiale.
13, 14 Per concentrare la mente si deve vivere nella continenza, senza
mai deviare. Bisogna sottoporsi all’austerità, abbandonando
volontariamente il piacere dei sensi. Bisogna inoltre controllare la
mente e i sensi, essere caritatevoli, veritieri, puliti e non violenti,
seguire i princípi regolatori e cantare regolarmente il santo nome
del Signore. Cosí una persona sobria e piena di fede, che conosce i
principi della religione, si purifica temporaneamente da tutti i
peccati compiuti col corpo, le parole e la mente. Questi peccati
sono simili alle foglie secche dei rampicanti che attecchiscono
sotto i bambú; anche se possono essere inceneriti
superficialmente dal fuoco, i rampicanti conservano intatte le
radici per crescere di nuovo alla prima occasione.
15 Solo un essere raro, che ha adottato il servizio devozionale
perfetto e puro a Krishna, può sradicare la gramigna delle attività
peccaminose in modo definitivo. Questo risultato può essere
ottenuto solo con la pratica del servizio di devozione, proprio come
il sole può dissipare immediatamente la nebbia coi suoi raggi.
19 Anche se non hanno completamente realizzato Krishna, le
persone che anche una sola volta si sono completamente
sottomesse ai Suoi piedi di loto e hanno provato attrazione per il
Suo nome, la Sua forma, le Sue qualità e i Suoi divertimenti, sono
completamente liberate da ogni reazione del peccato, perché in
questo modo hanno accettato il vero metodo di espiazione. Queste
anime sottomesse non vedono nemmeno in sogno Yamaraja o i
suoi servitori, che portano delle corde per legare i peccatori.
44 O abitanti di Vaikuntha, voi siete senza peccato, ma coloro che
vivono in questo mondo materiale sono tutti karmi sia che
agiscano in modo virtuoso sia che agiscano in modo empio. Poiché
sono contaminati dalle tre influenze della natura e devono agire di
conseguenza, essi possono compiere entrambi questi tipi di azioni.
Una persona che ha accettato un corpo materiale non può
rimanere inattiva; il peccato quindi è inevitabile per colui che
agisce sotto l’influenza della natura materiale. Perciò tutti gli
esseri di questo mondo materiale sono passibili di punizione.
2:4 Gli uomini seguono l’esempio dei capi della società e imitano il
loro comportamento. Essi accettano come verità tutto ciò che il
capo accetta.
5, 6 In genere, la gente non è molto esperta nella conoscenza che
permette di discriminare tra religione e irreligione. I cittadini
innocenti e poco illuminati sono simili ad animali ignari, che
dormono in pace con la testa sulle ginocchia del padrone, fiduciosi
di ricevere la sua protezione. Se un capo ha veramente il cuore
buono e merita la fiducia di un altro essere vivente, come potrà
punire o uccidere un uomo privo d’intelligenza che in buona fede e
amicizia si è completamente sottomesso a lui?
7 Ajamila ha già espiato tutte le sue attività colpevoli. In realtà, egli
non ha solo espiato i peccati compiuti in questa vita, ma anche
tutti quelli compiuti in milioni di vite. Infatti ha pronunciato in uno
stato di disperazione il santo nome di Narayana e, pur non
avendolo pronunciato in modo perfettamente puro, l’ha fatto
senza offesa. Ora perciò egli è puro e degno della liberazione.
10 Pronunciare il santo nome di Sri Vishnu è il migliore metodo di
espiazione per un ladro di oro o di altri beni, per un ubriaco, per
colui che tradisce un amico o un parente, per l’uccisore di un
brahmana o per colui che intrattiene rapporti sessuali con la
moglie del suo guru o di un altro superiore. E’ anche il miglior
metodo di espiazione per l’uccisore di donne, per l’uccisore del re
o del proprio padre, per chi uccide mucche e per tutti gli altri
peccatori. Semplicemente pronunciando il santo nome di Sri
Vishnu questi peccatori possono attrarre l’ attenzione del
Supremo, e il Signore allora pensa: “Poiché quest’uomo ha
pronunciato il Mio santo nome ho il dovere di proteggerlo.”
11 Seguendo le cerimonie rituali vediche o sottoponendosi alle
espiazioni i peccatori non si purificano tanto quanto cantando una
sola volta il santo nome di Sri Hari. Sebbene la penitenza
tradizionale possa liberare dalle reazioni del peccato, essa non
risveglia il servizio di devozione, come fa il canto dei santi nomi del
Signore, che ci ricordano la Sua fama, le Sue qualità, i Suoi
attributi, i Suoi divertimenti e tutto ciò che a Lui si riferisce.
14 Una persona che canta il santo nome del Signore è
immediatamente liberata dalle reazioni di innumerevoli peccati,
anche nel caso che canti indirettamente [per indicare
qualcos’altro], per scherzo, per fare della musica e perfino in
modo distratto. Questo è confermato da tutti gli eruditi studiosi
delle Scritture.
16 Le autorità, gli studiosi eruditi e i saggi hanno accuratamente
accertato che bisogna espiare i peccati piú gravi sottoponendosi a
una penitenza piú pesante e quelli piú leggeri sottoponendosi a
penitenze piú leggere. Ma il canto del mantra Hare Krishna annulla
tutti gli effetti delle attività colpevoli, gravi o leggere che siano.
17 Sebbene si possano neutralizzare le reazioni del peccato con
l’austerità, la carità, i voti e altri metodi simili, queste attività pie
non sono in grado di sradicare i desideri materiali che si trovano
nel cuore. Invece, servendo i piedi di loto di Dio, la Persona
Suprema, ci si libera immediatamente da tutte queste
contaminazioni.
19 Se una persona che non conosce l’effettiva potenza di una
determinata medicina la prende o è forzata a prenderla, l’effetto si
produrrà indipendentemente dal fatto che il malato conosca le sue
virtù, perché queste non dipendono dalla comprensione del
paziente. Similmente, anche se non conosciamo il valore dei canto
del santo nome del Signore, questo canto avrà un grande effetto
sia se sarà cantato consapevolmente sia se sarà cantato
inconsapevolmente.
22 Liberato dal cappio dei servitori di Yamaraja, il brahmana Ajamila,
ora libero dalla paura, tornò in sé e offri immediatamente i suoi
omaggi ai Vishnuduta, chinando la testa ai loro piedi di loto. Era
estremamente felice della loro presenza, perché aveva visto in che
modo essi lo avevano salvato dalle mani dei servitori di Yamaraja.
Commento al v. 32:
Perciò, nel nostro
Movimento per la Coscienza di Krishna assegniamo al devoto un nome
nuovo che gli ricordi Vishnu. Se al momento della morte ricorderà anche il
suo stesso nome, come Krishna dasa o Govinda dasa, il devoto potrà
salvarsi dal piú grave pericolo. Il cambio di nome al momento
dell’iniziazione è dunque essenziale. Il Movimento per la Coscienza di
Krishna è cosí meticoloso che offre sempre, in un modo o nell’altro,
l’opportunità di ricordare Krishna.
47, 48 Poiché questa narrazione storica molto confidenziale ha il potere
di vincere tutte le reazioni del peccato, colui che l’ascolta o la
descrive con fede e devozione non è piú condannato all’inferno,
nonostante il suo corpo materiale e per quanti peccati abbia
potuto commettere. In realtà, gli Yamaduta, che eseguono gli
ordini di Yamaraja, non si avvicinano a lui nemmeno per vederlo.
Dopo aver lasciato il corpo, egli torna a Dio, nella sua dimora
originale, dove è ricevuto e adorato con molto rispetto.
Nota al cap. 2:
Negli sastra è detto che cantando il santo nome del signore
anche una sola volta, non saremo piú toccati dalle reazioni dei peccati
passati, presenti o futuri. Possiamo fare un altro esempio: se togliamo i
denti veleniferi a un serpente, salveremo le future vittime del serpente
dagli effetti dei veleno, anche se il serpente continua a mordere.
Similmente, se un devoto canta il santo nome anche una sola volta senza
commettere offese, ciò sarà sufficiente a proteggerlo eternamente. Dovrà
solo aspettare che i frutti del suo canto maturino nel corso del tempo.
3:16 Come le diverse parti del corpo non possono vedere gli occhi,
cosí gli esseri individuali non possono vedere il Signore Supremo,
che è situato come Anima Suprema nel cuore di ognuno. Né coi
sensi, né con la mente, né con l’aria vitale, né coi pensieri nel
cuore, né con la vibrazione delle parole è possibile determinare la
reale posizione dei Signore Supremo.
18 I messaggeri di Sri Vishnu, che sono adorati anche dagli esseri
celesti, hanno un meraviglioso aspetto fisico, esattamente simile
a quello di Vishnu, e molto raramente possono essere visti. I
Vishnuduta proteggono i devoti del Signore dalle mani dei
nemici, dalle persone invidiose e anche dalla mia (di Yamaraja: giudice che punisce i peccatori dopo la morte – vedi sotto) giurisdizione,
come pure dalle calamità naturali.
(6;1:48 L’onnipotente Yamaraja vale quanto Brahma; infatti, mentre si
trova nella propria dimora, ossia nel cuore di ognuno come
Paramatma, considera mentalmente le attività passate dell’essere
vivente e capisce come questi agirà nelle vite future.)
21 Miei cari servitori, questo principio religioso trascendentale,
conosciuto come bhagavata-dharma, cioè la sottomissione al
Signore Supremo e l’amore per Lui, non è contaminato dalle
influenze della natura materiale. E’ molto confidenziale ed è di
difficile comprensione per i comuni esseri umani; ma se
qualcuno ha la grande fortuna di poter giungere a tale
comprensione, è immediatamente liberato e torna a Dio, nella
sua dimora originale.
22 Il servizio devozionale che comincia col canto del santo nome del
Signore è il supremo principio religioso per gli esseri che vivono
nella società umana.
25 Poiché sono confusi dall’energia illusoria di Dio, la Persona
Suprema, Yajnavalkya, Jaimini e gli altri compilatori delle
Scritture vediche non possono conoscere la religione confidenziale
e segreta dei dodici mahajana. Non possono capire il valore
trascendentale dei servizio devozionale o del canto del maha-
mantra Hare Krishna. A causa dell’attrazione esercitata sulla loro
mente dalle cerimonie rituali di cui parlano i Veda — specialmente
lo Yajur-veda, il sama-veda e il Rg-veda —, la loro intelligenza è
diventata ottusa. Perciò essi sono sempre occupati a raccogliere
gli ingredienti per le cerimonie rituali, sebbene esse portino solo
un beneficio temporaneo, come l’accesso a Svargaloka e la felicità
materiale. Non sono attratti dal movimento del sankirtana, ma
s’interessano piuttosto di dharma, artha, kama e moksa.
26 Considerando tutti questi punti, gli uomini intelligenti decidono
dunque di risolvere ogni problema adottando il servizio
devozionale col canto dei santo nome del Signore, Lui che è
situato nel cuore di ognuno ed è una miniera di tutte le qualità
propizie. Tali persone non rientrano sotto la mia giurisdizione per
quanto riguarda il castigo. Generalmente non commettono mai
attività colpevoli, ma se per errore, o a causa della confusione o
dell’illusione, capita che commettano qualche peccato, sono
protetti dalle reazioni perché cantano sempre il mantra Hare
Krishna.
27 Cari servitori, vi prego di non avvicinare questi devoti, perché
essi si sono completamente arresi ai piedi di loto di Dio, la
Persona Suprema. Sono equanimi verso tutti, e le loro imprese
sono cantate dagli esseri celesti e dagli abitanti di Siddhaloka. Per
favore, non provate nemmeno ad avvicinarvi a loro. Essi sono
sempre protetti dalla mazza di Dio, la Persona Suprema, perciò né
Brahma, né io e nemmeno il fattore tempo siamo autorizzati a
punirli.
29 Cari servitori, per favore, portatemi solo quelle persone colpevoli
che non usano la lingua per cantare il santo nome e le qualità di
Krishna, nel cui cuore non c’è mai stato nemmeno una volta il
ricordo dei piedi di loto di Krishna, e la cui testa nemmeno una
volta si è chinata dinanzi a Sri Krishna. Mandate a me coloro che
non compiono i loro doveri verso Vishnu, che sono gli unici doveri
nella vita umana. Vi prego di portarmi tutti questi sciocchi e
mascalzoni.
5:20 [Narada Muni aveva chiesto come ci si può opporre per ignoranza
agli ordini del proprio padre, e gli Haryasva capirono il significato
di questa domanda.]
Bisogna accettare le istruzioni originali degli sastra. Secondo la
civiltà vedica, il filo sacro è il segno della seconda nascita e questa
seconda nascita viene grazie alle istruzioni contenute negli sastra
e ricevute dal maestro spirituale autentico. Perciò gli sastra, le
Scritture, sono il vero padre. Tutti gli sastra insegnano che
bisogna mettere fine alla vita materiale; chi non conosce la finalità
degli ordini degli sastra, cioè del vero padre, è ignorante. Le
parole di un padre materiale che cerca d’impegnare il figlio in
attività materiali non sono le vere istruzioni di un padre.
9:43 Caro Signore, poiché sei onnisciente, Tu sai bene perché noi ci
siamo rifugiati ai Tuoi piedi di loto, all’ombra dei quali possiamo
trovare il sollievo da ogni fastidio materiale. Come maestro
spirituale supremo, Tu conosci ogni cosa e sai quindi che abbiamo
cercato il rifugio dei Tuoi piedi di loto per ricevere le Tue
istruzioni. Ti preghiamo di consolarci neutralizzando il nostro
dolore presente. I Tuoi piedi di loto sono l’unico rifugio per il
devoto completamente arreso e sono il solo mezzo per soggiogare
le tribolazioni di questo mondo materiale.
49 Le persone inclini a pensare che i beni materiali siano tutto o che
siano il fine supremo dell’esistenza sono definite krpana [avare].
Esse non conoscono la profonda esigenza dell’anima. Inoltre, se
qualcuno concede a stolti di questo genere ciò che desiderano,
dev’essere considerato altrettanto stolto.
10:8 Chi non ha compassione per l’umanità sofferente e non sacrifica
il suo corpo temporaneo per la causa piú elevata dei principi
religiosi o della gloria eterna, è certamente commiserato perfino
dagli esseri immobili.
9 Le persone elevate, che sono considerate benevole e pie,
giudicano imperituri i principi religiosi di colui che soffre nel
vedere l’infelicità degli esseri viventi ed è felice di assistere alla
felicità altrui.
10 Questo corpo, che dopo la morte diventa cibo per cani e sciacalli,
in realtà non è causa di alcun bene per me che sono un’anima
spirituale. E’ utile solo per un breve lasso di tempo e può morire a
ogni istante. Il corpo e i suoi possessi, le sue ricchezze e i suoi
parenti, devono essere impegnati a beneficio degli altri, altrimenti
saranno causa di tormenti e di miserie.
28 Quando persone insignificanti e piene di collera usano parole
dure per lanciare false accuse contro le persone sante, le loro
sterili parole non disturbano le grandi personalità.
33 Ci sono due tipi di morte gloriosa, entrambe molto rare. La prima
è quella dell’uomo che ha raggiunto il controllo della mente e della
forza vitale con la pratica dello yoga, specialmente del bhakti-
yoga, e che muore immerso nel pensiero di Dio, la Persona
Suprema. La seconda è quella del guerriero che trova la morte sul
campo di battaglia, senza mai voltare la schiena al nemico. Queste
due morti gloriose sono raccomandate negli sastra.
11:23 Il nostro Signore, Dio, la Persona Suprema, impedisce ai Suoi
devoti di compiere sforzi superflui nell’ambito della religiosità,
dello sviluppo economico e della soddisfazione dei sensi. O Indra,
è possibile quindi capire fino a che punto Egli è benevolo. La Sua
misericordia è accessibile soltanto ai puri devoti, non alle persone
che aspirano a guadagni materiali.
16:1 Sri Sukadeva Gosvami disse: Caro re Pariksit, col suo potere
mistico il grande saggio Narada rese visibile il bambino morto agli
occhi di tutti i parenti che piangevano, e poi parlò cosi.
2 Sri Narada Muni disse: O essere vivente, buona fortuna a te.
Guarda tuo padre e tua madre. Tutti i tuoi amici e parenti sono
sopraffatti dal dolore per la tua scomparsa.
3 A causa della tua morte precoce, una parte della durata della tua
vita è ancora rimasta.Perciò puoi rientrare nel tuo corpo e godere
della vita che ti resta, attorniato da amici e parenti. Accetta il
trono reale e tutte le opulenze che tuo padre ti offre.
4 Grazie al potere mistico di Narada Muni, l’anima rientrò nel suo
corpo per breve tempo e rispose alla richiesta del saggio.
Egli disse: Secondo i frutti delle mie attività interessate, io, essere
vivente, trasmigro da un corpo all’altro, talvolta tra le specie di
esseri celesti, talvolta tra le specie di animali inferiori, talvolta tra
i vegetali e talvolta tra le specie umane. Perciò, nel corso di quale
vita queste persone erano mio padre e mia madre? Nessuno in
realtà è mio padre e mia madre. Come posso accettare queste due
persone come miei genitori?
9 L’essere vivente è eterno e indistruttibile perché non ha inizio e
non ha fine: non nasce e non muore. È il principio fondamentale di
tutte le forme corporee, eppure non appartiene ad alcuna
categoria corporea. L’essere vivente è cosi sublime che è
qualitativamente uguale al Signore Supremo. Ciò nonostante,
essendo estremamente piccolo, è incline a cadere sotto l’influsso
dell’illusione propria dell’energia esterna; egli si crea cosi varie
forme di corpi che corrispondono ai suoi differenti desideri.
10 Per questo essere vivente, nessuno è caro, nessuno è sfavorevole.
L’essere vivente non fa distinzioni tra ciò che è suo e ciò che
appartiene ad altri. Egli è uno senza secondi; in altre parole, non
è turbato da amici o nemici, da benefattori o persone malevole.
Egli è soltanto un osservatore, un testimone delle differenti nature
degli uomini.
12 Sri Sukadeva Gosvami continuò: Quando l’anima condizionata
[Jiva], nella forma del figlio di Maharaja Citraketu, ebbe parlato in
questo modo e fu partito, il re Citraketu e gli altri parenti del figlio
morto restarono attoniti. Così essi tagliarono le catene dell’affetto
che era dovuto alla loro relazione con lui e cessarono i loro pianti.
41 Essendo piene di contraddizioni, tutte le altre religioni, eccetto il
bhagavata-dharma, operano sulla base di concezioni legate a
risultati interessati e a distinzioni tra “tu e io” e “mio e tuo”. La
coscienza di coloro che seguono lo Srimad-Bhagavatam è diversa.
Essi sono coscienti di Krishna; sanno che Krishna è loro e che loro
appartengono a Krishna. Esistono altri culti, di livello inferiore,
che contemplano la possibilità di uccidere il nemico o di acquisire i
poteri mistici, ma tali metodi religiosi, pieni di passione e
d’invidia, sono impuri e temporanei. Poiché sono impregnati
d’invidia, tali culti sono impregnati anche d’irreligione.
57 Quando l’essere vivente, pensando di essere differente da Me,
dimentica la sua identità spirituale che lo rende qualitativamente
uguale a Me nell’ambito dell’eternità, della conoscenza e della
felicità, dà il via alla sua vita materiale condizionata. In altre
parole, invece d’identificare il suo interesse col Mio s’interessa
delle sue espansioni corporee, quali la moglie, i figli e i possessi
materiali. In questo modo, per influenza delle sue azioni, da un
corpo viene a prodursi un altro corpo, e da una morte un’altra
morte.
60 Un uomo e una donna uniti nel matrimonio progettano insieme di
raggiungere la felicità e di far decrescere l’infelicità, operando
congiuntamente in molti modi. Ma, poiché sono impregnate di
desideri, le loro attività non sono mai fonte di gioia né fanno
diminuire il dolore. Esse sono, al contrario, causa di grande
sofferenza.
62 Si dovrebbe comprendere che le attività di persone orgogliose
della loro esperienza materiale portano soltanto risultati contrari
a quelli che esse concepiscono nello stato di veglia, di sogno o di
sonno profondo. Si dovrebbe inoltre comprendere che l’anima
spirituale, benché molto difficile da percepire per un materialista,
è al di là di tali condizioni, e in virtù della propria capacità di
discriminare, si dovrebbe abbandonare il desiderio per le attività
interessate nella presente vita e nella prossima. Cosi, arricchiti
della conoscenza trascendentale, si dovrebbe diventare Miei
devoti.
63 Le persone che tentano di raggiungere il traguardo supremo della
vita devono con grande attenzione osservare la Persona Suprema
e Assoluta e l’anima individuale; esse fanno tutt’uno sul piano
qualitativo, poiché la loro relazione è quella che unisce la parte al
tutto. Questa è la suprema comprensione dell’esistenza. Non
esiste verità superiore.
64 O re, se, distaccato dal piacere materiale, accetterai questa Mia
conclusione e ti accosterai a Me con fede irremovibile, diventando
esperto e pienamente consapevole della conoscenza e della sua
applicazione pratica, potrai raggiungere la più alta perfezione e
verrai a Me.
18:30 All’inizio della creazione, Brahma, il padre di tutti gli esseri
dell’universo, vide che tutti gli esseri erano privi di attaccamenti.
Per incrementare la popolazione, egli creò allora la donna a
partire dalla metà migliore del corpo dell’uomo, perché il
comportamento della donna rapisce la mente dell’uomo.
35 Cara moglie, tu cosí bella con la tua vita sottile, sappi che una
donna coscienziosa deve sempre essere casta e sottomessa alle
istruzioni del marito. Deve venerare con devozione suo marito
come rappresentante di Vasudeva.
42 Per soddisfare i loro propri interessi, le donne si comportano con
gli uomini come se questi fossero le persone piú care per loro, ma
in realtà non è cosí. Si suppone che le donne siano molto sante,
ma per il loro interesse esse possono uccidere anche i loro mariti,
i figli e i fratelli, o farli uccidere da altri.
75 La mèta suprema di tutte le ambizioni è quella di diventare un
servitore di Dio, la Persona Suprema. Se un uomo intelligente
serve l’amato Signore che dà Se stesso ai Suoi devoti, come può
ancora desiderare la felicità materiale, che è disponibile anche
all’inferno?
CANTO 7
1:6 Dio, la Persona Suprema, Visnu, trascende sempre le qualità della
natura materiale, ed è quindi definito nirguna, ossia senza qualità.
Essendo il non-nato, Egli non ha un corpo materiale che Lo renda
soggetto all’attaccamento e all’avversione. Benché il Signore sia
sempre al di là dell’esistenza materiale, Egli appare in virtú della Sua
potenza spirituale e agisce come un essere umano ordinario,
accettando doveri e obblighi, apparentemente come un’anima
condizionata.
Commento al v. 12:
Il Signore dice nella Bhagavad-gita (9.29), samo ‘ham sarva-bhutesu na
me dvesyo ‘sti na priyah: “Non invidio nessuno né sono parziale con alcuno.
Sono equanime verso tutti.” Dio, la Persona Suprema, non può essere
parziale; Egli è sempre equanime verso tutti. Perciò, quando gli esseri
celesti sono favoriti e i demoni uccisi, non si tratta di parzialità da parte Sua,
ma dell’influenza del fattore tempo. Un buon esempio a questo proposito è
quello dell’elettricista che collega la medesima fonte di energia elettrica sia a
una stufa sia a un frigorifero. La causa del riscaldamento e del
refrigeramento è l’elettricista che manipola l’energia elettrica secondo il suo
desiderio, ma in realtà l’elettricista non ha niente a che fare con la
produzione del caldo e del freddo né col piacere o con la sofferenza che ne
derivano.
Sono numerosi gli episodi storici nel corso dei quali il Signore uccise un
demone, ma per la misericordia del Signore, il demone raggiunse una
posizione piú elevata. Putana ne è un esempio. L’intenzione di Putana era
quella di uccidere Krishna. Aho baki yam stana-kala-kutam. Essa si avvicinò
alla casa di Nanda Maharaja con l’intento di uccidere Krishna e a questo
scopo aveva cosparso il suo petto di veleno; eppure, quando fu uccisa
raggiunse la posizione piú elevata, quella della madre di Krishna. Krishna è
cosí buono e imparziale che l’accolse immediatamente come madre, non
appena Egli ebbe succhiato il suo seno. Questa attività apparentemente
gratuita dell’uccisione di Putana non sminuisce l’imparzialità del Signore.
Egli è suhrdam sarva-bhutanam, l’amico di tutti. Perciò la parzialità non si
applica alla natura di Dio, la Persona Suprema, il Quale mantiene sempre la
Sua posizione di supremo controllore. Il Signore uccise Putana come si
uccide un nemico, ma poiché Egli è il supremo controllore, lei raggiunse
l’elevata posizione della madre di Krishna. Srila Madhva Muni osserva quindi,
kale kala-visaye ‘pisita. dehadi-karanatvat suranikam iva sthitam sattvam.
Generalmente un assassino è impiccato, e nella Manu-samhita è detto che il
re manifesta la sua misericordia verso l’assassino uccidendolo, e cosí lo salva
dalle sofferenze che lo aspettano. A causa delle attività peccaminose, tale
assassino è ucciso per la misericordia del re. Krishna, il giudice supremo, Si
comporta in modo simile, data la Sua posizione di controllore supremo. Si
può concludere quindi affermando che il Signore è sempre imparziale ed è
sempre molto buono verso gli esseri viventi.
25 A causa dell’erronea concezione dell’esistenza, l’anima condizionata
pensa che quando il corpo muore anche l’essere vivente sia
distrutto. Visnu, Dio, la Persona Suprema, è il supremo controllore,
l’Anima Suprema di tutti gli esseri. Poiché non ha un corpo
materiale, Egli è libero dal falso concetto di “io e mio”. E’ errato
quindi pensare che Egli provi piacere o dolore quando è bestemmiato
o quando Gli vengono offerte preghiere. Riferito a Lui ciò è
impossibile, perché Egli non ha né amici né nemici. Quando castiga i
demoni, lo fa per il loro bene e quando accetta le preghiere dei
devoti, è anche per il loro bene. Egli non è toccato né dalle preghiere
né dalle bestemmie.
26 Perciò, nell’ostilità o nel servizio devozionale, per paura, affetto o
per desideri impuri — per uno o per tutti questi motivi — se un’anima
condizionata in un modo o nell’altro si concentra sul Signore, il
risultato è il medesimo perché, grazie alla Sua posizione di felicità, il
Signore non è mai colpito dall’inimicizia o dall’amicizia.
27 [Narada Muni continuò:]
Col servizio devozionale non si può raggiungere una così intensa
concentrazione nel pensiero del Signore Supremo come quando si è
situati in un sentimento di ostilità verso di Lui. Questa è la mia
opinione.
30 Moltissime persone hanno ottenuto la liberazione soltanto pensando
a Krishna con molta attenzione e abbandonando le attività colpevoli.
Questa grande attenzione può essere dovuta ai desideri sensuali, a
sentimenti ostili, alla paura, all’affetto o al servizio devozionale. Ti
spiegherò ora come per ricevere la misericordia di Krishna basti
concentrarsi con la mente su di Lui.
31 Caro re Yudhisthira, le gopi (pastorelle) hanno ottenuto la misericordia di
Krishna per i loro desideri lussuriosi, Kamsa per la paura, Sisupala e
altri re per l’invidia, gli Yadu per le loro relazioni di parentela con
Krishna, voi Pandava per il grande affetto verso Krishna, e noi,
semplici devoti, per il nostro servizio devozionale.
32 In un modo o nell’altro, si deve considerare con molta serietà la
forma di Krishna. Poi, secondo uno dei cinque procedimenti
menzionati prima, si può tornare a Dio, nella nostra dimora
originale. Gli atei come il re Vena, invece, essendo incapaci di
pensare a Krishna in uno dei cinque modi precedentemente riferiti,
non possono ottenere la salvezza. Perciò si deve in qualche modo
pensare a Krishna, o favorevolmente o come nemico.
2:22 L’anima spirituale, l’essere vivente, essendo eterna e inesauribile,
non conosce la morte. Libera dalla contaminazione materiale, può
recarsi in qualsiasi luogo nei mondi materiali e spirituali. Sa
perfettamente di essere diversa dal corpo materiale e ne è cosciente,
ma poiché la sua minuscola indipendenza ne ha sviato la
comprensione, è obbligata ad accettare un corpo grossolano e un
corpo sottile prodotti dell’energia materiale. Cade cosí vittima delle
cosiddette gioie e dolori materiali. Nessuno dovrebbe quindi
lamentarsi per il fatto che l’anima spirituale ha lasciato il corpo.
26 Nel suo smarrimento, l’essere vivente s’identifica col corpo e con la
mente; considera alcune persone come congiunti e altri come
estranei. Soffre quindi di questo equivoco. In realtà, le sofferenze e
la cosiddetta felicità del mondo materiale sono dovute solo
all’accumulo di queste idee materiali erronee. L’anima condizionata,
che si trova in questa situazione, deve rinascere in differenti specie e
agire secondo differenti categorie di conoscenza, creandosi cosí
degli altri corpi. Questo perpetuarsi della vita materiale è detto
samsara. La nascita, la morte, il lamento, la stupidità e l’ansia
risalgono tutti a queste considerazioni materiali. Cosí, talvolta
riusciamo a penetrare la realtà delle cose e talvolta invece ricadiamo
in una concezione erronea della vita.
37 Sri Yamaraja disse:
Ahimè, che strana situazione! Queste persone che sono piú grandi
di me hanno sperimentato direttamente che migliaia e centinaia di
migliaia di esseri viventi nascono e muoiono. Perciò dovrebbero
capire che anche la loro morte è sicura; eppure rimangono sempre
sconcertati. L’anima condizionata viene dall’ignoto e torna, dopo la
morte, nello stesso luogo ignoto. Non c’è eccezione a questa regola,
che è guidata dalla natura materiale. Se sono a conoscenza di questo
fatto, perché si lamentano inutilmente?
4:28 Non appena Hiranyakasipu comincerà a perseguitare suo figlio
Prahlada, questo grande devoto che è tranquillo, sobrio e non ha
nemici, ucciderò immediatamente Hiranyakasipu, nonostante le
benedizioni di Brahma.
5:31 Le persone fortemente invischiate nella coscienza del godimento
della vita materiale, che per questa ragione hanno accettato come
loro capo o guru un uomo ugualmente cieco, attaccato agli oggetti
esterni dei sensi, non possono capire che il fine dell’esistenza è
quello di tornare a Dio, nella nostra dimora originale e d’impegnarci
al servizio offerto a Sri Visnu. Come ciechi guidati da un altro cieco
perdono la strada e cadono nel fosso, così persone attaccate alla
materia, guidate da altri uomini attaccati alla materia, sono
saldamente legate dalle robuste corde dell’attività interessata e
continuano ripetutamente a vivere la loro vita materialista, soffrendo
a causa delle tre forme di sofferenza.
6:6 La durata massima della vita di ogni essere umano è di cento anni,
ma per un uomo che non controlla i sensi metà di questi anni sono
completamente perduti durante la notte, che si trascorre dormendo
per dodici ore immersi nell’ignoranza. Tale vita, perciò, dura soltanto
cinquant’anni.
7 Dieci anni se ne vanno nella prima infanzia, quando l’essere è
immerso nella confusione. Altri dieci anni trascorrono nel gioco e nel
divertimento durante l’adolescenza. In questo modo venti anni sono
consumati. Similmente, altri vent’anni trascorrono inutilmente nel
corso della vecchiaia, quando il corpo è invalido, incapace di
compiere perfino le attività materiali.
8 L’uomo incapace di controllare la mente e i sensi sarà sempre più
attratto dalla vita di famiglia, a causa degli insaziabili desideri di
lussuria e di una profonda illusione. Nella vita di un tale pazzo anche
gli anni che restano sono perduti, perché nemmeno in questo periodo
egli potrà impegnarsi nel servizio devozionale.
9 Quale uomo troppo attaccato alla vita di famiglia e incapace di
dominare i sensi potrà liberarsi? Egli è saldamente trattenuto dai
legami dell’affetto per la famiglia [la moglie, i figli e gli altri parenti].
24 Perciò, cari giovani amici nati da demoni, vi prego, agite in modo tale
da soddisfare il Signore Supremo, che trascende ogni conoscenza
materiale. Abbandonate la vostra natura demoniaca e agite liberi
dall’inimicizia o dalla dualità. Mostrate la vostra misericordia a tutti
gli esseri viventi, illuminandoli sul servizio devozionale e diventando
così i loro benefattori.
26 La religione, lo sviluppo economico e la gratificazione dei sensi
sono definite nei Veda tri-varga, le tre vie che portano verso la
liberazione. In queste tre categorie sono comprese la cultura e la
realizzazione spirituale, le cerimonie rituali compiute secondo le
ingiunzioni dei Veda, la logica, la scienza della legge e dell’ordine, e
anche i diversi mezzi di sussistenza. Questi sono gli argomenti di
studio esterni nei Veda, perciò io li considero materiali. Considero
invece di natura spirituale la sottomissione ai piedi di loto di Sri
Visnu.
7:51, 52 Cari amici, figli di demoni, non potete soddisfare Dio, la Persona
Suprema, diventando perfetti brahmana, esseri celesti o grandi
santi, né raggiungendo la perfezione nell’ambito del cerimoniale o
dell’erudizione. Nessuna di queste qualificazioni può suscitare
piacere nel Signore; non si può nemmeno soddisfare il Signore con la
carità, l’austerità, il sacrificio, la pulizia o i voti. Il Signore è
soddisfatto soltanto di chi ha per Lui una devozione pura e
incrollabile. Senza un sincero servizio devozionale, tutto sarà
soltanto un’esibizione.
55 L’unico obiettivo dell’esistenza in questo mondo materiale consiste
nel rendere servizio ai piedi di loto di Govinda, la causa di tutte le
cause, e nel vederlo in ogni luogo. Solo questo è l’obiettivo supremo
della vita umana, come spiegano tutte le Scritture rivelate.
8:9 [Prahlada Maharaja continuò:]
Caro padre, ti prego, abbandona la tua mentalità demoniaca. Non
fare discriminazione nel tuo cuore tra nemici e amici; rendi la tua
mente equanime verso tutti. Non c’è altro nemico in questo mondo
che una mente sviata e priva di controllo. Quando consideriamo tutti
gli esseri su un piano di eguaglianza, allora ci troviamo in una
posizione che ci permette di adorare perfettamente il Signore.
9:10 Se un brahmana possiede tutte le dodici qualità brahminiche [così
come sono state elencate nel libro Sanat-sujata], ma non è un
devoto ed è contrario ai piedi di loto del Signore, è certamente
caduto più in basso di un devoto, che pur essendo un mangiatore di
cani, ha dedicato ogni cosa — la mente, le parole, le attività, la
ricchezza e la vita — al Signore Supremo. Questo devoto è migliore di
un brahmana, perché può purificare tutta la sua famiglia, mentre il
cosiddetto brahmana, situato in una posizione di falso prestigio, non
può purificare nemmeno se stesso.
10:13 Caro Prahlada, finché sei nel mondo materiale dovrai esaurire tutte
le reazioni delle attività virtuose, vivendo nella felicità, e agendo in
modo virtuoso neutralizzerai le attività empie. Per la potenza del
fattore tempo lascerai il corpo, ma le glorie delle tue attività saranno
cantate sui sistemi planetari superiori e infine tornerai a Dio, nella
tua dimora originale, perché sarai completamente libero da ogni
legame.
15-17 Prahlada Maharaja disse:
O Signore Supremo, poiché Tu sei così misericordioso verso le anime
cadute, Ti chiedo soltanto una benedizione. So che mio padre al
momento della morte è già stato purificato dal Tuo sguardo, ma
poiché ignorava il Tuo meraviglioso potere e la Tua supremazia, Ti
ha inutilmente mostrato la sua ira, pensando che Tu fossi l’assassino
di suo fratello. Così ha bestemmiato direttamente Tua Grazia, il
maestro spirituale di tutti gli esseri, e si è macchiato di pesanti colpe
contro di me, che sono Tuo devoto. Desidero che egli sia perdonato
per queste attività colpevoli.
18 Dio, la Persona Suprema, disse:
Caro Prahlada, che sei così puro e così santo, tuo padre è stato
purificato insieme con ventuno antenati della tua famiglia. Poiché tu
sei nato in questa famiglia, l’intera dinastia è stata purificata.
19 Dovunque si trovino devoti sereni, equilibrati, di buon
comportamento e ornati di tutte le buone qualità, il luogo e le
dinastie che lo abitano, anche se sono composte di peccatori, sono
purificati.
22 Caro bambino, tuo padre è già stato purificato grazie al contatto con
il Mio corpo al momento della morte. Tuttavia, un figlio ha il dovere
di compiere le cerimonie rituali dello sraddha dopo la morte di suo
padre, in modo che quest’ultimo possa essere elevato a un sistema
planetario dove potrà diventare un buon cittadino e un buon devoto.
23 Dopo aver compiuto le cerimonie rituali, assumi la responsabilità del
regno di tuo padre. Siedi sul trono e non lasciarti distrarre dalle
attività materiali, ma tieni la tua mente fissa su di Me. Senza
trasgredire le istruzioni dei Veda, per semplice formalità adempi i
tuoi particolari doveri.
39 Non solo Sisupala e Dantavakra, ma anche moltissimi altri re che
agirono come nemici di Krishna raggiunsero la liberazione al
momento della morte. Avendo in quel momento pensato al Signore,
ricevettero un corpo spirituale e una forma uguale alla Sua, proprio
come i vermi catturati dal calabrone prendono a loro volta un corpo
di calabrone.
11:7 L’Essere Supremo, Dio, la Persona Sovrana, è l’essenza di ogni
conoscenza vedica, la radice di tutti i principi della religione e la
memoria delle grandi autorità. O re Yudhisthira, questo principio
della religione dev’essere considerato in se stesso un’evidenza. Sulla
base di questo principio religioso ogni cosa trova soddisfazione,
compresa la mente, l’anima e perfino il corpo.
8-12 Questi sono i principi generali che tutti gli esseri umani devono
seguire: la veridicità, la misericordia, l’austerità [come osservare il
digiuno in determinati giorni dei mese], fare il bagno due volte al
giorno, la tolleranza, la discriminazione tra il bene e il male, il
controllo della mente, il controllo dei sensi, la non-violenza, la
castità, la carità, lo studio delle Scritture, la semplicità, la
soddisfazione, l’offerta di servizio a persone sante, l’abbandono
degli impegni non necessari, essere consapevoli della futilità delle
attività insulse della società umana, il silenzio e la serietà, evitare i
discorsi inutili, sapere valutare se la nostra identità è fisica o
spirituale, distribuire equamente il cibo tra tutti gli esseri [sia
uomini che animali], saper considerare ogni anima, specialmente
nella forma umana, come parte del Signore Supremo, ascoltare le
attività e le istruzioni di Dio, la Persona Suprema [che è il rifugio
delle persone sante], cantare le glorie di queste attività e di queste
istruzioni, ricordarle sempre, sforzarsi di rendere servizio al Signore,
adorarLo, offrirGli omaggi, diventare un Suo servitore, diventare un
Suo amico e sottomettersi completamente a Lui. O re Yudhisthira, la
forma umana ci deve portare ad acquisire queste trenta qualità che
sono sufficienti per soddisfare Dio, la Persona Suprema.
33, 34 Caro re, coltivando un campo senza interruzione, anno dopo anno, la
produttività ne sarà diminuita e tutti i semi che vi si piantano
andranno perduti. Come alcune gocce di ghé versate sul fuoco non
sono in grado di spegnerlo, mentre un fiotto di ghé lo estinguerà,
similmente lo sfrenato appagamento dei desideri sessuali annullerà
completamente questi stessi desideri.
14:5 Lavorando per guadagnarsi da vivere al fine di mantenere insieme
l’anima e il corpo, una persona veramente saggia deve vivere nella
società umana senza attaccarsi alla vita familiare, benché
all’apparenza sembri molto attaccata.
6 Un uomo intelligente nella società umana dovrebbe avere un
programma di attività molto semplice e se gli amici, i figli, i genitori,
i fratelli o qualcun altro gli danno qualche suggerimento, dovrebbe
dichiararsi formalmente d’accordo e acconsentire, ma dovrebbe
essere interiormente deciso a non crearsi una vita difficile che non
gli permetta di perseguire lo scopo della vita.
8 Si deve pretendere di possedere soltanto la ricchezza necessaria a
mantenere insieme l’anima e il corpo, ma chi desidera possedere in
eccedenza dev’essere considerato un ladro e merita di essere punito
dalle leggi della natura.
9 Bisogna trattare gli animali – i cervi, i cammelli, gli asini, le scimmie, i
topi, i serpenti, gli uccelli e le mosche — esattamente come i nostri
stessi figli. C’è veramente ben poca differenza tra i bambini e questi
animali innocenti.
10 Anche nella vita di famiglia l’uomo
deve accontentarsi di mantenere insieme l’anima e il corpo,
servendosi di ciò che è disponibile per grazia del Signore al prezzo di
uno sforzo minimo, secondo il luogo e la circostanza.
12 L’uomo è tanto convinto che la moglie sia una sua proprietà che
talvolta si uccide per lei o uccide altri, perfino i suoi genitori o il
maestro spirituale o l’insegnante. Per questa ragione, se si
abbandona questo attaccamento per la moglie, si conquisterà Dio, la
Persona Suprema, che non è mai conquistato da nessuno.
42 Caro re Yudhisthira, i brahmana, soprattutto quelli che s’impegnano
nel predicare le glorie del Signore in tutto il mondo, sono riconosciuti
e adorati da Dio, la Persona Suprema, che è il cuore e l’anima di
tutta la creazione. Predicando, i brahmana purificano i tre mondi con
la polvere dei loro piedi di loto e diventano perfino degni
dell’adorazione di Krishna.
15:9 Poiché hanno risvegliato la conoscenza spirituale, le persone che si
servono dell’intelligenza per compiere i sacrifici, che sono realmente
consapevoli dei principi della religione e sono libere dai desideri
materiali, controllano il sé nel fuoco della conoscenza spirituale, la
conoscenza della Verità Assoluta. Esse possono abbandonare il
procedimento delle cerimonie rituali.
12 L’irreligione si divide in cinque ramificazioni, conosciute in modo
specifico come irreligione [vidharma], princípi religiosi che non sono
adatti a noi [paradharma], ostentazione di religione [abhasa],
religione analogica [upadharma] e religione ingannevole [chala-
dharma]. Chi è consapevole della vera vita religiosa deve
abbandonare queste cinque forme d’irreligione.
13 I principi religiosi che impediscono di seguire la propria religione
sono detti vidharma. I principi religiosi introdotti da altri sono detti
para-dharma. Una nuova forma di religione, creata da una persona
piena di falso prestigio e che si oppone ai principi dei Veda, è detta
upadharma. E l’interpretazione basata sui giochi di parole è detta
chala-dharma.
26 Il maestro spirituale dev’essere considerato il Signore Supremo in
persona perché ci trasmette la conoscenza trascendentale allo scopo
d’illuminarci. Per conseguenza chi mantiene la concezione materiale
e considera il maestro spirituale come un essere umano comune non
otterrà mai il successo. La sua illuminazione e i suoi studi sulla
conoscenza vedica sono simili al bagno di un elefante.
CANTO 8
1:16 Dio, la Persona Suprema, Krishna, agisce esattamente come un
essere umano comune, eppure non desidera godere dei frutti
dell’azione. Egli possiede la perfetta conoscenza, è libero dai desideri e
dalle deviazioni materiali ed è completamente indipendente. Come
maestro supremo della società umana, Egli insegna la Sua via d’azione
e inaugura cosí il vero sentiero della religione. Chiedo a tutti di
seguirlo.
6:18 Dio, la Persona Suprema, disse:
O Brahma, Siva e altri esseri celesti, vi prego ascoltateMi con grande
attenzione, perché ciò che vi dirò porterà fortuna a tutti voi.
19 Finché non vi trovate in una posizione prospera, dovreste concludere
una tregua con i demoni e gli asura, che per ora sono favoriti dal
tempo.
20 O esseri celesti, vegliare sui propri interessi è cosí importante che
talvolta si può perfino fare una tregua con i propri nemici. Per il
proprio bene bisogna agire secondo la logica del topo e del serpente.
21 Cercate immediatamente di produrre il nettare che può rendere
immortale una persona che lo beve in punto di morte.
22, 23 O esseri celesti, gettate nell’oceano di latte tutti i generi di vegetali,
di erbe, piante ed erbe medicinali. Poi, con il Mio aiuto, tenendo la
montagna Mandara come perno e Vasuki come corda per frullare,
frullate l’oceano di latte con la massima attenzione. Cosí, i demoni
saranno impegnati nella fatica, mentre voi, gli esseri celesti, otterrete
il vero risultato, cioè il nettare prodotto dall’oceano.
24 Cari esseri celesti, con la pazienza e la pace si può fare ogni cosa, ma
chi si fa agitare dalla collera non otterrà il suo scopo. Perciò, qualsiasi
cosa i demoni chiedono, accordategliela.
25 Un veleno conosciuto come kalakuta sarà generato dall’oceano di
latte, ma non dovete aver timore. E quando diversi prodotti saranno
frullati dall’oceano, non dovete essere avidi e sentirvi ansiosi di
possederli, né dovete andare in collera.
7:44 E’ detto che le grandi personalità quasi sempre accettano
volontariamente la sofferenza per mitigare la sofferenza degli uomini.
Questo è considerato il modo piú elevato per adorare Dio, la Persona
Suprema, che è presente nel cuore di ogni essere.
Il Signore Supremo afferma nella Bhagavad-gita (18.66):
“Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me. Io ti libererò da tutte le
reazioni del peccato. Non temere.”
19:36 I grandi saggi e studiosi non approvano la carità che mette in pericolo
le proprie possibilità di sostentamento. Carità, sacrificio, austerità e
attività interessate sono consigliabili solo a colui che è in grado di
guadagnarsi da vivere in modo adeguato. [Non sono accessibili per chi
non è in grado di mantenersi].
37 Perciò, una persona che possieda una conoscenza completa dovrebbe
dividere le ricchezze accumulate in cinque parti: una a vantaggio
della religione, una a vantaggio della propria reputazione, una per
l’opulenza, una per la gratificazione dei sensi e una per il
mantenimento dei propri familiari. Una persona che si comporta in
questo modo è felice sia in questa vita che nella prossima.
20:4 Non c’è colpa piú grave della mancanza di veridicità. Per questo, un
giorno madre Terra disse: “Posso sostenere qualsiasi cosa, anche la
piú pesante, ma non un mentitore.”
22:9 A che serve questo corpo materiale che automaticamente abbandona il
suo proprietario alla fine della vita? E a che servono tutti i familiari,
nient’altro che saccheggiatori delle ricchezze, ricchezze che
dovrebbero essere usate invece al servizio del Signore, nell’opulenza
spirituale? A che serve la moglie? È solo la causa di sempre maggiori
condizionamenti materiali. E a che servono famiglia, casa, nazione e
società? L’attaccamento a queste cose non serve ad altro che a farci
sprecare la preziosa energia della vita.
20 Srimati Vindhyavali disse:
O mio Signore, Tu hai creato l’universo intero per godere dei Tuoi
divertimenti, ma gli sciocchi, privi d’intelligenza, hanno preteso di
esserne i proprietari per il loro godimento materiale. Certamente sono
spudorati agnostici. Arrogandosi un diritto di proprietà che non hanno,
pensano di poter fare la carità e di godere. In queste condizioni, che
cosa possono fare di buono per Te, che sei il creatore indipendente, il
sostegno e il distruttore dell’universo?
24 Dio, la Persona Suprema, disse:
Caro Brahma, a causa dell’opulenza materiale una persona sciocca
diventa ottusa e pazza, e perde il rispetto per chiunque nei tre mondi,
fino a sfidare la Mia autorità. A questa persona mostro un favore
speciale togliendole per prima cosa tutto ciò che possiede.
23:2 Bali Maharaja disse:
Quale meraviglioso risultato si ottiene anche solo col tentativo di offrirTi
un segno di rispetto! Ho semplicemente cercato di offrirTi il mio omaggio ed
ecco che il mio tentativo ha avuto il medesimo successo di quello dei puri devoti.
La misericordia incondizionata che mi hai dimostrato — a me che sono un
miserabile demone — non è mai stata ricevuta nemmeno dagli esseri celesti o dai
capi dei diversi pianeti.
6 Prahlada Maharaja disse:
O Signore Supremo, Tu sei adorato dall’universo intero; perfino Brahma e
e Siva adorano i Tuoi piedi di loto. Eppure, benché Tu sia una personalita cosi
grande, nella Tua gentilezza hai promesso di proteggerci, noi che siamo demoni.
Penso che una gentilezza simile non sia mai stata concessa nemmeno a Brahma,
a Siva o alla dea della fortuna, Laksml, e tantomeno agli altri esseri celesti o
alla gente comune.
8 O mio Signore, i Tuoi divertimenti compiuti in virtù della Tua inconcepibile
energia spirituale sono tutti meravigliosi e mediante il suo riflesso distorto,
l’energia materiale, Tu hai creato tutti gli universi. Come Anima Suprema di
tutti gli esseri viventi, sei consapevole di ogni cosa, percio sei senza dubbio
equanime verso tutti. Tuttavia, manifesti un favore speciale verso i Tuoi devoti.
Questa, pero, non e parzialità, perché la Tua caratteristica è quella di essere
come un albero dei desideri, che concede ogni cosa secondo le aspirazioni di
ognuno.
17 eri Visnu, devo comunque agire secondo i Tuoi ordini, perche il gesto più
propizio e il primo dovere di tutti è seguire la Tua volontà.
24:32 Dio, la Persona Suprema, disse:
O re che puoi vincere i tuoi nemici, nel settimo giorno a partire da oggi tutti i
tre mondi — Bhuh, Bhuvah e Svah — saranno sommersi dalle acque del diluvio.
33 Quando tutti i tre mondi saranno sommersi dalle acque, apparirà davanti a
te una grande nave, che Io ti avrò inviato.
34, 35 Allora, o grande re, raccoglierai tutte le specie di erbe e di semi per caricarle
sull’arca. Poi, accompagnato da sette rsi (saggi) e attorniato da tutte le specie di esseri
viventi, salirai a bordo dell’arca e senza tristezza viaggerai con i tuoi compagni
sulle acque del diluvio, dove l’unica luce sarà la radiosità emanante dai grandi
rsi.
36 Poi, quando la nave sarà squassata da venti sferzanti, l’aggancerai al Mio
corno servendoti del grande serpente Vasuki, perché Io sarò presente accanto
a te.
50 La gente che non conosce lo scopo della vita e accetta come guru un miserabile
sciocco si comporta come un cieco che, essendo incapace di vedere, scelga
come guida un altro cieco. Ma noi aspiriamo alla realizzazione spirituale e
quindi accettiamo Te, Dio, la Persona Suprema, come nostro maestro spirituale,
perché Tu puoi vedere in tutte le direzioni e sei onnisciente come il sole.
52 Mio Signore, Tu sei l’amico supremo e benevolo di ogni essere, l’amico più
caro, il dirigente supremo, l’anima e la guida suprema, Colui che dà la conoscenza
suprema e soddisfa tutti i desideri. Ma sebbene Tu sia nel cuore, lo sciocco
non può capirli, preso com’è dai desideri materiali.
55 Così Dio, la Persona Suprema, spiegò al re Satyavrata la scienza spirituale
conosciuta come sùnkhya-yoga, con la quale si può distinguere la materia dallo
spirito [in altre parole, il bhakti-yoga]; gli trasmise anche gli insegnamenti
contenuti nei Purùna [le storie antiche] e nella samhita. Il Signore spiegò Se
stesso attraverso tutte queste Scritture.
CANTO 9
Nella Bhagavad-gita (2.22) è affermato:
“Come una persona indossa vestiti nuovi e lascia quelli usati, così l’anima si
riveste di nuovi corpi materiali abbandonando quelli vecchi e inutili.”
È affermato nella Brahma-samhita (5.54):
Coloro che s’impegnano nel servizio devozionale non sono colpiti dai risultati
delle loro attività interessate. Tutti gli altri, invece, dal più piccolo microbo
fino al re dei pianeti celesti, Indra, sono soggetti alle leggi del karma. Un puro
devoto, essendo sempre impegnato nel servizio del Signore, non è soggetto al
controllo di queste leggi.
3:11 Dopo qualche tempo arrivarono all’asrama di Cyavana Muni gli Asvinikumara,
i due fratelli, medici degli esseri celesti. Dopo aver loro
offerto i suoi rispettosi omaggi, Cyavana Muni chiese loro di dargli la
giovinezza, perché essi ne avevano la capacità.
12 Cyavana Muni disse:
Sebbene voi non siate destinati a bere il soma-rasa nei sacrifici, vi
prometto di darvene un vaso pieno. Vi prego, datemi gioventù e
bellezza, perché tali doti attraggono le giovani donne.
13 I grandi medici, gli Asvini-kumara, accettarono con grande entusiasmo
la proposta di Cyavana Muni e dissero al brahmana: “Devi soltanto
tuffarti in questo lago che rende la vita un successo.” [Chi si bagna in
questo lago vede soddisfatti tutti i suoi desideri].
14 Dopo aver così parlato, gli Asvini-kumara afferrarono Cyavana Muni,
che era un vecchio invalido, malato, dalla pelle flaccida, dai capelli
canuti e dalle vene visibili su tutto il corpo, e tutti e tre entrarono
insieme nel lago.
15 Allora tre uomini dotati di un aspetto corporeo bellissimo emersero dal
lago. Erano vestiti elegantemente e ornati di orecchini e ghirlande di
fiori di loto. Tutti e tre gli uomini erano ugualmente dotati di bellezza.
4:63 Dio, la Persona Suprema, disse al brahmana:
Io sono sotto il completo controllo del Mio devoto. In realtà, Io non
sono affatto indipendente. Poiché i Miei devoti sono completamente
liberi dai desideri materiali, Mi siedo soltanto nel più profondo del loro
cuore. Che dire dei Miei devoti, se anche i devoti dei Miei devoti Mi
sono estremamente cari.
65 Poiché i puri devoti lasciano la casa, la moglie, i figli, i parenti, le
ricchezze e arrivano anche a sacrificare la propria vita per servirMi,
senza mantenere alcun desiderio di progresso materiale in questa vita
o nella prossima, come posso abbandonare i Miei devoti, anche per un
solo momento?
66 Come una donna casta tiene sotto il suo controllo mediante il servizio
il suo buon marito, così i puri devoti, che sono equanimi verso tutti gli
esseri e completamente attaccati a Me nel più profondo del cuore, Mi
hanno in loro potere.
68 Il puro devoto è sempre nel profondo del Mio cuore, e Io sono sempre
nel cuore del Mio puro devoto. I Miei devoti non conoscono altri che
Me e Io non conosco altri che loro.
69 O brahmana, voglio dunque consigliarti per il tuo stesso bene.
AscoltaMi. Offendendo Maharaja Ambarisa hai agito in realtà contro te
stesso. Perciò dovresti andare immediatamente da lui, senza un
attimo d’indugio. Quando si usa il proprio cosiddetto potere contro i
devoti, certamente esso ricadrà su chi lo ha usato e in realtà chi ne
subirà il danno sarà l’autore stesso del gesto, non la presunta
vittima.
70 Per un brahmana l’austerità e l’erudizione sono certamente
importanti, ma se non si accompagnano alla bontà, diventano
estremamente pericolose.
5:14 Durvasa Muni disse:
Caro re, oggi ho sperimentato la grandezza dei devoti di Dio, la
Persona Suprema, perché nonostante la mia offesa tu hai pregato per
la mia protezione.
22 Sri Sukadeva Gosvami continuo’:
Completamente soddisfatto, il grande yogi mistico Durvasa Muni
chiese al re il permesso di andarsene e partì senza cessare mai di
glorificarlo. Attraverso le vie del cielo raggiunse Brahmaloka, dove non
esistono agnostici e persone dedite all’arida speculazione filosofica.
8:24 Tu assumi una forma che assomiglia a un corpo
materiale solo per trasmetterci i Tuoi insegnamenti, come quelli della
Bhagavad-gita, ma in realtà Tu sei la Persona Suprema e originale.
10:17 Dopo aver invaso Lanka, l’esercito delle scimmie, che era guidato da
generali come Sugriva, Nila e Hanuman, occupò tutte le palestre, i
granai, le tesorerie, gli ingressi dei palazzi, le porte della città, le case
di riunione, gli spiazzi davanti agli edifici e perfino le piccionaie.
Quando i crocevia, le piattaforme, le bandiere e i vasi d’oro per l’acqua
sulle cupole della città furono distrutti, la città di Lanka sembrò un
fiume sconvolto da un branco di elefanti.
18 Nel vedere lo scompiglio creato dall’esercito delle scimmie, Ravana, il
signore dei Raksasa (cannibali), fece chiamare Nikumbha, Kumbha, Dhumraksa,
Durmukha, Surantaka, Narantaka e altri Raksasa, e anche suo figlio
Indrajit. Poi convocò Prahasta, Atikaya, Vikampana e alla fine anche
Kumbhakarna. Indusse quindi tutti i suoi seguaci a opporsi al nemico.
19 Sri Ramacandra (incarnazione divina), accompagnato da Laksmana (suo fratello) e dai guerrieri delle scimmie come Sugriva, Hanuman, Gandhamada, Nila, Angada,
Jambavan e Panasa, attaccò l’esercito dei Raksasa, che era ben
equipaggiato con varie armi invincibili, come spade, lance, archi,
prasa, rsti, frecce sakti, khao’ga e tomara.
20 Angada e gli altri generali dell’esercito di Ramacandra affrontarono gli
elefanti, la fanteria, la cavalleria e i carri del nemico, scagliando contro
di loro enormi alberi, vette rocciose, mazze e frecce. In questo modo i
soldati di Sri Ramacandra uccisero i soldati di Ravana, i quali avevano
perso ogni fortuna, perché Ravana era stato condannato dalla collera di
madre Sita (moglie rapita di Ramacandra).
21 Quando Ravana, il re dei Raksasa, vide che i suoi soldati erano perduti,
fu preso da una grande collera. Salì quindi sul suo aereo decorato di
fiori e si diresse verso Sri Ramacandra, che era seduto sullo splendido
carro guidato da Matali, l’auriga di Indra. Ravana allora colpì Sri
Ramacandra con le sue frecce appuntite.
22 Sri Ramacandra disse a Ravana:
Tu sei il più detestabile tra i cannibali. In realtà sei come i loro
escrementi. Sei come un cane; infatti, come un cane ruba il cibo dalla
cucina, approfittando dell’assenza del padrone, così tu in Mia assenza
hai rapito Mia moglie, Sitadevi. Perciò, come Yamaraja punisce i
peccatori, Io ti punirò nello stesso modo. Tu sei l’individuo più
odioso, peccaminoso e svergognato. Oggi, quindi, Io che non fallisco
mai ti punirò.
23 Dopo aver così rimproverato Ravana, Sri Ramacandra fissò una freccia
al Suo arco, prese la mira contro Ravana e scoccò la freccia, che
trafisse il cuore di Ravana come un fulmine. A questo spettacolo, tra i
seguaci di Ravana fu tutto un risuonare di lamenti: “Ahimè, Ahimè!
Cos’è successo? Cos’è successo?” Intanto Ravana cadeva dal suo
aereo, vomitando sangue dalle sue dieci bocche, proprio come un uomo
virtuoso cade sulla Terra dai pianeti celesti, quando i meriti delle sue
attività virtuose si sono esauriti.
30 In seguito, Sri Ramacandra trovò Sitadevi che se ne stava seduta in
una piccola capanna sotto l’albero Simsapa, nella foresta di alberi
Asoka. Era pallida ed emaciata per il dolore della separazione da Lui.
31 Nel vedere Sua moglie in quelle condizioni, Sri Ramacandra sentì una
profonda compassione. Quando Sri Ramacandra fu davanti a lei, Sita
fu perfettamente felice di poter contemplare il suo amato e la sua
bocca di loto manifestò la sua gioia.
32 Dopo aver dato a Vibhisana il potere di governare la popolazione
Raksasa di Lanka per la durata di un kalpa, Sri Ramacandra, Dio, la
Persona Suprema [Bhagavan], condusse Sitadevi su un aeroplano
decorato di fiori e vi salì Lui stesso. Poiché il periodo di esilio nella
foresta si era concluso, il Signore tornò ad Ayodhya, accompagnato da
Hanuman, da Sugriva e da Suo fratello Laksmana.
51 Sri Ramacandra diventò re durante il treta–yuga, ma grazie al Suo
buon governo, quell’età era simile al satya-yuga. Tutti erano religiosi
e perfettamente felici.
52 O Maharaja Pariksit, gemma della dinastia di Bharata, durante il regno
di Sri Ramacandra tutte le foreste, i fiumi, le colline e le montagne, le
nazioni, le sette isole e i sette mari, erano tutti propizi e fornivano
tutto ciò che era necessario per la vita di tutti gli esseri.
53 Quando Sri Ramacandra, Dio, la Persona Suprema, era il re del mondo,
tutte le sofferenze fisiche e mentali — la malattia, la vecchiaia, la
confusione, il lamento, il dolore, la paura e la fatica — erano
completamente assenti. Nemmeno la morte esisteva per coloro che
non la desideravano.
54 Sri Ramacandra aveva fatto voto di accettare solo una moglie e di non
avere alcun rapporto con qualsiasi altra donna. Era un re santo e ogni
cosa nella Sua personalità era perfetta, non contaminata da difetti,
come la collera. Insegnava a tutti, specialmente agli uomini sposati, il
buon comportamento sulla base del varnasrama–dharma. Così istruì il
popolo con l’esempio delle Sue personali attività.
55 Madre Sita era molto sottomessa, fedele, timida, casta e sempre
pronta a comprendere i sentimenti di suo marito. Così, con il suo
carattere, il suo amore e il suo servizio seppe attrarre in modo
completo la mente del Signore.
11:2 Sri Ramacandra consegnò tutta la parte orientale al sacerdote detto
hota, tutta la parte meridionale al sacerdote brahma, l’occidente al
sacerdote adhvaryu e la parte settentrionale al sacerdote udgata, cioè
a colui che recita il Sama Veda. In questo modo Egli distribuì in carità
tutto il Suo regno.
3 Poi, pensando che i brahmana, essendo liberi da desideri materiali,
dovrebbero possedere il mondo intero, Sri Ramacandra consegnò
all’acarya il territorio situato in mezzo alle quattro direzioni.
4 Dopo aver così distribuito tutto in carità ai brahmana, Sri Ramacandra
tenne per Sé solo gli abiti e gli ornamenti che indossava, e similmente
anche la regina, madre Sita, conservò soltanto l’anello che ornava il
suo naso e nient’altro.
5 Tutti i brahmana impegnati nelle varie attività del sacrificio furono
molto compiaciuti per il comportamento di Sri Ramacandra, che era
molto affezionato e favorevole ai brahmana. Così, con il cuore
intenerito, Gli restituirono tutte le proprietà che avevano ricevuto da
Lui e pronunciarono le seguenti parole.
6 “O Signore, Tu sei il padrone dell’universo intero. Che cosa non ci hai
dato? Sei entrato nel profondo del nostro cuore e hai dissipato con la
Tua radiosità le tenebre della nostra ignoranza. Questo è il dono
supremo. Non abbiamo bisogno di donazioni materiali.”
18 L’attrazione tra uomo e donna, o tra maschio e femmina, presente in
ogni luogo, riempie tutti di paura. Questi sentimenti esistono anche in
grandi personalità, quali Brahma e Siva, e sono per loro causa di
paura; che dire quindi degli altri, che sono attaccati alla vita di
famiglia in questo mondo materiale.
14:36 Urvasi disse:
Caro re, tu sei un uomo, un guerriero. Non essere impaziente di
lasciare la vita. Sii sobrio e non permettere che i sensi, come volpi, ti
travolgano in questo modo. Non lasciare che le volpi ti divorino. In
altre parole, non farti dominare dai sensi. Dovresti sapere piuttosto
che il cuore di una donna è simile a quello di una volpe. L’amicizia di
una donna non porta benefici.
37 “In generale, le donne sono furbe e spietate; esse non possono
tollerare nemmeno la minima offesa. Per il proprio piacere possono
macchiarsi di qualsiasi cattiva azione, tanto che non temono neppure
di uccidere un marito fedele o un fratello.
38 Le donne si fanno facilmente sedurre dagli uomini. Per questa ragione,
le donne corrotte abbandonano l’uomo che vuole il loro bene per
stringere una falsa amicizia con persone sciocche. In verità, cercano
sempre nuovi amici, uno dopo l’altro.
15:39 Caro figlio, noi siamo tutti brahmana e ci siamo resi degni
dell’adorazione del popolo perché sappiamo perdonare. Grazie a
questa qualità Brahma, il supremo maestro spirituale, ha ottenuto la
sua posizione.
40 Il brahmana ha il dovere di coltivare la qualità del perdono, che è
splendente come il sole. Dio, la Persona Suprema, Hari, è soddisfatto
di coloro che sanno perdonare.
17:4 Il figlio di Kasya fu Kasi, e suo figlio fu Rastra, il padre di Dirghatama.
Dirghatama ebbe un figlio, Dhanvantari, che era una manifestazione di
Sri Vasudeva, il beneficiario dei risultati del sacrificio. Dhanvantari fu
l’iniziatore della scienza medica. Chi ricorda il Suo nome può essere
liberato da ogni malattia.
7 Alarka, il figlio di Dyuman, regnò sulla Terra per sessantaseimila anni.
Caro re Pariksit, nessun altro regnò sulla Terra per tanto tempo come
un giovane.
18:50 Libero dai desideri materiali, Maharaja Yayati adorò il Signore
Supremo che è situato nel cuore di ogni essere come Narayana ed è
invisibile agli occhi materiali, sebbene esista in ogni luogo.
20:18 Ho passato una vita di mille anni pieni nel godimento del piacere dei
sensi, eppure ogni giorno questo desiderio non fa che aumentare.
19 Perciò ora voglio abbandonare tutti questi desideri e meditare su Dio,
la Persona Suprema. Libero dalle dualità della speculazione mentale e
dal falso prestigio, andrò vagando per la foresta con gli animali.
20 Chi sa che la felicità materiale, buona o cattiva, in questa vita o nella
prossima, su questo pianeta o sui pianeti celesti, è temporanea e
inutile, e che una persona intelligente non dovrebbe cercare di godere
di queste cose e nemmeno dovrebbe pensarci, conosce il sé. Una
persona così realizzata sa bene che è proprio la felicità materiale la
causa del protrarsi dell’esistenza materiale e dell’oblio della propria
posizione costituzionale.
24 O re Pariksit, sebbene Yayati si fosse assuefatto alla gratificazione dei
sensi goduta per moltissimi anni, fu in grado di abbandonarla
completamente in un attimo, proprio come un uccello vola via dal nido
non appena le sue ali sono cresciute.
27, 28 In seguito Devayani, la figlia di Sukracarya, capì che la compagnia
materiale di marito, amici e parenti è simile a una compagnia di turisti
che si ritrovano in un albergo. Le relazioni sociali, le relazioni tra amici
e amanti sono create dalla maya di Dio, la Persona Suprema,
esattamente come avviene in un sogno. Per la grazia di Krishna
Devayani abbandonò la sua posizione immaginaria nel mondo
materiale. Fissando completamente la sua mente su Krishna,
raggiunse la liberazione dal corpo grossolano e dal corpo sottile.
20:33 Come governante della Terra intera, l’imperatore Bharata possedeva
l’opulenza di un regno immenso e di un esercito invincibile. I figli e la
famiglia erano tutta la sua vita, ma in seguito li considerò un
impedimento al suo avanzamento spirituale e smise di goderne.
21:12 Io non prego Dio, la Persona Suprema, per ottenere le otto perfezioni
dello yoga mistico né la liberazione da nascite e morti ripetute.
Desidero soltanto restare tra gli esseri viventi e soffrire in loro vece,
affinché possano essere liberati dalla sofferenza.
23:26 Per ottantacinquemila anni Kartaviryarjuna godette continuamente
delle opulenze materiali in piena forza fisica e con una memoria
ineguagliabile. In altre parole, egli godette di un’inesauribile opulenza
materiale con i suoi sei sensi.
32 Il famoso Sasabindu aveva diecimila mogli, con ognuna delle quali
generò un lakh di figli. Perciò il numero totale dei suoi figli
ammontava a diecimila lakh.
24:56 Ogni volta che i princìpi della religione si deteriorano e l’irreligione
aumenta, Dio, la Persona Suprema, Sri Hari, Colui che ha il controllo
supremo su ogni cosa, appare di Sua volontà.
59 Sebbene i demoni che s’impadroniscono del governo siano abbigliati
come uomini di Stato, non conoscono il dovere del governo. Per
conseguenza, secondo il piano di Dio, questi demoni, in possesso
d’immense forze militari, combattono l’uno contro l’altro e in questo
modo il grande fardello di demoni che pesa sulla Terra si riduce. È per
volontà del Supremo che i demoni accrescono la propria potenza
militare, affinché il loro numero si riduca e i devoti abbiano
l’opportunità di progredire nella coscienza di Krishna.
60 Dio, la Persona Suprema, Krishna, con la collaborazione di
Sankarsana, Balarama, compì imprese che superano perfino la
comprensione mentale di grandi personalità come Brahma e Siva.
61 Per manifestare la Sua misericordia incondizionata ai devoti, che
sarebbero nati in futuro in quest’era di Kali, Dio, la Persona Suprema,
Krishna, fece in modo che bastasse ricordarLo per liberarsi da ogni
lamento e infelicità dell’esistenza materiale.
62 Semplicemente ricevendo le glorie del Signore mediante un ascolto
purificato e trascendentale, i devoti del Signore si liberano
immediatamente dai potenti desideri materiali e dall’impegno nelle
attività interessate.
CANTO 10
1:42 Al momento della morte, sulla base del pensare, sentire e volere della
mente che è impegnata in attività interessate, si riceve una particolare
forma corporea. In altre parole, il corpo si sviluppa sulla base delle
attività della mente. I cambiamenti di corpo sono dovuti all’instabilità
della mente, perché altrimenti l’anima sarebbe potuta rimanere nel
suo corpo originale, spirituale.
44 Perciò, se le attività caratterizzate dall’invidia e dall’empietà ci
costringono ad assumere un corpo nel quale dovremo soffrire nella
prossima vita, perché dovremmo agire in modo empio? Considerando il
nostro stesso bene, non dovremmo invidiare nessuno, perché una
persona invidiosa deve sempre temere di ricevere un danno dai suoi
nemici, in questa vita e nella prossima.
67 I re di questa Terra, avidi di gratificazione dei sensi, quasi sempre
uccidono i loro nemici senza discriminazione. Per soddisfare il proprio
capriccio, potrebbero uccidere chiunque, anche la loro stessa madre, il
padre, i fratelli o gli amici.
2:19 Allora Devaki serbò in sé Dio, la Persona Suprema, la causa di tutte le
cause, il sostegno dell’intero cosmo, ma poiché era imprigionata nella
casa di Kamsa, era simile alle fiamme di un fuoco nascosto in un vaso,
o a una persona che possiede la conoscenza, ma non può distribuirla al
mondo per il bene dell’umanità.
27 Il corpo [il corpo totale e il corpo individuale si compongono degli
stessi elementi] può essere chiamato simbolicamente «l’albero
originale» Quest’albero, che dipende completamente dal terreno della
natura materiale, produce due tipi di frutti, la gioia e il dolore. La
causa dell’albero, costituita dalle sue tre radici, è il contatto con le tre
influenze della natura materiale: virtù, passione e ignoranza. I frutti
della felicità del corpo hanno quattro gusti — la religiosità, lo sviluppo
economico, la gratificazione dei sensi e la liberazione —, che possono
essere sperimentati mediante i cinque sensi destinati all’acquisizione
della conoscenza in sei possibili circostanze: il rimpianto, l’illusione, la
vecchiaia, la morte, la fame e la sete. I sette strati di corteccia che
ricoprono l’albero sono: la pelle, il sangue, i muscoli, il grasso, le ossa,
il midollo e il seme. E gli otto rami dell’albero sono i cinque elementi
grossolani e i tre elementi sottili: terra, acqua, fuoco, aria, etere,
mente, intelligenza e falso ego. L’albero del corpo ha nove cavità — gli
occhi, gli orecchi, le narici, la bocca, l’ano e i genitali — e dieci foglie, le
dieci arie che passano attraverso il corpo. Su quest’albero del corpo
vivono due uccelli: uno è l’anima individuale e l’altro è l’Anima
Suprema.
32 [Qualcuno potrebbe dire che oltre ai devoti, che cercano sempre rifugio
ai piedi di loto del Signore, ci sono anche altri, che non sono devoti, ma
hanno scelto altre strade per raggiungere la liberazione. Quale sarà il
loro destino? Per rispondere a questa domanda, Brahma e gli altri
esseri celesti dissero:]
O Signore dagli occhi di loto, sebbene i non-devoti che si dedicano a
rigide austerità e penitenze per raggiungere la posizione più elevata
possano credersi liberati, non hanno ancora un’intelligenza pura.
Cadono quindi dalla loro presunta posizione di superiorità perché non
hanno considerazione per i Tuoi piedi di loto.
36 O Signore, il Tuo nome e la Tua forma trascendentali non possono
essere conosciuti da coloro che si limitano a speculare vagando sui
sentieri della fantasia. Il Tuo nome e la Tua forma e le Tue qualità
possono essere conosciuti soltanto attraverso il servizio devozionale.
37 Anche impegnandosi nelle varie attività, i devoti che hanno la mente
completamente concentrata sui Tuoi piedi di loto e ascoltano,
ripetono, contemplano e fanno ricordare agli altri i Tuoi nomi e le Tue
forme trascendentali, sono sempre situati al livello trascendentale e
possono quindi comprendere Dio, la Persona Suprema.
3:18 Colui che considera indipendente dall’anima il suo corpo visibile, che è
un prodotto delle tre influenze della natura materiale, non conosce la
base stessa dell’esistenza ed è quindi soltanto un miserabile. Le
persone sagge hanno respinto questa conclusione, perché un’attenta
analisi può dimostrare che senza avere una base nell’anima, il corpo
visibile e i sensi non avrebbero consistenza. Tuttavia, gli sciocchi
considerano questa una realtà, benché tali conclusioni siano state
respinte.
4:46 Caro re, quando un uomo perseguita le grandi anime vedrà distrutti
tutti i beni che possiede, la longevità, la bellezza, la fama, la religione,
tutte le benedizioni e la possibilità di elevarsi ai pianeti superiori.
5:4 O re, col trascorrere del tempo la terra e gli altri possedimenti
materiali si purificano; con un bagno si purifica il corpo e con la pulizia
le cose sporche. Con le cerimonie di purificazione si purifica la nascita,
con l’austerità si purificano i sensi, e con l’adorazione e la carità
offerta ai brahmana si purificano i possedimenti materiali. Con la
soddisfazione si purifica la mente e con la realizzazione spirituale, la
coscienza di Krishna, si purifica l’anima.
28 Come spiegano le Scritture vediche, quando amici e parenti stanno
bene, l’uomo trae veri benefici dalla religione, dallo sviluppo
economico e dal piacere dei sensi. Altrimenti, se amici e parenti
soffrono, l’uomo non può derivare alcuna gioia da questi tre beni.
6:20 Il bambino fu completamente lavato con urina di mucca, e poi
cosparso con la polvere sollevata dagli zoccoli delle mucche. Poi con lo
sterco di mucca furono applicati al Suo corpo differenti nomi del
Signore, su dodici diverse parti del Suo corpo, a cominciare dalla
fronte, con lo stesso metodo usato per applicare il tilaka. In questo
modo il bambino fu protetto.
29 Le streghe malefiche conosciute come Dakini, Yatudhani e Kusmanda
sono le più grandi nemiche dei bambini, e gli spiriti maligni, come i
Bhuta, i Preta, i PiSaca, gli Yaksa, i Raksasa e i Vinayaka, e anche le
streghe come Kotara, Revati, Jyestha, Putana e Matrka sono sempre
pronte ad agitare il corpo, l’aria vitale e i sensi, causando la perdita
della memoria, la pazzia e gli incubi. Come gli espertissimi astri del
male, essi creano tutti gravi turbamenti, specialmente ai bambini, ma
per poterli sconfiggere basta pronunciare il nome di Sri Visnu, perché
al suono del santo nome di Visnu, tutti questi esseri malvagi fuggono
terrorizzati.
8:13 Tuo figlio Krishna appare nel corso di ogni era in una manifestazione
diversa. Nel passato ha già assunto tre diversi colori — bianco, rosso e
giallo — e ora è apparso in un colore scuro. [In un altro dvapara–yuga
era apparso (come Sri Ramacandra) nel colore di un suka, di un
pappagallo. Tutte queste manifestazioni si sono ora riunite in Krishna.]
18 I demoni [gli asura] non possono fare del male agli esseri celesti che
hanno sempre Sri Visnu schierato dalla loro parte. Similmente,
qualsiasi persona o gruppo, se è attaccato a Krishna, gode di una
grande fortuna. Poiché queste persone sono molto affezionate a
Krishna non possono essere sconfitte dai demoni, quali i compagni di
Kamsa [o dai nemici interni, i sensi].
19 Per concludere, quindi, o Nanda Maharaja, questo tuo bambino
equivale a Narayana. Per le Sue qualità trascendentali, la Sua
opulenza, il Suo nome, la Sua fama e il Suo potere, Egli è esattamente
come Narayana. Dovreste tutti allevare questo bambino con grande
cura e attenzione.
29 «Cara amica Yasoda, a volte tuo figlio entra nelle nostre case prima
della mungitura, sveglia i vitelli, e quando il padrone di casa si
arrabbia, tuo figlio semplicemente sorride. Talvolta trova il sistema per
rubare il nostro yogurt, il burro e il latte, e Se li mangia o li beve.
Quando le scimmie arrivano in massa, divide tutto con loro, e quando
le scimmie sono tanto piene da scoppiare, Lui rompe tutti i vasi.
Talvolta, se non riesce a rubare il burro o il latte in qualche casa, Si
arrabbia con i padroni di casa e per vendicarSi pizzica i bambini piccoli
fino a farli piangere. Poi, quando i bambini si mettono a strillare,
Krishna scappa via.
31 «Quando Krishna è pescato con le mani nel sacco, il padrone di casa fa
finta di arrabbiarsi con Lui e Gli dice: ‘Ladro che non sei altro!’ Allora
Krishna risponde: ‘Io non sono un ladro. Tu sei un ladro!’ Qualche
volta, quando Si arrabbia, Krishna urina ed evacua in qualche angolo
pulito e ordinato delle nostre case. Ma adesso, cara Yasoda, ecco che
questo abile ladruncolo Si siede davanti a te come un bambino
modello.» Talvolta tutte le gopi guardavano Krishna che era venuto a
sederSi là, con gli occhi impauriti, in modo che Sua madre non Lo
punisse, e vedendo il Suo bellissimo volto, invece di rimproverarLo si
limitavano a guardarLo e provavano una felicità trascendentale. A
questa scena divertente, madre Yasoda tratteneva un sorriso e
decideva di non punire quel benedetto bambino trascendentale.
9:13, 14 Dio, la Persona Suprema, non ha né inizio né fine, né esterno né
interno, né davanti né dietro. In altre parole è onnipresente. Poiché
Dio non è soggetto all’influenza dell’elemento tempo, per Lui non c’è
differenza tra passato, presente e futuro; Egli esiste in ogni tempo
nella Sua forma trascendentale. Essendo assoluto, al di là della
relatività, è libero da ogni distinzione di causa e di effetto, benché sia
la causa e l’effetto di ogni cosa. Questa Persona non-manifestata, che
è situata al di là della percezione dei sensi, era apparsa ora come un
bambino umano, e madre Yasoda, che Lo considerava normalmente
come il suo bambino, Lo legò al mortaio di legno con una corda.
21 Dio, la Persona Suprema, Krishna, il figlio di madre Yasoda, può essere
avvicinato da devoti impegnati nel servizio d’amore spontaneo, ma non
può essere raggiunto così facilmente dagli speculatori mentali, da
coloro che cercano di raggiungere la realizzazione spirituale col
compimento di rigide austerità e di penitenze, o da coloro che
s’identificano con il corpo.
10:8 Narada Muni disse:
Tra tutte le attrattive del piacere materiale, quella della ricchezza
confonde l’intelligenza più del fatto di avere un bell’aspetto fisico, di
essere nati in una famiglia nobile e di essere colti. Quando una
persona ignorante s’inorgoglisce delle proprie ricchezze, certamente
se ne servirà per godere del vino, delle donne e del gioco d’azzardo.
9 Incapaci di controllare i sensi, i mascalzoni che s’infatuano delle loro
ricchezze o della loro nascita in una famiglia nobile sono così crudeli
che per nutrire il corpo — nella convinzione che esso non debba mai
invecchiare e morire — uccidono poveri animali innocenti senza alcuna
pietà. E in qualche caso arrivano perfino a uccidere animali solo per
divertimento.
10 In questa vita ci si può inorgoglire del proprio corpo, nella convinzione
di essere un grand’uomo, un ministro, un presidente o perfino un
essere celeste, ma chiunque noi siamo, dopo la morte il nostro corpo si
trasformerà in vermi, in escrementi o in cenere. Chi uccide poveri
animali innocenti per soddisfare gli effimeri capricci del proprio corpo
ignora che dovrà soffrire nella prossima vita; simili miscredenti, infatti,
dovranno finire all’inferno e subire i risultati delle loro azioni.
11 Nel corso della vita a chi appartiene veramente questo corpo? A chi ci
dà lavoro, al sé, al padre, alla madre, o al padre della madre?
Appartiene forse alla persona che lo porta via con la forza, al padrone
di schiavi che lo compra, o ai figli che lo bruciano nel fuoco? E se il
corpo non viene bruciato, appartiene ai cani che lo divorano? Tra tanti
che potrebbero reclamarlo, chi veramente potrà dirlo proprio? Cercare
solo di mantenere il corpo con le attività colpevoli, senza accertare chi
è il proprietario del corpo, non è certo un bene.
12 Dopo tutto, questo corpo è prodotto dalla natura non-manifestata, poi
di nuovo sarà distrutto e si fonderà negli elementi naturali. Perciò è
una proprietà comune a tutti. Date le circostanze, quale persona
onesta può reclamarne l’esclusiva proprietà e, allo scopo di
mantenerlo, commettere crimini come quello di uccidere animali solo
per capriccio? Solo un criminale potrebbe comportarsi in questo modo.
13 Sciocchi, atei e mascalzoni, pieni di orgoglio per le loro ricchezze, non
riescono a vedere le cose così come stanno. Perciò, gettarli di nuovo
nella povertà è il medicamento adatto per i loro occhi, affinché possano
vedere veramente. Almeno un povero, conoscendo bene la sofferenza,
riesce a capire quanto sia dolorosa la povertà e non vuole quindi
vedere gli altri in una condizione penosa come la sua.
14 Vedendo i loro volti, chi è stato punto da un ago può comprendere il
dolore di altri che attraversano la stessa esperienza. Poiché
comprende che il dolore è il medesimo per tutti, non vuole che altri
soffrano nello stesso modo. Ma chi non è mai stato punto da un ago
non può comprendere questo dolore.
15 Un povero deve automaticamente sottoporsi ad austerità e penitenze,
perché non ha ricchezza per possedere qualcosa. Il suo falso prestigio
è quindi domato. Sempre a corto di cibo, di rifugio e di abiti, deve
accontentarsi di ciò che ottiene per misericordia della provvidenza.
Sottoporsi a queste austerità forzate è un beneficio per lui, perché esse
lo purificano e lo liberano completamente dal falso ego.
16 Sempre affamato, bramoso di trovare una quantità di cibo sufficiente,
un povero diventa sempre più debole. Potendo disporre solo di una
forza limitata, avrà sensi naturalmente tranquilli. Perciò, un povero
non è capace di compiere atti pericolosi e crudeli. In altre parole,
quest’uomo raggiunge naturalmente i risultati dell’austerità e delle
penitenze che sono volontariamente adottate dalle persone sante.
17 Le persone sante possono stare liberamente in compagnia di persone
povere, ma non di quelle ricche. Un povero, grazie al contatto con le
persone sante, perde ben presto ogni desiderio materiale e in breve
purificherà il suo cuore da ogni sporcizia.
11:7 [Le gopi dicevano:]
«Caro Krishna, se danzi Ti darò un pezzo di dolce.» Con queste parole,
o battendo le mani, tutte le gopi incoraggiavano Krishna in diversi
modi. Allora, benché Egli sia la potentissima persona divina, sorrideva
e danzava per soddisfarle come una marionetta nelle loro mani.
Talvolta, alla loro richiesta cantava forte. In questo modo Krishna Si
sottometteva completamente alle gopi.
8 Talvolta madre Yasoda o le sue amiche gopi dicevano a Krishna,
«Portami quello», o «Portami quell’altro». Gli chiedevano a volte di
portare uno sgabello, degli zoccoli o un misurino di legno, e Krishna,
per obbedire alle madri, cercava di accontentarle. Ma a volte, come se
non fosse capace di sollevare queste cose, Si limitava a toccarle e
rimaneva li fermo. Semplicemente per dare piacere ai Suoi parenti, Si
batteva il corpo con le braccia per far vedere che era forte.
59 In questo modo Krishna e Balarama passarono la loro infanzia a
Vrajabhumi impegnandoSi in attività infantili, giocando a nascondino,
fingendo di costruire un ponte sull’oceano e saltando qua e là come
scimmie.
13:2 I paramahamsa, i devoti che hanno accettato l’essenza della vita, sono
attaccati a Krishna nel più profondo del loro cuore e hanno trovato in
Krishna la mèta dell’esistenza. Per loro è naturale parlare solo di
Krishna in ogni istante, come se questi argomenti avessero una
freschezza sempre nuova. Sono attratti da questi discorsi, proprio
come i materialisti sono sempre attratti dagli argomenti che si
riferiscono alle donne e al sesso.
57 Il Brahman Supremo è situato al di là della speculazione mentale, Si
manifesta da Sé, esiste nella Sua propria felicità ed è al di là
dell’energia materiale. Egli è conosciuto attraverso le più elevate
gemme tra i Veda, col rifiuto della conoscenza di valore irrilevante.
59 Poi, guardandosi intorno, Brahma immediatamente vide Vrindavana
dinanzi a sé, piena di alberi destinati al sostentamento dei suoi
abitanti e ugualmente piacevoli in ogni stagione.
60 Vrindavana è la dimora trascendentale del Signore, dove né fame né
sete né collera sono presenti. Benché ostili per natura, gli esseri umani
e gli animali feroci vivono là legati da un’amicizia trascendentale.