ALTRI TESTI BAHÀ’Ì
Questa è una selezione di testi bahà’ì. I libri nella loro interezza possono essere letti nel sito Bahà’ì Milano – Biblioteca digitale.
GEMME DI MISTERI DIVINI
Testo bahà’ì scritto da Bahà’u’llàh.
6 Ora che il discorso è giunto a questo eccelso,
ostico tema e che ha toccato questo sublime,
impenetrabile mistero, sappi che i
popoli cristiani ed ebrei non hanno colto
l’intendimento delle parole di Dio e le
promesse da Lui fatte loro nel Suo Libro e
perciò hanno negato la Sua Causa, smentito
i Suoi Profeti e respinto le Sue prove. Se
solo avessero fissato lo sguardo sulla testimonianza
di Dio, se si fossero rifiutati di
seguire le orme degli abietti e degli stolti
fra i loro capi e i loro teologi, sarebbero indubbiamente
pervenuti al ricettacolo della
guida e alla tesoreria della virtù e avrebbero
libato le acque cristalline della vita eterna
nella città del Misericordiosissimo, nel
giardino del Gloriosissimo e nell’intima realtà
del Suo paradiso.
22 È scritto in tutti i Libri del Vangelo che
Colui Che è lo Spirito rivolse ai Suoi discepoli
parole di pura luce dicendo: «Sappiate
che il cielo e la terra passeranno, ma
le mie parole non passeranno». Com’è
chiaro ed evidente all’eminenza tua, queste
parole significano esteriormente che i Libri
del Vangelo rimarranno nelle mani della
gente fino alla fine del mondo, che le loro
leggi non saranno abrogate, che la loro testimonianza
non sarà abolita e che tutto ciò
che vi è stato ingiunto, prescritto o ordinato
durerà per sempre.
23 Infatti, i teologi cristiani usano
questo versetto per dimostrare che il Vangelo
non sarà mai abrogato e che, anche se
tutti i segni registrati nei loro Libri si adempiessero
e il Promesso apparisse, Egli
non potrebbe far altro che governare la
gente secondo le ordinanze del Vangelo.
Essi sostengono che se Egli manifestasse
tutti i segni indicati nei Libri, ma decretasse
cose diverse da quelle decretate da Gesù,
essi non Lo riconoscerebbero e non Lo
seguirebbero, tanto chiara ed evidente è la
questione ai loro occhi.
24 E tutto ciò, mentre
il Giorno della resurrezione è stato annunciato,
e la Tromba ha suonato, e tutti i
cittadini della terra e del cielo sono stati
radunati, e la Bilancia è stata scelta, e il
Ponte è stato gettato, e i Versetti sono stati
inviati, e il Sole ha brillato, e le stelle sono
state cancellate, e le anime sono state riportate
in vita, e il soffio dello Spirito ha spirato,
e gli angeli sono stati disposti in
schiere, e il Paradiso è stato portato vicino,
e l’Inferno è stato attizzato! Tutto ciò è accaduto,
eppure finora nemmeno uno di costoro
l’ha riconosciuto! Giacciono tutti
come morti nei sudari, tranne coloro che
hanno creduto e si sono rifugiati presso
Dio, coloro che in questo giorno gioiscono
nel Suo paradiso celestiale e percorrono la
via del Suo compiacimento.
25 Così si sono discostati
dalla misericordia del loro Signore e non
sono giunti alla Sua Bellezza nel giorno
della Sua presenza. Infatti, non appena Egli
venne loro con un segno e una testimonianza
da Dio, la medesima gente che aveva
ansiosamente atteso il giorno della Sua
Rivelazione, che L’aveva invocato di giorno
e nottetempo, che L’aveva implorato di
radunarli alla Sua presenza e di concedere
loro di dare la vita sulla Sua via, di essere
ben guidati dalla Sua guida e illuminati
dalla Sua luce – quella medesima gente Lo
condannò e Lo vilipese, e Gli inflisse tali
crudeltà che trascendono la mia capacità di
raccontare e la tua di ascoltare.
26 Ahimè, ahimè, che cos’è accaduto a Colui
Che era la Manifestazione dell’Essere di
Dio, che cos’è stato fatto subire a Lui e ai
Suoi amati! La gente inflisse loro ciò che
nessun’anima ha mai inflitto ad altri e che
nessun infedele ha mai perpetrato contro
un credente o sofferto per sua mano. Ahimè,
ahimè! Quell’Essere immortale giacque
sulla più atra polvere, lo Spirito Santo
gemette nei recessi della gloria, le colonne
del Trono crollarono nell’eccelso dominio,
la gioia del mondo si mutò in dolore nella
terra cremisi e la voce dell’Usignolo tacque
nel reame dorato. Guai a loro per ciò che le
loro mani hanno operato e per quello che
essi hanno perpetrato!
27 Mentre prima invocavano vittoria sugli
empi, quando giunse loro Colui Che già ben
conoscevano, Lo rinnegarono, maledica Iddio
i negatori!
34 Sappi che i passi che abbiamo definito
«ambigui» tali appaiono solo agli occhi di
coloro che non sono riusciti a librarsi
sull’orizzonte della guida e a raggiungere
le vette del sapere nei recessi della grazia.
Altrimenti, per coloro che hanno riconosciuto
i Depositari della Rivelazione divina
e che, per Sua ispirazione, hanno visto i
misteri dell’autorità divina, tutti i versetti
di Dio sono perspicui e tutte le Sue allusioni
sono chiare. Siffatti uomini discernono i
misteri interiori adornati con la veste della
parola, tanto chiaramente quanto voi percepite
il calore del sole o la dolcezza
dell’acqua, anzi ancor più distintamente.
44 Se sei un abitante di questa città
nell’oceano dell’unità divina, vedi tutti i
Profeti e i Messaggeri di Dio come
un’anima sola e un solo corpo, una sola luce
e un solo spirito, in tal guisa che il primo
di loro sarebbe l’ultimo e l’ultimo il
primo. Infatti, essi sono tutti sorti per proclamare
la Sua Causa e hanno fondato le
leggi della saggezza divina.
54 Ma poiché non hanno riconosciuto gli accenti
di Dio e i misteri divini e le sante allusioni
racchiuse in ciò che è fluito dalla
bocca di Muḥammad e poiché hanno trascurato
di esaminare la questione nel loro
cuore e hanno invece seguito quei sacerdoti
dell’errore che hanno impedito il progresso
della gente nelle passate dispensazioni e
che continueranno a farlo nei cicli futuri,
perciò sono stati separati come con un velo
dallo scopo divino, non si sono dissetati ai
rivi celesti e si sono privati della presenza
di Dio, della Manifestazione della Sua Essenza
e dell’Oriente della Sua eternità.
72 Indi medita sul discorso di uno dei Profeti
Che, con velate allusioni e simboli occulti,
annunciò alle anime degli uomini le liete
novelle di Colui Che doveva venire dopo di
Lui, sì che tu sappia con certezza che le loro
parole sono imperscrutabili a tutti fuorché
coloro che sono dotati di un cuore che
comprende. Egli dice: «Aveva occhi fiammeggianti
come fuoco» e «i Suoi piedi avevano
l’aspetto del bronzo» e «dalla bocca
Gli usciva una spada affilata a doppio
taglio». Com’è possibile interpretare alla
lettera queste parole? Se qualcuno apparisse
con tutti questi segni, non sarebbe umano.
E come potrebbe un’anima cercare la
sua compagnia? No, se apparisse in una
città, perfino gli abitanti dell’altro mondo
lo sfuggirebbero e nessun’anima oserebbe
avvicinarsi a lui!
73 Ma guarda quanti stolti di ere trascorse e
quanti in questo giorno aspettano l’avvento
di un essere siffatto! E se non apparisse
nella forma or ora menzionata, non gli renderebbero
mai omaggio. E poiché un essere
siffatto non apparirà mai, così essi non crederanno
mai. In verità, questa è la misura
della comprensione di queste anime empie
e perverse! Come potrebbe chi non riesce a
capire l’evidenza delle evidenze e la chiarezza
delle chiarezze comprendere le astruse
realtà dei precetti divini e l’essenza dei
misteri della Sua eterna saggezza?
74 Spiegherò ora brevemente il vero significato
di questa frase, sì che tu ne scopra i misteri
nascosti e sia fra coloro che percepiscono.
Esamina e giudica correttamente ciò
che ti riveleremo, sì che tu sia annoverato
agli occhi di Dio fra coloro che sono equanimi
in queste cose.
75 Sappi dunque che Colui Che proferì queste
parole nei reami della gloria intendeva descrivere
gli attributi di Colui Che deve venire
in termini così velati ed enigmatici da
eludere la comprensione della gente
dell’errore. Ora, quando dice: «Aveva occhi
fiammeggianti come fuoco», allude
semplicemente all’acutezza della vista e alla
finezza della visione del Promesso, Che
coi Suoi occhi brucia ogni velo e ogni
schermo, rende noti gli eterni misteri del
mondo contingente e distingue i volti ottenebrati
dalla polvere da quelli luminosi
della luce del paradiso. Se i Suoi occhi
non fossero fatti del fiammeggiante fuoco
di Dio, come potrebbe consumare i veli e
bruciare tutto ciò che la gente possiede?
Come potrebbe mirare i segni di Dio nel
Regno dei Suoi nomi e nel mondo del creato?
Come potrebbe vedere tutte le cose con
l’occhio di Dio che tutto percepisce? Così
Gli abbiamo conferito visione penetrante in
questo giorno. Se solo credessi nei versetti
di Dio!
76 Quanto alle parole «i Suoi piedi avevano
l’aspetto del bronzo», con ciò s’intende la
Sua costanza nell’ascoltare la chiamata di
Dio che Gli comanda: «Resta quindi sul
retto sentiero, come t’è stato ordinato».
Egli persevererà nella Causa di Dio e mostrerà
tale fermezza nella via della Sua possanza,
che anche se tutte le potenze della
terra e del cielo Lo rinnegassero, non esiterebbe
a proclamare la Sua Causa né sfuggirebbe
al Suo comando di promulgare le
Sue Leggi. Al contrario, si ergerà saldo
come le montagne più alte e le cime più
eccelse e rimarrà inamovibile nella Sua
obbedienza a Dio e incrollabile nel rivelare
la Sua Causa e nel proclamare la Sua Parola.
Nessun ostacolo Lo fermerà e la condanna
dei reietti non Lo ostacolerà e il ripudio
degli infedeli non Lo farà vacillare.
Tutto l’odio, il ripudio, l’iniquità e la miscredenza
che Egli vede servono solo a
rinvigorire il Suo amore per Dio, a rafforzare
l’anelito del Suo cuore, ad accrescere
l’esultanza della Sua anima e a colmare il
Suo petto di devozione appassionata. Hai
mai visto in questo mondo bronzo più forte,
o spada più affilata, o monte più resistente?
In verità Egli rimarrà in piedi per
affrontare tutti gli abitanti della terra e non
temerà nessuno, malgrado ciò che, come
ben sai, la gente è incline a commettere.
Sia gloria a Dio, Che Lo ha insediato e
chiamato! Dio ha il potere di fare quel che
Gli piace. In verità, Egli è l’Aiuto nel pericolo,
Colui Che esiste da Sé.
77 E inoltre dice: «Dalla bocca Gli usciva una
spada affilata a doppio taglio». Sappi che
essendo la spada uno strumento che divide
e separa e poiché dalla bocca dei Profeti e
degli Eletti di Dio procede ciò che scevera
il credente dall’infedele e l’amante
dall’amato, questo termine è stato usato in
questo senso e non s’intende altro significato
a parte questa divisione e separazione.
Così, quando Colui Che è il Punto Primo e
l’eterno Sole vorrà, col permesso di Dio,
radunare tutto il mondo, trarli fuori della
tomba dell’io e dividerli l’uno dall’altro,
pronunzierà un solo Suo versetto e quel
versetto distinguerà la verità dall’errore da
quel giorno fino al Giorno della resurrezione.
Quale spada è più affilata di questa
spada celeste, quale lama più tagliente di
questo incorruttibile acciaio che recide ogni
nodo e così separa il credente
dall’infedele, il padre dal figlio, il fratello
dalla sorella e l’amante dall’amato? Infatti
chi crede in ciò che gli è stato rivelato è
un vero credente e chi se ne allontana è un
infedele e tra loro c’è una tale irrevocabile
separazione che smettono di frequentarsi e
associarsi in questo mondo. E così è fra
padre e figlio, perché se il figlio crede e il
padre nega, essi saranno separati e per
sempre divisi l’uno dall’altro. Anzi, vedi
che il figlio uccide il padre e il padre il figlio.
Considera nella stessa luce tutto ciò
che ti abbiamo spiegato e riferito.
78 Se guarderai tutte le cose con l’occhio del
discernimento, vedrai che questa spada divina
separa le generazioni. Se solo lo potessi
capire! Tutto ciò accade in virtù della
parola di separazione che si manifesta il
Giorno del giudizio e della separazione, se
la gente desse ascolto nei giorni del suo Signore.
105 Da questo augustissimo ed eccelso stadio
e da questo sublime e glorioso piano, il
ricercatore entra nella Città
dell’immortalità, per dimorarvi per sempre.
In questo stadio egli vede se stesso assiso
sul trono dell’indipendenza e sul seggio
dell’esaltazione.
108 Fra non molto, il giorno della prossima
Resurrezione, il fedele vedrà Colui Che
Dio manifesterà discendere con questa città
dal cielo dell’Invisibile assieme a una
compagnia dei Suoi eccelsi angeli favoriti.
Grande, dunque, è la benedizione di chi
giunge alla Sua presenza e vede il Suo
sembiante. In verità, abbiamo tutti questa
speranza ed esclamiamo: «Sia lode a Lui,
perché in verità Egli è l’Eterna Verità e a
Lui ritorniamo!»
112 In verità, noi tutti apparteniamo
a Colui Che Dio manifesterà
nella prossima Resurrezione e per Lui saremo
ricondotti in vita.
114 Da questo stadio il viandante ascende a
una Città che non ha né nome né descrizione
e della quale non si odono né suono né
menzione. Vi scorrono gli oceani
dell’eternità, mentre essa gravita attorno al
seggio dell’eternità.
IL TABERNACOLO DELL’UNITA’
Tavola a Mànikchì Sàhib
9 La vera pace e la vera tranquillita si realizzeranno
solo quando ogni anima vorrà il bene di tutto
il genere umano.
10 La prima parola di Colui Che è
l’Onnisciente è questa: O figli della polvere!
Volgete il viso dall’oscurità dell’estraniamento
verso la fulgida luce dell’astro
dell’unità. Questo è ciò che gioverà ai popoli
della terra più di qualsiasi altra cosa.
11 Di: O gente!
Il buio della cupidigia e dell’invidia ottenebra
la radiosità dell’anima come le nubi oscurano
la luce del sole.
13 O genti! Le parole devono essere suffragate
dalle azioni, perche le azioni sono la
vera dimostrazione delle parole.
Il Signore della saggezza celestiale
dice: Una parola dura è come il fendente di
una spada, una parola gentile è come il latte.
Risposte alle domande di
Manikchi Sàib da una Tavola
a Mìrza Abu’l-Fadl
11 In verità, con l’inizio dell’anno
nove il tempo delle domande e delle risposte
è giunto alla fine. Così Egli, santificato
e magnificato sia il Suo nome, dice: – Questo
non è giorno in cui l’uomo possa interrogare
il suo Signore. Quando senti l’appello
di Dio proferito da Colui Che è
l’Oriente della magnificenza, esclama: “Eccomi,
o Signore di tutti i nomi! Eccomi, o
Creatore dei cieli! Attesto che Ti sei rivela-
to e hai rivelato qualunque cosa Tu voglia
per Tuo decreto. In verità, Tu sei il Signore
della forza e della possanza”. –
16 Ciò che è proferito e rivelato in questo
giorno è il fondamento ed è considerato
come se fosse il Libro Madre e la Sorgente
di tutti i detti. Sebbene ogni giorno sia associato
a Dio, magnificata sia la Sua gloria,
pure questi giorni sono stati prescelti e adornati
con l’ornamento dell’intima associazione
con Lui, perché sono stati elogiati
nei libri degli Eletti di Dio nonché di alcuni
dei Suoi Profeti, come il “Giorno di Dio”.
32 Per esempio,
alcuni credono che il vino sia sempre stato
e sempre rimarrà proibito. Ora, se si dicesse
loro che un giorno potrebbe diventare lecito,
essi insorgerebbero in protesta e in opposizione.
In verità, i popoli del mondo non
hanno ancora afferrato il senso di “Egli fa
ciò che vuole” né compreso il significato
della Suprema Infallibilità. Il poppante deve
essere nutrito con il latte. Se gli si desse
carne, sicuramente perirebbe e questo non
sarebbe altro che pura ingiustizia e ottusità.
Benedetti coloro che comprendono. Come
un giorno sentii dalle Sue labbra benedette,
la Suprema Infallibilità è riservata esclusivamente
alle Manifestazioni della Causa di
Dio e agli Esponenti della Sua Rivelazione.
34 Non è permesso
entrare in conflitto con alcuno e agli occhi
di Dio non è accettabile maltrattare o opprimere
alcun’anima. Queste sublimi parole
sono ripetutamente fluite dalla Penna
dell’Eccelso, benedetto ed esaltato Egli sia:
“O figli degli uomini! Lo scopo fondamentale
che anima la Fede di Dio e la Sua Religione
è quello di salvaguardare gli interessi
della razza umana, svilupparne l’unita e accrescere
lo spirito d’amore e di fraternità
fra gli uomini. Non sia mai che diveniate
fonti di contrasti e discordie, di odio e inimicizia”.
35 Si conviene che chi espone la Parola di
Dio lo faccia con la massima benevolenza,
gentilezza e compassione.
In tema di religione è strettamente
proibita ogni forma di fanatismo,
odio, dissenso e lotta.
37 La struttura
della stabilità e dell’ordine mondiale è stata
eretta sulle due colonne della ricompensa e
del castigo, che continueranno a sorreggerla.
38 Un’altra delle sue domande: “Gli indù e
gli zoroastriani non accettano e non accolgono
gli estranei che vogliono unirsi ai loro
ranghi. I cristiani accolgono di buon grado
coloro che decidono spontaneamente di ab-
bracciare la loro religione, ma non fanno
sforzi né esercitano pressioni per questo fine.
I musulmani e gli ebrei, invece, insistono,
lo impongono agli altri e, se uno rifiuta,
diventano ostili e considerano lecito impadronirsi
dei suoi familiari e dei suoi possedimenti.
Quale comportamento è accettabile
agli occhi di Dio?”.
Dio stesso nella risposta dice che i comportamenti non sono proprio quelli descritti e aggiunge:
39 I figli degli uomini sono tutti fratelli e i
requisiti della fratellanza sono molti. Fra
questi c’è che si deve desiderare per il fratello
ciò che si desidera per sè. Perciò, è
doveroso che chi è oggetto di un dono esteriore
o interiore o condivida il pane celeste
informi e inviti gli amici con il massimo
amore e la massima gentilezza. Se rispondono
favorevolmente, l’obiettivo è raggiunto.
Altrimenti si deve lasciarli stare senza
entrare in conflitto con loro o pronunciare
parole che causino la minima tristezza.
Questa è l’indubbia verità e ogni altra cosa
è indegna e disdicevole.
58 In verità non c’è lingua al mondo
che sia vasta ed esauriente come l’arabo.
Questa affermazione è mossa dalla verità e
dall’equità.
Tavola delle sette domande
5 La seconda domanda riguarda la fede e
la religione. In questo giorno la Fede di Dio
è stata resa manifesta. Colui Che è il Signore
del mondo è venuto e ha indicato la strada.
La Sua è la fede della benevolenza e la
Sua religione è la religione della tolleranza.
Questa fede dona la vita eterna e questa religione
permette all’umanità di fare a meno
di tutto il resto. In verità, essa abbraccia tutte
le fedi e tutte le religioni. Prendetene
possesso e custoditela bene.
6 La terza domanda: “Come dobbiamo
trattare le persone di questa era, che hanno
deciso di seguire un’altra religione e che
considerano la propria fede e la propria religione
eccellente e superiore a tutte le altre,
per proteggerci dall’aggressione delle
loro parole e delle loro azioni?”
7 O cuor di leone fra gli uomini! Considera
le afflizioni sopportate sulla via di Dio
come un vero conforto! Ogni afflizione subita
per amor Suo è un potente rimedio, ogni
amarezza non è altro che dolcezza e ogni
umiliazione un’esaltazione. Se gli uomini
comprendessero e riconoscessero questa
verità, darebbero prontamente la vita per
una tale afflizione, perché essa e la chiave
di tesori inestimabili e, pur esteriormente
spiacevole, è sempre stata e continuerà a
essere interiormente pregiata. Accettiamo e
affermiamo ciò che hai detto, perché la gente
del mondo è in verità priva della luce
dell’Orbe della giustizia e la considera un
nemico.
8 Se desideri essere liberato dall’afflizione,
recita questa preghiera rivelata della Penna
del Misericordiosissimo: “O Dio, mio Dio!
Attesto la Tua unità e la Tua unicità.
T’imploro, o Possessore dei nomi e Artefice
dei cieli, per la penetrante influenza della Tua
eccelsa Parola e per la Potenza della Tua
Penna suprema, di aiutarmi con le insegne del
Tuo potere e della Tua possanza e di proteggermi
dalle malefatte dei Tuoi nemici che
hanno violato il Tuo Patto e il Tuo Testamento.
Tu sei, in verità, l’Onnipossente, il Più Potente.”
Questa invocazione è un’imprendibile
roccaforte e un esercito indomabile. Offre
protezione e assicura la liberazione.
9 La quarta domanda: “I nostri Libri hanno
annunciato che verrà lo Shah Bahram,
investito di molti segni, a guidare rettamente
la gente…”.
10 O amico! Tutto ciò che è stato annunciato
nei Libri è stato rivelato e chiarito. I segni
sono stati manifestati dappertutto. In
questo giorno l’Onnipotente chiama e annuncia
l’apparizione del Supremo Paradiso.
Il mondo è stato illuminato dagli splendori
della Sua Rivelazione, ma ben pochi sono
gli occhi che possono vederla! Implora
l’impareggiabile e incomparabile Signore di
donare ai Suoi servi un’intuizione penetrante,
perché l’intuizione porta al vero sapere e
conduce alla salvezza. In verità, i risultati
della comprensione dell’uomo dipendono
dall’acutezza della sua visione. Se guardassero
con l’occhio della comprensione, i figli
degli uomini vedrebbero il mondo illuminato
da una nuova luce in questo giorno. Dì:
L’Astro del sapere è manifesto e il Luminare
dell’intuizione è apparso. Fortunato è invero
chi è arrivato, chi ha testimoniato e riconosciuto.
11 La quinta domanda riguarda il Ponte Sìrat
e, il Paradiso e l’Inferno. I Profeti di Dio
sono venuti secondo verità e hanno detto la
verità. Tutto quello che il Messaggero di
Dio ha annunciato è stato e sarà reso manifesto.
Il mondo è impiantato sulle fondamenta
della ricompensa e della punizione.
Il sapere e la comprensione hanno sempre
affermato e continueranno ad affermare la
realtà del Paradiso e dell’Inferno, perchè la
ricompensa e la punizione ne richiedono
l’esistenza. Paradiso significa innanzi tutto
e soprattutto il beneplacito di Dio. Chi
consegue il Suo beneplacito è annoverato e
registrato fra gli abitanti del più eccelso
paradiso e, dopo l’ascensione della sua anima,
otterrà ciò che penna e inchiostro
sono incapaci di descrivere. Per coloro che
sono dotati d’intuizione e hanno fissato lo
sguardo sulla Visione Più Sublime, il Ponte,
la Bilancia, il Paradiso, il Fuoco infernale
e tutto ciò che è stato menzionato e
registrato nelle sacre Scritture sono chiari
e manifesti. Al tempo dell’apparizione e
della manifestazione dei raggi dell’Astro
della Verità tutti occupano il medesimo
stadio. Poi Dio proclama ciò che vuole e
chi ode il Suo appello e riconosce la Sua
verità è annoverato fra gli abitanti del Paradiso.
Un’anima siffatta ha passato il Ponte,
la Bilancia e tutto ciò che è stato registrato
quanto al Giorno della Resurrezione
ed è giunta a destinazione. Il Giorno della
Rivelazione di Dio è il Giorno della massima
Resurrezione. Nutriamo la speranza
che, libando il vino scelto dell’ispirazione
divina e le acque pure della grazia celeste,
tu consegua lo stadio della scoperta e della
testimonianza e veda, esteriormente e interiormente,
tutto ciò che hai menzionato.
12 La sesta domanda: “Dopo aver lasciato
il corpo, vale a dire, dopo che l’anima si è
separata dal corpo, si dirige verso la dimora
avvenire…”.
13 Quanto a questo tema, qualche tempo fa
dalla Penna del sapere divino è apparso ciò
che basta agli uomini d’intuizione e conferisce
la massima gioia alla gente della
comprensione. In verità diciamo: L’anima
è rallegrata dalle buone azioni e si giova
dei contributi offerti sulla via di Dio!
Altre due Tavole
Il principio di tutti i detti è la lode di Dio
10 Benedetto colui che, in questo giorno, è in comunione
con l’Amico e sulla Sua via rinuncia a tutto
e dimentica tutto tranne Lui, per poter vedere
un nuovo mondo ed essere accolto
nell’eterno paradiso.
Il principio di ogni conto è il nome di Dio
3 Questo non è giorno in cui i sommi
sacerdoti possano comandare ed esercitare la
loro autorità. Nel vostro Libro è detto che,
quel giorno, i sommi sacerdoti fuorvieranno
gli uomini e impediranno loro di avvicinarsi a
Lui. In verità sommo sacerdote è colui che ha
visto la luce ed ha imboccato subito la via che
conduce all’Amato. Un uomo siffatto è un
buon prete e una sorgente di illuminazione
per tutto il mondo.
7 Colui Che è il Sufficiente
a tutto proclama a gran voce: “Il regno
della gioia è stato instaurato. Non vi dolete! Il
mistero nascosto è stato reso manifesto. Non
siate scoraggiati!”. Se comprendessi l’incomparabile
grandezza di questo Giorno, rinunceresti
al mondo e a tutto ciò che vi dimora e
correresti sulla via che conduce al Signore.
PAROLE CELATE
Parte prima
Testo bahà’ì scritto da Bahà’u’llàh.
7. O FIGLIO DELL’UOMO!
Se Mi ami, allontanati da te stesso, se cerchi il Mio compiacimento,
non considerare il tuo, acciocché tu possa morire in Me
e Io possa eternamente vivere in te.
14. O FIGLIO DELL’UOMO!
Tu sei il Mio dominio e il Mio dominio non perisce mai; perché
temi dunque di perire? Sei la Mia luce, e la Mia luce non si
estinguerà mai; perché dunque temi l’estinzione? Sei la Mia
gloria e la Mia gloria non si affievolisce; sei la Mia veste e la
Mia veste non sarà mai logora. Dimora dunque nel tuo amore
per Me, cosicché tu possa trovarMi nel regno della gloria.
26. O FIGLIO DELL’ESSERE!
Come hai potuto dimenticare i tuoi falli e occuparti dei falli
altrui? Chiunque fa ciò è da Me maledetto.
27. O FIGLIO DELL’UOMO!
Non palesare i peccati altrui perché anche tu sei un peccatore.
Se dovessi trasgredire a questo comandamento, maledetto saresti,
ne fo’ Io testimonianza.
46. O FIGLIO DELL’UOMO!
Pondera e rifletti. È tuo desiderio morire nel tuo letto o spargere
il tuo sangue sulla polvere, martire sul Mio cammino, e diventare
così manifestazione del Mio comandamento e il rivelatore
della Mia luce nel paradiso supremo? Giudica rettamente,
o servo!
47. O FIGLIO DELL’UOMO!
Nel nome della Mia beltà! Tingere i tuoi capelli col sangue tuo
è cosa più grande ai Miei occhi che non la creazione
dell’universo e la luce di entrambi i mondi. Sforzati dunque di
conseguire ciò, o servo!
50. O FIGLIO DELL’UOMO!
Se l’avversità non t’incoglie sulla Mia via, come potrai seguire
le orme di coloro che sono paghi del Mio compiacimento? Se
le prove non t’affliggono mentre aneli di avvicinarti a Me, come
potrai raggiungere la luce nel tuo amore per la Mia beltà?
51. O FIGLIO DELL’UOMO!
Le Mie calamità sono una provvidenza; apparentemente sono
fuoco e vendetta, ma in realtà sono luce e misericordia. Affrettati
verso di esse, acciocché tu possa divenire luce eterna e spirito
immortale. Questo è il mio comandamento per te, osservalo.
67. O FIGLIO DELLA BELLEZZA!
In nome del Mio spirito e della Mia benevolenza! In nome della
Mia misericordia e della Mia bellezza! Tutto ciò che ti ho rivelato
con la lingua del potere e tutto ciò che ho scritto per te con
la penna della possanza, fu in armonia con le tue capacità ed il
tuo intelletto, non col Mio stato e con la Melodia della Mia voce.
Parte seconda
15. O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Tempo verrà che l’usignolo della santità non rivelerà più gli
intimi misteri e voi sarete privati della melodia celestiale e della
voce superna.
19. O AMICI MIEI!
Avete dimenticato quel puro e radioso mattino nel quale, in
quei sacri e benedetti luoghi, eravate tutti radunati in Mia presenza
all’ombra dell’albero della vita piantato nel paradiso
d’ogni gloria? Attoniti e reverenti Mi ascoltaste mentre proferivo
questi tre santissimi precetti: “O amici! Non anteponete il
vostro volere al Mio; non desiderate mai ciò che Io non ho desiderato
per voi; non vi avvicinate a Me con cuori inerti, inquinati
da desideri e bramosie mondane”. Sol che santificaste le
vostre anime, ricordereste in quest’ora quel luogo e le sue adiacenze,
e la verità del Mio detto sarebbe palesata a voi tutti.
35. O MIEI AMICI!
Spegnete la lampada dell’errore e accendete nei cuori la fiaccola
eterna della guida divina. Poiché fra non molto i saggiatori
dell’umanità, alla sacra presenza dell’Adorato, non accetteranno
null’altro che purissima virtù e azioni d’immacolata santità.
57. O FIGLIO DELLA POLVERE!
Bada! Non praticare l’empio e non associarti con lui, perché la
sua compagnia tramuta la radiosa luce del cuore in fuoco infernale.
60. O AMICI!
In verità vi dico: qualunque cosa abbiate celata nel cuore Ci è
chiaramente manifesta come la luce del giorno; ma che ciò sia
celato è per Nostra grazia e Nostro favore e non perché voi lo
meritiate.
67. O FIGLIOLI DELLA FANTASIA!
Sappiate in verità che allorquando l’alba radiosa irromperà
sull’orizzonte dell’eterna santità, i segreti satanici e le azioni
compiute nel buio della notte saranno esposti nudi e palesi innanzi
ai popoli della terra.
80. O MIEI SERVI!
Voi siete gli alberi del Mio giardino; dovete produrre benefici e
meravigliosi frutti, acciocché voi e gli altri possiate profittarne.
Epperciò incombe ad ognuno l’obbligo di darsi ad arti o professioni,
perché in esse sta il segreto della ricchezza, o uomini che
capite! Poiché i risultati dipendono dai mezzi, e la gloria di Dio
vi sarà in tutto sufficiente. Gli alberi che non danno frutto sono
stati e saranno sempre destinati al fuoco!
81. O MIO SERVO!
Gli uomini più abbietti sono quelli che non danno frutto sulla
terra. Tali uomini in verità sono considerati fra i morti, anzi al
cospetto di Dio valgono più i morti che non codeste anime oziose
e ignave.
82. O MIO SERVO!
I migliori degli uomini sono quelli che si guadagnano da vivere
col proprio lavoro e spendono i loro proventi a beneficio proprio
e del loro prossimo per amor di Dio, il Signore di tutti i
mondi.
TAVOLE DEL PIANO DIVINO
Tavola ai bahà’ì degli Stati Uniti e del Canada (III)
La Persona benedetta del Promesso viene interpretata nel Libro
Santo come il Signore degli Eserciti, gli eserciti celesti. Per eserciti
celesti s’intendono quelle anime che si sono interamente distaccate
dal mondo umano, che si sono trasformate in spiriti celestiali e sono
divenute angeli divini. Queste anime sono i raggi del Sole della
Realtà che illumineranno tutti i continenti. Nella mano hanno una
tromba e soffiano l’alito della vita su tutte le regioni.
La seconda condizione è cameratismo e amore fra i credenti. Gli
amici divini devono essere reciprocamente attratti e innamorati,
sempre pronti e disposti a sacrificare la propria vita l’uno per l’altro.
Quando la più grande munificenza si paleserà
nei cuori dei credenti, il mondo della natura si trasformerà, le tenebre
del mondo contingente svaniranno e si otterrà l’illuminazione
celestiale. Allora il mondo diverrà il Paradiso di Abhá, ogni credente
di Dio diverrà un albero benedetto e produrrà frutti meravigliosi.
Tavola ai bahà’ì degli Stati Nordorientali (II)
Egli è Dio!
O voi veri amici:
Agli occhi dell’unico vero Dio tutti i paesi sono un solo paese e
tutte le città e i villaggi sono allo stesso livello; nessuno gode di una
particolare distinzione rispetto agli altri; sono tutti terra di Dio e
dimora delle anime degli uomini. Però, mediante la fede, la certezza
e la priorità conseguita da uno rispetto all’altro, l’abitante conferisce
onore alla dimora, alcuni paesi emergono e raggiungono una
posizione preminente.
Allo stesso modo agli occhi dell’unico vero Dio il Continente
Americano è la terra dove saranno rivelati gli splendori della Sua
luce e palesati i misteri della Sua Fede; è la patria dei giusti e il
centro di raccolta dei liberi.
Tavola ai bahà’ì degli Stati Meridionali (II)
O voi anime benedette e onorate:
I filosofi dell’Antichità, i pensatori del Medio Evo e gli scienziati
di questo secolo e di quelli precedenti hanno tutti convenuto che per
l’uomo la regione migliore e ideale in cui abitare è la zona temperata,
perché qui gli intelletti e le menti assurgono al più alto livello di
maturità e le possibilità e le capacità di civilizzazione si manifestano
in piena fioritura. Leggendo la storia con occhio critico e penetrante,
ci si rende conto che la maggior parte degli uomini famosi è nata, è
stata allevata e ha svolto la sua opera nella zona temperata, mentre
pochissimi provengono dalle zone torride o da quelle glaciali.
Ora, codesti sedici Stati Meridionali degli Stati Uniti sono situati
nella zona temperata, e in codeste regioni le perfezioni del mondo
della natura sono state pienamente palesate. Infatti, la mitezza del
clima, la bellezza del panorama e la configurazione geografica del
paese influiscono molto sulla mente e sul pensiero. L’osservazione e
l’esperienza lo dimostrano chiaramente.
Perfino le sante Manifestazioni divine hanno avuto una costituzione
perfettamente equilibrata, un corpo sano e integro, una complessione
vigorosa, le Loro facoltà funzionavano in perfetto accordo
e le Loro sensazioni esteriori erano collegate alle percezioni interiori
e agivano unite con energia e coordinazione straordinarie.
Questo è certo: la politica divina è bontà e giustizia
verso tutta l’umanità, poiché le nazioni del mondo sono tutte gregge
di Dio e Dio è il buon pastore.
Tavola ai bahà’ì degli Stati Occidentali (II)
Egli è Dio!
O amici e ancelle del Misericordioso, eletti del Regno:
Il benedetto stato della California rassomiglia moltissimo alla
Terra Santa, cioè la Palestina. L’aria è molto mite, la pianura assai
vasta e i frutti della Palestina si trovano anche in codesto stato, freschissimi
e prelibati. Quando ‘Abdu’l-Bahá viaggiava e si spostava
per codesti stati, si ritrovava in Palestina, perché da ogni punto di
vista fra questa regione e codesto stato c’era una perfetta somiglianza.
Anche le spiagge dell’oceano Pacifico, in certi casi, sono
perfettamente simili alle spiagge della Terra Santa persino la flora
della Terra Santa cresce in quei lidi e lo studio di questo fenomeno è
stato motivo di molte congetture e meraviglie.
LE SETTE VALLI E LE QUATTRO VALLI
Questo testo venne scritto da Bahà’u’llàh in Iraq tra il 1853 e il 1863.
LE SETTE VALLI
E ancora, le tappe che segnano il viaggio
del viandante dalla dimora della polvere alla
patria celeste si sa che sono sette. Alcuni le
hanno chiamate le Sette Valli ed altri le Sette
Città. E si dice che fino a che il viandante non
si sia separato dall’io e non abbia oltrepassato
queste tappe, non giungerà mai all’oceano
della vicinanza e dell’unione, né berrà l’incomparabile
Vino. La prima è
LA VALLE DELLA RICERCA
Il destriero di questa Valle è la pazienza.
Senza pazienza il viandante non arriverà in
alcun luogo né raggiungerà alcuna mèta.
LA VALLE DELL’AMORE
E quando
divampa, il fuoco d’amore riduce in cenere la
messe della ragione.
Adesso il viandante è inconscio di se stesso
e degli altri. Non conosce né ignoranza né
scienza, né dubbio né certezza, non sa distinguere
fra l’alba che guida e la sera dell’errore.
Rifugge tanto la miscredenza quanto la fede e
il veleno mortale gli è gradito.
Il destriero di questa valle è la sofferenza e, se
non vi sarà il soffrire, questo viaggio non avrà
mai fine.
Un amante non teme e nessun male può
accadergli: lo vedi frigido nel fuoco e arido
nel mare.
Segno dell’amante è che lo vedi freddo nel
fuoco d’inferno,
segno del saggio è che lo vedi arido nel
mare!
L’amore non accetta l’esistenza né desidera
la vita: cerca la vita nella morte e nella vergogna
cerca la gloria. Per meritare la follia
dell’amore l’uomo deve abbondar di saggezza
e ci vogliono molte teste per meritare il laccio
dell’Amico!
L’amore è estraneo alla terra e al cielo
in esso vi sono settantadue pazzie.
E se, con le confermazioni del Creatore,
l’amante sfugge sano e salvo agli artigli del
falco dell’amore, entrerà ne
LA VALLE DELLA GNOSI
e uscirà da ogni dubbio per entrare nella certezza,
e abbandonerà le tenebre del traviamento
della passione per la luminosa guida
del timor di Dio. Gli occhi interiori gli si
schiuderanno e sarà in intima comunione col
suo Amato, spalancherà le porte della verità e
della pietà e sbarrerà le porte delle vane fantasie.
In questo stadio egli è pago del decreto
di Dio, e vede nella guerra la pace, e scopre
nella morte i segreti della vita eterna. Con gli
occhi del corpo e dello spirito scorge i misteri
della resurrezione nei regni della creazione
e nelle anime degli uomini e con cuore spirituale
diviene consapevole della divina saggezza
nelle infinite Manifestazioni di Dio.
Nell’oceano vede la goccia, nella goccia
scorge i segreti del mare.
Spacca il cuore dell’atomo
e dentro vi troverai un sole!
Questo pare proprio un riferimento all’energia atomica.
Vede la giustizia nell’ingiustizia e nella
giustizia la grazia di Dio. Nell’ignoranza trova
celato molto sapere e nel sapere una miriade
di saggezze palesi. Spezza i ceppi del corpo e
delle passioni e prende dimestichezza con la
gente del Regno immortale. Ascende le scale
dell’intima verità e s’affretta verso il cielo del
significato recondito.
In quest’ora l’alba della gnosi è sorta e le
lampade dei mistici viandanti sono spente.
Dopo aver attraversato la Valle della gnosi,
che è l’ultimo stadio delle limitazioni, il
viandante giunge al primo stadio della
UNITÀ
e beve alla coppa dell’Assoluto, e mira le manifestazioni
dell’Unicità. In questo stadio egli
squarcia i veli della molteplicità, rifugge i
mondi della carne e ascende al cielo della
Singolarità. Con orecchio divino egli ode e
con occhio trascendente contempla i misteri
della divina creazione. S’inoltra nel Santuario
dell’Amico e condivide, da intimo, il Padiglione
dell’Amato.
Osserva tutte le cose con l’occhio
dell’unificazione e vede i raggi luminosi del
sole divino risplendere dall’alba dell’Essenza
ugualmente su tutte le cose create e le luci
dell’Unità riflettersi su tutto il creato.
Ti sia chiaro, eccellente amico, che tutte le
varietà che il viandante, nei diversi stadi del
suo viaggio, vede nei regni dell’esistenza si
originano dal suo proprio modo di vedere.
Fratello Mio, attraversa
questi piani nello spirito della libera ricerca,
non in quello della tradizione. Un viandante
vero non sarà trattenuto dall’ostacolo delle parole,
né impedito dalla siepe delle allusioni.
La pace discenda su colui che reca a compimento
questo viaggio sublime e segue
l’Unico Vero per mezzo delle luci della Sua
guida.
Così il viandante, dopo aver oltrepassato i
gradini di questo viaggio superno, entra ne
LA CITTÁ DELL’APPAGAMENTO
In questa Valle egli sente spirare i venti
dell’appagamento divino dalle distese dello
spirito. Arde i veli della povertà e con
l’occhio interiore ed esteriore scorge, entro e
fuori ogni cosa, il giorno in cui «Dio arricchirà
ambedue della Sua abbondanza ampia».
Passa dal dolore alla somma felicità, dall’angoscia
alla gioia. Il suo travaglio e il suo cordoglio
cedono la via alla delizia e all’estasi.
Di molte cose taccio, impotente a descriverle,
non entrano in un discorso e, se dette, sarebbero
manchevoli.
Dopo aver peregrinato attraverso i piani
dell’appagamento puro, il viandante giunge a
LA VALLE DELLA MERAVIGLIA
e si tuffa negli oceani della magnificenza e il
suo stupore cresce ad ogni istante. Ora vede la
forma della ricchezza come sostanziale povertà
e l’essenza della libertà come mera impotenza,
ora s’annienta al cospetto della beltà del
Gloriosissimo, ora la vita lo stanca. Quanti alberi
mistici sono stati sradicati da questo turbine
di meraviglia, quante anime ha esso esaurite!
Perché questa Valle lancia il viandante
nello sbigottimento, sebbene, all’occhio di colui
che vi è giunto, queste stupefacenti manifestazioni
siano apprezzate e ben care. Ad ogni
istante mira un mondo portentoso, una
creazione nuova, e passa di stupore in stupore,
e si smarrisce in reverente timore innanzi
all’opera nuovissima del Signore dell’Unità.
Invero, o fratello, se ponderiamo su ogni
cosa creata, constateremo una miriade di
saggezze perfette e impareremo una miriade
di nuove e meravigliose scienze. Uno dei fenomeni
creati è il sogno. Guarda quanti segreti
vi sono serbati, quante saggezze vi son
custodite, quanti mondi vi sono celati! Osserva
come, addormentato in un’abitazione le
cui porte sono serrate, tutto a un tratto ti trovi
in una città lontana, nella quale entri senza
muovere i piedi o affaticare il corpo, vedi
senza usare gli occhi, odi senza sforzare gli
orecchi, parli senza lingua. E può darsi che,
quando dieci anni saranno trascorsi, vedrai
nel mondo temporale le identiche cose che
hai sognato stanotte.
Dio, l’Eccelso, ha posto questi segni nell’uomo
affinché gli ignari, velati alla Realtà,
non possano negare i misteri della vita
dell’aldilà, né spregiare quel che è stato loro
promesso. Infatti alcuni sono attaccati alla ragione
e negano tutto ciò che la ragione non
comprende. Eppure la debole ragione non potrà
mai afferrare quel che abbiamo riferito,
soltanto la Suprema Intelligenza Divina può
comprenderlo:
Come può una mente parziale abbracciare
il Corano?
Come può un ragno catturar la Fenice?
Dopo avere scalato le cime eccelse della
meraviglia il viandante giunge a
LA VALLE DELLA POVERTÁ VERA
E DEL RADICALE ANNIENTAMENTO
Questo stadio consiste nella morte dell’io e nella
vita in Dio, nell’essere poveri di sé e ricchi del
Desiderato. La povertà, come è intesa qui, significa
essere poveri di tutte le cose del mondo creato
e ricchi delle cose del mondo di Dio.
Adesso hai abbandonato la goccia dell’anima
e sei venuto al mare dell’Amato dell’anima
tua. Questa è la mèta che chiedesti, se
sarà volontà di Dio la conquisterai.
Com’è strano che, mentre il Benamato è visibile
come il sole, gli estranei vadano ancora in
cerca di ornamenti e danari. Invero l’intensità
della Sua rivelazione Lo ha nascosto e la pienezza
del Suo splendore Lo ha celato.
L’unico Vero rifulse come il sole radioso,
ma ahimè, ch’è venuto nella città dei ciechi!
Vivi libero d’amore, perché la sua quiete è
angoscia,
il suo principio dolore, la sua fine uccisione.
LE QUATTRO VALLI
Gli abitanti di questo Santuario non conoscono
argomenti di discorso, ma galoppano
sui loro corsieri. Essi non vedono che l’ intima
realtà del Diletto. Considerano tutte le parole
come insensate e pur usano tutte le insensatezze.
Non sanno distinguere la testa dal
piede e il braccio dalla gamba. Per loro il miraggio
è vera acqua, l’andare è ritornare.
PREGHIERE E MEDITAZIONI
Testo scritto da Bahà’u’llàh.
3
1 Gloria sia a Te, o Signore mio Dio! T’imploro, per
Colui Che è il Tuo Più Grande Nome, Che è stato dolorosamente
afflitto da quelle Tue creature che hanno ripudiato
la Tua verità e Che è stato circondato da dolori
che nessuna lingua può descrivere, di concedere che io
Ti ricordi e celebri le Tue lodi in questi giorni, nei quali
tutti si sono scostati dalla Tua bellezza, hanno argomentato
con Te e si sono allontanati sdegnosamente da Colui
Che è il Rivelatore della Tua Causa. Non v’è alcuno, o
mio Signore, che possa aiutarTi eccetto Te Stesso e nessun
potere che possa soccorrerTi tranne il Tuo potere.
4
1 Volesti farTi conoscere dall’uomo e
perciò con una parola della Tua bocca generasti il creato
e plasmasti l’universo.
6
2 Se non fosse per le
tribolazioni, come si potrebbero distinguere fra i Tuoi
servi i risoluti dai dubbiosi?
7
3 Questi sono, o mio Signore, i giorni nei quali hai
ordinato ai Tuoi servi di osservare il digiuno.
Qui si può interpretare come digiuno relativo, non assoluto, riguardo ai beni del mondo: il godimento pieno di quei beni è rimandato ai tempi messianici, quando saranno maturi.
8
1 Non so, o mio Dio, per quale scopo mi hai abbandonato
ai Tuoi nemici.
15
2 Per tutte le tribolazioni che ci sono toccate sulla Tua
via Ti rendiamo grazie, nostro Signore. Potesse la mia
vita terrena durare tanto da abbracciare la vita delle generazioni
passate e future, o esser così lunga che nessuno
sulla terra fosse in grado di misurarla, e ogni giorno,
ogni momento una nuova tribolazione affliggermi per
amor Tuo e del Tuo compiacimento!
C’è praticamente una richiesta di inferno per se stesso per amor di Dio. Richieste simili sono pericolose: potrebbero essere esaudite!
16
2 Difendici dunque, mio Dio, dalla malvagità
dei Tuoi nemici e aiutaci ad assistere la Tua Fede, a proteggere
la Tua Causa e a celebrare la Tua gloria.
Questa mi sembra una richiesta più umana rispetto a quella vista in precedenza.
24
1 … il Verbo che ha squarciato i cieli delle vane fantasie e
delle inutili immaginazioni umane.
38
11 Prendi per mano questo ricercatore che ha rivolto il
viso verso di Te, mio Signore, e strappalo dagli abissi
delle sue vane fantasie, sì che la luce della certezza
brilli luminosa sull’orizzonte del suo cuore nei giorni
in cui il sole del sapere delle Tue creature è stato oscurato
dallo splendore dell’Astro della Tua gloria, giorni
nei quali la luna della saggezza del mondo è stata eclissata
dall’apparizione del Tuo sapere nascosto, dalla
manifestazione del Tuo ben custodito segreto e dalla
rivelazione del Tuo mistero celato, giorni in cui le
stelle delle azioni umane sono cadute al sorgere dell’astro
della Tua unità e all’irradiare del fulgore della
Tua unicità trascendente.
46
2 Se Tu volessi considerare chi ha interrotto
il digiuno come uno che l’ha osservato, quest’uomo
sarebbe annoverato fra coloro che dall’eternità l’hanno
osservato. E se tu volessi stabilire che colui che ha osservato
il digiuno l’ha invece interrotto, costui sarebbe
annoverato fra coloro che hanno imbrattato di polvere il
Manto della Tua Rivelazione e si sono allontanati dalle
acque cristalline di questa Fontana di vita.
50
2 Dall’eternità fosti solo, senza che nessuno Ti eguagliasse, e
rimarrai per l’eternità molto al di sopra di ogni pensiero
e descrizione di Te.
54
2 Con tale veemenza hanno squarciato i veli che
gli abitanti delle città dell’egoismo hanno pianto e timore
e tremore hanno colto quelle genti di invidia e
malvagità che, il capo e il corpo fregiati con gli emblemi
del sapere, Ti hanno alteramente respinto e si sono
allontanati dalla Tua bellezza.
69
1 Dall’eternità sei rimasto solo senza
nessuno che condividesse la maestà della Tua unicità e
sei stato molto al di sopra dei casi e delle vicende alle
quali le Tue creature sono tutte esposte.
73
1 Glorificato sei Tu, Signore mio Dio! T’imploro per
il Tuo Nome, il Dominatore, di preservarci dalla malvagità
dei Tuoi avversari che non hanno creduto nella
Tua testimonianza e hanno cavillato sulla Tua bellezza.
Per il Tuo Nome, il Soggiogatore, confondi chi ha fatto
torto alla Tua Precedente Manifestazione apparsa ora
investita del Tuo Titolo, il Gloriosissimo. Per il Tuo
Nome, il Castigatore, afferra coloro che hanno trattato
con disprezzo la Tua Causa, che si sono presi gioco dei
Tuoi potentissimi detti, coloro ai quali è stato impedito
di raggiungere questo elevatissimo stadio. Per il Tuo
Nome, il Vittorioso, permetti ai Tuoi diletti di prevalere
sui Tuoi nemici e sugl’infedeli fra le Tue creature. Per
il Tuo Nome, il Fenditore, squarcia il velo che nasconde
le azioni di coloro che hanno macchiato il Tuo onore
e insidiato la Tua Fede fra la Tua gente. Per il Tuo Nome,
il Ristoratore, ristora il cuore infranto di chi ti ama
e benedici benevolmente le loro opere. Per il Tuo Nome,
l’Onnisciente, insegna loro le meraviglie della Tua
saggezza, sì che si tengano saldamente alla Tua Fede e
camminino nelle vie del Tuo compiacimento. Per il Tuo
Nome, il Protettore, salvali dalla tirannia dell’oppressore,
dalla cattiveria dei malvagi e dalla malizia dei fomentatori
di discordia. Per il Tuo Nome, l’Interditore,
proteggili nella fortezza della Tua Possanza e della Tua
forza, ond’essi possano difendersi dagli strali del dubbio
scagliati da chi si è ribellato a Te. Per il Tuo Nome
Che hai benedetto più di tutti gli altri e prescelto per il
Tuo favore, per il Quale rivelasti la Tua bellezza, santifica
per i Tuoi servi questi giorni che la Penna del Tuo
decreto ha chiaramente descritto e che, secondo il Tuo
volere e la Tua saggezza, sono stati preordinati nella
Tua Tavola irrevocabile. Per il Tuo Nome, il Conquistatore,
sottometti alla Tua legge la gente del Tuo regno,
sì che tutti si volgano verso il Tuo volto e abbandonino
tutto per amor Tuo e del Tuo compiacimento.
2 Umilia, mio Signore, i Tuoi nemici e afferrali con la
Tua possanza e la Tua forza e fa’ che siano colpiti dalla
sferza della Tua collera. Mio Dio, fa’ loro sentire la Tua
temibile maestà e la Tua vendetta, poiché hanno ripudiato
la verità di Colui in Cui avevano creduto e Che
venne loro coi Tuoi segni, le Tue chiare prove, l’evidenza
del Tuo potere e le infinite rivelazioni della Tua
possanza. Raccogli, inoltre, i Tuoi diletti all’ombra
dell’Albero della Tua unicità e della Manifestazione
della fulgente luce della Tua unità.
3 In verità Tu sei Colui il Cui potere è immenso, la
Cui vendetta è terribile. Non v’è altro Dio che Te,
l’Onnipotente, il Più Forte.
78
4 E quando Ti proponesti di farTi conoscere dagli
uomini, rivelasti l’una dopo l’altra le Manifestazioni
della Tua Causa e ordinasti che ciascuna di esse fosse
un segno della Tua Rivelazione fra la Tua gente e
l’Alba del Tuo invisibile Essere fra le Tue creature, fino
al momento in cui, secondo il Tuo decreto, tutte le Tue
precedenti Rivelazioni culminarono in Colui Che designasti
Signore di tutti coloro che sono nel cielo della
rivelazione e nel regno della creazione, Colui Che Tu
hai stabilito fosse il Sovrano Signore di tutti coloro che
sono nei cieli e sulla terra. È Lui Che hai deciso fosse
Araldo della Tua Più Grande Rivelazione e Annunciatore
del Tuo Più Antico Splendore. E in questo non avesti
altro scopo che mettere alla prova coloro che hanno
manifestato i tuoi più eccelsi titoli a tutti coloro che
sono in cielo e sulla terra. È Lui Colui al Quale ingiungesti
di stabilire il Suo patto con tutte le cose create.
5 E quando la Tua promessa fu compiuta e il tempo
stabilito si concluse, Colui Che è il Possessore di tutti i
Nomi e gli Attributi fu manifestato agli uomini. Allora,
tutti coloro che erano nei cieli e sulla terra furono colti
da terrore, eccetto quelli che tenesti sotto la Tua protezione
e preservasti al riparo del Tuo potere e della Tua
benevola provvidenza. Gli accadde, per mano di quelle
Tue creature che hanno peccato contro di Te, ciò che la
lingua di nessuno dei Tuoi servi è capace di narrare.
6 GuardaLo, dunque, mio Dio, con l’occhio della Tua
tenera misericordia e fa’ scendere su di lui e su coloro
che lo amano tutto il bene che ordinasti nel cielo del Tuo
volere e nella Tavola del Tuo decreto. Aiutali, dunque, e
soccorrili poiché, in verità, Tu sei l’Onnipotente, il Più
Eccelso, il Gloriosissimo, Colui Che tutto soggioga.
80
2 Glorificato, incommensurabilmente glorificato, sei
Tu, nelle Cui mani è l’imperio di tutto ciò che è nei cieli
e tutto quel che è sulla terra, o Tu, Che con una sola
parola della Tua bocca, hai fatto spirare e svanire tutte
le cose e Che, con un’altra parola, hai ricombinato e
riunito tutto quello che era stato separato!
83
4 T’imploro, per il Tuo nome che ha fatto gonfiare
l’oceano della Tua collera, di punire coloro che hanno
ripudiato la Tua verità e sconfessato i Tuoi detti. Umiliali,
dunque, con la Tua potestà e con la Tua potenza ed
esalta coloro che hanno rivolto il viso verso di Te per
amor Tuo soltanto, sì che per loro le insegne della Tua
glorificazione siano dispiegate fra tutte le nazioni e tutti
testimonino che Tu sei Dio, che non v’è altro Dio che
Te, il Dio del potere, della maestà e della gloria.
92
1 Gloria a Te, o mio Dio! Se non fosse per le tribolazioni
sopportate sul Tuo cammino, come si potrebbero
riconoscere coloro che veramente Ti amano? E se non
fosse per le prove sopportate per amor Tuo, come potrebbe
essere rivelato il grado di coloro che Ti bramano?
110
3 Ma ciò che desidero, o mio Dio, è che Tu m’ingiunga
di svelare le cose celate nel Tuo sapere, sì che coloro che
Ti sono interamente devoti, nella loro brama di Te, si librino
nell’atmosfera della Tua unicità e gl’infedeli siano
colti da tremore e ritornino nell’infimo fuoco, dimora da
Te decretata per loro in forza della Tua possanza sovrana.
112
1 Vedi, o mio Dio, come sono confusi nella loro
ubriachezza i Tuoi servi che hanno girato le spalle alla
Tua beltà e cavillato su ciò che è stato inviato dalla destra
del trono della Tua maestà. Venisti, o mio Signore,
sulle nuvole del Tuo spirito e dei Tuoi detti ed, ecco,
l’intera creazione vacillò e tremò e le membra di coloro
che avevano ripudiato le Tue testimonianze rabbrividirono,
o Tu nel Cui pugno è la signoria di tutte le cose!
156
2 T’imploro, per il potere della Tua volontà e per la
forza obbligante del Tuo proposito, di fare di ciò che mi
rivelasti nel sonno le salde fondamenta delle magioni
del Tuo amore racchiuse nei cuori dei Tuoi amati e lo
strumento migliore per rivelare i pegni della Tua grazia
e del Tuo tenero amore.
Da qui sappiamo che le rivelazioni a Bahà’u’llàh vennero fatte durante il sonno.
176
35 Perché una volta scoprirebbe che da questa
Penna sgorga su tutte le cose create l’acqua che è vera
vita e che la Penna è stata da Te chiamata la tromba al
cui suono i morti escono dai sepolcri.
Un’altra volta troverebbe
che da questa Penna proviene quel fuoco che la
Tua Rivelazione può accendere e che Colui Che conversò
con Te (Mosè) sul Sinai aveva percepito.
42 O mio Dio, Tu sei Colui Che ha comandato e detto
loro nel Tuo grande Libro: «O gente del Bayán, temete
il Misericordiosissimo e non rinnegate Colui per il Quale
ho decretato che il Bayán fosse una delle foglie del
Suo Paradiso. In verità, lo considero un mio dono a Lui.
Se Si compiacerà di accettarlo, in verità Egli è il Munificentissimo.
E se lo getterà via e Si rifiuterà di considerarlo,
il Suo verdetto è giusto e, in verità, Egli è Lodevole
nelle Sue azioni e dev’essere obbedito nei Suoi
decreti. A nessuno è dato il diritto di cavillare con Lui».
178
3 Attesto che non appena, mediante la potenza del Tuo
volere e del Tuo scopo, la Prima Parola uscì dalla Sua
bocca e il Primo Appello uscì dalle Sue labbra, l’intera
creazione fu rivoluzionata e tutti coloro che sono nei cieli
e tutti coloro che sono sulla terra furono sconvolti nel
più profondo. Mediante quella Parola le realtà di tutte le
cose create furono scosse, divise, separate, disperse,
combinate e ricongiunte, svelando nel mondo contingente
e nel regno celestiale le entità di una nuova creazione
e rivelando nei reami invisibili i segni e i pegni della Tua
unità e della Tua unicità. Mediante quell’Appello annunciasti
a tutti i Tuoi servi l’avvento della Tua suprema Rivelazione
e l’apparizione della Tua più perfetta Causa.
4 Non appena quella Rivelazione fu svelata agli occhi
degli uomini, i segni della discordia universale apparve
ro fra i popoli del mondo, l’agitazione sopraffece gli abitanti
della terra e del cielo e le fondamenta di tutte le
cose furono scosse. Furono sprigionate le forze del dissidio,
il significato della parola fu rivelato e in tutte le
cose create ogni singolo atomo assunse un proprio carattere
distinto e separato. L’inferno fu fatto divampare
e le delizie del Paradiso furono svelate agli occhi degli
uomini. Benedetto l’uomo che si è volto verso di Te e
mal incolga a colui che si tiene lontano da Te, a colui
che Ti nega e ripudia i Tuoi segni in questa Rivelazione
nella quale sono divenuti neri i volti degli esponenti
della negazione e bianchi quelli degli esponenti della
sincerità, o Tu Che sei il Possessore di tutti i nomi e gli
attributi, Che tieni in pugno l’imperio di tutto ciò che è
stato creato in cielo e sulla terra!
180
7 Benedici, o Signore mio Dio, il Divino Albero di
Loto e le sue foglie e i suoi virgulti, i suoi rami, i suoi
fusti e i suoi germogli fin quando dureranno i Tuoi più
eccellenti titoli e i Tuoi più augusti attributi. Proteggilo,
dunque, dalle insidie dell’aggressore e dalle schiere della
tirannide.
184
4 Secondo il Tuo decreto, hai fatto
della povertà un mezzo che rivela le Tue ricchezze,
dell’umiliazione una via che conduce alla Tua gloria e
del peccato la causa dell’esercizio del Tuo perdono. Per
loro mezzo hai dimostrato che i Tuoi più eccellenti titoli
appartengono a Te e che le meraviglie dei Tuoi più
eccelsi attributi sono Tue.
9 Ti rendo grazie in tal guisa da farTi
perdonare tutti i peccati e le trasgressioni e appagare i
bisogni dei popoli di tutte le religioni e alitare
sull’intera creazione le fragranze del perdono.
11 So bene che hai tardato a palesare il Tuo trionfo nel
regno del creato a causa della Tua sapienza che abbraccia
i misteri del Tuo decreto e le cose celate disposte dietro
i veli del Tuo irrevocabile proposito, affinché coloro
che si sono rifugiati all’ombra della Tua misericordia
trascendente siano così separati da coloro che hanno agito
sdegnosamente verso di Te e girato le spalle alla Tua
presenza quando manifestasti la Tua più eccelsa Beltà.
L’ORDINE MONDIALE DI BAHÁ’U’LLÁH
(selezione)
INTRODUZIONE
Il comando: «Date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare» è
stato abrogato dalla legge dell’unità del genere umano promulgata da Bahá’u’lláh.
Ulteriori considerazioni – Differenza fra Fede Bahá’í e organizzazioni ecclesiastiche.
Nessuno credo metterà in dubbio che il motivo fondamentale
per cui l’unità della Chiesa di Cristo è andata irrimediabilmente infranta
e la sua influenza s’è, nell’andar del tempo, indebolita, consiste
nel fatto che la struttura eretta dai Padri della Chiesa, dopo il trapasso
del Suo Primo Apostolo, non si basava assolutamente su esplicite istruzioni
di Cristo: fu piuttosto da alcuni vaghi e frammentari riferimenti
sparsi fra i Suoi detti riportati nel Vangelo che essi, con maggior o minore
giustificazione, ricavarono e indirettamente dedussero l’autorità e
le caratteristiche della loro amministrazione. Non un solo sacramento
della Chiesa, non uno dei riti e delle cerimonie così accuratamente concepiti
e tanto pomposamente celebrati da quegli antichi Padri, nessuno
degli elementi di severa disciplina da loro imposti ai primi Cristiani –
nulla di ciò si fonda sulla diretta autorità di Cristo, né scaturisce da Sue
precise affermazioni. Di tutto ciò nulla Cristo concepì e a nessuno Egli
conferì sufficiente autorità per interpretare il Suo Verbo o per aggiungere
qualcosa a quanto da Lui non specificamente ordinato.
Per questa ragione si levarono dalle generazioni successive voci di
protesta contro quella sedicente Autorità che s’arrogava privilegi e poteri
che, non scaturiti dall’inequivocabile testo del Vangelo di Gesù
Cristo, costituivano un grave allontanamento dallo spirito che quello
stesso Vangelo propugnava. Quelle voci sostenevano con forza e argomentazioni
che i canoni promulgati dai Concilii della Chiesa non erano
leggi divinamente ordinate, ma meri espedienti umani che, per giunta,
non si basavano sui detti reali pronunciati da Gesù. Si fondava, la loro
asserzione, sul fatto che le vaghe e non decisive parole rivolte da Cristo
a Pietro: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» non
avrebbero mai potuto giustificare le estreme misure, le cerimonie complicate,
i credi e i vincolanti dogmi con i quali i Suoi successori finirono
per gravare e oscurare la Sua Fede.
Ai prediletti di Dio e alle ancelle del misericordioso negli Stati Uniti e nel Canada – Contrasto con le religioni del passato.
Come è edificante lo spettacolo di quanti, per affrancarsi dai
ceppi di un credo ormai logorato, combattono contro le forze d’una ortodossia
saldamente trincerata, e come ispira la condotta di quei Musulmani
divenuti seguaci di Bahá’u’lláh i quali guardano al meritato castigo
inflitto dall’Onnipotènte alle due istituzioni del Sultanato e del
Califfato, strumenti di dispotismo e nemici giurati della Causa di Dio,
non con rimpianto o indifferenza ma anzi con sentimenti di manifesta
soddisfazione!
Ai prediletti di Dio e alle ancelle del misericordioso negli Stati Uniti e nel Canada – Il principio fondamentale della verità religiosa.
La Rivelazione di cui Bahá’u’lláh è sorgente
e fulcro non abroga alcuna delle religioni che l’hanno preceduta, né
s’attenta d’alterarne, nemmeno nella più lieve misura, i tratti distintivi o
di disprezzarne il pregio. Tale Rivelazione rigetta ogni intenzione di
diminuire i Profeti del passato o di ridurre l’importanza dell’eterna verità
dei loro insegnamenti; non può essa in alcun modo entrare in conflitto
con lo spirito che anima le loro asserzioni, né cercar di scalzare le
basi della devozione dell’uomo alla loro causa; anzi, all’opposto, il suo
manifesto e primario scopo è quello di aiutare i credenti in queste Fedi
a conseguire una comprensione più completa della religione cui appartengono
e una più nitida idea dei suoi fini. Non è essa eclettica nella
presentazione delle sue verità, né arrogante nell’affermare i suoi diritti;
i suoi insegnamenti ruotano attorno al fondamentale principio che la realtà
religiosa non è assoluta, bensì relativa, che la Rivelazione Divina è
progressiva non definitiva. Proclama senza equivoci, o la pur minima
riserva, che tutte le religioni hanno origini divine, conseguono le medesime
finalità, hanno funzioni complementari, ininterrotto è il loro fine e
indispensabile il loro pregio per l’umanità.
Sostenere che una particolare
religione è in sé certezza conclusiva, che «tutta la Rivelazione è
terminata, che chiusi sono i portali della Divina Misericordia, che nessun
sole sorgerà mai più dagli orienti dell’eterna santità, che l’oceano
dell’imperitura munificenza si è esaurito e che i Messaggeri di Dio
hanno cessato di manifestarSi dal Tabernacolo dell’antica gloria» altro
non è che pura blasfemia.
Il sorgere della civiltà mondiale.
Agli amati di dio e alle ancelle del misericordioso in tutto l’occidente.
D’altro lato, la Più Grande Pace, come fu concepita da Bahá’u’lláh –
e cioè quella pace che deve scaturire, quale pratica conseguenza, dalla
spiritualizzazione del mondo e dall’amalgamarsi di tutte le sue razze,
credi, classi e nazioni – non può riposare su altre basi né esser preservata
per altro mezzo se non mercé quelle ordinanze divinamente designate
che sono implicite nell’Ordine Mondiale associato al Suo Santo Nome.
Il crollo dell’Islam.
Non è possibile considerare
il rovesciamento del Sultanato e del Califfato, colonne gemelle
dell’Islám sunnita, altro che come l’inevitabile conseguenza della spietata,
irriducibile e calcolata persecuzione che i monarchi della traballante
dinastia di ‘Uthmán, riconosciuti successori del Profeta Muhammad,
le avevano scagliato contro.
DIO PASSA NEL MONDO
(selezione)
Questo testo bahà’ì venne scritto da Shoghi Effendi nel 1944.
1:5 L’universo mi sembrava non più
di un pugno di polvere entro la mia mano.
2:14 Tra le mura di quella stessa fortezza fu rivelato il Bayán
[Esposizione], monumentale compendio delle leggi e dei
precetti della nuova Dispensazione.
Esso abroga le leggi e le
cerimonie ingiunte dal Corano per la preghiera, il digiuno, il
matrimonio, il divorzio e l’eredità e sostiene integralmente
la fede nella missione profetica di Muhammad, come il
Profeta dell’Islam prima di Lui aveva annullato le ordinanze
del Vangelo pur riconoscendo l’origine divina della
Fede di Gesù Cristo.
2:24 È meglio per te recitare un solo versetto di Colui Che Dio
manifesterà, che trascrivere il Bayán intero, perché quel
Giorno quell’unico versetto ti salverà, mentre il Bayán
intero non potrà salvarti. (Parole del Bàb)
2:31 Dopo un anno, nel villaggio di Badasht, i Suoi (del Bàb) seguaci, direttamente guidati
dal loro condiscepolo Bahá’u’lláh, abrogavano la Legge
coranica, ripudiando tanto i precetti ordinati da Dio quanto
quelli creati dagli uomini della Fede di Muḥammad e liberandosi
dalle pastoie del suo antiquato sistema.
4:12 Così si concluse una vita che, come i posteri riconosceranno,
si trova alla confluenza di due cicli profetici universali,
il Ciclo adamitico che risale ai primi albori della
storia religiosa del mondo e il Ciclo bahá’í destinato a
prolungarsi in futuri evi per un periodo non inferiore a
cinquemila secoli.
5:33 «Quanto alla grande massa del popolo di Persia», ha scritto Nabíl nella sua
immortale narrazione, «che assistette con cupa indifferenza
alla tragedia che si svolgeva davanti ai suoi occhi e non
mosse un dito per protestare contro l’orrore di quelle
crudeltà, essa cadde, a sua volta, vittima di una miseria che
tutte le risorse della terra e l’energia dei suoi statisti non
riuscirono ad alleviare… Dal giorno in cui la mano
dell’aggressore si protese contro il Báb… una calamità
dopo l’altra spensero lo spirito di quel popolo ingrato e lo
portarono sull’orlo della bancarotta nazionale. Pestilenze,
delle quali perfino i nomi erano del tutto sconosciuti, se non
per un frettoloso accenno in libri polverosi che pochi si
curavano di leggere, lo assalirono con tale furia che nessuno
riuscì a scampare. Quel flagello seminò la devastazione
dovunque giunse. Principi e contadini ne sentirono in
egual misura il morso e si piegarono sotto il suo giogo.
Esso tenne la popolazione nella sua stretta e si rifiutò di
allentare la presa. Maligne come la febbre che falcidiò la
provincia di Gílán, queste improvvise afflizioni continuarono
a gettare la desolazione sul paese. Per quanto dolorose
fossero queste calamità, la vindice ira di Dio non si
fermò alle disgrazie che colpirono quel popolo perverso e
infedele. Si fece sentire in ogni essere vivente che respirava
sulla superficie di quella terra straziata. Colpì anche la vita
delle piante e degli animali e fece sentire al popolo la
grandezza della sua disgrazia. La carestia aggiunse i propri
orrori al terribile peso delle afflizioni sotto le quali il popolo
gemeva. Lo sparuto spettro della fame s’insinuò furtivamente
fra loro e la prospettiva di una morte lenta e dolorosa
ossessionò le loro menti. Popolo e governo agognavano in
egual misura un sollievo che non potevano trovare in
nessun luogo. Bevvero la coppa del dolore fino alla feccia,
del tutto dimentichi della mano che l’aveva accostata alle
loro labbra e della Persona per Cui essi soffrivano».
8:23 Così fecondo fu quel periodo che, secondo la testimonianza
di Nabíl che a quel tempo viveva a Baghdad,
nei primi due anni dopo il Suo ritorno dal ritiro i versetti
non trascritti che fluivano dalle Sue labbra in un sol giorno
equivalevano in media all’intero Corano! Quanto ai versetti
che dettò o scrisse, il loro numero non fu meno rilevante del
materiale che contenevano o della varietà degli argomenti
che trattavano. Gran parte di questi scritti, in verità la
maggior parte, è purtroppo irrimediabilmente perduta alla
posterità. Una fonte autorevole come l’amanuense di Bahá’u’lláh,
Mírzá Áqá Ján, afferma, come dice Nabíl, che per
espresso Suo ordine centinaia di migliaia di versetti, perlopiù
scritti di Suo pugno, furono distrutti e gettati nel
fiume. «Vedendomi riluttante a eseguire i Suoi ordini»,
Mírzá Áqá Ján ha raccontato a Nabíl, «Bahá’u’lláh mi
rassicurava dicendomi: “Non c’è nessuno in questo momento
che sia degno di ascoltare queste melodie”… Non
una sola volta o due, ma innumerevoli volte mi fu imposto
di ripetere questo atto».
8:29 …la «Tavola del Santo Marinaio»,
in cui Bahá’u’lláh predice le dure afflizioni che Lo
avrebbero colpito, la «Lawḥ-i-Ḥúríyyih» (Tavola
dell’Ancella) in cui sono previsti eventi di un ancor più
remoto futuro, la «Súriy-i-Ṣábr» (Sura della Pazienza),
rivelata il primo giorno del Riḍván, che esalta Vaḥíd e i suoi
compagni di sventura a Nayríz, il commentario delle lettere
premesse alle sure del Corano, il commentario della lettera
Váv citata negli scritti di Shaykh Aḥmad-i-Aḥsá’í e di altri
enigmatici passi delle opere di Siyyid Káẓim-i-Rashtí, la
«Lawḥ-i-Madínatu’t-Tawḥíd» (Tavola della Città
dell’unità), la «Ṣaḥífiy-i-Shaṭṭíyyih», la
«Muṣíbát-i-Ḥurúfát-i-‘Álíyát», il «Tafsír-i-Hú», il «Javáhiru’l-
Asrár» e una moltitudine di scritti in forma di epistole,
odi, omelie, Tavole specifiche, commentari e preghiere
contribuirono…
9:2 I «milleduecentonovanta giorni» fissati
da Daniele nell’ultimo capitolo del Suo libro come durata
dell’«abominio della desolazione» erano ora trascorsi. I
«cento anni lunari» destinati a precedere immediatamente
quella beata consumazione (1335 giorni), annunciati da
Daniele nello stesso capitolo, erano incominciati. I diciannove
anni che costituivano il primo «Váḥid» preordinato
nel Bayán Persiano dalla penna del Báb erano finiti. Il
Signore del Regno, Gesù Cristo ritornato nella Gloria del
Padre, era in procinto di salire al trono e di assumere lo
scettro di una sovranità universale e indistruttibile.
13:10 Penso che a questo punto si debbano esaminare con
particolare attenzione le sventure di quei re, ministri ed
ecclesiastici in Oriente e in Occidente che, in diversi stadi
del Ministero di Bahá’u’lláh, hanno deliberatamente perseguitato
la Sua Causa, o trascurato d’ascoltare i Suoi
ammonimenti, o mancato al preciso dovere di rispondere ai
Suoi appelli o d’accordare a Lui e al Suo Messaggio
l’attenzione che meritavano. Bahá’u’lláh, riferendoSi a
coloro che erano insorti per distruggere o danneggiare la
Sua Fede, aveva dichiarato che «Dio non ha mai chiuso né
mai chiuderà gli occhi alla tirannia dell’oppressore. In
questa Rivelazione Egli ha specialmente colpito con la
Sua vendetta tutti i tiranni». Grande e terribile è, in verità,
lo spettacolo su cui si posano i nostri occhi se esaminiamo il
campo sul quale i venti della punizione divina hanno furiosamente
imperversato fin dall’inizio del ministero di
Bahá’u’lláh, detronizzando monarchi, estinguendo dinastie,
sradicando gerarchie ecclesiastiche, scatenando guerre
e rivoluzioni, spodestando principi e ministri, scacciando
usurpatori, abbattendo tiranni e castigando malvagi e ribelli.
11 Il sultano ‘Abdu’l-‘Azíz, artefice con Náṣiri’d-Dín Sháh
delle disgrazie riversatesi su Bahá’u’lláh, responsabile di tre
decreti di esilio contro il Profeta, stigmatizzato nel Kitáb-
i-Aqdas come colui che occupava «il trono della tirannia»,
la cui caduta era stata profetizzata nella Lawḥ-i-Fu’ád, fu
deposto in seguito a una rivolta di palazzo, condannato da una
fatvá (sentenza) del Muftì della sua stessa capitale, assassinato
dopo quattro giorni (1876) e sostituito da un nipote dichiarato
imbecille. La guerra del 1877-78 liberò dal giogo turco undici
milioni di persone. Adrianopoli fu occupata dalle forze russe;
l’impero si dissolse in seguito alla guerra del 1914-18; il sultanato
fu abolito; fu proclamata la repubblica e una sovranità
durata oltre sei secoli ebbe fine.
12 Il vanesio e dispotico Náṣiri’d-Dín Sháh, chiamato da
Bahá’u’lláh «Principe degli oppressori», del quale Egli
aveva scritto che ben presto sarebbe divenuto un «esempio
pratico per il mondo», il cui regno era stato macchiato
dall’esecuzione del Báb e dall’imprigionamento di Bahá’u’lláh,
che aveva persistentemente istigato i Suoi successivi
esili a Costantinopoli, Adrianopoli e ‘Akká, che in
collusione con un depravato ordine sacerdotale aveva
giurato di soffocare la Fede nella sua culla, fu assassinato in
drammatiche circostanze nel santuario di Sháh ‘Abdu’l-‘
Aẓím, alla vigilia del suo giubileo che, quasi alba di
una nuova èra, avrebbe dovuto essere celebrato con la più
elaborata magnificenza e passare alla storia come il più
grande giorno negli annali della nazione persiana. Da quel
momento in poi le fortune della sua dinastia continuarono a
decadere e infine gli scandalosi illeciti del dissoluto e irresponsabile
Aḥmad Sháh portarono al declino e alla
scomparsa della dinastia Qájár.
13 Napoleone III, il più importante monarca occidentale
dei suoi tempi, smisuratamente ambizioso, smodatamente
orgoglioso, infido e superficiale, che, si dice, avesse
sprezzantemente gettato a terra la Tavola inviatagli da
Bahá’u’lláh, che Bahá’u’lláh mise alla prova e trovò in
difetto, la cui caduta fu esplicitamente predetta in una
Tavola successiva, fu ignominiosamente sconfitto nella
battaglia di Sedan (1870) che segna la più grande capitolazione
militare registrata nella storia moderna, perse il
regno e trascorse in esilio gli ultimi anni di vita. Tutte le sue
speranze naufragarono, il suo unico figlio, il Principe imperiale,
fu ucciso nella Guerra zulù, il suo tanto vantato
impero crollò, scoppiò una guerra civile più feroce della
guerra franco-tedesca e Guglielmo I, il re prussiano, fu
acclamato imperatore della Germania unificata nel palazzo
di Versailles.
14 Guglielmo I, il recentemente acclamato vincitore di
Napoleone III, accecato dall’orgoglio, ammonito nel Kitáb-
i-Aqdas e invitato a meditare sul destino che aveva colpito
«colui il cui potere trascendeva» il suo, avvertito nello stesso
Libro che si sarebbero levati i «lamenti di Berlino» e che le
rive del Reno sarebbero state «coperte di sangue», subì due
attentati e fu sostituito da un figlio che morì per una malattia
fatale tre mesi dopo essere salito al trono, lasciando la corona
all’arrogante, caparbio e politicamente miope Guglielmo II.
L’orgoglio fece precipitare la caduta del nuovo sovrano. Rapida
e improvvisa nella capitale scoppiò la rivoluzione, il
comunismo fece capolino in parecchie città, i principi degli
stati tedeschi abdicarono ed egli, fuggendo ignominiosamente
in Olanda, fu costretto a rinunciare ai suoi diritti al trono. La
costituzione di Weimar suggellò il destino dell’impero la cui
nascita era stata così enfaticamente proclamata da suo nonno e
i termini di un durissimo trattato provocarono «i lamenti»
funestamente profetizzati mezzo secolo prima.
15 Il dispotico e inflessibile Francesco Giuseppe, imperatore
d’Austria e re d’Ungheria, che nel Kitáb-i-Aqdas era
stato rimproverato per aver trascurato il suo preciso dovere
di indagare su Bahá’u’lláh durante il suo pellegrinaggio
in Terra Santa, fu così sommerso da disgrazie e tragedie
che si giunse a considerare il suo regno insuperato da
ogni altro per le sventure che portò alla nazione. Suo fratello
Massimiliano fu messo a morte in Messico, il principe
ereditario Rodolfo morì in vergognose circostanze,
l’Imperatrice fu assassinata, l’arciduca Francesco Ferdinando
e la moglie furono uccisi a Sarajevo, l’«impero
sgangherato» si dissolse, fu suddiviso e sulle rovine dello
svanito Sacro Romano Impero fu fondata una striminzita
repubblica, una repubblica che fu cancellata dalla carta
politica d’Europa dopo una breve e precaria esistenza.
16 Alessandro II Nicolaevic, onnipotente zar di Russia,
che in una Tavola a lui personalmente indirizzata Bahá’u’lláh
aveva ammonito per tre volte, aveva invitato a
«convocare le nazioni a Dio» e messo in guardia affinché
non permettesse che la sua sovranità gli impedisse di riconoscere
«il Supremo Sovrano», subì parecchi attentati e
alla fine morì per mano di un assassino. Una dura politica di
repressione da lui iniziata e proseguita dal suo successore
Alessandro III preparò la strada a una rivoluzione che,
durante il regno di Nicola II, travolse in un’ondata di
sangue l’impero degli zar, lasciò uno strascico di guerre,
malattie e carestie e consolidò un proletariato militante che
massacrò la nobiltà, perseguitò il clero, cacciò via gli intellettuali,
tolse il potere alla religione di stato, giustiziò lo
Zar, con la moglie e la famiglia ed estinse la dinastia dei
Romanov.
17 Il papa Pio IX, capo indiscusso della più potente Chiesa
della Cristianità, al quale Bahá’u’lláh aveva ordinato in
un’Epistola di lasciare i suoi «palazzi… a coloro che li
desiderano», di vendere «tutti i ricchi ornamenti» in suo
possesso e di spenderli «sul sentiero di Dio» e di affrettarsi
verso il «Regno», fu costretto ad arrendersi, in dolorose
circostanze, alle forze di re Vittorio Emanuele che lo assediavano
e a rassegnarsi a essere espropriato dello Stato
Pontificio e della stessa Roma. La perdita della «Città eterna»
sulla quale il vessillo papale aveva sventolato per
mille anni e l’umiliazione degli ordini religiosi sotto la sua
giurisdizione aggiunsero una sofferenza mentale alle infermità
fisiche e amareggiarono gli ultimi anni della sua
vita. Il formale riconoscimento del Regno d’Italia, successivamente
strappato a uno dei suoi successori in Vaticano,
confermò la virtuale estinzione del potere temporale del
Papa.
18 Ma il rapido disfacimento degli imperi ottomano, napoleonico,
germanico, austriaco e russo, la fine della dinastia
Qájár e la virtuale estinzione del potere temporale del Romano
Pontefice non esauriscono la storia delle catastrofi che colpirono
le monarchie del mondo in seguito all’indifferenza ai
moniti proferiti da Bahá’u’lláh all’inizio della Súriy-i-Mulúk.
La trasformazione in repubblica delle monarchie portoghese e
spagnola e dell’impero cinese, lo strano destino che ha più
recentemente perseguitato i sovrani d’Olanda, Norvegia,
Grecia, Jugoslavia e Albania che ora vivono in esilio, la virtuale
abdicazione all’autorità da parte dei re di Danimarca,
Belgio, Bulgaria, Romania e Italia, la preoccupazione con la
quale gli altri sovrani stanno probabilmente guardando ai
travagli che hanno scosso tanti troni, la vergogna e gli atti di
violenza che talvolta hanno oscurato gli annali dei regni di certi
monarchi d’Oriente e d’Occidente e, ancor più recentemente,
l’improvvisa caduta del Fondatore della dinastia recentemente
insediatasi in Persia, questi sono ulteriori esempi del «Castigo»
inflitto da «Dio» e presagito in quell’immortale Sura, che
mostrano la divina realtà dell’accusa da Lui mossa contro i
governanti della terra nel Suo Libro Più Santo.
19 Non meno singolare è stata l’estinzione della diffusa
influenza esercitata dai capi ecclesiastici musulmani sunniti
e sciiti nei due paesi in cui le più potenti istituzioni
dell’Islam erano state erette e che sono state direttamente
responsabili delle tribolazioni riversatesi sul Báb e su Bahá’u’lláh.
20 Il Califfo, sedicente vicario del Profeta dell’Islam, noto
anche come «Comandante dei fedeli», protettore delle sante
città della Mecca e di Medina, la cui giurisdizione spirituale si
estendeva su oltre duecento milioni di maomettani, in seguito
all’abolizione del Sultanato turco fu spogliato del potere
temporale che fino ad allora era stato considerato inseparabile
dal suo alto ufficio. Dopo aver occupato per un breve periodo
una posizione anomala e precaria, egli si rifugiò in Europa, il
Califfato, la più augusta e potente istituzione dell’Islam, fu
sbrigativamente abolito senza alcuna consultazione con le
comunità del mondo sunnita; fu così spezzata l’unità del più
potente ramo della Fede islamica; fu proclamata la formale,
completa e permanente separazione dello stato turco dalla
Fede sunnita; la legge canonica sharí’ah fu abrogata; le istituzioni
ecclesiastiche furono private delle loro dotazioni; fu
promulgato un codice civile; gli ordini religiosi furono soppressi;
la gerarchia sunnita fu disciolta; l’arabo, la lingua del
Profeta dell’Islam, cadde in disuso e la sua grafia fu sostituita
dall’alfabeto latino; il Corano fu tradotto in turco; Costantinopoli,
la «Cupola dell’Islam» fu declassata a città di provincia
e il suo incomparabile gioiello, la moschea di Santa Sofia, fu
trasformata in museo, una serie di decadimenti che ricordano il
destino che, nel primo secolo dell’èra cristiana, colpì il popolo
ebreo, la città di Gerusalemme, il Tempio di Salomone, il
Santo dei Santi, e una gerarchia ecclesiastica i cui membri
furono i persecutori dichiarati della religione di Gesù Cristo.
21 Un analogo sconvolgimento scosse le fondamenta
dell’intero ordine sacerdotale persiano, sebbene la sua
formale separazione dallo stato non sia ancora stata proclamata.
Lo «stato-chiesa», ch’era stato saldamente radicato
nella vita della nazione e aveva proteso le sue ramificazioni
in ogni sfera della vita del paese, fu virtualmente
disgregato. L’ordine sacerdotale, baluardo dell’Islam sciita
in quella terra, fu paralizzato e screditato; i mujtahid, ministri
favoriti dell’Imám nascosto, furono ridotti a un numero
insignificante; tutti i suoi funzionari inturbantati,
tranne un piccolo numero, furono spietatamente costretti a
cambiare i tradizionali copricapi e vesti con abiti europei
che essi avevano anatematizzato; la pompa e il fasto che
contrassegnava i loro cerimoniali scomparvero; le loro
fatvá (sentenze) furono annullate; i loro beni passarono
nelle mani dell’amministrazione civile; moschee e seminari
furono disertati; il diritto d’asilo accordato ai santuari cessò
d’essere riconosciuto; le rappresentazioni religiose furono
proibite; le takyih vennero chiuse e perfino i pellegrinaggi a
Najaf e Karbilá furono scoraggiati e abbreviati.
L’abbandono del velo, il riconoscimento dell’uguaglianza
dei sessi, l’instaurazione di tribunali civili, l’abolizione del
concubinato, la svalutazione dell’uso dell’arabo, la lingua
dell’Islam e del Corano, e gli sforzi compiuti per separarlo
dal persiano, tutto questo attesta ulteriormente la degradazione
e presagisce l’estinzione finale di quella infame
ciurma i cui capi avevano osato definirsi «servi del Signore
della santità» (l’Imám ‘Ali), che tanto spesso avevano ricevuto
l’omaggio dei devoti sovrani della dinastia safavide,
i cui anatemi, fin dalla nascita della Fede del Báb, erano
stati i maggiori responsabili dei torrenti di sangue versati e
le cui azioni avevano oscurato gli annali della religione e
della nazione.
22 Una crisi, in verità non così grave come quella che
scosse gli ordini sacerdotali islamici, inveterati avversari
della Fede, ha colpito anche le istituzioni ecclesiastiche
cristiane, la cui influenza è visibilmente scaduta dal momento
in cui Bahá’u’lláh aveva lanciato i Suoi appelli e
dato voce ai Suoi avvertimenti, il cui prestigio è stato
gravemente danneggiato, la cui autorità è costantemente
diminuita e il cui potere, i cui diritti, le cui prerogative sono
sempre più ridotti. La già menzionata virtuale estinzione
del potere temporale del Romano Pontefice, l’ondata di
anticlericalismo che portò alla separazione della Chiesa
cattolica dalla repubblica francese, l’assalto organizzato
sferrato da un trionfante stato comunista contro la Chiesa
greco-ortodossa in Russia e lo spodestamento, la spoliazione
e la persecuzione della religione di stato che ne sono
conseguiti, lo smembramento della monarchia austro-
ungarica fedele alla Chiesa di Roma e potente sostenitrice
delle sue istituzioni, l’ordalia alla quale quella stessa
Chiesa è stata sottoposta in Spagna e in Messico, l’ondata
di secolarizzazione che sta ora sopraffacendo le Missioni
cattoliche, anglicane e presbiteriane nei territori non cristiani,
le forze di un aggressivo paganesimo che stanno
assalendo le antiche roccaforti delle chiese cattolica, greco-
ortodossa e luterana dell’Europa occidentale, centrale
ed orientale, nei Balcani, negli Stati baltici e scandinavi,
queste sono le più cospicue manifestazioni del declino delle
fortune dei capi ecclesiastici cristiani, i quali, sordi alla voce
di Bahá’u’lláh, si sono interposti fra il Cristo ritornato nella
gloria del Padre e le rispettive congregazioni.
23 Né possiamo fare a meno di notare la progressiva
diminuzione dell’autorità esercitata dai capi ecclesiastici
delle Fedi ebraica e zoroastriana, fin dal tempo in cui la
voce di Bahá’u’lláh s’era levata per annunciare, a chiare
lettere, che «la Più Grande Legge è venuta», che l’Antica
Bellezza «governa sul trono di Davide» e che «qualsiasi
cosa sia stata annunciata nei Libri (sacre scritture zoroastriane)
è ora rivelata e resa chiara». I segni di una crescente
rivolta contro l’autorità clericale, l’irriverenza e
l’indifferenza mostrate verso regole, rituali e cerimonie
venerate da secoli, le ripetute intrusioni di un nazionalismo
aggressivo e spesso ostile negli ambiti della giurisdizione
clericale e la generale apatia con cui, specialmente nel caso
degli aderenti professi alla Fede zoroastriana, questi sconfinamenti
sono considerati, tutto ciò dà, senz’ombra di
dubbio, una più ampia giustificazione dei moniti e delle
predizioni proferiti da Bahá’u’lláh nei Suoi storici appelli ai
capi ecclesiastici del mondo.
24 Sono queste, in sintesi, le terribili prove della giustizia
punitiva di Dio che hanno colpito re ed ecclesiastici in
Oriente e in Occidente, diretta conseguenza o della loro
attiva opposizione alla Fede di Bahá’u’lláh, o del loro deplorevole
rifiuto di rispondere al Suo richiamo,
d’informarsi del Suo Messaggio, di impedire le sofferenze
che patì, o di dare importanza ai segni e ai prodigi meravigliosi
che, per cento anni, hanno accompagnato la nascita
e l’ascesa della Sua Rivelazione.
16:4 «È vicino il giorno», (‘Abdu’l-Bahá) ha affermato, «in cui sarete testimoni
come, mercé lo splendore della Fede di Bahá’u’lláh,
l’Occidente sostituirà l’Oriente nell’irraggiare la luce
della Guida divina». E ancora: «L’Occidente ha ricevuto
l’illuminazione dall’Oriente, ma per alcuni versi, è in
Occidente che il riflesso di quella luce è stato più intenso».
5 «Agli occhi dell’unico vero Dio», scrisse ‘Abdu’l-
Bahá, «il continente americano è la terra dove saranno
rivelati gli splendori della Sua luce e saranno palesati
i misteri della Sua Fede, dove dimoreranno i giusti e
si raccoglieranno i liberi». «Il continente americano», ha
inoltre predetto, «dà segni e prove di grandissimo progresso.
Il suo futuro è ancora più promettente, poiché la
sua influenza e la sua luminosità arrivano lontano. Esso
guiderà spiritualmente tutte le nazioni».
6 E ancora: «Questa nazione americana è ben dotata e capace
di compiere ciò che ornerà le pagine della storia, divenendo
oggetto d’invidia del mondo e di benedizione sia in
Oriente sia in Occidente per i trionfi della sua gente». E
inoltre: «Possa questa Democrazia Americana gettare,
prima fra le nazioni, le basi dell’accordo internazionale.
Possa essa, prima fra le nazioni, proclamare l’unità del
genere umano. Possa essere la prima a spiegare il vessillo
della Più Grande Pace». «Possano gli abitanti di questo
paese», ha ancora scritto, «… distaccarsi dalle presenti
conquiste materiali per assurgere a tali altezze che una
luce celeste fluisca da questo centro su tutti i popoli del
mondo».
7 E per finire questa affermazione esaltante: «Nel momento in cui i
credenti americani porteranno questo Messaggio Divino
oltre le sponde dell’America e lo propagheranno nei
continenti di Europa, Asia, Africa e Australasia, fino alle
isole del Pacifico, questa comunità si troverà solidamente
insediata sul trono di un dominio imperituro… Allora il
mondo intero risonerà delle lodi della sua maestà e
grandezza».
TESTIMONIANZE DI FEDELTA’
(Selezione)
Testo bahà,ì scritto da ‘Abdu’l-Bahá’ nel 1915.
SHAMS-I-DUHÁ
E invece attorno a loro si addensò la notte della
tirannia e il fiammeggiante Inferno dell’ingiustizia divampò
più rovente che mai; non vi fu tormento che i malfattori le
risparmiassero, né agonia che non le infliggessero.
Vedete? Le ingiustizie bruciano e, quando sono tante, causano un inferno!
TÁHIRIH
Nota al testo: Corano XXI, 47; XIX, 39 eccetera. Nell’Islam il Ponte verso Sirát,
affilato come una spada e più sottile di un capello, va verso il Paradiso
attraverso l’inferno.
Mi pare una conferma di ciò che affermo io: per arrivare al paradiso bisogna passare attraverso l’inferno.
Nota al testo: Queste parole si riferiscono alla dottrina secondo la quale la vie verso
Dio sono tre: la Legge (sharí’at), la Via (taríqat) e la Verità (haqíqat),
cioè, la legge degli ortodossi, la via dei dervisci e la verità. Cfr. R.A.
Nicholson, Commentary on the Mathnavi of Rumi, s.v.
Ma sia lodato Iddio, con l’avvento della Bellezza
Benedetta brillò tale splendore di armonia e di pace, tale spirito
di mansuetudine e di tolleranza, che – quando a Yazd
uomini, donne e bambini furono fatti bersaglio del fuoco dei
nemici o furono passati per la spada, quando i capi e i malvagi
‘ulamá e i loro seguaci si allearono e congiuntamente assalirono
quelle vittime indifese e sparsero il loro sangue, dilaniando
e sbranando i corpi di caste donne, tagliando con la
spada gole di fanciulli cui avevano ucciso i genitori, bruciandone
poi le membra dilaniate e sbranate – nessuno degli amici
di Dio alzò un dito contro di loro.
Alleluia! È questo che dovremmo dire? Io rimango del parere che se si lascia libertà assoluta di azione a Satana e ai suoi figli, il male continuerà a perpetuarsi in eterno.
IL SEGRETO DELLA CIVILTA’ DIVINA
(Selezione)
Osservate il caso di un individuo, un personaggio eminente nel suo
Paese, zelante, saggio, di cuore puro, noto per innate capacità, intelligenza,
naturale perspicacia – che sia anche un importante membro
dello stato: a una persona siffatta, che cosa conferirà onore, durevole
felicità, rango e stadio in questo e nell’altro mondo? Sarà la diligente
attenzione alla verità e alla rettitudine, la dedizione, la risolutezza e la
devozione al beneplacito di Dio, il desiderio di attrarre la favorevole
considerazione del monarca e di meritare l’approvazione del popolo?
Oppure che – per abbandonarsi a festini e dissipazioni notturne – di
giorno, distrugga il Paese e infranga il cuore del suo prossimo,
inducendo Iddio a respingerlo, il suo sovrano a scacciarlo e il popolo a
denunziarlo e a tenerlo in meritato dispregio? In nome di Dio, le ossa
putrescenti nei sepolcri sono migliori di gente come questa! Che cosa
valgono, se non hanno mai gustato il celeste cibo di qualità veramente
umane e mai bevuto le acque cristalline di quelle grazie che
appartengono al regno dell’uomo?
Non v’è dubbio che la ragione per cui si formano parlamenti è la
volontà di portare giustizia e rettitudine, ma tutto dipende dagli sforzi
dei deputati eletti. Se la loro intenzione è sincera, ne verranno risultati
desiderabili e imprevisti miglioramenti; altrimenti, è certo che
la cosa non avrà senso, il Paese giungerà alla paralisi e gli affari pubblici
continueranno a deteriorarsi.
Lo scopo delle affermazioni or ora espresse è di dimostrare almeno
questo: che la felicità, la grandezza, il rango e lo stadio, la soddisfazione
e la pace di una persona non sono mai dipese dalle ricchezze
personali, ma dall’eccellenza del carattere, dalla nobiltà delle decisioni,
dalla profondità della cultura e dalla capacità di risolvere difficili
problemi.
Non s’immagini che le nostre precedenti osservazioni costituiscano
una denuncia della ricchezza e un elogio della povertà. La ricchezza
è molto lodevole, quando sia acquisita grazie agli sforzi personali e
alla benevolenza di Dio, nel commercio, nell’agricoltura, nell’arte e
nell’industria e quando sia spesa per scopi filantropici. Soprattutto, se
un individuo giudizioso e industrioso prendesse provvedimenti che
arricchissero le masse, non potrebbe esservi impresa migliore: agli occhi
di Dio, essa primeggerebbe suprema fra le conquiste, perché quel
benefattore provvederebbe ai bisogni di una grande moltitudine di cui
assicurerebbe il benessere e la comodità. La ricchezza è assai lodevole,
purché sia ricca l’intera popolazione. Ma se pochi possiedono
patrimoni esorbitanti, mentre gli altri sono poveri, e da quella ricchezza
non vengono né frutti né benefici, allora essa è solo uno svantaggio
per chi la detiene.
Lo svantaggio proviene dalla disapprovazione di Dio e del popolo, quindi si tratta di svantaggi per l’anima e per la propria onorabilità.
“Abbiamo attaccato al collo d’ogni uomo il suo destino e il Dì
della Resurrezione gli mostreremo un rotolo che troverà dispiegato a
sé davanti”. (Corano 17:13)
“Dovete scegliere il bene fra due mali”, riferendosi al mezzo
fra due estremi “E non legarti avaramente la mano al collo, ma non
aprirla tutta quanta… ma cerca un giusto mezzo fra i due.”(Corano 17:29;110)