SRIMAD BHAGAVATAM


SRIMAD BHAGAVATAM

ESTRATTI

Questo testo può essere letto per intero nel sito di Tele Radio Krishna:

https://www.radiokrishna.com/books_online.htm

PREFAZIONE

Dobbiamo saper riconoscere ciò che manca alla società di oggi. Non più limitata, come nel

Medioevo, dalle frontiere che separano le comunità tra loro, la società umana ha guadagnato

in ampiezza e tende oggi verso uno Stato mondiale, comune a tutti. Secondo lo Srimad

Bhagavatam, gli ideali del comunismo spirituale sono fondati sull’unità della razza umana, anzi

sull’unione delle energie di tutti gli esseri viventi. E tutti i pensatori moderni hanno avvertito la

necessità di raggiungere questi ideali. Lo Srimad Bhagavatam risponde realmente a questa

esigenza di universalità che anima la società umana.

I contrasti e le discordie che travagliano la società umana nascono per mancanza di principi

fondati sull’esistenza di Dio. Dio esiste ed è onnipotente, da Lui tutto emana, da Lui tutto è

sostenuto, in Lui tutto si riassorbe e riposa al tempo dell’annientamento.

Lo Srimad Bhagavatam è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la

sorgente ultima di ogni cosa, l’Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e ci

informa che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana in base a questa

conoscenza infallibile. E’ un testo denso di potenza spirituale, compilato in lingua sanscrita e

ora disponibile in italiano, in una versione molto elaborata, in modo che una lettura

approfondita sia sufficiente per conoscere perfettamente Dio e rendere il lettore in grado di

potersi difendere da ogni attacco ateo. Ma soprattutto, il lettore dello Srimad Bhagavatam

riuscirà a fare in modo che anche altri accettino Dio come realtà vivente.

INTRODUZIONE

L’autore dello Srimad-Bhagavatam, Srila Vyasadeva, offre dapprima il suo rispettoso omaggio al param satyam, la Verità Assoluta che, come sorgente ultima di tutte le energie, è anche la Persona Suprema.

Le scritture vediche considerano Brahma il dio supremo, alla testa di tutti gli altri (Indra, Candra, Varuna, ecc.), ma lo Srimad-Bhagavatam afferma che neanche Brahma sia indipendente nell’ottenere il suo potere e la sua conoscenza. Egli ricevette questa conoscenza, nella forma dei Veda, dalla Persona Suprema, che si trova nel cuore di ogni essere.

Come Persona Suprema, Egli possiede coscienza del passato, del presente e del futuro insieme alla conoscenza dei minimi particolari della Sua creazione, sia materiale che spirituale.

PROLOGO

La saggezza eterna dell’India è espressa nei Veda, antichi Testi sanscriti che trattano ogni

ramo del sapere. Trasmessi oralmente dalle origini, i Veda furono trascritti per la prima volta

cinquemila anni fa da Srila Vyasadeva, l’avatara-Scrittore. Vyasadeva aggiunse ai Veda

originali una raccolta di aforismi in cui rivelava l’essenza dei Veda, chiamandoli Vedanta-sutra.

E lo Srimad-Bhagavatam è il commento dei Vedanta-sutra, compilato da Vyasadeva stesso

nella maturità della realizzazione spirituale secondo le istruzioni di Sri Naradaji, suo maestro.

Descritto come “il frutto maturo dell’albero dei Veda”, lo Srimad-Bhagavatam racchiude la più

vasta e perfetta sintesi di sapere vedico.

CANTO 1

1:1 I miei rispettosi omaggi a Sri Krishna, figlio di Vasudeva, che è Dio, l’onnipresente Persona Suprema.

11 Esiste una grande varietà di Scritture e tutte prescrivono innumerevoli doveri per

l’uomo; anche procedendo per ordine occorrono numerosi anni prima di poterli

conoscere tutti. Perciò, o saggio, ti preghiamo di scegliere gli insegnamenti

essenziali contenuti in queste Scritture e di spiegarli a beneficio di tutti gli esseri

viventi, al fine di soddisfare pienamente il loro cuore.

2:23 Il Signore Supremo e trascendentale è a contatto indiretto con le tre influenze

della natura materiale – virtù, passione, ignoranza – e per la creazione, il

mantenimento e la distruzione degli universi materiali, Egli assume le tre forme

qualitative di Brahma, Visnu e Siva. Di queste tre manifestazioni, Visnu, legato alla

virtù, può conferire agli uomini il beneficio piu’ alto.

32 Il Signore, come Anima Suprema, pervade ogni cosa come il fuoco penetra il legno;

Egli sembra cosi’ assumere diverse nature, ma rimane l’Essere Assoluto, unico senza

secondi.

3:1 Suta disse:

All’inizio della creazione, il Signore Si manifestò dapprima nella forma universale

del Purusa, con tutti gli elementi necessari alla manifestazione materiale. Così, in

origine, furono concepiti, per la creazione dell’universo, i sedici elementi alla base

dell’attività materiale.

2 Un’emanazione plenaria di questo Purusa Si sdraia sulle acque dell’universo e dal

lago ombelicale del Suo corpo spunta un fiore di loto su cui appare Brahma, maestro

di tutti gli architetti dell’universo.

5 Questa seconda manifestazione del Purusa è il seme e la fonte indistruttibile di

miriadi di avatara nell’universo; e dalle differenti emanazioni, plenarie o parziali, di

questa forma derivano differenti esseri viventi, come gli esseri celesti, gli uomini e

altri ancora.

15 Quando sopraggiunse l’inondazione totale dopo l’era di Caksusa Manu e il mondo

intero fu completamente sommerso dalle acque, il Signore assunse la forma di un

pesce e protesse Vaivasvata Manu, facendolo salire su un vascello.

Nota: I nati-due-volte, cioe’ i brahmana, gli ksatriya e i vaisya, devono sottoporsi a diversi riti purificatori (samskara)

23 Come diciannovesimo e ventesimo avatara il Signore apparve sotto l’aspetto di Sri

Balarama e Sri Krishna nella famiglia Vrisni [la dinastia Yadu] e soppresse così il

fardello del mondo.

24 Poi, all’inizio dell’età di Kali, il Signore apparirà nella forma di Buddha, il figlio di

Anjana, nel distretto di Gaya, al solo scopo di confondere coloro che invidiano i fedeli

teisti.

Commento di Swami Prabhupada:

Buddha, potente avatara, apparve nel distretto di Gaya (Bihar) come figlio di Anjana. Egli

diffuse una sua interpretazione del concetto di non-violenza e rinnegò perfino i sacrifici di

animali autorizzati dai Veda. All’epoca del suo avvento, l’intera umanità era caduta

nell’ateismo e mostrava un desiderio smodato per il consumo di carne animale. Col pretesto di compiere sacrifici vedici, ogni casa si era praticamente trasformata in un mattatoio, dove si dava via libera all’uccisione di animali. Mosso da pietà per le povere bestie, Buddha iniziò a predicare la non-violenza. Predicò di non prestar fede alla norma vedica e insistette sui nefasti effetti psicologici a cui si va incontro abbattendo gli animali. Gli uomini del kali-yuga, poco intelligenti e privi di fede in Dio, aderirono allora ai suoi principi e intrapresero così la via della disciplina morale e della non-violenza, le due tappe preliminari a ogni progresso nella realizzazione di Dio. Egli ingannò in questo modo gli atei, che si rifiutavano di credere in Dio, a avevano una fede assoluta in lui, il quale non era altri che una manifestazione di Dio. I miscredenti credettero dunque in Dio nella forma di Buddha. Questa fu la sua misericordia: egli fece in modo che gli infedeli credessero in lui.

Buddha venne per condurre verso il teismo tutti questi empi, deviati dall’ateismo. Perciò egli volle dapprima mettere fine al vizio di massacrare le bestie. Coloro che uccidono gli animali rappresentano infatti elementi pericolosi sulla via del ritorno a Dio.

Noi consideriamo positivo l’interesse della gente per il movimento non violento di Buddha, ma sarà preso cosi’ seriamente da far chiudere tutti i mattatoi? Altrimenti, che senso ha il culto dell’ahimsa? Lo Srimad-Bhagavatam fu compilato proprio prima dell’inizio del kali-yuga, circa 5.000 anni fa, mentre Buddha apparve circa 2.600 anni fa. Lo Srimad-Bhagavatam aveva dunque predetto la venuta di Buddha. Ciò dimostra il valore di questo Testo, ricco anche di numerose altre profezie che si vanno realizzando tutte, una dopo l’altra. Ciò contribuisce a convalidare il carattere assoluto dello Srimad-Bhagavatam, dove non c’è traccia di errore, d’illusione, d’inganno o imperfezione, che sono le quattro debolezze proprie di ogni anima condizionata. Le anime liberate si trovano al di la’ di queste imperfezioni e possono così vedere e predire avvenimenti futuri, anche molto lontani.

25 E alla congiunzione delle due ere, quando quasi tutti i governi della Terra saranno

diventati dei predoni, il Signore dell’universo apparirà come Kalki, il figlio di Visnu Yasa.

Commento:

Questa è un’altra predizione: quella dell’avvento di Kalki, un avatara che deve apparire alla

congiunzione di due cicli, nel momento in cui finisce il kali-yuga e inizia un nuovo satya-yuga. I

quattro yuga – Satya, Treta, Dvapara e Kali – si succedono infatti come i mesi dell’anno. L’età di

Kali, in cui viviamo attualmente, dura 432.000, di cui solo 5.000 sono gia’ trascorsi, perche’

quest’era iniziò dopo la battaglia di Kuruksetra, alla fine del regno di Maharaja Pariksit.

Restano dunque da trascorrere ancora 427.000 mila anni. Passato questo tempo, verrà

l’avatara Kalki, come ha profetizzato lo Srimad-Bhagavatam, che menziona anche il nome di

suo padre, Visnu Yasa, brahmana erudito, e il nome del suo villaggio, Sambhala. Queste

predizioni, si avvereranno in ordine cronologico, una dopo l’altra. Tale è l’autorità dello

Srimad-Bhagavatam.

26 O brahmana, le innumerevoli manifestazioni del Signore, oceano di virtù, sono

come infiniti ruscelli che scorrono da sorgenti inesauribili.

28 Tutti questi avatara sono emanazioni plenarie del Signore o emanazioni di queste

emanazioni plenarie. Ma Sri Krishna è Dio, il Signore Supremo nella Sua forma

primordiale. Ogni volta che in qualche luogo dell’universo gli atei seminano la

discordia, il Signore appare per proteggere i Suoi devoti.

Commento:

Questo verso distingue in modo particolare Sri Krishna, il Signore Supremo, da tutti gli altri

avatara. Egli è incluso tra gli avatara solo perchè, nella Sua infinita misericordia, discende dal

Suo regno spirituale [il termine avatara significa letteralmente “colui che discende”]. Tutti gli

avatara, compreso il Signore nella Sua forma primordiale, discendono sui diversi pianeti

dell’universo e nelle varie specie viventi per compiere missioni ben precise. Il Signore viene

talvolta in persona, altre volte delega le Sue emanazioni plenarie o le emanazioni di queste o

anche le Sue emanazioni parziali, direttamente o indirettamente dotate da Lui di poteri. Per

Sua natura, il Signore possiede tutte le perfezioni – bellezza, ricchezza, fama, potenza,

saggezza e rinuncia – e se le Sue emanazioni plenarie o le emanazioni di queste mostrano solo

una parte di queste perfezioni quando appaiono, è perchè vengono a soddisfare soltanto le

esigenze delle loro rispettive missioni. Una lampadina accesa in una stanza non rivela tutto il

potere della centrale elettrica, che può simultaneamente alimentare grandi complessi

industriali. Così i diversi avatara manifestano i poteri del Signore solo in proporzione alle

esigenze dettate dalle circostanze.

Questo summum bonum, Krishna, è l’Esistenza Unica, che Si è moltiplicata in innumerevoli

emanazioni e manifestazioni plenarie, parziali o distinte, come gli svayam-rupa, gli svayam-

prakasa, i tad-ekatma, i prabhava, i vaibhava, i vilasa, gli avatara, gli avesa e i jiva, tutti

provvisti d’innumerevoli energie adeguate alle loro rispettive personalità. I saggi e gli eruditi in

materia spirituale hanno attentamente analizzato il summum bonum, Sri Krishna, e trovato in

Lui sessantaquattro attributi principali. Le diverse emanazioni o categorie del Signore

possiedono solo una parte di questi attributi, che Sri Krishna possiede pienamente. Tutte le

Sue emanazioni personali, come gli svayam-rupa, gli svayam-prakasa, i tad-ekatma, che

appartengono alla categoria dei Visnu-tattva, e così via fino agli avatara, possiedono fino al

novantatre per cento dei Suoi attributi. Siva, che non è un avatara né un avesa, ma si situa

in una posizione intermedia, possiede circa l’ottantaquattro per cento dei Suoi attributi. I jiva,

gli esseri individuali che si evolvono a diversi livelli, possiedono fino al sessantotto per cento

dei Suoi attributi. Nello stadio condizionato dell’esistenza l’essere vivente possiede soltanto una

minuscola parte di questa percentuale, secondo il rispettivo grado di virtù. Il più perfetto di

tutti gli esseri di questo mondo è Brahma, governatore supremo di ogni universo. Egli

possiede pienamente il sessantotto per cento degli attributi del Signore. Gli altri esseri celesti

possiedono questi attributi in quantità minore e gli uomini ne posseggono solo una minima

parte. La perfezione consiste, per l’uomo, nello sviluppare perfettamente il sessantotto per

cento di questi attributi; mai egli potrà raggiungere il livello di Siva, di Visnu o di Krishna,

qualunque sia il suo grado di perfezione. Ma col tempo potrà diventare un Brahma. Gli esseri

puri, che abitano i pianeti del mondo spirituale, detto Hari-dhama o Mahesa-dhama, sono tutti

eterni compagni del Signore. Il regno di Sri Krishna, situato al di là di ogni altro pianeta

spirituale è detto Krishnaloka o Goloka Vrindavana. Là potranno entrare, dopo aver lasciato il

corpo materiale, gli esseri perfetti, che hanno pienamente sviluppato il settantotto per cento

degli attributi del Signore.

40 Questo Srimad-Bhagavatam, compilato dall’avatara Vyasadeva, è la

manifestazione letteraria di Dio. E’ la fonte inesauribile di buona fortuna, felicità e

perfezione, e mira al bene ultimo di tutti gli esseri.

41 Sri Vyasadeva lo trasmise a suo figlio, il più rispettato tra gli esseri realizzati,

dopo aver estratto la crema di tutte le Scritture vediche e di tutti i Racconti storici dell’universo.

Commento:

Gli uomini di poco sapere accettano come “storici” solo i fatti che risalgono all’avvento di

Buddha, circa 600 anni prima di Cristo. Secondo loro tutti gli avvenimenti anteriori narrati dalle

Scritture sono dei miti. Niente di più falso. Tutti i racconti che si trovano nei Purana, nel

Mahabharata e in altri Scritti simili narrano fatti realmente accaduti, non solo sul nostro

pianeta, ma su milioni di altri pianeti dell’universo. Naturalmente i racconti relativi alla storia

dei pianeti situati al di là del nostro sembrano del tutto inverosimili agli occhi di questi ignari.

Essi non sanno che i pianeti sono differenti gli uni dagli altri e la loro storia può anche non

coincidere con quella della Terra. Se si considera la situazione dei diversi pianeti e si tiene

conto delle circostanze di tempo e di luogo, i racconti descritti nei Purana non presentano nulla

di straordinario o d’immaginario. Ricordiamoci che la felicità per alcuni può significare

l’infelicità per altri. Dare ragione agli ignari e rifiutare questi Testi come frutto della fantasia

non può essere che dannoso. Per quale motivo grandi risi come Vyasa avrebbero inserito nelle

loro opere racconti immaginari?

Lo Srimad-Bhagavatam riporta fatti storici scelti dalla storia dei diversi pianeti, perciò tutti

coloro che hanno autorità in campo spirituale lo riconoscono come il Maha-Purana, o il grande

Purana. L’importanza di questi racconti consiste nel fatto che sono in relazione con le attività

del Signore in tempi e luoghi diversi.

4:5 Un giorno, Sukadeva Gosvami vide alcune belle fanciulle che facevano il bagno

senza vestiti. Nessuna pensò di nascondersi o coprirsi. Non fu così quando

sopraggiunse Sri Vyasadeva, che seguiva suo figlio. Anche se egli non era svestito, le

ragazze si coprirono coi loro abiti. Perchè questi comportamenti diversi?, chiese

Vyasadeva. Le ragazze gli risposero che mentre suo figlio aveva una visione pura e

non faceva distinzione tra maschile e femminile, lui vedeva tale differenza.

12 Coloro che sono votati alla causa del Signore Supremo vivono solo per il bene, il

progresso e la felicità altrui; essi non perseguono scopi personali. Quindi, sebbene

libero da ogni attaccamento per le cose di questo mondo, come l’imperatore Pariksit

potè lasciare il suo corpo materiale, diventato un rifugio per gli altri?

20 Il Signore Supremo, Dio, è Lui stesso questo universo, tuttavia Si trova al di là di

esso. Da Lui soltanto proviene la manifestazione cosmica, in Lui riposa e in Lui si

riassorbe dopo la distruzione. Ma tu, nobile anima, conosci bene tutti questi fatti,

quindi te li ho solo riassunti brevemente.

22 Circoli di grandi eruditi sono giunti alla ferma conclusione che lo sviluppo della

conoscenza attraverso l’austerità, lo studio dei Veda, i sacrifici, il canto di inni e la

carità culmina nella trascendentale descrizione del Signore, lodato da versi scelti.

32 O Brahmana Vyasadeva, i saggi hanno concluso che il rimedio migliore per tutti i

mali e le sofferenze consiste nel dedicare ogni azione al servizio del Signore

Supremo, Sri Krishna.

5:7 Il mondo gira sotto l’ordine sovrano del Signore Supremo e tutti gli

esseri sono come marionette di legno tra le mani di un burattinaio.

23 Servendo la Verità Assoluta, anche solo dopo qualche giorno il devoto vede la

sua intelligenza fissarsi in Me. Dopo aver lasciato questo miserabile universo

materiale, egli diventerà uno dei Miei compagni nel regno trascendentale.

31 Da allora, per la grazia di Visnu, l’Onnipotente, viaggio ovunque senza limiti, sia

nel mondo spirituale che nelle tre divisioni dell’universo materiale. E’ per il mio

assorbimento costante nel Suo servizio d’amore che il Signore mi conferì quella

grazia.

Commento:

Come c’informa la Bhagavad-gita, nell’universo materiale esistono tre divisioni: urdhva-loka,

il sistema planetario superiore, madhya-loka, quello intermedio, e adho-loka, quello inferiore.

Al di là di urdhva-loka, che include Brahmaloka, ci sono gli involucri materiali dell’universo, e

ancora oltre si estende il mondo spirituale infinito, che contiene un numero illimitato di pianeti.

Questi pianeti, detti Vaikuntha, brillano di luce propria e su ciascuno di essi vive il Signore in

persona con i Suoi compagni, tutti eternamente liberati. Sri Narada Muni può recarsi senza

alcun limite su questi pianeti materiali e spirituali, come il Signore onnipotente, che è libero di

spostarSi in qualsiasi parte della Sua creazione. Nell’universo materiale tutti gli esseri

subiscono le tre influenze della natura materiale – virtù, passione e ignoranza. Ma Sri Narada

Muni le trascende, quindi può viaggiare ovunque senza incontrare ostacoli. Si può definirlo un

cosmonauta liberato. Solo i devoti possono cogliere la misericordia ineguagliabile del Signore,

Sri Visnu, per la Sua grazia. Perciò essi non cadono mai dalla loro posizione, al contrario dei

materialisti, cioè i karmi e i jnani che cadono, spinti dalle differenti influenze della natura

materiale.

32 Così viaggiando nei mondi, cantando costantemente il messaggio e le glorie

trascendentali del Signore, e vibrando le corde della mia vina, che Sri Krishna stesso

mi offrì e che risuona di note trascendentali.

Commento al v. 32:

Nel Linga Purana c’è una descrizione, confermata anche da Srila Jiva Gosvami, della vina

(strumento a corde) offerta da Sri Krishna a Narada. Questo strumento partecipa della stessa

natura trascendentale del Signore e di Narada. I suoni emessi da questa vina non possono

dunque essere materiali, ma sono puri e sublimi come il canto delle glorie e dei divertimenti

del Signore, che essi accompagnano, e senza alcuna traccia di materialità.

33 Appena intono il canto delle Sue sante attività, il Signore Supremo, Sri Krishna, le

cui glorie sono così dolci all’ascolto, appare subito sul loto del mio cuore, come se

L’avessi chiamato.

34 La mia esperienza personale mi ha rivelato che coloro che sono sempre pieni di

preoccupazioni e ansietà per il desiderio di unire i sensi ai loro oggetti, possono

superare l’oceano dell’ignoranza se salgono su questo vascello, il piu’ solido – il canto

costante delle attività trascendentali del Signore Supremo.

37 La persona miserabile e crudele che assicura la propria esistenza a spese di

quella altrui, nel suo stesso interesse dovrebbe essere condannata a morte.

Altrimenti le sue azioni la fanno sprofondare.

Commento:

Occhio per occhio, dente per dente”, si dice talvolta. Se si vuole applicare questo principio,

sarà bene farlo contro colui che crudelmente e impudentemente sacrifica la vita altrui per

assicurare la propria sussistenza. La vera giustizia sociale consiste nel condannare tale

miserabile alla pena di morte e questo al fine di risparmiargli l’inferno. La condanna a morte di

un assassino da parte dello Stato è un beneficio per il colpevole, perchè egli non avrà così a

soffrire per il suo crimine nella vita successiva. La pena di morte è in realtà la condanna

minima per un tale assassino, e gli smriti-sastra dichiarano che ricevendo da un re un tale

castigo, secondo il principio di “occhio per occhio, dente per dente”, il colpevole diventa

purificato da ogni sua colpa al punto da poter essere elevato ai pianeti celesti.

Assassino è anche colui che uccide un animale. Questo è il verdetto di Manu, l’illustre autore del trattato che racchiude tutti i codici civili e i principi religiosi per la società umana. La carne animale, infatti, non è destinata all’uomo civilizzato, il cui primo dovere è quello di prepararsi per ritornare a Dio. Sempre secondo Manu, l’atto di uccidere un animale s’inserisce in una vasta cospirazione condotta da un gruppo di peccatori, tutti ugualmente colpevoli e passibili di essere puniti per assassinio, esattamente come un gruppo di cospiratori che attentino, con uno sforzo congiunto, alla vita di un uomo. Chi permette che si uccida l’animale e chi compie l’atto cruento, che vende la carne dell’animale così abbattuto e chi la cucina, che distribuisce tale cibo e infine chi lo mangia sono tutti assassini, tutti ugualmente passibili delle punizioni inflitte dalle leggi della natura.

Nonostante i progressi della scienza materiale nessuno è in grado di creare un essere vivente;

nessuno ha dunque il diritto di uccidere un essere vivente a suo capriccio. A coloro che sono

incapaci di rinunciare alla carne animale le Scritture permettono alcuni sacrifici animali, ma

soltanto su base restrittiva, perchè tale licenza non ha lo scopo d’incoraggiare l’uccisione

bensì di frenare il moltiplicarsi dei mattatoi. Il metodo di sacrificio permesso dalle Scritture a

questo scopo va a vantaggio sia dell’animale sacrificato sia di colui che ne consuma la carne.

Infatti l’animale sacrificato sarà elevato alla forma umana dopo la sua immolazione sull’altare,

e colui che ne mangia la carne si mette al riparo da colpe più gravi ancora, come il consumo di

carni provenienti dai mattatoi, luoghi orribili, che sono causa per l’uomo, la società e la

nazione d’innumerevoli afflizioni materiali. L’universo materiale è già un luogo di estrema

angoscia, ma là dove si favorisce l’abbattimento degli animali l’atmosfera si contamina ancora

di più col concatenarsi di guerre, malattie e numerose altre calamità.

8:34 Altri ancora affermano che il mondo si trovava appesantito da un grave fardello,

come un vascello nel mare; e per alleggerirlo di questo tormento, Brahma, Tuo figlio, Ti pregò di apparire, ed e’ per rispondere alla sua preghiera che Tu sei disceso quaggiù.

Commento:

Subito dopo ogni creazione, Brahma, il primo essere creato nell’universo, nasce come figlio

diretto di Narayana, il Signore Supremo. Dapprima, però Narayana entra nell’universo

materiale sotto la forma di Garbhodakasayi Visnu, perchè la materia non possiede in sè alcun

potere creatore, ma si anima solo a contatto con la forza spirituale. Questo principio fu stabilito

fin dall’inizio della creazione. L’Essere spirituale supremo, Visnu, entra nell’universo e dal Suo

addome spirituale spunta un fiore di loto su cui nasce Brahma, il primo essere creato. Visnu è

conosciuto col nome di Padmanabha e Brahma con quello di atma-bhu, perchè nato

direttamente da suo padre, senza che questi abbia dovuto unirsi alla Sua consorte, Laksmiji.

Laksimiji era accanto a Narayana, impegnata al Suo servizio, ma Narayana generò Brahma

senza la sua partecipazione. Questa è l’onnipotenza del Signore. Chiunque sia così sciocco da

considerare Narayana identico in ogni aspetto agli altri esseri, dovrebbe riesaminare seriamente

la questione, alla luce di questi fatti. Narayana non è un essere comune, bensì il Signore

Supremo, Dio stesso, e ogni parte del Suo corpo trascendentale ha tutti i poteri del corpo

intero. Un essere comune può concepire un bambino esclusivamente col rapporto sessuale,

solo attraverso la via stabilita dalla natura per ogni specie di vita. Ma Narayana, essendo

onnipotente, non è limitato da nessuna condizione dell’energia. Completo in Se stesso e

interamente indipendente, Egli è libero di compiere ogni cosa perfettamente e in tutta felicità,

mediante le Sue numerose potenze. Nulla d’impossibile, dunque, che Brahma sia atma-bhu,

cioè nato direttamente da Lui, senza essere stato introdotto nel grembo di una madre. In un

secondo tempo Brahma ricevette il compito di continuare l’opera di creazione nell’universo, ma

come secondo creatore, dotato dall’Onnipotente del potere necessario per quelle funzioni.

Ai confini dell’universo si trova un pianeta spirituale detto Svetadvipa, che è la dimora del

Paramatma, il Signore Supremo nella forma di Ksirodakasayi Visnu. Quando sopraggiunge

nell’universo una difficoltà che gli esseri celesti sono incapaci di risolvere, essi chiedono a

Brahmaji di trovare una soluzione, e se Brahmaji stesso non può risolverla, questi consulta

Ksirodakasayi Visnu e Lo prega di apparire in questo mondo nella forma di un avatara per

alleggerirlo del fardello che lo appesantisce. Così avvenne quando Kamsa e gli altri re

demoniaci governavano la Terra, e questa fu oppressa dal fardello troppo pesante delle loro

malvagità. Fu allora che Brahmaji, accompagnato da altri esseri celesti, andò a pregare sulle

rive dell’oceano Ksirodaka e fu avvertito dell’avvento di Krishna come figlio di Vasudeva e

Devaki. Secondo alcuni fu a causa di queste preghiere di Brahmaji che il Signore apparve sulla Terra.

9:16 Nessuno, o re, può capire i piani del Signore, Sri Krishna. Anche i grandi filosofi,

dopo le più profonde investigazioni sul tema, rimangono confusi.

Commento:

Le sofferenze che dovettero subire i Pandava non erano certamente il frutto dei loro atti

precedenti: la verità è che il Signore Si era assunto la missione di stabilire sulla Terra il regno

della virtù e questo piano richiedeva che i Suoi devoti soffrissero per un certo tempo.

10:3 Maharaja Yudhisthira, illuminato dagli insegnamenti di Bhismadeva e di Sri Krishna,

il Signore infallibile, e dissipati i dubbi, potè agire con perfetta conoscenza. Così

governò la Terra e anche gli oceani – come Indra il regno celeste -, protetto dal

Signore invincibile e assistito dai suoi giovani fratelli.

4 Quando regnava Maharaja Yudhisthira, le nuvole versavano sulla Terra tutta l’acqua

indispensabile agli uomini e il suolo produceva a profusione tutti i beni necessari alla

vita. Le mucche, felici, bagnavano i pascoli col latte delle loro mammelle ben gonfie.

5 Fiumi, oceani, colline e montagne, foreste, vegetali selvatici, erbe medicinali e piante

varie, a ogni stagione e in abbondanza, pagavano un tributo al re.

6 Poiché il re non mostrava inimicizia verso nessuno, gli esseri del suo regno non

erano mai colpiti dall’angoscia, dalla malattia, dal caldo o dal freddo eccessivi o da

qualche altra sofferenza.

9, 10 In quell’istante Subhadra, Draupadi, Kunti, Uttara, Gandhari, Dhritarastra, Yuyustu,

Kripacarya, Nakula, Sahadeva, Bhimasena, Dhaumya e Satyavati, tutti incapaci di

sopportare la separazione da Sri Krishna, stanno per svenire dal dolore.

11, 12 L’uomo d’intelligenza che a contatto con i puri devoti ha realizzato il Signore

Supremo e si è liberato da ogni legame nefasto col mondo materiale, non può mai

privarsi dell’ascolto delle glorie del Signore, anche se le ha udite una sola volta.

Com’è possibile allora che i Pandava possano sopportare di essere separati dal

Signore, col Quale hanno scambiato rapporti personali così intimi, vedendoLo così da

vicino e persino toccandoLo, e vicino al Quale si sono seduti, e col Quale si sono

intrattenuti, hanno mangiato e dormito?

25 Ogni volta che i re, o dirigenti, cadono al livello più basso dell’esistenza materiale,

fino a vivere come animali, il Signore appare nella Sua forma trascendentale: Egli

mostra la Sua potenza suprema, stabilisce la verità, traccia la via giusta, accorda la

Sua grazia particolare ai credenti e compie attività gloriose. Egli Si manifesta così

sotto varie forme trascendentali, secondo i bisogni del tempo, in differenti ere.

Commento al verso 26:

Nella Bhagavad-gita (4.9), Sri Krishna, il Signore Supremo, ha chiaramente stabilito il

carattere trascendentale della Sua apparizione, della Sua scomparsa e delle Sue attività. La

Sua nascita in una famiglia o in un particolare luogo non avviene nello stesso modo degli altri

esseri, bensì attraverso la Sua inconcepibile potenza. Egli non nasce e non muore come

l’anima condizionata, lasciando un corpo per indossarne un altro.

Egli esiste in tutti i tempi e in tutti i luoghi, ma quando appare davanti a noi grazie alla Sua

misericordia incondizionata, crediamo che Egli abbia davvero preso una nascita. Chiunque colga

questa verità alla luce degli insegnamenti contenuti nelle Scritture, raggiungerà certamente la

liberazione, subito dopo aver lasciato il corpo attuale. La liberazione si ottiene solo dopo

numerose esistenze e grandi sforzi, condotti con pazienza e perseveranza, per acquisire la

conoscenza e la rinuncia, Ma può essere raggiunta subito da colui che semplicemente realizza

la natura assoluta dell’avvento e degli atti del Signore. Questo è il verdetto della Bhagavad-

gita. Coloro, inverce, che sono avvolti dalle tenebre dell’ignoranza vedono la nascita e le

attività del Signore nell’universo materiale simili a quelle degli altri esseri viventi. Un tale

errore non può certo condurre alla liberazione.

Commento al verso 27:

I pianeti celesti sono abitati da esseri superiori, come Indra, Candra, Varuna, Vayu, e le anime pie possono raggiungerli dopo aver compiuto numerosi atti di virtù durante la loro esistenza sulla Terra. La scienza moderna, confermando gli insegnamenti delle Scritture, ha dichiarato che la misura del tempo sui sistemi planetari superiori differisce da quella sulla Terra. Per esempio, i Testi rivelati c’informano che la durata dell’esistenza sui pianeti celesti è di diecimila anni terrestri: sei mesi sulla Terra formano l’equivalente di un giorno su questi pianeti; maggiori anche le possibilità di piacere e favolosa la ricchezza degli abitanti. Ogni uomo sulla Terra desidera ardentemente raggiungere i pianeti celesti per aver sentito dire che la vita là è infinite volte migliore che quaggiù. Perciò essi tentano oggi, con l’aiuto di navi spaziali, di raggiungere la luna, impresa d’altronde impossibile. Sembra dunque che i pianeti celesti godano di una fama maggiore della Terra, ma poiché a Dvaraka il Signore, Sri Krishna, regnò come sovrano, la Terra supera le loro glorie. Vrindavana, Mathura e Dvaraka, questi tre luoghi della Terra hanno un’importanza più grande di qualsiasi altro pianeta dell’universo, per quanto glorioso sia. Questi luoghi sono per sempre santificati, perchè ogni volta che il Signore discende sulla Terra, li sceglie per svelare i Suoi divertimenti sublimi. Da queste terre, per sempre benedette dal Signore, gli uomini traggono ancora oggi beneficio, anche se il Signore non vi è più visibile.

Senza dubbio i pianeti celesti sono celebrati per tutto ciò che offrono per facilitare il godimento materiale, ma la Bhagavad-gita ci mette in guardia, perchè saremo costretti a tornare su questo pianeta terrestre, appena i nostri meriti si saranno esauriti. La città di Dvaraka è dunque molto più importante dei pianeti celesti, poichè chiunque abbia ricevuto la benedizione di uno sguardo sorridente del Signore è sicuro di non tornare mai più su questa Terra miserabile, che il Signore stesso descrive come un luogo di sofferenza, come tutti gli altri pianeti dell’universo. Senza dubbio alcuni pianeti offrono piaceri materiali più abbondanti, ma in questo universo nessuno offre l’esistenza, la conoscenza e la felicità eterna.

Commento al verso 29:

Il decimo Canto di quest’opera descriverà con maggiore abbondanza di

particolari queste favolose conquiste del Signore, ma basterà qui menzionare brevemente

come Egli sottrasse oltre 16.100 principesse. Figlie di re e tutte di grande bellezza, erano state catturate da Bhaumasura, che le teneva prigioniere per appagare i suoi desideri carnali. Nella loro infelicità esse chiesero con ferventi e toccanti preghiere che Sri Krishna venisse a liberarle; e in risposta il Signore misericordioso combattè contro Bhaumasura, lo uccise e liberò le prigioniere. E benché esse fossero agli occhi di tutti ormai impure, Krishna le accettò come spose. Krishna, il Signore onnipotente, ricevette le umili preghiere di queste ragazze e fece di loro le Sue adorate regine. Sri Krishna fu dunque lo sposo di 16.108 regine, a Dvaraka, e ciascuna Gli diede dieci figli che crebbero ed ebbero a loro volta dieci figli ciascuno, tanto che la famiglia finì per contare circa 10.000.000 di componenti.

30 Queste regine seppero rendere gloriosa la loro vita, sebbene avessero perduto con

la loro castità il significato della loro esistenza. Il loro sposo, il Signore dagli occhi di

loto, non le lascia mai sole in casa, ma costantemente soddisfa il loro cuore con

preziosi doni.

Commento a 11:6:

Il Signore Supremo è Sri Krishna; la Bhagavad-gita, la Brahma-samhita e tutti i Testi vedici,

autorità in materia, lo confermano precisando che nessuno è superiore a Lui e neppure

uguale. Il tempo e lo spazio influenzano solo gli esseri dipendenti, semplici frammenti del

Signore Supremo. Come tali, anch’essi sono brahman, ma di natura subordinata, mentre il

Signore Supremo, l’Assoluto onnipotente, domina.

30 Il Signore entra poi nei Suoi palazzi, tutti di una perfezione estrema, dove vivono

le Sue spose, più di sedicimila [16.108].

34 Il Signore si sentiva soddisfatto dopo aver annientato quei re che, infatuati della

potenza militare conferita loro da cavalli, elefanti, carri e soldati, avevano finito per

rappresentare un peso per la Terra. Senza prendere parte al combattimento, Egli

aveva semplicemente seminato l’ostilità tra i potenti dirigenti, come il vento che fa

urtare i bambù provocando così un incendio.

39 Le delicate regine, nella loro semplicità, non dubitavano che il Signore, Sri

Krishna, il loro amato sposo, fosse affezionato e completamente sottomesso a loro.

Non erano consapevoli della vastità delle Sue glorie, così come gli atei non

percepiscono la Sua natura di controllore supremo.

13:10 O nobile anima, i devoti che hanno le qualità di tua grazia sono in se stessi luoghi

santi di pellegrinaggio. Poiché nel tuo cuore tu porti Dio, il Signore Supremo, tutti i

luoghi in cui tu vai diventano luoghi di pellegrinaggio.

Ogni volta che in qualche luogo dell’universo la spiritualità declina e l’irreligione avanza, o

discendente di Bharata, Io vengo in persona.” (B.g., 4.7)

Discendo di era in era per liberare i Miei devoti, annientare i miscredenti e ristabilire i principi della religione.” (B.g., 4.8)

Qualunque cosa faccia un grande uomo, la massa procede sempre sulle sue tracce; il mondo segue la norma che egli stabilisce col suo esempio.” (B.g., 3.21)

14:9 Lui solo è all’origine della nostra opulenza regale, delle nostre fedeli spose, della

nostra esistenza, della nostra discendenza, della sottomissione dei nostri sudditi,

delle nostre vittorie sul nemico e del nostro futuro trasferimento sui pianeti

superiori. Di tutti questi beni, la sola fonte è la Sua misericordia incondizionata

verso di noi.

15:23 O re, poiché mi hai chiesto notizie dei nostril amici e parenti che abitano nella

città di Dvaraka, ti dirò che sono stati tutti maledetti dai brahmana e come risultato

di questa maledizione si sono ubriacati con un vino fatto di riso fermentato e si sono

assaliti a vicenda a colpi di bastone, non riconoscendosi più l’un l’altro. Ora sono

tutti morti, eccetto quattro o cinque di loro.

15:44 Partì quindi verso il Nord, sulle orme dei suoi antenati e dei grandi uomini, per

predicare ogni suo pensiero a Dio, la Persona Suprema. E ovunque andasse visse

sempre così.

Commento:

Si può capire da questo verso che Maharaja Yudhisthira seguì le orme dei suoi antenati e

dei grandi devoti del Signore. Come abbiamo già spiegato molte volte, il sistema del

varnasrama-dharma, che era seguito rigidamente dagli abitanti della Terra e specialmente da

coloro che risiedevano nella provincia di Aryavarta, insiste sull’importanza di lasciare ogni

legame familiare a un certo stadio della vita. Questa era l’educazione che veniva impartita,

perciò una persona rispettabile come Maharaja Yudhisthira dovette lasciare ogni legame

familiare per dedicarsi alla realizzazione spirituale e tornare a Dio. Nessun re o persona

rispettabile avrebbe continuato a vivere in famiglia fino alla fine della vita, perchè questo

gesto sarebbe stato considerato un vero e proprio suicidio e sarebbe andato contro l’interesse

dell’uomo, che è quello di raggiungere la perfezione della vita umana. Per liberarsi da ogni

legame familiare e dedicarsi completamente al servizio di devozione a Sri Krishna, si

raccomanda a tutti questo sistema perchè è una via perfettamente autorizzata. Come il

Signore insegna nella Bhagavad-gita (18.62), si deve diventare devoti del Signore, almeno

nell’ultima tappa della propria vita. Un’anima sincera come Maharaja Yudhisthira deve attenersi

a questa istruzione del Signore, nel suo stesso interesse.

45 I fratelli minori di Maharaja Yudhisthira videro che l’età di Kali era già arrivata in

tutto il mondo e che gli abitanti del regno erano già contaminati da pratiche

irreligiose. Decisero dunque di seguire le orme del loro fratello maggiore.

51 Il racconto della partenza dei figli di Pandu per lo scopo ultimo della vita, il ritorno

a Dio, è pieno di buon augurio ed è perfettamente puro. Perciò chiunque l’ascolti

con fede e devozione guadagna certamente il servizio devozionale al Signore, la più

alta perfezione della vita.

16:7 O Suta Gosvami, tra gli uomini ci sono coloro che desiderano liberarsi dalla morte e

ottenere la vita eterna. Per sfuggire alla distruzione essi hanno fatto venire qui il

controllore della morte, Yamaraja.

9 Gli uomini pigri, dall’intelligenza meschina e dalla vita breve, passano le notti a

dormire e i giorni a compiere attività inutili.

Commento a 17:15:

Gli abitanti dei pianeti celesti sono chiamati amara, o immortali, perchè vivono molto più a

lungo degli esseri umani. Per un uomo, che vive al massimo cento anni, un essere che può

vivere milioni di anni è senz’altro considerato immortale. La Bhagavad-gita ci informa, per

esempio, che sul pianeta Brahmaloka un giorno dura 4 miliardi 320 milioni (4.320.000.000) dei

nostri anni solari. Su altri pianeti superiori occorrono sei mesi terrestri per formare un giorno e

gli abitanti vivono per dieci milioni dei loro anni. Su tutti i pianeti superiori, dunque, la durata

dell’esistenza è molto più estesa che sulla Terra, perciò ci s’immagina che gli abitanti di questi

pianeti siano esseri immortali, sebbene in realtà nessuno sia immortale nell’universo materiale.

18 O migliore tra gli uomini, è molto difficile identificare con esattezza il malfattore

che ha causato le nostre sofferenze, perche siamo confusi dalle differenti opinioni di

filosofi teoretici.

19 Alcuni filosofi, che negano ogni forma di dualità, dichiarano che ognuno è

responsabile della propria felicità e infelicità. Altri affermano che le potenze

sovrannaturali sono responsabili e altri ancora affermano che l’azione è

responsabile. I materialisti grossolani, infine, sostengono che la natura è la causa

ultima.

20 Alcuni altri pensatori credono che non sia possibile accertare la causa della

sofferenza, né con la ragione né con l’immaginazione, e che non sia possibile

neppure esprimerla a parole. O saggio tra i re, giudica tu stesso, esaminando tutto

ciò con la tua intelligenza.

18:13 Il valore di un solo istante trascorso in compagnia di un devoto del Signore non

può essere paragonato neppure al raggiungimento dei pianeti celesti o alla

liberazione dalla materia, e che dire dei benefici materiali come la prosperità, che

sono destinati ai comuni mortali.

21 La concezione secondo cui le Scritture vediche raccomandano l’adorazione di molti dei,

come spesso pensano gli ignoranti, è completamente falsa. Il Signore è uno senza secondi,

ma Si espande in molte forme, ed è questo che confermano i Veda. Le espansioni del Signore

sono illimitate e tra esse ci sono anche gli esseri viventi.

26 L’elevazione spirituale si può raggiungere attraverso tre vie: quella del jnana, o

dello sviluppo della conoscenza teorica della Trascendenza, quella dello yoga, o

dell’assorbimento meditativo profondo attraverso l’esercizio delle funzioni fisiologiche e

psicologiche del corpo, e quella del bhakti-yoga, il metodo più riconosciuto, che consiste

nell’impegnare i sensi nel servizio devozionale al Signore.

48 I devoti del Signore sono così tolleranti che anche se sono diffamati, ingannati,

maledetti, rifiutati o perfino uccisi, non sono mai propensi a vendicarsi.

CANTO 2

1:5 O discendente del re Bharata, colui che desidera liberarsi da ogni sofferenza deve

ascoltare ciò che riguarda Dio, glorificarLo e ricordarsi di Lui, che è l’Anima Supre-

ma, Colui che tutto controlla e che libera da ogni sofferenza.

6 La più alta perfezione per l’uomo – ottenuta con la completa conoscenza della mate-

ria e dello spirito, o con l’esercizio dei poteri soprannaturali, o col compimento per-

fetto dei propri doveri – consiste nel ricordare il Signore Supremo alla fine della vita.

20 La mente è sempre agitata dalla passione e sviata dall’ignoranza. Ma è possibile

porvi rimedio, mettendo ogni cosa in relazione con Visnu; allora le impurità prodotte

dalle influenze materiali saranno dissolte e ciò porterà alla pace interiore.

23 Si deve controllare la posizione seduta, regolare la respirazione attraverso il prana-

yama-yoga, dominando così la mente e i sensi, poi con l’intelligenza dirigere il pen-

siero verso le energie grossolane del Signore (la virat-rupa).

24 La gigantesca manifestazione del mondo fenomenico, presa nel suo insieme, forma il

corpo personale della Verità Assoluta. In essa si trova la nozione di passato, presen-

te e futuro, propria dell’universo materiale.

Commento al verso 26:

Chi vuole realizzare la Verità Suprema attraverso la forma universale, deve dunque sviluppare un atteggiamento di servizio.

Commento al verso 32:

Il Signore Supremo non è impersonale, come credono a torto i pensatori di minore

intelligenza. Anzi, Egli è la Persona Suprema, come confermano tutte le Scritture vediche

autentiche, ma la natura della Sua Persona è al di là della nostra comprensione.

Commento al verso 2:1:

L’esempio di Sri Brahmaji illustra molto bene la condizione di oblio in cui si trova l’essere

vivente. Brahmaji è l’incarnazione di una delle influenze materiali che hanno origine dal

Signore. E’ la divinità della passione e riceve dal Signore il potere di generare la meravigliosa

creazione materiale. Tuttavia, poiché Brahma è uno degli innumerevoli esseri individuali, è

soggetto a dimenticare l’arte di manifestare la sua energia creatrice. Questa condizione di oblio

che caratterizza l’essere – da Brahma fino alla più minuscola formica – puo’ essere vinta

praticando la meditazione sulla virat-rupa del Signore.

18 Gli spiritualisti cercano di evitare ogni forma di ateismo perchè conoscono la

destinazione suprema, dove tutto è in relazione col Signore Supremo, Visnu. Così il

puro devoto, in armonia assoluta col Signore, non è fonte di confusione per nessuno,

ma adora in ogni istante i piedi di loto del Signore, tenendoli nel proprio cuore.

22 O re, se lo yogi desidera ancora godere di piaceri materiali più elevati, come

elevarsi al pianeta più alto, Brahmaloka, ottenere le otto perfezioni materiali,

viaggiare nello spazio insieme ai Vaihayasa o avere qualsiasi posizione su uno dei

milioni di pianeti materiali, dovrà portare con sè la mente e i sensi condizionati

dalla materia.

23 Gli spiritualisti si preoccupano del corpo spirituale e con la potenza che

conferiscono loro il servizio devozionale, le austerità, i poteri soprannaturali e la

conoscenza trascendentale, possono spostarsi senza limiti all’interno e all’esterno

degli universi materiali. Invece, coloro che sono attaccati ai frutti delle loro azioni [i

materialisti grossolani], non avranno mai una simile libertà di movimento.

25 Il cerchio Sisumara è il perno su cui ruota l’universo intero e rappresenta

l’ombelico di Visnu [Garbodakasayi Visnu]. Solo lo yogi perfetto può oltrepassare

questa regione e raggiungere il pianeta dove i puri saggi come Bhrigu godono di una

vita lunga quattro miliardi trecento milioni di anni solari [4.300.000.000]. Anche i

santi situati al livello spirituale venerano questo pianeta [Maharloka].

26 Al momento della devastazione finale dell’universo intero [alla fine della vita di

Brahma], un getto di fuoco si sprigiona dalla bocca di Ananta [dal fondo

dell’universo]. Lo yogi vede allora tutti i pianeti ridotti in cenere e su una delle

aeronavi usate dalle anime pure raggiunge Satyaloka, dove la vita dura quindici

bilioni quattrocentoottanta miliardi di anni solari [15.480.000.000.000].

Commento:

Nella creazione del Signore esistono molte meraviglie che possiamo contemplare coi nostri

occhi ogni giorno e ogni notte, ma i mezzi offerti dalla scienza attuale non possono farceli

raggiungere. Perciò non dobbiamo mai dipendere dall’autorità imperfetta della scienza

materialistica, se vogliamo conoscere ciò che è al di là dell’esperienza scientifica. L’uomo

comune deve accontentarsi di accettare la scienza moderna e la saggezza vedica sulla base

della loro stessa autorità, perchè non ha alcun mezzo per verificare personalmente le

affermazioni dell’una o dell’altra. Ha dunque la scelta di credere all’una o all’altra o a tutt’e

due. Ma la versione vedica è più sicura, in quanto è stata accettata dagli acarya, che non sono

solo persone leali ed erudite, ma sono anche anime liberate, esenti dalle imperfezioni proprie

delle anime condizionate. Gli scienziati moderni, invece, sono anime condizionate soggette a

molti errori e imperfezioni. Sarà dunque più saggio accettare la versione autentica delle

Scritture vediche, come lo Srimad-Bhagavatam, che è riconosciuto in modo unanime da tutti i

grandi acarya.

27 Sul pianeta Satyaloka non esiste né il dolore né la vecchiaia né la morte. La

sofferenza, di qualunque genere, vi è sconosciuta, perciò non si sente alcuna

ansietà, tranne che a volte, a causa della coscienza, nasce un sentimento di

compassione verso coloro che ignorano la via del servizio di devozione e restano

soggetti alle irrimediabili sofferenze, che caratterizzano l’esistenza in questo mondo

materiale.

31 Solo l’anima purificata da ogni contaminazione materiale può raggiungere la

perfezione di vivere in compagnia della Persona Suprema una vita di felicità e gioia

perfette, ritrovando così il suo stato originale. Chiunque ritrovi questa perfezione

devozionale non sente più attrazione per il mondo materiale, dove non tornerà mai

più.

32 O Maharaja Pariksit, sappi che tutto ciò che ti ho spiegato in risposta alle

domande pertinenti di tua maestà si accorda perfettamente con l’insegnamento dei

Veda e rappresenta la verità. Sri Krishna stesso trasmise questa conoscenza a

Brahma, che Lo aveva soddisfatto con la sua adorazione.

3:10 L’uomo intelligente, che sia pieno di desideri materiali, che sia privo di ogni

desiderio o che desideri la liberazione, deve con tutto se stesso adorare Dio, il Tutto

supremo e assoluto.

17 Sorgendo e tramontando il sole accorcia la durata dell’esistenza di tutti gli esseri,

tranne quella di colui che impiega il suo tempo a parlare del Signore, che è la fonte

di ogni buona fortuna.

21 La testa, anche se ornata da un turbante di seta, è solo un fardello pesante se non

s’inchina davanti a Dio, la Persona Suprema, Colui che accorda la liberazione

[mukti]. E le mani, anche se sono ornate di braccialetti d’oro scintillante, sembrano

quelle di un cadavere, se non sono messe al servizio di Hari, il Signore.

4:22 All’alba della creazione, il Signore, presente nel cuore di Brahma, fece sbocciare la

sua conoscenza potenziale, dando così l’impressione che questa conoscenza

emanasse dalle labbra di Brahma stesso. Egli gli infuse la conoscenza perfetta della

propria Persona e dell’opera di creazione. Possa questo Signore Supremo mostrarmi

la Sua benevolenza.

25 O re, alla richiesta di Narada, Brahma, il primo essere creato, gli rivelò queste

cose nei particolari, come aveva fatto direttamente il Signore col proprio figlio, che

ricevette la conoscenza vedica al momento stesso della nascita.

Commento a 5:3:

Brahma è il creatore diretto dell’universo manifestato e di tutto ciò che esso contiene. Cono-

sce dunque tutto del passato, del presente e del futuro.

7 Tuttavia, quando penso alle grandi austerità che hai compiuto con una disci-

plina perfetta, sono portato a pensare che esista un essere più potente

di te, e ciò nonostante la grande potenza che tu manifesti nell’opera di creazione.

9 Brahma disse:

Narada, figlio mio, mostrando la tua misericordia verso tutti gli esseri (e anche verso

di me), mi hai rivolto tutte queste domande, affinché io fossi ispirato a contemplare

le meraviglie dell’onnipotente Persona Suprema.

10 Tutto ciò che hai detto di me non può essere falso, perchè se non si ha coscienza

della Persona Suprema, la verità ultima che è al di sopra di me, si sarà certamente

sviati davanti alla potenza delle mie attività.

12 Offro il mio omaggio a Sri Krishna, Vasudeva, e medito su di Lui, la Persona Suprema.

Sotto l’influsso della Sua invincibile potenza, essi (gli uomini meno intelligenti) vedo-

no in me il maestro supremo.

15 Gli Scritti vedici hanno origine dal Signore Supremo e servono a conoscerLo. Gli esse-

ri celesti hanno il compito di servirLo come parti del Suo corpo, i pianeti esistono solo

per Lui e i sacrifici sono compiuti solo per soddisfarLo.

17 Da Lui solo investito di potere, ho scoperto, per ispirazione dell’Anima Suprema onni-

presente, ciò che Egli (Narayana) aveva già creato, e io stesso fui creato da Lui sol-

tanto.

22 Dopo che apparve il primo purusa (Karanarnavasayi Visnu), il mahat-tattva, cioè il

principio della manifestazione materiale, fu manifestato, seguito dal tempo e dalle

tre influenze materiali, che rappresentano la natura materiale e si trasformano in

azione.

23 L’animazione del mahat-tattva genera l’azione materiale. Dapprima si sviluppano la

virtù e la passione, poi, sotto l’influenza dell’ignoranza, si manifestano la materia, la

conoscenza relativa ad essa e l’azione che ne derivano.

6:20 Il mondo spirituale, che rappresenta i tre quarti dell’energia del Signore, è situato

al di là dell’universo materiale ed è destinato in particolare a coloro che non devono

mai più rinascere.

33 Caro figlio, ho risposto così a tutte le tue domande e sappi che tutto ciò che

esiste – sia la causa che l’effetto, nell’universo materiale come nel mondo spirituale –

dipende da Dio, la Persona Suprema.

35 Benché io sia conosciuto come l’illustre Brahma, perfetto nella successione dei

maestri spirituali della saggezza vedica, benché abbia compiuto ogni forma di

austerità e sia aperto nella scienza dei poteri soprannaturali e della realizzazione

spirituale, e benché i famosi antenati degli esseri viventi mi considerino tale e mi

offrano il loro rispettoso omaggio, non posso comprendere il Signore, la fonte stessa

della mia esistenza.

37 Poiché né Siva, né tu né io abbiamo potuto determinare i limiti della felicità

spirituale, come potrebbero farlo gli altri esseri celesti ? Confusi come siamo

dall’energia esterna illusoria del Signore, non possiamo far altro che osservare

questa manifestazione cosmica secondo la nostra capacità.

39 Sri Krishna, Dio, la Persona Suprema e originale, crea questo cosmo manifestato

attraverso la Sua prima manifestazione, quella di Visnu, Sua emanazione plenaria,

ma Lui stesso resta non nato. E’ in Lui che ha luogo la creazione, e la materia e le Sue

manifestazioni non sono altro che Lui stesso. Egli le mantiene per un certo tempo,

poi le riassorbe in Sé.

7:39 All’inizio della creazione solo l’austerità, io [Brahma] e i Prajapati, i grandi saggi

che hanno il dovere di procreare, esistiamo. Poi, nel corso della creazione appaiono

Visnu, gli esseri dotati di poteri e i re dei diversi pianeti. Ma alla fine si manifesta

l’irreligione, poi vengono Siva e gli atei pieni di collera. Ma tutti non sono che

manifestazioni diverse dell’energia del Signore onnipotente.

43 O Narada, le potenze di Dio sono incomprensibili e incommensurabili, ma poiché

tutti noi siamo anime sottomesse, sappiamo che il Signore agisce attraverso le Sue

energie dette yoga-maya.

52 Descrivi dunque questa scienza di Dio con determinazione e in modo che il sublime

servizio di devozione offerto al Signore Supremo, Hari, l’Anima Suprema di tutti gli

esseri viventi e la fonte originale di ogni energia, sia reso perfettamente accessibile

all’uomo.

53 Le attività del Signore in relazione con le Sue diverse energie possono essere

descritte, ascoltate e apprezzate in conformità con l’insegnamento del Signore. Chi

si dedica a questa pratica con assiduità, devozione e rispetto sfuggirà certamente

alla presa dell’energia illusoria del Signore.

8:4 Coloro che con grande serietà ascoltano assiduamente lo Srimad-Bhagavatam

vedranno molto presto Sri Krishna, la Persona Divina, manifestarSi nel loro cuore.

9 Brahma, che non ha alcuna origine materiale, perchè è nato dal fiore di loto che cre-

sce dall’ombelico del Signore, è il creatore di tutti coloro che nascono in un corpo di

materia. Il Signore, con la Sua misericordia, rivelò a Brahma la Sua forma trascen-

dentale.

28 Egli cominciò a rispondere alle domande di Maharaja Pariksit, dicendo che la scienza

di Dio, la Persona Suprema, fu dapprima trasmessa a Brahma dal Signore stesso, alla

nascita di Brahma. Lo Srimad-Bhagavatam è il supplemento dei Veda e concorda

perfettamente con l’insegnamento vedico.

9:1 Sri Sukadeva Gosvami disse:

O re, a meno che non subisca l’influenza dell’energia di Dio, la Persona Suprema, non

si potrebbe spiegare come l’anima, che possiede una coscienza pura, si leghi al corpo

materiale; questa relazione è simile a quella di un uomo che in sogno vede agire il

proprio corpo.

3 Non appena l’essere individuale di stabilisce nella gloria del suo vero sé e comincia a

gustare la felicità della Trascendenza, al di là del tempo e dell’energia materiale, si

libera subito dai due falsi concetti dell’esistenza [“io” e “mio”] e vede manifestarsi

pienamente la sua identità pura e reale.

5 Supremo in questo universo, Brahma, il primo maestro spirituale, non riusciva a sco-

prire l’origine del fiore di loto su cui si trovava seduto e sebbene progettasse la

creazione di questo mondo materiale, non riusciva a trovare la giusta linea di svilup-

po per la sua opera di creazione, né a capirne il procedimento.

8 L’ascesi di Brahma durò mille anni celesti. Egli attribuì un carattere divino a questa

vibrazione spirituale che veniva dal cielo. Poté così controllare la mente e i sensi, e

le sue austerità sono un grande insegnamento per tutti gli esseri. Perciò egli è co-

nosciuto come il più grande di tutti gli asceti.

9 Dio, la Persona Suprema, fu molto soddisfatto delle austerità a cui Brahma si era

sottoposto e volle rivelargli la Sua dimora personale, Vaikuntha, pianeta supremo.

Questa dimora spirituale del Signore è adorata da tutte le anime realizzate, che sono

libere da ogni forma di sofferenza o di paura relative all’esistenza illusoria.

11 Gli abitanti dei pianeti Vaikuntha hanno la carnagione blu come il cielo. I loro occhi

assomigliano al fiore di loto e il loro aspetto è quello di adolescenti. Tutti hanno

quattro braccia e il loro corpo esercita un grande fascino. Portano vestiti gialli e

sono tutti meravigliosamente ornati da collane di perle e medaglioni. Una radiosità

brillante emana dalla loro persona.

13 Numerose aeronavi scintillanti volano leggere nel cielo dei pianeti Vaikuntha; porta-

no i grandi mahatma, i devoti del Signore, insieme con le loro compagne, la cui car-

nagione celeste le rende belle come la folgore. A vederli così si direbbe che il cielo

sia ornato di nuvole e di fulmini.

14 Là, sui pianeti Vaikuntha, Brahma vide Dio, la Persona Suprema, il Signore di tutti i

devoti, il Signore della dea della fortuna, il Signore di tutti i sacrifici e il padrone del-

l’universo. Gli sono attorno i Suoi migliori servitori, come Nanda, Sunanda, Prabala e

Arhana, Suoi compagni intimi.

17 Seduto sul Suo trono, il Signore è circondato da diverse energie, come le quattro, le

sedici, le cinque e le sei perfezioni naturali, e da altre energie minori di carattere

temporaneo. Ma Lui regna da sovrano assoluto e gode della propria dimora.

19 Vedendo Brahma davanti a Sé, il Signore lo considerò degno di creare gli esseri vi-

venti e di compiere la Sua volontà, e per mostrargli la Sua soddisfazione gli strinse

la mano e sorridendo gli rivolse queste parole.

20 Così parlò la Persona Divina, la cui bellezza è infinita:

O Brahma, tu che fosti impregnato di conoscenza vedica, la lunga ascesi che hai in-

trapreso, animato dal desiderio di creare, Mi riempie di soddisfazione; invece i cosid-

detti yogi non si attirano affatto i Miei favori.

23 O Brahma, tu che sei senza peccato, sappi che fui Io, all’inizio, che ti ordinai di com-

piere austerità, mentre tu eri confuso riguardo al tuo dovere. Questa austerità è il

Mio cuore e la Mia anima: lei ed Io siamo tutt’uno.

24 Con questa austerità Io creo il cosmo, lo mantengo e alla fine lo riassorbo in Me. E’

dunque nell’austerità soltanto che risiede la forza potenziale.

35 O Brahma, sappi che gli elementi che compongono l’universo entrano nel cosmo pur

non entrandovi; così Io esisto in tutto ciò che è creato e simultaneamente sono al-

l’esterno di ogni cosa.

39 Alla scomparsa di Hari, Dio, la Persona Suprema, l’oggetto di piacere trascenden-

tale per i sensi dei devoti, Brahma, a mani giunte, cominciò a ricreare l’universo e

a popolarlo di esseri viventi, così com’era precedentemente.

10:1 Sri Sukadeva Gosvami disse:

Lo Srimad-Bhagavatam contiene dieci categorie di assiomi che riguardano

rispettivamente: la creazione dell’universo, le fasi secondarie della creazione, i

sistemi planetari, la protezione assicurata dal Signore, l’impeto creatore, il

succedersi dei Manu, la scienza di Dio, il ritorno a Dio nella nostra dimora originale,

la liberazione e il summum bonum.

5 La scienza divina descrive le manifestazioni di Dio, la Persona Suprema, e le Sue

numerose attività; descrive inoltre le attività dei grandi devoti del Signore.

10 Uscita dall’Oceano Causale, dove questo primo purusa-avatara era apparso, la

gigantesca forma universale del Signore [Maha-Visnu] separò i differenti universi e

penetrò in ciascuno di essi, desiderando sdraiarSi sulle acque trascendentali che Egli

stesso aveva creato [l’Oceano Garbhodaka].

12 Occorre sapere in tutta certezza che gli elementi materiali, l’azione, il tempo, le

influenze della natura materiale e gli esseri individuali che ne sono i beneficiari,

esistono solo grazie alla Sua misericordia e che sono distrutti appena il Signore li

abbandona.

Commento al v. 13:

Di conseguenza, prima della creazione o manifestazione dell’universo materiale, esiste soltanto

il Signore come energia totale (maha-samasti).

Poiché tutto emana dal Signore

(Maha-Visnu o Maha-samasti), niente nell’universo materiale è differente da Lui. Ma ognuna

delle Sue energie ha una funzione specifica, assegnata dal Signore, e di conseguenza rimane

distinta da Lui. Similmente, gli esseri individuali che sono anch’essi un’energia del Signore,

cioè la Sua potenza marginale, sono simultaneamente differenti e non differenti da Lui.

Commento al v. 30:

Il cuore di ogni essere individuale è la sede dell’Anima Suprema, il Paramatma, che è

un’emanazione plenaria di Dio, l’Essere Supremo.

34 Ma al di là [di questa manifestazione materiale grossolana] esiste una

manifestazione spirituale, che è più sottile di ciò che vi è di più sottile. Non ha né

inizio, né metà, né fine, perciò è al di là dei limiti dell’espressione verbale e della

speculazione intellettuale e trascende ogni concezione materiale.

42 Dopo aver creato l’universo, Dio, la Persona Suprema, il sostegno di tutti, apparve

in diverse manifestazioni per richiamare a Sé gli esseri condizionati di ogni genere –

gli esseri umani, creature inferiori ed esseri celesti.

43 Poi, alla fine dei tempi, il Signore in persona nella forma di Rudra, il distruttore,

annienterà l’intera creazione, come il vento dissipa le nuvole.

45 Il Signore non interviene direttamente nella creazione e nella distruzione del

mondo materiale. Quando i Veda Gli attribuiscono questo ruolo è per combattere

la teoria secondo cui la natura materiale avrebbe il potere di creare.

CANTO 3

1:44 L’avvento del Signore ha luogo affinché siano annientati i ribelli. Le

Sue attività sono di natura trascendentale e si offrono alla

comprensione di tutti gli esseri. Altrimenti, perché il Signore

scenderebbe sulla Terra, Lui che trascende tutte le influenze materiali?

2:10 In nessuna circostanza i discorsi di persone sviate dall’energia illusoria

del Signore possono distrarre l’intelligenza delle anime completamente

sottomesse al Signore.

14 Dopo aver scambiato con Lui risa, sguardi e dolci sentimenti, le

ragazze di Vraja sprofondarono nell’angoscia quando Krishna le lasciò.

Un tempo Lo seguivano continuamente con lo sguardo, ma ormai non

potevano che rimanere sedute, l’intelligenza stordita, incapaci di

portare a termine i loro doveri domestici.

Commento al v. 14:

Nella Sua infanzia a Vrindavana, Sri Krishna era diventato famoso come l’amico

dispettoso di tutte le ragazze della Sua età, per le quali Egli provava un amore

perfettamente spirituale. Il Suo amore per loro era così intenso che non c’è

niente che possa essere paragonato all’estasi che Gli procurava, e le ragazze di

Vraja provavano per Lui un attaccamento così profondo che il loro affetto

superava quello dei grandi esseri celesti, come Brahma e Siva. Alla fine Krishna

ammise di essere stato vinto dall’affetto trascendentale delle gopi e Si dichiarò

incapace di ricambiare il loro meraviglioso affetto. Sebbene a volte le gopi

sembrassero esasperate dal comportamento dispettoso del Signore, quando

Krishna le lasciava non potevano tollerare la separazione e Lo seguivano

sempre con lo sguardo e con la mente. In Sua assenza erano così turbate che

non riuscivano neppure a portare a termine i loro doveri domestici. Anche negli

scambi d’amore tra ragazzi e ragazze nessuno supera Krishna. Le Scritture

rivelate affermano che Sri Krishna non va mai oltre i confini di Vrindavana, ma

dimora eternamente là, legato dall’amore assoluto dei suoi abitanti. Di

conseguenza, anche se Krishna non è visibile ora, noi abbiamo la sicurezza che

Egli non Si allontana mai da Vrindavana, nemmeno per un istante.

16 Quando penso a Sri Krishna, a come nacque nella prigione di Vasudeva,

sebbene Egli sia il non-nato; a come andò a Vraja, lasciando la

protezione di Suo padre, e là visse in segreto per paura del nemico; e a

come fuggì da Mathura impaurito, sebbene Egli abbia una potenza

illimitata, resto turbato davanti al carattere incomprensibile di questi

avvenimenti.

29 Mentre pascolava le Sue meravigliose mandrie, il Signore, il ricettacolo

di ogni opulenza e fortuna, suonava il flauto, riempiendo di entusiasmo

i giovani pastori, Suoi fedeli compagni.

Commento al v. 29:

Quando ebbe sei o sette anni, il Signore ricevette l’incarico di portare al

pascolo le mucche e i buoi. Egli era il figlio di un ricco proprietario terriero, che

possedeva centinaia di migliaia di mucche, e secondo l’economia vedica, la

ricchezza di un uomo si misura dall’ampiezza delle sue riserve di cereali e dal

numero delle sue mucche. Infatti, con questi due soli fattori — mucche e cereali

l’umanità può risolvere ogni problema di nutrizione. La società ha bisogno

solo di una quantità sufficiente di cereali e di un numero sufficiente di mucche

per ritrovare il suo equilibrio economico. Tutto il resto rappresenta solo un

bisogno artificiale, creato dall’uomo per rovinare la sua preziosa vita umana e

sprecare il tempo in cose inutili. Sri Krishna, come precettore dell’umanità, ha

voluto dimostrare con le proprie azioni, che i vaisya, cioè i commercianti e gli

agricoltori, devono aver cura delle mucche e dei buoi, proteggendo questi

animali di grande valore. Secondo la smrti, la mucca rappresenta la madre

dell’uomo e il bue il padre. La mucca è paragonata alla madre perché dà il suo

latte all’uomo, proprio come una madre dà il suo latte al bambino. E come il

padre lavora per i figli, il bue ara i campi, partecipando così alla produzione dei

cereali; il bue è considerato dunque il padre dell’uomo. È evidente che

l’umanità ucciderà in sé ogni spirito vitale, se uccide suo padre e sua madre.

34 Nella terza stagione dell’anno, in una notte d’autunno illuminata dal

chiaro di luna, il Signore godette della compagnia di giovani donne,

dopo averle attratte con dolci canzoni, e apparve in mezzo a loro come

la bellezza sovrana.

3:21 Il Signore godette dei Suoi divertimenti sulla Terra e su altri pianeti

[superiori], specialmente in compagnia della dinastia Yadu. Nelle ore

di riposo offerte dalla notte, Egli godette anche dell’amicizia e dei

sentimenti amorosi delle Sue spose.

22 Così il Signore visse come uomo di famiglia per moltissimi anni, ma

alla fine manifestò pienamente il Suo distacco dall’effimera vita

sessuale.

4:16 “O Signore, perfino i saggi eruditi sentono la loro intelligenza turbarsi,

quando vedono che T’impegni nell’azione interessata, sebbene Tu sia

libero da ogni desiderio, e quando appari in questo mondo, sebbene Tu

sia non-nato; essi si stupiscono anche quando fuggi per paura del

nemico e Ti rifugi in una fortezza, sebbene Tu sia il controllore del

tempo invincibile. Infine, diventano confusi quando vedono che godi

della vita di famiglia, circondato da numerose spose, sebbene Tu sia

soddisfatto in Te stesso.”

5:4 Perciò, o grande saggio, istruiscimi nella scienza del servizio di

devozione, che permette di soddisfare il Signore; situato nel cuore di

ogni essere, Egli può allora rivelare dall’interno la conoscenza della

Verità Assoluta, secondo gli antichi princìpi vedici. Questa conoscenza è

rivelata solo a coloro che si sono purificati con la pratica del servizio di

devozione.

14 O saggio, le persone che a causa delle loro attività peccaminose si

oppongono ai discorsi sulla Trascendenza e di conseguenza ignorano lo

scopo del Mahabharata [della Bhagavad-gita], suscitano pietà anche in

coloro che sono degni di pietà. Anch’io provo pietà per loro, perché

vedo che il tempo eterno usa i loro giorni, mentre essi si dedicano alla

speculazione filosofica, teorizzano su questo o su quello scopo da

raggiungere e compiono differenti rituali.

18 Sri Maitreya disse:

O Vidura, tutte le glorie a te. Tu mi hai interrogato sul bene supremo e

in questo modo hai mostrato la tua misericordia al mondo e anche a

me, perché la tua mente è sempre assorta nella Trascendenza.

24 Il Signore, proprietario incontestato di tutto ciò che esiste, era l’unico

testimone. La manifestazione cosmica non esisteva ancora ed Egli Si

sentiva imperfetto in assenza delle Sue emanazioni plenarie e distinte.

L’energia materiale era allo stato latente, mentre la potenza interna

era manifestata.

25 Il Signore è Colui che vede, e l’energia esterna, che è l’oggetto del Suo

sguardo, agisce come causa e come effetto della manifestazione

cosmica. O Vidura, tu che sei così fortunato, questa energia esterna è

conosciuta come maya, o illusione, e solo attraverso la sua azione ha

luogo l’intera creazione materiale.

31 A contatto con la virtù, il falso ego si trasforma nella mente. Anche

tutti gli esseri celesti che dirigono il mondo fenomenico sono generati

da questa interazione del falso ego e della virtù.

I sensi sono certamente generati dall’azione della passione sul falso

ego, perciò la speculazione filosofica e l’attività interessata sono

principalmente prodotti della passione.

44 Coloro che sono vincolati da un attaccamento eccessivo per il proprio

corpo effimero e per i parenti, e sono legati ai concetti di “io” e “mio”

sono incapaci di percepire i Tuoi piedi di loto, sebbene questi si trovino

nel loro stesso corpo. Quanto a noi, o Signore, prendiamo rifugio ai

Tuoi piedi di loto.

51 O Essere Supremo, Ti preghiamo di darci le Tue benevole direttive sul

modo in cui desideri che noi agiamo, noi che in origine siamo stati

generati dal mahat-tattva, l’energia cosmica globale. Abbi la bontà di

darci la Tua potenza e la Tua conoscenza perfette, in modo da poterTi

servire nei diversi settori della creazione.

6:1 Maitreya Rsi disse:

Così il Signore seppe che ogni evoluzione nell’opera di creazione

dell’universo era sospesa, a causa della non-fusione delle Sue potenze,

come il mahat-tattva.

Commento al v. 1:

Non manca niente nella creazione del Signore; tutte le potenze vi sono

presenti, ma allo stato latente, e a meno che non si combinino per volontà del

Signore, niente può progredire.

2 Il Signore dalla potenza suprema entrò allora simultaneamente nei

ventitré elementi, accompagnato dalla dea Kali, la Sua energia esterna,

che da sola amalgama tra di loro tutti gli elementi.

3 Quando il Signore Supremo, accompagnato dalla Sua energia, entrò

negli elementi, tutti gli esseri viventi furono svegliati alle differenti

attività, come si riprendono le proprie attività dopo essere usciti dal

sonno.

4 Quando i ventitré elementi principali divennero attivi per volontà del

Supremo, la gigantesca forma universale, la visva-rupa del Signore, fu

manifestata.

Commento al v. 4:

La virat-rupa o visva-rupa, la gigantesca forma universale del Signore,

apprezzata in particolare dagli impersonalisti, non è una forma eterna del

Signore. È manifestata per la volontà suprema del Signore, dopo la

manifestazione degli elementi della creazione materiale. Sri Krishna mostrò

questa Visva-rupa ad Arjuna al solo fine di convincere gli impersonalisti che

Egli è la Persona Suprema e originale. Fu Krishna che manifestò la virat-rupa e

non la virat-rupa che fece apparire Krishna. Perciò la virat-rupa non è una

forma che il Signore manifesta nel mondo spirituale, ma appartiene alle Sue

manifestazioni materiali.

7 L’energia totale del mahat-tattva, dopo aver preso la forma gigantesca

virat-rupa, Si divise da sola nella coscienza degli esseri individuali,

nell’azione che caratterizza la vita e nell’identificazione col sé, e

queste a loro volta si suddividono in una, dieci e tre ramificazioni.

Commento al v. 9:

Questa energia centrale è l’energia superiore del Signore, il Quale si trova presente nel cuore dell’essere, accanto all’anima, che agisce sotto la direzione del Signore. La Bhagavad-gita (15.15) lo spiega con queste parole:

L’intera energia centrale deriva dal cuore, dove è prodotta dal Signore, che vi

Si trova presente e che aiuta l’anima condizionata a ricordare e a dimenticare.

Lo stato condizionato è dovuto al fatto che l’anima ha dimenticato la relazione

di subordinazione che la unisce al Signore.

39 La meravigliosa potenza del Signore Supremo è fonte di smarrimento

anche per i grandi prestigiatori. Questa potenza è sconosciuta perfino

al Signore, che è sufficiente in Se stesso; come dunque potrebbero

conoscerla gli altri?

7:35 O tu che sei senza peccato, poiché il Signore Supremo, Colui che

controlla tutti gli esseri, è anche il padre di ogni religione e di tutti

coloro che desiderano compiere attività religiose, ti prego di dirmi

come si può soddisfarLo pienamente.

Commento al v. 37:

Nel Kasi-khanda:

I devoti del Signore non vedono mai distrutta la loro esistenza individuale,

neanche dopo la distruzione dell’intera manifestazione cosmica. Il Signore e i

devoti che vivono in Sua compagnia sono eterni, sia nel mondo materiale sia

nel mondo spirituale.”

8:10 A quel tempo, quando i tre mondi erano immersi nell’acqua,

Garbhodakasayi Visnu era solo, disteso sul letto formato dal grande

serpente Ananta, e nonostante sembrasse dormire, immerso nella Sua

potenza interna, libero dall’influenza dell’energia esterna, i Suoi occhi

non erano completamente chiusi.

Commento al v. 11:

Dopo che i tre mondi — i sistemi planetari superiori, intermedi e inferiori —

furono sommersi dalle acque della dissoluzione, i loro abitanti conservarono il

loro corpo sottile, in virtù dell’energia detta kala. Nel corso di questa

dissoluzione i corpi grossolani cessarono di essere manifestati, ma i corpi sottili

continuarono a esistere, proprio come l’acqua della creazione materiale. Perciò

l’energia materiale non era completamente riassorbita, come succede durante

la distruzione totale dell’universo materiale.

15 Allora Sri Visnu, l’Anima Suprema, entrò in questo fiore di loto

universale. E quando questo fu impregnato di tutti gli attributi della

natura materiale, si manifestò colui che incarna la saggezza vedica e

che è detto nato da sé.

16 Brahma, che era appena nato dal fiore di loto, non poteva vedere il

mondo, sebbene si trovasse al centro del fiore. Fece dunque il giro

dello spazio e gettando lo sguardo in tutte le direzioni, acquisì quattro

teste, una per ogni direzione.

17 Situato su questo fiore di loto, Brahma non poteva veramente capire

né la creazione, né il fiore di loto, né se stesso. Poi, al termine dell’era,

l’aria della devastazione cominciò ad agitare le acque e con esse il

fiore di loto, creando grandi onde circolari.

31 Mentre guardava il Signore, simile a una montagna, Brahma concluse

che Egli era Hari, la Persona Suprema. Vide anche che la ghirlanda di

fiori che scendeva sul Suo petto era meravigliosa e Lo glorificava con

dolci canti vedici. Il disco Sudarsana, la Sua arma, Lo proteggeva, e

neppure il sole, la luna, l’aria e il fuoco potevano avvicinarsi a Lui.

32 Mentre Brahma, l’artefice del destino universale, guardava il Signore,

posò simultaneamente il suo sguardo sulla creazione. Vide allora il

lago formato dall’ombelico di Visnu, il fiore di loto, l’acqua della

devastazione, l’aria che la prosciugava e il firmamento. Tutto si rivelò

ai suoi occhi.

33 Brahma, saturo dell’influenza della passione, fu incline a creare, e

dopo aver visto le cinque cause della creazione, che il Signore

Supremo gli indicava, si mise a offrirGli rispettose preghiere per

acquisire la mentalità creativa.

9:1 Brahma disse:

O mio Signore, dopo tanti anni di austerità, oggi posso conoscerTi.

Come sono sfortunate le anime incarnate, a cui non è data questa

opportunità! Mio Signore, Tu sei l’unico oggetto della conoscenza,

poiché al di là di Te non c’è alcuna realtà suprema; tutto ciò che si

potrebbe supporre superiore a Te non è l’Assoluto. Manifestando

l’energia di creazione materiale, Tu riveli di essere il Supremo.

3 O mio Signore, non vedo alcuna forma superiore a questa Tua forma di

felicità e conoscenza eterne. Nella Tua luce impersonale del Brahman,

nel cielo spirituale, non si verifica alcun cambiamento o

deterioramento della potenza interna. Mi sottometto dunque a Te,

perché mentre io sono orgoglioso del mio corpo e dei miei sensi

materiali, Tu, Signore, sei la causa della manifestazione cosmica,

eppure non sei toccato dalla materia.

6 Gli abitanti di questo mondo sono assaliti da ogni sorta di ansietà

materiali e vivono continuamente nella paura. Si sforzano sempre di

proteggere il loro corpo, le loro ricchezze e i loro parenti. Sono sempre

in preda ai lamenti, ai desideri illeciti; sono attaccati a oggetti

indesiderabili e meschinamente basano le loro imprese sui concetti

effimeri di “io” e “mio”. O Signore, finché non prendono rifugio

all’ombra sicura dei Tuoi piedi di loto, saranno sempre perseguitati da

queste ansietà.

8 O Signore, autore di gesta meravigliose, queste creature miserabili

sono costantemente turbate dalla fame, dalla sete, dal freddo, dalla

bile e dalle altre secrezioni del corpo; la tosse li opprime durante

l’inverno e il caldo li soffoca durante l’estate; la pioggia, il vento e altri

disagi li assalgono senza sosta. Inoltre, sono preda di forti impulsi

sessuali e di una collera incessante. Ho pietà di loro e mi rattristo della

loro sorte.

9 O Signore, le sofferenze materiali non hanno esistenza reale per

l’anima. Eppure, finché l’anima condizionata crede che il corpo sia fatto

per il piacere dei sensi, non può uscire dal labirinto formato da queste

sofferenze materiali, perché si trova sotto l’influenza della Tua energia

esterna.

10 Di giorno questi non-devoti impegnano i sensi in lavori duri e

complicati, e di notte soffrono d’insonnia, perché la loro intelligenza

interrompe continuamente il loro sonno con varie speculazioni mentali.

Inoltre, vedono tutti i loro progetti sventati da forze soprannaturali.

Anche i grandi saggi, se si oppongono all’ascolto dei discorsi

trascendentali che riguardano le Tue glorie, devono conoscere il

turbinio di nascite e morti in questo mondo.

11 Mio Signore, i Tuoi devoti possono contemplarTi attraverso gli orecchi,

grazie alla pratica dell’ascolto spirituale con cui essi purificano il loro

cuore, che diventa allora il Tuo luogo di residenza. Tu sei così

misericordioso verso i Tuoi devoti che Ti manifesti a loro nella forma

spirituale ed eterna, sulla quale essi meditano costantemente.

12 Mio Signore, Tu non sei molto soddisfatto dell’adorazione che gli esseri

celesti Ti offrono, loro che si sforzano di renderTi un culto fastoso, con

numerosi oggetti, pur nutrendo numerosi desideri materiali. Tu sei

presente nel cuore di ogni essere come Anima Suprema al solo fine di

diffondere su tutti la Tua misericordia incondizionata. Tu sei l’eterno

benefattore, ma rimani inaccessibile al non-devoto.

13 Ciònonostante, le attività virtuose, come il compimento dei riti vedici,

la carità, le rigide austerità e il servizio trascendentale, se sono

compiute per adorarTi e soddisfarTi con l’offerta dei frutti che esse

conferiscono, sono anch’esse benefiche. Queste attività religiose non

saranno mai inutili.

16 Tua Grazia rappresenta la radice fondamentale dell’albero dei sistemi

planetari. Quest’albero è cresciuto penetrando dapprima la natura

materiale con i suoi tre tronchi — Tu l’onnipotente, Siva e me stesso —,

in vista della creazione, del mantenimento e della dissoluzione; poi, da

questi tre tronchi sono cresciuti molti rami. A Te, dunque, che sei

l’albero della manifestazione cosmica, offro il mio omaggio.

17 Gli uomini agiscono tutti in modo insensato, invece di dedicarsi alle

attività benefiche che Tu stesso hai definito per guidarli. Finché essi

mantengono una forte tendenza ad agire in modo irragionevole, i piani

che essi perseguono nella lotta per l’esistenza saranno distrutti. A

Colui che agisce così nella forma del tempo eterno offro il mio

omaggio.

23 Il Signore Supremo, Dio, è sempre il benefattore delle anime

sottomesse. Le Sue attività sono sempre compiute attraverso la Sua

potenza interna, Rama, la dea della fortuna. Io prego solo di poterLo

servire, creando il mondo materiale, e di non essere toccato dalla

contaminazione materiale nel corso della mia opera, perché così potrò

sbarazzarmi dell’orgoglio di essere il creatore.

27 Il Signore vide che Brahma era molto ansioso di progettare e costruire

i differenti sistemi planetari e allo stesso tempo depresso alla vista

delle acque devastatrici. 28 Sensibile al sentimento di Brahma, Egli

pronunciò parole profonde e ponderate che dissiparono ogni illusione

che era potuta nascere in lui.

29 Il Signore Supremo disse:

O Brahma, maestro delle profondità della saggezza vedica, non sentirti

scoraggiato o angosciato per l’opera della creazione. Ciò che Mi stai

chiedendo ti è già stato accordato.

30 O Brahma, se vuoi ricevere il Mio favore, devi situarti nell’austerità e

nella meditazione, e seguire i principi della conoscenza. Grazie a

queste attività, tutto ti sarà rivelato dall’interno, nel tuo cuore.

31 O Brahma, quando sarai assorto nel servizio devozionale, verrà il

momento, durante le tue attività creatrici, che Mi vedrai in te e in ogni

luogo dell’universo, e vedrai che tu stesso, l’universo intero e tutti gli

esseri viventi sono situati in Me.

32 Mi vedrai in ogni essere e in ogni luogo dell’universo, come il fuoco è

presente nel legno. Solo dopo aver raggiunto questo livello di visione

trascendentale, potrai liberarti da ogni forma di illusione.

33 Quando ti sarai liberato dal concetto del corpo grossolano e sottile, e i

tuoi sensi saranno purificati da tutte le influenze della natura

materiale, avrai in Mia presenza la realizzazione della tua forma pura.

Allora sarai al livello della coscienza pura.

34 Poiché hai desiderato aumentare la popolazione dell’universo in

proporzioni illimitate e moltiplicare i tuoi modi di servire, non proverai

mai alcuna mancanza in questi campi, perché la Mia misericordia senza

causa nei tuoi confronti aumenterà continuamente e per sempre.

41 Secondo l’opinione di esperti spiritualisti, il fine delle buone opere

tradizionali, dell’austerità, dei sacrifici, della carità, delle pratiche

yoga, della meditazione e di ogni altra attività simile consiste nel

volerMi soddisfare.

42 Io sono l’Anima Suprema di ogni essere, la guida suprema e l’essere

più caro. Le persone si attaccano stupidamente al corpo grossolano e

sottile, mentre in realtà dovrebbero essere attaccate a Me soltanto.

10:20 Tutti gli alberi e le piante, esseri immobili, cercano il loro

sostentamento verso l’alto. Sono praticamente incoscienti, ma sono

sensibili al dolore. Ne esistono molte varietà.

28, 29 La creazione degli esseri celesti determina otto categorie di esseri: 1)

gli esseri celesti veri e propri; 2) gli antenati; 3) gli asura, o demoni;

4) i Gandharva e le Apsara, o angeli; 5) gli Yaksa e i Raksasa; 6) i

Siddha, i Carana e i Vidyadhara; 7) i Bhuta, i Preta e i Pisaca; 8) gli

esseri sovrumani, i cantori celesti e altri ancora. Tutti furono creati da

Brahma, il demiurgo dell’universo.

Commento:

Come è spiegato nel secondo Canto, i Siddha sono gli abitanti di Siddhaloka e

viaggiano nello spazio senza l’aiuto di veicoli. Semplicemente con la loro

volontà possono spostarsi da un pianeta all’altro senza alcuna difficoltà.

Sembra dunque che gli abitanti dei pianeti superiori siano molto più evoluti

degli abitanti della Terra nel campo dell’arte, della cultura e della scienza,

perché il loro cervello è più sviluppato di quello degli uomini. Anche gli spiriti e

i folletti menzionati qui sono considerati esseri celesti, perché sono in grado di

compiere imprese che nessun uomo può attuare.

11:1 La più piccola particella esistente nella manifestazione materiale,

indivisibile e non costituita in un corpo, si chiama atomo. Anche dopo

la dissoluzione di tutte le forme, l’atomo continua a esistere come

entità invisibile. Il corpo materiale non è altro che una combinazione di

questi atomi, ma l’uomo comune non può capirlo.

2 Gli atomi sono la condizione ultima dell’universo manifestato. Quando

essi mantengono la loro forma, senza costituirsi in corpi differenti,

sono definiti un tutto unico e illimitato. Esistono certamente differenti

corpi nelle varie forme fisiche, ma sono gli atomi in sé che

compongono l’intera manifestazione cosmica.

3 Si può calcolare il tempo misurando il movimento degli atomi che si

combinano nei corpi. Il tempo rappresenta la potenza dell’onnipotente

Signore Supremo, Hari, che dirige ogni movimento fisico, sebbene Egli

non sia direttamente visibile nel mondo fisico.

4 Il tempo atomico si misura secondo lo spazio atomico preciso che esso

copre. Il tempo che copre l’aggregato non manifestato degli atomi è

detto il grande tempo.

Commento al v. 4:

Tempo e spazio sono fattori correlativi. Il tempo, infatti, si misura in funzione

dello spazio atomico che copre. Il tempo ufficiale è calcolato in funzione del

movimento del sole, e il tempo atomico è il tempo che il sole impiega a coprire

lo spazio di un atomo. Il tempo più lungo corrisponde all’esistenza intera della

manifestazione indifferenziata. Tutti i pianeti coprono un certo spazio

percorrendo la loro orbita, e questo spazio si calcola in atomi. Ogni pianeta

segue la sua orbita in modo costante, compreso il sole. Il tempo globale che

copre la creazione, il mantenimento e la distruzione dell’universo, misurato

secondo la rotazione dell’insieme dei sistemi planetari fino al termine della

creazione, è conosciuto come il kala supremo.

5 Le divisioni del tempo grossolano si misurano come segue: due atomi

formano un doppio-atomo, e tre di questi doppi-atomi formano un

esatomo, che è visibile nei raggi di sole che penetrano attraverso le

fessure di una persiana. Si possono chiaramente vedere gli esatomi

che salgono verso l’alto.

Commento al v. 5:

L’atomo è definito come una particella invisibile, ma quando sei di questi atomi

si uniscono, formano un trasarenu, che diventa visibile nella luce del sole che

passa attraverso le fessure di una persiana.

6 Il tempo necessario per l’integrazione di tre trasarenu forma un truti,

e cento truti formano un vedha. Tre vedha formano un lava.

Commento al v. 6:

Se si divide un secondo in 1687,5 parti, ognuna di queste parti equivale a un

truti, che è il tempo necessario per l’integrazione di diciotto particelle

atomiche. Questa combinazione di atomi in differenti corpi forma la base

secondo cui si calcola il tempo materiale. Il sole è il punto centrale a partire dal

quale si misurano i differenti periodi di tempo.

7 Il tempo coperto da tre lava equivale a un nimesa, l’unione di tre

nimesa forma uno ksana, cinque ksana insieme formano un kastha, e

quindici kastha formano un laghu.

Commento al v. 7:

Un semplice calcolo permette di scoprire che un laghu equivale a due minuti.

In questo modo il calcolo atomico del tempo, così come ce lo rivela la saggezza

vedica, può essere convertito in tempo attuale.

8 Quindici laghu formano un nadika, detto anche danda. Due danda

formano un muhurta, e sei o sette danda rappresentano il quarto di un

giorno o di una notte, secondo il calcolo dell’uomo.

9 Il recipiente per misurare la durata di un nadika, o di un danda, può

essere fabbricato con un vaso di rame del peso di sei pala [397 gr.],

nel quale si sarà praticato un foro con un’asta d’oro del peso di quattro

masa e lunga quattro dita. Quando si posa questo recipiente

sull’acqua, il tempo necessario perché si riempia d’acqua fino alla

sommersione si chiama danda.

Commento al v. 9:

Questo verso precisa che il foro nel recipiente di rame dev’essere fatto con

un’asta che non superi il peso di quattro masa e non misuri più di quattro dita

di lunghezza: questo serve a regolare il diametro del foro. Quindi si posa il

recipiente sull’acqua, e il tempo necessario alla sua sommersione si chiama

danda. Questo è un altro metodo per misurare un danda, metodo regolato

dallo stesso principio della clessidra. Sembra che al tempo della civiltà vedica

non mancasse nessuna conoscenza, si tratti della fisica, della chimica o delle

matematiche superiori. Le misure potevano essere effettuate in modi differenti,

usando i mezzi più semplici.

10 È stato calcolato che ci sono quattro prahara, o yama, in un giorno

degli uomini e altrettanti in una notte. Quindici giorni e quindici notti

formano un paksa e in un mese ci sono due di questi paksa, uno detto

bianco e l’altro nero.

11 Due paksa, di quindici giorni ciascuno, formano un mese, che

corrisponde a un giorno e a una notte sul pianeta dei Pita. Due di

questi mesi formano una stagione e sei mesi corrispondono al tempo

che impiega il sole per passare dal sud al nord.

12 Il tempo che il sole impiega a percorrere i due emisferi equivale a un

giorno e a una notte degli esseri celesti, o anche a un anno intero

secondo il calendario degli uomini. E gli uomini hanno una durata di

vita di cento anni.

Commento:

Per quanto riguarda il tempo, abbiamo pensato di aggiungere qui una tabella

delle sue divisioni con l’equivalente del tempo attuale.

un truti = 8/13 500 secondo

un vedha = 8/135 secondo

un lava = 8/45 secondo

un nimesa = 8/ 15 secondo

un ksana = 8/5 secondo

un kastha = 8 secondi

un laghu = 2 minuti

un danda = 30 minuti

un prahara = 3 ore

un giorno = 12 ore

una notte = 12 ore

un paksa = 15 giorni

33 Così, la vita finisce per tutti gli esseri, compreso Brahma. Per ogni

essere la durata di vita è di cento anni, secondo il valore del tempo sui

differenti pianeti.

34 I cento anni della vita di Brahma si dividono in due parti uguali. La

prima metà è già trascorsa, ed egli si trova ora nella seconda metà.

12:28 O Vidura, abbiamo saputo che Brahma ebbe anche una figlia di nome

Vak, che nacque dal suo corpo e suscitò in lui desideri sessuali,

sebbene ella non provasse alcuna attrazione sessuale per lui.

Commento al v. 28:

Balavan indriya-gramo vidvamsam api karsati (S.B, 9.19.17): i sensi sono così impetuosi e

incontrollabili che possono sviare anche l’uomo più consapevole e più saggio.

Perciò è raccomandato di non vivere soli nemmeno con la madre, con la sorella

o con la propria figlia. Vidvamsam api karsati significa che perfino il più erudito

degli uomini può essere vittima dei desideri sensuali. Maitreya esitava a

svelare questa deviazione di Brahma, che aveva provato un’attrazione sessuale

per la propria figlia, ma la menzionò ugualmente perché queste cose capitano;

Brahma ne è l’esempio vivente, eppure lui è il primo essere e il più erudito in

tutto l’universo. E se Brahma diventò preda dei desideri sessuali, che dire degli

altri esseri, per natura soggetti a tante debolezze materiali! È stato

riconosciuto che questa sorprendente manifestazione di immoralità da parte di

Brahma lo aveva colpito nel corso di un kalpa preciso, che non può essere

quello in cui Brahma udì direttamente dal Signore i quattro versi essenziali

dello Srimad-Bhagavatam, perché in quell’occasione il Signore, dopo averlo

istruito nella scienza del Bhagavatam, gli aveva accordato la benedizione di

non essere mai preda della confusione in nessun kalpa. Da ciò si può dedurre

che Brahma fu vittima dei desideri sessuali prima di ascoltare lo Srimad-

Bhagavatam, perché dopo averlo ricevuto direttamente dal Signore, è

impossibile che abbia potuto subire un simile fallimento.

Dobbiamo prendere seriamente nota di questo incidente. L’uomo è un animale

sociale, e se non limita i suoi rapporti con l’altro sesso, si espone alla

degradazione. Infatti, la libertà dei rapporti sociali tra uomini e donne,

specialmente tra i giovani, è un grande ostacolo sulla via del progresso

spirituale. L’incatenamento alla materia è dovuto solo all’attaccamento

sessuale, perciò l’assenza di restrizioni nei rapporti uomo-donna non può

essere che dannoso. Maitreya riportò questo incidente della vita di Brahma

unicamente per metterci in guardia contro questo grande pericolo.

30 “Padre, quest’azione in cui ti stai coinvolgendo non fu mai tentata da

nessun altro Brahma, né da nessun altro, né da te stesso in kalpa

precedenti, e nessuno in futuro oserà tentarla. Tu sei, in questo

universo, l’essere supremo, perciò come puoi desiderare di unirti a tua

figlia senza poter controllare il tuo desiderio?

31 “Sebbene tu sia il più potente di tutti gli esseri, questo atto non ti si

addice, perché tutti gli uomini prendono esempio da te per progredire

sulla via spirituale.

33 A queste parole dei Prajapati, Brahma, il loro padre, sentì una

profonda vergogna e lasciò subito il corpo che lo rivestiva. In seguito

questo corpo apparve in tutte le direzioni sotto forma della pericolosa

nebbia nell’oscurità.

49 Brahma si rivestì in seguito di un altro corpo, nel quale l’attività

sessuale non era proibita, e continuò così l’opera della creazione.

Commento al v. 49:

Nel suo corpo precedente, di natura esclusivamente spirituale, ogni attrazione

sessuale era proibita, perciò Brahma dovette rivestirsi di un altro corpo per

poter avere una vita sessuale. Così continuò l’opera di creazione. Il corpo

abbandonato da lui si trasformò nella nebbia, come abbiamo già spiegato.

50 O figlio dei Kuru, quando Brahma vide che, nonostante la presenza di

saggi dotati di grande potenza, la popolazione dell’universo non

cresceva adeguatamente, cominciò seriamente a pensare al modo di

accrescere la popolazione.

51 Brahma disse tra sé: “Ahimè! Che strano! Nonostante mi sia

disseminato in tutte le direzioni, l’universo non è ancora

sufficientemente popolato. Solo il destino può essere la causa di

questa sfortuna.”

52 Mentre era immerso in questi pensieri e contemplava la potenza

soprannaturale, altre due forme furono generate dal suo corpo. Esse

sono ancora oggi celebrate come il corpo di Brahma.

Commento al v. 52:

Due corpi uscirono dal corpo di Brahma. Uno aveva dei baffi, e l’altro il petto

sporgente. Nessuno potrebbe spiegare l’origine esatta della loro

manifestazione, perciò ancora oggi sono conosciuti come kayam, “il corpo di

Brahma”, senza un’indicazione precisa sulla loro relazione con lui come figlio e

figlia.

53 I due nuovi corpi distinti si unirono in un rapporto sessuale.

54 Di queste due forme, quella che aveva un aspetto maschile fu

conosciuta come il Manu di nome Svayambhuva, e l’altra, dall’aspetto

femminile, fu chiamata Satarupa, la regina del grande Manu.

55 Dalla loro unione nacquero generazioni di esseri che accrebbero la

popolazione dell’universo.

13:12 O re, il migliore servizio che tu possa offrirmi consiste nel proteggere

in modo adeguato gli abitanti di questo universo materiale. E

sicuramente, quando il Signore Supremo vedrà in te un giusto

protettore delle anime condizionate, Lui stesso, il maestro dei sensi,

sarà molto soddisfatto di te.

14 Sri Manu disse:

O signore onnipotente, vincitore di tutti i peccati, ubbidirò al tuo

ordine. Posso ora conoscere il mio luogo di residenza e quello di tutti

gli esseri che nasceranno da me?

15 O capo degli esseri celesti, ti prego, fai in modo di sollevare la Terra

inghiottita nelle profondità dell’oceano, perché essa deve servire come

luogo di residenza per tutti gli esseri. Questa impresa può essere

compiuta per la tua volontà e per la misericordia del Signore.

Commento al v. 15:

La grande distesa d’acqua di cui parla questo verso è l’oceano Garbhodaka, che

riempie metà dell’universo.

16 Sri Maitreya disse:

Allora, vedendo la Terra sommersa, Brahma rifletté a lungo sul modo

di sollevarla dalle acque.

17 [Brahma pensò:]

Mentre ero impegnato nell’opera della creazione, la Terra è stata

inondata da un diluvio e inghiottita nelle profondità dell’oceano. Che

cosa posso fare, io che sono ancora impegnato a creare? Meglio

lasciare che sia il Signore onnipotente a dirigerci.

31 Con grande facilità l’avatara-Cinghiale prese la Terra sulle Sue zanne e

la sollevò dalle acque. Egli appariva straordinariamente splendente.

Poi, fiammeggiante di collera come il disco Sudarsana, uccise

immediatamente il demone [Hiranyaksa], sebbene questi tentasse di

combattere contro il Signore.

45 O Signore, le Tue attività meravigliose non conoscono limiti e

certamente chiunque ne cerchi il limite dà prova di stupidità. Ogni

persona che vive in questo mondo è condizionata dalle potenti forze

soprannaturali; perciò Ti preghiamo di accordare la Tua misericordia

senza causa a queste anime condizionate.

47 Così, il Signore Supremo, Sri Visnu, il sostegno di tutti gli esseri,

sollevò la Terra dall’acqua e dopo averla messa a galleggiare, tornò

nella Sua dimora.

50 Chi dunque, tra gli esseri umani, può vivere in questo mondo e non

interessarsi al fine ultimo dell’esistenza? Chi può rifiutare il nettare dei

racconti che riguardano le attività del Signore Supremo, che sono

sufficienti a liberarci da ogni sofferenza materiale?

14:5 Il grande saggio Maitreya disse:

O guerriero, la tua richiesta si addice perfettamente a un devoto,

perché riguarda l’apparizione del Signore Supremo, Colui che libera

dalla catena di nascite e morti tutti coloro che, altrimenti, sarebbero

destinati alla morte.

6 Ascoltando questi racconti dal saggio [Narada], il figlio del re

Uttanapada [Dhruva] fu illuminato sul Signore Supremo; posando il

piede sulla testa della morte, salì fino al regno di Dio.

18 Come si può traversare l’oceano su una grande nave, così è possibile

traversare la pericolosa situazione rappresentata dall’oceano

dell’esistenza materiale, vivendo accanto a una moglie.

15:12 Brahma disse:

Sanaka, Sanatana, Sanandana e Sanat-kumara, tutti e quattro nati

dalla mia mente, sono i vostri predecessori. Essi viaggiano talvolta nei

mondi materiali e spirituali senza alcun desiderio preciso.

13 Un giorno, dopo aver percorso tutti gli universi, essi entrarono nel

mondo spirituale, poiché erano liberi da ogni contaminazione

materiale. Nel mondo spirituale si trovano pianeti spirituali detti

Vaikuntha, che sono la dimora del Signore Supremo e dei Suoi puri

devoti, e che sono venerati dagli abitanti di tutti i pianeti materiali.

14 Tutti gli abitanti dei pianeti Vaikuntha hanno una forma simile a quella

del Signore Supremo. E tutti sono assorti nel servizio di devozione,

senza il minimo desiderio di gratificazione dei sensi.

15 Là, sui pianeti Vaikuntha, regna il Signore Supremo, la Persona

originale, che non è possibile conoscere attraverso le Scritture

vediche. In Lui tutto è pura virtù, senza la minima traccia di passione o

d’ignoranza. È Lui che assicura il progresso dei Suoi devoti sulla via

della religione.

16 Là si stendono molte foreste propizie. Gli alberi sono alberi dei desideri

e in ogni stagione sono carichi di fiori e frutti perché sui pianeti

Vaikuntha tutto è spirituale e personale.

Commento al v. 16:

Sui pianeti Vaikuntha la terra, gli alberi, i fiori e i frutti, così come le mucche,

tutto è completamente spirituale e personale. Gli alberi sono chiamati alberi

dei desideri. Sulla Terra gli alberi possono produrre fiori e frutti seguendo le

leggi dell’energia materiale, ma sui pianeti Vaikuntha gli alberi, la terra, gli

uomini e gli animali sono tutti spirituali; là non c’è differenza tra l’albero e

l’animale, o tra l’animale e l’uomo. In questo verso la parola murtimat indica

che tutto ha una forma spirituale. L’assenza di forma, come la concepiscono gli

impersonalisti, è dunque rifiutata in questo verso; sui pianeti Vaikuntha,

sebbene tutto sia spirituale, tutto ha una forma ben definita. Gli alberi e gli

uomini hanno una forma, e poiché tutti sono di natura spirituale, non esiste tra

loro alcuna differenza, benché prendano aspetti differenti.

17 Gli abitanti dei pianeti Vaikuntha volano nelle loro aeronavi insieme

con le loro compagne e con i loro canti glorificano eternamente le

qualità e le attività del Signore, che non hanno mai un carattere di

cattivo augurio. Cantando le glorie del Signore, non prestano

attenzione nemmeno ai madhavi in fiore, profumati e carichi di

nettare.

20 Gli abitanti di Vaikuntha viaggiano in aeronavi fatte di lapislazzuli,

smeraldi e oro, dove si affollano le loro compagne dai larghi fianchi e

dal bel viso sorridente. Ma la loro allegria e il loro fascino angelico non

li stimola alla passione.

24 [Brahma continuò:]

Miei cari esseri celesti, la forma umana è così importante che anche

noi desideriamo ottenerla, perché solo in questa forma umana si può

raggiungere la perfetta conoscenza e la più alta verità spirituale. Se

una persona che ha ottenuto questa nascita non arriva a comprendere

il Signore Supremo e il Suo regno, significa che subisce pesantemente

l’influenza dell’energia esterna.

25 Coloro che sperimentano trasformazioni fisiche sotto l’effetto

dell’estasi e che respirano pesantemente e si coprono di sudore

ascoltando le glorie del Signore, sono elevati al regno di Dio, anche se

trascurano la meditazione e le altre austerità. Il regno di Dio si trova al

di là di tutti gli universi materiali, ed è desiderato da Brahma e dagli

altri esseri celesti.

26 Così i grandi saggi Sanaka, Sanatana, Sanandana e Sanat-kumara

provarono una felicità senza precedenti nel raggiungere, grazie alle

loro pratiche yoga, il regno di Vaikuntha, nel mondo spirituale.

Scoprirono che il cielo là era illuminato da aeroplani

meravigliosamente ornati e guidati dai migliori devoti di Vaikuntha, e

poterono constatare che questo mondo era governato dal Signore

Supremo in persona.

29 In qualunque luogo andassero, i grandi saggi guidati da Sanaka

avevano libero accesso. Per loro, le nozioni di “nostro” e “loro” non

esistevano. Fu dunque con mente aperta e del tutto naturalmente che

si accinsero a passare per la settima porta, proprio come avevano già

attraversato le prime sei, che erano fatte d’oro e di diamanti.

30 I quattro saggi-bambini, che erano vestiti solo dell’aria circostante,

sembravano avere solo cinque anni, sebbene in realtà fossero i più

anziani di tutti gli esseri creati e avessero realizzato la loro vera

identità. Ma quando i guardiani li videro, impedirono loro il passaggio

con le loro mazze, mancando così di rispetto a questi personaggi

gloriosi che non meritavano un trattamento simile. Così, col loro

comportamento si resero sgraditi al Signore.

Commento al v. 30:

I quattro saggi erano i primi quattro figli di Brahma, perciò tutti gli altri esseri,

compreso Siva, erano nati dopo di loro, e sono dunque più giovani dei quattro

Kumara. Sebbene abbiano l’aspetto di bambini di soli cinque anni e vadano in

giro nudi, i Kumara sono più anziani di tutti gli esseri creati e hanno realizzato

la loro vera identità.

16:7 [Il Signore proseguì:]

Poiché Io sono il servitore dei Miei devoti, i Miei piedi di loto hanno un

così grande potere di purificazione che cancellano immediatamente

ogni colpa, e Io ho acquisito una tale disposizione d’animo verso la dea

della fortuna che Ella non Mi lascia mai, sebbene Io non provi alcun

attaccamento per Lei, che pure è celebrata per la Sua bellezza, e alla

quale sacri voti sono offerti al fine di ottenere da Lei anche un piccolo

favore.

Commento al v. 22:

Perciò il Movimento per la Coscienza di Krishna

proibisce tre attività peccaminose: il sesso illecito, l’uso di sostanze tossiche o

inebrianti e il consumo di cibi che non siano stati offerti a Krishna, cioè tutto

ciò che non è prasada. Queste tre proibizioni si fondano sui princìpi di

austerità, purezza e misericordia. I devoti sono misericordiosi perché

risparmiano la vita dei poveri animali e sono puri perché si astengono dagli

alimenti contaminati e dalle cattive abitudini. L’austerità è rappresentata dalla

continenza sessuale. Questi princìpi, che sono messi in evidenza nelle

preghiere dei quattro Kumara, devono essere seguiti da tutti i devoti impegnati

nella coscienza di Krishna.

Commento al v. 24:

La forza manifestata per volere di Krishna attraverso Arjuna, nella battaglia di Kuruksetra, era anch’essa necessaria, perché quando gli uomini diventano troppo empi la forza

s’impone. In questo caso, la non-violenza è cosa da mascalzoni.

Commento al v. 25:

Le Scritture insegnano che chiunque abbia una

fede ferma nel servizio al Signore, oppure si dedichi praticamente al servizio

d’amore assoluto, acquisisce tutte le qualità degli esseri celesti. Per questo

motivo un devoto non può mai trovarsi nell’errore. Può capitargli di sbagliare

per cause accidentali o circostanze particolari, ma non è mai nulla di grave.

In generale, nei nostri

rapporti con i devoti, non dovremmo cercare di trovare i loro errori. A questo

proposito la Bhagavad-gita conferma che il devoto che serve il Signore

Supremo con fede dev’essere sempre considerato un sadhu, una persona

santa, anche se gli capita di commettere un errore grossolano. A causa delle

Sue precedenti abitudini può capitare che commetta qualche errore, ma poiché

il devoto è impegnato al servizio del Signore, il suo errore non dev’essere

preso molto seriamente.

Commento al v. 26:

Buddha, per esempio,

era un avatara eppure predicò l’ateismo: “Dio non esiste’,, diceva. Ma il Suo

avvento faceva parte di un piano molto vasto, come spiega lo Srimad-

Bhagavatam.

Commento al v. 31:

Sui pianeti materiali esistono differenti tipi di attività colpevoli, e tra esse la

mancanza di rispetto verso un brahmana o un vaisnava è la più grave. Ma

questo verso spiega chiaramente che perfino questo grave peccato può essere

cancellato se si pensa a Visnu, sia pure in modo non favorevole, cioè animati

dalla collera. Così anche i non-devoti, se pensano sempre a Visnu, si liberano

da tutti i peccati. La coscienza di Krishna è la più alta forma di pensiero e

nell’età in cui viviamo si può pensare a Sri Visnu cantando il mantra

Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare

Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare

Emerge chiaramente da questo insegnamento del Bhagavatam che se

pensiamo a Krishna, anche come nemici, il fatto stesso di pensare a Lui

costituisce una qualità particolare che ci purifica da ogni peccato.

17:19 Grazie a una benedizione ricevuta da Brahma, Hiranyakasipu, il

primogenito, non temeva di essere ucciso da nessuno nei tre mondi.

Per aver ricevuto questa grazia era orgoglioso e pieno di sé, e tenne

sotto il suo controllo i tre sistemi planetari.

Commento:

Come sarà rivelato nei capitoli seguenti, Hiranyakasipu si era sottoposto a dure

austerità allo scopo di soddisfare Brahma, e aveva ottenuto da lui la

benedizione di essere immortale. In realtà, neanche Brahma può accordare

una tale benedizione, ma Hiranyakasipu ricevette indirettamente la grazia per

cui nessun essere nell’universo materiale avrebbe potuto ucciderlo. In altre

parole, poiché veniva in origine dal regno di Vaikuntha non doveva essere

ucciso da nessun essere che vivesse nell’universo materiale. Il Signore

desiderava apparire personalmente in questo mondo per ucciderlo. Alcuni sono

molto orgogliosi del loro alto livello di conoscenza materiale, ma nessuno è

immunizzato contro i quattro mali dell’esistenza materiale, cioè la nascita, la

malattia, la vecchiaia e la morte.

Commento al v. 20:

La mentalità demoniaca consiste nell’educare tutti i membri della famiglia allo

sfruttamento delle risorse dell’universo per la soddisfazione personale, mentre

la mentalità divina consiste nell’usare tutto al servizio del Signore.

19:37 O brahmana, chiunque ascolti, canti o gusti il meraviglioso racconto

dell’uccisione del demone Hiranyaksa per mano del Signore, apparso

nella Sua forma di Cinghiale originale per liberare il mondo, è subito

liberato dalle conseguenze di tutti i peccati, compreso l’assassinio di

un brahmana.

38 Questo racconto, sacro tra tutti, conferisce in proporzioni straordinarie

merito, ricchezza, gloria, longevità e permette di soddisfare ogni

desiderio. Sul campo di battaglia aumenta la potenza degli organi vitali

e degli organi d’azione. Chi lo ascolta all’ultimo momento della vita, o

Saunaka, raggiunge il regno supremo del Signore.

Commento al v. 20:2:

Come devoto,

Vidura ci mostra col suo esempio che un luogo dove Krishna non è onorato non

è un luogo di residenza adatto all’uomo. Il devoto dev’essere tollerante per

quello che riguarda i suoi interessi personali, ma non deve tollerare un

atteggiamento discutibile nei confronti del Signore o del Suo devoto.

5 Essi [Vidura e Maitreya] certamente parlarono dei numerosi racconti

che si riferiscono ai divertimenti del Signore. Ascoltare questi racconti

perfettamente puri è come bagnarsi nelle acque del Gange, perché

questo ascolto ha il potere di liberare dalle conseguenze di tutti i

peccati.

Commento a 21:4:

Devahuti è descritta come molto avanzata nella pratica dello yoga in

otto fasi. Queste fasi si susseguono in quest’ordine: 1) controllo dei sensi; 2)

osservanza rigorosa dei princìpi regolatori; 3) pratica delle differenti posizioni

sedute; 4) controllo della respirazione; 5) separazione dei sensi dai loro

oggetti; 6) concentrazione della mente; 7) meditazione; 8) realizzazione della

propria identità spirituale. Alla realizzazione spirituale segue lo sviluppo di altri

otto livelli di perfezione, chiamati yoga-siddhi.

30 Col cuore purificato per avere seguito correttamente le Mie istruzioni e

averMi offerto i frutti di tutte le tue attività, alla fine Mi raggiungerai.

31 Per la compassione che mostrerai verso tutti gli esseri, raggiungerai la

realizzazione spirituale. Assicurando una protezione totale a tutti gli

altri esseri, percepirai in Me il tuo stesso sé e insieme tutti gli universi,

e Mi vedrai in te.

22:34 Svayambhuva Manu era dunque un re santo. Benché fosse assorto nei

piaceri materiali, non era trascinato verso il livello più basso

dell’esistenza perché godeva sempre della felicità materiale in

un’atmosfera cosciente di Krishna.

35 Di conseguenza, benché la sua esistenza volgesse al termine, la sua

lunga vita — un’era di Manvantara — non era trascorsa invano, poiché

egli aveva sempre ascoltato, contemplato, scritto e cantato i

divertimenti del Signore.

36 Assorto nel pensiero di Vasudeva e dedicando a Lui tutte le sue azioni,

trascorse la sua vita, che dura settantuno cicli di quattro ere [71 x 4

320.000 anni]. Poté così trascendere le tre destinazioni.

23:56 Chiunque non sia guidato dalle sue azioni a volgersi verso la religione,

chiunque non sia portato dalle sue pratiche religiose rituali a scegliere

la rinuncia, o la cui rinuncia non sfoci nel servizio di devozione offerto

al Signore Supremo, dev’essere considerato morto anche se respira.

24:2 Il saggio disse:

Non essere rattristata, o principessa. Tu sei in realtà degna di lode e

l’infallibile Signore Sovrano entrerà ben presto nel tuo grembo per

diventare tuo figlio.

3 Tu ti sei sottomessa a voti sacri e Dio ti benedirà. D’ora in poi adora il

Signore con grande fede, controllando i sensi, osservando le pratiche

religiose, praticando l’austerità e offrendo in carità le tue ricchezze.

7 Al momento della Sua discesa sulla Terra, esseri celesti che avevano

preso la forma di nuvole di pioggia fecero risuonare nel cielo strumenti

musicali. I musicisti celesti, i Gandharva, cantavano le glorie del

Signore, mentre le danzatrici celesti, le Apsara, danzavano nella più

grande gioia.

8 Il giorno del Suo avvento gli esseri celesti che si spostano liberamente

nel cielo fecero piovere petali di fiori. Tutte le direzioni, tutte le acque

e le menti di tutti gli esseri furono appagate.

9 Brahma, il primo essere creato, andò con Marici e altri saggi al luogo

dove si trovava l’eremitaggio di Kardama, luogo circondato dal fiume

Sarasvati.

Commento al v. 9:

Brahma è chiamato Svayambhu perché non è nato da un padre e da una

madre materiali. Egli è il primo essere creato e nacque dal fiore di loto che

cresce dall’addome del Signore Supremo, Garbhodakasayi Visnu. Perciò è

chiamato Svayambhu, colui che è nato da sé.

10 Maitreya continuò:

O distruttore del nemico, Brahma, il non-nato, che è quasi

indipendente nell’acquisire la conoscenza, poté capire che nel grembo

di Devahuti era apparsa, nella Sua qualità di pura esistenza,

un’emanazione del Signore Supremo che si proponeva di spiegare la

conoscenza globale conosciuta come sankhya-yoga.

11 Dopo aver adorato il Signore con un cuore puro e pieno di gioia per le

attività che Egli, in quanto avatara, avrebbe svolto, Brahma si rivolse a

Kardama e a Devahuti.

12 Brahma disse:

Kardama, mio caro figlio, poiché tu hai accettato senza duplicità tutte

le mie istruzioni, mostrando loro il dovuto rispetto, mi hai venerato

come si conviene. Ti sei sottomesso a ogni mia istruzione e in questo

modo mi hai onorato.

13 Questo è il modo preciso in cui i figli devono obbedire al padre.

Bisogna infatti obbedire agli ordini del padre o del maestro spirituale

con tutti i dovuti riguardi, dicendo: “Sì, maestro.”

16 O Kardama, so che il Signore Supremo e originale è ora apparso come

avatara in virtù della Sua potenza interna. Egli appaga tutti i desideri

degli esseri viventi ed è ora visibile nella forma di Kapila Muni.

35 Il Signore Sovrano, Kapila, disse:

Tutto ciò che dico, direttamente o attraverso le Scritture, è autorevole

sotto tutti gli aspetti per gli abitanti di questo mondo. O muni, poiché

ti avevo promesso di diventare tuo figlio, sono venuto a confermare

questa verità.

36 Sono sceso in questo mondo col preciso scopo di esporre la filosofia

del sankhya, che è tenuta in grande considerazione, in vista della

realizzazione spirituale, da coloro che desiderano uscire dal labirinto

dei vani desideri materiali.

37 Questa via di realizzazione spirituale, difficile da comprendere, si è

perduta nel corso del tempo. Sappi che sono apparso nella forma di

Kapila per introdurre e spiegare di nuovo questa filosofia agli uomini.

38 Ora, con la mia approvazione, va’ secondo il tuo desiderio e abbandona

a Me tutte le tue attività. Trionfando sulla morte insormontabile,

adoraMi al fine di ottenere la vita eterna.

39 Nel tuo cuore, attraverso l’intelletto, tu vedrai sempre Me, l’Anima

Suprema che brilla di luce propria e risiede nel cuore di tutti gli esseri.

Raggiungerai così la vita eterna, libero dal lamento e dalla paura.

25:1 Sri Saunaka disse:

Sebbene non-nato, Dio, la Persona Suprema, nacque come Kapila Muni

in virtù della Sua potenza interna. Egli discese in questo mondo per

diffondere la conoscenza trascendentale a beneficio dell’umanità

intera.

7 Devahuti disse:

Sono stanca di essere tormentata dai sensi materiali, perché a causa di

questa febbre, mio Signore, sono sprofondata nell’abisso

dell’ignoranza.

13 Il Signore Supremo rispose:

Lo yoga che si riferisce al Signore e all’anima individuale, che mira al

bene ultimo dell’essere vivente e che comporta il distacco dalle gioie e

dai dolori del mondo materiale, è il metodo di yoga più elevato.

14 O madre, tu così virtuosa, ti spiegherò ora l’antichissima scienza dello

yoga, la stessa che un tempo rivelai ai grandi saggi. Questa via è utile

e pratica sotto ogni aspetto.

15 Quando la coscienza dell’essere è attratta dalle tre influenze della

natura materiale (virtù, passione, tenebre), l’essere è detto condizionato. Ma quando questa

stessa coscienza si attacca a Dio, la Persona Suprema, l’essere si situa

al livello liberato.

16 Quando l’essere è completamente liberato dalla lussuria e dall’avidità,

contaminazioni dovute alla falsa identificazione dell’“io” con il corpo e

del “mio” con le proprietà del corpo, la sua mente diventa pura. A

questo livello di purezza egli trascende certamente il livello della

cosiddetta felicità e sofferenza materiali.

17 L’anima può allora vedersi così com’è, trascendentale all’esistenza

materiale, eternamente risplendente della sua stessa luce e mai

frammentata, nonostante le sue dimensioni infinitesimali.

18 A questo stadio di realizzazione spirituale, con la pratica della

conoscenza e della rinuncia nel servizio di devozione, è possibile

vedere ogni cosa nella giusta prospettiva. Allora si diventa indifferenti

verso l’esistenza materiale e le influenze materiali cominciano ad

allentare la presa.

21 I sintomi di un sadhu (devoto) sono la tolleranza, la compassione e

l’atteggiamento amichevole verso tutti gli esseri. Il sadhu non ha

nemici, è sereno, si conforma alle Scritture, e tutte le sue

caratteristiche sono sublimi.

Commento al v. 21:

E il devoto del Signore è

misericordioso verso tutti — cani, gatti, alberi, e così via. Egli agisce in modo

tale che, alla fine, tutti possano ottenere la salvezza e liberarsi dal giogo della

materia. Sivananda Sena, uno dei discepoli di Sri Caitanya, permise a un cane

di ottenere la liberazione, agendo con lui su un livello spirituale. Esistono molti

esempi simili, in cui un cane ottenne la liberazione a contatto con un sadhu,

perché queste persone sante operano in vista di offrire il beneficio più grande a

tutti gli esseri. Ma sebbene il sadhu non sia nemico di nessuno, il mondo è così

ingrato che anche lui ha molti nemici.

22 Tale sadhu s’impegna fermamente nel servizio di devozione offerto al

Signore senza alcuna deviazione. In favore del Signore egli rinuncia a

ogni altra relazione, come i rapporti familiari e le amicizie materiali.

37 Essendo completamente assorto in Me, il devoto non desidera

nemmeno la più alta benedizione che si può raggiungere sui sistemi

planetari superiori, compreso Satyaloka. Egli non desidera nemmeno le

otto perfezioni materiali dell’astanga-yoga, né desidera essere elevato

al regno di Dio. Eppure, anche senza desiderarlo, il devoto ottiene tutte

queste benedizioni in questa vita stessa.

39, 40 Così, adorando Me, l’onnipresente Signore dell’universo, con un

servizio di devozione costante, il devoto rinuncia al desiderio di

raggiungere i pianeti celesti o di essere felice in questo mondo con le

ricchezze, i figli, il bestiame, la casa o con qualsiasi altro oggetto

relativo al corpo. Questo devoto, Io lo porto al di là della nascita e

della morte.

44 Perciò le persone che fissano la mente sul Signore s’impegnano nella

pratica intensiva del servizio di devozione. Questo è l’unico modo per

raggiungere la perfezione finale della vita.

26:2 La conoscenza è la perfezione suprema della realizzazione spirituale.

Ti spiegherò ora questa conoscenza, che permette di tagliare i nodi

dell’attaccamento al mondo materiale.

11 L’insieme degli elementi materiali, cioè i cinque elementi grossolani, i

cinque elementi sottili, i quattro sensi interni, i cinque sensi che

permettono l’acquisizione della conoscenza e i cinque organi d’azione,

sono conosciuti col nome di pradhana.

12 I cinque elementi grossolani sono la terra, l’acqua, il fuoco, l’aria e

l’etere. I cinque elementi sottili sono invece l’odore, il sapore, il colore,

l’oggetto del tatto e il suono.

13 I sensi che permettono l’acquisizione della conoscenza e gli organi

d’azione formano un totale di dieci elementi. Essi sono l’udito, il tatto,

il gusto, la vista e l’odorato, inoltre l’organo della parola, le membra

che permettono di agire, quelle che servono per spostarsi, e infine gli

organi di riproduzione e di evacuazione.

14 I sensi interni, sottili, si manifestano in quattro aspetti, sotto forma di

mente, di intelligenza, di falso ego e di coscienza contaminata. Si

possono distinguere soltanto per le loro rispettive funzioni, che

presentano caratteristiche differenti.

15 Tutti questi elementi costituiscono il Brahman detto saguna, ossia

dotato di attributi. L’elemento che li fa combinare tra loro, cioè il

tempo, è considerato il venticinquesimo elemento.

18 Mediante la manifestazione delle Sue potenze, il Signore Supremo

regola tutti questi differenti elementi, rimanendo all’interno di tutto

ciò che esiste come Anima Suprema, e all’esterno nella forma del

tempo.

Commento al v. 18:

Poiché l’essere individuale fa parte integrante di Dio, la Persona Suprema, il

Signore è molto affezionato all’essere individuale. Purtroppo, quando l’essere

individuale è confuso o illuso dall’energia esterna, dimentica la sua relazione

eterna col Signore, ma appena riprende coscienza della sua natura originale,

diventa liberato

Commento al v. 52:

E’ precisato inoltre che questa descrizione riguarda un solo universo a forma di

uovo. Esistono innumerevoli universi oltre al nostro e alcuni sono

infinitamente più grandi. L’universo che abitiamo è il più piccolo e per questa

ragione il maestro di questo universo, Brahma, ha solo quattro teste per

amministrarlo. In altri universi, che hanno dimensioni molto maggiori, Brahma

possiede un numero maggiore di teste. Il Caitanya-caritamrta riferisce che un

giorno tutti questi Brahma furono chiamati da Krishna su richiesta del nostro

Brahma, il quale rimase stupefatto alla vista degli altri Brahma, tutti più grandi

di lui. Questa è la potenza inconcepibile del Signore. Nessuno può misurare la

grandezza di Dio con la speculazione intellettuale o commettendo l’errore

grossolano di identificarsi con Lui. Simili tentativi sono pura follia.

27:1 Kapila, il Signore Supremo, proseguì:

Quando l’anima individuale non è più toccata dalle influenze della

natura materiale, poiché ha realizzato la sua posizione immutabile e

non pretende di possedere nulla, rimane separata da queste influenze,

sebbene viva in un corpo materiale, proprio come il sole resta

distaccato dal suo riflesso sull’acqua.

2 L’anima che subisce il giogo della natura materiale e del falso ego,

identificandosi col corpo, diventa assorta in attività materiali e sotto

l’influenza del falso ego crede di possedere tutto ciò che la circonda.

3 Così, l’anima condizionata trasmigra in differenti specie, superiori e

inferiori, a causa del suo contatto con le influenze della natura

materiale. A meno che non si liberi dalle sue occupazioni materiali,

deve accettare questa posizione a causa dei suoi atti colpevoli.

4 Sebbene l’essere vivente trascenda l’esistenza materiale, la sua

esistenza in questo mondo continua senza fine, a causa della sua

tendenza a dominare la natura materiale. Come in un sogno, l’essere

subisce ogni sorta di disagi.

5 Ogni anima condizionata ha il dovere di orientare la sua coscienza

impura, ora attaccata al piacere materiale, verso il servizio di

devozione, applicandosi con molta serietà e distacco. Allora la mente e

la coscienza saranno perfettamente controllate.

7 Chi agisce nel servizio di devozione deve vedere tutti gli esseri con

occhio uguale, senza nutrire inimicizia per nessuno ma anche senza

stringere relazioni intime. Bisogna inoltre osservare il celibato, essere

sobri, compiere i propri doveri eterni e offrirne i frutti a Dio, la Persona

Suprema.

8 Per il mantenimento, il devoto dovrebbe essere soddisfatto di ciò che

guadagna senza grande difficoltà. Non dovrebbe mangiare più del

necessario, dovrebbe vivere in un luogo solitario ed essere sempre

riflessivo, sereno, amichevole, compassionevole e cosciente del suo

vero sé.

Commento al v. 13:

Quando noi affermiamo di abbandonare il nostro ego significa che rinunciamo al falso ego,

ma il vero ego resta sempre presente.

14 Sebbene il devoto possa sembrare totalmente immerso nei cinque

elementi materiali, negli oggetti di piacere, nei sensi, nella mente e

nell’intelligenza materiali, dev’essere considerato sveglio e libero dal

falso ego.

18 Come la terra non può esistere separatamente dal suo profumo, o

l’acqua non può esistere separatamente dal suo gusto, così la

coscienza non può avere un’esistenza separata dall’intelligenza.

24 Abbandonando il suo desiderio di dominare la natura materiale, per

aver preso coscienza della natura colpevole di questo desiderio,

l’essere vivente diventa indipendente e si erge nella sua propria gloria.

26 L’influenza della natura materiale non può nuocere a una persona

illuminata, anche se questa è impegnata in attività materiali, perché

essa conosce la verità che riguarda l’Assoluto e ha la mente fissa su

Dio, la Persona Suprema.

28, 29 Il Mio devoto raggiunge la realizzazione spirituale per la Mia

misericordia infinita e senza causa e una volta libero da ogni dubbio,

progredisce fermamente verso la sua destinazione, che si trova

direttamente sotto la protezione della Mia energia spirituale, di pura

felicità. Questa è la perfezione suprema, cui ogni essere deve tendere.

Dopo aver lasciato il corpo materiale, il bhakti-yogi raggiunge dunque

questa dimora trascendentale e non torna mai più in questo mondo.

30 Quando l’attenzione del perfetto yogi non è più attratta dalle

meraviglie che i poteri soprannaturali permettono di compiere,

semplici manifestazioni dell’energia esterna, il suo progresso verso di

Me non conosce limiti, tanto che la morte non ha più presa su di lui.

29:8 Il servizio di devozione compiuto da una persona invidiosa, orgogliosa,

violenta, collerica e separatista, si situa sotto l’influenza dell’ignoranza.

9 La devozione del separatista che adora le murti nel tempio, animato

dal desiderio di godimento materiale, di fama e di opulenza, è sotto

l’influenza della passione.

10 La devozione di un devoto che adora il Signore Supremo e Gli offre i

frutti delle sue azioni, in modo da liberarsi dalla contaminazione legata

all’azione interessata, è sotto l’influenza della virtù.

11, 12 Il servizio devozionale puro e senza mescolanze si manifesta quando

la mente del devoto è istantaneamente attratta dall’ascolto del nome e

delle qualità trascendentali del Signore, che risiede nel cuore di ogni

essere. Come l’acqua del Gange fluisce naturalmente verso l’oceano,

l’estasi devozionale, non ostacolata da alcuna condizione materiale,

fluisce liberamente verso il Signore Supremo.

18 Il devoto deve sempre cercare di ascoltare attentamente i discorsi di

carattere spirituale e impiegare il suo tempo nel canto dei santi nomi

del Signore. Deve sempre comportarsi in modo franco e diretto, essere

semplice e, pur non invidiando nessuno e mostrandosi amico verso

tutti, evitare la compagnia di chi non è avanzato sul piano spirituale.

20 Come il carro dell’aria trasporta un aroma dalla sua fonte, catturando

subito il senso dell’odorato, così chi s’impegna con costanza nel

servizio di devozione, nella coscienza di Krishna, può catturare l’Anima

Suprema che è ugualmente presente in ogni luogo.

22 Chi adora la murti, la forma di Dio installata nel tempio, ma non sa che

il Signore Supremo è presente anche nel cuore di ogni essere come

Paramatma (anima suprema), è situato nell’ignoranza e può essere paragonato a una

persona che offre oblazioni nella cenere.

25 Compiendo i suoi doveri, l’uomo deve adorare la murti, la forma arca

del Signore Supremo, finché non realizzerà la Mia presenza nel suo

cuore e in quello di tutti gli esseri.

26 Nella forma del fuoco ardente della morte, Io suscito un’invincibile

paura su chiunque stabilisca una distinzione, anche minima, tra sé e gli

altri esseri a causa della differenze esteriori.

27 Perciò, con doni caritatevoli e un’attitudine benevola, comportandosi

in modo amichevole e guardando tutti gli esseri con occhio eguale,

l’uomo deve attirare su di sé i Miei favori, Io che vivo in ogni essere

come la loro stessa Anima.

31 Tra gli esseri umani sono superiori coloro che basano l’organizzazione

sociale sulle qualità e le attività di ognuno, e nell’ambito di questa

società i più evoluti sono gli uomini d’intelligenza, che sono chiamati

brahmana. I migliori tra i brahmana sono coloro che hanno studiato i

Veda, e tra questi ultimi colui che conosce il vero fine dei Veda è il più

elevato.

32 Tuttavia, al di sopra del brahmana che conosce il fine dei Veda sta

colui che può dissipare tutti i dubbi, e superiore ancora è colui che

aderisce rigidamente ai princìpi brahminici. Ancora più in alto è

l’anima liberata da ogni contaminazione materiale, ma il puro devoto

che compie il servizio di devozione senza attendersi nessuna

ricompensa è il migliore di tutti.

33 Perciò non esiste persona più grande di colui che non ha altro

interesse che il Mio e Mi offre tutto – le sue attività e la sua stessa vita – senza interruzione.

36 Il purusa che l’anima individuale deve avvicinare è la forma eterna di

Dio, la Persona Suprema, conosciuto anche come Brahman e

Paramatma. Egli è l’Essere Spirituale Supremo e tutte le Sue attività

sono spirituali.

38 Il Signore Supremo, Sri Visnu, che è il beneficiario di tutti i sacrifici, è

l’elemento tempo ed è il maestro tra i maestri. Situato nel cuore di

ognuno, mantiene tutti gli esseri e fa in modo che l’uno distrugga

l’altro.

30:2 Tutto ciò che il materialista produce a costo di tanti tormenti e sforzi,

nella prospettiva di una cosiddetta felicità, il Signore Supremo, nella

forma del tempo, lo distrugge, e l’anima condizionata si affligge per

questo.

3 Il materialista fuorviato non sa che il suo corpo è temporaneo e che

l’attrazione per la casa, la terra e la ricchezza, che sono in relazione

col corpo, è anch’essa temporanea. Soltanto l’ignoranza lo induce a

credere che tutto sia duraturo.

5 L’essere condizionato è contento della sua sorte, a qualunque specie

appartenga. Sviato dall’influenza dell’energia illusoria che copre la sua

capacità di vedere, non è incline ad abbandonare il suo corpo, anche se

vive all’inferno, perché si compiace dei piaceri più bassi.

6 Questa soddisfazione per la propria condizione di esistenza deriva da

un attaccamento profondamente radicato per il corpo, per la moglie, la

casa, i figli, gli animali, la ricchezza e gli amici. Così attorniata, l’anima

condizionata pensa di essere quasi perfetta.

9 Attaccato alla sua casa, l’uomo sposato conduce una vita di famiglia,

dove regnano intrighi e diplomazia. Diffondendo invariabilmente

intorno a sé l’infelicità e sottomesso ai propri desideri di godimento

materiale, egli cerca con le sue azioni di rimediare alle sofferenze

suscitate dal suo modo di vivere; e se vi riesce, si crede felice.

10 Egli accumula denaro commettendo atti di violenza e impiega questo

denaro al servizio della sua famiglia, mentre lui si nutre soltanto di una

piccola porzione di cibo così acquistato e se ne va all’inferno per coloro

che ha mantenuto con sistemi tanto irregolari.

29 Sri Kapila continuò:

Mia cara madre, si dice talvolta che l’uomo conosce il cielo o l’inferno

su questo stesso pianeta, perché anche qui sono visibili castighi

infernali.

30 Dopo aver lasciato il corpo, l’uomo che ha provveduto alle sue

necessità e a quelle della sua famiglia con attività colpevoli deve

sopportare una vita infernale, e con lui i suoi parenti.

34 Dopo aver sperimentato tutte le condizioni di sofferenza infernali e

dopo aver conosciuto, secondo l’ordine naturale, le forme più basse di

vita animale, l’essere che si è così purgato dalle sue colpe rinasce di

nuovo in una forma umana su questa Terra.

32:6 Colui che compie i suoi doveri con distacco, senza alcun senso di

possesso e libero dal falso ego, ritrova, grazie alla completa

purificazione della coscienza, la propria condizione originale, naturale

ed eterna, e dedicandosi così ad attività apparentemente materiali,

può facilmente entrare nel regno di Dio.

12-15 Mia cara madre, si può adorare Dio, la Persona Suprema, animati da un

particolare interesse personale, ma bisogna sapere che anche gli

esseri celesti — come Brahma —, i nobili saggi — come Sanat-kumara — e

i grandi muni — come Marici — devono tornare in questo mondo al

momento della creazione. Quando ha inizio l’interazione delle tre

influenze della natura materiale, Brahma, che è il creatore della

manifestazione materiale ed è in pieno possesso della conoscenza

vedica, e i grandi saggi, iniziatori della via spirituale e della pratica

dello yoga, tornano in questo mondo sotto l’influenza del tempo. Con

le loro attività disinteressate ottengono la liberazione e raggiungono la

prima manifestazione del purusa; ma al tempo della creazione tornano

quaggiù esattamente nella stessa forma e posizione che avevano

precedentemente.

33:3 Caro Signore, poiché non devi dedicarTi personalmente ad alcuna

azione, Tu hai ripartito le Tue energie nelle interazioni delle influenze

della natura materiale e in seguito a ciò si operano la creazione, il

mantenimento e la dissoluzione della manifestazione cosmica. Caro

Signore, Tu trovi in Te stesso la Tua determinazione e rappresenti il

Signore di tutti gli esseri. Per loro hai creato questo universo

materiale e benché Tu sia Uno, agisci in molteplici modi attraverso le

Tue differenti energie. Tutto ciò è inconcepibile per noi.

CANTO 4

1:30 Le tre divinità risposero ad Atri Muni:

Caro brahmana, tu sei perfetto nella tua determinazione e per questa

ragione accadrà ciò che tu hai deciso, né potrà essere altrimenti. Noi

siamo tutti la stessa persona sulla quale tu hai meditato, perciò siamo

tutti qui davanti a te.

4:10 I seguaci di Siva, i fantasmi, erano pronti ad attaccare o uccidere

Daksa, ma Sati ordinò loro di fermarsi. Era molto arrabbiata e

dispiaciuta, e in questo stato d’animo cominciò a maledire la via dei

sacrifici legati alle attività interessate e insieme le persone che sono

orgogliose del compimento di questi sacrifici inutili e penosi. In special

modo condannò suo padre, parlando contro di lui in presenza di tutti.

13 Non deve stupire il fatto che le persone che hanno accettato il corpo

materiale temporaneo come il vero sé s’impegnino sempre nel deridere

le grandi anime. Questa invidia dimostrata dai materialisti è un bene

perché contribuisce alla loro caduta. La polvere dei piedi delle grandi

personalità fa decrescere il loro prestigio.

20 Le direttive contenute nei Veda si riferiscono a due categorie di

attività, quelle destinate a coloro che sono attratti dal godimento

materiale e quelle destinate a coloro che sono distaccati dalla materia.

A questi due tipi di attività corrispondono due tipi di persone, che

manifestano caratteristiche differenti. E’ contraddittorio cercare di

vedere entrambi questi tipi di attività nella stessa persona. Entrambi i

tipi di attività, tuttavia, possono essere trascurati dalla persona che è

situata al livello della trascendenza.

6:47 Le persone che osservano ogni cosa facendo distinzioni, che sono

attratte soltanto dalle attività interessate, che sono di mente

mediocre, che si rattristano sempre nel vedere la prosperità altrui e

cercano di nuocere agli altri, pronunciando parole dure e pungenti,

sono già stati uccisi dalla provvidenza, perciò non è necessario che un

personaggio nobile come te le uccida personalmente.

48 O Signore, se accade che un materialista, già confuso dall’invincibile

energia illusoria del Signore supremo, commetta un’offesa, una

persona santa, piena di compassione, non attribuirà molta importanza

a questo fatto. Sapendo che le persone di questo genere commettono

offese, poiché sono dominate dall’energia illusoria, il santo non esibisce

la sua potenza al fine di punirle.

49 O Signore, tu non sei mai confuso dalla potente influenza dell’energia

illusoria di Dio, la Persona suprema; perciò sei onnisciente e dovresti

essere misericordioso e compassionevole verso coloro che sono

confusi a causa di questa stessa energia illusoria e si attaccano

fortemente alle attività interessate.

7:2 Siva disse:

Mio caro padre, Brahma, le offese degli esseri celesti non mi

disturbano, e poiché essi sono infantili e poco intelligenti non prendo

in seria considerazione le loro offese; li ho puniti soltanto per

correggerli.

Commento al v. 9:

Daksa era stato ucciso, e la

sua testa era stata staccata e ridotta in cenere. Il suo corpo era ormai

cadavere, ma per la grazia del Signore Siva, Daksa riprese coscienza non

appena al suo corpo fu unita la testa di una capra. Questo indica che anche la

coscienza è individuale. In realtà, ottenendo la testa di una capra, Daksa prese

un altro corpo, ma poiché la coscienza è individuale, mantenne la medesima

coscienza, sebbene la condizione del suo corpo fosse mutata. La costituzione

del corpo non ha dunque niente a che fare con lo sviluppo della coscienza. La

coscienza viene trasportata dall’anima al momento della sua trasmigrazione.

15 Io non conoscevo tutta la tua gloria. Per questa ragione nell’assemblea

ti ho lanciato parole pungenti come frecce, per quanto tu non le

prendessi in considerazione. A causa della mia disobbedienza verso di

te, che sei la persona più rispettabile, stavo scivolando verso l’inferno,

ma tu hai avuto compassione di me e mi hai salvato infliggendomi la

punizione. Ti prego, sii soddisfatto della tua stessa misericordia,

perché non è in mio potere soddisfarti con le mie parole.

26 Daksa si rivolse a Dio, la Persona suprema:

Mio caro Signore, Tu sei al di là di tutti i concetti speculativi. sei

completamente spirituale, libero da ogni paura e tieni sempre sotto il

Tuo controllo l’energia materiale. Anche se appari in questa energia

materiale, mantieni la Tua posizione trascendentale e non sei mai

toccato dalla contaminazione materiale, perché sei assolutamente

sufficiente in Te stesso.

Commento al v. 27:

Nella Bhagavad-gita (2.42) Krishna biasima coloro che si limitano allo studio dei

Veda con queste parole:

Gli uomini di scarsa conoscenza sono molto attratti dalle parole fiorite dei

Veda; essi affermano che non c’è nulla al di là di esse.”

29 Siva disse:

Mio caro Signore, la mia mente e la mia coscienza sono sempre fisse

sui Tuoi piedi di loto, i quali, essendo la fonte di ogni benedizione e la

soddisfazione di ogni desiderio, sono adorati da tutti i grandi saggi

liberati, perché i Tuoi piedi di loto sono degni di adorazione. Con la

mente fissa sui Tuoi piedi di loto, non sono più disturbato dalle

persone che mi calunniano, affermando che le mie attività non sono

pure. Non mi preoccupo delle loro accuse e li perdono per

compassione, proprio come Tu manifesti la Tua compassione verso

tutti gli esseri viventi.

43 I Gandharva dissero:

Caro Signore, tutti gli esseri celesti, perfino Siva, Brahma, Indra,

Marici e anche i grandi saggi sono soltanto frammenti differenziati

del Tuo corpo. Tu sei il supremo, immenso e onnipotente; tutta la

creazione non è che un giocattolo per Te. Noi accettiamo sempre Te

come Dio, la Persona suprema, e a Te offriamo i nostri rispettosi

omaggi.

Commento al v. 43:

Nella Brahma-samhita è detto che Krishna è Dio, la Persona suprema. Possono

esistere molti dèi, come Brahma, Siva, Indra e Candra, o anche come i

governanti dei sistemi planetari inferiori, presidenti, ministri e re. Infatti,

chiunque può pensare di essere Dio. Questa è la falsa e orgogliosa convinzione,

propria della vita materiale. In realtà, Visnu è il Signore supremo, ma esiste

qualcun altro che è perfino superiore a Visnu, perché Visnu è un’emanazione

plenaria di una parte di Krishna.

50 Sri Visnu rispose:

Brahma, Siva e Io stesso siamo la causa suprema della manifestazione

materiale. Io sono l’Anima suprema, il testimone sufficiente in sé,

anche se da un punto di vista impersonale non esiste differenza tra

Brahma, Siva e Me stesso.

Commento al v. 50:

Brahma nacque dal corpo trascendentale di Sri Visnu, e Siva nacque dal corpo

di Brahma. Perciò Sri Visnu è la causa suprema.

51 [Il Signore continuò:]

Mio caro Daksa Dvija, Io sono Dio, la Persona suprema e originale, ma

al fine di creare, mantenere e distruggere questa manifestazione

cosmica, agisco attraverso la Mia energia materiale, e in relazione ai

differenti gradi di attività, coloro che Mi rappresentano assumono nomi

diversi.

11:13 Il Signore è molto soddisfatto del suo devoto che tratta gli altri con

tolleranza, misericordia, amicizia ed equanimità.

12:5 Mio caro Dhruva, avvicinati. Possa il Signore benedirti concedendoti

sempre la buona fortuna. Dio, la Persona suprema, che è al di là della

percezione dei nostri sensi, è l’Anima suprema di tutti gli esseri

viventi, perciò tutti gli esseri, senza distinzione, costituiscono un’unità.

Comincia dunque a rendere servizio alla forma trascendentale del

Signore, che è il rifugio supremo di tutti gli esseri viventi.

26 Caro re Dhruva, né i tuoi antenati, né qualcun altro prima di te avevano

mai raggiunto questo pianeta trascendentale. Il pianeta conosciuto

come Visnuloka, dove Sri Visnu personalmente risiede, è il più alto di

tutti i pianeti. Esso è degno dell’adorazione degli abitanti di tutti i

pianeti dell’universo. Ti preghiamo di venire con noi per vivere là

eternamente.

27 O immortale, questo eccezionale aeroplano è stato inviato da Dio, la

Persona suprema, che è adorato da preghiere scelte, ed è il capo di

tutti gli esseri viventi. Tu sei certamente degno di salire su tale

aeroplano.

30 Mentre si accingeva a salire sull’aeroplano trascendentale, Dhruva

Maharaja vide la morte personificata che si avvicinava a lui. Senza

curarsi di lei, tuttavia, egli approfittò dell’opportunità per porre il piede

sulla testa della morte e salì sull’aeroplano, che era grande come un

palazzo.

34 Mentre Dhruva Maharaja viaggiava attraverso lo spazio, gradualmente

vide tutti i pianeti del sistema solare e sulla strada vide anche gli

esseri celesti, che dai loro aeroplani gettavano su di lui una pioggia di

fiori.

36 I pianeti Vaikuntha, dotati di luce propria, sono la fonte di luce per i

pianeti luminosi di questo mondo materiale, che la riflettono; essi non

possono essere raggiunti da coloro che non sono misericordiosi verso

gli altri esseri. Solo le persone che s’impegnano costantemente in

attività benefiche per gli altri esseri viventi possono raggiungere i

pianeti Vaikuntha.

37 Le persone serene, equilibrate, pulite e pure, che conoscono l’arte di

soddisfare gli altri esseri viventi, fanno amicizia solo con i devoti del

Signore; soltanto loro possono facilmente ottenere il livello di

perfezione che permette di tornare a Dio, nella loro dimora originale.

16:3 Caro re, poiché tu sei una manifestazione diretta di Dio, la Persona

suprema, tutte le tue attività sono generose e degne di ogni lode.

4 Questo re, Maharaja Prthu, è il migliore tra coloro che seguono i

principi religiosi, perciò impegnerà ognuno a praticare questi principi,

ai quali assicurerà ogni protezione. Egli sarà anche famoso per

castigare gli empi e gli atei.

7 Il re Prthu sarà estremamente buono con tutti i cittadini. Anche se un

disgraziato potrà metterlo sotto i piedi violando le leggi prescritte,

egli, con la sua misericordia incondizionata, dimenticherà e perdonerà.

In qualità di protettore del mondo, sarà tollerante come la Terra

stessa.

10 [I cantori continuarono:]

Nessuno potrà capire la politica che il re seguirà. Anche le sue attività

saranno molto confidenziali e nessuno potrà capire come ogni sua

attività potrà risolversi in un successo. Il suo tesoro rimarrà sempre

segreto a tutti. Egli sarà il ricettacolo di innumerevoli buone qualità e

glorie, e la sua posizione sarà mantenuta e coperta, così come Varuna,

il dio dei mari, è coperto dalle acque.

12 Il re Prthu potrà vedere le attività interne ed esterne di ognuno dei

suoi sudditi, eppure nessuno potrà scoprire il suo sistema di

spionaggio, ed egli stesso rimarrà neutrale per quanto riguarda la

glorificazione o il vilipendio diretti a lui. Egli sarà come l’aria, la forza

vitale nel corpo, che si manifesta internamente ed esternamente, ma è

sempre neutrale riguardo a ogni avvenimento.

15 Questo re soddisferà tutti con le sue attività pratiche, e tutti i cittadini

saranno molto felici. Per questa ragione essi saranno molto soddisfatti

di accettarlo come loro re.

16 Il re sarà sempre fermamente determinato e situato nella verità. sarà

un amante della cultura brahminica, offrirà il suo servizio agli anziani e

darà rifugio a tutte le anime sottomesse. Offrendo il suo rispetto a

tutti, sarà sempre misericordioso verso i poveri e gli innocenti.

17:10, 11 Caro re, come un fuoco che brucia nel cavo di un tronco gradualmente

lo secca, così noi siamo inariditi dal fuoco della fame nel nostro

stomaco. Tu sei il protettore delle anime sottomesse e sei stato

designato al fine di assicurarci la nostra occupazione. Perciò siamo

tutti venuti da te per ricevere la tua protezione. Tu non sei soltanto un

re, ma anche la manifestazione di Dio; anzi, sei il re di tutti i re. Poiché

sei il responsabile dei nostri mezzi di sostentamento, puoi assegnarci

ogni tipo di attività lavorativa. Perciò, o re dei re, ti preghiamo di

provvedere a soddisfare la nostra fame con una distribuzione di

cereali. Prenditi cura di noi, altrimenti moriremo per mancanza di cibo.

20 Anche se una donna commette qualche attività peccaminosa, nessuno

dovrebbe alzare la mano su di lei. Che dire di te, caro re, che sei così

misericordioso. Tu sei un protettore e sei affezionato ai poveri.

26 Ogni persona crudele — che sia un uomo, una donna, o un eunuco

impotente — interessata solo al proprio mantenimento personale e

incapace di sentire compassione per gli altri esseri viventi, può essere

uccisa dal re. Questa uccisione non è considerata un vero e proprio

omicidio.

19:34 Mio caro re, non essere agitato e ansioso per il fatto che i tuoi sacrifici

non sono stati eseguiti correttamente, a causa di impedimenti voluti

dalla provvidenza. Ti prego di accogliere le mie parole con grande

rispetto. Dobbiamo sempre ricordare che di fronte ad avvenimenti

dovuti a un progetto della provvidenza non dobbiamo essere

dispiaciuti. Più facciamo opposizione a queste difficoltà, più

c’immergiamo nelle tenebre del pensiero materialista.

20:3 O re, una persona che ha un’intelligenza elevata ed è ansiosa di

compiere attività benefiche verso il prossimo, è considerata la migliore

tra gli esseri umani. Un essere umano elevato non è mai malevolo

verso gli altri; coloro che possiedono un’intelligenza elevata sono

sempre consapevoli che questo corpo materiale è differente

dall’anima.

7 L’anima individuale è una, pura, non materiale e splende di luce

propria. E’ il ricettacolo di ogni buona qualità, è onnipervadente, libera

da ogni copertura materiale e testimone di tutte le attività. E’

completamente distinta dagli altri esseri viventi e trascende tutte le

anime incarnate.

9 [Dio, la Persona suprema, Sri Visnu, continuò:]

Mio caro re Prthu, quando una persona compie il suo dovere

nell’ambito delle sue attività e s’impegna nel Mio servizio d’amore,

senza motivazioni di guadagno materiale, gradualmente raggiunge la

perfetta soddisfazione interiore.

Commento al v. 16:

Queste qualità del devoto, che sono ventisei, sono le seguenti: 1)

è gentile con tutti, 2) non litiga con nessuno, 3) è fisso nella Verità Assoluta, 4)

è equanime verso tutti, 5) non commette errori, 6) è caritatevole, 7) è dolce,

8) è pulito, 9) è semplice, 10) è benevolo, 11) è pacifico, 12) è completamente

attaccato a Krishna, 13) è privo di desideri materiali, 14) è mite, 15) è fisso,

16) è controllato, 17) non mangia più del necessario, 18) è ragionevole, 19) è

rispettoso, 20) è umile, 21) è grave, 22) è compassionevole, 23) è amichevole,

24) è poetico, 25) è esperto, 26) è silenzioso.

31 Mio caro Signore, a causa della Tua energia illusoria, tutti gli esseri

viventi in questo mondo materiale hanno dimenticato la loro vera

posizione costituzionale, e per ignoranza desiderano sempre la felicità

materiale nella forma di rapporti sociali, di amicizia e di amore. Ti

prego, dunque, non chiedermi di prendere da Te qualche beneficio

materiale, ma come un padre provvede al bene del figlio senza

aspettare la sua richiesta, concedimi, ti prego, ciò che pensi sia meglio

per me.

33 Caro re, protettore dei cittadini, d’ora in poi sii molto attento

nell’eseguire i Miei ordini e non farti sviare da nessuno. Chiunque viva

in questo modo, eseguendo fedelmente i Miei ordini, troverà sempre e

ovunque la buona fortuna.

21:12 Maharaja Prthu era un re senza rivali e possedeva lo scettro per

governare tutte le sette isole sulla superficie del globo. Nessuno

poteva disobbedire ai suoi ordini irrevocabili, ad eccezione delle

persone sante, dei brahmana e dei discendenti di Dio, la Persona

suprema [i vaisnava].

Commento al v. 12:

Sapta-dvipa si riferisce alle sette grandi isole o continenti sulla superficie del

globo: Asia, Europa, Africa, Nord America, sud America, Australia e Oceania.

Oggi la gente ha l’impressione che durante il periodo vedico o nella preistoria

l’America e molte altre parti del mondo non fossero state scoperte, ma questo

non è vero. Prthu Maharaja governò il mondo molte migliaia di anni prima della

cosiddetta era preistorica e questo verso afferma chiaramente che a quel

tempo non solo tutte le parti del mondo erano conosciute, ma erano tutte

governate da un solo re, Maharaja Prthu. Il paese in cui Prthu Maharaja abitava

doveva essere l’India, perché l’undicesimo verso di questo capitolo dice che

egli viveva nel tratto di terra tra i fiumi Gange e Yamuna. Questo tratto di

terra, che è chiamato Brahmavarta, è conosciuto oggi come l’India del nord e

come una parte del Punjab. E’ chiaro che i re dell’India governavano un tempo

tutto il mondo e che la loro cultura era quella vedica.

37 I brahmana e i vaisnava sono personalmente glorificati per il loro

caratteristico potere di tolleranza, di penitenza, di conoscenza e di

educazione. Grazie a tutte queste doti spirituali, i vaisnava sono più

potenti di un sovrano; si consiglia quindi ai componenti dell’ordine

reale di non manifestare la loro superiorità materiale davanti a queste

due categorie di persone, e di evitare di offenderli.

Commento al v. 37:

Sri Caitanya Mahaprabhu ci ha lasciato una semplice definizione di vaisnava:

una persona che ci fa ricordare immediatamente Dio, la Persona suprema,

Krishna.

Quando una persona capisce la sua pura identità, brahma janati immediatamente diventa

un brahmana; a questo livello la comprensione della Verità Assoluta si basa

soprattutto sull’aspetto impersonale. Quando invece un brahmana si eleva al

livello della comprensione personale del Signore supremo, allora diventa un

vaisnava; un vaisnava è superiore anche a un brahmana.

Le qualità del brahmana sono enumerate nella Bhagavad-gita; esse sono la veridicità,

l’equanimità della mente, il controllo dei sensi, la capacità di tollerare, la

semplicità, la conoscenza della Verità Assoluta, la ferma fede nelle scritture, e

l’applicazione pratica delle qualità brahminiche nella vita. Una persona che

oltre a possedere queste qualità s’impegna pienamente nel servizio d’amore

trascendentale al Signore diventa un vaisnava.

46 Tutti dichiararono che era stata accertata la conclusione vedica

secondo la quale i pianeti superiori possono essere raggiunti grazie

alle azioni di un putra, un figlio; infatti il peccatore più grande, Vena,

che era stato ucciso dalla maledizione dei brahmana, era stato ora

liberato dalla più oscura regione della vita infernale grazie a suo figlio,

Maharaja Prthu.

47 Similmente, Hiranyakasipu, che a causa delle sue attività colpevoli

aveva sempre sfidato la supremazia di Dio, la Persona suprema, era

entrato nelle più oscure tenebre della vita infernale; ma per la grazia

del suo nobile figlio, Prahlada Maharaja, fu anch’egli liberato e tornò a

Dio, nella dimora originale.

Commento al v. 47:

L’interesse principale di un vaisnava è quello di liberare le anime cadute.

22:19 In un’assemblea di devoti, i dibattiti, le domande e le risposte sono

conclusivi sia per colui che parla sia per coloro che ascoltano. Un

simile incontro contribuisce alla reale felicità di ognuno.

32 L’ostacolo più grande al nostro vero interesse è pensare che altri

argomenti siano più piacevoli della realizzazione spirituale.

37 [Sanat-kumara consigliò al re:]

Mio caro re Prthu, cerca dunque di capire Dio, la Persona suprema, che

vive nel cuore di ogni essere, mobile e immobile, insieme con l’anima

individuale. Le anime individuali sono completamente coperte dal

corpo materiale grossolano e dal corpo sottile, costituito di aria vitale

e di intelligenza.

24:75 In questo mondo materiale ci sono diversi tipi di realizzazioni, ma tra

tutte la conquista della conoscenza è considerata la più elevata,

perché non è possibile attraversare l’oceano dell’ignoranza senza il

vascello della conoscenza. Questo oceano non può essere superato in altro modo.

25:6 Le persone che s’interessano soltanto della cosiddetta bella vita — cioè

di rimanere in famiglia, intrappolati dai figli e da una moglie, e di

cercare la ricchezza — pensano che queste cose siano lo scopo supremo

della vita. Queste persone non fanno che vagare in differenti corpi

attraverso l’esistenza materiale, senza scoprire il vero fine

dell’esistenza.

26:8 Al contrario, una persona che agisce per capriccio cade a causa del

falso prestigio e si trova coinvolta nelle leggi della natura, che sono

costituite di tre influenze [virtù, passione e ignoranza]. In questo

modo l’essere viene privato della sua vera intelligenza e si perde

eternamente nel ciclo di nascite e morti. Così scende e sale dalla

posizione di microbo negli escrementi alla più elevata posizione sul

pianeta Brahmaloka.

28:26 Puranjana, questo re crudele, aveva ucciso molti animali in vari

sacrifici. Ora, approfittando di questa occasione, tutti questi animali si

scagliarono contro di lui per trafiggerlo con le loro corna. Egli aveva la

sensazione di essere tagliato a pezzi da tante asce.

28 Il re Puranjana aveva lasciato il corpo ricordando sua moglie, perciò

nella vita successiva diventò una donna molto bella ed elevata.

Rinacque dunque come la figlia del re Vidarbha, nella casa del re.

29:36 Il vero interesse dell’essere individuale consiste nell’uscire

dall’ignoranza che lo costringe a subire nascite e morti ripetute.

L’unico rimedio consiste nel sottomettersi a Dio, la Persona suprema,

attraverso il suo rappresentante.

46 Quando una persona s’impegna pienamente nel servizio devozionale è

favorita dal Signore che le concede la sua misericordia senza causa.

Ormai svegliato, questo devoto abbandona ogni attività materiale e

ogni rituale menzionato nei Veda.

48 Gli uomini di minore intelligenza considerano le cerimonie rituali

vediche come l’essenziale e non sanno che lo scopo dei Veda è quello

di portarci a capire la nostra dimora originale, quella dove Dio, la

Persona suprema, risiede. Poiché non provano interesse per la loro

vera dimora, essi sono illusi e cercano altre dimore.

Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me. Io ti libererò da tutte le

reazioni del peccato. Non temere.” (B.g., 18.66)

65 Perciò, caro re, l’essere individuale, che ha una copertura mentale

sottile, sviluppa le diverse forme di pensieri e immagini a causa del

suo corpo precedente. Te lo posso garantire. Non è possibile inventare

qualcosa nella mente senza averla percepita nel corpo precedente.

2b Tutto ciò che avviene nel corso del tempo — nel passato, nel presente e

nel futuro — è solo un sogno. Questo è il messaggio segreto di tutte le

scritture vediche.

30:19 Le persone impegnate nell’attività propizia del servizio devozionale

capiscono certamente che il beneficiario supremo di tutte le attività è

Dio, la Persona suprema. Così il devoto offre i risultati delle sue azioni

a Dio, la Persona suprema, e trascorre la sua vita impegnandosi senza

interruzione a parlare del Signore. Anche se tale persona partecipa alla

vita di famiglia, non è influenzata dai frutti delle sue azioni.

20 Impegnandosi sempre nell’attività del servizio devozionale, i devoti si

sentono sempre più freschi e rinnovati in tutte le loro attività. Infatti,

l’Anima suprema onnisciente nel cuore del devoto dà a ogni cosa una

freschezza sempre nuova. Questa è definita la posizione del Brahman

dai detentori della Verità Assoluta. Giunta a questo stato liberato

[brahma-bhuta], l’anima non è mai confusa né si lamenta né gode

senza ragione valida, perché ha raggiunto il livello di brahma-bhuta.

26 Vivendo nel cuore di ognuno, Tu sei il testimone diretto di tutte le

attività degli esseri.

35 Ogni volta che si fanno discorsi puri sul mondo trascendentale, coloro

che ascoltano dimenticano ogni genere di desiderio materiale, almeno

per quel momento. Non solo, ma non provano più invidia reciproca e

non soffrono più di ansie o di paure.

41 Caro Signore, anche i grandi yogi e mistici, molto elevati grazie alla

loro austerità e alla loro conoscenza, e completamente situati

nell’esistenza pura, come anche le grandi personalità quali Manu,

Brahma e Siva non possono capire completamente le Tue glorie e le

Tue potenze. Essi hanno offerto le loro preghiere secondo la loro

capacità e anche noi, sebbene tanto inferiori a questi grandi

personaggi, offriamo le nostre preghiere come possiamo.

31:10 Per l’essere umano civile esistono tre tipi di nascite. La prima nascita,

da un padre e da una madre puri, è chiamata la nascita attraverso il

seme. La seconda nascita si attua nel momento in cui si riceve

l’iniziazione dal maestro spirituale, ed è chiamata savitra. La terza

nascita, chiamata yajnika, consiste nel ricevere l’opportunità di

adorare Sri Visnu. Nonostante le opportunità offerte da queste nascite,

tutto è inutile per colui che non s’impegna effettivamente nel servizio

del Signore, anche se la durata della sua vita fosse lunga come quella

di un essere celeste. Perciò le nostre attività, sia mondane sia

spirituali, si rivelano tutte inutili se non sono destinate a soddisfare il

Signore.

Commento al v. 10:

Come il bronzo unito al mercurio si trasforma in oro, così una persona anche

se è lontana dal possedere la purezza dell’oro, può essere trasformata in un

brahmana (dvija) col semplice metodo dell’iniziazione.” (Hari-bhakti-vilasa,

2.12)

29 Sri Vidura disse:

O grande yogi, il più grande tra tutti i devoti, per la tua misericordia

incondizionata mi hai indicato la via della liberazione che conduce fuori

da questo mondo di tenebre. Seguendo questa via, una persona liberata

dal mondo materiale può tornare a Dio, nella sua dimora originale.

CANTO V

1:17 Anche se viaggiasse di foresta in foresta, colui che non ha il controllo

di sé deve sempre temere l’incatenamento alla materia, perché vive in

compagnia di sei mogli legittime, cioé la mente e i cinque sensi che

servono ad acquisire la conoscenza. Al contrario, la vita di famiglia in sé

non può causare danno all’uomo illuminato che ha conquistato i suoi

sensi e trova la soddisfazione in se stesso.

4:14 Come manifestazione di Dio, la Persona Suprema, Sri Rsabhadeva

godeva di un’indipendenza totale, perché la Sua forma era spirituale,

eterna e piena di divina felicità. Egli era eternamente al di là delle

quattro forme essenziali della sofferenza materiale [la nascita, la

malattia, la vecchiaia e la morte] e non era minimamente attaccato alla

materia. Sempre equilibrato, Egli considerava tutti gli esseri con occhio

uguale; vedere gli altri infelici Lo rendeva infelice ed Egli desiderava il

bene di tutti. Benché fosse perfetto, essendo il Signore Sovrano e il

maestro assoluto di tutti gli esseri, Egli agiva ugualmente come se fosse

stato un’anima condizionata. Osservò quindi rigorosamente i principi

del varnasrama-dharma. Col tempo i principi del varnasrama-dharma

erano stati trascurati; cosi, con le Sue qualità e la Sua condotta

personale, Egli insegnò al popolo incolto il modo di compiere i doveri

nell’ambito del varnasrama-dharma. In questo modo fece rispettare le

regole della vita familiare tra i Suoi sudditi, permettendo loro di

coltivare la religione, di migliorare la loro situazione economica, di farsi

una buona reputazione, di avere figli e figlie, di godere della felicità

materiale e infine di accedere alla vita eterna. Con le Sue istruzioni Egli

mostrò come diventare perfetti rimanendo capifamiglia, purché si

aderisca ai principi del varnasrama-dharma.

Commento:

Il varnasrama-dharma permette in particolare a ognuno di elevarsi fino al livello della

perfezione, dove si può sfuggire alla presa di maya; per fare ciò l’uomo deve

osservare le regole e i principi che reggono questa istituzione. A questo proposito

il lettore può rifarsi ai versi dal ventuno al ventiquattro del terzo capitolo della

Bhagavad-gita.

5:3 Gli uomini che desiderano ravvivare la loro coscienza di Krishna e

accrescere il loro amore per Dio non sono interessati a fare ciò che non

è in rapporto con Krishna. Essi non cercano la compagnia di coloro che

si preoccupano soltanto di mantenere il corpo, di mangiare, dormire,

accoppiarsi e difendersi. Anche se sono uomini di famiglia, essi non

hanno attaccamento per la casa, né per la moglie, i figli, gli amici o i

possessi materiali. Allo stesso tempo essi non rimangono indifferenti al

compimento del loro dovere, ma si accontentano di guadagnare il denaro

necessario per il proprio mantenimento.

6 Quando l’influenza dell’ignoranza ricopre l’anima individuale, questa

non può comprendere la natura dell’essere infinitesimale né quella

dell’Essere Supremo; la sua mente è allora soggiogata dall’azione

interessata. Di conseguenza, finché non sviluppa il suo amore per il

Signore Vasudeva, che non è altri che Dio stesso, non potrà certamente

essere liberata dalle trasmigrazioni successive.

8 L’attrazione tra maschio e femmina costituisce il principio

fondamentale dell’esistenza materiale. Sulla base di questa concezione

errata, che incatena i cuori, l’essere sviluppa un’attrazione per il corpo,

per la casa, per le terre, i figli, i parenti e i suoi beni materiali. Egli

accresce cosi le sue illusioni e finisce col pensare solo in funzione di “io”

e “mio”.

10-13 Miei cari figli, voi dovreste avvicinare un paramahamsa, una persona

molto avanzata nella spiritualità, e accettarlo come maestro spirituale,

ponendo cosi la vostra fede e il vostro amore in Me, il Signore Supremo.

Voi dovreste detestare il godimento materiale e tollerare la dualità delle

gioie e dei dolori, paragonabili ai cambiamenti delle stagioni che

oppongono l’inverno all’estate. Cercate di prendere coscienza della

condizione miserabile in cui sono immersi gli esseri viventi, che sono

infelici anche sui sistemi planetari superiori. Cercate la verità in uno

spirito filosofico, poi accettate ogni genere di austerità e di penitenze in

vista del servizio di devozione. Rinunciate a ogni sforzo che miri alla

soddisfazione dei sensi e consacratevi al servizio del Signore. Ascoltate i

discorsi che riguardano Dio, la Persona Suprema, e vivete sempre a

contatto con i devoti. Glorificate il Signore Supremo e considerate tutti

gli esseri come uguali sul piano spirituale. Liberatevi da ogni ostilità e

vincete la collera e il lamento. Cessate di identificare il vostro essere al

corpo e alla casa e prendete l’abitudine di leggere le Scritture. Vivete in

un luogo ritirato e seguite la via che permette di raggiungere un perfetto

controllo del soffio vitale, della mente e dei sensi. Abbiate una fede

totale nei Testi rivelati, le Scritture vediche, e rispettate sempre il voto

di continenza. Adempite i doveri che vi sono prescritti ed evitate ogni

discorso inutile. Meditando costantemente su Dio, la Persona Suprema,

cercate la conoscenza da una fonte sicura. Praticando cosi il bhakti-

yoga, potrete, con la pazienza e l’entusiasmo, elevarvi nella conoscenza

e liberarvi dal falso ego.

14 Voi dovreste, miei cari figli, agire seguendo i miei consigli; siate molto

prudenti. Seguendo le vie che vi ho indicato, vi libererete dall’ignoranza

legata al desiderio di godere dei frutti dei vostri atti, e il nodo

dell’attaccamento che stringe il vostro cuore sarà definitivamente

sciolto. Per progredire ancora di più dovreste inoltre abbandonare il

mezzo usato, cioé dovreste evitare di attaccarvi al metodo che conduce

alla liberazione.

15 Colui che desidera seriamente tornare a Dio, nella sua dimora

originale, deve considerare la misericordia del Signore Sovrano come il

bene supremo e lo scopo primo dell’esistenza. Che si tratti di un padre

che educhi i figli, o di un maestro spirituale che guidi i suoi discepoli, o

di un re che consigli i suoi sudditi, ciascuno deve istruire i suoi

subordinati come io ho fatto con voi. E anche se il discepolo, il figlio o il

suddito si mostra talvolta incapace di seguire le istruzioni, bisogna

continuare a istruirlo senza arrabbiarsi.

16 A causa dell’ignoranza, i materialisti non sanno niente del loro vero

interesse, della via che permette di riuscire nella vita; i loro desideri

lussuriosi li incatenano al godimento materiale e tutti i loro progetti

sono concepiti a questo fine. Per la soddisfazione effimera dei loro sensi

questi individui creano una società fondata sull’invidia. Questa

mentalità li fa sprofondare in un oceano di sofferenze e nella loro

stupidità essi non se ne rendono neppure conto.

29 Dopo aver adottato il comportamento di un avadhuta — grande santo

che dà prova d’indifferenza verso ogni considerazione materiale — Sri

Rsabhadeva errò tra gli uomini come se fosse cieco, sordo e muto,

simile a una pietra, a un fantasma o a un pazzo. Benché fosse oggetto di

insulti di ogni genere, Egli restava silenzioso e non rivolgeva la parola a

nessuno.

35 Egli era costantemente immerso

nell’amore assoluto, il che ebbe l’effetto di conferirGli automaticamente

tutti i poteri soprannaturali, come la capacità di viaggiare nello spazio

alla velocità della mente, quella di apparire e di scomparire a volontà,

di introdursi nel corpo altrui e di vedere cose molto lontane. Tuttavia,

benché fosse in possesso di tutti questi poteri, non ne usò alcuno.

Nella Bhagavad-gita (18.5) Sri Krishna dice:

Non si deve rinunciare agli atti di sacrificio, di austerità e di carità; bisogna

senz’altro compierli. In realtà, i sacrifici, le austerità e la carità purificano

perfino le grandi anime.”

6:3 Tutti gli studiosi hanno espresso la loro opinione: la mente è per

natura molto irrequieta e non bisogna fare amicizia con lei. Se diamo

piena fiducia alla mente, possiamo essere imbrogliati in qualsiasi

momento. Anche Siva fu agitato nel vedere la forma Mohini di Sri

Krishna e pure Saubhari Munì cadde dal suo stadio maturo di perfezione

yoga.

5 La mente è all’origine della cupidigia, della collera, dell’orgoglio,

dell’avidità, del lamento, dell’illusione e della paura. Tutte queste

tendenze si combinano per legare l’essere all’azione interessata. Quale

uomo di conoscenza darebbe fiducia alla mente?

10 Fuorviati dall’energia illusoria del Signore Supremo, i più bassi tra gli

uomini rifiuteranno il varnasrama-dharma originale e i principi che lo

regolano. Essi smetteranno di fare il bagno tre volte al giorno e di

adorare il Signore; tralasciando la pulizia e trascurando il Signore

Supremo, essi seguiranno principi degradanti; trascurando di bagnarsi e

di pulirsi la bocca regolarmente, essi non saranno mai puliti e si

strapperanno anche i peli. Questi adepti di religioni immaginarie saranno

numerosi, perché nel corso di questa epoca, l’età di Kali, la gente sarà

incline all’irreligione. Di conseguenza essi derideranno naturalmente

l’autorità dei Veda e coloro che la rispettano, cosi come i brahmana, il

Signore Sovrano e i Suoi devoti.

11:5 Poiché la mente è assorta nel desiderio di compiere attività empie e

virtuose è naturalmente soggetta agli effetti della collera e della

lussuria. Croi viene attratta dalla soddisfazione dei sensi materiali. In

altri termini, essa è guidata dall’influenza della virtù, della passione e

dell’ignoranza. Esistono undici sensi e cinque elementi materiali; di tutti

questi sedici fattori la mente è il più importante. È la mente che porta

l’essere a rinascere in differenti tipi di corpi, tra gli esseri celesti, gli

esseri umani, gli animali e gli uccelli. Secondo che la mente si trovi in

una posizione superiore o inferiore, accetta un corpo materiale più

elevato o più degradato.

12:8 Noi che viviamo sulla superficie del globo siamo tutti esseri

individuali rivestiti di differenti forme, alcune mobili e altre immobili.

Tutti veniamo all’esistenza, viviamo per un certo tempo, poi

scompariamo quando il corpo torna alla terra. Noi siamo semplicemente

differenti trasformazioni della terra. Infatti, i diversi corpi con le loro

rispettive capacità non sono altro che trasformazioni della terra;

esistono soltanto i nomi, poiché tutto viene dalla terra e tutto ritorna

alla terra una volta distrutto. In altri termini, siamo polvere e polvere

torneremo. Ciascuno è in grado di considerare questo punto.

9 Si potrebbe dire che la moltitudine delle forme create proviene dal

pianeta Terra. Tuttavia, benché sembri che l’universo possa

temporaneamente costituire una verità tangibile, in ultima analisi, non

ha esistenza reale. La Terra è stata creata in origine dalla combinazione

di particelle atomiche, ma queste particelle sono in se stesse effimere.

In realtà, contrariamente a ciò che sostengono alcuni filosofi, l’atomo

non è il fondamento dell’universo e sarebbe falso credere che le

svariate forme che si possono vedere nell’universo materiale risultino da

semplici giustapposizioni o combinazioni di atomi.

11 Qual è allora la Verità suprema? È la conoscenza non duale che non

é contaminata dagli attributi della materia e che ci permette di

raggiungere la liberazione; essa è unica, completa e non può essere

immaginata. Il primo livello di realizzazione di questo sapere è il

Brahman. In seguito il Paramatma, l’Anima Suprema, è realizzata dagli

yogi che cercano di vederLo senza nutrire contro di Lui alcun

risentimento; questo è il secondo livello di realizzazione. Infine, la

realizzazione piena di questa conoscenza suprema permette di

conoscere la Persona Sovrana, che tutti i dotti eruditi chiamano

Vasudeva, la causa del Brahman, del Paramatma e di tutto ciò che

esiste.

16 Semplicemente frequentando i devoti altamente realizzati si può

raggiungere la perfezione della conoscenza, e grazie alla spada della

conoscenza l’essere vivente può troncare tutti i legami illusori che lo

trattengono a questo mondo. Grazie alla compagnia dei devoti, egli può

servire il Signore, ascoltando e cantando le Sue glorie [sravanam

kirtanam], e ravvivare cosi la sua coscienza di Krishna assopita. Infine,

continuando a sviluppare la sua coscienza di Krishna, può tornare a Dio,

nella sua dimora originale, alla fine di questa vita.

13:1 Jada Bharata, che aveva completamente realizzato il Brahman,

continuò:

Caro re Rahugana, l’essere individuale si perde per i sentieri del

mondo materiale, molto difficile per lui da attraversare, ed è costretto ad

accettare continuamente il ciclo di nascite e morti. Catturato dal mondo

materiale, che è governato dalle tre influenze della natura materiale

[sattva-guna, rajo-guna e tamo-guna], l’essere individuale scorge solo i

tre frutti dell’attività materiale: quelli buoni, quelli cattivi e quelli misti.

Si attacca perciò alla religione, allo sviluppo economico, alla

gratificazione dei sensi e alla teoria monistica della liberazione [del

fondersi nel Supremo]. Lavora duramente giorno e notte proprio come

un mercante che entra nella foresta per sfruttarne le ricchezze da

vendere proficuamente più tardi. Ma in questo mondo materiale non

può veramente trovare la felicità.

21 Il re Rahugana disse:

Nascere come essere umano è la cosa migliore. Persino nascere tra

gli esseri celesti sui pianeti superiori non è cosi glorioso come nascere

in forma umana su questa Terra. A che serve la posizione elevata di un

essere celeste? Sui pianeti paradisiaci, a causa delle grandi comodità

materiali, non c’é possibilità di stare in compagnia dei devoti.

14:2 Nella foresta dell’esistenza materiale, i sensi incontrollati sono come

briganti. Anche nel caso che l’anima condizionata guadagni del denaro e

voglia usarlo per la diffusione della coscienza di Krishna,

sfortunatamente i sensi incontrollati la privano delle risorse finanziarie,

spingendola a sperperarle nel piacere dei sensi. I sensi sono come

briganti perché ci fanno spendere inutilmente il nostro denaro per

vedere, odorare, gustare, toccare, ascoltare, soddisfare i loro desideri e

il loro volere. Cosi l’anima condizionata è obbligata a gratificare i sensi

e spende tutto il suo denaro. Ma questo denaro era in realtà destinato

all’esecuzione dei principi religiosi e i sensi, come briganti, se ne sono

impadroniti.

3 Caro re, i familiari nel mondo materiale vengono detti moglie e figli,

ma in realtà si comportano come tigri e sciacalli. Il pastore cerca di

proteggere il gregge come meglio può, ma le tigri e le volpi gli

rapiscono il bestiame. Similmente, anche se un avaro vuole cautamente

conservare il suo denaro, i familiari lo spogliano di tutti i beni,

nonostante tutte le sue attenzioni.

13 A volte, per mitigare la sofferenza in questa foresta del mondo

materiale, l’anima condizionata si presta a ricevere delle benedizioni a

buon mercato dagli atei, perdendo in loro compagnia ogni intelligenza. È

come saltare in un fiume in secca con l’unico risultato di rompersi la

testa. Non riuscirà ad alleviare le sofferenze dovute al calore e dovrà

comunque soffrire. L’anima condizionata, sviata, avvicina anche i

cosiddetti sadhu e svami che predicano contro i principi dei Veda, ma

non riceve alcun benefìcio da loro, né nel presente né nel futuro.

19 A volte, a causa della fame e della sete che il corpo patisce, l’anima

condizionata diventa cosi afflitta che perde la pazienza e si arrabbia con

i suoi cari figli e con la moglie. Comportandosi con loro in modo sgarbato,

soffre poi ancora di più.

27 In questa vita materiale, come ho già detto, molte sono le difficoltà

e tutte insormontabili. Inoltre vi sono altre difficoltà che derivano dalla

cosiddetta gioia, dolore, attaccamento, odio, paura, falso prestigio,

illusione, pazzia, lamento, confusione, avarizia, invidia, inimicizia,

insulto, fame, sete, tribolazione, malattia, nascita, vecchiaia e morte.

Krishna dichiara nella Bhagavad-gita (15,15): “Il fine reale dei Veda è quello di conoscerMi.”

16:3 Quando la mente si fissa su Dio, la Persona Suprema, nel Suo aspetto

esterno costituito dalle influenze della natura materiale — cioé la forma

universale grossolana —, essa si eleva al piano della pura virtù. In

questa posizione trascendentale si può capire Dio, la Persona Suprema,

Vasudeva, il Quale nella Sua forma più sottile splende di luce propria e

trascende le influenze della natura. O maestro, ti prego, descrivimi nei

particolari come si può percepire questa forma che copre l’universo

intero.

4 Nessuno nel mondo materiale é

perfetto e una persona imperfetta non può descrivere in modo preciso

questo universo materiale, nemmeno dopo prolungate speculazioni.

18:10 Caro Signore, Ti preghiamo di non farci mai provare neppure la

minima attrazione per la prigione della vita familiare, costituita dalla

casa, dalla moglie, dai figli, dagli amici e dai parenti, dal conto in banca

e cosi via. Se dobbiamo avere un attaccamento, che questo sia per i

devoti, il cui unico amico è Krishna. Una persona che ha veramente

preso coscienza della sua identità spirituale e ha dominato la mente é

perfettamente soddisfatta se può ottenere lo stretto necessario per

vivere e non cerca di gratificare i sensi. Questa persona farà progressi

rapidi nella coscienza di Krishna, mentre altri, troppo attaccati alle cose

materiali, avranno molta difficoltà a progredire.

13 In altre parole, chiunque si attacchi

in modo eccessivo alla vita materiale perde tutte le qualità spirituali.

25 Offro il mio rispettoso omaggio a Dio, la Persona Suprema, che é

pura trascendenza. Egli è l’origine di tutta la vita, della forza fisica, del

potere mentale e dell’abilità sensoriale. Conosciuto col nome di Matsya-

avatara, il gigantesco avatara-Pesce, Egli è il primo ad apparire tra tutte

le manifestazioni divine. Gli offro di nuovo il mio omaggio.

26:2 Caro re, in questo mondo materiale esistono tre categorie di attività,

le attività influenzate dalla virtù, quelle influenzate dalla passione e

quelle influenzate dall’ignoranza. Poiché tutti sono soggetti a queste

influenze della natura materiale, anche il risultato delle loro attività si

divide in tre. Chi agisce sotto l’influenza della virtù è religioso e felice,

chi agisce mosso dalla passione ottiene un risultato di felicità mista alla

sofferenza, chi invece agisce sotto l’influenza dell’ignoranza è sempre

infelice e vive come un animale. A causa dei diversi gradi di influenza a

cui l’essere è sottoposto nell’ambito della natura materiale, variano

anche le rispettive destinazioni.

3 Come compiendo attività virtuose si accede a differenti livelli di vita

paradisiaca, cosi agendo in modo empio si cade in differenti condizioni di

vita infernale. Coloro che sono mossi dall’influenza materiale

dell’ignoranza s’impegnano in attività empie e in relazione al grado

della loro ignoranza dovranno subire condizioni infernali di vario genere.

Chi agisce sotto l’influenza dell’ignoranza a causa della pazzia soffrirà di

pene meno severe; chi agisce in modo empio, ma sa distinguere tra

attività empie e attività virtuose, cadrà in un inferno di media severità,

e colui che agisce in modo empio e ignorante, spinto dall’ateismo,

otterrà una vita infernale tra le peggiori. A causa dell’ignoranza ogni

essere da tempo immemorabile si fa trasportare, a causa dei suoi svariati

desideri, in migliaia di pianeti infernali. Cercherò di descriverteli per

quanto è possibile.

17 Per volontà del Signore Supremo gli esseri inferiori, come le pulci e

le zanzare, succhiano il sangue degli esseri umani e di altri animali.

Queste creature insignificanti non sono consapevoli di essere causa di

sofferenza per l’essere umano con le loro morsicature. Invece gli esseri

umani di prima classe — i brahmana (sacerdoti, saggi e eruditi), gli ksatriya (amministratori e guerrieri) e i vaisya (agricoltori e commercianti) — hanno una

coscienza sviluppata e sanno quindi quanto sia doloroso essere uccisi.

Un essere umano che possieda questa conoscenza commette certamente

un peccato, se uccide o tormenta creature insignificanti che non hanno la

capacità di discriminare. Il Signore Supremo punisce tale uomo,

gettandolo nell’infero conosciuto come Andhakupa, dove gli uccelli, i

mammiferi, i rettili, le zanzare, i pidocchi, i vermi, le mosche e tutte le

altre creature che ha tormentato durante la vita lo assaliranno. Tutti

questi animali lo attaccano da ogni parte, togliendogli il piacere del

sonno ed egli, incapace di riposare, vagherà costantemente

nell’oscurità. Cosi nell’infero Andhakupa soffrirà proprio come una

creatura delle specie inferiori.

CANTO 6

1:10 Succede talvolta che una persona, benché si preoccupi di non

commettere attività colpevoli, cada di nuovo vittima del peccato.

Considero quindi inutile il metodo di peccare ed espiare i propri

peccati ripetutamente. Esso è simile al bagno di un elefante che si

pulisce molto accuratamente, ma non appena torna a riva si

cosparge la testa e il corpo di polvere.

11 Sukadeva Gosvami, il figlio di Vedavyasa, rispose:

Caro re, poiché le azioni che devono neutralizzare le azioni

empie sono anch’esse interessate, non possono liberare l’uomo

dalla tendenza ad agire in modo interessato. Le persone che si

sottopongono alle regole dell’espiazione del peccato non sono

affatto intelligenti, anzi si trovano nell’oscurità dell’ignoranza. A

meno di liberarci dall’influenza dell’ignoranza, cercare di

neutralizzare un’azione con un’altra è del tutto inutile, perché non

servirà a estirpare i nostri desideri. Perciò, anche una persona che

all’apparenza sembra virtuosa sarà senza dubbio incline ad agire

in modo empio. Il modo migliore di espiare i propri peccati

consiste quindi nell’illuminazione che la conoscenza perfetta del

Vedanta ci conferisce. Grazie a tale conoscenza possiamo capire la

Verità Suprema e Assoluta.

12 Caro re, se un malato mangia il cibo puro e incontaminato

prescritto dal medico, guarisce gradualmente e l’infezione della

malattia non ha piú effetto su di lui. Similmente, chi segue i

princípi regolatori della conoscenza progredisce gradualmente

verso la liberazione dalla contaminazione materiale.

13, 14 Per concentrare la mente si deve vivere nella continenza, senza

mai deviare. Bisogna sottoporsi all’austerità, abbandonando

volontariamente il piacere dei sensi. Bisogna inoltre controllare la

mente e i sensi, essere caritatevoli, veritieri, puliti e non violenti,

seguire i princípi regolatori e cantare regolarmente il santo nome

del Signore. Cosí una persona sobria e piena di fede, che conosce i

principi della religione, si purifica temporaneamente da tutti i

peccati compiuti col corpo, le parole e la mente. Questi peccati

sono simili alle foglie secche dei rampicanti che attecchiscono

sotto i bambú; anche se possono essere inceneriti

superficialmente dal fuoco, i rampicanti conservano intatte le

radici per crescere di nuovo alla prima occasione.

15 Solo un essere raro, che ha adottato il servizio devozionale

perfetto e puro a Krishna, può sradicare la gramigna delle attività

peccaminose in modo definitivo. Questo risultato può essere

ottenuto solo con la pratica del servizio di devozione, proprio come

il sole può dissipare immediatamente la nebbia coi suoi raggi.

19 Anche se non hanno completamente realizzato Krishna, le

persone che anche una sola volta si sono completamente

sottomesse ai Suoi piedi di loto e hanno provato attrazione per il

Suo nome, la Sua forma, le Sue qualità e i Suoi divertimenti, sono

completamente liberate da ogni reazione del peccato, perché in

questo modo hanno accettato il vero metodo di espiazione. Queste

anime sottomesse non vedono nemmeno in sogno Yamaraja o i

suoi servitori, che portano delle corde per legare i peccatori.

44 O abitanti di Vaikuntha, voi siete senza peccato, ma coloro che

vivono in questo mondo materiale sono tutti karmi sia che

agiscano in modo virtuoso sia che agiscano in modo empio. Poiché

sono contaminati dalle tre influenze della natura e devono agire di

conseguenza, essi possono compiere entrambi questi tipi di azioni.

Una persona che ha accettato un corpo materiale non può

rimanere inattiva; il peccato quindi è inevitabile per colui che

agisce sotto l’influenza della natura materiale. Perciò tutti gli

esseri di questo mondo materiale sono passibili di punizione.

2:4 Gli uomini seguono l’esempio dei capi della società e imitano il

loro comportamento. Essi accettano come verità tutto ciò che il

capo accetta.

5, 6 In genere, la gente non è molto esperta nella conoscenza che

permette di discriminare tra religione e irreligione. I cittadini

innocenti e poco illuminati sono simili ad animali ignari, che

dormono in pace con la testa sulle ginocchia del padrone, fiduciosi

di ricevere la sua protezione. Se un capo ha veramente il cuore

buono e merita la fiducia di un altro essere vivente, come potrà

punire o uccidere un uomo privo d’intelligenza che in buona fede e

amicizia si è completamente sottomesso a lui?

7 Ajamila ha già espiato tutte le sue attività colpevoli. In realtà, egli

non ha solo espiato i peccati compiuti in questa vita, ma anche

tutti quelli compiuti in milioni di vite. Infatti ha pronunciato in uno

stato di disperazione il santo nome di Narayana e, pur non

avendolo pronunciato in modo perfettamente puro, l’ha fatto

senza offesa. Ora perciò egli è puro e degno della liberazione.

10 Pronunciare il santo nome di Sri Vishnu è il migliore metodo di

espiazione per un ladro di oro o di altri beni, per un ubriaco, per

colui che tradisce un amico o un parente, per l’uccisore di un

brahmana o per colui che intrattiene rapporti sessuali con la

moglie del suo guru o di un altro superiore. E’ anche il miglior

metodo di espiazione per l’uccisore di donne, per l’uccisore del re

o del proprio padre, per chi uccide mucche e per tutti gli altri

peccatori. Semplicemente pronunciando il santo nome di Sri

Vishnu questi peccatori possono attrarre l’ attenzione del

Supremo, e il Signore allora pensa: “Poiché quest’uomo ha

pronunciato il Mio santo nome ho il dovere di proteggerlo.”

11 Seguendo le cerimonie rituali vediche o sottoponendosi alle

espiazioni i peccatori non si purificano tanto quanto cantando una

sola volta il santo nome di Sri Hari. Sebbene la penitenza

tradizionale possa liberare dalle reazioni del peccato, essa non

risveglia il servizio di devozione, come fa il canto dei santi nomi del

Signore, che ci ricordano la Sua fama, le Sue qualità, i Suoi

attributi, i Suoi divertimenti e tutto ciò che a Lui si riferisce.

14 Una persona che canta il santo nome del Signore è

immediatamente liberata dalle reazioni di innumerevoli peccati,

anche nel caso che canti indirettamente [per indicare

qualcos’altro], per scherzo, per fare della musica e perfino in

modo distratto. Questo è confermato da tutti gli eruditi studiosi

delle Scritture.

16 Le autorità, gli studiosi eruditi e i saggi hanno accuratamente

accertato che bisogna espiare i peccati piú gravi sottoponendosi a

una penitenza piú pesante e quelli piú leggeri sottoponendosi a

penitenze piú leggere. Ma il canto del mantra Hare Krishna annulla

tutti gli effetti delle attività colpevoli, gravi o leggere che siano.

17 Sebbene si possano neutralizzare le reazioni del peccato con

l’austerità, la carità, i voti e altri metodi simili, queste attività pie

non sono in grado di sradicare i desideri materiali che si trovano

nel cuore. Invece, servendo i piedi di loto di Dio, la Persona

Suprema, ci si libera immediatamente da tutte queste

contaminazioni.

19 Se una persona che non conosce l’effettiva potenza di una

determinata medicina la prende o è forzata a prenderla, l’effetto si

produrrà indipendentemente dal fatto che il malato conosca le sue

virtù, perché queste non dipendono dalla comprensione del

paziente. Similmente, anche se non conosciamo il valore dei canto

del santo nome del Signore, questo canto avrà un grande effetto

sia se sarà cantato consapevolmente sia se sarà cantato

inconsapevolmente.

22 Liberato dal cappio dei servitori di Yamaraja, il brahmana Ajamila,

ora libero dalla paura, tornò in sé e offri immediatamente i suoi

omaggi ai Vishnuduta, chinando la testa ai loro piedi di loto. Era

estremamente felice della loro presenza, perché aveva visto in che

modo essi lo avevano salvato dalle mani dei servitori di Yamaraja.

Commento al v. 32:

Perciò, nel nostro

Movimento per la Coscienza di Krishna assegniamo al devoto un nome

nuovo che gli ricordi Vishnu. Se al momento della morte ricorderà anche il

suo stesso nome, come Krishna dasa o Govinda dasa, il devoto potrà

salvarsi dal piú grave pericolo. Il cambio di nome al momento

dell’iniziazione è dunque essenziale. Il Movimento per la Coscienza di

Krishna è cosí meticoloso che offre sempre, in un modo o nell’altro,

l’opportunità di ricordare Krishna.

47, 48 Poiché questa narrazione storica molto confidenziale ha il potere

di vincere tutte le reazioni del peccato, colui che l’ascolta o la

descrive con fede e devozione non è piú condannato all’inferno,

nonostante il suo corpo materiale e per quanti peccati abbia

potuto commettere. In realtà, gli Yamaduta, che eseguono gli

ordini di Yamaraja, non si avvicinano a lui nemmeno per vederlo.

Dopo aver lasciato il corpo, egli torna a Dio, nella sua dimora

originale, dove è ricevuto e adorato con molto rispetto.

Nota al cap. 2:

Negli sastra è detto che cantando il santo nome del signore

anche una sola volta, non saremo piú toccati dalle reazioni dei peccati

passati, presenti o futuri. Possiamo fare un altro esempio: se togliamo i

denti veleniferi a un serpente, salveremo le future vittime del serpente

dagli effetti dei veleno, anche se il serpente continua a mordere.

Similmente, se un devoto canta il santo nome anche una sola volta senza

commettere offese, ciò sarà sufficiente a proteggerlo eternamente. Dovrà

solo aspettare che i frutti del suo canto maturino nel corso del tempo.

3:16 Come le diverse parti del corpo non possono vedere gli occhi,

cosí gli esseri individuali non possono vedere il Signore Supremo,

che è situato come Anima Suprema nel cuore di ognuno. Né coi

sensi, né con la mente, né con l’aria vitale, né coi pensieri nel

cuore, né con la vibrazione delle parole è possibile determinare la

reale posizione dei Signore Supremo.

18 I messaggeri di Sri Vishnu, che sono adorati anche dagli esseri

celesti, hanno un meraviglioso aspetto fisico, esattamente simile

a quello di Vishnu, e molto raramente possono essere visti. I

Vishnuduta proteggono i devoti del Signore dalle mani dei

nemici, dalle persone invidiose e anche dalla mia (di Yamaraja: giudice che punisce i peccatori dopo la morte – vedi sotto) giurisdizione,

come pure dalle calamità naturali.

(6;1:48 L’onnipotente Yamaraja vale quanto Brahma; infatti, mentre si

trova nella propria dimora, ossia nel cuore di ognuno come

Paramatma, considera mentalmente le attività passate dell’essere

vivente e capisce come questi agirà nelle vite future.)

21 Miei cari servitori, questo principio religioso trascendentale,

conosciuto come bhagavata-dharma, cioè la sottomissione al

Signore Supremo e l’amore per Lui, non è contaminato dalle

influenze della natura materiale. E’ molto confidenziale ed è di

difficile comprensione per i comuni esseri umani; ma se

qualcuno ha la grande fortuna di poter giungere a tale

comprensione, è immediatamente liberato e torna a Dio, nella

sua dimora originale.

22 Il servizio devozionale che comincia col canto del santo nome del

Signore è il supremo principio religioso per gli esseri che vivono

nella società umana.

25 Poiché sono confusi dall’energia illusoria di Dio, la Persona

Suprema, Yajnavalkya, Jaimini e gli altri compilatori delle

Scritture vediche non possono conoscere la religione confidenziale

e segreta dei dodici mahajana. Non possono capire il valore

trascendentale dei servizio devozionale o del canto del maha-

mantra Hare Krishna. A causa dell’attrazione esercitata sulla loro

mente dalle cerimonie rituali di cui parlano i Veda — specialmente

lo Yajur-veda, il sama-veda e il Rg-veda —, la loro intelligenza è

diventata ottusa. Perciò essi sono sempre occupati a raccogliere

gli ingredienti per le cerimonie rituali, sebbene esse portino solo

un beneficio temporaneo, come l’accesso a Svargaloka e la felicità

materiale. Non sono attratti dal movimento del sankirtana, ma

s’interessano piuttosto di dharma, artha, kama e moksa.

26 Considerando tutti questi punti, gli uomini intelligenti decidono

dunque di risolvere ogni problema adottando il servizio

devozionale col canto dei santo nome del Signore, Lui che è

situato nel cuore di ognuno ed è una miniera di tutte le qualità

propizie. Tali persone non rientrano sotto la mia giurisdizione per

quanto riguarda il castigo. Generalmente non commettono mai

attività colpevoli, ma se per errore, o a causa della confusione o

dell’illusione, capita che commettano qualche peccato, sono

protetti dalle reazioni perché cantano sempre il mantra Hare

Krishna.

27 Cari servitori, vi prego di non avvicinare questi devoti, perché

essi si sono completamente arresi ai piedi di loto di Dio, la

Persona Suprema. Sono equanimi verso tutti, e le loro imprese

sono cantate dagli esseri celesti e dagli abitanti di Siddhaloka. Per

favore, non provate nemmeno ad avvicinarvi a loro. Essi sono

sempre protetti dalla mazza di Dio, la Persona Suprema, perciò né

Brahma, né io e nemmeno il fattore tempo siamo autorizzati a

punirli.

29 Cari servitori, per favore, portatemi solo quelle persone colpevoli

che non usano la lingua per cantare il santo nome e le qualità di

Krishna, nel cui cuore non c’è mai stato nemmeno una volta il

ricordo dei piedi di loto di Krishna, e la cui testa nemmeno una

volta si è chinata dinanzi a Sri Krishna. Mandate a me coloro che

non compiono i loro doveri verso Vishnu, che sono gli unici doveri

nella vita umana. Vi prego di portarmi tutti questi sciocchi e

mascalzoni.

5:20 [Narada Muni aveva chiesto come ci si può opporre per ignoranza

agli ordini del proprio padre, e gli Haryasva capirono il significato

di questa domanda.]

Bisogna accettare le istruzioni originali degli sastra. Secondo la

civiltà vedica, il filo sacro è il segno della seconda nascita e questa

seconda nascita viene grazie alle istruzioni contenute negli sastra

e ricevute dal maestro spirituale autentico. Perciò gli sastra, le

Scritture, sono il vero padre. Tutti gli sastra insegnano che

bisogna mettere fine alla vita materiale; chi non conosce la finalità

degli ordini degli sastra, cioè del vero padre, è ignorante. Le

parole di un padre materiale che cerca d’impegnare il figlio in

attività materiali non sono le vere istruzioni di un padre.

9:43 Caro Signore, poiché sei onnisciente, Tu sai bene perché noi ci

siamo rifugiati ai Tuoi piedi di loto, all’ombra dei quali possiamo

trovare il sollievo da ogni fastidio materiale. Come maestro

spirituale supremo, Tu conosci ogni cosa e sai quindi che abbiamo

cercato il rifugio dei Tuoi piedi di loto per ricevere le Tue

istruzioni. Ti preghiamo di consolarci neutralizzando il nostro

dolore presente. I Tuoi piedi di loto sono l’unico rifugio per il

devoto completamente arreso e sono il solo mezzo per soggiogare

le tribolazioni di questo mondo materiale.

49 Le persone inclini a pensare che i beni materiali siano tutto o che

siano il fine supremo dell’esistenza sono definite krpana [avare].

Esse non conoscono la profonda esigenza dell’anima. Inoltre, se

qualcuno concede a stolti di questo genere ciò che desiderano,

dev’essere considerato altrettanto stolto.

10:8 Chi non ha compassione per l’umanità sofferente e non sacrifica

il suo corpo temporaneo per la causa piú elevata dei principi

religiosi o della gloria eterna, è certamente commiserato perfino

dagli esseri immobili.

9 Le persone elevate, che sono considerate benevole e pie,

giudicano imperituri i principi religiosi di colui che soffre nel

vedere l’infelicità degli esseri viventi ed è felice di assistere alla

felicità altrui.

10 Questo corpo, che dopo la morte diventa cibo per cani e sciacalli,

in realtà non è causa di alcun bene per me che sono un’anima

spirituale. E’ utile solo per un breve lasso di tempo e può morire a

ogni istante. Il corpo e i suoi possessi, le sue ricchezze e i suoi

parenti, devono essere impegnati a beneficio degli altri, altrimenti

saranno causa di tormenti e di miserie.

28 Quando persone insignificanti e piene di collera usano parole

dure per lanciare false accuse contro le persone sante, le loro

sterili parole non disturbano le grandi personalità.

33 Ci sono due tipi di morte gloriosa, entrambe molto rare. La prima

è quella dell’uomo che ha raggiunto il controllo della mente e della

forza vitale con la pratica dello yoga, specialmente del bhakti-

yoga, e che muore immerso nel pensiero di Dio, la Persona

Suprema. La seconda è quella del guerriero che trova la morte sul

campo di battaglia, senza mai voltare la schiena al nemico. Queste

due morti gloriose sono raccomandate negli sastra.

11:23 Il nostro Signore, Dio, la Persona Suprema, impedisce ai Suoi

devoti di compiere sforzi superflui nell’ambito della religiosità,

dello sviluppo economico e della soddisfazione dei sensi. O Indra,

è possibile quindi capire fino a che punto Egli è benevolo. La Sua

misericordia è accessibile soltanto ai puri devoti, non alle persone

che aspirano a guadagni materiali.

16:1 Sri Sukadeva Gosvami disse: Caro re Pariksit, col suo potere

mistico il grande saggio Narada rese visibile il bambino morto agli

occhi di tutti i parenti che piangevano, e poi parlò cosi.

2 Sri Narada Muni disse: O essere vivente, buona fortuna a te.

Guarda tuo padre e tua madre. Tutti i tuoi amici e parenti sono

sopraffatti dal dolore per la tua scomparsa.

3 A causa della tua morte precoce, una parte della durata della tua

vita è ancora rimasta.Perciò puoi rientrare nel tuo corpo e godere

della vita che ti resta, attorniato da amici e parenti. Accetta il

trono reale e tutte le opulenze che tuo padre ti offre.

4 Grazie al potere mistico di Narada Muni, l’anima rientrò nel suo

corpo per breve tempo e rispose alla richiesta del saggio.

Egli disse: Secondo i frutti delle mie attività interessate, io, essere

vivente, trasmigro da un corpo all’altro, talvolta tra le specie di

esseri celesti, talvolta tra le specie di animali inferiori, talvolta tra

i vegetali e talvolta tra le specie umane. Perciò, nel corso di quale

vita queste persone erano mio padre e mia madre? Nessuno in

realtà è mio padre e mia madre. Come posso accettare queste due

persone come miei genitori?

9 L’essere vivente è eterno e indistruttibile perché non ha inizio e

non ha fine: non nasce e non muore. È il principio fondamentale di

tutte le forme corporee, eppure non appartiene ad alcuna

categoria corporea. L’essere vivente è cosi sublime che è

qualitativamente uguale al Signore Supremo. Ciò nonostante,

essendo estremamente piccolo, è incline a cadere sotto l’influsso

dell’illusione propria dell’energia esterna; egli si crea cosi varie

forme di corpi che corrispondono ai suoi differenti desideri.

10 Per questo essere vivente, nessuno è caro, nessuno è sfavorevole.

L’essere vivente non fa distinzioni tra ciò che è suo e ciò che

appartiene ad altri. Egli è uno senza secondi; in altre parole, non

è turbato da amici o nemici, da benefattori o persone malevole.

Egli è soltanto un osservatore, un testimone delle differenti nature

degli uomini.

12 Sri Sukadeva Gosvami continuò: Quando l’anima condizionata

[Jiva], nella forma del figlio di Maharaja Citraketu, ebbe parlato in

questo modo e fu partito, il re Citraketu e gli altri parenti del figlio

morto restarono attoniti. Così essi tagliarono le catene dell’affetto

che era dovuto alla loro relazione con lui e cessarono i loro pianti.

41 Essendo piene di contraddizioni, tutte le altre religioni, eccetto il

bhagavata-dharma, operano sulla base di concezioni legate a

risultati interessati e a distinzioni tra “tu e io” e “mio e tuo”. La

coscienza di coloro che seguono lo Srimad-Bhagavatam è diversa.

Essi sono coscienti di Krishna; sanno che Krishna è loro e che loro

appartengono a Krishna. Esistono altri culti, di livello inferiore,

che contemplano la possibilità di uccidere il nemico o di acquisire i

poteri mistici, ma tali metodi religiosi, pieni di passione e

d’invidia, sono impuri e temporanei. Poiché sono impregnati

d’invidia, tali culti sono impregnati anche d’irreligione.

57 Quando l’essere vivente, pensando di essere differente da Me,

dimentica la sua identità spirituale che lo rende qualitativamente

uguale a Me nell’ambito dell’eternità, della conoscenza e della

felicità, dà il via alla sua vita materiale condizionata. In altre

parole, invece d’identificare il suo interesse col Mio s’interessa

delle sue espansioni corporee, quali la moglie, i figli e i possessi

materiali. In questo modo, per influenza delle sue azioni, da un

corpo viene a prodursi un altro corpo, e da una morte un’altra

morte.

60 Un uomo e una donna uniti nel matrimonio progettano insieme di

raggiungere la felicità e di far decrescere l’infelicità, operando

congiuntamente in molti modi. Ma, poiché sono impregnate di

desideri, le loro attività non sono mai fonte di gioia né fanno

diminuire il dolore. Esse sono, al contrario, causa di grande

sofferenza.

62 Si dovrebbe comprendere che le attività di persone orgogliose

della loro esperienza materiale portano soltanto risultati contrari

a quelli che esse concepiscono nello stato di veglia, di sogno o di

sonno profondo. Si dovrebbe inoltre comprendere che l’anima

spirituale, benché molto difficile da percepire per un materialista,

è al di là di tali condizioni, e in virtù della propria capacità di

discriminare, si dovrebbe abbandonare il desiderio per le attività

interessate nella presente vita e nella prossima. Cosi, arricchiti

della conoscenza trascendentale, si dovrebbe diventare Miei

devoti.

63 Le persone che tentano di raggiungere il traguardo supremo della

vita devono con grande attenzione osservare la Persona Suprema

e Assoluta e l’anima individuale; esse fanno tutt’uno sul piano

qualitativo, poiché la loro relazione è quella che unisce la parte al

tutto. Questa è la suprema comprensione dell’esistenza. Non

esiste verità superiore.

64 O re, se, distaccato dal piacere materiale, accetterai questa Mia

conclusione e ti accosterai a Me con fede irremovibile, diventando

esperto e pienamente consapevole della conoscenza e della sua

applicazione pratica, potrai raggiungere la più alta perfezione e

verrai a Me.

18:30 All’inizio della creazione, Brahma, il padre di tutti gli esseri

dell’universo, vide che tutti gli esseri erano privi di attaccamenti.

Per incrementare la popolazione, egli creò allora la donna a

partire dalla metà migliore del corpo dell’uomo, perché il

comportamento della donna rapisce la mente dell’uomo.

35 Cara moglie, tu cosí bella con la tua vita sottile, sappi che una

donna coscienziosa deve sempre essere casta e sottomessa alle

istruzioni del marito. Deve venerare con devozione suo marito

come rappresentante di Vasudeva.

42 Per soddisfare i loro propri interessi, le donne si comportano con

gli uomini come se questi fossero le persone piú care per loro, ma

in realtà non è cosí. Si suppone che le donne siano molto sante,

ma per il loro interesse esse possono uccidere anche i loro mariti,

i figli e i fratelli, o farli uccidere da altri.

75 La mèta suprema di tutte le ambizioni è quella di diventare un

servitore di Dio, la Persona Suprema. Se un uomo intelligente

serve l’amato Signore che dà Se stesso ai Suoi devoti, come può

ancora desiderare la felicità materiale, che è disponibile anche

all’inferno?

CANTO 7

1:6 Dio, la Persona Suprema, Visnu, trascende sempre le qualità della

natura materiale, ed è quindi definito nirguna, ossia senza qualità.

Essendo il non-nato, Egli non ha un corpo materiale che Lo renda

soggetto all’attaccamento e all’avversione. Benché il Signore sia

sempre al di là dell’esistenza materiale, Egli appare in virtú della Sua

potenza spirituale e agisce come un essere umano ordinario,

accettando doveri e obblighi, apparentemente come un’anima

condizionata.

Commento al v. 12:

Il Signore dice nella Bhagavad-gita (9.29), samo ‘ham sarva-bhutesu na

me dvesyo ‘sti na priyah: “Non invidio nessuno né sono parziale con alcuno.

Sono equanime verso tutti.” Dio, la Persona Suprema, non può essere

parziale; Egli è sempre equanime verso tutti. Perciò, quando gli esseri

celesti sono favoriti e i demoni uccisi, non si tratta di parzialità da parte Sua,

ma dell’influenza del fattore tempo. Un buon esempio a questo proposito è

quello dell’elettricista che collega la medesima fonte di energia elettrica sia a

una stufa sia a un frigorifero. La causa del riscaldamento e del

refrigeramento è l’elettricista che manipola l’energia elettrica secondo il suo

desiderio, ma in realtà l’elettricista non ha niente a che fare con la

produzione del caldo e del freddo né col piacere o con la sofferenza che ne

derivano.

Sono numerosi gli episodi storici nel corso dei quali il Signore uccise un

demone, ma per la misericordia del Signore, il demone raggiunse una

posizione piú elevata. Putana ne è un esempio. L’intenzione di Putana era

quella di uccidere Krishna. Aho baki yam stana-kala-kutam. Essa si avvicinò

alla casa di Nanda Maharaja con l’intento di uccidere Krishna e a questo

scopo aveva cosparso il suo petto di veleno; eppure, quando fu uccisa

raggiunse la posizione piú elevata, quella della madre di Krishna. Krishna è

cosí buono e imparziale che l’accolse immediatamente come madre, non

appena Egli ebbe succhiato il suo seno. Questa attività apparentemente

gratuita dell’uccisione di Putana non sminuisce l’imparzialità del Signore.

Egli è suhrdam sarva-bhutanam, l’amico di tutti. Perciò la parzialità non si

applica alla natura di Dio, la Persona Suprema, il Quale mantiene sempre la

Sua posizione di supremo controllore. Il Signore uccise Putana come si

uccide un nemico, ma poiché Egli è il supremo controllore, lei raggiunse

l’elevata posizione della madre di Krishna. Srila Madhva Muni osserva quindi,

kale kala-visaye ‘pisita. dehadi-karanatvat suranikam iva sthitam sattvam.

Generalmente un assassino è impiccato, e nella Manu-samhita è detto che il

re manifesta la sua misericordia verso l’assassino uccidendolo, e cosí lo salva

dalle sofferenze che lo aspettano. A causa delle attività peccaminose, tale

assassino è ucciso per la misericordia del re. Krishna, il giudice supremo, Si

comporta in modo simile, data la Sua posizione di controllore supremo. Si

può concludere quindi affermando che il Signore è sempre imparziale ed è

sempre molto buono verso gli esseri viventi.

25 A causa dell’erronea concezione dell’esistenza, l’anima condizionata

pensa che quando il corpo muore anche l’essere vivente sia

distrutto. Visnu, Dio, la Persona Suprema, è il supremo controllore,

l’Anima Suprema di tutti gli esseri. Poiché non ha un corpo

materiale, Egli è libero dal falso concetto di “io e mio”. E’ errato

quindi pensare che Egli provi piacere o dolore quando è bestemmiato

o quando Gli vengono offerte preghiere. Riferito a Lui ciò è

impossibile, perché Egli non ha né amici né nemici. Quando castiga i

demoni, lo fa per il loro bene e quando accetta le preghiere dei

devoti, è anche per il loro bene. Egli non è toccato né dalle preghiere

né dalle bestemmie.

26 Perciò, nell’ostilità o nel servizio devozionale, per paura, affetto o

per desideri impuri — per uno o per tutti questi motivi — se un’anima

condizionata in un modo o nell’altro si concentra sul Signore, il

risultato è il medesimo perché, grazie alla Sua posizione di felicità, il

Signore non è mai colpito dall’inimicizia o dall’amicizia.

27 [Narada Muni continuò:]

Col servizio devozionale non si può raggiungere una così intensa

concentrazione nel pensiero del Signore Supremo come quando si è

situati in un sentimento di ostilità verso di Lui. Questa è la mia

opinione.

30 Moltissime persone hanno ottenuto la liberazione soltanto pensando

a Krishna con molta attenzione e abbandonando le attività colpevoli.

Questa grande attenzione può essere dovuta ai desideri sensuali, a

sentimenti ostili, alla paura, all’affetto o al servizio devozionale. Ti

spiegherò ora come per ricevere la misericordia di Krishna basti

concentrarsi con la mente su di Lui.

31 Caro re Yudhisthira, le gopi (pastorelle) hanno ottenuto la misericordia di

Krishna per i loro desideri lussuriosi, Kamsa per la paura, Sisupala e

altri re per l’invidia, gli Yadu per le loro relazioni di parentela con

Krishna, voi Pandava per il grande affetto verso Krishna, e noi,

semplici devoti, per il nostro servizio devozionale.

32 In un modo o nell’altro, si deve considerare con molta serietà la

forma di Krishna. Poi, secondo uno dei cinque procedimenti

menzionati prima, si può tornare a Dio, nella nostra dimora

originale. Gli atei come il re Vena, invece, essendo incapaci di

pensare a Krishna in uno dei cinque modi precedentemente riferiti,

non possono ottenere la salvezza. Perciò si deve in qualche modo

pensare a Krishna, o favorevolmente o come nemico.

2:22 L’anima spirituale, l’essere vivente, essendo eterna e inesauribile,

non conosce la morte. Libera dalla contaminazione materiale, può

recarsi in qualsiasi luogo nei mondi materiali e spirituali. Sa

perfettamente di essere diversa dal corpo materiale e ne è cosciente,

ma poiché la sua minuscola indipendenza ne ha sviato la

comprensione, è obbligata ad accettare un corpo grossolano e un

corpo sottile prodotti dell’energia materiale. Cade cosí vittima delle

cosiddette gioie e dolori materiali. Nessuno dovrebbe quindi

lamentarsi per il fatto che l’anima spirituale ha lasciato il corpo.

26 Nel suo smarrimento, l’essere vivente s’identifica col corpo e con la

mente; considera alcune persone come congiunti e altri come

estranei. Soffre quindi di questo equivoco. In realtà, le sofferenze e

la cosiddetta felicità del mondo materiale sono dovute solo

all’accumulo di queste idee materiali erronee. L’anima condizionata,

che si trova in questa situazione, deve rinascere in differenti specie e

agire secondo differenti categorie di conoscenza, creandosi cosí

degli altri corpi. Questo perpetuarsi della vita materiale è detto

samsara. La nascita, la morte, il lamento, la stupidità e l’ansia

risalgono tutti a queste considerazioni materiali. Cosí, talvolta

riusciamo a penetrare la realtà delle cose e talvolta invece ricadiamo

in una concezione erronea della vita.

37 Sri Yamaraja disse:

Ahimè, che strana situazione! Queste persone che sono piú grandi

di me hanno sperimentato direttamente che migliaia e centinaia di

migliaia di esseri viventi nascono e muoiono. Perciò dovrebbero

capire che anche la loro morte è sicura; eppure rimangono sempre

sconcertati. L’anima condizionata viene dall’ignoto e torna, dopo la

morte, nello stesso luogo ignoto. Non c’è eccezione a questa regola,

che è guidata dalla natura materiale. Se sono a conoscenza di questo

fatto, perché si lamentano inutilmente?

4:28 Non appena Hiranyakasipu comincerà a perseguitare suo figlio

Prahlada, questo grande devoto che è tranquillo, sobrio e non ha

nemici, ucciderò immediatamente Hiranyakasipu, nonostante le

benedizioni di Brahma.

5:31 Le persone fortemente invischiate nella coscienza del godimento

della vita materiale, che per questa ragione hanno accettato come

loro capo o guru un uomo ugualmente cieco, attaccato agli oggetti

esterni dei sensi, non possono capire che il fine dell’esistenza è

quello di tornare a Dio, nella nostra dimora originale e d’impegnarci

al servizio offerto a Sri Visnu. Come ciechi guidati da un altro cieco

perdono la strada e cadono nel fosso, così persone attaccate alla

materia, guidate da altri uomini attaccati alla materia, sono

saldamente legate dalle robuste corde dell’attività interessata e

continuano ripetutamente a vivere la loro vita materialista, soffrendo

a causa delle tre forme di sofferenza.

6:6 La durata massima della vita di ogni essere umano è di cento anni,

ma per un uomo che non controlla i sensi metà di questi anni sono

completamente perduti durante la notte, che si trascorre dormendo

per dodici ore immersi nell’ignoranza. Tale vita, perciò, dura soltanto

cinquant’anni.

7 Dieci anni se ne vanno nella prima infanzia, quando l’essere è

immerso nella confusione. Altri dieci anni trascorrono nel gioco e nel

divertimento durante l’adolescenza. In questo modo venti anni sono

consumati. Similmente, altri vent’anni trascorrono inutilmente nel

corso della vecchiaia, quando il corpo è invalido, incapace di

compiere perfino le attività materiali.

8 L’uomo incapace di controllare la mente e i sensi sarà sempre più

attratto dalla vita di famiglia, a causa degli insaziabili desideri di

lussuria e di una profonda illusione. Nella vita di un tale pazzo anche

gli anni che restano sono perduti, perché nemmeno in questo periodo

egli potrà impegnarsi nel servizio devozionale.

9 Quale uomo troppo attaccato alla vita di famiglia e incapace di

dominare i sensi potrà liberarsi? Egli è saldamente trattenuto dai

legami dell’affetto per la famiglia [la moglie, i figli e gli altri parenti].

24 Perciò, cari giovani amici nati da demoni, vi prego, agite in modo tale

da soddisfare il Signore Supremo, che trascende ogni conoscenza

materiale. Abbandonate la vostra natura demoniaca e agite liberi

dall’inimicizia o dalla dualità. Mostrate la vostra misericordia a tutti

gli esseri viventi, illuminandoli sul servizio devozionale e diventando

così i loro benefattori.

26 La religione, lo sviluppo economico e la gratificazione dei sensi

sono definite nei Veda tri-varga, le tre vie che portano verso la

liberazione. In queste tre categorie sono comprese la cultura e la

realizzazione spirituale, le cerimonie rituali compiute secondo le

ingiunzioni dei Veda, la logica, la scienza della legge e dell’ordine, e

anche i diversi mezzi di sussistenza. Questi sono gli argomenti di

studio esterni nei Veda, perciò io li considero materiali. Considero

invece di natura spirituale la sottomissione ai piedi di loto di Sri

Visnu.

7:51, 52 Cari amici, figli di demoni, non potete soddisfare Dio, la Persona

Suprema, diventando perfetti brahmana, esseri celesti o grandi

santi, né raggiungendo la perfezione nell’ambito del cerimoniale o

dell’erudizione. Nessuna di queste qualificazioni può suscitare

piacere nel Signore; non si può nemmeno soddisfare il Signore con la

carità, l’austerità, il sacrificio, la pulizia o i voti. Il Signore è

soddisfatto soltanto di chi ha per Lui una devozione pura e

incrollabile. Senza un sincero servizio devozionale, tutto sarà

soltanto un’esibizione.

55 L’unico obiettivo dell’esistenza in questo mondo materiale consiste

nel rendere servizio ai piedi di loto di Govinda, la causa di tutte le

cause, e nel vederlo in ogni luogo. Solo questo è l’obiettivo supremo

della vita umana, come spiegano tutte le Scritture rivelate.

8:9 [Prahlada Maharaja continuò:]

Caro padre, ti prego, abbandona la tua mentalità demoniaca. Non

fare discriminazione nel tuo cuore tra nemici e amici; rendi la tua

mente equanime verso tutti. Non c’è altro nemico in questo mondo

che una mente sviata e priva di controllo. Quando consideriamo tutti

gli esseri su un piano di eguaglianza, allora ci troviamo in una

posizione che ci permette di adorare perfettamente il Signore.

9:10 Se un brahmana possiede tutte le dodici qualità brahminiche [così

come sono state elencate nel libro Sanat-sujata], ma non è un

devoto ed è contrario ai piedi di loto del Signore, è certamente

caduto più in basso di un devoto, che pur essendo un mangiatore di

cani, ha dedicato ogni cosa — la mente, le parole, le attività, la

ricchezza e la vita — al Signore Supremo. Questo devoto è migliore di

un brahmana, perché può purificare tutta la sua famiglia, mentre il

cosiddetto brahmana, situato in una posizione di falso prestigio, non

può purificare nemmeno se stesso.

10:13 Caro Prahlada, finché sei nel mondo materiale dovrai esaurire tutte

le reazioni delle attività virtuose, vivendo nella felicità, e agendo in

modo virtuoso neutralizzerai le attività empie. Per la potenza del

fattore tempo lascerai il corpo, ma le glorie delle tue attività saranno

cantate sui sistemi planetari superiori e infine tornerai a Dio, nella

tua dimora originale, perché sarai completamente libero da ogni

legame.

15-17 Prahlada Maharaja disse:

O Signore Supremo, poiché Tu sei così misericordioso verso le anime

cadute, Ti chiedo soltanto una benedizione. So che mio padre al

momento della morte è già stato purificato dal Tuo sguardo, ma

poiché ignorava il Tuo meraviglioso potere e la Tua supremazia, Ti

ha inutilmente mostrato la sua ira, pensando che Tu fossi l’assassino

di suo fratello. Così ha bestemmiato direttamente Tua Grazia, il

maestro spirituale di tutti gli esseri, e si è macchiato di pesanti colpe

contro di me, che sono Tuo devoto. Desidero che egli sia perdonato

per queste attività colpevoli.

18 Dio, la Persona Suprema, disse:

Caro Prahlada, che sei così puro e così santo, tuo padre è stato

purificato insieme con ventuno antenati della tua famiglia. Poiché tu

sei nato in questa famiglia, l’intera dinastia è stata purificata.

19 Dovunque si trovino devoti sereni, equilibrati, di buon

comportamento e ornati di tutte le buone qualità, il luogo e le

dinastie che lo abitano, anche se sono composte di peccatori, sono

purificati.

22 Caro bambino, tuo padre è già stato purificato grazie al contatto con

il Mio corpo al momento della morte. Tuttavia, un figlio ha il dovere

di compiere le cerimonie rituali dello sraddha dopo la morte di suo

padre, in modo che quest’ultimo possa essere elevato a un sistema

planetario dove potrà diventare un buon cittadino e un buon devoto.

23 Dopo aver compiuto le cerimonie rituali, assumi la responsabilità del

regno di tuo padre. Siedi sul trono e non lasciarti distrarre dalle

attività materiali, ma tieni la tua mente fissa su di Me. Senza

trasgredire le istruzioni dei Veda, per semplice formalità adempi i

tuoi particolari doveri.

39 Non solo Sisupala e Dantavakra, ma anche moltissimi altri re che

agirono come nemici di Krishna raggiunsero la liberazione al

momento della morte. Avendo in quel momento pensato al Signore,

ricevettero un corpo spirituale e una forma uguale alla Sua, proprio

come i vermi catturati dal calabrone prendono a loro volta un corpo

di calabrone.

11:7 L’Essere Supremo, Dio, la Persona Sovrana, è l’essenza di ogni

conoscenza vedica, la radice di tutti i principi della religione e la

memoria delle grandi autorità. O re Yudhisthira, questo principio

della religione dev’essere considerato in se stesso un’evidenza. Sulla

base di questo principio religioso ogni cosa trova soddisfazione,

compresa la mente, l’anima e perfino il corpo.

8-12 Questi sono i principi generali che tutti gli esseri umani devono

seguire: la veridicità, la misericordia, l’austerità [come osservare il

digiuno in determinati giorni dei mese], fare il bagno due volte al

giorno, la tolleranza, la discriminazione tra il bene e il male, il

controllo della mente, il controllo dei sensi, la non-violenza, la

castità, la carità, lo studio delle Scritture, la semplicità, la

soddisfazione, l’offerta di servizio a persone sante, l’abbandono

degli impegni non necessari, essere consapevoli della futilità delle

attività insulse della società umana, il silenzio e la serietà, evitare i

discorsi inutili, sapere valutare se la nostra identità è fisica o

spirituale, distribuire equamente il cibo tra tutti gli esseri [sia

uomini che animali], saper considerare ogni anima, specialmente

nella forma umana, come parte del Signore Supremo, ascoltare le

attività e le istruzioni di Dio, la Persona Suprema [che è il rifugio

delle persone sante], cantare le glorie di queste attività e di queste

istruzioni, ricordarle sempre, sforzarsi di rendere servizio al Signore,

adorarLo, offrirGli omaggi, diventare un Suo servitore, diventare un

Suo amico e sottomettersi completamente a Lui. O re Yudhisthira, la

forma umana ci deve portare ad acquisire queste trenta qualità che

sono sufficienti per soddisfare Dio, la Persona Suprema.

33, 34 Caro re, coltivando un campo senza interruzione, anno dopo anno, la

produttività ne sarà diminuita e tutti i semi che vi si piantano

andranno perduti. Come alcune gocce di ghé versate sul fuoco non

sono in grado di spegnerlo, mentre un fiotto di ghé lo estinguerà,

similmente lo sfrenato appagamento dei desideri sessuali annullerà

completamente questi stessi desideri.

14:5 Lavorando per guadagnarsi da vivere al fine di mantenere insieme

l’anima e il corpo, una persona veramente saggia deve vivere nella

società umana senza attaccarsi alla vita familiare, benché

all’apparenza sembri molto attaccata.

6 Un uomo intelligente nella società umana dovrebbe avere un

programma di attività molto semplice e se gli amici, i figli, i genitori,

i fratelli o qualcun altro gli danno qualche suggerimento, dovrebbe

dichiararsi formalmente d’accordo e acconsentire, ma dovrebbe

essere interiormente deciso a non crearsi una vita difficile che non

gli permetta di perseguire lo scopo della vita.

8 Si deve pretendere di possedere soltanto la ricchezza necessaria a

mantenere insieme l’anima e il corpo, ma chi desidera possedere in

eccedenza dev’essere considerato un ladro e merita di essere punito

dalle leggi della natura.

9 Bisogna trattare gli animali – i cervi, i cammelli, gli asini, le scimmie, i

topi, i serpenti, gli uccelli e le mosche — esattamente come i nostri

stessi figli. C’è veramente ben poca differenza tra i bambini e questi

animali innocenti.

10 Anche nella vita di famiglia l’uomo

deve accontentarsi di mantenere insieme l’anima e il corpo,

servendosi di ciò che è disponibile per grazia del Signore al prezzo di

uno sforzo minimo, secondo il luogo e la circostanza.

12 L’uomo è tanto convinto che la moglie sia una sua proprietà che

talvolta si uccide per lei o uccide altri, perfino i suoi genitori o il

maestro spirituale o l’insegnante. Per questa ragione, se si

abbandona questo attaccamento per la moglie, si conquisterà Dio, la

Persona Suprema, che non è mai conquistato da nessuno.

42 Caro re Yudhisthira, i brahmana, soprattutto quelli che s’impegnano

nel predicare le glorie del Signore in tutto il mondo, sono riconosciuti

e adorati da Dio, la Persona Suprema, che è il cuore e l’anima di

tutta la creazione. Predicando, i brahmana purificano i tre mondi con

la polvere dei loro piedi di loto e diventano perfino degni

dell’adorazione di Krishna.

15:9 Poiché hanno risvegliato la conoscenza spirituale, le persone che si

servono dell’intelligenza per compiere i sacrifici, che sono realmente

consapevoli dei principi della religione e sono libere dai desideri

materiali, controllano il sé nel fuoco della conoscenza spirituale, la

conoscenza della Verità Assoluta. Esse possono abbandonare il

procedimento delle cerimonie rituali.

12 L’irreligione si divide in cinque ramificazioni, conosciute in modo

specifico come irreligione [vidharma], princípi religiosi che non sono

adatti a noi [paradharma], ostentazione di religione [abhasa],

religione analogica [upadharma] e religione ingannevole [chala-

dharma]. Chi è consapevole della vera vita religiosa deve

abbandonare queste cinque forme d’irreligione.

13 I principi religiosi che impediscono di seguire la propria religione

sono detti vidharma. I principi religiosi introdotti da altri sono detti

para-dharma. Una nuova forma di religione, creata da una persona

piena di falso prestigio e che si oppone ai principi dei Veda, è detta

upadharma. E l’interpretazione basata sui giochi di parole è detta

chala-dharma.

26 Il maestro spirituale dev’essere considerato il Signore Supremo in

persona perché ci trasmette la conoscenza trascendentale allo scopo

d’illuminarci. Per conseguenza chi mantiene la concezione materiale

e considera il maestro spirituale come un essere umano comune non

otterrà mai il successo. La sua illuminazione e i suoi studi sulla

conoscenza vedica sono simili al bagno di un elefante.

CANTO 8

1:16 Dio, la Persona Suprema, Krishna, agisce esattamente come un

essere umano comune, eppure non desidera godere dei frutti

dell’azione. Egli possiede la perfetta conoscenza, è libero dai desideri e

dalle deviazioni materiali ed è completamente indipendente. Come

maestro supremo della società umana, Egli insegna la Sua via d’azione

e inaugura cosí il vero sentiero della religione. Chiedo a tutti di

seguirlo.

6:18 Dio, la Persona Suprema, disse:

O Brahma, Siva e altri esseri celesti, vi prego ascoltateMi con grande

attenzione, perché ciò che vi dirò porterà fortuna a tutti voi.

19 Finché non vi trovate in una posizione prospera, dovreste concludere

una tregua con i demoni e gli asura, che per ora sono favoriti dal

tempo.

20 O esseri celesti, vegliare sui propri interessi è cosí importante che

talvolta si può perfino fare una tregua con i propri nemici. Per il

proprio bene bisogna agire secondo la logica del topo e del serpente.

21 Cercate immediatamente di produrre il nettare che può rendere

immortale una persona che lo beve in punto di morte.

22, 23 O esseri celesti, gettate nell’oceano di latte tutti i generi di vegetali,

di erbe, piante ed erbe medicinali. Poi, con il Mio aiuto, tenendo la

montagna Mandara come perno e Vasuki come corda per frullare,

frullate l’oceano di latte con la massima attenzione. Cosí, i demoni

saranno impegnati nella fatica, mentre voi, gli esseri celesti, otterrete

il vero risultato, cioè il nettare prodotto dall’oceano.

24 Cari esseri celesti, con la pazienza e la pace si può fare ogni cosa, ma

chi si fa agitare dalla collera non otterrà il suo scopo. Perciò, qualsiasi

cosa i demoni chiedono, accordategliela.

25 Un veleno conosciuto come kalakuta sarà generato dall’oceano di

latte, ma non dovete aver timore. E quando diversi prodotti saranno

frullati dall’oceano, non dovete essere avidi e sentirvi ansiosi di

possederli, né dovete andare in collera.

7:44 E’ detto che le grandi personalità quasi sempre accettano

volontariamente la sofferenza per mitigare la sofferenza degli uomini.

Questo è considerato il modo piú elevato per adorare Dio, la Persona

Suprema, che è presente nel cuore di ogni essere.

Il Signore Supremo afferma nella Bhagavad-gita (18.66):

“Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me. Io ti libererò da tutte le

reazioni del peccato. Non temere.”

19:36 I grandi saggi e studiosi non approvano la carità che mette in pericolo

le proprie possibilità di sostentamento. Carità, sacrificio, austerità e

attività interessate sono consigliabili solo a colui che è in grado di

guadagnarsi da vivere in modo adeguato. [Non sono accessibili per chi

non è in grado di mantenersi].

37 Perciò, una persona che possieda una conoscenza completa dovrebbe

dividere le ricchezze accumulate in cinque parti: una a vantaggio

della religione, una a vantaggio della propria reputazione, una per

l’opulenza, una per la gratificazione dei sensi e una per il

mantenimento dei propri familiari. Una persona che si comporta in

questo modo è felice sia in questa vita che nella prossima.

20:4 Non c’è colpa piú grave della mancanza di veridicità. Per questo, un

giorno madre Terra disse: “Posso sostenere qualsiasi cosa, anche la

piú pesante, ma non un mentitore.”

22:9 A che serve questo corpo materiale che automaticamente abbandona il

suo proprietario alla fine della vita? E a che servono tutti i familiari,

nient’altro che saccheggiatori delle ricchezze, ricchezze che

dovrebbero essere usate invece al servizio del Signore, nell’opulenza

spirituale? A che serve la moglie? È solo la causa di sempre maggiori

condizionamenti materiali. E a che servono famiglia, casa, nazione e

società? L’attaccamento a queste cose non serve ad altro che a farci

sprecare la preziosa energia della vita.

20 Srimati Vindhyavali disse:

O mio Signore, Tu hai creato l’universo intero per godere dei Tuoi

divertimenti, ma gli sciocchi, privi d’intelligenza, hanno preteso di

esserne i proprietari per il loro godimento materiale. Certamente sono

spudorati agnostici. Arrogandosi un diritto di proprietà che non hanno,

pensano di poter fare la carità e di godere. In queste condizioni, che

cosa possono fare di buono per Te, che sei il creatore indipendente, il

sostegno e il distruttore dell’universo?

24 Dio, la Persona Suprema, disse:

Caro Brahma, a causa dell’opulenza materiale una persona sciocca

diventa ottusa e pazza, e perde il rispetto per chiunque nei tre mondi,

fino a sfidare la Mia autorità. A questa persona mostro un favore

speciale togliendole per prima cosa tutto ciò che possiede.

23:2 Bali Maharaja disse:

Quale meraviglioso risultato si ottiene anche solo col tentativo di offrirTi

un segno di rispetto! Ho semplicemente cercato di offrirTi il mio omaggio ed

ecco che il mio tentativo ha avuto il medesimo successo di quello dei puri devoti.

La misericordia incondizionata che mi hai dimostrato — a me che sono un

miserabile demone — non è mai stata ricevuta nemmeno dagli esseri celesti o dai

capi dei diversi pianeti.

6 Prahlada Maharaja disse:

O Signore Supremo, Tu sei adorato dall’universo intero; perfino Brahma e

e Siva adorano i Tuoi piedi di loto. Eppure, benché Tu sia una personalita cosi

grande, nella Tua gentilezza hai promesso di proteggerci, noi che siamo demoni.

Penso che una gentilezza simile non sia mai stata concessa nemmeno a Brahma,

a Siva o alla dea della fortuna, Laksml, e tantomeno agli altri esseri celesti o

alla gente comune.

8 O mio Signore, i Tuoi divertimenti compiuti in virtù della Tua inconcepibile

energia spirituale sono tutti meravigliosi e mediante il suo riflesso distorto,

l’energia materiale, Tu hai creato tutti gli universi. Come Anima Suprema di

tutti gli esseri viventi, sei consapevole di ogni cosa, percio sei senza dubbio

equanime verso tutti. Tuttavia, manifesti un favore speciale verso i Tuoi devoti.

Questa, pero, non e parzialità, perché la Tua caratteristica è quella di essere

come un albero dei desideri, che concede ogni cosa secondo le aspirazioni di

ognuno.

17 eri Visnu, devo comunque agire secondo i Tuoi ordini, perche il gesto più

propizio e il primo dovere di tutti è seguire la Tua volontà.

24:32 Dio, la Persona Suprema, disse:

O re che puoi vincere i tuoi nemici, nel settimo giorno a partire da oggi tutti i

tre mondi — Bhuh, Bhuvah e Svah — saranno sommersi dalle acque del diluvio.

33 Quando tutti i tre mondi saranno sommersi dalle acque, apparirà davanti a

te una grande nave, che Io ti avrò inviato.

34, 35 Allora, o grande re, raccoglierai tutte le specie di erbe e di semi per caricarle

sull’arca. Poi, accompagnato da sette rsi (saggi) e attorniato da tutte le specie di esseri

viventi, salirai a bordo dell’arca e senza tristezza viaggerai con i tuoi compagni

sulle acque del diluvio, dove l’unica luce sarà la radiosità emanante dai grandi

rsi.

36 Poi, quando la nave sarà squassata da venti sferzanti, l’aggancerai al Mio

corno servendoti del grande serpente Vasuki, perché Io sarò presente accanto

a te.

50 La gente che non conosce lo scopo della vita e accetta come guru un miserabile

sciocco si comporta come un cieco che, essendo incapace di vedere, scelga

come guida un altro cieco. Ma noi aspiriamo alla realizzazione spirituale e

quindi accettiamo Te, Dio, la Persona Suprema, come nostro maestro spirituale,

perché Tu puoi vedere in tutte le direzioni e sei onnisciente come il sole.

52 Mio Signore, Tu sei l’amico supremo e benevolo di ogni essere, l’amico più

caro, il dirigente supremo, l’anima e la guida suprema, Colui che dà la conoscenza

suprema e soddisfa tutti i desideri. Ma sebbene Tu sia nel cuore, lo sciocco

non può capirli, preso com’è dai desideri materiali.

55 Così Dio, la Persona Suprema, spiegò al re Satyavrata la scienza spirituale

conosciuta come sùnkhya-yoga, con la quale si può distinguere la materia dallo

spirito [in altre parole, il bhakti-yoga]; gli trasmise anche gli insegnamenti

contenuti nei Purùna [le storie antiche] e nella samhita. Il Signore spiegò Se

stesso attraverso tutte queste Scritture.

CANTO 9

Nella Bhagavad-gita (2.22) è affermato:

“Come una persona indossa vestiti nuovi e lascia quelli usati, così l’anima si

riveste di nuovi corpi materiali abbandonando quelli vecchi e inutili.”

È affermato nella Brahma-samhita (5.54):

Coloro che s’impegnano nel servizio devozionale non sono colpiti dai risultati

delle loro attività interessate. Tutti gli altri, invece, dal più piccolo microbo

fino al re dei pianeti celesti, Indra, sono soggetti alle leggi del karma. Un puro

devoto, essendo sempre impegnato nel servizio del Signore, non è soggetto al

controllo di queste leggi.

3:11 Dopo qualche tempo arrivarono all’asrama di Cyavana Muni gli Asvinikumara,

i due fratelli, medici degli esseri celesti. Dopo aver loro

offerto i suoi rispettosi omaggi, Cyavana Muni chiese loro di dargli la

giovinezza, perché essi ne avevano la capacità.

12 Cyavana Muni disse:

Sebbene voi non siate destinati a bere il soma-rasa nei sacrifici, vi

prometto di darvene un vaso pieno. Vi prego, datemi gioventù e

bellezza, perché tali doti attraggono le giovani donne.

13 I grandi medici, gli Asvini-kumara, accettarono con grande entusiasmo

la proposta di Cyavana Muni e dissero al brahmana: “Devi soltanto

tuffarti in questo lago che rende la vita un successo.” [Chi si bagna in

questo lago vede soddisfatti tutti i suoi desideri].

14 Dopo aver così parlato, gli Asvini-kumara afferrarono Cyavana Muni,

che era un vecchio invalido, malato, dalla pelle flaccida, dai capelli

canuti e dalle vene visibili su tutto il corpo, e tutti e tre entrarono

insieme nel lago.

15 Allora tre uomini dotati di un aspetto corporeo bellissimo emersero dal

lago. Erano vestiti elegantemente e ornati di orecchini e ghirlande di

fiori di loto. Tutti e tre gli uomini erano ugualmente dotati di bellezza.

4:63 Dio, la Persona Suprema, disse al brahmana:

Io sono sotto il completo controllo del Mio devoto. In realtà, Io non

sono affatto indipendente. Poiché i Miei devoti sono completamente

liberi dai desideri materiali, Mi siedo soltanto nel più profondo del loro

cuore. Che dire dei Miei devoti, se anche i devoti dei Miei devoti Mi

sono estremamente cari.

65 Poiché i puri devoti lasciano la casa, la moglie, i figli, i parenti, le

ricchezze e arrivano anche a sacrificare la propria vita per servirMi,

senza mantenere alcun desiderio di progresso materiale in questa vita

o nella prossima, come posso abbandonare i Miei devoti, anche per un

solo momento?

66 Come una donna casta tiene sotto il suo controllo mediante il servizio

il suo buon marito, così i puri devoti, che sono equanimi verso tutti gli

esseri e completamente attaccati a Me nel più profondo del cuore, Mi

hanno in loro potere.

68 Il puro devoto è sempre nel profondo del Mio cuore, e Io sono sempre

nel cuore del Mio puro devoto. I Miei devoti non conoscono altri che

Me e Io non conosco altri che loro.

69 O brahmana, voglio dunque consigliarti per il tuo stesso bene.

AscoltaMi. Offendendo Maharaja Ambarisa hai agito in realtà contro te

stesso. Perciò dovresti andare immediatamente da lui, senza un

attimo d’indugio. Quando si usa il proprio cosiddetto potere contro i

devoti, certamente esso ricadrà su chi lo ha usato e in realtà chi ne

subirà il danno sarà l’autore stesso del gesto, non la presunta

vittima.

70 Per un brahmana l’austerità e l’erudizione sono certamente

importanti, ma se non si accompagnano alla bontà, diventano

estremamente pericolose.

5:14 Durvasa Muni disse:

Caro re, oggi ho sperimentato la grandezza dei devoti di Dio, la

Persona Suprema, perché nonostante la mia offesa tu hai pregato per

la mia protezione.

22 Sri Sukadeva Gosvami continuo’:

Completamente soddisfatto, il grande yogi mistico Durvasa Muni

chiese al re il permesso di andarsene e partì senza cessare mai di

glorificarlo. Attraverso le vie del cielo raggiunse Brahmaloka, dove non

esistono agnostici e persone dedite all’arida speculazione filosofica.

8:24 Tu assumi una forma che assomiglia a un corpo

materiale solo per trasmetterci i Tuoi insegnamenti, come quelli della

Bhagavad-gita, ma in realtà Tu sei la Persona Suprema e originale.

10:17 Dopo aver invaso Lanka, l’esercito delle scimmie, che era guidato da

generali come Sugriva, Nila e Hanuman, occupò tutte le palestre, i

granai, le tesorerie, gli ingressi dei palazzi, le porte della città, le case

di riunione, gli spiazzi davanti agli edifici e perfino le piccionaie.

Quando i crocevia, le piattaforme, le bandiere e i vasi d’oro per l’acqua

sulle cupole della città furono distrutti, la città di Lanka sembrò un

fiume sconvolto da un branco di elefanti.

18 Nel vedere lo scompiglio creato dall’esercito delle scimmie, Ravana, il

signore dei Raksasa (cannibali), fece chiamare Nikumbha, Kumbha, Dhumraksa,

Durmukha, Surantaka, Narantaka e altri Raksasa, e anche suo figlio

Indrajit. Poi convocò Prahasta, Atikaya, Vikampana e alla fine anche

Kumbhakarna. Indusse quindi tutti i suoi seguaci a opporsi al nemico.

19 Sri Ramacandra (incarnazione divina), accompagnato da Laksmana (suo fratello) e dai guerrieri delle scimmie come Sugriva, Hanuman, Gandhamada, Nila, Angada,

Jambavan e Panasa, attaccò l’esercito dei Raksasa, che era ben

equipaggiato con varie armi invincibili, come spade, lance, archi,

prasa, rsti, frecce sakti, khao’ga e tomara.

20 Angada e gli altri generali dell’esercito di Ramacandra affrontarono gli

elefanti, la fanteria, la cavalleria e i carri del nemico, scagliando contro

di loro enormi alberi, vette rocciose, mazze e frecce. In questo modo i

soldati di Sri Ramacandra uccisero i soldati di Ravana, i quali avevano

perso ogni fortuna, perché Ravana era stato condannato dalla collera di

madre Sita (moglie rapita di Ramacandra).

21 Quando Ravana, il re dei Raksasa, vide che i suoi soldati erano perduti,

fu preso da una grande collera. Salì quindi sul suo aereo decorato di

fiori e si diresse verso Sri Ramacandra, che era seduto sullo splendido

carro guidato da Matali, l’auriga di Indra. Ravana allora colpì Sri

Ramacandra con le sue frecce appuntite.

22 Sri Ramacandra disse a Ravana:

Tu sei il più detestabile tra i cannibali. In realtà sei come i loro

escrementi. Sei come un cane; infatti, come un cane ruba il cibo dalla

cucina, approfittando dell’assenza del padrone, così tu in Mia assenza

hai rapito Mia moglie, Sitadevi. Perciò, come Yamaraja punisce i

peccatori, Io ti punirò nello stesso modo. Tu sei l’individuo più

odioso, peccaminoso e svergognato. Oggi, quindi, Io che non fallisco

mai ti punirò.

23 Dopo aver così rimproverato Ravana, Sri Ramacandra fissò una freccia

al Suo arco, prese la mira contro Ravana e scoccò la freccia, che

trafisse il cuore di Ravana come un fulmine. A questo spettacolo, tra i

seguaci di Ravana fu tutto un risuonare di lamenti: “Ahimè, Ahimè!

Cos’è successo? Cos’è successo?” Intanto Ravana cadeva dal suo

aereo, vomitando sangue dalle sue dieci bocche, proprio come un uomo

virtuoso cade sulla Terra dai pianeti celesti, quando i meriti delle sue

attività virtuose si sono esauriti.

30 In seguito, Sri Ramacandra trovò Sitadevi che se ne stava seduta in

una piccola capanna sotto l’albero Simsapa, nella foresta di alberi

Asoka. Era pallida ed emaciata per il dolore della separazione da Lui.

31 Nel vedere Sua moglie in quelle condizioni, Sri Ramacandra sentì una

profonda compassione. Quando Sri Ramacandra fu davanti a lei, Sita

fu perfettamente felice di poter contemplare il suo amato e la sua

bocca di loto manifestò la sua gioia.

32 Dopo aver dato a Vibhisana il potere di governare la popolazione

Raksasa di Lanka per la durata di un kalpa, Sri Ramacandra, Dio, la

Persona Suprema [Bhagavan], condusse Sitadevi su un aeroplano

decorato di fiori e vi salì Lui stesso. Poiché il periodo di esilio nella

foresta si era concluso, il Signore tornò ad Ayodhya, accompagnato da

Hanuman, da Sugriva e da Suo fratello Laksmana.

51 Sri Ramacandra diventò re durante il tretayuga, ma grazie al Suo

buon governo, quell’età era simile al satya-yuga. Tutti erano religiosi

e perfettamente felici.

52 O Maharaja Pariksit, gemma della dinastia di Bharata, durante il regno

di Sri Ramacandra tutte le foreste, i fiumi, le colline e le montagne, le

nazioni, le sette isole e i sette mari, erano tutti propizi e fornivano

tutto ciò che era necessario per la vita di tutti gli esseri.

53 Quando Sri Ramacandra, Dio, la Persona Suprema, era il re del mondo,

tutte le sofferenze fisiche e mentali — la malattia, la vecchiaia, la

confusione, il lamento, il dolore, la paura e la fatica — erano

completamente assenti. Nemmeno la morte esisteva per coloro che

non la desideravano.

54 Sri Ramacandra aveva fatto voto di accettare solo una moglie e di non

avere alcun rapporto con qualsiasi altra donna. Era un re santo e ogni

cosa nella Sua personalità era perfetta, non contaminata da difetti,

come la collera. Insegnava a tutti, specialmente agli uomini sposati, il

buon comportamento sulla base del varnasramadharma. Così istruì il

popolo con l’esempio delle Sue personali attività.

55 Madre Sita era molto sottomessa, fedele, timida, casta e sempre

pronta a comprendere i sentimenti di suo marito. Così, con il suo

carattere, il suo amore e il suo servizio seppe attrarre in modo

completo la mente del Signore.

11:2 Sri Ramacandra consegnò tutta la parte orientale al sacerdote detto

hota, tutta la parte meridionale al sacerdote brahma, l’occidente al

sacerdote adhvaryu e la parte settentrionale al sacerdote udgata, cioè

a colui che recita il Sama Veda. In questo modo Egli distribuì in carità

tutto il Suo regno.

3 Poi, pensando che i brahmana, essendo liberi da desideri materiali,

dovrebbero possedere il mondo intero, Sri Ramacandra consegnò

all’acarya il territorio situato in mezzo alle quattro direzioni.

4 Dopo aver così distribuito tutto in carità ai brahmana, Sri Ramacandra

tenne per Sé solo gli abiti e gli ornamenti che indossava, e similmente

anche la regina, madre Sita, conservò soltanto l’anello che ornava il

suo naso e nient’altro.

5 Tutti i brahmana impegnati nelle varie attività del sacrificio furono

molto compiaciuti per il comportamento di Sri Ramacandra, che era

molto affezionato e favorevole ai brahmana. Così, con il cuore

intenerito, Gli restituirono tutte le proprietà che avevano ricevuto da

Lui e pronunciarono le seguenti parole.

6 “O Signore, Tu sei il padrone dell’universo intero. Che cosa non ci hai

dato? Sei entrato nel profondo del nostro cuore e hai dissipato con la

Tua radiosità le tenebre della nostra ignoranza. Questo è il dono

supremo. Non abbiamo bisogno di donazioni materiali.”

18 L’attrazione tra uomo e donna, o tra maschio e femmina, presente in

ogni luogo, riempie tutti di paura. Questi sentimenti esistono anche in

grandi personalità, quali Brahma e Siva, e sono per loro causa di

paura; che dire quindi degli altri, che sono attaccati alla vita di

famiglia in questo mondo materiale.

14:36 Urvasi disse:

Caro re, tu sei un uomo, un guerriero. Non essere impaziente di

lasciare la vita. Sii sobrio e non permettere che i sensi, come volpi, ti

travolgano in questo modo. Non lasciare che le volpi ti divorino. In

altre parole, non farti dominare dai sensi. Dovresti sapere piuttosto

che il cuore di una donna è simile a quello di una volpe. L’amicizia di

una donna non porta benefici.

37 “In generale, le donne sono furbe e spietate; esse non possono

tollerare nemmeno la minima offesa. Per il proprio piacere possono

macchiarsi di qualsiasi cattiva azione, tanto che non temono neppure

di uccidere un marito fedele o un fratello.

38 Le donne si fanno facilmente sedurre dagli uomini. Per questa ragione,

le donne corrotte abbandonano l’uomo che vuole il loro bene per

stringere una falsa amicizia con persone sciocche. In verità, cercano

sempre nuovi amici, uno dopo l’altro.

15:39 Caro figlio, noi siamo tutti brahmana e ci siamo resi degni

dell’adorazione del popolo perché sappiamo perdonare. Grazie a

questa qualità Brahma, il supremo maestro spirituale, ha ottenuto la

sua posizione.

40 Il brahmana ha il dovere di coltivare la qualità del perdono, che è

splendente come il sole. Dio, la Persona Suprema, Hari, è soddisfatto

di coloro che sanno perdonare.

17:4 Il figlio di Kasya fu Kasi, e suo figlio fu Rastra, il padre di Dirghatama.

Dirghatama ebbe un figlio, Dhanvantari, che era una manifestazione di

Sri Vasudeva, il beneficiario dei risultati del sacrificio. Dhanvantari fu

l’iniziatore della scienza medica. Chi ricorda il Suo nome può essere

liberato da ogni malattia.

7 Alarka, il figlio di Dyuman, regnò sulla Terra per sessantaseimila anni.

Caro re Pariksit, nessun altro regnò sulla Terra per tanto tempo come

un giovane.

18:50 Libero dai desideri materiali, Maharaja Yayati adorò il Signore

Supremo che è situato nel cuore di ogni essere come Narayana ed è

invisibile agli occhi materiali, sebbene esista in ogni luogo.

20:18 Ho passato una vita di mille anni pieni nel godimento del piacere dei

sensi, eppure ogni giorno questo desiderio non fa che aumentare.

19 Perciò ora voglio abbandonare tutti questi desideri e meditare su Dio,

la Persona Suprema. Libero dalle dualità della speculazione mentale e

dal falso prestigio, andrò vagando per la foresta con gli animali.

20 Chi sa che la felicità materiale, buona o cattiva, in questa vita o nella

prossima, su questo pianeta o sui pianeti celesti, è temporanea e

inutile, e che una persona intelligente non dovrebbe cercare di godere

di queste cose e nemmeno dovrebbe pensarci, conosce il sé. Una

persona così realizzata sa bene che è proprio la felicità materiale la

causa del protrarsi dell’esistenza materiale e dell’oblio della propria

posizione costituzionale.

24 O re Pariksit, sebbene Yayati si fosse assuefatto alla gratificazione dei

sensi goduta per moltissimi anni, fu in grado di abbandonarla

completamente in un attimo, proprio come un uccello vola via dal nido

non appena le sue ali sono cresciute.

27, 28 In seguito Devayani, la figlia di Sukracarya, capì che la compagnia

materiale di marito, amici e parenti è simile a una compagnia di turisti

che si ritrovano in un albergo. Le relazioni sociali, le relazioni tra amici

e amanti sono create dalla maya di Dio, la Persona Suprema,

esattamente come avviene in un sogno. Per la grazia di Krishna

Devayani abbandonò la sua posizione immaginaria nel mondo

materiale. Fissando completamente la sua mente su Krishna,

raggiunse la liberazione dal corpo grossolano e dal corpo sottile.

20:33 Come governante della Terra intera, l’imperatore Bharata possedeva

l’opulenza di un regno immenso e di un esercito invincibile. I figli e la

famiglia erano tutta la sua vita, ma in seguito li considerò un

impedimento al suo avanzamento spirituale e smise di goderne.

21:12 Io non prego Dio, la Persona Suprema, per ottenere le otto perfezioni

dello yoga mistico né la liberazione da nascite e morti ripetute.

Desidero soltanto restare tra gli esseri viventi e soffrire in loro vece,

affinché possano essere liberati dalla sofferenza.

23:26 Per ottantacinquemila anni Kartaviryarjuna godette continuamente

delle opulenze materiali in piena forza fisica e con una memoria

ineguagliabile. In altre parole, egli godette di un’inesauribile opulenza

materiale con i suoi sei sensi.

32 Il famoso Sasabindu aveva diecimila mogli, con ognuna delle quali

generò un lakh di figli. Perciò il numero totale dei suoi figli

ammontava a diecimila lakh.

24:56 Ogni volta che i princìpi della religione si deteriorano e l’irreligione

aumenta, Dio, la Persona Suprema, Sri Hari, Colui che ha il controllo

supremo su ogni cosa, appare di Sua volontà.

59 Sebbene i demoni che s’impadroniscono del governo siano abbigliati

come uomini di Stato, non conoscono il dovere del governo. Per

conseguenza, secondo il piano di Dio, questi demoni, in possesso

d’immense forze militari, combattono l’uno contro l’altro e in questo

modo il grande fardello di demoni che pesa sulla Terra si riduce. È per

volontà del Supremo che i demoni accrescono la propria potenza

militare, affinché il loro numero si riduca e i devoti abbiano

l’opportunità di progredire nella coscienza di Krishna.

60 Dio, la Persona Suprema, Krishna, con la collaborazione di

Sankarsana, Balarama, compì imprese che superano perfino la

comprensione mentale di grandi personalità come Brahma e Siva.

61 Per manifestare la Sua misericordia incondizionata ai devoti, che

sarebbero nati in futuro in quest’era di Kali, Dio, la Persona Suprema,

Krishna, fece in modo che bastasse ricordarLo per liberarsi da ogni

lamento e infelicità dell’esistenza materiale.

62 Semplicemente ricevendo le glorie del Signore mediante un ascolto

purificato e trascendentale, i devoti del Signore si liberano

immediatamente dai potenti desideri materiali e dall’impegno nelle

attività interessate.

CANTO 10

1:42 Al momento della morte, sulla base del pensare, sentire e volere della

mente che è impegnata in attività interessate, si riceve una particolare

forma corporea. In altre parole, il corpo si sviluppa sulla base delle

attività della mente. I cambiamenti di corpo sono dovuti all’instabilità

della mente, perché altrimenti l’anima sarebbe potuta rimanere nel

suo corpo originale, spirituale.

44 Perciò, se le attività caratterizzate dall’invidia e dall’empietà ci

costringono ad assumere un corpo nel quale dovremo soffrire nella

prossima vita, perché dovremmo agire in modo empio? Considerando il

nostro stesso bene, non dovremmo invidiare nessuno, perché una

persona invidiosa deve sempre temere di ricevere un danno dai suoi

nemici, in questa vita e nella prossima.

67 I re di questa Terra, avidi di gratificazione dei sensi, quasi sempre

uccidono i loro nemici senza discriminazione. Per soddisfare il proprio

capriccio, potrebbero uccidere chiunque, anche la loro stessa madre, il

padre, i fratelli o gli amici.

2:19 Allora Devaki serbò in sé Dio, la Persona Suprema, la causa di tutte le

cause, il sostegno dell’intero cosmo, ma poiché era imprigionata nella

casa di Kamsa, era simile alle fiamme di un fuoco nascosto in un vaso,

o a una persona che possiede la conoscenza, ma non può distribuirla al

mondo per il bene dell’umanità.

27 Il corpo [il corpo totale e il corpo individuale si compongono degli

stessi elementi] può essere chiamato simbolicamente «l’albero

originale» Quest’albero, che dipende completamente dal terreno della

natura materiale, produce due tipi di frutti, la gioia e il dolore. La

causa dell’albero, costituita dalle sue tre radici, è il contatto con le tre

influenze della natura materiale: virtù, passione e ignoranza. I frutti

della felicità del corpo hanno quattro gusti — la religiosità, lo sviluppo

economico, la gratificazione dei sensi e la liberazione —, che possono

essere sperimentati mediante i cinque sensi destinati all’acquisizione

della conoscenza in sei possibili circostanze: il rimpianto, l’illusione, la

vecchiaia, la morte, la fame e la sete. I sette strati di corteccia che

ricoprono l’albero sono: la pelle, il sangue, i muscoli, il grasso, le ossa,

il midollo e il seme. E gli otto rami dell’albero sono i cinque elementi

grossolani e i tre elementi sottili: terra, acqua, fuoco, aria, etere,

mente, intelligenza e falso ego. L’albero del corpo ha nove cavità — gli

occhi, gli orecchi, le narici, la bocca, l’ano e i genitali — e dieci foglie, le

dieci arie che passano attraverso il corpo. Su quest’albero del corpo

vivono due uccelli: uno è l’anima individuale e l’altro è l’Anima

Suprema.

32 [Qualcuno potrebbe dire che oltre ai devoti, che cercano sempre rifugio

ai piedi di loto del Signore, ci sono anche altri, che non sono devoti, ma

hanno scelto altre strade per raggiungere la liberazione. Quale sarà il

loro destino? Per rispondere a questa domanda, Brahma e gli altri

esseri celesti dissero:]

O Signore dagli occhi di loto, sebbene i non-devoti che si dedicano a

rigide austerità e penitenze per raggiungere la posizione più elevata

possano credersi liberati, non hanno ancora un’intelligenza pura.

Cadono quindi dalla loro presunta posizione di superiorità perché non

hanno considerazione per i Tuoi piedi di loto.

36 O Signore, il Tuo nome e la Tua forma trascendentali non possono

essere conosciuti da coloro che si limitano a speculare vagando sui

sentieri della fantasia. Il Tuo nome e la Tua forma e le Tue qualità

possono essere conosciuti soltanto attraverso il servizio devozionale.

37 Anche impegnandosi nelle varie attività, i devoti che hanno la mente

completamente concentrata sui Tuoi piedi di loto e ascoltano,

ripetono, contemplano e fanno ricordare agli altri i Tuoi nomi e le Tue

forme trascendentali, sono sempre situati al livello trascendentale e

possono quindi comprendere Dio, la Persona Suprema.

3:18 Colui che considera indipendente dall’anima il suo corpo visibile, che è

un prodotto delle tre influenze della natura materiale, non conosce la

base stessa dell’esistenza ed è quindi soltanto un miserabile. Le

persone sagge hanno respinto questa conclusione, perché un’attenta

analisi può dimostrare che senza avere una base nell’anima, il corpo

visibile e i sensi non avrebbero consistenza. Tuttavia, gli sciocchi

considerano questa una realtà, benché tali conclusioni siano state

respinte.

4:46 Caro re, quando un uomo perseguita le grandi anime vedrà distrutti

tutti i beni che possiede, la longevità, la bellezza, la fama, la religione,

tutte le benedizioni e la possibilità di elevarsi ai pianeti superiori.

5:4 O re, col trascorrere del tempo la terra e gli altri possedimenti

materiali si purificano; con un bagno si purifica il corpo e con la pulizia

le cose sporche. Con le cerimonie di purificazione si purifica la nascita,

con l’austerità si purificano i sensi, e con l’adorazione e la carità

offerta ai brahmana si purificano i possedimenti materiali. Con la

soddisfazione si purifica la mente e con la realizzazione spirituale, la

coscienza di Krishna, si purifica l’anima.

28 Come spiegano le Scritture vediche, quando amici e parenti stanno

bene, l’uomo trae veri benefici dalla religione, dallo sviluppo

economico e dal piacere dei sensi. Altrimenti, se amici e parenti

soffrono, l’uomo non può derivare alcuna gioia da questi tre beni.

6:20 Il bambino fu completamente lavato con urina di mucca, e poi

cosparso con la polvere sollevata dagli zoccoli delle mucche. Poi con lo

sterco di mucca furono applicati al Suo corpo differenti nomi del

Signore, su dodici diverse parti del Suo corpo, a cominciare dalla

fronte, con lo stesso metodo usato per applicare il tilaka. In questo

modo il bambino fu protetto.

29 Le streghe malefiche conosciute come Dakini, Yatudhani e Kusmanda

sono le più grandi nemiche dei bambini, e gli spiriti maligni, come i

Bhuta, i Preta, i PiSaca, gli Yaksa, i Raksasa e i Vinayaka, e anche le

streghe come Kotara, Revati, Jyestha, Putana e Matrka sono sempre

pronte ad agitare il corpo, l’aria vitale e i sensi, causando la perdita

della memoria, la pazzia e gli incubi. Come gli espertissimi astri del

male, essi creano tutti gravi turbamenti, specialmente ai bambini, ma

per poterli sconfiggere basta pronunciare il nome di Sri Visnu, perché

al suono del santo nome di Visnu, tutti questi esseri malvagi fuggono

terrorizzati.

8:13 Tuo figlio Krishna appare nel corso di ogni era in una manifestazione

diversa. Nel passato ha già assunto tre diversi colori — bianco, rosso e

giallo — e ora è apparso in un colore scuro. [In un altro dvaparayuga

era apparso (come Sri Ramacandra) nel colore di un suka, di un

pappagallo. Tutte queste manifestazioni si sono ora riunite in Krishna.]

18 I demoni [gli asura] non possono fare del male agli esseri celesti che

hanno sempre Sri Visnu schierato dalla loro parte. Similmente,

qualsiasi persona o gruppo, se è attaccato a Krishna, gode di una

grande fortuna. Poiché queste persone sono molto affezionate a

Krishna non possono essere sconfitte dai demoni, quali i compagni di

Kamsa [o dai nemici interni, i sensi].

19 Per concludere, quindi, o Nanda Maharaja, questo tuo bambino

equivale a Narayana. Per le Sue qualità trascendentali, la Sua

opulenza, il Suo nome, la Sua fama e il Suo potere, Egli è esattamente

come Narayana. Dovreste tutti allevare questo bambino con grande

cura e attenzione.

29 «Cara amica Yasoda, a volte tuo figlio entra nelle nostre case prima

della mungitura, sveglia i vitelli, e quando il padrone di casa si

arrabbia, tuo figlio semplicemente sorride. Talvolta trova il sistema per

rubare il nostro yogurt, il burro e il latte, e Se li mangia o li beve.

Quando le scimmie arrivano in massa, divide tutto con loro, e quando

le scimmie sono tanto piene da scoppiare, Lui rompe tutti i vasi.

Talvolta, se non riesce a rubare il burro o il latte in qualche casa, Si

arrabbia con i padroni di casa e per vendicarSi pizzica i bambini piccoli

fino a farli piangere. Poi, quando i bambini si mettono a strillare,

Krishna scappa via.

31 «Quando Krishna è pescato con le mani nel sacco, il padrone di casa fa

finta di arrabbiarsi con Lui e Gli dice: ‘Ladro che non sei altro!’ Allora

Krishna risponde: ‘Io non sono un ladro. Tu sei un ladro!’ Qualche

volta, quando Si arrabbia, Krishna urina ed evacua in qualche angolo

pulito e ordinato delle nostre case. Ma adesso, cara Yasoda, ecco che

questo abile ladruncolo Si siede davanti a te come un bambino

modello.» Talvolta tutte le gopi guardavano Krishna che era venuto a

sederSi là, con gli occhi impauriti, in modo che Sua madre non Lo

punisse, e vedendo il Suo bellissimo volto, invece di rimproverarLo si

limitavano a guardarLo e provavano una felicità trascendentale. A

questa scena divertente, madre Yasoda tratteneva un sorriso e

decideva di non punire quel benedetto bambino trascendentale.

9:13, 14 Dio, la Persona Suprema, non ha né inizio né fine, né esterno né

interno, né davanti né dietro. In altre parole è onnipresente. Poiché

Dio non è soggetto all’influenza dell’elemento tempo, per Lui non c’è

differenza tra passato, presente e futuro; Egli esiste in ogni tempo

nella Sua forma trascendentale. Essendo assoluto, al di là della

relatività, è libero da ogni distinzione di causa e di effetto, benché sia

la causa e l’effetto di ogni cosa. Questa Persona non-manifestata, che

è situata al di là della percezione dei sensi, era apparsa ora come un

bambino umano, e madre Yasoda, che Lo considerava normalmente

come il suo bambino, Lo legò al mortaio di legno con una corda.

21 Dio, la Persona Suprema, Krishna, il figlio di madre Yasoda, può essere

avvicinato da devoti impegnati nel servizio d’amore spontaneo, ma non

può essere raggiunto così facilmente dagli speculatori mentali, da

coloro che cercano di raggiungere la realizzazione spirituale col

compimento di rigide austerità e di penitenze, o da coloro che

s’identificano con il corpo.

10:8 Narada Muni disse:

Tra tutte le attrattive del piacere materiale, quella della ricchezza

confonde l’intelligenza più del fatto di avere un bell’aspetto fisico, di

essere nati in una famiglia nobile e di essere colti. Quando una

persona ignorante s’inorgoglisce delle proprie ricchezze, certamente

se ne servirà per godere del vino, delle donne e del gioco d’azzardo.

9 Incapaci di controllare i sensi, i mascalzoni che s’infatuano delle loro

ricchezze o della loro nascita in una famiglia nobile sono così crudeli

che per nutrire il corpo — nella convinzione che esso non debba mai

invecchiare e morire — uccidono poveri animali innocenti senza alcuna

pietà. E in qualche caso arrivano perfino a uccidere animali solo per

divertimento.

10 In questa vita ci si può inorgoglire del proprio corpo, nella convinzione

di essere un grand’uomo, un ministro, un presidente o perfino un

essere celeste, ma chiunque noi siamo, dopo la morte il nostro corpo si

trasformerà in vermi, in escrementi o in cenere. Chi uccide poveri

animali innocenti per soddisfare gli effimeri capricci del proprio corpo

ignora che dovrà soffrire nella prossima vita; simili miscredenti, infatti,

dovranno finire all’inferno e subire i risultati delle loro azioni.

11 Nel corso della vita a chi appartiene veramente questo corpo? A chi ci

dà lavoro, al sé, al padre, alla madre, o al padre della madre?

Appartiene forse alla persona che lo porta via con la forza, al padrone

di schiavi che lo compra, o ai figli che lo bruciano nel fuoco? E se il

corpo non viene bruciato, appartiene ai cani che lo divorano? Tra tanti

che potrebbero reclamarlo, chi veramente potrà dirlo proprio? Cercare

solo di mantenere il corpo con le attività colpevoli, senza accertare chi

è il proprietario del corpo, non è certo un bene.

12 Dopo tutto, questo corpo è prodotto dalla natura non-manifestata, poi

di nuovo sarà distrutto e si fonderà negli elementi naturali. Perciò è

una proprietà comune a tutti. Date le circostanze, quale persona

onesta può reclamarne l’esclusiva proprietà e, allo scopo di

mantenerlo, commettere crimini come quello di uccidere animali solo

per capriccio? Solo un criminale potrebbe comportarsi in questo modo.

13 Sciocchi, atei e mascalzoni, pieni di orgoglio per le loro ricchezze, non

riescono a vedere le cose così come stanno. Perciò, gettarli di nuovo

nella povertà è il medicamento adatto per i loro occhi, affinché possano

vedere veramente. Almeno un povero, conoscendo bene la sofferenza,

riesce a capire quanto sia dolorosa la povertà e non vuole quindi

vedere gli altri in una condizione penosa come la sua.

14 Vedendo i loro volti, chi è stato punto da un ago può comprendere il

dolore di altri che attraversano la stessa esperienza. Poiché

comprende che il dolore è il medesimo per tutti, non vuole che altri

soffrano nello stesso modo. Ma chi non è mai stato punto da un ago

non può comprendere questo dolore.

15 Un povero deve automaticamente sottoporsi ad austerità e penitenze,

perché non ha ricchezza per possedere qualcosa. Il suo falso prestigio

è quindi domato. Sempre a corto di cibo, di rifugio e di abiti, deve

accontentarsi di ciò che ottiene per misericordia della provvidenza.

Sottoporsi a queste austerità forzate è un beneficio per lui, perché esse

lo purificano e lo liberano completamente dal falso ego.

16 Sempre affamato, bramoso di trovare una quantità di cibo sufficiente,

un povero diventa sempre più debole. Potendo disporre solo di una

forza limitata, avrà sensi naturalmente tranquilli. Perciò, un povero

non è capace di compiere atti pericolosi e crudeli. In altre parole,

quest’uomo raggiunge naturalmente i risultati dell’austerità e delle

penitenze che sono volontariamente adottate dalle persone sante.

17 Le persone sante possono stare liberamente in compagnia di persone

povere, ma non di quelle ricche. Un povero, grazie al contatto con le

persone sante, perde ben presto ogni desiderio materiale e in breve

purificherà il suo cuore da ogni sporcizia.

11:7 [Le gopi dicevano:]

«Caro Krishna, se danzi Ti darò un pezzo di dolce.» Con queste parole,

o battendo le mani, tutte le gopi incoraggiavano Krishna in diversi

modi. Allora, benché Egli sia la potentissima persona divina, sorrideva

e danzava per soddisfarle come una marionetta nelle loro mani.

Talvolta, alla loro richiesta cantava forte. In questo modo Krishna Si

sottometteva completamente alle gopi.

8 Talvolta madre Yasoda o le sue amiche gopi dicevano a Krishna,

«Portami quello», o «Portami quell’altro». Gli chiedevano a volte di

portare uno sgabello, degli zoccoli o un misurino di legno, e Krishna,

per obbedire alle madri, cercava di accontentarle. Ma a volte, come se

non fosse capace di sollevare queste cose, Si limitava a toccarle e

rimaneva li fermo. Semplicemente per dare piacere ai Suoi parenti, Si

batteva il corpo con le braccia per far vedere che era forte.

59 In questo modo Krishna e Balarama passarono la loro infanzia a

Vrajabhumi impegnandoSi in attività infantili, giocando a nascondino,

fingendo di costruire un ponte sull’oceano e saltando qua e là come

scimmie.

13:2 I paramahamsa, i devoti che hanno accettato l’essenza della vita, sono

attaccati a Krishna nel più profondo del loro cuore e hanno trovato in

Krishna la mèta dell’esistenza. Per loro è naturale parlare solo di

Krishna in ogni istante, come se questi argomenti avessero una

freschezza sempre nuova. Sono attratti da questi discorsi, proprio

come i materialisti sono sempre attratti dagli argomenti che si

riferiscono alle donne e al sesso.

57 Il Brahman Supremo è situato al di là della speculazione mentale, Si

manifesta da Sé, esiste nella Sua propria felicità ed è al di là

dell’energia materiale. Egli è conosciuto attraverso le più elevate

gemme tra i Veda, col rifiuto della conoscenza di valore irrilevante.

59 Poi, guardandosi intorno, Brahma immediatamente vide Vrindavana

dinanzi a sé, piena di alberi destinati al sostentamento dei suoi

abitanti e ugualmente piacevoli in ogni stagione.

60 Vrindavana è la dimora trascendentale del Signore, dove né fame né

sete né collera sono presenti. Benché ostili per natura, gli esseri umani

e gli animali feroci vivono là legati da un’amicizia trascendentale.

SRIMAD BHAGAVATAMultima modifica: 2020-01-27T20:35:59+01:00da ruggerorv


© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963