PRIMI SCRITTI


PRIMI SCRITTI

ESTRATTI

I “Primi scritti” di Ellen G. White si possono leggere interamente nel sito degli Avventisti del 7° giorno:

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Esperienze cristiane e visioni

Su richiesta di alcuni cari amici, ho accettato di raccontare brevemente la mia esperienza e le mie visioni, con la speranza di incoraggiare e rafforzare gli umili e fedeli figli di Dio. {PS 30,1}

Mi convertii all’età di undici anni e l’anno seguente mi battezzai unendomi alla Chiesa Metodista.1 {PS 30,2}

A tredici anni partecipai alla seconda serie di conferenze che William Miller presentava a Portland, nel Maine, e mi resi conto di non essere affatto santa e pronta a incontrare Gesù. Quando i membri della comunità locale e coloro che si riconoscevano peccatori furono invitati a farsi avanti per pregare, colsi subito l’occasione. Ero consapevole che prima di poter andare in cielo dovevo permettere che una grande opera di trasformazione si realizzasse in me. Desideravo profondamente una salvezza completa e gratuita, ma non sapevo come ottenerla. {PS 30,3}

Nel 1842, a Portland, partecipai a tutte le riunioni sul tema del ritorno di Cristo e alla fine ero veramente convinta che il Signore stesse per tornare. Ero affamata e assetata di una salvezza completa, desideravo vivere secondo la volontà di Dio. Lottavo giorno e notte per poter disporre di questo tesoro inestimabile, che nessuna ricchezza al mondo può comprare. {PS 30,4}

Mentre pregavo Dio in ginocchio, per ottenere questa benedizione, sentii che mi veniva chiesto di partecipare a una riunione di preghiera e pregare in pubblico. Non avevo mai pregato a voce alta e in pubblico e rifiutai di farlo perché pensavo che mi sarei sentita confusa. Ma da quel momento in poi ogni volta che mi presentavo personalmente davanti al Signore in preghiera, mi ritornava in mente questo dovere incompiuto, tanto che alla fine smisi di pregare e mi lasciai andare alla malinconia, che poi si trasformò in profonda disperazione. {PS 30,5}

Rimasi in quello stato per tre settimane, senza che nessuno spiraglio di luce attraversasse le fitte tenebre che mi circondavano. Poi feci due sogni che mi offrirono un debole raggio di speranza. Li raccontai a mia madre, che mi rassicurò del fatto che non ero perduta. Inoltre, mi consigliò di andare a trovare il fratello Stockman, che in quel periodo presentava una serie di incontri per gli avventisti di Portland. Avevo molta fiducia in lui perché era un fedele collaboratore di Cristo. Le sue parole ebbero un effetto positivo e fecero rinascere in me la speranza. Una volta a casa, mi rivolsi nuovamente al Signore in preghiera e gli promisi che avrei fatto e sopportato qualsiasi cosa per sentirmi accettata da Gesù. Allora mi venne nuovamente presentato l’invito a pregare in pubblico. Quella sera ci sarebbe stata una riunione di preghiera e così decisi di partecipare. Quando gli altri si inginocchiarono, anch’io mi inginocchiai tremante insieme a loro, e dopo alcune preghiere, iniziai a pregare ancora prima di essermene resa conto. Le promesse di Dio mi sembrarono come perle preziose, che bastava chiedere per riceverle. {PS 30,6}

Mentre pregavo, avvertii un senso di liberazione da tutti quei pesi e quell’angoscia che avevo provato per così tanto tempo e la benedizione di Dio scese su di me, come una dolce rugiada. Lodai il Signore per ciò che avevo sperimentato, ma desideravo qualcosa di più. Non avrei potuto sentirmi soddisfatta fino a quando non fossi stata colmata dalla pienezza di Dio. L’amore ineffabile di Gesù inondava il mio spirito. Fui pervasa dalla sua grazia, fino a quando il mio corpo divenne rigido. Non vedevo altro che Gesù e la sua gloria, e non ero più cosciente di cosa stesse succedendo intorno a me. {PS 31,1}

Rimasi in quello stato fisico e mentale per molto tempo e quando ripresi coscienza, tutto mi sembrava cambiato. Tutto appariva glorioso e nuovo, come se stesse lodando e glorificando Dio. Finalmente ero pronta a confessare la mia fede in Gesù sempre e ovunque. Per sei mesi la mia mente non fu oscurata da nessuna preoccupazione. Quotidianamente mi dissetavo alla fonte della salvezza. Pensavo che coloro che amavano Gesù avrebbero desiderato anche il suo ritorno e quindi, partecipando a una riunione metodista, raccontai quello che Gesù aveva fatto per me e quanto fossi felice al pensiero che il Signore stesse per ritornare. Il responsabile del gruppo mi interruppe precisando: “Grazie al metodismo”. Io, però, non potevo dare gloria al metodismo, perché era Cristo e la speranza nel suo ritorno imminente che mi aveva liberata. {PS 31,2}

La maggior parte dei membri della famiglia di mio padre credeva nel ritorno di Gesù e per aver testimoniato di questa gloriosa dottrina, sette di noi furono cancellati contemporaneamente dal registro della Chiesa Metodista. In questo periodo le parole del profeta erano estremamente preziose per noi: “I vostri fratelli, che vi odiano e che vi scacciano a causa del mio nome, dicono: “Si mostri il Signore nella sua gloria affinché possiamo vedere la vostra gioia”. Ma essi saranno svergognati”. Isaia 66:5. {PS 31,3}

Da allora, fino al dicembre 1844, condivisi gioie, difficoltà e delusioni con i miei cari amici avventisti. In questo periodo andai a trovare una delle nostre sorelle e la mattina ci inginocchiammo per il culto familiare. Non si trattava di un’occasione speciale ed eravamo solo in cinque, tutte donne. Mentre pregavo, la potenza di Dio mi avvolse, come non mi era mai successo prima. Venni rapita in una visione della gloria di Dio. Mi sembrava di salire sempre più in alto, al di sopra della terra. Mi fu mostrato il popolo avventista che si dirigeva verso la santa Città, proprio come racconterò in seguito. {PS 32,1}

La mia prima visione

Il Signore mi ha mostrato il popolo avventista in cammino verso la santa Città e la grande ricompensa riservata a coloro che attendono il ritorno del Signore, e credo sia mia responsabilità comunicarvi un breve sunto di ciò che Dio mi ha rivelato. {PS 33,1}

I santi dovranno affrontare molte difficoltà. Ma le nostre momentanee e leggere afflizioni ci producono un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne. Ho cercato di presentarvi un rapporto positivo e portarvi qualche grappolo d’uva dalla Canaan del cielo, per i quali molti avrebbero voluto lapidarmi, come un tempo voleva fare il popolo a Caleb e Giosuè, quando tornarono dal paese di Canaan. Numeri 14:10. Ma vi dichiaro, fratelli e sorelle in Cristo, che è una bella terra e possiamo prenderne possesso. {PS 33,2}

Mentre pregavo in occasione del culto di famiglia, lo Spirito Santo scese su di me e mi sembrò di salire sempre più in alto, lontano da questo mondo, immerso nelle tenebre. Mi voltai per vedere i miei fratelli avventisti che erano rimasti in basso, ma non li trovai e una voce mi disse: “Guarda ancora, ma un po’ più in alto”. Allora alzai gli occhi e vidi un sentiero diritto e stretto, al di sopra del mondo. Su questo sentiero il popolo dell’avvento camminava verso la città situata alla fine del percorso. Dietro di loro, all’inizio del sentiero, c’era una luce brillante, che un angelo definì “il grido di mezzanotte”. Questa luce risplendeva su tutto il sentiero e illuminava i loro passi, perché non inciampassero. Se avessero mantenuto lo sguardo fisso su Gesù, che li guidava alla città, sarebbero stati salvi. Ma alcuni si stancarono e cominciarono a lamentarsi, dicendo che la città era ancora molto lontana e che avevano immaginato che il viaggio sarebbe stato più corto. Allora Gesù li incoraggiò, alzando il suo glorioso braccio destro, dal quale proveniva una luce che illuminava il gruppo di avventisti, che gridavano: “Alleluia!”. Ma alcuni rifiutarono questa luce e affermarono che non era stato Dio a condurli fino a quel punto; allora la luce dietro di loro si spense, lasciandoli nelle tenebre più fitte; inciamparono e persero di vista sia la meta sia Gesù, precipitando nel mondo sottostante, oscuro e malvagio. {PS 33,3}

Improvvisamente sentimmo la voce di Dio, come il rumore di molte acque, che ci rivelava il giorno e l’ora della venuta di Gesù. I giusti viventi, in numero di 144.000, riconobbero e capirono la voce, mentre gli empi pensavano fosse un tuono e un terremoto. Quando Dio rivelò il tempo, soffiò su di noi lo Spirito Santo e i nostri volti si illuminarono, riflettendo la gloria di Dio, come avvenne al volto di Mosè, quando scese dal monte Sinai. I 144.000 erano tutti suggellati e perfettamente uniti. Sulle loro fronti si leggeva: “Dio, nuova Gerusalemme”; e c’era una stella luminosa con il nuovo nome di Gesù. {PS 34,1}

Gli empi, rendendosi conto della nostra felicità e della nostra santità, si infuriarono e si lanciarono con violenza contro di noi per rinchiuderci in prigione, ma noi stendemmo la mano in avanti, nel nome del Signore, e loro caddero a terra impotenti. Allora i seguaci di Satana si resero conto che Dio ci aveva amati — noi che potevamo lavare i piedi gli uni agli altri e salutare i fratelli con un santo bacio — e si prostrarono davanti a noi. {PS 34,2}

Poi i nostri sguardi si orientarono verso Est dove era apparsa una piccola nuvola scura, grande come la metà del palmo di una mano, che tutti riconoscevano il segno del Figlio dell’Uomo. Guardavamo la nuvola, in profondo silenzio, mentre si avvicinava e si schiariva, sempre più luminosa, finché divenne una grande nuvola bianca. I suoi contorni brillavano come il fuoco; sopra la nuvola c’era un arcobaleno, intorno migliaia di angeli che eseguivano un canto melodioso, e sopra sedeva il Figlio dell’Uomo. I suoi capelli bianchi e ondulati gli ricadevano sulle spalle; sulla testa aveva molte corone. I suoi piedi sembravano di fuoco; nella mano destra aveva una falce affilata e nella sinistra una tromba d’argento. I suoi occhi, simili a fiamme di fuoco, trapassavano i figli di Dio da parte a parte. {PS 34,3}

Poi tutti i volti impallidirono, mentre quelli di coloro che Dio aveva rifiutato divennero scuri. E tutti gridammo: “Chi riuscirà a resistere? La mia veste è senza macchie?”. Gli angeli smisero di cantare e ci fu un terribile momento di silenzio, quando Gesù disse: “Coloro che hanno le mani e i cuori puri riusciranno a resistere; la mia grazia vi basta”. {PS 34,4}

A questo punto i nostri volti si illuminarono e i nostri cuori si riempirono di gioia. Gli angeli ripresero la loro melodia con una tonalità più alta e cantarono ancora, mentre la nuvola si avvicinava alla terra. {PS 34,5}

Allora la tromba d’argento di Gesù suonò, mentre egli scendeva sulla nuvola, avvolto in fiamme di fuoco. Guardò verso le tombe dei giusti che dormivano, poi alzò gli occhi e le mani verso il cielo gridando: “Svegliatevi! Svegliatevi! Svegliatevi, voi che dormite nella polvere, e alzatevi!”. Ci fu un forte terremoto. Le tombe si aprirono e i morti in Cristo uscirono rivestiti di immortalità. I 144.000 gridarono: “Alleluia!”, mentre riconoscevano gli amici, dai quali erano stati separati dalla morte, e in quello stesso momento fummo trasformati e innalzati insieme con loro, per andare a incontrare il Signore nell’aria. {PS 35,1}

Entrammo tutti insieme nella nuvola e per sette giorni continuammo a salire per raggiungere il mare di vetro. Quando arrivammo, Gesù stesso mise le corone sul nostro capo. Ci donò arpe d’oro e palme di vittoria. Qui, sul mare di vetro i 144.000 stavano in piedi, formando un quadrato perfetto. Alcuni di loro avevano delle corone molto luminose, altri meno. Alcune corone erano piene di stelle, mentre altre ne avevano solo alcune. Tutti erano soddisfatti delle loro corone. Tutti erano vestiti con un bellissimo mantello bianco, che ricadeva dalle spalle fino ai piedi. Mentre camminavamo sul mare di vetro, verso le porte della città, gli angeli erano intorno a noi. Gesù alzò il suo braccio forte e glorioso e, mentre teneva completamente aperta la porta di perle, ci diceva: “Voi avete lavato le vostre tuniche nel mio sangue, siete rimasti saldi nella mia verità, entrate”. Entrammo tutti, con la consapevolezza di avere il diritto di stare nella città. {PS 35,2}

Là vedemmo l’albero della vita e il trono di Dio. Dal trono usciva un fiume d’acqua pura e sui lati del fiume c’era l’albero della vita. Su ognuna delle due sponde del fiume c’era un tronco d’albero, entrambi i tronchi erano d’oro trasparente e puro. All’inizio pensai si trattasse di due alberi. Guardai di nuovo e vidi che i due tronchi si univano in cima formando un solo albero. Era l’albero della vita, situato sulle due sponde del fiume della vita. I suoi rami si piegavano fino a noi, e i suoi frutti risplendevano: sembravano d’oro e d’argento. {PS 35,3}

Andammo sotto l’albero e ci sedemmo, ammirando la bellezza di quel luogo, fino a quando i fratelli Fitch e Stockman, che avevano annunciato il Vangelo del regno e che Dio aveva addormentato in vista della salvezza, ci chiesero che cosa fosse successo mentre loro dormivano. Cercammo di ricordare le nostre peggiori difficoltà, ma sembravano così insignificanti, paragonate allo smisurato e straordinario peso eterno di gloria che ci circondava, che non avevamo nulla da dire in merito e gridammo: “Alleluia, il cielo è gratuito!”, e suonavamo le nostre magnifiche arpe, facendo risuonare le volte del cielo. {PS 35,4}

Guidati da Gesù, lasciammo la città per scendere sulla terra. Ci fermammo su una montagna grande e imponente, che non potendo sopportare la presenza di Gesù, si divise in due formando un’immensa pianura. Poi alzammo lo sguardo e scorgemmo la grande città con dodici fondamenta e dodici porte, tre su ogni lato, con un angelo a ogni porta. Tutti gridammo: “La città, la grande città, sta arrivando, sta scendendo dal cielo, da Dio” e si posò proprio là dove ci eravamo fermati. Poi guardammo le cose meravigliose che stavano fuori dalla città. Vidi case bellissime, che brillavano come l’argento, sostenute da quattro colonne incastonate di perle. Queste erano le case dei figli di Dio. In ognuna vi era un ripiano d’oro. Vidi molti dei santi entrare in queste case, togliersi le corone splendenti e deporle sui ripiani, poi uscire per dedicarsi a qualche occupazione, ma non come dobbiamo fare noi oggi. Una luce splendente si rifletteva sulla loro testa ed essi offrivano le loro lodi a Dio. {PS 36,1}

Vidi un giardino con tutti i tipi di fiori e mentre li raccoglievo, gridavo: “Non appassiranno mai”. Vidi anche una radura con una vegetazione alta, bellissima; era di un colore verde vivo e aveva riflessi d’argento e d’oro, mentre ondeggiava in tutto il suo splendore alla gloria di Gesù. Poi entrammo in una radura, dove c’erano tutti i tipi di animali: il leone, l’agnello, il leopardo e il lupo, tutti insieme in perfetta armonia. Passammo in mezzo a loro ed essi ci seguirono tranquillamente. In seguito entrammo in un bosco, non buio come quelli che conosciamo, infatti ovunque regnava una straordinaria luminosità. I rami degli alberi oscillavano, mentre noi esclamavamo ad alta voce: “Vivremo al sicuro all’aperto e dormiremo nei boschi”. Oltrepassammo i boschi in direzione del monte Sion. {PS 36,2}

Mentre viaggiavamo, incontrammo altre persone che guardavano sbalordite le meraviglie di quei luoghi. Notai il colore rosso sugli orli dei loro vestiti, le loro corone erano brillanti e i loro abiti erano di un bianco puro. Dopo averli salutati, chiesi a Gesù chi fossero. Mi disse che erano i martiri uccisi nel suo nome. Con loro c’era un folto gruppo di bambini, anch’essi con il bordo rosso sugli abiti. Il monte Sion era davanti a noi, e sul monte c’era un tempio glorioso, e vicino a esso c’erano altre sette montagne, dove crescevano rose e gigli. Vidi i bambini salire verso la cima della montagna, altri usavano le loro ali per volare e raccoglievano i fiori che non appassivano mai. C’erano alberi di ogni tipo intorno al tempio, per abbellire e valorizzare quel luogo: il bosso, il pino, l’abete, l’ulivo, il mirto, il melograno, mentre il fico si inchinava sotto il peso dei suoi frutti. Quando entrammo nel sacro tempio, Gesù con la sua voce bellissima disse: “Solo i 144.000 entrano in questo luogo” e noi gridammo: “Alleluia”. {PS 36,3}

Questo tempio era sostenuto da sette pilastri, tutti d’oro puro incastonati di perle stupende. Le cose meravigliose che vidi in quel luogo sono indescrivibili. Oh, se potessi parlare la lingua di Canaan per poter descrivere anche solo una parte della gloria di quel mondo! Vidi tavoli di pietra dove i nomi dei 144.000 erano scolpiti in lettere d’oro. Dopo aver osservato la gloria del tempio, uscimmo e Gesù ci lasciò per tornare alla città. Dopo poco sentimmo di nuovo la voce di Gesù: “Vieni, popolo mio, hai affrontato grandi prove e hai fatto la mia volontà, hai sofferto per me; vieni a cena, io mi cingerò e ti servirò”. E noi gridammo: “Alleluia! Gloria!” ed entrammo nella città. {PS 37,1}

Vidi un tavolo d’argento puro e, malgrado fosse lungo diversi chilometri, i nostri occhi potevano vederne la fine. Vidi il frutto dell’albero della vita, la manna, le mandorle, i fichi, le melagrane, i grappoli d’uva e molti altri tipi di frutta. Chiesi a Gesù di farmi mangiare quei frutti. Egli disse: “Non ora. Quelli che mangiano il frutto di questo luogo non tornano mai più sulla terra. Fra non molto, se sarai fedele, mangerai il frutto dell’albero della vita e berrai l’acqua della fonte”. E continuò: “Devi ritornare sulla terra e raccontare le cose che ti ho rivelato”. {PS 37,2}

Poi un angelo mi riaccompagnò su questa terra, immersa nelle tenebre. A volte penso di non poter più restare quaggiù, perché le realtà terrene mi sembrano terribilmente tristi. Mi sento sola, perché ho visto una terra migliore. Oh, se avessi le ali come una colomba, potrei volare via e riposarmi! {PS 37,3}

Finita la visione, tutto mi sembrò cambiato e un velo di tristezza avvolse ciò che mi circondava. Oh, com’era oscuro per me questo mondo! Piansi, quando mi ritrovai sulla terra, e provai nostalgia. Avevo visto un mondo migliore e il mio non poteva più soddisfarmi. {PS 37,4}

Raccontai questa visione al gruppo di Portland, che l’accettò come proveniente da Dio. Quello fu per noi un momento straordinario. La solennità dell’eternità scese su di noi. {PS 37,5}

Circa una settimana dopo questa visione, il Signore si rivelò di nuovo e mi presentò le difficoltà che avrei dovuto affrontare. Il mio compito era quello di comunicare agli altri le sue rivelazioni, ma avrei incontrato una forte opposizione e provato una profonda angoscia. Allora un angelo mi disse: “La grazia di Dio ti basta. Egli ti sosterrà”. {PS 37,6}

Dopo questa visione ero stremata. La mia salute era precaria e avevo solo diciassette anni. Ero consapevole del fatto che molti avevano fallito, a causa dell’autoesaltazione, e sapevo che se mi fossi inorgoglita, Dio mi avrebbe abbandonata e mi sarei certamente persa. Mi rivolsi al Signore in preghiera e lo implorai di affidare questo compito a qualcun altro, perché mi sembrava di non poterlo assolvere. Pregai per molto tempo e l’unica risposta che ricevevo era: “Racconta agli altri ciò che ti ho rivelato”. {PS 37,7}

Nella visione successiva chiesi al Signore che se avessi dovuto veramente raccontare ciò che mi mostrava, avrebbe dovuto proteggermi dall’autoesaltazione. Poi mi rivelò che la mia preghiera era stata esaudita e che se avessi corso il rischio di inorgoglirmi, la sua mano si sarebbe posata su di me e mi sarei ammalata. L’angelo disse: “Se porterai il messaggio fedelmente e resisterai fino alla fine, mangerai il frutto dell’albero della vita e berrai l’acqua del fiume della vita”. {PS 38,1}

Ben presto si diffuse la notizia che le visioni erano frutto del mesmerismo (ipnosi) e molti avventisti erano pronti a crederlo e a far circolare queste voci. Un medico, un famoso ipnotizzatore, mi disse che le mie visioni erano il risultato dell’ipnosi, che ero un soggetto molto facile da ipnotizzare e che lui stesso avrebbe potuto ipnotizzarmi e farmi avere delle visioni. Gli risposi che il Signore mi aveva mostrato in visione che l’ipnosi era opera del diavolo, che veniva dall’abisso infinito e in cui sarebbe ben presto tornato, insieme a coloro che avrebbero continuato a praticarla. Allora gli permisi di ipnotizzarmi, se ne fosse stato capace. Ci provò per più di mezz’ora, ricorrendo a diversi metodi, prima di desistere. Grazie alla fede in Dio, riuscii a resistere al suo influsso, tanto da non subirne alcun effetto. {PS 38,2}

Quando avevo delle visioni, durante una riunione, molti dicevano che erano solo frutto dell’eccitazione e che qualcuno mi aveva ipnotizzata. Allora andavo da sola nei boschi, dove nessuno poteva vedermi o sentirmi, eccetto Dio, e pregavo: a volte, proprio in quel luogo, avevo una visione. Ero felice e raccontavo quello che Dio mi aveva rivelato in solitudine, senza l’influsso di nessuno. {PS 38,3}

Ma alcuni sostenevano che mi autoipnotizzavo. Oh, pensai, siamo arrivati a questo punto: le persone che cercano Dio onestamente, per reclamare le sue promesse e la sua salvezza, sono accusate di essere vittime dell’influsso dell’ipnosi? Chiediamo forse al nostro buon Padre in cielo il “pane”, per poi ricevere un “sasso” o uno “scorpione”? {PS 38,4}

Queste accuse mi ferirono profondamente, angosciandomi fin quasi alla disperazione; molti avrebbero voluto che io non credessi allo Spirito Santo e considerassi tutte le esperienze spirituali, che gli uomini di Dio avevano sperimentato, come pura ipnosi o inganno satanico. {PS 38,5}

In questo periodo, nel Maine, si erano diffuse molte forme di fanatismo. Alcuni avevano abbandonato totalmente il lavoro e si dissociavano da chi non condivideva le loro idee su questo argomento e su altre realtà, che ritenevano doveri religiosi. Dio mi rivelò tali errori in visione e mi inviò da questi suoi figli disorientati, ma molti rifiutarono i messaggi, accusandomi di conformarmi al mondo. D’altro canto, degli avventisti solo di nome mi accusavano di fanatismo; fui presentata sotto una falsa luce e da alcuni, con cattiveria, come leader di quel fanatismo, che stavo invece cercando di contrastare. Diverse volte questi fratelli fissarono la data del ritorno di Gesù, sollecitando altri a seguirli, ma il Signore mi mostrò che queste date sarebbero trascorse inutilmente, perché prima del ritorno di Cristo ci doveva essere un periodo di profonda angoscia. Inoltre, ogni volta che veniva fissata una data e questa trascorreva senza adempimenti, la fede del popolo di Dio si indeboliva. Per questa visione venni accusata di essere in sintonia con il malvagio servitore, che dice: “Il mio Signore tarda a venire”. {PS 39,1}

Tutto ciò mi opprimeva e a volte, nella confusione, ero tentata di dubitare della mia stessa esperienza. Una mattina, mentre si pregava in famiglia, la potenza di Dio scese su di me e pensai improvvisamente che si trattasse di ipnosi e gli opposi resistenza. Immediatamente divenni muta e, per qualche momento, rimasi estranea a tutto ciò che mi circondava. Mi resi conto del mio peccato di aver dubitato del potere di Dio e per questo non potei parlare per circa ventiquattro ore. Vidi un foglio davanti a me, dove c’erano scritti in lettere d’oro il capitolo e il versetto di cinquanta testi delle Scritture. {PS 39,2}

Alla fine della visione feci un cenno perché mi portassero una lavagna, sulla quale scrissi di essere muta, e chiesi di portarmi la grande Bibbia. La presi e cercai tutti i testi che avevo visto sul foglio. Per tutto il giorno fui incapace di parlare. La mattina seguente il mio spirito traboccava di gioia e la mia lingua era sciolta per lodare il Signore. Dopo questa esperienza, non ebbi più il coraggio di dubitare del potere di Dio o di resistergli, anche per un solo momento, indipendentemente da ciò che gli altri avrebbero pensato di me. {PS 39,3}

Nel 1846, mentre ero a Fairhaven in Massachusetts, mia sorella (che in quel periodo mi accompagnava), la sorella A., il fratello G. e io partimmo con una barca a vela per visitare una famiglia, che si trovava a West’s Island. Era quasi notte quando ci avviammo. {PS 39,4}

Subito dopo la partenza scoppiò una violenta tempesta, accompagnata da tuoni e fulmini. Eravamo convinti che saremmo morti, se Dio non fosse intervenuto per salvarci. {PS 40,1}

Mi inginocchiai nella barca e chiesi a Dio di proteggerci. E in mezzo al mare agitato, mentre l’acqua inondava la barca, ebbi una visione e vidi che le acque del mare si sarebbero prosciugate, piuttosto che farci morire, perché la mia opera era appena iniziata. {PS 40,2}

Terminata la visione, le mie paure svanirono e cantammo e lodammo Dio; la nostra piccola barca divenne per noi una Betlemme galleggiante. L’editore dell’Advent Herald aveva detto che le mie visioni erano chiaramente il risultato di pratiche ipnotiche. Ma io mi chiedevo: che senso aveva usare pratiche ipnotiche in quel momento? {PS 40,3}

Il fratello G. fece tutto il possibile per tenere sotto controllo la barca. Aveva cercato di ancorarla, ma l’ancora non teneva. La nostra piccola barca era sbattuta dalle onde e portata via dal vento ed era così buio che non potevamo vedere da poppa a prua. Improvvisamente l’ancora tenne e il fratello G. chiamò aiuto. {PS 40,4}

Sull’isola c’erano solo due case ed eravamo vicini a una di esse, ma non a quella dove volevamo andare. Tutta la famiglia stava dormendo, eccetto un bambino, che provvidenzialmente sentì il grido del fratello G. Suo padre venne a soccorrerci con una piccola barca e ci riportò a riva. Passammo la maggior parte della notte ringraziando e lodando Dio per la grande bontà che ci aveva dimostrato. {PS 40,5}

Ecco i testi citati nella visione! {PS 40,6}

“Ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si adempiranno a loro tempo”. Luca 1:20. {PS 40,7}

“Tutte le cose che il Padre ha sono mie; per questo ho detto che egli prenderà del mio e ve lo annuncerà”. Giovanni 16:15. {PS 40,8}

“Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi”. Atti 2:4. {PS 40,9}

“… Adesso, Signore, considera le loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare la tua Parola in tutta franchezza, stendendo la tua mano per guarire, perché si facciano segni e prodigi, mediante il nome del tuo santo servitore Gesù”. Dopo che ebbero pregato, il luogo dove erano riuniti tremò; e tutti furono riempiti dello Spirito Santo e annunziavano la Parola di Dio con franchezza”. Atti 4:29-31. {PS 40,10}

“Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le pestino con le zampe e rivolti contro di voi non vi sbranino. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova e sarà aperto a chi bussa. Qual è l’uomo tra di voi, il quale, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? Oppure, se gli chiede un pesce, gli dia un serpente? Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutte le cose, dunque, che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa è la legge e i profeti. Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci”. Matteo 7:6-12, 15. {PS 40,11}

“Perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e miracoli da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti”. Matteo 24:24. {PS 41,1}

“Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui; radicati, edificati in lui e rafforzati dalla fede, come vi è stata insegnata, abbondate nel ringraziamento. Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo”. Colossesi 2:6-8. {PS 41,2}

“Non abbandonate la vostra franchezza, che ha una grande ricompensa! Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso. Perché: “Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà; ma il mio giusto vivrà per fede; e se si tira indietro, l’anima mia non lo gradisce”. Ora, noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita”. Ebrei 10:35-39. {PS 41,3}

“Infatti chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue. Sforziamoci dunque di entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza. Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore”. Ebrei 4:10-12. {PS 41,4}

“E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. Soltanto comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo, affinché, sia che io venga a vedervi sia che io resti lontano, senta dire di voi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede del vangelo, per nulla spaventati dagli avversari. Questo per loro è una prova evidente di perdizione, ma per voi di salvezza, e ciò da parte di Dio. Perché vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in Lui, ma anche di soffrire per lui”. Filippesi 1:6, 27-29. {PS 41,5}

“Infatti è Dio che produce in voi il volere e l’agire, secondo il suo disegno benevolo. Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute, perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita”. Filippesi 2:13-15. {PS 42,1}

“Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento, infatti, non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi, dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno. Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza”. Efesini 6:10-18. {PS 42,2}

“Siate invece benigni e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonati in Cristo”. Efesini 04:32. {PS 42,3}

“Avendo purificato le anime vostre con l’ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amor fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore”. 1 Pietro 1:22. {PS 42,4}

“Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri”. Giovanni 13:34, 35. {PS 42,5}

“Esaminatevi per vedere se siete nella fede; mettetevi alla prova. Non riconoscete che Gesù Cristo è in voi? A meno che l’esito della prova sia negativo”. 2 Corinzi 13:5. {PS 42,6}

“Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra. Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento, oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù. Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l’opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno”. 1 Corinzi 3:10-13. {PS 42,7}

“Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue. Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse, per trascinarsi dietro i discepoli”. Atti 20:28-30. {PS 43,1}

“Mi meraviglio che così presto voi passiate da colui che vi ha chiamati, mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo. Ché poi non c’è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema. Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annunzia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema”. Galati 1:6-9. {PS 43,2}

“… Perciò tutto quello che avete detto nelle tenebre sarà udito nella luce; e quel che avete detto all’orecchio nelle stanze interne, sarà predicato sui tetti delle case. Or dico a voi, amici miei, non temete quelli che uccidono il corpo, ma dopo questo non possono far niente di più. Io vi mostrerò chi dovete temere: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna; si, vi dico, temete lui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure neanche uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anzi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non temete dunque, voi valete più di molti passeri”. Luca 12:3-7. {PS 43,3}

“… Perché sta scritto: ‘Egli ordinerà ai suoi angeli che ti proteggano. Ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non inciampi con il piede in una pietra’”. Luca 4:10-11. {PS 43,4}

“Perché il Dio che disse: “Splenda la luce fra le tenebre”, è quello che risplendé nei nostri cuori, per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio, che rifulge nel volto di Gesù Cristo. Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi. Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all’estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati, ma non uccisi”. 2 Corinzi 4:6-9. {PS 43,5}

“Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne”. 2 Corinzi 4:17, 18. {PS 43,6}

“Dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi. Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell’oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo”. 1 Pietro 1:5-7. {PS 44,1}

“Perché ora, se state saldi nel Signore, ci sentiamo rivivere”. 1 Tessalonicesi 3:8. {PS 44,2}

“Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demoni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno”. Marco 16:17, 18. {PS 44,3}

“I suoi genitori risposero: ‘Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda, non sappiamo, né sappiamo chi gli abbia aperto gli occhi; domandatelo a lui; egli è adulto, parlerà lui di sé’. Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che se uno riconoscesse Gesù come Cristo, fosse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: ‘Egli è adulto, domandatelo a lui’. Essi, dunque, chiamarono per la seconda volta l’uomo che era stato cieco, e gli dissero: ‘Dà gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore’. Egli rispose: ‘Se egli sia un peccatore, non so; una cosa so, che ero cieco e ora ci vedo’. Essi allora gli dissero: ‘Che cosa ti ha fatto? Come ti aprì gli occhi?’. Egli rispose loro: ‘Ve l’ho già detto e voi non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventar suoi discepoli anche voi?'” Giovanni 9:20-27. {PS 44,4}

“Quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti”. Giovanni 14:13-15. {PS 44,5}

“Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli”. Giovanni 15:7, 8. {PS 44,6}

“In quel momento si trovava nella loro sinagoga un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale prese a gridare: ‘Che c’è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per mandarci in perdizione? Io so chi sei: Il Santo di Dio!’. Gesù lo sgridò, dicendo: ‘Sta’ zitto ed esci da costui!'” Marco 1:23-25. {PS 44,7}

“Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore”. Romani 08:38, 39. {PS 45,1}

“E all’angelo della chiesa in Filadelfia scrivi: Queste cose dice il Santo, il Veritiero, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre: io conosco le tue opere. Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può richiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. Ecco, ti do alcuni della sinagoga di Satana, i quali dicono di essere giudei e non lo sono, ma mentono; ecco, io li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi, per riconoscere che io ti ho amato. Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza, anch’io ti preserverò dall’ora della tentazione, che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. Io vengo presto; tieni fermamente quello che hai, perché nessuno ti tolga la tua corona. Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, e della nuova Gerusalemme, che scende dal cielo da presso il mio Dio, e il mio nuovo nome. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”. Apocalisse 3:7-13. {PS 45,2}

“Essi sono quelli che non si sono contaminati con donne, poiché son vergini. Essi son quelli che seguono l’Agnello dovunque vada. Essi sono stati riscattati tra gli uomini per esser primizie a Dio e all’Agnello. Nella bocca loro non è stata trovata menzogna: sono irreprensibili”. Apocalisse 14:4, 5. {PS 45,3}

“Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, il Signore Gesù Cristo”. Filippesi 3:20. {PS 45,4}

“Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Osservate come l’agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra, pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione. Siate pazienti anche voi; fortificate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina”. Giacomo 5:7, 8. {PS 45,5}

“Il quale trasformerà il corpo della nostra umiliazione, rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa”. Filippesi 3:21. {PS 45,6}

“Poi guardai e vidi una nube bianca; e sulla nube stava seduto uno, simile a un figlio d’uomo, che aveva sul capo una corona d’oro e in mano una falce affilata. Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che stava seduto sulla nube: “Metti mano alla tua falce e mieti, poiché è giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura”. Colui che era seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta. Poi dal tempio, che è nel cielo, uscì un altro angelo; anch’egli aveva una falce affilata”. Apocalisse 14:14-17. {PS 45,7}

“Rimane dunque un riposo sabbatico per il popolo di Dio”. Ebrei 4:9. {PS 46,1}

“E vidi la santa Città, la nuova Gerusalemme, scendere giù dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo”. Apocalisse 21:2. {PS 46,2}

“Poi guardai e vidi l’Agnello che stava in piedi sul monte Sion e con lui erano centoquarantaquattromila persone, che avevano il suo nome e il nome di suo Padre scritto sulla fronte”. Apocalisse 14:1. {PS 46,3}

“Poi mi mostrò il fiume dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l’albero della vita. Esso dà dodici raccolti all’anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni. Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello; i suoi servi lo serviranno, vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte. Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli”. Apocalisse 22:1-5. {PS 46,4}

Visioni successive

Il Signore mi diede questa visione nel 1847, mentre i fratelli erano riuniti di sabato a Topsham, nel Maine. {PS 47,1}

Improvvisamente sentimmo un profondo desiderio di pregare e mentre stavamo pregando, lo Spirito Santo scese su di noi. Eravamo molto felici. Ben presto mi allontanai dalle realtà terrene e venni rapita in visione nella gloria di Dio. Vidi un angelo che volava rapidamente verso di me, per accompagnarmi dalla terra verso la santa Città. Là vidi un tempio, vi entrai e, attraversando una porta, mi ritrovai davanti alla prima cortina. Questa cortina fu sollevata ed entrai nel luogo santo. Vidi l’altare dei profumi, il candelabro con sette lampade e la tavola dei pani di presentazione. {PS 47,2}

Dopo avermi mostrato la gloria del luogo santo, Gesù sollevò la seconda cortina ed entrai nel luogo santissimo. Vidi l’arca che era ricoperta di oro puro. A ogni estremità dell’arca c’era un cherubino con le ali distese. I loro visi erano rivolti l’uno verso l’altro e guardavano verso il basso. In mezzo agli angeli c’era un turibolo d’oro. Sopra l’arca, dove c’erano gli angeli, c’era una luce splendente, che sembrava come il trono in cui abita Dio. Gesù era accanto all’arca e quando le preghiere dei santi salivano fino a lui, l’incenso fumava nel turibolo ed egli offriva queste preghiere al Padre, insieme al fumo dell’incenso. {PS 47,3}

Nell’arca c’era un recipiente d’oro con la manna, il bastone fiorito di Aaronne e le tavole di pietra simili a un libro. Gesù le aprì e vidi i dieci comandamenti, scritti con il dito di Dio. Su una tavola ce n’erano quattro e sull’altra sei. I quattro sulla prima tavola risplendevano più degli altri sei. Ma il quarto, il comandamento del sabato, risplendeva più di tutti, perché il sabato era stato messo da parte, per essere celebrato in onore del santo nome di Dio. Il sabato risultava splendente, circondato da un alone luminoso. {PS 47,4}

Vidi che il comandamento del sabato non era stato inchiodato sulla croce. Se lo fosse stato, anche gli altri nove lo sarebbero stati e noi avremmo potuto trasgredirli tutti, compreso il quarto. Vidi che Dio non aveva cambiato il sabato, perché Dio stesso non cambia. Il papa, invece, lo aveva sostituito con il primo giorno della settimana, perché il suo obiettivo era modificare i tempi e le leggi. {PS 47,5}

Vidi che se Dio avesse voluto trasferire il sabato dal settimo al primo giorno della settimana, avrebbe cambiato il testo del comandamento, scritto con il dito di Dio sulle tavole di pietra, che ora sono conservate nell’arca, nel luogo santissimo del santuario del cielo, e sarebbe stato modificato così: “Il primo giorno è il sabato del Signore tuo Dio”. Ma vidi che non era stato cambiato dal giorno in cui era stato scritto dal dito stesso di Dio sulle tavole di pietra, date a Mosè sul monte Sinai: “… Ma il settimo giorno è il sabato del Signore tuo Dio”. Vidi che il santo sabato è e sarà sempre il muro di separazione tra il vero Israele di Dio e gli increduli, e il punto chiave che unirà i cuori dei figli di Dio, che lo attendono. {PS 47,6}

Vidi che Dio aveva dei figli che non conoscevano ancora il sabato e quindi non l’osservavano. Non avevano rifiutato questo messaggio. E all’inizio del periodo di profonda angoscia, eravamo stati illuminati dallo Spirito Santo, quando proclamavamo il messaggio relativo al sabato. {PS 48,1}

Le chiese di varie denominazioni e gli avventisti solo di nome si ribellavano, perché non potevano confutare questa verità. A questo punto tutti i figli di Dio videro chiaramente che eravamo nella verità, si unirono a noi e condivisero la persecuzione. Vidi che sulla terra regnavano spada, carestia, pestilenza e grande confusione. I malvagi ci accusavano di aver attirato su di loro questo giudizio e riunitisi cercavano il modo di eliminarci, pensando che così avrebbero estirpato il male. {PS 48,2}

Durante il periodo di profonda angoscia fuggimmo tutti dalle città e dai villaggi, inseguiti dai malvagi, che entravano nelle case dei figli di Dio armati di spada. Quando alzavano le spade per ucciderci, esse si rompevano e cadevano come fuscelli di paglia. {PS 48,3}

Giorno e notte implorammo la libertà e il nostro grido giunse fino a Dio. Il sole sorse e la luna si fermò; i ruscelli smisero di scorrere; nuvole oscure si scontravano nel cielo. Ma si intravedeva un luogo pieno di luce e di gloria, da dove proveniva la voce di Dio, simile a molte acque, che faceva tremare i cieli e la terra. Il cielo si aprì e si chiuse, con un grande tumulto. Le montagne tremarono come una canna agitata dal vento, provocando la caduta di massi. Il mare sembrava in ebollizione e scagliava pietre sulla riva. {PS 48,4}

E mentre Dio annunciava il giorno e l’ora del ritorno di Gesù, e confermava il patto eterno con il suo popolo, disse una frase e poi ci fu una pausa, e le sue parole si diffusero per tutta la terra. L’Israele di Dio stava in piedi con lo sguardo rivolto verso il cielo, ascoltando le parole proferite dalla bocca di Yahweh, che riempivano la terra come un rombo di tuoni fortissimi. {PS 48,5}

Era una scena veramente solenne. Alla fine di ogni frase i santi gridavano: “Gloria! Alleluia!”. I loro volti erano illuminati dalla gloria di Dio e risplendevano come il volto di Mosè, quando scese dal monte Sinai. Per questo motivo gli empi non potevano guardarli. Quando una benedizione eterna fu pronunciata in favore di coloro che avevano onorato Dio, osservando il suo santo sabato, sentimmo un forte grido di vittoria sulla bestia e sulla sua immagine. {PS 49,1}

Successivamente iniziò il giubileo, il tempo in cui la terra doveva riposarsi. Vidi gli schiavi fedeli alzarsi trionfanti e vittoriosi e lasciar cadere le catene che li avvolgevano, mentre i loro padroni malvagi erano confusi, senza sapere cosa fare, perché gli empi non potevano comprendere le parole pronunciate da Dio. Subito dopo apparve la grande nuvola bianca. Era più bella che mai. Su di essa era seduto il Figlio dell’Uomo. All’inizio non avevamo visto Gesù sulla nuvola, ma più questa si avvicinava alla terra, più era visibile la sua figura affascinante. Questa nuvola era il simbolo del Figlio dell’Uomo in cielo. La voce del Figlio di Dio chiamò i giusti che dormivano nelle loro tombe per rivestirli di gloriosa immortalità. I santi viventi furono mutati in un attimo e si ritrovarono insieme agli altri nel carro di nuvole, che risplendeva di gloria, mentre si alzava in cielo. Su entrambi i lati del carro c’erano delle ali e sotto delle ruote. Mentre il carro saliva in alto, le ruote gridavano: “Santo”; le ali nel muoversi dicevano: “Santo”; il corteo degli angeli intorno alla nuvola gridava: “Santo, santo, santo, Signore Dio onnipotente!”. E il carro se ne andò verso la santa Città, e Gesù ci accolse aprendo le porte. Eravamo i benvenuti, perché avevamo osservato i “comandamenti di Dio”, e avevamo diritto di accedere “all’albero della vita”. {PS 49,2}

Il suggellamento

Il 5 gennaio 1849, all’inizio del sabato, mentre eravamo riuniti in preghiera con la famiglia Belden a Rocky Hill, nel Connecticut, lo Spirito Santo scese su di noi. Fui rapita in visione e mi trovai nel luogo santissimo del santuario del cielo, dove Gesù intercedeva ancora per Israele. In fondo al suo abito c’erano una campanella e una melagrana. Vidi che Gesù non avrebbe lasciato questo luogo fino a quando ogni caso non fosse stato deciso, o per la salvezza o per la distruzione. La collera di Dio non si sarebbe manifestata fino a quando Gesù non avesse terminato la sua opera nel luogo santissimo, deposto i suoi abiti sacerdotali e rivestito quelli del giudizio. Gesù sarebbe rimasto in piedi tra il Padre e gli uomini, Dio non avrebbe più potuto restare in silenzio e avrebbe riversato la sua collera su quelli che avevano rifiutato la verità. Vidi che la collera delle nazioni, l’ira di Dio e il tempo del giudizio dei morti erano momenti distinti tra loro, e uno seguiva l’altro. Vidi che Michele non si era ancora alzato e il tempo di profonda angoscia, mai sperimentata prima, non era ancora iniziato. Le nazioni erano adirate, ma quando il Sommo Sacerdote avrebbe finito la sua opera nel santuario, si sarebbe alzato, avrebbe indossato abiti da giudice e le sette piaghe sarebbero cadute sulla terra. {PS 50,1}

Vidi i quattro angeli trattenere i quattro venti fino a quando l’opera di Gesù nel santuario non fosse terminata; in seguito sarebbero arrivate le sette ultime piaghe. Queste piaghe avrebbero scatenato la reazione degli empi nei confronti dei figli di Dio, che erano considerati responsabili del giudizio di Dio su di loro, infatti essi credevano che se fossimo stati eliminati, le piaghe sarebbero cessate. Allora fu emesso un decreto per uccidere i giusti, che gridavano giorno e notte per ottenere la liberazione. Questo era il tempo dell’angoscia di Giacobbe. Tutti i giusti, disperati, implorarono il Signore e furono liberati dalla sua voce. I 144.000 trionfarono. I loro visi si illuminarono della gloria di Dio. Poi mi fu mostrato un gruppo di persone che gridavano disperate. Sui loro abiti c’era scritto a grandi lettere: “Tu sei stato pesato e sei stato trovato mancante”. Io chiesi chi fossero e l’angelo disse: “Sono coloro che hanno osservato il sabato e poi lo hanno rinnegato”. Li sentii gridare: “Abbiamo creduto nel tuo ritorno e l’abbiamo proclamato con convinzione”. E mentre parlavano guardavano i loro abiti e vedevano la scritta, e i loro singhiozzi raddoppiavano. Vidi che si erano dissetati presso acque profonde ma avevano contaminato il rimanente con i loro piedi, calpestando il sabato, e per questo erano stati pesati e trovati mancanti. Poi l’angelo mi condusse nuovamente verso la città, dove vidi quattro angeli, che volavano verso le porte. Mentre presentavano una carta d’oro all’angelo davanti alla porta, ne vidi un altro che, volando rapidamente, veniva dal luogo della gloria eccelsa e gridava a voce alta agli altri angeli, mentre agitava dall’alto verso il basso qualcosa, che teneva in mano. Chiesi allora all’angelo che mi guidava una spiegazione di ciò che avevo appena visto. Mi disse che per ora non potevo capire di più, ma che ben presto mi avrebbe spiegato il significato di quello che avevo visto. {PS 50,2}

Il sabato pomeriggio uno dei nostri fratelli, che era ammalato, chiese che pregassimo per la sua guarigione. Ci riunimmo tutti facendo appello al grande Medico, le cui cure sono sempre efficaci, e mentre la sua potenza scese sul malato, guarendolo, lo Spirito scese su di me e fui nuovamente rapita in visione. Vidi quattro angeli, che si stavano preparando per adempiere un compito, che dovevano svolgere sulla terra. Gesù era vestito con gli abiti sacerdotali. Rivolgendo uno sguardo misericordioso al rimanente fedele, alzò le mani e con una voce piena di profonda commozione, gridò: “Il mio sangue, Padre, il mio sangue, il mio sangue, il mio sangue!”. Poi vidi una luce estremamente brillante provenire da Dio, che sedeva sopra un grande trono bianco, e circondare Gesù. In seguito vidi un angelo, che aveva ricevuto un compito da parte di Gesù, volare leggero verso i quattro angeli, che avevano un’opera da compiere sulla terra, e agitando qualcosa in mano, gridava ad alta voce: “Resistete! Resistete! Resistete! Resistete fino a quando i figli di Dio saranno segnati sulla fronte”. {PS 51,1}

Chiesi allora all’angelo che mi accompagnava il significato di quanto avevo udito e cosa stessero per fare i quattro angeli. Mi spiegò che era Dio che tratteneva queste forze e aveva dato ai suoi angeli la responsabilità sulle vicende della terra; i quattro angeli avevano ricevuto da Dio il potere per trattenere i quattro venti, che stavano per essere lasciati liberi di agire. Ma mentre le loro mani si allentavano e i quattro venti stavano per iniziare a soffiare, Gesù considerò con misericordia il rimanente, che non era stato ancora segnato in fronte, alzò le mani verso il Padre e lo pregò, dicendogli che aveva versato il suo sangue per loro. Poi un altro angelo ebbe il compito di volare dai quattro angeli, per avvertirli di trattenere i venti, fino a quando i figli di Dio non fossero stati segnati sulla fronte con il segno del Dio vivente. {PS 51,2}

L’amore di Dio per il suo popolo

Mi è stato mostrato il tenero amore che Dio ha per il suo popolo: è un amore infinito. Ho visto gli angeli con le loro ali spiegate sui giusti. Ogni giusto aveva un angelo che lo accompagnava. Se i santi piangevano, scoraggiati o a causa di un pericolo, i loro angeli volavano rapidamente in cielo a portarne la notizia e gli angeli nella città cessavano di cantare. Allora Gesù incaricava un altro angelo di scendere per incoraggiare, proteggere e fare tutto il possibile per impedire che i santi si allontanassero dalla via stretta. {PS 52,1}

Ma se i giusti si disinteressavano di ciò che facevano gli angeli per aiutarli, se rifiutavano di essere confortati e continuavano per la loro strada, allontanandosi, gli angeli piangevano rattristati. Portavano la notizia in cielo e tutti gli angeli della città piangevano e a voce alta dicevano: “Amen”. Ma se i santi avessero fissato lo sguardo verso il premio davanti a loro e avessero glorificato Dio, lodandolo, gli angeli avrebbero portato buone notizie e gli altri angeli nella città avrebbero suonato le arpe d’oro, cantato ad alta voce “Alleluia!” e le volte del cielo avrebbero risuonato dei loro canti gioiosi. {PS 52,2}

Nella santa Città ci sono un ordine e un’armonia perfetti. Tutti gli angeli che hanno il compito di visitare la terra hanno una carta d’oro, che presentano agli angeli alle porte della città, quando entrano ed escono. Il cielo è un posto bellissimo. Desidererei tanto viverci, contemplare Gesù, che ha dato la sua vita per me, ed essere trasformata alla sua gloriosa immagine. Oh, se ci fosse un linguaggio per esprimere la gloria del mondo futuro! Sono assetata dell’acqua viva di quei fiumi, che rendono la città di Dio un luogo felice. {PS 52,3}

Il Signore mi ha dato una visione di altri mondi. Mi furono date delle ali e un angelo mi accompagnò dalla città fino a un luogo glorioso e luminoso. L’erba era di un verde vivo e gli uccelli cantavano dolci melodie. Gli abitanti erano di aspetto e statura diversi: nobili, maestosi e belli. Erano a immagine di Gesù e i loro volti erano illuminati da una gioia, che esprimeva la libertà e la felicità, che regnavano in quel luogo. Chiesi a uno di loro perché fossero tanto più belli degli abitanti della terra. Egli rispose: “Abbiamo vissuto ubbidendo fedelmente ai comandamenti di Dio e non siamo caduti nella disubbidienza, come quelli della terra”. Poi vidi due alberi, uno assomigliava molto all’albero della vita della città. Il frutto di entrambi era bello, ma ce n’era uno che non potevano mangiare. Poi l’angelo che mi accompagnava mi disse: “Nessuno in questo luogo ha mai mangiato i frutti dell’albero proibito; se lo avessero fatto, sarebbero caduti”. {PS 52,4}

Successivamente fui portata in un mondo che aveva sette lune. Là vidi il caro vecchio Enoc, che era stato portato in cielo. Con la mano destra teneva una palma gloriosa e su ogni foglia era scritto: “Vittoria”. Intorno alla testa c’era una magnifica ghirlanda di foglie bianche e su ogni foglia era scritto “Purezza”; intorno alla ghirlanda c’erano pietre di vari colori, che risplendevano più delle stelle, e proiettando la loro luce sulle lettere, le mettevano in risalto. Dietro la testa c’era un fiocco, che teneva la ghirlanda sulla quale era scritto: “Santità”. Sopra la ghirlanda c’era una bella corona, che risplendeva più del sole. Gli chiesi se questo fosse il luogo dov’era stato trasportato dalla terra. Egli rispose: “No. La città è la mia casa, sono venuto qui per visitare questo posto”. Si muoveva come fosse a casa propria. {PS 53,1}

Chiesi all’angelo che mi accompagnava di permettermi di restare in quel luogo. Non potevo sopportare il pensiero di dover ritornare nel mio mondo, immerso nelle tenebre. Ma l’angelo disse: “Devi ritornare e, se sarai fedele, tu e i 144.000 avrete il privilegio di visitare tutti i mondi e vedere l’opera di Dio”. {PS 53,2}

Lo sconvolgimento delle forze del cielo

Il 16 dicembre del 1848 il Signore mi diede una visione, riguardante lo sconvolgimento delle forze del cielo. Mi resi conto che quando il Signore aveva detto “cielo”, dando i segni riportati da Matteo, Marco e Luca, voleva intendere cielo, e quando aveva detto “terra”, intendeva proprio terra. Il sole, la luna e le stelle sono le forze che governano in cielo. Le forze della terra governano sulla terra. Le forze del cielo verranno sconvolte al suono della voce di Dio. Poi il sole, la luna e le stelle verranno spostati dal loro luogo. Non spariranno, ma saranno sconvolti dalla stessa voce di Dio. {PS 54,1}

Delle nubi scure apparvero e si scontrarono. L’atmosfera si divise e scivolò via e, guardando attraverso lo spazio, scorgemmo Orione, da dove proveniva la voce di Dio. La santa Città scenderà da quell’apertura. Ho visto che le forze della terra erano sconvolte e gli eventi si susseguivano in ordine cronologico. {PS 54,2}

La guerra, i rumori di guerra, la spada, la carestia e la pestilenza saranno i primi a scuotere le forze della terra, poi la voce di Dio sconvolgerà il sole, la luna, le stelle e anche la terra. Ho visto che lo sconvolgimento delle potenze in Europa non è, come alcuni insegnano, lo sconvolgimento delle forze del cielo, ma quello delle nazioni adirate. {PS 54,3}

La porta aperta e la porta chiusa

Il sabato 24 marzo 1849 avevamo avuto una riunione piacevole e interessante, insieme ai fratelli di Topsham, nel Maine. Lo Spirito Santo era sceso su di noi e io venni condotta dallo Spirito nella città del Dio vivente. Mi fu mostrato che i comandamenti di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, relativa alla porta chiusa, sono due realtà che non possono essere separate e che il periodo di tempo, in cui il popolo di Dio avrebbe accordato ai comandamenti tutta la loro importanza e sarebbe stato perseguitato, a causa della verità del sabato, coincideva con il momento dell’apertura della porta nel luogo santissimo del santuario del cielo, dove c’è l’arca che contiene i dieci comandamenti. {PS 55,1}

Questa porta fu aperta quando Gesù ebbe compiuto la sua opera di mediazione nel luogo santo del santuario, nel 1844. Fu allora che Gesù si alzò, chiuse la porta del luogo santo e aprì quella del luogo santissimo, passò attraverso la seconda cortina ed è là che si trova ora, accanto all’arca. È là che può raggiungerlo la fede d’Israele. {PS 55,2}

Vidi che Gesù aveva chiuso la porta del luogo santo, che nessun uomo può aprire, e aveva aperto la porta del luogo santissimo, che nessun uomo può chiudere. (Apocalisse 3:7, 8) E vidi che i comandamenti, contenuti nell’arca, risplendevano sul popolo di Dio, che veniva messo alla prova sulla questione del sabato. Vidi che la prova del sabato non si sarebbe verificata, fino a quando non si fosse conclusa la mediazione di Gesù nel luogo santo e non fosse passato attraverso la seconda cortina. {PS 55,3}

Questo spiega perché i cristiani, che si erano addormentati prima che la porta del luogo santo venisse aperta, quando il grido di mezzanotte si era concluso, al settimo mese del 1844, e non avevano osservato il sabato, riposavano nella speranza, perché non avevano ricevuto la luce sulla verità del sabato così come l’abbiamo noi, da quando questa porta è stata aperta. Ho visto che Satana tentava qualche figlio di Dio su questo punto; infatti, se molti cristiani si erano addormentati nel trionfo della fede, senza aver osservato il vero sabato, perché ora doveva esserci per noi l’obbligo di osservarlo? I nemici della verità hanno cercato di aprire la porta del luogo santo, che Gesù aveva chiuso, e di chiudere quella del luogo santissimo, che egli aveva aperto nel 1844, dove si trova l’arca contenente le due tavole di pietra, sulle quali erano stati scritti i dieci comandamenti con il dito di Dio. {PS 55,4}

Satana, in questo periodo del suggellamento, sta usando ogni mezzo per distrarre le menti del popolo di Dio dalla verità e farli vacillare. Vidi che Dio proteggeva il suo popolo in questo periodo di profonda angoscia e ogni persona che avesse accettato la verità e avesse il cuore puro, sarebbe stata protetta dall’Onnipotente. {PS 56,1}

Satana, sapendo tutto questo, faceva il possibile per distogliere il maggior numero di persone dalla verità. Ho visto che il caso dei colpi misteriosi a New York e in altri luoghi era frutto del suo potere e che esperienze del genere sarebbero diventate sempre più comuni e rivestite da un alone di religiosità, per tranquillizzare tutti coloro che si sarebbero lasciati sedurre da tali manifestazioni e per condurre, se fosse stato possibile, le menti del popolo di Dio verso quelle pratiche e portarli a dubitare degli insegnamenti e della potenza dello Spirito Santo. {PS 56,2}

Ho visto che Satana stava lavorando con l’aiuto dei suoi agenti in molti modi. Lavorava tramite i pastori, che avevano rifiutato la verità e si erano lasciati sopraffare, al punto da credere alla menzogna e perdersi per sempre. Mentre predicavano o pregavano, alcuni cadevano prostrati e impotenti, non per il potere dello Spirito Santo, ma per l’influsso di Satana, che agiva attraverso i suoi agenti, e tramite loro sulle persone. Mentre predicavano, pregavano o discutevano, alcuni sedicenti avventisti, che avevano rifiutato la verità presente, usavano l’ipnosi per farsi dei seguaci. Le persone si compiacevano di questi influssi, perché pensavano fossero il frutto dello Spirito Santo. Alcuni di coloro che praticavano l’ipnosi erano talmente immersi nelle tenebre, che si erano lasciati sedurre dal diavolo, al punto da credere che si trattasse dell’opera della potenza di Dio. Avevano abbassato Dio al loro livello e annullato così il suo potere. — Cfr. Appendice, 267, 268. {PS 56,3}

Alcuni agenti di Satana infierivano sul corpo dei giusti, che non riuscivano a ingannare e allontanare dalla verità, attraverso un influsso satanico. Oh, se tutti potessero vederlo come Dio me lo ha rivelato, per comprendere meglio l’astuzia di Satana ed essere più attenti! Ho visto che Satana lavorava in questo modo per distrarre, ingannare e scoraggiare il popolo di Dio, in questo periodo del suggellamento. Ho visto alcuni che non difendevano la verità: le loro ginocchia tremavano e i loro piedi scivolavano, perché non erano fondati sulla verità e la protezione dell’Onnipotente non poteva preservarli, mentre inciampavano. {PS 56,4}

Satana cercava con tutte le sue arti di trattenerli, fino a quando non fosse trascorso il tempo del suggellamento e della protezione, accordata da Dio al suo popolo. Allora nulla avrebbe più potuto preservarli dall’ardente collera divina, durante le sette ultime piaghe. Dio ha già iniziato ad accordare questa protezione al suo popolo e presto si estenderà a tutti coloro che avranno bisogno di un rifugio, nel giorno della distruzione. Dio interverrà con potenza in favore del suo popolo, ma Satana proseguirà la sua opera malefica. Ho visto che i segni, le manifestazioni misteriose e le false riforme si moltiplicheranno e si diffonderanno ovunque. Le riforme che mi sono state mostrate non consistevano nel combattere l’errore in favore della verità. L’angelo che mi accompagnava mi disse di verificare se gli uomini si preoccupavano ancora della loro salvezza. Guardai, ma non vidi nulla, perché il tempo della loro salvezza era passato. {PS 57,1}

La nostra fede messa alla prova

In questo periodo di prova abbiamo bisogno di incoraggiarci e confortarci a vicenda. Le tentazioni di Satana sono più forti di quanto non lo siano mai state, perché egli sa che ha poco tempo e ben presto ogni caso sarà definito per la vita o per la morte. Non è questo il momento di lasciarsi prendere dallo scoraggiamento e cadere proprio nel momento della prova; dobbiamo affrontare tutte le difficoltà e confidare completamente nel Dio onnipotente di Giacobbe. Il Signore mi ha mostrato che la sua grazia è sufficiente per superare le prove e, nonostante siano più numerose e difficili, se manifesteremo la nostra assoluta fiducia in lui, potremo risultare vittoriosi tramite la sua grazia. {PS 58,1}

Se superiamo le difficoltà e siamo vittoriosi nei confronti di Satana, allora sopporteremo la prova della nostra fede, che è più preziosa dell’oro, e saremo più forti e meglio preparati per affrontarne altre. Ma se ci lasciamo sopraffare dalle tentazioni di Satana, diventeremo più deboli, senza ricevere nessun beneficio da questa esperienza, e non saremo sufficientemente preparati per la successiva. In questo modo diventeremo sempre più deboli, fino a diventare prigionieri di Satana e della sua volontà. Dobbiamo indossare la completa armatura di Dio ed essere pronti, in ogni momento, ad affrontare le potenze delle tenebre. Quando le tentazioni e le difficoltà ci assalgono, rivolgiamoci a Dio e imploriamo il suo aiuto. Egli non ci permetterà di andar via a mani vuote, ma ci darà la grazia e la forza per superare la prova e vincere il nemico. Oh, se tutti potessero vedere queste realtà nella giusta luce e resistere con forza, come buoni soldati di Gesù! Allora Israele avanzerebbe con decisione, grazie a Dio e alla potenza della sua forza. {PS 58,2}

Dio mi ha mostrato di aver dato al suo popolo un calice amaro da bere, per purificarli. È un liquido sgradevole e lo sarà ancora di più, se si lamenteranno e mormoreranno. E quelli che lo ricevono in questo modo dovranno berne un altro sorso, perché il primo non ha avuto l’effetto desiderato sul loro cuore. E se anche il secondo non avrà effetto, allora ne dovranno bere un altro e un altro ancora, fino a quando abbia l’effetto previsto, altrimenti non purificheranno il loro cuore. Ho visto che il calice amaro può essere addolcito dalla pazienza, dalla perseveranza e dalla preghiera, e questo avrà l’effetto previsto sui cuori di coloro che lo accetteranno, e Dio sarà onorato e glorificato. Non è cosa da poco essere cristiani, appartenere a Dio ed essere da lui approvati. Il Signore mi ha mostrato alcuni, che pretendono di credere alla verità, ma la cui vita non corrisponde alla loro professione di fede. Hanno un livello di spiritualità troppo basso e sono ancora molto lontani, rispetto ai parametri della santità biblica. Alcuni si impegnano in conversazioni vane e sconvenienti, e altri cedono all’orgoglio. Non dobbiamo ricercare ciò che ci piace, vivere e agire come la società in cui viviamo, condividere i suoi piaceri e la sua compagnia e pretendere di regnare con Cristo in gloria. {PS 58,3}

Dobbiamo essere partecipi delle sofferenze del Salvatore, se vogliamo condividere la sua gloria futura. Se ricerchiamo il nostro interesse e facciamo tutto il possibile per compiacere noi stessi, invece di piacere a Dio e promuovere la sua nobile causa che langue, disonoreremo Dio e l’opera che diciamo di amare. Ci resta solo poco tempo per lavorare per il Signore. Nulla dovrebbe essere così prezioso da non poter essere sacrificato per la salvezza del gregge disperso di Gesù. Coloro che oggi fanno un patto con Dio, attraverso il sacrificio, saranno presto ricevuti nella loro patria del cielo, per condividere la grande ricompensa e possedere il nuovo regno per sempre. {PS 59,1}

Oh, se potessimo vivere completamente per il Signore e dimostrare, con una vita equilibrata e un comportamento spirituale, che siamo stati con Gesù e siamo i suoi discepoli umili e fedeli. Dobbiamo lavorare mentre è giorno, perché quando verrà la notte della prova e dell’angoscia, sarà troppo tardi. Gesù è nel suo tempio santo e ora accetta i nostri sacrifici, le nostre preghiere e le nostre confessioni dei peccati. Vuole perdonare tutte le trasgressioni d’Israele, perché siano cancellate, prima che egli esca dal santuario. Quando Gesù lascerà il santuario, coloro che sono santi e giusti saranno ancora santi e giusti, perché i loro peccati saranno cancellati e loro stessi saranno suggellati con il suggello del Dio vivente. Ma quelli che sono ingiusti e impuri rimarranno ingiusti e impuri, perché non ci sarà più nessun sacerdote nel santuario per presentare i loro sacrifici, le loro confessioni e le loro preghiere davanti al trono del Padre. Quindi, tutto ciò che è necessario per salvare le persone dalla collera divina, deve essere fatto prima che Gesù esca dal luogo santissimo del santuario del cielo. {PS 59,2}

Al piccolo gregge

Cari fratelli, il 26 gennaio 1850 il Signore mi ha dato una visione, che voglio raccontarvi. Vidi che alcune persone, appartenenti al popolo di Dio, non sono sagge e si sono addormentate o sono parzialmente sveglie. Non si rendono conto del tempo in cui viviamo e che l’uomo con la “scopa” è entrato e alcuni rischiano di essere spazzati via. Pregai Gesù di salvarli, di risparmiarli, affinché potessero prepararsi, prima che fosse troppo tardi. L’angelo mi disse: “La distruzione sta arrivando come un forte vortice”. Pregai l’angelo di avere pietà e salvare le persone legate a questo mondo, persone che attaccate ai loro beni, non erano disposte a rinunciarvi e a sacrificarsi. Pregai per sollecitare i messaggeri a nutrire le pecore affamate, che stavano morendo per mancanza di cibo spirituale. {PS 60,1}

Vidi delle povere persone, che morivano con il desiderio di conoscere la verità, mentre alcuni che professavano di crederci, le abbandonavano a se stesse, trattenendo i mezzi necessari per portare avanti l’opera di Dio; la scena era estremamente chiara e io pregavo l’angelo di allontanarla dalla mia vista. Vidi che quando la causa di Dio richiedeva una parte delle loro proprietà, come il giovane che venne da Gesù (cfr. Matteo 19:16-22), essi se ne andavano rattristati; vidi che presto un grande flagello avrebbe spazzato via i loro beni e sarebbe stato troppo tardi per sacrificare le ricchezze terrene e crearsi un tesoro in cielo. {PS 60,2}

Poi vidi il Redentore, bello e glorioso, che lasciava il regno di gloria, per venire in questo mondo oscuro e solitario e offrire la sua vita preziosa per i giusti e gli empi. Fu costretto ad affrontare la derisione, subì la flagellazione, fu incoronato di spine e sudò gocce di sangue nel giardino degli Ulivi, mentre il peso dei peccati di tutto il mondo era su di lui. L’angelo chiese: “Perché?”. Ho visto e capito che era per noi, per i nostri peccati. Ha affrontato tutto questo perché, grazie al suo sangue prezioso, potesse redimerci davanti a Dio! {PS 60,3}

Poi vidi nuovamente di fronte a me quelli che non erano disposti a rinunciare ai beni terreni, per salvare le persone morenti, offrendo loro la verità. Gesù, invece, sta davanti al Padre e offre il suo sangue, la sua sofferenza e la sua morte, mentre i messaggeri di Dio aspettano, pronti a comunicare loro il messaggio della salvezza, perché possano ricevere il suggello del Dio vivente. È difficile per alcuni di coloro che professano di credere nella verità offrire anche una piccola somma di denaro ai messaggeri di Dio, quel denaro che Dio ha affidato loro come amministratori. Mi furono presentate nuovamente le sofferenze di Gesù, il suo profondo amore per l’umanità, che lo ha spinto a dare la sua vita per noi, e anche l’esempio di coloro che professano di essere suoi discepoli e, disponendo di ricchezze terrene, hanno considerato un vero privilegio collaborare nell’opera della salvezza. {PS 60,4}

L’angelo disse: “Possono entrare persone come queste in cielo?”. Un altro angelo rispose: “No, mai, mai, mai. Quelli che non sono interessati all’opera di Dio sulla terra non potranno mai intonare il canto dell’amore che redime”. Vidi che l’opera che Dio stava compiendo sulla terra si sarebbe conclusa in breve tempo e i suoi messaggeri avrebbero dovuto affrettarsi a cercare il gregge disperso. Un angelo chiese: “Sono tutti messaggeri?”. E un altro rispose: “No, no. I messaggeri di Dio hanno un messaggio”. {PS 61,1}

Vidi che l’opera di Dio era stata ostacolata e disonorata da altri, che non erano messaggeri di Dio. Essi dovranno rendere conto al Signore per ogni dollaro speso per intraprendere viaggi verso luoghi, dove non era loro compito andare, perché quel denaro avrebbe potuto essere utilizzato per far progredire l’opera di Dio. A causa della mancanza del cibo spirituale, che i messaggeri di Dio avrebbero potuto offrire loro, molti avevano sofferto e poi erano morti d’inedia. Ho visto che coloro che hanno la forza di lavorare con le proprie mani e possono guadagnare i mezzi per sostenere la causa di Dio, sono responsabili quanto coloro che possono farlo attraverso le loro proprietà. {PS 61,2}

Il tempo del “vaglio” è iniziato e continuerà, e tutti coloro che non sono disposti a schierarsi per la verità e a sacrificarsi per il Signore e per la sua causa, saranno messi alla prova. L’angelo disse: “Pensi che qualcuno sarà costretto a sacrificarsi? No, no. Dev’essere un’offerta spontanea. Per l’acquisto del terreno è necessario investire tutto ciò che si ha”. Chiesi a Dio di risparmiare i suoi figli, alcuni dei quali perdevano le forze e morivano. Poi vidi che i giudizi dell’Onnipotente stavano per abbattersi sulla terra e pregai l’angelo di annunciarlo alle persone nella loro lingua. Egli disse: “Come i tuoni e i fulmini del monte Sinai non riusciranno a rendere sensibili coloro che non si lasciano coinvolgere dalle semplici verità della Parola di Dio, neppure il messaggio di un angelo li potrà risvegliare”. {PS 61,3}

In quel momento contemplai nuovamente la bellezza di Gesù. La sua tunica era di un bianco immacolato. Non c’erano parole per descrivere la sua gloria e la sua straordinaria bellezza. Tutti coloro che osservano i comandamenti di Dio entreranno dalle porte della santa Città e avranno diritto ad accedere all’albero della vita. Saranno sempre in presenza di Gesù, il cui volto risplende più del sole a mezzogiorno. {PS 61,4}

Vidi Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden. Essi mangiarono il frutto dell’albero proibito e furono allontanati dal giardino. Una spada fiammeggiante fu posta intorno all’albero della vita per evitare che ne prendessero i frutti e diventassero peccatori immortali. Sentii un angelo dire: “Chi della famiglia di Adamo ha oltrepassato la spada fiammeggiante e ha preso il frutto dell’albero della vita?”. E un altro angelo rispose: “Nessuno della famiglia di Adamo ha oltrepassato la spada fiammeggiante e ha preso il frutto di quell’albero, quindi non c’è nessun peccatore immortale. La persona che ha peccato morirà di una morte eterna, una morte che durerà per sempre, senza nessuna speranza di risurrezione, e così la collera di Dio sarà placata. {PS 62,1}

I giusti si riposeranno nella santa Città e regneranno mille anni come re e sacerdoti. Poi Gesù scenderà con i santi sul monte degli Ulivi, che si spaccherà in due con violenza e si trasformerà in una grande pianura, che diventerà il paradiso di Dio. Il resto della terra non sarà purificato sino alla fine dei mille anni, quando gli empi risusciteranno e si riuniranno intorno alla città. I piedi degli empi non dissacreranno mai la nuova terra. Il fuoco scenderà dal cielo e li divorerà, li brucerà dalla radice ai rami. Satana è la radice e i suoi seguaci sono i rami. Lo stesso fuoco che divorerà gli empi purificherà la terra”. {PS 62,2}

Le ultime piaghe e il giudizio

In occasione della Conferenza Generale dei credenti della verità presente, tenuta a Sutton, Vermont, nel settembre del 1850, mi fu rivelato che le sette ultime piaghe colpiranno la terra, dopo che Gesù uscirà dal santuario del cielo. L’angelo disse: “È la collera di Dio e dell’Agnello che provoca la distruzione o la morte degli empi. Al suono della voce di Dio, i santi saranno forti e terribili come un esercito con le sue bandiere; ma non eseguiranno ancora il giudizio, come è scritto. L’esecuzione del giudizio avverrà alla fine dei mille anni”. {PS 63,1}

Dopo che i santi diverranno immortali e saranno accolti da Gesù, dopo essere entrati nella città, aver ricevuto le arpe, gli abiti e le corone, Gesù e i santi si siederanno in giudizio. I libri saranno aperti, il libro della vita e il libro della morte. Il libro della vita contiene le buone opere dei giusti e il libro della morte contiene le opere malvage degli empi. Questi libri sono paragonati al libro della legge, la Bibbia, e in base a esso saranno giudicati. I giusti, all’unisono con Gesù, giudicheranno gli empi, già morti. “Guarda” disse l’angelo “i giusti, all’unisono con Gesù, si siedono in giudizio e decidono della sorte dei malvagi, secondo le opere compiute quando erano vivi. Il castigo che dovrà essere inflitto è scritto davanti ai loro nomi”. {PS 63,2}

Vidi che questo era il compito dei santi e di Gesù durante i mille anni, trascorsi nella santa Città, prima che essa scenda sulla terra. Poi, alla fine dei mille anni, Gesù, con gli angeli e tutti i santi, lascerà la santa Città e, mentre scenderà con loro sulla terra, i malvagi risusciteranno. E allora gli uomini che lo “hanno trafitto”, lo vedranno ritornare in tutta la sua gloria, con gli angeli e con i santi, e avranno paura di lui. Vedranno il segno dei chiodi nelle sue mani e nei suoi piedi e della lancia nel suo fianco, e questi segni rappresenteranno la sua gloria. Alla fine dei mille anni Gesù si troverà sul monte degli Ulivi, che si spaccherà in due e diventerà una grande pianura. I malvagi appena risorti fuggiranno. Allora la santa Città scenderà dal cielo e si poserà sulla pianura. Satana istigherà gli empi con il suo spirito. Sosterrà che l’esercito della città è piccolo, mentre il loro è grande e potranno sconfiggere i santi e impadronirsi della città. {PS 63,3}

Mentre Satana preparava il suo esercito, i santi erano nella città e osservavano la bellezza e la gloria del paradiso di Dio. Gesù era davanti a loro e li guidava. Improvvisamente il Salvatore si allontanò da noi, ma ben presto sentimmo la sua voce, che diceva: “Venite, voi che siete benedetti dal Padre mio, ereditate il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo”. Matteo 25:34. {PS 63,4}

Ci riunimmo intorno a Gesù e, appena furono chiuse le porte della città, la maledizione fu pronunciata sugli empi. E poiché le porte erano chiuse, i santi, utilizzando le loro ali, salirono sulle mura della città. Gesù era con loro, la sua corona era brillante e gloriosa. Una corona era dentro l’altra ed erano sette in tutto. Le corone dei santi erano d’oro puro e ricoperte di stelle. I loro volti risplendevano di gloria, perché erano l’espressione perfetta dell’immagine di Gesù, e mentre si alzavano e si muovevano tutti insieme verso la città, fui rapita in visione. {PS 64,1}

Allora gli empi si resero conto di quello che avevano perso e il fuoco che Dio soffiò su loro, li consumò. Questa fu l’esecuzione del giudizio. Gli empi avevano ricevuto ciò che i santi, all’unisono con Gesù, avevano deciso per loro durante i mille anni. Lo stesso fuoco, proveniente da Dio, che aveva consumato i malvagi, purificò tutta la terra. Le montagne, sconvolte, si sciolsero, emanando un forte calore, e la stoppia fu consumata. Poi la nostra eredità si presentò davanti a noi, gloriosa e bella, ed ereditammo l’intera terra rinnovata. Tutti gridammo ad alta voce: “Gloria, alleluia”. {PS 64,2}

La fine dei 2.300 giorni

Vidi un trono sul quale erano seduti il Padre e il Figlio. Guardavo il volto di Gesù e ammiravo la sua persona straordinaria. Non potevo vedere il Padre, perché una nuvola luminosa lo copriva. Chiesi a Gesù se l’aspetto del Padre fosse simile al suo. Mi disse di sì, ma che non potevo vederlo: “Se tu vedessi la gloria della sua persona, cesseresti di vivere”. Davanti al trono vidi il popolo dell’avvento, la chiesa e il mondo. C’erano due gruppi di persone, uno si inchinava davanti al trono, interessato, mentre l’altro se ne stava in piedi, disinteressato. Quelli che si erano inchinati davanti al trono offrivano le loro preghiere e guardavano Gesù, poi lui guardava il Padre e sembrava che lo implorasse. Una luce che proveniva dal Padre si trasferì sul Figlio e dal Figlio al gruppo che pregava. Poi vidi una luce estremamente luminosa passare dal Padre al Figlio e dal Figlio sulle persone davanti al trono. Ma solo pochi avrebbero ricevuto questa grande luce. {PS 65,1}

Molti opposero resistenza, altri si dimostrarono negligenti e disinteressati e quella luce svanì per loro. Alcuni ne furono colpiti e si inchinarono insieme al piccolo gruppo. Tutti i membri di questo gruppo ricevettero la luce e si rallegrarono, mentre i loro volti risplendevano della sua gloria. {PS 65,2}

Vidi il Padre alzarsi dal trono10 e su di un carro infuocato entrare nel luogo santissimo, dietro la cortina, e sedersi. Poi anche Gesù si alzò dal trono e la maggior parte di quelli che si erano inchinati si alzarono con lui. Non vidi nessun raggio di luce passare da Gesù alla folla disinteressata, che si ritrovò nella più completa oscurità. Coloro che si alzarono con Gesù tenevano i loro occhi fissi su di lui, mentre li guidava, allontanandosi appena dal trono. {PS 65,3}

Poi alzò il suo braccio destro e udimmo la sua voce: “Aspettate qui, io vado dal Padre per ricevere il regno; preservate i vostri abiti senza macchia e fra poco ritornerò dalle nozze per accogliervi”. Appena ebbe finito di parlare, un carro di nubi, con ruote come fiamme di fuoco, circondato dagli angeli, arrivò da Gesù. Egli salì sul carro e fu portato nel luogo santissimo, dove lo attendeva il Padre. {PS 65,4}

Guardavo ammirata Gesù, un grande Sommo Sacerdote in piedi davanti al Padre. Sull’orlo del suo abito c’erano una campanella e una melagrana. Coloro che si alzarono con Gesù lo seguirono con fede nel luogo santissimo, pregandolo: “Padre mio, donaci il tuo Spirito”. Allora Gesù soffiò su di loro lo Spirito Santo. In quel soffio c’era luce, potenza, amore, gioia e pace. {PS 66,1}

Mi voltai per vedere il gruppo che era ancora inchinato davanti al trono: non si erano resi conto che Gesù se ne fosse andato. Satana sembrava stare accanto al trono, tentando di imitare il ruolo di Dio. {PS 66,2}

Li vidi guardare verso il trono e pregare: “Padre, donaci il tuo Spirito”. Satana trasmise loro un influsso diabolico: luce e potere, ma nessun tenero amore, né gioia, né pace. L’obiettivo di Satana era illudere, allontanare e ingannare i figli di Dio. {PS 66,3}

In vista del tempo di profonda angoscia

Molte volte il Signore mi ha indicato che accumulare provviste per soddisfare i nostri bisogni materiali nel tempo di angoscia è contrario all’insegnamento della Bibbia. Mi fu mostrato che se i santi metteranno da parte del cibo in casa o coltiveranno i campi in vista di quel periodo, quando si manifesteranno violenza, carestie e pestilenze, tutto verrà portato via con la forza e degli stranieri mieteranno i loro campi. Proprio in questo periodo sarà necessario confidare pienamente in Dio ed egli ci sosterrà. Vidi che il pane e l’acqua ci saranno assicurati, non ci mancherà nulla, non soffriremo la fame, perché Dio è capace di prepararci una tavola anche nel deserto. Se fosse necessario, ci manderebbe dei corvi a nutrirci, come fece con Elia, o manderebbe la manna dal cielo, come fece per gli Israeliti. {PS 67,1}

Nel tempo di angoscia le case e i terreni si riveleranno inutili per i giusti, che dovranno scappare da folle infuriate, e in quel periodo non potranno più vendere i loro beni, in vista dell’avanzamento dell’opera di Dio. Mi fu mostrato che il Signore desiderava che i giusti si liberassero da qualsiasi impegno, prima dell’arrivo del tempo di angoscia, per fare un patto con Dio attraverso il sacrificio. Se metteranno le loro proprietà sull’altare e sinceramente cercheranno di comprendere la volontà Dio, egli indicherà loro come e quando liberarsi di questi beni. In questo modo nel tempo di profonda angoscia saranno liberi da ogni preoccupazione. {PS 67,2}

Vidi che se qualcuno tentava di conservare le sue proprietà, senza chiedere a Dio quale fosse il suo compito, il Signore non gli avrebbe comunicato la sua volontà. Essi potranno conservare le loro proprietà, ma nel tempo di angoscia saranno come una montagna che sta per franare loro addosso. Essi cercheranno in ogni modo di liberarsene, ma sarà troppo tardi. Sentii alcuni di loro affermare: “La causa di Dio languiva, il popolo di Dio era affamato di verità, e noi non abbiamo fatto nulla per porvi rimedio. Ora i nostri beni sono inutili. Oh, se ce ne fossimo liberati prima e avessimo accumulato il nostro tesoro in cielo!”. {PS 67,3}

Mi fu mostrato che il sacrificio non aumentava, ma diminuiva e si consumava. Ho visto inoltre che Dio non aveva richiesto a tutto il suo popolo di liberarsi delle proprietà nello stesso momento, ma se lo avessero desiderato egli avrebbe indicato loro, al momento opportuno, quanti beni avrebbero dovuto vendere e anche quando avrebbero dovuto farlo. Molto tempo prima era già stato chiesto a qualcuno di vendere le sue proprietà, per sostenere la causa del messaggio avventista, mentre altri dovevano conservare i propri beni fino a quando fosse stato necessario. Al momento opportuno sarebbe stato loro dovere venderli. {PS 67,4}

Vidi che alcuni non avevano annunciato nel modo adeguato il seguente messaggio: “Vendete quello che avete e donatelo in offerta”. Non avevano presentato con chiarezza il significato di queste parole del Salvatore. Lo scopo delle vendite non è quello di soddisfare i bisogni di coloro che sono in grado di lavorare e sostenersi, bensì di diffondere il messaggio della verità. {PS 68,1}

È un vero peccato incoraggiare e sostenere la pigrizia di coloro che possono lavorare. Alcuni sono stati zelanti nel partecipare a tutte le riunioni, ma solo per “i pani e i pesci” e non per glorificare Dio. Queste persone avrebbero fatto meglio a restare a casa, impegnarsi a lavorare “per ciò che è bene”, soddisfare le esigenze delle loro famiglie e disporre anche di qualcosa per sostenere la preziosa causa della verità. {PS 68,2}

È il momento di crearsi un tesoro in cielo, catalizzando tutti gli interessi del nostro cuore, e prepararsi per un periodo di profonda angoscia. Solo coloro che hanno mani pulite e cuori puri potranno affrontare questo periodo di prova. Questo è il momento per scrivere la legge di Dio nel nostro spirito, nella nostra mente e nel nostro cuore. {PS 68,3}

Il Signore mi ha mostrato il pericolo che corriamo nel permettere che il nostro spirito e la nostra mente siano condizionate da pensieri e interessi mondani. Vidi che alcuni si lasciano distogliere dalla verità presente e dall’amore per la Bibbia, in seguito alla lettura di libri eccitanti. Altri si preoccupano all’eccesso di quello che mangeranno, berranno o di come si vestiranno. Altri ancora pensano che il ritorno del Signore sia troppo lontano; è passato più tempo di quanto si aspettavano e quindi pensano che tutto possa durare ancora molti anni. In questo modo le loro menti vengono distolte dalla verità e orientate verso le realtà terrene. {PS 68,4}

Si corre così un grave rischio: infatti se la mente è impegnata da realtà diverse dalla verità, sulla fronte non ci sarà più posto per il suggello del Dio vivente. {PS 68,5}

Vidi che il tempo che Gesù doveva trascorrere nel luogo santissimo stava quasi per finire e il suo ritorno era vicino. Il nostro tempo libero dovrebbe essere impegnato nello studio della Bibbia, lo strumento che servirà per il giudizio negli ultimi tempi. {PS 68,6}

Cari fratelli e sorelle, pensiamo costantemente ai comandamenti di Dio e alla testimonianza di Gesù Cristo e respingiamo ogni preoccupazione mondana. Diventino oggetto delle vostre meditazioni, quando vi alzate e quando andate a riposare. Vivete e agite sempre in vista della venuta del Figlio dell’Uomo. Il tempo del suggellamento è vicino e ben presto farà parte del passato. {PS 69,1}

Oggi è il momento opportuno, ora che i quattro angeli trattengono ancora i quattro venti, per rendere sicura e ferma la nostra vocazione e le nostre scelte. {PS 69,2}

I colpi misteriosi

Il 24 agosto 1850 mi fu mostrato che il fenomeno dei “colpi misteriosi” era il risultato del potere di Satana; in alcuni casi con un’azione diretta, in altri attraverso i suoi agenti, ma tutto aveva la stessa origine. Era l’opera di Satana che si realizzava in vari modi, ma molti nelle chiese e nel mondo, ormai sprofondati in fitte tenebre spirituali, credevano fosse una manifestazione di Dio. {PS 70,1}

L’angelo disse: “Un popolo non deve forse consultare il suo Dio? Si rivolgerà forse ai morti in favore dei vivi?”.

Dovrebbero forse i vivi rivolgersi ai morti per ottenere conoscenza? I morti non sanno nulla. Perché mai vi rivolgete ai morti? Si sono allontanati dal Dio vivente per parlare con i morti, che non sanno niente. Isaia 8:19, 20. {PS 70,2}

Vidi che ben presto sarebbe stato considerato blasfemo anche solo parlare contro questi colpi misteriosi e che il fenomeno si sarebbe diffuso sempre di più; la potenza di Satana sarebbe aumentata e alcuni dei suoi devoti seguaci avrebbero ricevuto il potere di fare miracoli, fino al punto da far scendere il fuoco dal cielo davanti agli uomini. Mi fu mostrato che tramite il fenomeno dei colpi misteriosi e dell’ipnosi, questi maghi moderni avrebbero spiegato tutti i miracoli fatti da nostro Signore Gesù Cristo, e molti avrebbero creduto che tutte le opere meravigliose, compiute dal Figlio di Dio quando era sulla terra, fossero state compiute da questa stessa potenza. {PS 70,3}

Mi fu mostrato il tempo di Mosè e vidi i segni e i miracoli che Dio aveva operato grazie a lui davanti al faraone, la maggior parte dei quali erano stati imitati dai maghi dell’Egitto. Allo stesso modo, proprio prima della liberazione finale dei giusti, Dio agirà potentemente in favore del suo popolo e a questi maghi moderni sarà permesso di imitare la sua opera. {PS 70,4}

Quel momento arriverà presto e noi dovremo appoggiarci con forza al braccio potente di Yahweh, perché tutti questi segni e questi prodigi del maligno sono ideati per ingannare e dividere il popolo di Dio. Il nostro spirito deve restare in comunione con Dio e noi non dobbiamo avere paura degli empi, cioè temere quello che loro temono e onorare ciò che loro onorano, ma essere saldi nella verità. {PS 71,1}

Se i nostri occhi potessero aprirsi, vedremmo gli angeli malvagi intorno a noi, che cercano di inventare nuovi metodi per farci del male e distruggerci. E vedremmo anche gli angeli di Dio, che ci proteggono dal loro potere, perché il Signore veglia sempre su Israele. Egli proteggerà e salverà il suo popolo, se avrà fiducia in lui. Quando il nemico giungerà, come le acque di un fiume in piena, lo Spirito del Signore innalzerà contro di lui il suo stendardo. {PS 71,2}

L’angelo mi disse: “Ricorda, sei su un terreno minato”. Vidi che avremmo dovuto vegliare, indossare l’armatura completa di Dio e prendere lo scudo della fede, così saremmo riusciti a contrastare i dardi infuocati degli empi. {PS 71,3}

I messaggeri

Spesso il Signore mi ha mostrato in visione la situazione e i bisogni dei suoi figli, che non hanno ancora ricevuto il messaggio della verità, e mi ha indicato che i messaggeri dovevano affrettarsi a raggiungerli, per portar loro questa luce. {PS 72,1}

Molte persone intorno a noi hanno solo bisogno di sbarazzarsi dei loro pregiudizi e di percepire l’evidenza biblica delle nostre attuali convinzioni, per ricevere con gioia il messaggio della verità. I messaggeri devono vegliare sulle persone come se ne dovessero rendere conto. La loro deve essere una vita di grande impegno e profonda dedizione: sono loro che devono avere la responsabilità dell’opera di Dio. Dovranno rinunciare agli interessi e alle comodità sociali e porsi come primo obiettivo quello di fare tutto il possibile per lo sviluppo dell’opera e per salvare tutti coloro che muoiono spiritualmente. {PS 72,2}

E riceveranno una ricca ricompensa. Coloro che sono stati guidati alla conoscenza della verità risplenderanno come stelle sulle loro corone. Per tutta l’eternità godranno della soddisfazione di aver fatto tutto ciò che potevano per presentare il messaggio della verità, nella sua bellezza e nella sua purezza, e chi l’ha accettato e ne è stato santificato, ha approfittato del grande privilegio di esserne arricchito, di essere stato lavato nel sangue dell’Agnello e di essere stato redento in Dio. {PS 72,3}

Vidi che i pastori, prima di presentare nuove e importanti dottrine, che ritengono sostenibili con la Bibbia, dovrebbero consultare coloro di cui hanno fiducia, che sono stati pionieri del messaggio biblico e sono saldi nella verità. In questo modo i pastori saranno perfettamente uniti e questa unione sarà percepita dalla chiesa. Un tale approccio previene le divisioni e non si rischia di turbare l’equilibrio del prezioso gregge del Signore. Non ci saranno pecore smarrite, che non hanno pastore. {PS 72,4}

Ho anche visto che Dio è pronto a utilizzare dei messaggeri per la sua opera, ma questi ultimi non lo sono. Sono troppo superficiali e frivoli, per esercitare un influsso positivo sul gregge, e non sentono la responsabilità dell’opera da svolgere e il valore delle persone, come dovrebbero fare dei messaggeri di Dio. L’angelo disse: “Purificatevi, voi che portate i vasi del Signore; purificatevi, voi che portate i vasi del Signore”. Essi realizzeranno ben poco, se non si affideranno completamente a Dio e non comprenderanno la solennità e l’importanza dell’ultimo messaggio di misericordia, che è annunciato oggi al gregge disperso. {PS 72,5}

Alcuni, che non sono stati chiamati da Dio, sarebbero disposti a proclamare il messaggio. Ma se si rendessero conto dell’importanza dell’opera da svolgere e delle responsabilità di un simile incarico, capirebbero la loro indegnità e direbbero come l’apostolo: “Chi é sufficiente per queste cose?”. Una delle ragioni per la quale sono disposti a proclamare il messaggio è che Dio non ha ancora permesso che sperimentino il peso di questo compito. Non tutti coloro che hanno proclamato il messaggio del primo e del secondo angelo devono annunciare, anche se lo hanno accettato pienamente, il terzo messaggio. Questo perché alcune persone hanno fatto talmente tanti errori e hanno avuto così tante delusioni, che possono solo salvare se stesse, e se si impegnassero a guidare altre persone, sarebbero strumenti per la loro rovina. {PS 73,1}

Ma vidi che certe persone, vittime del fanatismo, sarebbero state disposte a proclamare il messaggio, prima ancora che Dio le avesse inviate e prima di essere state purificate dai loro errori passati; in questo modo avrebbero nutrito il gregge di Dio con una miscela di peccato e verità. Permettendo loro di farlo, il popolo di Dio si sarebbe sviato e ne sarebbero seguite distruzione e morte. Vidi che dovevano essere vagliate e poi vagliate ancora, fino a liberarsi di tutti i loro errori, diversamente non avrebbero potuto entrare nel regno dei cieli. {PS 73,2}

I messaggeri non potranno avere fiducia nel giudizio e nella valutazione di coloro che hanno vissuto nell’errore e nel fanatismo, fiducia che invece potrebbero riporre in chi ha vissuto nella verità, senza incorrere in gravi errori. Alcuni, inoltre, propendono per fare entrare nell’opera coloro che hanno appena accettato il messaggio della verità, che hanno ancora molto da imparare e da mettere in pratica, prima di essere considerati giusti da Dio e avere la capacità di guidare gli altri. {PS 73,3}

Mi è stato mostrato quanto sia necessario che i messaggeri veglino e respingano il fanatismo, ovunque esso si manifesti. Satana si sta impegnando in ogni direzione e a meno che non facciamo attenzione a lui, ai suoi mezzi e ai suoi inganni, e indossiamo l’armatura di Dio, le frecce infuocate degli empi ci colpiranno. Ci sono molte verità preziose, contenute nella Parola di Dio, ma attualmente il gregge ha bisogno della “verità presente”. Ho visto il rischio che corrono i messaggeri ad allontanarsi dai punti importanti della verità, per soffermarsi su temi che non servono a unire il gregge e a santificare lo spirito. Satana coglierà l’occasione per danneggiare l’opera di Dio. {PS 73,4}

Ma soggetti come il santuario, in collegamento con i 2.300 giorni, i comandamenti di Dio e la fede in Gesù servono perfettamente per spiegare il passato del movimento dell’avvento e mostrare qual è la nostra posizione attuale, per rafforzare la fede di coloro che dubitano e offrire certezze in vista di un futuro glorioso. Spesso ho visto che sono questi i temi più importanti sui quali i messaggeri di Dio si dovrebbero soffermare. {PS 74,1}

Se i messaggeri scelti dal Signore dovessero aspettare che tutti gli ostacoli siano rimossi dal loro cammino, non andrebbero mai a cercare le pecore disperse. Satana presenterà loro molti problemi, per distoglierli dal loro compito. Ma essi dovranno proseguire con fede, confidando in colui che li ha chiamati a svolgere quest’opera, ed egli faciliterà il loro percorso, nella misura in cui ciò servirà al loro bene e alla sua gloria. {PS 74,2}

Gesù, il grande Maestro ed esempio, non aveva un posto in cui poggiare il capo; la sua era una vita di sofferenza, di fatica e di dolore, e alla fine si sacrificò per noi. Coloro che, per Cristo, supplicano le persone di riconciliarsi con Dio e sperano di regnare con Cristo nella gloria, devono aspettarsi di condividere le sue sofferenze in questo mondo. “Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia. Ben va piangendo colui che porta il seme da spargere, ma tornerà con canti di gioia portando i suoi covoni”. Salmi 126:5, 6. {PS 74,3}

Il marchio della bestia

Nella visione ricevuta il 27 giugno 1850, l’angelo che mi guidava mi disse: “Il tempo è quasi terminato. Rifletti l’immagine di Gesù come dovresti?”. Poi mi indicò la terra e vidi che ci sarebbe stato un incontro tra coloro che avevano da poco accettato il messaggio del terzo angelo. L’angelo continuò: “Preparatevi, preparatevi, preparatevi. Dovete, come mai prima, rinunciare a tutte le realtà mondane”. Vidi che c’era ancora una grande opera da compiere, ma c’era poco tempo per realizzarla. {PS 75,1}

In seguito vidi che ben presto le sette ultime piaghe sarebbero cadute su coloro che non avevano un rifugio, ma il mondo dava poca importanza a questo evento, come si trattasse di qualche goccia di pioggia. Allora mi fu accordata la possibilità di vedere le sette ultime piaghe: la collera di Dio. {PS 75,2}

Vidi che la sua ira era terribile e spaventosa e che se avesse disteso la sua mano, o l’avesse alzata in un gesto di collera, per gli abitanti del mondo sarebbe stato come se non fossero mai esistiti o avrebbero sofferto di mali incurabili e piaghe terribili, che non sarebbe stato possibile alleviare e che li avrebbero condotti alla morte. {PS 75,3}

Terrorizzata, caddi a terra davanti all’angelo, supplicandolo di allontanare quelle immagini dalla mia vista, perché erano troppo impressionanti. Allora mi resi conto, come mai prima, dell’importanza di studiare la Parola di Dio con attenzione, per sapere come sfuggire alle piaghe, che sarebbero cadute su tutti gli empi che hanno adorato la bestia e la sua immagine e hanno ricevuto il suo marchio sulla fronte e sulla mano. Mi sembrava incredibile che qualcuno potesse trasgredire la legge di Dio e trascurare il sabato, nonostante ci fossero minacce e condanne così spaventose contro di loro. {PS 75,4}

Il papa ha cambiato il giorno del riposo dal settimo al primo giorno. Ha pensato di cambiare proprio il comandamento che era stato dato all’uomo per ricordargli il suo Creatore. Ha pensato di cambiare il più grande comandamento del decalogo e di mettersi sullo stesso piano di Dio o addirittura innalzarsi al di sopra di lui. {PS 75,5}

Il Signore non cambia, quindi la sua legge è immutabile, ma il papa si è esaltato al di sopra di Dio, cercando di cambiare i suoi precetti eterni di santità, giustizia e bontà. Ha calpestato il giorno santificato da Dio e con la sua autorità l’ha sostituito con uno dei sei giorni lavorativi. Tutti hanno seguito la bestia e ogni settimana rubano al Signore il suo tempo sacro. Il papa ha creato una breccia nella legge di Dio, ma ho visto che è giunto il tempo che il suo popolo ripari la breccia e ricostruisca sulle antiche fondamenta. {PS 75,6}

Ho implorato l’angelo di Dio di salvare il popolo che si era allontanato, di salvarlo per la sua misericordia. Quando le piaghe inizieranno a diffondersi, coloro che continueranno a trasgredire il sabato non potranno invocare quelle scuse, che ora presentano per evitare di osservarlo. Le loro bocche verranno chiuse, mentre le piaghe scenderanno e il grande legislatore esigerà giustizia da quelli che hanno deriso la sua sacra legge e l’hanno definita “una maledizione per l’uomo”, qualcosa di “insopportabile” e “priva di valore”. {PS 76,1}

Quando si sentiranno presi come in una morsa di ferro da questa legge e ne comprenderanno il significato vitale, allora si renderanno conto del peccato di aver disprezzato la Parola che Dio considera “sacra, giusta e buona”. {PS 76,2}

In seguito mi fu mostrata la gloria del cielo, riservata ai giusti. Tutto era meraviglioso e splendente. Gli angeli cantavano un bellissimo canto; poi smisero di cantare, presero le loro corone risplendenti e le deposero ai piedi di Gesù, e con voci melodiose gridavano: “Gloria, alleluia!”. {PS 76,3}

Mi unii ai loro canti di lode in onore dell’Agnello e ogni volta che aprivo la bocca per lodarlo, mi sentivo circondata da un’indicibile sensazione di gloria. Era molto di più, uno smisurato peso eterno di gloria. L’angelo disse: “Il piccolo rimanente che ama Dio e osserva i suoi comandamenti, che sarà fedele sino alla fine, si rallegrerà in questa gloria, sarà sempre alla presenza di Gesù e canterà con gli angeli”. {PS 76,4}

Il mio sguardo venne distolto da quella gloria e mi furono mostrati coloro che erano rimasti sulla terra. L’angelo disse loro: “Scamperete alle sette ultime piaghe? Andrete verso la gloria e gioirete di tutto quello che Dio ha preparato per coloro che lo amano? Siete disposti a soffrire per amor suo? Se è così, dovrete morire perché possiate vivere. Preparatevi, preparatevi. Dovete avere una preparazione maggiore di quella che avete ora, perché il giorno del Signore arriva, giorno crudele, giorno di collera per lasciare la terra desolata e distruggere i peccatori. Sacrificate tutto a Dio. Lasciate tutto sul suo altare, l’egoismo, le proprietà, offrite voi stessi in sacrificio vivente. {PS 76,5}

Impegnatevi per entrare nella gloria. Createvi un tesoro in cielo, dove nessun ladro potrà avvicinarsi per rubarlo e nessun tarlo potrà intaccarlo. Dovete condividere le sofferenze di Cristo, se volete partecipare per sempre alla sua gloria”. {PS 76,6}

Il cielo sarà accessibile più facilmente, se lo conquisteremo con la sofferenza. Dobbiamo contrastare il nostro egoismo durante il cammino, morire a noi stessi quotidianamente. Solo Gesù deve vivere in noi e dobbiamo sempre mirare alla sua gloria. {PS 77,1}

Ho visto che coloro che avevano accettato la verità dovevano imparare a comprendere cosa significhi soffrire per Cristo, saper affrontare sofferenze e difficoltà intense, per essere purificati ed essere degni di ricevere il suggello del Dio vivente, superare il tempo di profonda angoscia, per vedere il re nella sua bellezza, vivere in presenza di Dio e di angeli santi e puri. {PS 77,2}

Mentre mi rendevo conto delle condizioni indispensabili per ereditare la gloria eterna e quanto Gesù avesse sofferto per offrirci questa ricca eredità, pregai perché fossimo battezzati nelle sue sofferenze, per non soccombere davanti alle difficoltà, imparando a sopportarle con pazienza e gioia, sapendo che Gesù ha sofferto, perché attraverso la sua povertà e la sua sofferenza potessimo diventare ricchi. {PS 77,3}

L’angelo disse: “Rinunciate a voi stessi, siate forti”. Alcuni di noi hanno avuto il tempo di progredire nella conoscenza della verità, migliorando costantemente, e passo dopo passo hanno trovato la forza per continuare il percorso. {PS 77,4}

Ma ora il tempo a disposizione sta per finire e ciò che noi abbiamo imparato in tanti anni, loro dovranno impararlo in pochi mesi. Dovranno anche disimparare molte cose per apprenderne altre. Coloro che non vorranno ricevere il marchio della bestia e della sua immagine, quando verrà promulgato il decreto, dovranno prendere la decisione di dire: “No, noi non vogliamo appoggiare l’istituzione umana”. {PS 77,5}

Ciechi che guidano altri ciechi

Ho visto delle guide cieche che lavoravano per rendere cieche altre persone, senza che si rendessero conto di cosa stesse loro accadendo. Essi si schieravano contro la verità e, anche quando quest’ultima trionfava, molti che consideravano questi insegnanti degli uomini di Dio e un vero punto di riferimento, erano turbati. Esigevano da questi dirigenti spiegazioni circa il sabato ed essi rispondevano con l’intento di liberarsi del quarto comandamento. {PS 78,1}

Ho visto che in molti casi non c’era onestà, quando venivano prese delle posizioni contro il sabato. L’obiettivo principale era trascurare il sabato del Signore e osservare un giorno diverso da quello santificato da Yahweh. Se viene demolita un’argomentazione, ci si appella a un’altra posizione, anche se questa era già stata abbandonata dai suoi sostenitori, che l’avevano considerata insufficiente. {PS 78,2}

Il popolo di Dio sta arrivando all’unità della fede. Quelli che osservano il sabato biblico sono uniti nella comprensione della verità biblica. Ma coloro che si oppongono al sabato, fra gli avventisti, sono stranamente divisi. Una persona si oppone al sabato, dichiara le sue motivazioni e tutto sembra chiaro. Ma il problema non è concluso e, visto che la verità del sabato si diffonde e i figli di Dio l’accettano ancora, un altro viene per capovolgere quella stessa idea. Nel presentare le proprie idee contrarie al sabato, quest’ultimo distrugge completamente le argomentazioni del primo e presenta una teoria opposta sia alla sua sia alla nostra. Lo stesso si ripete con la terza e la quarta persona, ma nessuno di loro citerà la Parola di Dio: “Il settimo giorno è il sabato del Signore tuo Dio”. {PS 78,3}

Ho visto che questi uomini sono carnali e non si sottomettono alla santa legge di Dio. Non si mettono d’accordo tra loro, nonostante tutti gli sforzi per distorcere le Scritture, creando delle brecce nella legge di Dio: cambiare, abolire o fare qualsiasi altra cosa in merito al quarto comandamento, piuttosto che osservarlo. {PS 78,4}

Vogliono far tacere il gregge su questo punto, presentando una qualsiasi argomentazione, sapendo che molti dei loro simpatizzanti non sono particolarmente zelanti nello studio della Bibbia, e così riusciranno a trasformare l’errore in verità e gli uditori accetteranno le loro opinioni, senza cercare di approfondire. {PS 78,5}

Preparazione per la fine

A Oswego, New York, il 7 settembre 1850, il Signore mi rivelò che il suo popolo doveva compiere una grande opera, per poter affrontare la battaglia nel giorno del Signore. {PS 79,1}

Mi furono mostrati coloro che si dicono avventisti, ma rifiutano la verità. Vidi che stavano cedendo e che la mano del Signore era in mezzo a loro, per dividerli e disperderli proprio nel momento in cui era necessario essere uniti, affinché i figli di Dio, che erano stati ingannati precedentemente, potessero aprire gli occhi per riconoscere il loro vero stato. E ora che la verità era stata presentata loro dai messaggeri del Signore, erano pronti ad accettarla in tutta la sua bellezza e armonia, abbandonando i vecchi amici e i loro errori, per schierarsi dalla parte della verità. {PS 79,2}

Ho visto che coloro che si opponevano al sabato del Signore non potevano fare riferimento alla Bibbia, per dimostrare che la nostra posizione fosse sbagliata. Eccoli, quindi, criticare il carattere di coloro che insegnano e credono alla verità e calunniarli. Molti di coloro che una volta erano coscienziosi, amavano Dio e la sua Parola, si sono induriti, rifiutando il messaggio della verità. Non hanno esitato ad accusare falsamente quelli che onorano il sabato e, così facendo, hanno sminuito l’influsso di chi professa apertamente la verità. {PS 79,3}

Ma tutto ciò non ostacolerà l’opera di Dio. In realtà questo modo di agire contribuirà ad aprire gli occhi di alcune persone. Tutti i gioielli del tesoro del Signore saranno riuniti, perché la mano del Signore recupererà il rimanente del suo popolo e adempirà la sua opera con gloria. {PS 79,4}

Noi, che crediamo nella verità, dovremmo fare attenzione a non offrire opportunità, perché si parli male di noi. Dovremmo fare attenzione che tutto ciò che facciamo sia in armonia con la Bibbia. Tutti i nostri passi falsi e i nostri errori rappresenteranno occasioni di gioia per coloro che odiano i comandamenti di Dio, come accadde nel 1843. {PS 79,5}

Il 14 maggio 1851 vidi Gesù in tutta la sua bellezza. E mentre osservavo la sua gloria, non pensavo che avrei potuto essere separata dalla sua presenza. Vidi una luce proveniente dalla gloria che circondava il Padre e, mentre questa luce si avvicinava, tremavo come una foglia. Pensavo che se si fosse avvicinata ancora, sarei morta, ma la luce mi oltrepassò. Allora compresi con quale grande e terribile Dio abbiamo a che fare. Mi resi conto quanto siano limitate le idee che alcuni si fanno della santità di Dio e come pronuncino il suo santo nome invano, senza capire che stanno parlando di Dio, il Dio grande e terribile. Mentre pregano, molti usano espressioni irriverenti, che rattristano lo Spirito di Dio e impediscono che le loro richieste raggiungano il cielo. {PS 79,6}

Ho anche visto che molte persone non si rendono conto di come devono essere per poter sussistere alla presenza del Signore, senza un Sommo Sacerdote nel santuario, durante il tempo di profonda angoscia. Coloro che riceveranno il suggello del Dio vivente e saranno protetti in questo periodo, dovranno riflettere perfettamente l’immagine di Gesù. {PS 80,1}

Vidi che molte persone trascuravano questa preparazione così importante e contavano sul tempo di “refrigerio” e sulla “pioggia dell’ultima stagione”, per poter resistere nel giorno del Signore e vivere alla sua presenza. Oh, quante persone ho visto senza scampo nel tempo di angoscia! Avevano trascurato di prepararsi e così non poterono ricevere il “refrigerio”, che tutti devono sperimentare per poter vivere in presenza del Dio santo. {PS 80,2}

Quelli che rifiutano di essere smussati dal messaggio dei profeti, non purificano il loro spirito ubbidendo alla verità e credono che la loro condizione sia migliore di quella che è realmente, arriveranno al tempo delle piaghe e si renderanno conto che in realtà avevano bisogno di essere plasmati e levigati, per essere pietre viventi dell’edificio di Dio. Ma sarà troppo tardi, perché nessun mediatore potrà perorare la loro causa davanti al Padre. Prima di questo tempo verrà pronunciata la solenne dichiarazione: “Chi è ingiusto continui a praticare l’ingiustizia; chi è impuro continui a essere impuro; e chi è giusto continui a praticare la giustizia; e chi è santo si santifichi ancora”. Apocalisse 22:11. {PS 80,3}

Vidi che nessuno poteva condividere il “refrigerio”, se non aveva ottenuto la vittoria su ogni difetto, orgoglio, egoismo, amore per il mondo e su ogni parola e azione sbagliata. Dovremmo, quindi, avvicinarci sempre di più al Signore e perseguire sinceramente quella preparazione indispensabile, che ci permetterà di resistere nella battaglia del giorno del Signore. Ricordiamoci che Dio è santo e solo i santi possono sussistere in sua presenza. {PS 80,4}

Preghiera e fede

Spesso ho visto che i figli di Dio trascurano la preghiera, soprattutto quella personale; molti non esercitano la fede come sarebbe loro privilegio e dovere, aspettando solo di provare quelle sensazioni, che la fede può dare. Ma la sensazione non è fede, le due realtà sono distinte. È nostro dovere esercitare la fede e sarà Dio a farci percepire quelle sensazioni, che scaturiscono dalla gioia e dalle sue benedizioni. La grazia di Dio viene comunicata attraverso una fede vivente, quella fede che sta a noi esercitare. {PS 81,1}

La vera fede trae vantaggio dalle benedizioni promesse, prima ancora che siano comprese e sentite. Dobbiamo far passare le nostre richieste, tramite la fede, oltre la seconda cortina e reclamare le promesse divine. Dobbiamo credere che riceveremo queste benedizioni, perché attraverso la fede ce ne appropriamo e secondo la Parola ci appartengono. “Le cose che desideri pregando, credi di averle già ricevute, e le riceverai”. Marco 11:24. {PS 81,2}

Ecco la fede, la fede pura: credere di ricevere le benedizioni, prima ancora di sperimentarle. Quando la benedizione promessa si realizza, quando ne godiamo, la fede ha svolto il suo ruolo. Tanti pensano di avere molta fede, quando beneficiano abbondantemente dell’influsso dello Spirito Santo, e ritengono addirittura di non poter avere fede, se non percepiscono la potenza dello Spirito. Si tratta di confondere la fede con le benedizioni che ne conseguono. Il momento migliore per esercitare la fede è quando ci sentiamo privi dello Spirito. {PS 81,3}

Quando fitte nubi sembrano circondarci, è proprio il momento di rischiarare l’oscurità e dissipare le nuvole, grazie a una fede vivente. La vera fede si collega alle promesse, contenute nella Parola di Dio, e solo chi ubbidisce a quella Parola può richiederne le gloriose promesse. “Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto”. Giovanni 15:7. {PS 81,4}

“E qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo le cose che gli sono gradite”. Giovanni 3:22. {PS 81,5}

Dovremmo dedicare molto tempo alla preghiera personale. Cristo è la vite, noi siamo i tralci. Se vogliamo crescere e fiorire, dobbiamo costantemente attingere la linfa e il nutrimento dalla vite vivente, perché separati dalla vite non abbiamo nessuna forza. {PS 81,6}

Chiesi all’angelo perché non ci fosse più fede e potenza in Israele. Egli mi rispose: “Avete lasciato troppo presto il braccio del Signore. Portate le vostre richieste al trono e attendete con fede. Le promesse sono sicure. Credete di ricevere le cose che chiedete e le otterrete”. Poi mi fu indicato l’esempio di Elia. Il profeta era soggetto alle nostre stesse passioni, ma non smise di pregare. La sua fede resistette al di là delle difficoltà. Sette volte pregò il Signore e alla fine vide la nuvola. {PS 82,1}

Capii che avevamo dubitato delle promesse sicure e afflitto il Salvatore con la nostra mancanza di fede. {PS 82,2}

L’angelo disse: “Indossa l’armatura e soprattutto prendi lo scudo della fede, perché esso ti proteggerà il cuore e la vita stessa dalle frecce infuocate del male”. Se il nemico può riuscire a distogliere da Gesù gli sguardi degli scoraggiati e focalizzarli verso loro stessi e la propria indegnità, invece di contemplare i meriti del Salvatore, il suo amore e la sua grande misericordia, si impadronirà dello scudo della fede e raggiungerà i suoi obiettivi, ed essi saranno esposti a forti tentazioni. I più deboli devono quindi rivolgersi a Gesù e credere in lui, così potranno esercitare la loro fede. {PS 82,3}

Il tempo della riunificazione

Il 23 settembre il Signore mi mostrò che aveva steso la mano una seconda volta per riunire il rimanente del suo popolo e che avrebbe raddoppiato i suoi sforzi per realizzare questa riunificazione. {PS 83,1}

Durante la dispersione Israele era stato colpito e disperso, ma ora nel tempo della riunificazione Dio avrebbe guarito e riunito il suo popolo. Nella fase della dispersione gli sforzi per diffondere la verità erano stati insufficienti e avevano prodotto pochi risultati. Ma durante il periodo della riunificazione, mentre Dio riunisce il suo popolo, la proclamazione della verità avrà l’effetto sperato. Tutti devono essere uniti e zelanti in quest’opera. {PS 83,2}

In visione vidi che coloro che citavano degli esempi della dispersione, per guidarci durante la riunificazione, stavano commettendo un errore. Infatti, se Dio non fosse disposto a intervenire in nostro favore più di quanto non avesse già fatto in passato, Israele non si potrebbe riunificare. {PS 83,3}

Vidi che la realizzazione del grafico del 1843 era stata guidata dalla mano del Signore e che non era stato modificato, perché i dati erano come lui li aveva voluti. E se aveva coperto con la sua mano l’errore relativo ad alcun dati, in modo che nessuno potesse accorgersene, poi la sua mano era stata ritirata.13 {PS 83,4}

In seguito, vidi che per quanto riguardava il termine “quotidiano” (cfr. Daniele 8:12), la parola “sacrificio” era stata aggiunta dagli uomini e non c’era nel testo. Il Signore ne ha dato una visione corretta a coloro che hanno proclamato l’ora del giudizio. Prima del 1844, quasi tutti gli avventisti erano d’accordo sulla corretta comprensione del termine “quotidiano”, ma nella confusione che seguì al 1844 altre spiegazioni furono accettate, provocando incertezza e confusione. Dopo il 1844 non era più necessario accettare delle date e non ne verranno più fissate. {PS 83,5}

Il Signore mi ha mostrato che il messaggio del terzo angelo deve essere proclamato ai figli di Dio dispersi, ma non deve fondarsi su nessuna data. Ho visto che alcune persone nutrivano un falso entusiasmo in merito al fatto di fissare delle date, ma il messaggio del terzo angelo non ha bisogno di queste date. Ho visto che questo messaggio ha buone basi e non ha bisogno di date per rafforzarsi; si realizzerà con potenza, si adempirà rapidamente, ma con giustizia. {PS 84,1}

Poi mi furono mostrate alcune persone che avevano commesso un grave errore di valutazione, nel credere fosse un loro compito recarsi a Gerusalemme per compiere un’opera, prima del ritorno del Signore. Un’idea simile serviva solo a distogliere la mente e l’interesse dall’opera di proclamazione del messaggio del terzo angelo; chi pensava di dover andare a Gerusalemme si concentrava solo su quell’obiettivo e per sostenere le spese di viaggio, per loro e per altri, sacrificava dei mezzi utili per l’opera di proclamazione della verità. {PS 84.2}

Vidi che un simile progetto non avrebbe prodotto nessun risultato positivo, e se ci sarebbe voluto molto tempo per convincere qualche ebreo a credere nella prima venuta di Cristo, ancora più difficile sarebbe stato indurlo a credere nel suo ritorno. Ho visto che Satana aveva ingannato alcuni con questo obiettivo e che le persone con le quali sarebbero potuti entrare in contatto, avrebbero potuto essere illuminate dal loro ministero e guidate all’ubbidienza dei comandamenti di Dio. {PS 84.3}

Vidi che l’antica Gerusalemme non sarebbe mai stata ricostruita e Satana faceva tutto il possibile per ingannare i figli di Dio, proprio nel tempo della riunificazione, per impedire loro di dedicare tutte le proprie attenzioni all’opera di Dio e trascurare la preparazione necessaria per il giorno del Signore. {PS 84.4}

Un avvertimento

Caro lettore, il senso del dovere nei confronti dei miei fratelli e delle mie sorelle e il timore che il loro sangue sia trovato sui miei abiti, mi hanno spinta a redigere questo breve scritto. Sono consapevole dell’incredulità di molte persone, in rapporto alle visioni, e del fatto che tanti di coloro che professano di cercare Cristo e insegnano che viviamo negli “ultimi giorni”, le considerano strumenti di Satana. {PS 85,1}

Mi aspetto molte opposizioni e non avrei reso pubbliche le mie visioni, se non avessi capito che era la volontà del Signore, anche sapendo che probabilmente diventeranno oggetto di odio e derisione da parte di alcuni. Ma io temo Dio più dell’uomo. {PS 85,2}

Quando il Signore, per la prima volta, mi diede dei messaggi da trasmettere al suo popolo, mi fu molto difficile farlo e spesso li ammorbidivo, per renderli più accettabili possibile, temendo di offendere certe persone. Era molto difficile presentare i messaggi così come li ricevevo dal Signore. Non mi rendevo conto della mia infedeltà e non vidi il peccato e il pericolo di questo comportamento, fino al momento in cui fui condotta in visione alla presenza di Gesù. {PS 85,3}

Mi guardò con severità e poi distolse il suo sguardo da me. Non è possibile descrivere il terrore e l’angoscia che provai in quel momento. Caddi a terra davanti a Dio, senza avere la forza di dire una parola. Oh, come volevo coprirmi e nascondermi davanti a quella terribile espressione! Allora compresi, almeno parzialmente, cosa proveranno gli empi, quando grideranno ai monti e alle rocce: “Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello”. Apocalisse 6:16. {PS 85,4}

In quel momento un angelo mi disse di alzarmi e ciò che vidi è molto difficile da descrivere. Davanti a me c’era un gruppo di persone con i capelli e gli abiti strappati, le cui espressioni erano il riflesso della disperazione e dell’orrore. Si avvicinarono, si tolsero i loro vestiti e li strofinarono sui miei. Guardai i miei abiti e vidi che erano macchiati di sangue, e questo sangue bucava il tessuto. {PS 85,5}

Di nuovo caddi come morta ai piedi dell’angelo che mi guidava. Non potevo accampare nessuna giustificazione. La mia lingua si rifiutò di parlare e io desideravo andarmene da un luogo così sacro. Di nuovo l’angelo mi fece alzare e mi disse: “Questa scena non rappresenta il tuo stato, ma ti è stata rivelata per farti capire quale sarà la tua situazione, se trascurerai di dichiarare agli altri ciò che il Signore ti ha comunicato. Se sarai fedele sino alla fine, mangerai il frutto dell’albero della vita e berrai al fiume dell’acqua della vita. Soffrirai molto, ma la grazia di Dio ti basta”. {PS 85,6}

A questo punto mi sentii disposta a fare tutto ciò che il Signore mi avrebbe chiesto, per ricevere la sua approvazione e non rivedere più quello sguardo severo posarsi su di me. {PS 86,1}

Spesso sono stata accusata ingiustamente di insegnare concetti collegati allo spiritismo. Ma prima che l’editore del Day-Star pronunciasse questa opinione, il Signore mi diede una visione sugli effetti tristi e desolanti che lui e gli altri avrebbero prodotto sul gregge, insegnando concetti collegati allo spiritismo. Ho visto spesso il caro Gesù, con le apparenze di una persona. Gli ho chiesto se anche suo Padre fosse una persona come lui ed egli mi ha risposto: “Io sono l’esatta immagine della persona di mio Padre”. {PS 86,2}

Spesso ho notato che le idee spiritistiche offuscavano la gloria del cielo e che in molte menti il trono di Davide e l’adorabile persona di Gesù erano stati bruciati nel fuoco dello spiritismo. Ho visto che alcuni di coloro che sono stati ingannati e trascinati in questo errore, saranno esposti alla luce della verità, ma sarà quasi impossibile per loro liberarsi completamente del potere illusorio dello spiritismo. Essi dovrebbero confessare i loro errori e abbandonarli per sempre. {PS 86,3}

Caro lettore, ti raccomando la Parola di Dio, affinché sia la regola della tua fede e della tua vita. È in base a essa che saremo giudicati. Nella sua Parola, Dio ha promesso di darci delle visioni negli “ultimi giorni”; non per trasmettere una nuova regola di fede, ma per confortare il suo popolo e correggere coloro che si allontanano dalla verità biblica. Dio si è comportato così con Pietro, quando stava per mandarlo a predicare ai pagani. Cfr. Atti 10. {PS 86,4}

A coloro che vorranno far circolare questo breve scritto voglio dire che è destinato solo ai sinceri e non a coloro che sminuiscono lo Spirito di Dio. {PS 86,5}

I sogni di Ellen G. White

Sognai di vedere un tempio in cui si stavano radunando molte persone. Solo quelli che si rifugiavano in quel tempio si sarebbero salvati alla fine dei tempi. Tutti coloro che fossero rimasti fuori si sarebbero persi per sempre. Le folle che passavano deridevano chi stava entrando nel tempio, sostenendo che il piano della salvezza era un inganno e che in realtà non c’era nessun pericolo da evitare. Alcuni venivano addirittura trattenuti per impedire loro di rifugiarsi al di là delle mura del tempio. {PS 87,1}

Temendo di essere presa in giro, pensai fosse meglio aspettare fino a quando tutta la folla si fosse dispersa o fino a quando potessi entrare passando inosservata. Ma il numero di persone aumentava, invece di diminuire, e temendo di arrivare in ritardo, mi affrettai a uscire di casa e a crearmi un passaggio attraverso la folla. {PS 87,2}

Ansiosa di raggiungere il tempio, non feci attenzione alle persone che mi circondavano. Entrando nell’edificio, vidi che il tempio era sorretto da una grande colonna e a essa era legato un agnello sanguinante. Noi, che eravamo presenti, sembravamo sapere che questo agnello era stato colpito e ucciso per noi. Tutti quelli che entravano nel tempio dovevano confessare, davanti a lui, i loro peccati. {PS 87,3}

Proprio davanti all’agnello c’erano dei sedili alti, sui quali sedevano un gruppo di persone con un’espressione molto felice. La luce del cielo sembrava risplendere sui loro volti, lodavano Dio e cantavano inni di ringraziamento, che assomigliavano a melodie angeliche. Erano coloro che avevano confessato i propri peccati davanti all’agnello, erano stati perdonati e stavano aspettando con gioia il verificarsi di un evento straordinario. {PS 87,4}

Anche dopo essere entrata nell’edificio provai una sensazione di paura e mi vergognavo all’idea di dovermi umiliare davanti a queste persone. Ma mi sentivo costretta ad avanzare e mentre mi facevo strada lentamente, girando intorno alla colonna per vedere l’agnello, una tromba suonò e il tempio tremò. Ci furono grida di trionfo da parte dei santi e una luce estremamente brillante illuminò l’edificio, poi tutto fu avvolto da fitte tenebre. Tutte le persone felici erano scomparse con quella luce e io rimasi sola nel terribile silenzio della notte. {PS 87,5}

Mi svegliai in preda all’angoscia e con difficoltà mi convinsi che stavo sognando. Mi sembrava che il mio destino fosse segnato, che lo spirito del Signore mi avesse lasciato definitivamente. Mi sembrò, ammesso che fosse possibile, che il mio scoraggiamento fosse aumentato. {PS 88,1}

Non molto tempo dopo ebbi un altro sogno. Mi sembrava di essere seduta, con la testa fra le mani, in preda a una profonda disperazione, e riflettevo in questi termini: “Se Gesù fosse sulla terra, andrei da lui, mi getterei ai suoi piedi e gli parlerei di tutte le mie sofferenze. Non mi respingerebbe, avrebbe misericordia di me e io lo servirei e lo amerei sempre”. In quel momento la porta si aprì e una persona di bell’aspetto entrò. Mi guardò con compassione e disse: “Vuoi vedere Gesù? Egli è qui e, se lo desideri, puoi vederlo. Prendi tutto quello che hai e seguimi”. {PS 88.2}

Queste parole suscitarono in me una felicità indescrivibile e con gioia riunii i miei pochi averi, ogni cosa cara, e seguii la mia guida. Mi condusse a una scala ripida e apparentemente poco sicura. Quando iniziai a salire gli scalini, mi disse di tenere gli occhi fissi in alto per non avere capogiri e quindi rischiare di cadere. Molte delle persone che stavano salendo quelle scale così ripide caddero, prima ancora di arrivare in cima. {PS 88.3}

Finalmente raggiungemmo l’ultimo gradino e ci trovammo davanti a una porta. A questo punto la mia guida mi disse di lasciare ciò che avevo portato con me. Con gioia deposi tutto a terra, egli aprì la porta e mi disse di entrare. Improvvisamente mi ritrovai davanti a Gesù, non era possibile sbagliarsi. Un’espressione così raggiante di benevolenza e di maestà non poteva appartenere a nessun altro. Dal suo sguardo mi resi conto che conosceva ogni situazione della mia vita e tutti i miei pensieri e sentimenti più intimi. {PS 88.4}

Tentai di proteggermi dal suo sguardo, sentendomi incapace di sopportare che i suoi occhi mi scrutassero, ma lui si avvicinò con un sorriso e mettendo la sua mano sulla mia testa, disse: “Non avere paura”. Il suono dolce della sua voce fece fremere il mio cuore di una gioia che non avevo mai provato prima. Ero troppo felice per esprimere anche solo una parola e sopraffatta da una gioia profonda, mi prostrai ai suoi piedi. {PS 88.5}

Mentre restavo così, senza forze, mi passarono davanti agli occhi delle scene di una bellezza e gloria indescrivibili e pensai di aver raggiunto la salvezza e la pace del cielo. Dopo un po’ di tempo mi ritornarono le forze e mi alzai. Gesù mi guardava ancora con profondo affetto e il suo sorriso mi riempì di felicità. La sua presenza suscitò in me un rispetto e un amore inesprimibili. {PS 88.6}

La mia guida aprì la porta ed entrambi uscimmo. Mi disse di prendere di nuovo le cose che avevo lasciato fuori. Poi mi diede una corda verde, legata molto stretta. Mi disse di stringerla al cuore e se avessi voluto vedere Gesù, avrei dovuto semplicemente srotolarla. Mi disse di non tenerla legata per molto tempo, per evitare che si annodasse e poi fosse più difficile scioglierla. Misi la corda vicino al mio cuore e scesi allegramente quelle scale strette, lodando il Signore e dicendo a tutti quelli che incontravo dove avrebbero potuto trovare Gesù. {PS 89.1}

Questo sogno mi diede speranza. Avevo capito che la corda verde rappresentava la fede e cominciavo a scorgere la bellezza e la semplicità dell’avere fiducia in Dio. {PS 89.2}

Il sogno di William Miller

Sognai che Dio, attraverso una mano invisibile, mi avesse inviato uno scrigno ben cesellato, di circa 25 centimetri per 15, fatto di ebano e incastonato di perle rare. C’era una chiave con lo scrigno. La presi subito e, una volta aperto lo scrigno, con mia sorpresa vi trovai tutti i tipi di gioielli, diamanti, pietre preziose e monete d’oro e d’argento, di ogni dimensione e valore, collocati in modo molto ordinato e che emanavano una luce simile a quella del sole. {PS 90.1}

Stupita per la bellezza e il valore di questi oggetti, pensai che non potevo godere da sola di quelle meraviglie. Allora posi sul tavolo della mia stanza lo scrigno e chiesi a tutti coloro che lo desideravano di venire ad ammirare ciò che nessun occhio umano aveva mai visto. {PS 90,2}

Le persone cominciarono a entrare; all’inizio erano poche, ma ben presto diventarono una folla. Scorgendo i gioielli, non seppero trattenere grida di ammirazione. E mentre gli spettatori aumentavano, tutti iniziarono a toccare i gioielli, tirandoli fuori dallo scrigno e sparpagliandoli sul tavolo. Cominciai a pensare che il proprietario mi avrebbe richiesto lo scrigno e i gioielli, e se avessi permesso che si sparpagliassero, non avrei più potuto riporli allo stesso posto nello scrigno e capii che non avrei mai potuto ripagarne il valore. Quindi implorai le persone di non toccarli né di toglierli dallo scrigno, ma più le supplicavo più li disperdevano e a quel punto sembrava che li avessero sparsi per tutta la stanza, per terra e su ogni mobile. {PS 90,3}

Poi vidi che tra i gioielli e le monete vere avevano sparso anche una quantità incredibile di gioielli falsi e monete contraffatte. Ero così irritata per l’indegnità e l’ingratitudine di queste persone che le rimproverai. Ma più le riprendevo più mescolavano i gioielli e le monete false con quelli veri. A questo punto provai quasi una sensazione di dolore fisico e con la forza cercai di mandarli fuori, ma mentre uno usciva altri tre entravano, portando all’interno sporcizia, trucioli, sabbia e ogni tipo di spazzatura, fino a quando ricoprirono ogni vero gioiello, diamante e moneta. {PS 90,4}

Ridussero a pezzi il mio scrigno e lo buttarono nell’immondizia. Pensai che nessuno aveva preso in considerazione il mio dolore e la mia rabbia. Completamente scoraggiata, mi misi a sedere e piansi. {PS 90,5}

Mentre piangevo per questa grande perdita, mi ricordai di Dio e pregai sinceramente che mi aiutasse. {PS 91,1}

Immediatamente la porta si aprì e, appena le persone furono tutte uscite, un uomo entrò nella stanza. Quest’uomo aveva una grande scopa in mano, aprì le finestre e spazzò via la sporcizia e l’immondizia dalla stanza. Gli gridai di fermarsi, perché fra la spazzatura c’erano anche dei gioielli preziosi. Egli mi disse di “non temere”, perché “si sarebbe occupato di loro”. {PS 91,2}

Poi, mentre spazzava la sporcizia e la spazzatura, i gioielli falsi e le monete contraffatte si alzarono e uscirono dalla finestra come una nuvola e il vento li portò via. Nel trambusto chiusi gli occhi per un attimo e quando li riaprii, l’immondizia era sparita. I gioielli preziosi, i diamanti, le monete d’oro e d’argento erano sparsi per tutta la stanza. {PS 91,3}

Allora pose sul tavolo uno scrigno, più grande e più bello del precedente, e raccolse i gioielli, i diamanti e le monete in piccoli mucchi e, anche se alcuni diamanti erano grandi quanto una testa di spillo, li mise tutti nello scrigno. {PS 91,4}

Allora mi chiamò per “venire e vedere”. Guardai nello scrigno e rimasi impressionata da ciò che vidi. Risplendevano dieci volte di più di quelli che avevo visto la prima volta. Pensai che fossero stati strofinati nella sabbia, calpestati da quelle persone malvage, che li avevano sparsi e buttati nella polvere. Ora erano in ordine nello scrigno, ognuno al suo posto, e l’uomo che li aveva sistemati non dimostrava nessuna stanchezza. {PS 91,5}

Gridai di gioia e quel grido mi svegliò. {PS 91,6}

Io do questa interpretazione al sogno. Tutto il contenuto dello scrigno rappresenta la parola di Dio, molto diversificata a seconda dei testi rivelati, ma sempre preziosa.

I visitatori, pur apprezzando il contenuto dello scrigno, ne fecero un cattivo uso e mischiarono anche falsità alla parola di Dio, interpretandola male.

L’uomo con la scopa è il Cristo del secondo avvento, che rimette tutto a posto e fa brillare dieci volte di più la parola di Dio, mettendo insieme tutti i gioielli – ciascuno al suo posto -, che sono correlati tra loro. Nonostante il lavoro fatto, il Cristo non dimostrò stanchezza.

Parte 2: Supplemento a esperienze cristiane e visioni

Una spiegazione

Cari amici, avendovi lasciato un breve racconto delle mie esperienze e delle mie visioni, pubblicate nel 1851, mi sembra doveroso evidenziare alcuni punti di questo breve lavoro e scrivere alcune visioni più recenti. {PS 94,1}

1. Alla fine della pagina 49 è scritto: “Vidi che il santo sabato è, e sarà sempre, il muro di separazione tra il vero Israele di Dio e gli increduli, e il punto chiave che unirà i cuori dei figli di Dio che lo attendono. {PS 94,2}

Vidi che Dio aveva dei figli che non conoscevano ancora la verità del sabato e quindi non l’osservano. Non avevano rifiutato questo messaggio. All’inizio del periodo di profonda angoscia, eravamo stati illuminati dallo Spirito Santo per proclamare il messaggio relativo al sabato”. {PS 94,3}

Questa visione mi fu data nel 1847, quando gli avventisti che osservavano il sabato erano pochi, e di questi solo alcuni ritenevano che la sua osservanza fosse di tale importanza da tracciare una linea di demarcazione tra il popolo di Dio e i non credenti. Ora l’adempimento di quella visione sta per realizzarsi. “L’inizio del tempo di profonda angoscia” non fa riferimento al momento in cui inizieranno a diffondersi le piaghe, ma a un breve periodo che le precederà, mentre Cristo è ancora nel santuario. In quel periodo, mentre l’opera della salvezza si starà concludendo, ci saranno difficoltà sulla terra e le nazioni saranno irritate, ma contenute, per non ostacolare l’opera del terzo angelo. In quello stesso periodo la “pioggia dell’ultima stagione” o il “tempo di refrigerio”, accordato dal Signore, darà più forza alla voce del terzo angelo e preparerà i giusti a sopportare il momento in cui si diffonderanno le sette ultime piaghe. {PS 94,4}

2. La visione della “porta aperta e porta chiusa”, alle pagine 56-58, mi fu data nel 1849. L’applicazione di Apocalisse 3:7, 8 al santuario del cielo e al ministero di Cristo era completamente nuova per me. Non avevo mai sentito nessuno presentare questa idea. Ora che il soggetto del santuario è stato compreso chiaramente, l’applicazione è stata individuata in tutta la sua forza e la sua bellezza. {PS 94,5}

  1. La visione in cui viene precisato che il Signore “aveva steso la sua mano una seconda volta, per riunire il rimanente del suo popolo”, a pagina 84, fa riferimento solo all’unità e alla forza, che esisteva un tempo fra coloro che aspettavano Cristo, e al fatto che egli aveva iniziato a riunire nuovamente il suo popolo. {PS 94,6}

4. Manifestazioni spiritiche. A pagina 57 si legge: “Ho visto che il caso dei colpi misteriosi a New York e in altri luoghi era frutto del potere di Satana e che esperienze del genere sarebbero diventate sempre più comuni. Sarebbero state rivestite da un alone di religiosità, per tranquillizzare tutti coloro che si fossero lasciati sedurre da tali manifestazioni e per condurre, se fosse stato possibile, le menti del popolo di Dio verso quelle pratiche e portarli a dubitare degli insegnamenti e della potenza dello Spirito Santo”. Questa visione mi fu data nel 1849, circa cinque anni dopo, quando queste manifestazioni erano circoscritte soprattutto nella città di Rochester, e conosciute come “i colpi di Rochester”. Da allora l’eresia si è sparsa al di là di qualsiasi aspettativa. {PS 95,1}

La maggior parte della visione a pagina 71, dal titolo “I colpi misteriosi”, ricevuta nell’agosto del 1850, ha iniziato ad adempiersi allora e si sta ancora realizzando. Eccone una parte. Vidi che ben presto sarebbe stato considerato blasfemo anche solo parlare contro questi colpi misteriosi e che il fenomeno si sarebbe diffuso sempre di più; la potenza di Satana sarebbe aumentata e alcuni dei suoi devoti seguaci avrebbero ricevuto il potere di fare miracoli, fino al punto da far scendere il fuoco dal cielo davanti agli uomini. Mi fu mostrato che tramite il fenomeno dei colpi misteriosi e dell’ipnosi, questi maghi moderni avrebbero spiegato tutti i miracoli fatti da nostro Signore Gesù Cristo e molti avrebbero creduto che tutte le opere meravigliose, compiute dal Figlio di Dio quando era sulla terra, fossero state compiute da questa stessa potenza. {PS 95,2}

Vidi quali progressi stava facendo il fenomeno dei colpi misteriosi e, se fosse stato possibile, avrebbe ingannato anche i giusti. Satana avrà il potere di far apparire delle forme, che assomiglieranno ai nostri familiari o amici, che ora dormono in Gesù. Tutto avverrà per far sembrare che questi amici siano presenti: verranno pronunciate, con lo stesso tono di voce, parole che dicevano quando erano ancora vivi e che conoscevamo bene. Tutto questo allo scopo di ingannare i giusti e farli cadere in trappola, perché credano a questa illusione. {PS 95,3}

Ho visto la necessità che i giusti abbiano una comprensione completa della verità, che saranno obbligati a sostenere con le Scritture. Devono comprendere lo stato dei morti, perché gli spiriti dei demoni appariranno, dichiarando di essere amici e familiari, e che il sabato è stato cambiato, come anche altre dottrine contrarie alle Scritture. Faranno tutto ciò che è in loro potere per suscitare simpatia e, davanti a loro, opereranno miracoli per confermare ciò che dicono. Il popolo di Dio deve essere pronto ad affrontare questi spiriti, appellandosi alla verità biblica che i morti non sanno nulla e che quelli che appaiono loro sono spiriti di demoni. Le nostre menti non devono farsi coinvolgere da queste situazioni, ma devono essere occupate dalla verità, per poter spiegare la nostra speranza con umiltà e rispetto. Dobbiamo ricercare la saggezza divina, per poter restare saldi in questo tempo di errori e delusioni. {PS 95,4}

Dobbiamo esaminare bene le basi della nostra speranza, perché dovremo risponderne a partire dalla Bibbia. Questa seduzione si diffonderà e dovremo affrontarla e, se non saremo ben preparati, finiremo per essere sopraffatti e intrappolati. Ma se facciamo tutto il possibile per prepararci per il conflitto che ci attende, Dio farà la sua parte e il suo braccio onnipotente ci proteggerà. Piuttosto che lasciare che Satana ci inganni e ci allontani con miracoli ingannatori, Dio sarà disposto a inviare tutti gli angeli del cielo, per aiutare le persone fedeli e creare una barriera intorno a loro. {PS 96,1}

Ho visto con quale rapidità si diffondeva questo inganno. Mi venne mostrato un treno che andava alla velocità del fulmine. L’angelo mi raccomandò di guardare con attenzione e fissai lo sguardo sul treno. Sembrava che tutto il mondo fosse a bordo. Mi indicò anche il capotreno, una persona affascinante e distinta, che tutti i passeggeri consideravano con stima e rispetto. Ero perplessa e all’angelo, che mi accompagnava, chiesi chi fosse. Egli rispose: “È Satana. È lui il capotreno con le sembianze di angelo di luce. Ha ingannato il mondo. Gli uomini si sono lasciati sopraffare dalle sue seduzioni, credendo a menzogne che li porteranno a perdersi per sempre. L’agente di Satana di grado più elevato è il suo macchinista, gli altri hanno responsabilità diverse secondo le situazioni, e tutti si stanno dirigendo verso la perdizione alla velocità del fulmine”. {PS 96,2}

Chiesi all’angelo se ci fosse rimasto qualcun altro. Mi disse di guardare nella direzione opposta e vidi un piccolo gruppo di persone viaggiare lungo un sentiero molto stretto. Tutti sembravano molto uniti dalla verità. Erano sfiniti dalla fatica, come se avessero dovuto affrontare prove e conflitti particolarmente duri. Sembrava che il sole fosse appena sorto dietro una nuvola e risplendeva sui volti, dando loro un’aria trionfante, come se la vittoria fosse già stata conseguita. {PS 96,3}

Vidi che il Signore ha dato al mondo l’opportunità di scoprire gli inganni di Satana. C’è una prova per il cristiano che è sufficiente, anche se non ce ne dovessero essere altre: non viene fatta nessuna distinzione tra ciò che è abbietto e ciò che ha valore. Thomas Paine, già deceduto, che verrà chiamato alla fine dei mille anni, alla seconda risurrezione, per ricevere la sua punizione e affrontare la morte seconda, viene presentato da Satana come se fosse in cielo in una posizione di privilegio. Satana lo ha utilizzato, quando era in vita, sostenendo, per tutto il tempo che ha potuto e ora continua la stessa opera, che Thomas Paine è esaltato e onorato in cielo. Satana vuol far credere che quello che insegnava sulla terra, continua a farlo anche da lassù. E alcuni di coloro che avevano considerato con disprezzo la sua vita, la sua morte e i suoi insegnamenti, quando era vivo, ora accettano di lasciarsi guidare da lui, uno degli uomini più vili e corrotti, un uomo che odiava Dio e la sua legge.14 {PS 96.4}

Il padre della menzogna acceca e inganna il mondo, inviando i suoi angeli a parlare in nome degli apostoli, facendo credere che ora contraddicono quello che avevano scritto sotto l’influsso dello Spirito Santo, quando erano sulla terra. Questi angeli bugiardi presentano gli apostoli che falsificano i loro stessi insegnamenti, dichiarando che sono cambiati. Satana si rallegra di suscitare nei cosiddetti cristiani e nel mondo dei dubbi nei confronti della Parola di Dio, il libro sacro che contrasta i suoi piani e gli sbarra la strada. Per questo induce le persone a dubitare della sua ispirazione divina e poi esalta l’infedele Thomas Paine, come se alla sua morte fosse stato portato in cielo, si fosse unito ai santi apostoli, che odiava sulla terra, e ora insegna al mondo intero. {PS 97.1}

Satana affida a ogni suo angelo una parte da recitare. Raccomanda loro di essere furbi, astuti e abili. Alcuni di loro dovranno rappresentare gli apostoli e parlare in loro nome, mentre altri reciteranno la parte di uomini infedeli e malvagi, che sono morti maledicendo Dio, ma ora appaiono molto religiosi. Non viene fatta nessuna distinzione tra gli apostoli più santi e gli infedeli più abbietti. Entrambi insegnano la stessa cosa. A Satana non importa chi fa parlare, l’importante è che il suo obiettivo sia raggiunto. Era molto legato a Paine sulla terra e lo aveva aiutato nella sua opera. Ora è facile per lui ricordare le parole e gli scritti di una persona, che lo ha servito così fedelmente e ha realizzato così bene i suoi obiettivi. Molti degli scritti di Paine sono stati dettati da Satana e oggi è facile per lui trasmettere i suoi sentimenti ai suoi angeli, per far sembrare che vengano davvero da Thomas Paine. Questo è il capolavoro del grande nemico: tutti questi insegnamenti, presentati come provenienti dagli apostoli, dai santi e dai malvagi ormai defunti, provengono direttamente da Satana. {PS 97.2}

Il fatto che Satana pretenda che un uomo da lui così amato, che odiava Dio, ora sia con gli apostoli e gli angeli in gloria, dovrebbe essere sufficiente per aprire gli occhi alle menti accecate e scoprire le misteriose e oscure opere di Satana. Egli dichiara al mondo e agli infedeli: “Non importa quanto tu sia malvagio; non importa se credi o non credi in Dio o nella Bibbia; vivi come vuoi, il cielo è la tua casa. Tutti sanno che se Thomas Paine è in cielo ed e stato così innalzato, sicuramente chiunque potrà andare in cielo”. Questo ragionamento è così falso che chiunque può rendersene conto. Oggi Satana sta compiendo, tramite individui come Thomas Paine, quello che ha cercato di fare sin dalla sua caduta. Attraverso il suo potere e i suoi miracoli ingannatori, scuote le fondamenta della speranza cristiana e sta spegnendo il sole, che deve illuminare lo stretto sentiero che conduce al cielo. Fa credere al mondo che la Bibbia non sia ispirata, che non sia più importante di un libro di favole, e ha previsto qualcosa per sostituirla: le manifestazioni spiritiche. {PS 98,1}

Questo è un mezzo che gli è congeniale, che può controllare bene, e attraverso il quale può far credere al mondo ciò che vuole. Il libro, che giudicherà lui e i suoi seguaci, viene relegato nell’ombra. Considera il Salvatore del mondo come un uomo qualsiasi. Così come la guardia romana, che controllava la tomba di Gesù, diffuse la menzogna ordinatagli dai capi sacerdoti e dagli anziani, nello stesso modo i poveri e delusi seguaci di queste manifestazioni spiritiche ripetono e cercano di mostrare che non c’è niente di miracoloso nella nascita, nella morte e nella risurrezione del Salvatore. Dopo aver relegato Gesù in secondo piano, attirano l’attenzione del mondo su loro stessi e i loro miracoli ingannatori, che dichiarano superiori alle opere di Cristo. Così il mondo è intrappolato e si culla in una sensazione di sicurezza: solo quando le sette ultime piaghe colpiranno la terra, si renderanno conto del terribile inganno di cui sono stati vittima. Satana ride, vedendo che il suo piano sta avendo successo e che il mondo intero cede ai suoi inganni. {PS 98,2}

5. A pagina 66 ho detto che una nuvola di luce gloriosa copriva il Padre e che la sua persona non poteva essere vista. Ho anche detto che avevo visto il Padre alzarsi dal suo trono. Il Padre era completamente circondato da un corpo di luce e di gloria, così che la sua persona non poteva essere vista. Ma io sapevo che si trattava del Padre e che la sua persona emanava questa luce e questa gloria. {PS 99,1}

Quando vidi questo corpo di luce e di gloria alzarsi dal trono, sapevo che c’era perché il Padre si era spostato, per questo dissi di aver visto il Padre alzarsi. Non vidi mai la gloria o l’eccellenza della sua forma, nessuno poteva vederla e vivere, però il corpo di luce e di gloria che lo circondava poteva essere visto. {PS 99,2}

Ho anche detto che “Satana sembrava stare accanto al trono, tentando di imitare il ruolo di Dio”. Voglio ricordare un’altra frase dello stesso capitolo: “Mi voltai per vedere il gruppo che era ancora inchinato davanti al trono”. {PS 99,3}

Questo gruppo di persone in preghiera era nel suo stato mortale, sulla terra, però mi fu rappresentato come inchinato davanti al trono. Non ho mai avuto l’idea che questi individui fossero davvero nella nuova Gerusalemme. Non ho neppure mai pensato che un qualsiasi mortale potesse supporre che io credessi che Satana fosse davvero nella nuova Gerusalemme. Ma Giovanni non ha forse visto il grande drago rosso in cielo? Certo. “Nel cielo apparve anche un altro segno: un gran dragone rosso che aveva sette teste e dieci corna, e sulle sue teste vi erano sette diademi”. Apocalisse 12:3. Come mai un tale mostro si trovava in cielo? Ecco una possibilità di derisione simile all’interpretazione che alcuni hanno dato alle mie affermazioni. {PS 99,4}

6. Alle pagine 61 – 63 viene riportata una visione, che ho ricevuto nel gennaio del 1850. Quella parte della visione, che fa riferimento alla mancanza di mezzi messi a disposizione dei messaggeri dell’opera di Dio, si applica in particolare a quel tempo. Da allora dei sostenitori della causa della verità hanno approfittato per fare del bene con i loro mezzi. Alcuni hanno dato anche troppo generosamente, quasi a scapito dei beneficiari. Per circa due anni mi è stato mostrato che si spendeva troppo facilmente il denaro del Signore, piuttosto che sentirne la mancanza. {PS 99,5}

Ciò che segue è il frutto di una visione ricevuta a Jackson, Michigan, il 2 giugno 1853. Riguardava soprattutto i fratelli di quel luogo: “Ho visto che i fratelli cominciavano a sacrificare le loro proprietà, offrendone il ricavato senza avere in mente un vero obiettivo — l’opera di Dio che langue — e hanno dato troppo generosamente, troppo e troppo spesso. Ho visto che i responsabili avrebbero dovuto correggere questi errori ed esercitare un buon influsso sulla chiesa. Non è stata posta nessuna o scarsa attenzione alle conseguenze dell’uso di quel denaro: prima fosse stato offerto, meglio sarebbe stato. {PS 99,6}

Alcune persone hanno dato un cattivo esempio nell’accettare donazioni consistenti e a coloro che avevano dei beni non è stata data la minima indicazione sul fatto di non utilizzarli con troppa generosità. Accettando quantità così consistenti di denaro, senza preoccuparsi di sapere se Dio avesse ispirato la generosità dei fratelli, sono state sanzionate donazioni veramente ingenti”. {PS 100,1}

Anche coloro che hanno dato, hanno commesso un errore, perché non avevano la certezza delle necessità del singolo caso. Chi disponeva di capitali era quindi molto perplesso. Un fratello fu veramente danneggiato dalla quantità eccessiva di denaro che si ritrovò fra le mani. Non sapeva gestire il denaro, viveva in modo dispendioso e per i suoi viaggi spendeva senza criterio. Ha dato il cattivo esempio, spendendo il denaro del Signore e dicendo in cuor suo e ad altri: “C’è abbastanza denaro a J., anche più di quanto si possa usare prima che il Signore ritorni”. {PS 100,2}

Alcune persone furono danneggiate da questo corso degli eventi e accettarono la verità con idee sbagliate, senza rendersi conto del fatto che stavano utilizzando il denaro del Signore e senza conoscerne il valore. Coloro che avevano appena accettato il messaggio del terzo angelo e avevano ricevuto un tale esempio, hanno avuto molte difficoltà a imparare a rinunciare a se stessi e a sacrificarsi per l’opera di Cristo. Hanno dovuto comprendere cosa significhi rinunciare agli agi, smettere di concentrarsi sulla propria convenienza e le proprie comodità, e capire il vero valore delle persone. Coloro che provano una profonda “preoccupazione” non si sentiranno impegnati a fare grandi preparativi per viaggi all’insegna del benessere e della comodità. Alcuni che non hanno ricevuto appelli sono stati incoraggiati a lavorare nell’opera del Signore. {PS 100,3}

Ma altri, influenzati da questi eventi, non hanno sperimentato il risparmio, la rinuncia a se stessi. per mettere tutto nel tesoro del Signore. Anzi, hanno detto: “Ci sono altri che hanno mezzi sufficienti, saranno loro a sostenere il giornale. Io non ho bisogno di fare niente. Il giornale verrà mantenuto senza il mio aiuto”. {PS 100,4}

Non è stato facile per me constatare che alcuni di coloro che avevano fatto riferimento a quelle parti delle mie visioni, in cui si parla di sacrificare i propri beni per sostenere la causa del Signore, ne hanno fatto un uso sbagliato. Sperperano i beni, mentre trascurano i principi enunciati in altre parti. {PS 100,5}

A pagina 62 si legge: “Vidi che l’opera di Dio era stata ostacolata e disonorata da altri, che non erano messaggeri di Dio. Essi dovranno rendere conto al Signore per ogni dollaro, speso per intraprendere viaggi verso luoghi dove non era loro compito andare, perché quel denaro avrebbe potuto essere utilizzato per far progredire l’opera di Dio”. Ancora a pagina 62: “Coloro che hanno la forza di lavorare con le proprie mani e possono guadagnare i mezzi per sostenere la causa di Dio sono responsabili quanto coloro che possono farlo attraverso le loro proprietà”. {PS 101,1}

Ora vorrei attirare l’attenzione sulla visione che tratta questo tema, riportata alle pagine 68, 69. Ecco un breve estratto: “Lo scopo delle vendite non è quello di soddisfare i bisogni di coloro che sono in grado di lavorare e sostenersi, bensì di diffondere il messaggio della verità. È un vero peccato incoraggiare e sostenere la pigrizia di coloro che possono lavorare. Alcuni sono stati zelanti nel partecipare a tutte le riunioni, ma solo per “i pani e i pesci” e non per glorificare Dio. Queste persone avrebbero fatto meglio a restare a casa, impegnarsi a lavorare “per ciò che è bene”, soddisfare le esigenze delle loro famiglie e disporre anche di qualcosa per sostenere la preziosa causa della verità”. {PS 101,2}

In passato Satana ha cercato di indurre alcuni a utilizzare liberamente i mezzi a disposizione e a convincere i fratelli di poter disporre delle loro proprietà senza un’accurata valutazione. {PS 101,3}

Una tale abbondanza di mezzi, offerti così precipitosamente, non poteva che nuocere; molti alla fine si sono allontanati e ora che il messaggio della verità dovrebbe diffondersi più ampiamente, i fondi vengono a mancare. Quindi, questo progetto di Satana si è in qualche modo concretizzato. {PS 101,4}

Il Signore ha mostrato l’errore di molti nel valorizzare solo coloro che avevano delle proprietà, che potevano sostenere la pubblicazione del giornale e degli opuscoli. Tutti dovrebbero fare la loro parte. Coloro che hanno la forza di lavorare con le proprie mani e possono guadagnare i mezzi per sostenere la causa di Dio sono responsabili quanto coloro che possono farlo attraverso le loro proprietà. Ogni figlio di Dio, che professa di credere nella verità, dovrebbe impegnarsi per fare la sua parte in quest’opera. {PS 101,5}

Nel luglio del 1853 ho visto che il giornale, che appartiene a Dio e che egli approva, doveva essere pubblicato con una maggiore frequenza. L’opera del Signore, nel tempo in cui viviamo, richiede che il giornale abbia una frequenza settimanale e vengano pubblicati molti altri opuscoli, per rivelare i tanti errori che si moltiplicano in questo periodo, ma il lavoro è ostacolato per mancanza di mezzi. Mi è stato mostrato che la proclamazione del messaggio della verità deve proseguire e che non dobbiamo temere; sarebbe meglio che giornali e opuscoli fossero ricevuti da tre persone che non ne hanno bisogno, piuttosto che privarne anche una sola persona che li apprezza e ne può beneficiare. Ho visto che i segni degli ultimi tempi dovrebbero essere trattati con chiarezza, perché le manifestazioni di Satana continuano a diffondersi. Le pubblicazioni di Satana e dei suoi agenti stanno aumentando, il loro potere sta crescendo, e tutto ciò che facciamo per diffondere il messaggio della verità deve essere fatto rapidamente. {PS 101,6}

Mi è stato mostrato che il messaggio della verità esposto nelle pubblicazioni si diffonderà, perché si tratta della verità per gli ultimi tempi. Si adempirà e in futuro non sarà necessario riprendere questi argomenti. Non è necessario essere prolissi nella stesura di questi temi, perché ciò che è evidente brilla di luce propria. Il messaggio della verità è diretto, semplice e chiaro. Si difende da solo, cosa che non succede con la menzogna, che è così contorta e richiede molte argomentazioni per spiegarla. Mi fu mostrato che in certi luoghi il messaggio era stato diffuso grazie alla stampa e che molti avevano conosciuto la verità in questo modo e l’avevano trasmessa ad altri in varie località, dove c’erano credenti che avevano compreso la verità attraverso questo messaggero silenzioso. Per loro fu l’unico predicatore. Lo sviluppo dell’opera del Signore non deve essere bloccato per mancanza di mezzi. {PS 102,1}

L’ordine nel vangelo

Il Signore mi ha mostrato che l’ordine nel Vangelo è stato troppo temuto e trascurato. Dobbiamo evitare il formalismo, ma senza trascurare l’ordine. In cielo c’è ordine. {PS 103,1}

C’era ordine nella chiesa, quando Cristo era sulla terra e, dopo la sua partenza, l’ordine fu rigorosamente osservato dagli apostoli. E ora, in questi ultimi tempi, mentre Dio riconduce i suoi figli all’unità della fede, l’ordine è ancora più necessario di prima. Poiché se il Signore unisce i suoi figli, Satana e gli angeli malvagi fanno tutto il possibile per distruggere l’unità. Questo spiega perché uomini che mancano di saggezza e di giudizio sono entrati nell’opera, anche senza saper adeguatamente gestire le proprie case e mantenere l’ordine e il controllo nella famiglia, che Dio ha affidato loro. {PS 103,2}

Eppure si ritengono capaci di ricevere la responsabilità di guidare il gregge del Signore. Commettono molti errori e coloro che non conoscono la nostra fede valutano tutti i messaggeri, confrontandoli con uomini che non hanno ricevuto questo incarico da nessuno. Tutto ciò nuoce all’opera di Dio e il messaggio della verità viene trascurato da molti non credenti, che diversamente, con sincerità e interesse, avrebbero chiesto: “Le cose stanno veramente così?” {PS 103,3}

Questi uomini, che non dimostrano nessuna coerenza nella loro vita personale e non sono qualificati per insegnare la verità, entrano nell’opera senza il riconoscimento dalla chiesa o dei fratelli in generale, provocando confusione e separazione. {PS 103,4}

Alcuni conoscono la teoria della verità e possono presentarne le relative argomentazioni, ma mancano di spiritualità, buon senso ed esperienza; prima di poter insegnare la verità, avrebbero bisogno di comprendere che stanno sbagliando in molte cose. {PS 103,5}

Altri non sono in grado di presentare nessuna argomentazione, ma siccome dei fratelli li hanno sentiti pregare bene e ogni tanto presentare belle esortazioni, si inseriscono nell’opera, per impegnarsi in un lavoro per il quale Dio non li ha qualificati e per il quale non hanno sufficiente esperienza né buon senso. Essi si inorgogliscono spiritualmente e si esaltano nel lavoro, illudendosi di essere collaboratori del Signore. Non conoscono se stessi, mancano di capacità di valutazione e di perseveranza, si vantano e affermano molte cose, che non sono in grado di provare con la Parola di Dio. Il Signore conosce questi uomini, per questo non li chiama a lavorare in questi tempi così difficili. I fratelli dovrebbero fare attenzione a non inserire nell’opera quelli che Dio non ha chiamato. {PS 104,1}

Proprio chi non è stato chiamato da Dio, in genere, è più convinto di esserlo, ritenendo che il suo lavoro sia molto importante. Entrano nell’opera e generalmente non esercitano un buon influsso; tuttavia, in alcuni luoghi hanno avuto un certo successo e questo induce, loro e altri, a pensare che siano stati veramente scelti da Dio. Avere successo non è, comunque, la prova della chiamata di Dio; infatti gli angeli del Signore cercano di esercitare un influsso sui cuori dei figli sinceri, per illuminare la loro comprensione in merito al messaggio della verità, perché possano comprenderlo e viverlo. {PS 104,2}

Anche se degli uomini si recano là dove Dio non li ha posti, presentandosi come maestri, e anche se delle persone accettano la verità, sentendoli parlare, questo non significa che siano stati veramente chiamati da Dio. Le persone che ricevono da loro il messaggio della verità, in seguito si accorgeranno che questi uomini non si basavano sui consigli di Dio e dovranno affrontare prove e condizionamenti. Anche se degli uomini malvagi parlano della verità, e alcuni l’accettano, questo non significa che Dio li veda sotto una luce migliore. Gli uomini malvagi rimangono tali e la loro punizione sarà proporzionata all’inganno e alla confusione creata nella chiesa. I loro peccati non resteranno nascosti, anzi saranno evidenti nel giorno del giudizio di Dio. {PS 104,3}

I messaggeri che si autoproclamano tali rappresentano una maledizione per l’opera. Le persone oneste hanno fiducia in loro e pensano che seguano i consigli divini e vivano in armonia con la chiesa; ecco perché accettano che questi messaggeri amministrino i riti e si fanno anche battezzare da loro. Ma quando si rendono conto della realtà, e questo capita prima o poi, capiscono che questi uomini non sono quelli che pensavano, cioè messaggeri scelti e chiamati da Dio; cadono vittime delle prove e del dubbio riguardo al messaggio della verità, che hanno ricevuto, e sentono di dover ricominciare ad approfondire tutto nuovamente. Il nemico suscita turbamenti e perplessità nella loro esperienza ed essi si chiedono se Dio li abbia veramente guidati o meno, e non si sentono soddisfatti fino a quando non si ribattezzano. Per i messaggeri di Dio è molto più difficile lavorare in quei luoghi dove altri hanno esercitato un influsso negativo, piuttosto che iniziare un’opera in nuovi territori. {PS 104,4}

I collaboratori di Dio devono agire apertamente, fedelmente e non nascondere gli errori. Si trovano a gestire realtà tra la vita eterna e la morte, e dovranno rendere conto del modo in cui hanno compiuto la loro opera e dell’influsso che hanno esercitato sul gregge, che Dio aveva loro affidato. {PS 105,1}

Coloro che hanno accettato la verità e si sono ritrovati ad affrontare delle difficoltà, l’avrebbero comunque conosciuta, anche se non fossero entrati in contatto con questi uomini, che stavano svolgendo altrove l’umile compito che il Signore aveva previsto per loro. Lo sguardo di Dio è sui suoi figli e avrebbe inviato loro i suoi messaggeri particolari, uomini che avrebbero agito con intelligenza. Essi avrebbero comunque compreso la verità nella sua pienezza e avrebbero visto chiaramente la loro posizione; avrebbero accettato la verità con cognizione di causa, soddisfatti della sua chiarezza e della sua bellezza. Sperimentando i suoi potenti effetti, si sarebbero rafforzati spiritualmente, esercitando un influsso positivo. {PS 105,2}

Mi è stato mostrato nuovamente il pericolo di chi viaggia, senza essere stato chiamato da Dio. E anche se essi otterranno dei successi, ci si renderà subito conto delle qualità che non hanno. Commetteranno errori e a causa della loro mancanza di saggezza, alcune persone si allontaneranno talmente da Dio che non potranno più essere raggiunte. Mi è stato mostrato che la chiesa deve sentire questa responsabilità e valutare con attenzione coloro che pretendono di insegnare, cioè fare attenzione al loro stile vita, alle qualifiche e al comportamento. {PS 105,3}

Nel caso in cui non risultasse evidente e indiscutibile che Dio li ha chiamati e che sono disposti a rispondere a questo appello, assumendosi la responsabilità del “guai a me, se non evangelizzo”, la chiesa ha il dovere e la responsabilità di riprendere questi individui e di non riconoscere loro il compito di insegnare. Questa è l’unica posizione che la chiesa può prendere per fare chiarezza in questo ambito ed esercitare la sua completa responsabilità. {PS 105,4}

Ho visto che la porta, dalla quale il nemico entra per creare turbamenti e perplessità al gregge, può essere chiusa. Ho chiesto all’angelo un consiglio al riguardo e mi ha detto: “La chiesa deve ricorrere alla Parola di Dio e ritornare all’ordine del Vangelo, che è stato perso di vista e trascurato”. Tutto questo è indispensabile per preservare nella chiesa l’unità della fede. {PS 105,5}

Ho visto che al tempo degli apostoli la chiesa aveva corso il rischio di essere ingannata e ricevere falsi insegnamenti. Ecco perché i fratelli avevano scelto uomini che avevano dimostrato di essere in grado di gestire bene la propria casa, mantenere l’ordine nelle proprie famiglie e quindi illuminare coloro che vivevano nelle tenebre. Fu presentata una richiesta a Dio e poi, con il consenso della chiesa e dello Spirito Santo, essi furono consacrati con l’imposizione delle mani. Avendo ricevuto l’incarico da Dio, con l’approvazione della chiesa, furono inviati a battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Essi amministravano i riti della chiesa, visitando i fratelli nel Signore, presentando loro i simboli del corpo spezzato e del sangue versato dal Salvatore crocifisso, per mantenere viva nei figli di Dio la memoria delle sue sofferenze e della sua morte. {PS 106,1}

Mi fu mostrato che non siamo al sicuro dai falsi insegnanti più di quanto lo fossero in quei giorni gli apostoli, e anche noi dobbiamo adottare misure speciali per assicurare la pace, l’armonia e l’unione del gregge. Abbiamo il loro esempio e dobbiamo seguirlo. {PS 106,2}

I fratelli con esperienza e buona capacità di valutazione devono riunirsi e secondo la Parola di Dio e l’approvazione dello Spirito Santo devono, dopo preghiere ferventi, imporre le mani su coloro che hanno dimostrato di aver ricevuto l’incarico da Dio e di essere stati consacrati, per dedicarsi completamente all’opera del Signore. Questo atto indicherà che la chiesa approva la loro partenza come messaggeri del Signore, per proclamare il messaggio più solenne che sia mai stato affidato all’uomo. {PS 106,3}

Dio non affiderà la cura del suo prezioso gregge a uomini, il cui spirito e la cui mente sono stati indeboliti da errori del passato, che hanno continuato a coltivare, come il cosiddetto “perfezionismo” o come lo spiritismo. Il loro comportamento, mentre insegnavano questi errori, li ha squalificati e ha indotto molti a biasimare la causa della verità. {PS 106,4}

Anche se oggi sentono di aver superato questi errori e si considerano qualificati per trasmettere l’ultimo messaggio all’umanità, Dio non li accetterà. Non affiderà anime preziose alle loro cure, perché la loro capacità di valutazione è stata incrinata dall’errore e non sono riusciti a recuperarla. Il Dio grande, santo e geloso ha bisogno di uomini santi, a cui affidare il compito di proclamare la sua verità. {PS 106,5}

La sacra legge trasmessa da Dio sul Sinai fa parte della sua stessa essenza e solo agli uomini che l’osserveranno scrupolosamente egli offrirà l’onore di insegnarla ad altri. {PS 107,1}

I collaboratori di Dio che proclamano la verità dovrebbero essere uomini con una buona capacità di giudizio e che sanno sopportare l’opposizione senza alterarsi, perché coloro che si oppongono alla verità attaccheranno quelli che la insegnano e ogni possibile argomentazione sarà spinta all’estremo per controbattere la verità. {PS 107,2}

I collaboratori di Dio che diffondono il messaggio devono essere preparati a contrastare queste obiezioni con calma e umiltà, grazie alla luce della verità. Spesso gli oppositori parlano ai collaboratori di Dio in modo provocatorio, nella speranza che essi reagiscano nello stesso modo e per poter dire ad altri che i predicatori dei comandamenti hanno uno spirito duro e indisponente. {PS 107,3}

Ho visto che dobbiamo essere pronti a confutare le obiezioni con pazienza, buon senso e umiltà, dando loro il valore che meritano; senza allontanare nessuno con affermazioni categoriche, che accusano l’avversario, manifestando uno spirito duro nei suoi confronti. Riconosciamo il valore delle obiezioni, poi presentiamo la luce e la forza della verità, lasciando che essa rimuova gli errori. Così lasceremo una buona impressione e gli oppositori sinceri capiranno di essere stati ingannati e che quegli osservatori dei comandamenti non erano come credevano. {PS 107,4}

Quelli che si professano collaboratori del Dio vivente devono essere disposti a dedicarsi al servizio di tutti, invece di esaltarsi al di sopra dei fratelli, e devono essere gentili e cortesi. Se sbagliano, devono essere pronti a confessarlo. L’onestà dell’intenzione non può essere una scusa per non riconoscere i propri errori. La confessione non diminuirà la fiducia della chiesa nei confronti del messaggero che avrà dato un buon esempio. La chiesa incoraggerà la confessione e ne risulterà una serena unità. {PS 107,5}

Coloro che si professano maestri dovranno essere modelli di compassione, dolcezza, umiltà e bontà, per portare le persone a Gesù e alla verità biblica. Un collaboratore di Cristo deve essere puro nelle conversazioni e nel comportamento. Non deve mai dimenticare che trasmette parole ispirate da un Dio santo, che il gregge è stato affidato alle sue cure e deve presentare a Gesù i casi di coloro che fanno parte di questo gregge. Deve anche intercedere per loro, così come Gesù lo fa per noi nei confronti del Padre. {PS 107,6}

Mi furono mostrati i figli d’Israele e vidi quanto il comportamento dei sacerdoti del santuario dovesse essere puro e santo perché, per l’opera che svolgevano, vivevano a stretto contatto con Dio. I sacerdoti dovevano essere santi, puri e irreprensibili, altrimenti non avrebbero potuto sussistere alla presenza di Dio. Il Signore non è cambiato. Continua a essere giusto, santo e puro, così come lo è sempre stato. Coloro che si considerano collaboratori di Gesù devono essere uomini di esperienza e profonda spiritualità, per trasmettere in qualsiasi momento e luogo un santo influsso. {PS 107,7}

Ho visto che questo è il momento opportuno perché i messaggeri vadano dove sanno di trovare una porta aperta; Dio li precederà per predisporre i cuori di coloro che li ascolteranno. Bisogna entrare in nuovi territori e, ovunque sia possibile, è opportuno andare due a due, per sostenersi l’un l’altro. {PS 108,1}

Mi è stato presentato un progetto: sarebbe bene che due fratelli partano insieme e viaggino in compagnia nei luoghi in cui regnano le tenebre, dove si manifestano molte opposizioni e dove c’è molto lavoro, e con una forte unità di intenti e una fede salda presentino la verità a coloro che non la conoscono. Se in seguito continueranno il lavoro separatamente, per visitare un numero maggiore di luoghi, è comunque consigliato che si incontrino spesso, per incoraggiarsi l’un l’altro e sostenersi reciprocamente. {PS 108,2}

Inoltre, che si consultino riguardo ai territori che si apriranno al messaggio del Vangelo e decidano quali dei loro doni sarà il più utile e in quale modo potranno avere più successo, per raggiungere i cuori. E mentre si separano di nuovo, il loro coraggio e la loro energia saranno rinnovati, per affrontare l’opposizione, le tenebre spirituali e lavorare con impegno per la salvezza di coloro che muoiono nell’ignoranza. {PS 108,3}

Ho visto che i collaboratori di Dio non devono ritornare continuamente nello stesso luogo di lavoro, ma devono cercare persone nuove in luoghi nuovi. Coloro che conoscono già la verità non devono pretendere ancora tanto da loro; devono essere capaci di cavarsela da soli e sostenere altri che sono intorno a loro, mentre i messaggeri di Dio visitano i luoghi in cui regnano le tenebre, per presentare il messaggio della verità a chi non la conosce ancora. {PS 108,4}

Le difficoltà nella chiesa

Cari fratelli e sorelle, poiché il male si diffonde sempre più rapidamente, dobbiamo raddoppiare gli sforzi per impegnarci in favore dell’opera di Dio ed essere consapevoli del tempo in cui viviamo. Le tenebre spirituali ricoprono la terra e i suoi abitanti. E mentre intorno a noi tutto è invaso dall’oscurità del male e della menzogna, è nostro dovere scrollarci di dosso il torpore e vivere vicino a Dio, per ricevere, dal volto di Gesù i raggi divini di luce e gloria. Mentre le fitte tenebre del male si diffondono, dovremmo ricercare una conoscenza più completa della verità ed essere pronti a difendere la nostra fede con le Scritture. {PS 109,1}

Dobbiamo essere santificati dalla verità e vivere in modo coerente alla nostra professione di fede, affinché il Signore possa illuminarci sempre più chiaramente e possiamo vedere grazie alla sua luce ed essere rafforzati dalla sua forza. {PS 109,2}

Ogni volta che trascuriamo di essere attenti e vigilanti, siamo esposti all’attacco del nemico e rischiamo di essere sopraffatti dalle forze del male. Satana ordina ai suoi angeli di far cadere il maggior numero di persone possibili, per mettere in evidenza errori e peccati di chi professa di credere nella verità, farli cadere nella più completa oscurità, indurli a lasciarsi andare, disonorare l’opera di Dio e far soffrire la chiesa. Coloro che si sono allontanati hanno cessato di essere vigilanti, sono piombati nelle tenebre più fitte e la luce del cielo si è affievolita gradualmente. Non si rendono conto dei loro peggiori difetti e Satana tesse la sua rete intorno a loro e li fa cadere nella sua trappola. {PS 109,3}

Dio è la nostra forza. Dobbiamo guardare a lui come esempio di saggezza e come guida. Se avremo come obiettivo la sua gloria, il bene della chiesa e la nostra salvezza, vinceremo i nostri difetti. Individualmente dobbiamo cercare di ottenere ogni giorno nuove vittorie, imparare ad affrontare le difficoltà e a dipendere completamente da Dio. Prima impareremo e meglio sarà per noi. {PS 109,4}

Ognuno deve cercare di individuare i propri errori e con impegno fare attenzione a non esserne sopraffatto, ma a vincerli. Così potremo avere fiducia in Dio e la chiesa non dovrà affrontare gravi problemi. {PS 109,5}

I messaggeri di Dio, mentre lavorano per la salvezza degli uomini, sprecano molto tempo per coloro che conoscono la verità da anni, ma sono ancora deboli nella fede. Hanno trascurato di vigilare e a volte credo abbiano addirittura indotto il nemico a tentarli. {PS 110,1}

Si trovano in difficoltà davanti a prove banali e i collaboratori di Dio perdono il loro tempo andando a trovarli. Essi sono impegnati per ore e ore, e anche giorni, ad ascoltare il racconto di piccoli problemi e prove insignificanti, che sono state ingrandite per farle sembrare più gravi, nel timore che i collaboratori di Dio si convincessero che non meritavano la loro attenzione. Invece di chiedere ai collaboratori del Signore di aiutarli a risolvere i loro problemi, dovrebbero umiliarsi davanti a Dio, digiunare e pregare fino a quando questi problemi si risolveranno. {PS 110,2}

Alcuni pensano che l’unico motivo per cui Dio ha chiamato i suoi messaggeri a lavorare nella sua opera sia quello di correre da loro, quando essi li chiamano, per sostenerli come si fa con i bambini. Ritengono che l’aspetto più importante del loro lavoro sia gestire quelle difficoltà insignificanti che sono state causate da azioni avventate, dando spazio al nemico e indulgendo nella propensione a ricercare gli errori di coloro che li circondano. {PS 110,3}

Ma in questo periodo che ne sarà delle pecore affamate? Quelle affamate del pane della vita? Coloro che conoscono la verità, ma non vi si conformano, se lo facessero si risparmierebbero tanti problemi e non ruberebbero il tempo ai messaggeri di Dio, che poi non riescono a occuparsi degli obiettivi per i quali il Signore li ha chiamati nell’opera. {PS 110,4}

I collaboratori di Dio soffrono e sono scoraggiati, quando si verificano situazioni del genere nella chiesa, mentre ognuno dovrebbe impegnarsi a non aggiungere nemmeno una piuma ai loro pesi ma, al contrario, aiutarli e sostenerli con parole di incoraggiamento e preghiere pronunciate con fede. Quanto sarebbero più liberi, se tutti coloro che professano la verità cercassero di incoraggiare gli altri, invece di pretendere essi stessi così tanto aiuto. {PS 110,5}

Attualmente, quando i collaboratori di Dio entrano in nuovi territori, dove regnano le tenebre spirituali e la verità non è ancora stata proclamata, hanno già lo spirito provato a causa delle futili difficoltà dei loro fratelli. E oltre a tutto questo, devono saper affrontare l’incredulità e il pregiudizio degli avversari e superare le offese. {PS 110,6}

Quanto sarebbe più facile esercitare un influsso positivo sui cuori e quanto sarebbe glorificato Dio, se i suoi collaboratori non fossero oppressi dallo scoraggiamento e dalle prove, per poter presentare la verità in tutta la sua bellezza e con uno spirito sereno. Coloro che hanno rubato così tanto tempo ai collaboratori di Dio, raccontando quelle difficoltà che loro stessi avrebbero dovuto gestire, dovranno rendere conto al Signore di tutto il tempo e i mezzi impegnati per gratificare se stessi, assicurando grandi soddisfazioni al nemico. Dovrebbero essere in grado di aiutare i loro fratelli. Non dovrebbero mai coinvolgere tutta la comunità riunita per cercare la soluzione alle loro difficoltà o aspettare che qualcuno dei messaggeri di Dio venga a gestirle. Essi devono risolverle con Dio, dimenticarle e prepararsi a sostenere i collaboratori del Signore, invece che affaticarli inutilmente. {PS 110,7}

La speranza della chiesa

Ultimamente ho dovuto impegnarmi molto per individuare, intorno a me, i veri discepoli dell’umile e dolce Gesù. Molti di coloro che professano di attendere l’imminente ritorno di Cristo si stanno conformando a questo mondo e sono più preoccupati di ottenere l’approvazione di coloro che li circondano, piuttosto che quella di Dio. {PS 112,1}

Sono freddi e formalisti, come quelle chiese tradizionali, da cui recentemente si sono distaccati. Le parole rivolte alla chiesa di Laodicea descrivono perfettamente la loro situazione. Apocalisse 3,14-20. Non sono “né freddi né ferventi”, ma “tiepidi”. Se non seguono il consiglio del “testimone fedele e verace” e non si pentono sinceramente, se non comprano “dell’oro affinato col fuoco”, “delle vesti bianche” e “del collirio” saranno vomitati dalla sua bocca. {PS 112,2}

Molti di coloro che si erano rallegrati in vista dell’imminente ritorno del Signore, attualmente ragionano come le chiese e il mondo, che un tempo li deridevano, perché essi credevano che Gesù stesse tornando e facevano circolare sul loro conto ogni genere di falsità, per screditarli e distruggere il loro influsso. {PS 112,3}

Oggi se qualcuno ricerca ardentemente la presenza di Dio, se è affamato e assetato di giustizia e il Signore gli permette di sperimentare la sua potenza e soddisfa i suoi desideri, benedicendolo con il suo amore, ed egli in risposta lo glorifica lodandolo, viene considerato da coloro che professano di credere nell’imminente ritorno del Signore, come qualcuno che vive di illusioni, è accusato di essere stato ipnotizzato o di essere posseduto da qualche spirito malvagio. {PS 112,4}

Molti di questi cristiani solo di nome si vestono, parlano e agiscono secondo i parametri della società e l’unica cosa per la quale si distinguono è la loro professione di fede. Nonostante proclamino di seguire Cristo, la loro conversazione non è in sintonia con le realtà del cielo, ma piuttosto con quelle mondane. “Come non dovreste voi avere una condotta santa e pia, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio”. 2 Pietro 3:11. “E chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro”. Giovanni 3:3. {PS 112,5}

È ormai evidente che molti di coloro che si fregiano del nome di avventisti sono più preoccupati delle apparenze e di essere considerati positivamente agli occhi del mondo, piuttosto che di imparare dalla Parola di Dio come ottenere l’approvazione del Signore. {PS 113,1}

E se Gesù, il nostro modello divino, apparisse fra loro e tra coloro che generalmente si occupano di insegnare i principi della religione, come fece in occasione del suo primo avvento? {PS 113,2}

Era nato in una mangiatoia. Provate a seguirlo nel suo percorso di vita e nel suo ministero. Era un uomo abituato al dolore e che conosceva bene la sofferenza. Questi sedicenti cristiani si vergognerebbero dell’umile e mansueto Salvatore, che si vestiva di una semplice tunica senza cuciture e non aveva un posto dove posare il capo. {PS 113,3}

La sua vita irreprensibile e disinteressata li condannerebbe; la sua santità contrasterebbe con la loro leggerezza e le loro sciocche risate. La sua conversazione, spontanea e sincera, sarebbe in contrasto con la loro, spesso caratterizzata dall’avidità. Le verità che egli esprimeva senza mezzi termini rivelerebbero il loro vero carattere. Il loro più grande desiderio sarebbe quello di vederlo allontanarsi il più velocemente possibile. Sarebbero fra i primi a cercare una contraddizione nelle sue parole e a gridare: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”. {PS 113,4}

Seguiamo Gesù, mentre umilmente entra a Gerusalemme, quando “tutta la folla dei discepoli, con gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano viste, dicendo: ‘Benedetto il Re che viene nel nome del Signore; pace in cielo e gloria nei luoghi altissimi!’. Alcuni farisei, tra la folla, gli dissero: ‘Maestro, sgrida i tuoi discepoli!’. Ma egli rispose: ‘Vi dico che se costoro tacciono, le pietre grideranno'”. Luca 19:37-40. {PS 113,5}

Molti di coloro che professano di volersi avvicinare a Cristo sarebbero pronti, come lo erano i farisei, a far tacere i suoi discepoli e senza dubbio griderebbero: “Fanatismo! Ipnosi! Ipnosi!”. E i discepoli, stendendo i loro mantelli e i rami di palma sulla strada, sarebbero considerati stravaganti e ridicoli. In realtà Dio avrà un popolo sulla terra, che non sarà così freddo e inerte, ma che lo loderà e lo glorificherà. Egli sarà comunque glorificato e se coloro che ha scelto, quelli che osservano i suoi comandamenti, decideranno di tacere, le pietre stesse grideranno. {PS 113,6}

Gesù sta tornando, ma non come la prima volta, come un bambino a Betlemme; non salirà a Gerusalemme, perché i discepoli lodino Dio a gran voce, gridando “Osanna”, ma ritornerà sulla terra nella gloria del Padre e con il corteo degli angeli, che lo scorterà. Tutti gli angeli lasceranno il cielo, mentre i giusti lo stanno aspettando con gli sguardi rivolti verso il cielo, come fecero gli uomini di Galilea, quando ascese dal monte degli Ulivi. Solo in quel momento, coloro che sono santi, che hanno seguito fedelmente il suo umile esempio, saranno rapiti in cielo e con gioia grideranno, guardandolo: “Eccolo, questo è il nostro Dio, lo abbiamo aspettato e ci salverà”. {PS 113,7}

E saranno salvati “in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba”, quel suono che sveglia i giusti che dormono e li richiama dalla polvere, rivestiti di immortalità gloriosa, mentre gridano: “Vittoria! Vittoria sulla morte e sulla tomba!”. I giusti trasformati si uniranno agli angeli per incontrare il Signore nell’aria, per non essere mai più separati da colui che amano. {PS 114,1}

Con una tale prospettiva, una speranza così gloriosa, una simile redenzione ottenuta da Gesù attraverso il suo sangue, possiamo tacere? Non loderemo Dio a gran voce come fecero i discepoli, quando Gesù entrò a Gerusalemme? La nostra prospettiva non è migliore della loro? Chi oserà impedirci di glorificare Dio, anche a voce alta, quando abbiamo una simile speranza, in vista della gloria eterna e dell’immortalità? {PS 114,2}

Abbiamo pregustato il mondo futuro e ne abbiamo già nostalgia. Tutto il mio essere desidera vivere con il Dio vivente e non sarò soddisfatta fino a quando non avrò sperimentato la sua pienezza. {PS 114,3}

Preparazione per il ritorno di Cristo

Cari fratelli e sorelle, credete con tutto il cuore che Cristo tornerà presto e che abbiamo ricevuto l’ultimo messaggio di misericordia, che sia mai stato dato a un mondo colpevole? Il nostro esempio è quello che dovrebbe essere? Mostriamo a coloro che ci circondano, tramite il nostro comportamento e le nostre parole, che stiamo aspettando il ritorno glorioso del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, che trasformerà questi corpi mortali a immagine del suo corpo glorioso? {PS 115,1}

Temo che non crediamo e non siamo consapevoli di queste realtà come dovremmo esserlo. Coloro che credono nelle importanti verità che professiamo devono comportarsi con coerenza. Si ricercano i piaceri mondani e tutto ciò che attira la nostra attenzione; la mente si concentra sul nostro aspetto esteriore e troppo spesso siamo impegnati in conversazioni frivole e di scarsa rilevanza, che rendono vana la nostra professione di fede, perché la nostra conversazione non è orientata verso le realtà del cielo, da cui attendiamo il Salvatore. {PS 115,2}

Gli angeli ci stanno proteggendo; spesso li rattristiamo, indulgendo in conversazioni frivole, scherzose e lasciandoci andare all’indifferenza e alla banalità. Nonostante ciò, di tanto in tanto ci sforziamo di ottenere la vittoria e ci riusciamo; se non manteniamo questo obiettivo, cadremo in uno stato di disinteresse e di apatia, incapaci di vincere le tentazioni e resistere al nemico, e non riusciremo a sopportare le difficoltà della nostra fede, preziosa quanto l’oro. Non stiamo soffrendo per amore di Cristo e non lo glorifichiamo nel momento della prova. {PS 115,3}

Si denota una grande mancanza di fermezza cristiana e di disponibilità al servizio per il Signore, vissuto come un principio. Non dovremmo perseguire il piacere e la nostra soddisfazione, ma onorare e glorificare Dio sinceramente, in tutto ciò che facciamo e diciamo. {PS 115,4}

Se permetteremo che i nostri cuori rimangano sensibili ai seguenti messaggi e li ricordino, non cadremo facilmente in tentazione e le nostre parole saranno sempre proporzionate e appropriate: “Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo pace è caduto su di lui e grazie alle sue ferite noi siamo stati guariti”; “di ogni parola oziosa che avranno detta gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio”; “tu, o Dio, mi vedi”. {PS 115,5}

Non potevamo pensare a queste verità così importanti e alle sofferenze di Gesù, affinché noi, poveri peccatori, potessimo ricevere il perdono ed essere redenti davanti a Dio grazie al suo sangue prezioso, senza provare un profondo desiderio di soffrire per colui che ha sofferto e sopportato tutto per noi. Se ci soffermiamo su queste realtà, il nostro io, con tutta la sua dignità, sarà umiliato e sarà sostituito da una semplicità simile a quella di un bambino, grazie alla quale sopporteremo il rimprovero degli altri, senza irritarci facilmente. Non saremo più schiavi della nostra volontà egoista. {PS 116,1}

Le gioie vere e la consolazione del cristiano saranno quelle del cielo. Le persone che hanno sperimentato le forze del mondo futuro e hanno provato la gioia del cielo non sapranno più accontentarsi delle realtà terrene. Queste persone saranno impegnate anche nel tempo libero. Si sentiranno attratte da Dio. Dove sarà il loro tesoro, lì sarà anche il loro cuore, ricercando una dolce comunione con il Dio che amano e adorano. Esse si soffermeranno ad ammirare il loro tesoro: la santa Città, la nuova terra, la loro dimora eterna. E mentre mediteranno su queste realtà nobili, pure e sante, il cielo si avvicinerà e sperimenteranno la potenza dello Spirito Santo, che li allontanerà sempre di più dal mondo, e la loro consolazione e la loro gioia principale si ricollegheranno al cielo, la loro piacevole dimora. La forza che le attira verso Dio e il cielo è così grande che nulla potrà distoglierle dal loro grande obiettivo: impegnarsi per la salvezza degli uomini e onorare e glorificare Dio. {PS 116,2}

Quando penso a tutto ciò che è stato fatto perché restassimo sul giusto cammino, devo esclamare: “Oh, che amore, che amore meraviglioso ha il Figlio di Dio per noi, poveri peccatori! Potremmo essere indifferenti e non preoccuparci di tutto ciò che è stato fatto per la nostra salvezza? Tutto il cielo si interessa a noi. Dovremmo essere sempre pronti per onorare, glorificare e adorare l’Altissimo. {PS 116,3}

I nostri cuori traboccheranno d’amore e di gratitudine nei confronti di colui che ha manifestato tanto amore e compassione per noi. Onoriamolo con il nostro comportamento e con le nostre parole pure e sante, dimostriamo che veniamo dal cielo, che questo mondo non è la nostra casa, ma che siamo pellegrini e stranieri, in viaggio verso un paese migliore. {PS 116,4}

Molti di coloro che si fregiano del nome di Cristo e dicono di aspettare il suo ritorno non sanno cosa significhi soffrire per lui. I loro cuori non sono sottomessi alla grazia e non hanno rinunciato al loro egoismo, come è già stato constatato in molte occasioni. Tutto ciò non impedisce loro di parlare dei propri problemi, che sono il risultato di cuori ribelli, che li rendono insensibili e spesso mal disposti. {PS 117,1}

Se fossero consapevoli di cosa significhi essere un umile discepolo di Cristo, un vero cristiano, comincerebbero a impegnarsi seriamente e nel modo più corretto. Prima di tutto inizierebbero a rinunciare al proprio egoismo, poi pregherebbero e controllerebbero ogni passione del loro cuore. {PS 117,2}

Fratelli, abbandonate la fiducia in voi stessi e l’autosufficienza e seguite l’esempio di colui che è mansueto. Pensate costantemente a Gesù, egli è il vostro esempio, e seguite le sue impronte. Guardate verso Gesù, l’autore della nostra fede, che per la gioia che gli era stata proposta ha sopportato la croce, rifiutando la vergogna. Ha sopportato le contraddizioni dei peccatori. A causa dei nostri peccati è diventato l’agnello mansueto e trafitto, ferito, colpito e immolato. {PS 117,3}

Quindi soffriamo coraggiosamente per amore di Gesù, crocifiggiamo ogni giorno il vecchio uomo, condividiamo le sofferenze di Cristo, per partecipare alla sua gloria, quando saremo incoronati di onore, immortalità e vita eterna. {PS 117,4}

Presenza alle riunioni

Il Signore mi ha mostrato che gli osservatori del sabato dovrebbero interessarsi in modo particolare alle loro riunioni e renderle interessanti. È molto importante che si manifesti impegno in questa direzione. {PS 118,1}

Tutti dovrebbero avere qualcosa da dire per il Signore, perché in questo modo riceveranno le sue benedizioni. Un libro di ricordi viene compilato su coloro che non rinunciano a incontrarsi e parlano spesso insieme. Il rimanente dei figli di Dio deve vincere grazie al sangue dell’Agnello e alla parola della loro testimonianza. Alcuni pensano di poter vincere solo grazie al sangue dell’Agnello, senza nessun impegno da parte loro. Ho visto che Dio è stato misericordioso, offrendoci il dono della parola; ci ha dato una lingua e siamo responsabili, nei suoi confronti, dell’uso che ne facciamo. Dovremmo glorificare Dio con la nostra bocca, parlando in onore della verità e della sua misericordia, e vincere grazie alla parola della nostra testimonianza e al sangue dell’Agnello. {PS 118,2}

Non dovremmo incontrarci per restare in silenzio; solo coloro che si riuniscono per parlare del suo onore, della sua gloria e della sua potenza sono ricordati dal Signore; su loro scenderà la benedizione di Dio e proveranno sollievo. Se tutti si comportassero adeguatamente, non si perderebbe tempo prezioso e non sarebbe necessario consigliare di contenere le preghiere e le esortazioni troppo lunghe; tutto il tempo sarebbe utilizzato per pregare e presentare testimonianze brevi e circostanziate. Chiedete, credete e riceverete. Spesso si prende in giro il Signore, si pronunciano preghiere che non sono tali, inutili e prive di significato, che stancano gli angeli e non piacciono a Dio. Innanzi tutto dobbiamo sapere ciò di cui abbiamo bisogno, poi chiederlo a Dio, con la certezza che ci esaudirà nel momento stesso in cui glielo chiediamo. In questo modo la nostra fede crescerà, tutti saranno edificati, i deboli saranno rafforzati, gli scoraggiati e gli abbattuti si rivolgeranno con fiducia a Dio, che offre la ricompensa a tutti coloro che lo cercano. {PS 118,3}

Alcuni, nelle riunioni, non si esprimono perché non hanno nulla di nuovo da dire e se parlassero, dovrebbero ripetere sempre la stessa storia. Ho visto che alla base di questo comportamento c’è l’orgoglio, perché Dio e gli angeli ascoltano le testimonianze dei giusti e amano risentirle tutte le settimane. Il Signore ama la semplicità e l’umiltà, ma è rattristato, e gli angeli sono addolorati, quando gli eredi di Dio e i coeredi di Gesù perdono tempo nei loro incontri. {PS 118,4}

Se i fratelli e le sorelle vivessero una vita spirituale adeguata, non mancherebbero di testimoniare in onore di Gesù, che fu inchiodato sulla croce del Calvario per i loro peccati. Se apprezzassero maggiormente la condiscendenza di Dio, che ha dato il suo unico Figlio, perché morisse per i nostri peccati e le nostre trasgressioni; se comprendessero meglio le sofferenze e l’agonia di Gesù nell’offrire una via d’uscita all’uomo colpevole, perché potesse ricevere il perdono e la vita, sarebbero più pronti a lodare ed esaltare Gesù. Non potrebbero restare in silenzio e con gratitudine parlerebbero della sua gloria e della sua potenza, e in questo modo beneficerebbero delle benedizioni di Dio. {PS 119,1}

Anche se la stessa storia fosse raccontata ripetutamente, Dio ne sarebbe glorificato. L’angelo mi mostrò coloro che continuavano, giorno e notte, a gridare: “Santo, Santo, Signore Dio onnipotente”. “Una ripetizione continua” disse l’angelo “ma Dio ne è comunque glorificato”. Anche se ripetiamo continuamente la stessa storia, questo onora Dio e dimostra che non siamo insensibili alla sua bontà e alla sua misericordia nei nostri confronti. {PS 119,2}

Ho visto che le chiese tradizionali erano cadute e la freddezza e la morte regnavano al loro interno. Se seguissero la Parola di Dio, diventerebbero umili. Ma si ergono al di sopra dell’opera del Signore. Per loro è troppo umiliante ripetere la stessa semplice storia della bontà di Dio, quando si incontrano, e allora studiano per individuare qualcosa di nuovo e di importante, per esprimere parole che possano piacere agli uomini, e così lo Spirito di Dio li abbandona. {PS 119,3}

Se seguiremo l’umile percorso indicato dalla Bibbia, beneficeremo dello Spirito di Dio. Se cammineremo nella via della verità, dipendendo completamente da Dio, vivremo tutti in una piacevole armonia e non si correrà il rischio di essere influenzati dagli angeli malvagi. Quando ci si eleva al di sopra dello Spirito di Dio, agendo con le proprie forze, gli angeli cessano di proteggerci e siamo abbandonati agli attacchi di Satana. {PS 119,4}

Alcuni doveri sono enunciati chiaramente nella Parola di Dio. Se li adempiamo, resteremo umili, separati dal mondo, ed eviteremo di cadere nell’errore, come fanno le chiese tradizionali. La lavanda dei piedi e la partecipazione alla Cena del Signore dovrebbero essere praticate più frequentemente. Gesù ci ha dato l’esempio e ci ha invitati a imitarlo. Ho visto che il suo esempio deve essere seguito il più fedelmente possibile; nonostante ciò i fratelli e le sorelle non sempre hanno agito con saggezza, come sarebbe stato necessario per la lavanda dei piedi, e si è creata confusione. Introducendola in luoghi nuovi, è necessario usare prudenza e saggezza, soprattutto dove l’esempio e gli insegnamenti del Signore su questo aspetto non sono stati presentati e dove sussistono alcuni pregiudizi. Molte persone oneste, influenzate da consiglieri di cui avevano fiducia, hanno molti pregiudizi nei confronti di questa semplice pratica, è quindi necessario introdurla nel momento e nel modo più corretti. {PS 119,5}

Non c’è nessun esempio, nella Parola, di fratelli che abbiano lavato i piedi alle sorelle, ma vi è l’esempio di sorelle che hanno lavato i piedi ai fratelli. Maria ha lavato i piedi di Gesù con le sue lacrime, e li ha asciugati con i suoi capelli. Cfr. anche 1 Timoteo 5:10. Ho visto che il Signore aveva suggerito alle sorelle di lavare i piedi ai fratelli, e questo era in armonia con l’ordine del Vangelo. Tutti dovrebbero agire con saggezza, senza rendere la lavanda dei piedi una cerimonia imbarazzante. {PS 120,1}

Il saluto fraterno citato nel Vangelo di Gesù Cristo dall’apostolo Paolo deve essere considerato nella giusta luce. È un santo bacio. Dovrebbe essere considerato come un segno di amicizia cristiana nel momento della partenza e all’arrivo, dopo una separazione di settimane o mesi. In 1 Tessalonicesi 5:26 Paolo dice: “Salutate tutti i fratelli con un santo bacio”. Nello stesso capitolo dice: “Astenetevi da ogni specie di male”. Non ci può essere nessuna apparenza di male, quando il santo bacio è dato nel momento e nel luogo giusti. {PS 120,2}

Ho visto che Satana aveva alzato il suo braccio potente contro l’opera di Dio e per combatterlo era necessario mobilitare l’aiuto e la forza di tutti coloro che amano la causa della verità. Essi dovrebbero manifestare un grande interesse nel sostenere coloro che difendono la verità e con una vigilanza costante riescono a contrastare il nemico. Tutti devono restare saldi e uniti nell’opera di Dio. Le forze devono essere attivate, perché ciò che deve essere fatto sia realizzato in fretta. {PS 120,3}

In seguito vidi un terzo angelo. L’angelo che mi guidava mi disse: “La sua opera è delicata. La sua missione è solenne. È un angelo che deve separare il grano dalla zizzania e sigillare o legare il frumento per i granai del cielo. Ecco ciò che dovrebbe occupare la vostra mente e catalizzare tutta la vostra attenzione”. {PS 120,4}

A coloro che non hanno esperienza

Mi fu mostrato che alcuni non si sono resi conto dell’importanza della verità o dei suoi effetti. Agiscono secondo l’impulso o l’eccitazione del momento, spesso seguono il loro istinto e non rispettano l’ordine previsto nella chiesa. {PS 121,1}

Qualcuno pensa che la religione consista soprattutto nel fare rumore. Altri, che hanno appena ricevuto la verità del messaggio del terzo angelo, sono pronti a riprendere e a insegnare a coloro che da anni vivono con coerenza questo messaggio, hanno beneficiato del suo influsso santificante e hanno sofferto per l’opera di Dio. Coloro che sono vittime dell’orgoglio, ispirato dal nemico, dovranno imparare che cosa significhi sperimentare l’influsso santificante della verità ed essere consapevoli di come erano prima “infelici, miserabili, poveri, ciechi e nudi”. Quando la verità inizierà a purificarli e a liberarli dalle scorie, come accadrà sicuramente quando la riceveranno con amore, coloro che beneficeranno di questo straordinario influsso non si sentiranno ricchi, arricchiti o che non hanno bisogno di nulla. {PS 121,2}

Coloro che hanno accettato la verità e pensano di conoscerla perfettamente, mentre ne ignorano ancora i primi elementi, che si mettono in evidenza per prendere il posto degli insegnanti e si permettono di riprendere coloro che da anni sono colonne della verità, dimostrano chiaramente di non aver capito nulla del messaggio della verità. Se avessero anche solo la minima idea della potenza santificante della verità, essi porterebbero frutti di pace e giustizia e sarebbero umili e sottomessi al suo forte e dolce influsso. Capirebbero quali cambiamenti il messaggio della verità ha prodotto in loro e considererebbero gli altri più di loro stessi. {PS 121,3}

Ho visto che la chiesa del rimanente non era pronta per ciò che stava accadendo sulla terra. Un torpore, simile a una sorta di letargia, sembrava invadere le menti della maggior parte di coloro che professavano di credere di aver ricevuto l’ultimo messaggio. {PS 121,4}

L’angelo che mi accompagnava gridò con grande solennità: “Preparatevi! Preparatevi! Preparatevi! Perché la terribile collera del Signore si manifesterà ben presto, si riverserà senza misericordia e voi non siete pronti. Strappatevi il cuore e non gli abiti. Una grande opera deve essere fatta dal rimanente dei figli di Dio. Molti, invece, si occupano di problemi di scarsa rilevanza”. L’angelo aggiunse: “Legioni di angeli malvagi vi circondano e cercano di farvi precipitare nelle tenebre, per potervi intrappolare e farvi cadere. Vi state sviando troppo facilmente dall’opera di preparazione e dalle verità più importanti per questi ultimi tempi. Vi soffermate su problemi di scarsa rilevanza e cercate di spiegare i particolari di piccole difficoltà, per la soddisfazione di uno o dell’altro”. {PS 121,5}

La conversazione si protrae per ore tra le parti interessate e non solo perdono tempo, ma ne fanno perdere anche ai collaboratori di Dio, che sono stati ad ascoltarli, senza che i cuori di entrambe le parti fossero sottomessi alla grazia. Se l’orgoglio e l’egoismo fossero accantonati, sarebbero sufficienti cinque minuti per risolvere la maggior parte delle difficoltà. Gli angeli soffrono e Dio è dispiaciuto dalle ore sprecate a giustificarsi. {PS 122,1}

Ho visto che Dio non si abbasserà ad ascoltare lunghe giustificazioni e non vuole che nemmeno i suoi collaboratori lo facciano e perdano così del tempo prezioso, che potrebbe essere utilizzato a distogliere i trasgressori dalla strada sbagliata e strappare delle persone dal fuoco. {PS 122,2}

Ho visto che il popolo di Dio era su un terreno pericoloso e alcuni avevano già perso quasi tutta la consapevolezza della brevità del tempo a disposizione e del valore degli individui. L’orgoglio si è insinuato tra gli osservatori del sabato, l’orgoglio nel culto dell’abbigliamento e dell’apparenza. L’angelo disse: “Gli osservatori del sabato dovranno rinunciare all’egoismo, all’orgoglio e al desiderio della lode“. {PS 122,3}

La verità, la verità che salva, deve essere proclamata a coloro che ne sono affamati e vivono nelle tenebre. Mi fu mostrato che molti pregavano Dio perché li umiliasse, ma se Dio avesse risposto alle loro preghiere, lo avrebbe fatto tramite terribili atti di giustizia. Era loro dovere umiliarsi. {PS 122,4}

Vidi che coloro che avevano la tendenza a innalzarsi correvano il rischio di perdersi e se non avessero vinto questa propensione, l’autoesaltazione li avrebbe condotti alla rovina. Quando qualcuno inizia a esaltarsi e pensa di poter fare qualcosa da solo, lo Spirito di Dio si allontana e, fidandosi delle proprie forze, egli sperimenterà la sconfitta. Ho visto che un solo figlio di Dio, se fosse giusto, potrebbe far muovere il braccio del Signore, mentre una grande folla, sulla cattiva strada, sarebbe così debole da non esercitare nessun influsso. {PS 122,5}

Il cuore di molti non è sottomesso e umile, essi pensano alle loro piccole sofferenze e difficoltà, piuttosto che a coloro che si perdono. Se la gloria di Dio fosse il loro obiettivo, avrebbero sentimenti di comprensione e simpatia nei confronti di coloro che li circondano e si stanno perdendo; e se si rendessero conto dei rischi che corrono, prenderebbero in mano la situazione con forza e fede in Dio, sostenendo i suoi collaboratori, affinché possano proclamare, con coraggio e con amore, il messaggio della verità e avvertire le persone dell’importanza di accettarlo, prima che la dolce voce della misericordia cessi di farsi sentire. {PS 122,6}

L’angelo disse: “Coloro che professano il suo nome non sono pronti”. Mi fu mostrato che le sette ultime piaghe stavano cadendo sugli empi, rimasti senza rifugio; e coloro che avevano impedito loro di credere nella verità avrebbero ascoltato i rimproveri amari dei peccatori e si sarebbero sentiti venir meno. {PS 123,1}

L’angelo disse: “Vi siete soffermati davanti a piccoli problemi e quindi molti peccatori si sono perduti”. Dio vuole agire in nostro favore in occasione dei nostri incontri e ha piacere di farlo. Ma Satana dichiara: “Io ostacolerò quest’opera”. I suoi agenti dicono: “Amen”. {PS 123,2}

Coloro che professano di credere nella verità si soffermano sulle banali difficoltà, che Satana ha ingrandito ai loro occhi. Si perde del tempo che non può essere recuperato. I nemici della verità hanno visto la nostra debolezza, Dio ne ha sofferto, Cristo ne è stato ferito. Satana ha raggiunto il suo obiettivo, i suoi piani hanno avuto successo ed egli trionfa. {PS 123,3}

L’abnegazione

Ho visto che i credenti corrono il rischio di esagerare nei preparativi in occasione di riunioni; perché alcuni sono troppo occupati a servire, altri dovrebbero, invece, controllare il loro appetito. {PS 124,1}

Alcuni rischiano di venire alle riunioni solo per “i pani e i pesci”. Ho visto che tutti coloro che hanno ancora la cattiva abitudine di fare uso di tabacco dovrebbero abbandonarla e utilizzare il proprio denaro per uno scopo migliore. {PS 124,2}

Coloro che fanno un sacrificio, privandosi di qualche gratificazione, possono risparmiare il denaro, che prima utilizzavano per soddisfare l’appetito, e investirlo nel tesoro del Signore. Come il piccolo contributo della vedova, Dio noterà i doni di questo tipo. La somma può essere insignificante, ma se tutti facessero così, il denaro non mancherebbe: se tutti risparmiassero nell’abbigliamento, privandosi di ciò che non è veramente necessario, e rinunciassero a cose inutili e dannose, come il tè e il caffè, offrendo l’equivalente per l’opera di Dio, riceverebbero più benedizioni qui sulla terra e una ricompensa in cielo. {PS 124,3}

Molti pensano che siccome Dio ha messo a loro disposizione dei mezzi, possono vivere al di sopra delle loro possibilità, avere degli abiti costosi e cibo in abbondanza, e ritengono che non sia una virtù privarsi di qualcosa, dal momento che non mancano di nulla. {PS 124,4}

Essi ignorano cosa significhi rinunciare a qualcosa. Se vivessero un po’ più semplicemente, contribuendo allo sviluppo dell’opera di Dio, quando il Signore ricompenserà ogni uomo secondo le sue opere, si ricorderà di loro. {PS 124,5}

L’irriverenza

Ho visto che il santo nome di Dio deve essere pronunciato solo con rispetto e timore. Qualcuno, quando prega, utilizza con leggerezza le parole Dio Onnipotente, senza riflettere a ciò che dice, e ciò dispiace al Signore. {PS 125,1}

Queste persone non hanno una chiara consapevolezza di chi è il Signore o della verità, altrimenti non parlerebbero in modo così irriverente del grande e temibile Dio, che presto li giudicherà nell’ultimo giorno. L’angelo disse: “Non le usate insieme, perché temibile è il suo nome”. Coloro che prendono coscienza della grandezza e della maestà di Dio utilizzeranno il suo nome con sacro timore. {PS 125,2}

Egli vive in una luce inaccessibile, nessun uomo può vederlo e vivere. Mi fu mostrato che se la chiesa vuole prosperare, queste realtà devono essere comprese e modificate. {PS 125,3}

I falsi pastori

Ho visto che i falsi pastori erano ubriachi, ma non di vino; facevano fatica a stare in piedi, ma non a causa di bevande forti. La verità di Dio per loro è suggellata e non possono leggerla. {PS 126,1}

Quando viene chiesto loro che cos’è il sabato del settimo giorno, se si tratti o meno del vero giorno di riposo biblico, possono raccontare solo delle favole. Ho visto che questi profeti assomigliavano alle volpi del deserto. Non si sono avvicinati alle brecce; non hanno costruito un muro per permettere al popolo di Dio di restare saldo nella battaglia del giorno del Signore. {PS 126,2}

Quando alcuni si agitano e iniziano a chiedere a questi falsi pastori dove sia la verità, essi cercano il modo migliore e più semplice per raggiungere il loro obiettivo e tranquillizzare coloro che indagano, anche se questo può significare cambiare la propria posizione. La luce ha brillato su molti di questi pastori, ma non hanno voluto riconoscerla e hanno cambiato più volte opinione, per eludere la verità e allontanarsi da quelle conclusioni, alle quali sarebbero dovuti giungere, se fossero rimasti saldi nelle loro posizioni iniziali. {PS 126,3}

Il potere della verità mina alla base le loro posizioni, ma piuttosto che arrendersi all’evidenza, adottano un’altra teoria, della quale loro stessi non sono pienamente soddisfatti. {PS 126,4}

Vidi che molti di questi pastori avevano negato gli insegnamenti, che Dio aveva dato in passato, avevano negato e rifiutato le verità gloriose, che un tempo avevano difeso con impegno, e si erano affidati all’ipnosi e ad altri tipi di seduzioni. {PS 126,5}

Ho visto che si erano ubriacati, a causa dei loro errori, e guidavano il loro gregge verso la morte. Molti degli oppositori della verità di Dio tramano il male nella loro mente durante la notte, e di giorno realizzano i loro propositi malvagi, per disprezzare la verità, per sostituirla con qualcosa di nuovo, che possa interessare le persone e distoglierle dalla verità, così preziosa e importante. {PS 126,6}

Ho visto i pastori, che stanno conducendo il loro gregge verso la morte; ben presto saranno fermati in questo loro terribile percorso. Le piaghe di Dio stanno arrivando, ma non sarà sufficiente che questi pastori siano tormentati solo da una o due di queste piaghe. La mano di Dio in quel periodo sarà ancora stesa, mossa dalla sua collera e dalla sua giustizia, e non verrà ritirata fino a quando i suoi propositi non siano stati realizzati e i pastori mercenari si siano gettati ai piedi dei giusti, avendo riconosciuto che il Signore li ha amati, perché sono rimasti fedeli alla verità e hanno osservato i comandamenti di Dio, e fino a quando tutti gli empi non siano stati distrutti. {PS 126,7}

I diversi gruppi, che professano di credere nell’avvento, detengono tutti una piccola parte della verità, ma Dio ha affidato tutte le verità ai suoi figli, che si stanno preparando per il giorno del Signore. Ha anche presentato loro delle verità, che questi gruppi non conoscono e quindi non comprendono. Tutto ciò che per loro è suggellato il Signore lo ha rivelato a quelli che sono pronti a individuarlo e comprenderlo. Se Dio ha un nuovo messaggio da comunicare, permetterà che i suoi figli lo comprendano, senza aver bisogno di chiedere spiegazioni a coloro che vivono nelle tenebre e nell’errore. {PS 127,1}

Mi è stato mostrato che chi crede di aver ricevuto l’ultimo messaggio di misericordia ha bisogno di separarsi da chi ogni giorno adotta nuovi errori. Ho visto che né giovani né anziani dovrebbero partecipare ai loro incontri, perché è sbagliato incoraggiarli, mentre insegnano l’errore, un veleno mortale per lo spirito, o insegnano dottrine che sono comandamenti di uomini. {PS 127,2}

L’influsso di questi incontri non è positivo. Se Dio ci ha salvati dalle tenebre dell’errore, dovremmo restare saldi nella libertà che ci ha offerto e gioire nella verità. Dio non è contento quando andiamo, senza esserne obbligati, ad ascoltare messaggi che esaltano l’errore, perché, a meno che non sia stato lui a inviarci a quegli incontri, dove l’errore viene imposto attraverso la forza della volontà, egli non ci proteggerà. Gli angeli cessano di vegliare su noi e siamo lasciati in balia del nemico, nelle tenebre, indeboliti dalla potenza degli angeli malvagi. {PS 127,3}

Ho visto che non abbiamo tempo da perdere, ascoltando delle favole. La nostra mente non deve essere distolta, ma occupata dalla verità e a cercare la saggezza, affinché possiamo ottenere maggiori conoscenze, in merito alla nostra posizione, e con dolcezza esprimere le motivazioni della nostra speranza, secondo le Scritture. Se false dottrine ed errori pericolosi occupano la nostra mente, non riusciremo ad approfondire la verità, che deve permettere di preparare la casa d’Israele a essere ferma nel giorno del Signore. {PS 127,4}

Il dono di Dio all’uomo (da 128,1 a 129, 1 e da 129, 2 a 129, 6)

Il piano della salvezza (da 144, 5 a 145, 4 e da 146, 3 a 146, 4)

Mi sono stati mostrati il grande amore e la bontà di Dio nel dare suo Figlio, perché l’uomo potesse essere perdonato e vivere. {PS 128,1}

Ho visto Adamo ed Eva, che avevano avuto il privilegio di ammirare la straordinaria bellezza del giardino dell’Eden e ai quali era stato permesso di mangiare il frutto di tutti gli alberi del giardino, eccetto uno. Ma il serpente aveva tentato Eva, che a sua volta aveva tentato Adamo, ed entrambi avevano mangiato il frutto dell’albero proibito. Avevano disubbidito all’ordine di Dio ed erano diventati peccatori. {PS 128,2}

La notizia si diffuse subito in cielo e ogni arpa fu fatta tacere. Gli angeli furono profondamente rattristati e avevano paura che Adamo ed Eva potessero mangiare il frutto dell’albero della vita e diventassero peccatori immortali. Ma Dio disse che avrebbe scacciato i trasgressori dal giardino e che un cherubino con una spada infuocata avrebbe fatto la guardia all’albero della vita, in modo che l’uomo non potesse avvicinarvisi e mangiarne il frutto, che dona l’immortalità. {PS 128,3}

Quando fu chiaro che l’uomo era perduto, la tristezza si diffuse in cielo: il mondo che Dio aveva creato si sarebbe popolato di esseri mortali, votati alla miseria, alla malattia e alla morte. Nessuno poteva sfuggire a questo destino. Tutta la famiglia di Adamo doveva morire. {PS 128,4}

Poi vidi l’amorevole Gesù. Sul suo viso si leggeva un’espressione di simpatia e di dispiacere: si avvicinò alla luce abbagliante che circondava il Padre. L’angelo che mi accompagnava disse: “Sta avendo una conversazione segreta con il Padre”. L’ansia degli angeli sembrava essere intensa, mentre Gesù discuteva con il Padre. Per tre volte fu avvolto dalla luce gloriosa del Padre e la terza volta che ritornò riuscimmo a vedere la sua persona. {PS 128,5}

Il suo volto era sereno, non manifestava nessun dubbio e turbamento, ed esprimeva una bontà, che le parole non possono descrivere. A questo punto fece sapere agli angeli che c’era una soluzione per l’uomo perduto, che egli aveva implorato il Padre e ottenuto il permesso di offrire la propria vita come riscatto per l’umanità, di portare i loro peccati e accettare la sentenza di morte su di sé, aprendo così una strada per la quale, tramite i meriti del suo sangue, potesse ottenere il perdono per le trasgressioni passate e, tramite l’ubbidienza, ritornare nel giardino, dal quale l’uomo e la donna erano stati allontanati. {PS 128,6}

In questo modo avrebbero avuto nuovamente accesso al frutto dell’albero della vita, che era stato loro proibito. {PS 129,1}

Inizialmente gli angeli non riuscirono a rallegrarsi; il loro Capo non aveva nascosto nulla e aveva comunicato loro il piano della salvezza. Gesù aveva detto che si sarebbe interposto tra l’ira di Dio e la colpevolezza dell’uomo, che avrebbe sopportato la malvagità e la derisione, e solo alcuni lo avrebbero accettato come Figlio di Dio. Quasi tutti lo avrebbero odiato e rifiutato. {PS 144,4}

Avrebbe rinunciato alla sua gloria, si sarebbe incarnato come un uomo, si sarebbe umiliato come un uomo, sarebbe stato tentato come un uomo, per poter aiutare tutti coloro che a loro volta sarebbero stati tentati; e infine, dopo aver adempiuto la sua missione, si sarebbe ritrovato nelle mani degli uomini e avrebbe sperimentato quasi tutte le crudeltà e le sofferenze, che Satana e i suoi angeli avrebbero ispirato ai malvagi di infliggergli. {PS 144,5}

Sarebbe morto della condanna più crudele, appeso tra il cielo e la terra come un peccatore colpevole; avrebbe sofferto per ore di una terribile agonia, tanto che gli angeli stessi si sarebbero coperti il volto, perché nemmeno loro sarebbero riusciti a guardare quella scena. Non avrebbe dovuto affrontare solo un’agonia fisica, ma anche un’agonia mentale, molto peggiore di qualsiasi sofferenza del corpo. Avrebbe dovuto sopportare il peso dei peccati di tutto il mondo. Disse loro che sarebbe morto e risuscitato il terzo giorno e poi sarebbe ritornato in cielo, per intercedere presso il Padre per l’uomo colpevole. {PS 144,6}

Gli angeli si inchinarono davanti a lui e offrirono la propria vita. Gesù disse loro che tramite la sua morte avrebbe salvato dei peccatori, il cui debito non poteva essere pagato con la vita di un angelo. Il Padre poteva accettare solo la sua vita come riscatto per l’uomo. {PS 145,1}

Gesù disse che anche loro avevano un compito: quando avrebbe assunto la natura dell’uomo caduto e la sua forza non sarebbe stata uguale nemmeno a quella di un angelo, avrebbero dovuto assisterlo in varie occasioni. Sarebbero stati testimoni della sua umiliazione e del suo dolore. Avrebbero visto le sue sofferenze e l’odio degli uomini nei suoi confronti, sperimentando un profondo dolore. Motivati dal loro amore, avrebbero desiderato salvarlo e liberarlo dai suoi assassini, ma non avrebbero dovuto interferire in nessun caso. Avrebbero avuto, però, una parte attiva alla sua risurrezione. Il piano della salvezza era stato deciso e suo Padre lo aveva accettato. {PS 145,2}

Nonostante la loro tristezza, Gesù incoraggiò e consolò gli angeli, informandoli che tutti i redenti un giorno sarebbero vissuti con lui; tramite la sua morte ne avrebbe riscattati molti, distruggendo colui che aveva il potere sulla morte. Il Padre gli avrebbe ridato la sua potenza e avrebbe regnato per sempre su tutti i regni che si estendono sotto i cieli. Satana e i peccatori sarebbero stati distrutti e non avrebbero mai più turbato né il cielo né la nuova terra purificata. {PS 145,3}

Gesù invitò gli angeli ad adeguarsi, ad adottare il piano della salvezza che il Padre aveva accettato e a gioire, perché attraverso la sua morte l’uomo caduto sarebbe stato innalzato, per ottenere nuovamente il favore divino e accedere al cielo. {PS 145,4}

Allora una gioia inesprimibile si diffuse in cielo e il coro degli angeli cantò un inno di lode e di adorazione. Fecero risuonare le loro arpe e intonarono una nota più alta di quelle che avevano suonato prima, a motivo della grande misericordia e bontà di Dio, che aveva permesso che il suo amato Figlio morisse per una razza di ribelli. Poi la lode e l’adorazione furono innalzate, per celebrare l’abnegazione e il sacrificio di Gesù, che aveva accettato di lasciare il Padre per una vita di sofferenza e angoscia, per una morte infamante e per offrire la sua vita agli altri. {PS 129,2}

L’angelo disse: “Pensate forse che il Padre abbia acconsentito di lasciare il suo amato Figlio senza difficoltà? No, no”. In realtà è stato difficile anche per il Dio dei cieli decidere se lasciar morire gli uomini colpevoli oppure permettere che suo Figlio morisse per loro. Gli angeli erano così interessati alla salvezza dell’uomo che sarebbe stato possibile trovarne uno disposto a rinunciare alla sua gloria e a sacrificare la sua vita per l’uomo perduto. {PS 129,3}

“Ma” disse l’angelo che mi accompagnava “tutto questo non sarebbe servito a nulla”. La trasgressione era così grande che la vita di un angelo non poteva pagare il debito. Solo la morte e l’intercessione del Figlio di Dio avrebbero pagato il debito e salvato l’uomo perduto da un dolore e da una miseria senza speranza. {PS 129,4}

Agli angeli fu assegnato il compito di scendere e risalire al cielo, per offrire conforto e alleviare il Figlio di Dio nella sua vita di sofferenza. Essi si occupavano quindi di Gesù. Ma avevano anche il compito di vigilare e proteggere i beneficiari della grazia divina dall’influsso degli angeli malvagi e dalle tenebre, di cui Satana li circondava. {PS 129,5}

Vidi che era impossibile per il Signore cambiare la sua legge per salvare i peccatori e per questo fu costretto a fare la scelta sofferta di inviare il suo amato Figlio a morire per le trasgressioni dell’uomo. {PS 129,6}

Satana si rallegrò ancora una volta con i suoi angeli: grazie alla caduta dell’uomo, aveva costretto il Figlio di Dio ad abbandonare la sua posizione.

Disse ai suoi angeli che se Gesù avesse preso la natura dell’uomo decaduto, sarebbe stato facile per lui avere il sopravvento, ostacolando così il piano della salvezza. {PS 146,3}

Mi fu mostrato che Satana un tempo era un angelo di rango elevato e viveva felice in cielo. Poi vidi qual era la situazione attuale: aveva ancora un’apparenza regale, i suoi tratti erano nobili, nonostante fosse un angelo decaduto. Ma l’espressione del volto era carica di tensione, di preoccupazione, di infelicità, di malizia, di odio, d’inganno, di cattiveria e di ogni manifestazione della malvagità. Notai in particolare che la sua fronte, un tempo così nobile, era diventata sfuggente. Il suo continuo contatto con il male aveva degradato tutte le sue qualità e si erano sviluppati i tratti più negativi. I suoi occhi erano astuti, furbi e penetranti. La sua figura era imponente, ma i muscoli del viso erano privi di tono e la pelle delle mani cadente. Quando lo vidi, aveva il mento appoggiato alla mano sinistra e sembrava molto pensieroso. Sul suo viso c’era un sorriso che mi fece tremare, perché esprimeva malizia e furbizia satanica. Questo è il suo sorriso quando sta per accanirsi sulla sua vittima. E quando poi è caduta nella sua trappola, il sorriso diventa orribile. {PS 146,4}

La caduta di Satana

Satana, un tempo, era un angelo onorato in cielo e secondo solo a Cristo. Il suo volto, come quelli degli altri angeli, aveva un’espressione dolce e manifestava gioia. La sua fronte alta e ampia era segno di grande intelligenza. La sua bellezza era perfetta; il suo portamento nobile e maestoso. Ma quando Dio disse a suo Figlio: “Facciamo l’uomo a nostra immagine”, diventò geloso di Gesù. Avrebbe desiderato essere consultato in merito alla creazione dell’uomo e, poiché questo non successe, cominciò a nutrire invidia, gelosia e odio. Desiderava ricevere gli onori più elevati del cielo, simili a quelli tributati a Dio. {PS 140,1}

Fino a quel momento in cielo tutto era in ordine, in armonia e in perfetta sottomissione al volere di Dio. Ribellarsi contro questo ordine e contro la volontà divina rappresentava il peccato più grave. In cielo aleggiava una forte tensione. Gli angeli erano divisi in gruppi e ognuno aveva un responsabile che lo guidava. {PS 140,2}

Satana, ambizioso e non disposto a sottomettersi all’autorità di Gesù, suscitava il dubbio nei confronti del governo di Dio. Alcuni degli angeli simpatizzarono con lui e aderirono alla sua ribellione, mentre altri difesero con forza l’onore e la saggezza di Dio nell’aver accordato autorità a suo Figlio. {PS 140,3}

Scoppiò quindi un conflitto fra gli angeli. Satana e i suoi sostenitori volevano riformare il governo di Dio; cercavano di sondare la sua profonda saggezza e comprendere i suoi obiettivi, nell’aver innalzato Gesù e avergli conferito poteri illimitati e dominio. Si ribellarono contro l’autorità del Figlio. Tutti gli esseri del cielo furono invitati a presentarsi davanti al Padre per essere giudicati. Venne deciso che Satana sarebbe stato espulso dal cielo con tutti gli angeli che si erano uniti a lui nella ribellione. {PS 140,4}

Allora ci fu una guerra in cielo, una battaglia tra gli angeli. Satana sperava di sconfiggere il Figlio di Dio e coloro che gli erano rimasti fedeli. Ma gli angeli buoni prevalsero e Satana con i suoi seguaci furono esclusi dal cielo. {PS 140,5}

Quando Satana venne cacciato dal cielo, insieme agli angeli che si erano alleati con lui, si rese conto di aver perso per sempre la sua purezza e la sua gloria, se ne rammaricò e desiderò ritornare in cielo. Era disposto a riprendere il suo posto o qualsiasi altra posizione gli fosse stata assegnata. Ma non era possibile; il cielo non doveva essere messo in pericolo. Se fosse rientrato, tutto il cielo si sarebbe contaminato, perché il peccato era iniziato con lui ed egli portava dentro di sé i germi della ribellione. Satana e i suoi seguaci piansero e implorarono per ritrovare il favore di Dio. Ma il loro peccato — odio, invidia e gelosia — era così grave che Dio non poteva cancellarlo. Doveva sussistere per ricevere la punizione finale. {PS 140,6}

Quando Satana si rese conto che non aveva più alcuna possibilità di riconquistare il favore divino, la sua malizia e il suo odio cominciarono a manifestarsi. Si consultò con i suoi angeli per elaborare nuovi piani per contrastare l’autorità di Dio. {PS 141,1}

Mentre Adamo ed Eva vivevano nel bellissimo giardino dell’Eden, Satana stava ideando un progetto per distruggerli. Questa coppia non avrebbe mai perso la propria felicità, se avesse ascoltato Dio. Satana non avrebbe potuto esercitare il suo potere su di loro, se prima non avessero essi stessi disubbidito a Dio e quindi perso il suo favore. Doveva quindi escogitare un piano per indurre Adamo ed Eva a disubbidire, sperimentare la disapprovazione divina e porsi così sotto l’influsso diretto di Satana e dei suoi angeli. {PS 141,2}

Fu quindi deciso che Satana assumesse un’altra forma e fingesse di interessarsi all’uomo. Doveva fare delle insinuazioni contro la veridicità delle dichiarazioni divine e far nascere il dubbio sul significato di ciò che Dio aveva detto; in seguito avrebbe suscitato in loro la curiosità, portandoli a indagare sugli insondabili piani di Dio — proprio lo stesso peccato di cui Satana si era reso colpevole — e a ragionare sul motivo delle sue restrizioni circa l’albero della conoscenza. {PS 141,3}

La caduta dell’uomo

Gli angeli visitavano spesso il giardino, fornivano indicazioni ad Adamo ed Eva sui compiti che dovevano svolgere e parlavano anche della ribellione e della caduta di Satana. Gli angeli li avevano messi in guardia nei confronti di Satana, consigliandoli di non allontanarsi l’uno dall’altra, mentre compivano il loro lavoro, perché avrebbero potuto incontrare il nemico. {PS 142,1}

Si raccomandavano che seguissero con attenzione le indicazioni di Dio, perché solo nella perfetta ubbidienza sarebbero stati al sicuro. {PS 142,2}

Satana iniziò la sua opera di seduzione nei confronti di Eva. Il primo errore che la donna commise fu quello di allontanarsi da suo marito, poi di avvicinarsi all’albero proibito, di ascoltare la voce del tentatore e, infine, di arrivare a dubitare di quello che Dio aveva detto: “Il giorno in cui ne mangerete, certamente morirete”. Forse arrivò a pensare che il Signore non volesse dire quello che lei aveva capito e si avventurò, stendendo la mano, prendendo il frutto e mangiandolo. Era piacevole alla vista e al gusto. Provò diffidenza nei confronti di Dio, perché aveva proibito qualcosa che, apparentemente, era per il loro bene e offrì il frutto a suo marito, tentandolo. Raccontò ad Adamo tutto ciò che il serpente le aveva detto ed espresse il suo stupore per averlo sentito parlare. {PS 142,3}

Vidi un’espressione di tristezza sul volto di Adamo. Sembrava sorpreso e impaurito. Stava vivendo una profonda lotta interiore. Era sicuro che si trattasse del nemico, dal quale erano stati messi in guardia, e che sua moglie sarebbe morta. Si sarebbero dovuti separare. Ma il suo amore per Eva era così forte che in un momento di profondo scoraggiamento decise di condividere il suo destino. Prese il frutto e lo mangiò subito. {PS 142,4}

Allora Satana esultò. Si era ribellato, aveva trovato dei simpatizzanti che lo avevano assecondato nella sua rivolta e che ora lo rispettavano. Era caduto e aveva fatto in modo che altri cadessero con lui. E ora era riuscito a tentare la donna, affinché perdesse la fiducia in Dio, dubitasse della sua saggezza e arrivasse al punto di voler cogliere il senso degli insondabili piani divini. Satana sapeva che la donna non sarebbe caduta da sola; Adamo, per amore di Eva, avrebbe disubbidito all’ordine di Dio e si sarebbe lasciato coinvolgere nella sua scelta. {PS 142,5}

La notizia della caduta dell’uomo si diffuse subito in cielo. Le arpe smisero di suonare. Gli angeli si tolsero le corone per manifestare la loro tristezza. Tutto il cielo era in tensione. Venne deciso di riunire un consiglio per decidere cosa fare per la coppia colpevole. Gli angeli temevano che l’uomo cogliesse e mangiasse altri frutti dell’albero della vita, diventando così un peccatore immortale. Ma Dio disse che i trasgressori sarebbero stati cacciati dal giardino. Furono inviati immediatamente degli angeli per impedire l’accesso all’albero della vita. {PS 143,1}

Era nel piano di Satana che Adamo ed Eva disubbidissero a Dio, finissero per incorrere nella sua disapprovazione e mangiassero il frutto dell’albero della vita, per vivere per sempre nella disubbidienza e nel peccato, e così il peccato si sarebbe perpetuato per l’eternità. {PS 143,2}

Ma degli angeli furono inviati da Dio per allontanarli dal giardino e impedire loro di raggiungere l’albero della vita. Ognuno di questi angeli potenti aveva nella mano destra qualcosa che sembrava una spada scintillante. {PS 143,3}

Allora Satana trionfò. Era riuscito a ottenere che altri soffrissero per la sua caduta. Era stato cacciato dal cielo e loro dal paradiso. {PS 143,4}

La prima venuta di Cristo

Mi fu mostrato che i discepoli più umili che avevano seguito Gesù, che erano stati testimoni dei suoi miracoli e avevano ascoltato le sue parole di incoraggiamento, erano stati considerati più grandi di Giovanni il battista, perchè erano stati onorati, avevano avuto un ruolo di primo piano e maggiori soddisfazioni nell’arco della loro esperienza di vita. {PS 148,3}

Venni proiettata negli ultimi tempi e vidi che Giovanni rappresentava coloro che avrebbero vissuto, nello spirito e nella potenza di Elia, per annunciare il giorno del giudizio e il ritorno di Gesù. {PS 148,4}

Il ministero di Cristo

Satana, dopo aver tentato Gesù, si allontanò per un certo periodo di tempo. Degli angeli portarono a Cristo del cibo nel deserto, lo confortarono ed egli sentì di godere nuovamente delle benedizioni del Padre. Satana aveva fallito con le sue crudeli tentazioni, ma riteneva che nel corso del ministero di Gesù si sarebbero presentate altre occasioni favorevoli per rinnovare i suoi attacchi. Sperava ancora di vincere: coloro che non lo avrebbero accettato sarebbero stati istigati a odiarlo e a cercare di eliminarlo. {PS 151,1}

Satana organizzò un incontro speciale con i suoi angeli, che erano delusi e infuriati per non aver prevalso in nessun modo sul Figlio di Dio. Decisero di essere ancora più astuti, di usare tutti i loro poteri, per suscitare l’incredulità nelle persone della sua stessa nazione: essi non lo avrebbero riconosciuto come Salvatore del mondo e Gesù si sarebbe scoraggiato nel compiere la sua missione. Anche la più scrupolosa e fedele celebrazione delle cerimonie e dei sacrifici da parte dei giudei non avrebbe avuto nessuna importanza, se essi fossero rimasti accecati davanti al vero significato delle profezie o se avessero accettato di credere che il Messia sarebbe venuto come un re potente, simile a quelli terreni, inducendoli a disprezzare e a rifiutare Gesù. {PS 151,2}

Mi fu mostrato che Satana e i suoi angeli erano molto impegnati, durante il ministero di Gesù, nell’ispirare agli uomini incredulità, odio e disprezzo. Spesso, quando Gesù parlava della verità e rimproverava i peccati, le persone si arrabbiavano. Satana e i suoi angeli li istigavano a uccidere il Figlio di Dio; più di una volta presero delle pietre per lapidarlo, ma gli angeli del Signore vegliavano su di lui e lo sottrassero al furore della folla, guidandolo verso un luogo sicuro. In un’altra occasione, quando pronunciò verità semplici e chiare, la folla lo prese e lo condusse su una collina con l’intenzione di buttarlo giù. {PS 151,3}

Mentre decidevano cosa fare di lui, i suoi angeli lo liberarono nuovamente, nascondendolo alla loro vista, e Gesù se ne andò, passando in mezzo a loro. {PS 151,4}

Satana si augurava ancora che il piano della salvezza fallisse. Esercitava tutto il suo potere per rendere insensibili i cuori e istigarli contro Gesù. Sperava che Gesù, considerando il piccolo numero di persone che lo avrebbe accettato come Figlio di Dio, avrebbe valutato le sue sofferenze e il suo sacrificio troppo grandi per un gruppo così ristretto di fedeli. Ma vidi che Gesù sarebbe stato disposto ad attuare il piano della salvezza anche per due persone solo, che lo accettavano come Figlio di Dio e loro Salvatore. {PS 151,5}

Gesù iniziò la sua opera annientando il potere di Satana nei confronti della sofferenza. Restituiva la salute ai malati, dava la vista ai ciechi e guariva gli zoppi, facendoli saltare di gioia per glorificare Dio. Ridava la salute a coloro che erano infermi da anni, incatenati dal crudele potere di Satana. Con parole gentili confortava i deboli, vittime della paura e dello scoraggiamento. Coloro che erano sottomessi a Satana erano liberati dal suo potere e ritrovavano la guarigione, nella gioia e nella felicità. Egli ricondusse i morti alla vita ed essi glorificavano Dio, per la grande manifestazione del suo potere: operava con potenza per tutti coloro che credevano in lui. {PS 152,1}

La vita di Cristo fu caratterizzata da parole e azioni di benevolenza, simpatia e amore. Ascoltava sempre con attenzione chi si rivolgeva a lui e offriva sollievo ai sofferenti, che lo avvicinavano. Le folle che lo seguivano erano la prova evidente della manifestazione del suo potere divino. Tuttavia, anche dopo aver visto le sue opere straordinarie, molti si vergognavano di questo Maestro potente, ma umile. I capi non credevano in lui, il popolo non lo accettava volentieri. Egli era un uomo di dolore, abituato alla sofferenza. {PS 152,2}

I suoi contemporanei non riuscivano a sopportare l’idea di essere guidati secondo i principi dell’abnegazione e della sobrietà. Volevano godere gli onori che il mondo offriva loro. Nonostante ciò, molti seguivano il Figlio di Dio, ascoltavano i suoi insegnamenti e si nutrivano delle parole, che pronunciava con tanta benevolenza. Le sue argomentazioni erano ricche di significato, ma così semplici che anche i meno colti potevano capirle. {PS 152,3}

Satana e i suoi angeli accecavano i giudei, ne offuscavano la mente, istigando i capi del popolo affinché uccidessero il Salvatore. Alcuni avevano ricevuto l’ordine di catturarlo, ma quando lo avvicinavano, erano meravigliati di trovarsi davanti a un uomo pieno di simpatia e compassione nei confronti della sofferenza umana. {PS 152,4}

Lo ascoltavano mentre parlava con tenerezza e affetto, incoraggiando i deboli e gli afflitti, oppure quando con autorità rimproverava Satana e liberava i suoi prigionieri. Ascoltavano le sue parole, ricche di saggezza, e ne rimanevano affascinati; non osavano arrestarlo e ritornavano a mani vuote dai sacerdoti e dagli anziani. Quando chiedevano loro: “Perché non lo avete portato con voi?”, essi rispondevano che erano stati testimoni dei suoi miracoli e avevano ascoltato i suoi discorsi, che esprimevano saggezza, amore e conoscenza, e concludevano dicendo: “Mai nessun uomo ha parlato come quest’uomo”. I sacerdoti li accusavano di essere stati ingannati come gli altri e allora alcuni degli ufficiali si vergognavano di non averlo catturato. I sacerdoti chiedevano in modo ironico se qualcuno dei capi gli avesse creduto. Mi fu mostrato che molti dei magistrati e dei capi del popolo credevano in Gesù, ma Satana li induceva a non confessarlo; temevano di più il biasimo della gente che quello di Dio. {PS 152,5}

Nonostante l’odio e l’astuzia di Satana fossero così forti, non furono comunque sufficienti per vanificare il piano della salvezza. Il tempo per il compimento della missione del Cristo si stava avvicinando. Satana e i suoi angeli si consultarono e decisero di suggerire agli stessi connazionali di Gesù di reclamare con forza il suo sangue, manifestandogli tutta la loro crudeltà e il loro disprezzo. Speravano che Gesù si ribellasse a un simile trattamento, perdendo la sua mansuetudine e la sua umiltà. {PS 153,1}

Mentre Satana elaborava i suoi piani, Gesù stava rivelando con cautela ai suoi discepoli le sofferenze che avrebbe dovuto sopportare, cioè che sarebbe stato crocifisso e sarebbe risuscitato il terzo giorno. Ma la loro mente sembrava ottenebrata e non riuscivano a capire quello che diceva loro. {PS 153,2}

La trasfigurazione

La fede dei discepoli fu molto rafforzata dall’esperienza della trasfigurazione. Ebbero la possibilità di vedere la gloria di Cristo e sentire una voce dal cielo, che testimoniava della sua natura divina. Dio scelse di offrire ai discepoli di Gesù la prova decisiva del suo ruolo di Messia promesso, affinché alla crocifissione, nei momenti di dolore e delusione, non perdessero la fede. Alla trasfigurazione il Padre inviò Mosè ed Elia a parlare con Gesù della sua morte e delle sue sofferenze. {PS 154,1}

Elia aveva camminato con Dio. La sua opera era stata difficile e piena di amarezze, perché il Signore, tramite lui, aveva denunciato i peccati d’Israele. Elia era un profeta di Dio, ma nonostante ciò fu costretto a scappare da un posto all’altro per salvarsi; il suo stesso popolo gli dava la caccia per eliminarlo, come fosse una belva selvaggia. Ma Dio decise per la sua traslazione e gli angeli lo portarono in gloria e in trionfo verso il cielo. {PS 154,2}

Mosè fu superiore a qualsiasi altro uomo prima di lui. Fu particolarmente onorato da Dio, ebbe il privilegio di parlare con il Signore a faccia a faccia, come un uomo parla con un amico. Gli fu permesso di contemplare la gloria straordinaria che circondava il Padre. Il Signore, tramite Mosè, liberò i figli d’Israele dalla schiavitù egizia. Fu un mediatore per il suo popolo e spesso si trovò a placare la collera divina nei confronti del popolo. {PS 154,3}

Quando il Signore entrò in conflitto con Israele, a causa della sua incredulità, delle sue lamentele e dei suoi peccati deplorevoli, Mosè manifestò tutto il suo amore per loro. Quando Dio propose di distruggerli e di far di lui una nazione potente, Mosè lo supplicò con insistenza in favore dei suoi connazionali. Nella sua disperazione, pur di salvare Israele, pregò Dio di perdonarli oppure di cancellare il suo nome dal libro del cielo. {PS 154,4}

Quando Israele si lamentò con Dio e con Mosè, perché non avevano più acqua, e lo accusarono di averli guidati fuori dall’Egitto per farli morire, Dio ascoltò i loro appelli e ordinò a Mosè di parlare alla roccia, perché il popolo potesse ottenere dell’acqua. Mosè colpì la roccia con furore e si attribuì la gloria del miracolo. {PS 154,5}

La costante caparbietà e le proteste continue dei figli d’Israele gli avevano procurato un profondo dolore e per un attimo aveva dimenti cato quanto il Signore li avesse sostenuti e come le lamentele non fossero rivolte a lui, ma a Dio. Pensò solo a se stesso, a come fosse stato trattato ingiustamente, all’ingratitudine manifestata nei suoi confronti, nonostante avesse sempre nutrito un profondo amore per loro. {PS 154,6}

Era nei piani di Dio che il suo popolo si trovasse spesso ad affrontare situazioni critiche, per poi essere liberato grazie alla sua potenza, ogni volta che fosse stato necessario. Si sarebbero resi conto del suo amore e del suo interesse per loro, e si sarebbero sentiti motivati a servirlo e rispettarlo. Ma Mosè non aveva onorato Dio: non aveva lodato il suo nome davanti al popolo, affinché a loro volta potessero glorificarlo. Agendo in questo modo, suscitò il dispiacere del Signore. {PS 155,1}

Quando Mosè scese dal monte con le due tavole di pietra e vide Israele adorare il vitello d’oro, sdegnato gettò a terra le tavole, spezzandole. Mi fu mostrato che Mosè non aveva peccato in quell’occasione; si era arrabbiato in favore di Dio, manifestando uno zelo profondo alla sua gloria. Aveva peccato, invece, quando aveva ceduto ai sentimenti istintivi del suo cuore e si era attribuito l’onore che apparteneva solo a Dio, e per quel peccato il Signore non gli permise di entrare nel paese di Canaan. {PS 155,2}

Satana stava cercando una motivazione per accusare Mosè nei confronti degli angeli. Egli trionfava del suo successo: era riuscito a farlo cadere e a incorrere nella disapprovazione di Dio. E allora disse agli angeli che sarebbe riuscito a sconfiggere il Salvatore del mondo, quando sarebbe venuto a riscattare l’uomo. {PS 155,3}

A causa di questa trasgressione, Mosè si ritrovò in potere di Satana, il dominatore sulla morte. Se avesse dimostrato fermezza, il Signore lo avrebbe guidato fino alla terra promessa e lo avrebbe traslato in cielo, senza che vedesse la morte. {PS 155,4}

Mosè morì, ma l’arcangelo Michele scese e gli ridiede la vita, prima che il suo corpo si corrompesse. Satana si oppose, sostenendo che quel corpo apparteneva a lui, ma Michele risuscitò Mosè e lo portò in cielo. Satana si adirò contro Dio, accusandolo di essere ingiusto, perché aveva permesso che gli fosse sottratta la sua vittima; ma Cristo non rimproverò l’avversario, nonostante il servitore di Dio fosse caduto a causa della sua tentazione. Con dolcezza affidò il caso al Padre, dicendo: “Il Signore ti rimproveri”. {PS 155,5}

Gesù disse ai suoi discepoli che alcuni di coloro che stavano con lui non sarebbero morti, prima di vedere la venuta del regno di Dio. Alla trasfigurazione questa promessa fu adempiuta. Il volto di Gesù fu trasformato e risplendeva come il sole. Il suo abito era bianco e brillava. {PS 155,6}

Mosè era presente, come emblema di coloro che saranno risuscitati dopo la morte, al ritorno di Gesù. Ed Elia, che era stato traslato prima di vedere la morte, rappresentava coloro che diventeranno immortali al ritorno di Cristo e saranno traslati in cielo, senza vedere la morte. I discepoli guardavano con stupore e timore la maestà di Gesù; una nuvola li coprì con la sua ombra ed essi sentirono la voce possente di Dio, che diceva: “Questo è il mio amato Figlio; ascoltatelo”. {PS 156,1}

L’ascensione

Tutto il cielo aspettava il momento del trionfo di Gesù, che sarebbe asceso al Padre. Gli angeli andarono incontro al Re di gloria e lo scortarono fino al cielo. Dopo la benedizione, Gesù fu separato dai suoi discepoli e portato verso l’alto. Mentre ascendeva, tutti coloro che erano stati risuscitati con lui lo seguivano. Era presente anche un folto gruppo di angeli e tutti gli altri attendevano in cielo il suo arrivo. {PS 177,1}

Mentre salivano verso la santa Città, gli angeli che scortavano Gesù gridavano: “Aprite i cancelli, porte eterne apritevi, che il Re di gloria faccia il suo ingresso”. Gli angeli nella città gridarono: “Chi è il Re di gloria?”. Gli angeli che lo scortavano rispondevano in trionfo: “Il Signore, forte e potente! Il Signore che è forte in battaglia! Apritevi, porte eterne, e il Re di gloria entrerà!”. Di nuovo gli angeli in attesa chiesero: “Chi è il Re di gloria?”. E gli angeli che lo scortavano risposero in tono melodioso: “Il Signore degli eserciti! Egli è il Re di gloria!”. E il corteo entrò nella città di Dio. Tutti gli angeli circondarono il loro Capo e con profonda adorazione si inchinarono davanti a lui, deponendo le loro corone splendenti ai suoi piedi. Suonarono le loro arpe d’oro e canti dolci e melodiosi pervasero tutto il cielo: erano dedicati all’Agnello, che era stato immolato e ora viveva nuovamente nella maestà e nella gloria. {PS 177,2}

Mentre i discepoli guardavano con dolore verso l’alto per cogliere un ultimo sguardo del loro Signore, due angeli apparvero e dissero: “Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo”. Atti 1:11. I discepoli e la madre di Gesù, che insieme a loro aveva assistito all’ascensione del Figlio di Dio, passarono la notte a parlare delle sue opere meravigliose, degli eventi straordinari e gloriosi che si erano verificati in così poco tempo. {PS 177,3}

Satana riunì i suoi angeli e animato da un odio profondo disse loro che fino a quando avessero avuto potere e autorità sulla terra, i loro sforzi dovevano intensificarsi nei confronti dei discepoli di Gesù. Non avevano potuto fare nulla contro Cristo, ma dovevano sconfiggere i suoi discepoli. Avrebbero sempre cercato di ingannare coloro che credevano in Gesù. Disse ai suoi angeli che Cristo aveva dato ai suoi discepoli il potere di cacciarli e di guarire coloro che avrebbero afflitto. Allora gli angeli di Satana partirono come “leoni ruggenti cercando di divorare” i discepoli di Gesù. {PS 177,4}

La grande apostasia

Mi fu mostrato il tempo in cui i pagani idolatri avevano perseguitato e ucciso i cristiani. Il sangue scorreva a fiumi. I nobili, gli intellettuali e le persone comuni venivano uccisi allo stesso modo, senza nessuna pietà. Famiglie benestanti si ritrovarono in povertà, perché non avevano abiurato alla propria religione. Nonostante le persecuzioni e le prove, questi cristiani non rinunciarono al loro ideale e preservarono la purezza della loro fede. Vidi che Satana esultava per le loro sofferenze e trionfava, ma Dio approvava i suoi martiri fedeli. I cristiani che vivevano in quel periodo terribile gli erano molto cari, perché erano disposti a soffrire per lui. Ogni prova sopportata aumentava la loro ricompensa nei cieli. {PS 192,1}

Satana gioiva del tormento dei giusti, ma non era soddisfatto. Voleva dominare sulla loro mente e sul loro corpo. Le sofferenze che sopportavano li aiutavano a sentirsi più vicini a Dio, a nutrire un profondo amore gli uni per gli altri e a vegliare per non ferire il Signore. Satana voleva indurli ad allontanarsi da Dio, perché così avrebbero perso la loro forza d’animo, il loro coraggio e la loro fermezza. Nonostante migliaia di cristiani venissero uccisi, altri prendevano il loro posto. Satana si rendeva conto che stava perdendo uomini preziosi, infatti nonostante fossero perseguitati e uccisi, restavano fedeli a Gesù Cristo e alla prospettiva di entrare nel suo regno. L’avversario allora cercò nuove strade per ostacolare con maggiore efficacia il governo di Dio e distruggere così la chiesa. Indusse gli idolatri pagani ad accettare una parte della fede cristiana. Professando di credere alla crocifissione e alla risurrezione di Cristo, decisero di unirsi ai discepoli di Gesù, senza che il loro cuore fosse veramente cambiato; si prospettava un terribile pericolo per la chiesa, un periodo di profonda angoscia. Alcuni pensavano che avrebbero ottenuto una conversione completa, se si fossero uniti a quegli idolatri, che avevano accettato una parte della fede cristiana. Satana cercava di corrompere le dottrine bibliche. {PS 192,2}

Vidi che tutto questo portava a una perdita di ideali e i pagani si univano ai veri cristiani. Nonostante questi adoratori di idoli professassero di essersi convertiti, l’idolatria si infiltrava nella chiesa, quando scambiavano gli oggetti del loro culto con le immagini dei santi e addirittura di Cristo e di Maria sua madre. Nella misura in cui i discepoli di Cristo si univano a loro, la religione cristiana si corrompeva e la chiesa perdeva la sua identità e la sua forza. Alcuni rifiutarono di unirsi a loro per preservare la loro purezza e adorare solo Dio. Non si sarebbero inchinati davanti a nessuna immagine, che rappresentava qualcosa che è in cielo o in terra. {PS 192,3}

Satana esultava per la capitolazione di così tanti cristiani. Riuscì a istigare la chiesa apostata e a obbligare, sotto pena di morte, anche coloro che volevano preservare la propria fede, costringendoli ad accettare le cerimonie e l’adorazione delle immagini. Il fuoco della persecuzione si riaccese contro la vera chiesa di Cristo e milioni di persone vennero uccise senza pietà. {PS 193,1}

Ecco che cosa vidi: un folto gruppo di pagani idolatri sfilava, portando uno stendardo nero, sul quale erano dipinti il sole, la luna e le stelle. Questo gruppo sembrava animato da intenti distruttivi. Poi vidi un altro gruppo, che aveva uno stendardo bianco, sul quale c’era scritto: “Purezza e santità al Signore”. I loro volti esprimevano una fermezza e una rassegnazione ispirate da Dio. A un certo punto vidi i pagani idolatri avvicinarsi a loro e ci fu un vero massacro. I cristiani davanti a loro erano completamente indifesi, ma ciononostante si stringevano sempre di più l’uno all’altro e tenevano lo stendardo con maggiore forza. Mentre alcuni cadevano, altri circondavano lo stendardo e prendevano il loro posto. {PS 193,2}

Vidi il gruppo degli idolatri confabulare tra loro. Considerando che il tentativo di far cedere i cristiani stava fallendo, concordarono un altro piano; li vidi abbassare il loro stendardo e avvicinarsi al gruppo dei cristiani, facendo loro delle proposte. All’inizio le loro offerte vennero rifiutate. Poi vidi i cristiani consultarsi. Alcuni dicevano che avrebbero abbassato lo stendardo e accettato le proposte, salvando così la propria vita, e inoltre avrebbero recuperato le forze per rialzare lo stendardo tra i pagani. Solo alcuni cristiani decisero di non aderire al compromesso, accettando di morire, piuttosto che abbassare il proprio stendardo. A questo punto vidi molti abbassarlo e unirsi ai pagani, ma coloro che erano rimasti fedeli alle proprie convinzioni lo presero e lo alzarono in alto. Vidi che c’erano continuamente persone che lasciavano il gruppo di coloro che tenevano lo stendardo bianco, per unirsi agli idolatri sotto lo stendardo nero e perseguitare coloro che avevano lo stendardo bianco. Molti furono uccisi, ma lo stendardo fu tenuto alto e i credenti continuarono a radunarsi intorno a esso. {PS 193,3}

I capi dei giudei, che per primi avevano suscitato l’odio dei pagani nei confronti di Gesù, non sarebbero rimasti impuniti. In occasione del processo, mentre Pilato esitava a condannare Gesù, alcuni giudei infuriati gridarono: “Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”. La nazione ebraica visse l’adempimento di questa terribile maledizione, che alcuni giudei di allora avevano deciso di accollarsi. I pagani e i sedicenti cristiani diventarono i loro nemici. Coloro che si dichiaravano cristiani, credendo di mostrare zelo per quel Cristo che i giudei avevano fatto crocifiggere, si convinsero che più avrebbero fatto soffrire i giudei, più Dio ne sarebbe stato compiaciuto. Molti dei giudei non credenti furono quindi uccisi e tanti furono espulsi da un luogo all’altro, subendo ogni sorta di persecuzioni. {PS 193,4}

Il sangue di Cristo e dei discepoli, che avevano messo a morte, ricadeva su di loro e subirono terribili condanne. La maledizione di Dio li seguiva; divennero uno zimbello per i pagani e per i cosiddetti cristiani. Furono umiliati, evitati e detestati, come se il segno di Caino fosse su di loro. Tuttavia, vidi che Dio aveva preservato miracolosamente questo popolo e l’aveva disperso nel mondo, perché tutti vedessero quali sono le conseguenze della deviazione dal piano di Dio. Ho visto che Dio ha rinunciato agli ebrei, in quanto nazione, ma che dei singoli individui si sarebbero convertiti e sarebbero stati in grado di strappare il velo, che ricopriva i loro cuori, e comprendere che la profezia a loro riferita si era adempiuta. Essi avrebbero accettato Cristo come Salvatore del mondo e si sarebbero resi conto del grande peccato commesso dalla loro nazione, nell’averlo rifiutato e crocifisso. {PS 194,1}

Il mistero dell’iniquità

Da sempre il piano di Satana è stato quello di distogliere la mente della gente da Gesù per orientarla verso l’uomo e minarne il senso di responsabilità personale. Satana aveva fallito tentando il Figlio di Dio, ma aveva avuto maggiore successo con l’uomo decaduto. {PS 195,1}

Il cristianesimo si avviava verso la corruzione. I papi e i sacerdoti pensarono di poter occupare posizioni elevate e convinsero la gente che tramite loro avrebbero ricevuto il perdono dei peccati, invece di rivolgersi personalmente a Gesù. {PS 195,2}

Gli uomini furono ingannati. Venne insegnato loro che i papi e i sacerdoti erano i rappresentanti di Cristo, mentre in realtà rappresentavano Satana, e chi si inchinava davanti a loro adorava l’avversario. Il popolo chiedeva la Bibbia, ma i sacerdoti pensavano che fosse pericoloso permetterne il possesso e la lettura personale, in quanto si sarebbero resi conto della verità e i peccati dei capi religiosi sarebbero stati smascherati. Al popolo fu insegnato di accettare ogni parola di questi ingannatori, come se venisse direttamente dalla bocca di Dio. I sacerdoti esercitavano sullo spirito quel potere che apparteneva solo a Dio. Se qualcuno osava seguire le proprie convinzioni, lo stesso odio che il diavolo e i giudei avevano manifestato nei confronti di Gesù, si sarebbe riversato contro di loro e le autorità avrebbero cercato di eliminarli. {PS 195,3}

Mi fu mostrato un periodo in cui Satana trionfava. Folle di cristiani venivano uccisi nei modi più terribili, perché volevano preservare la purezza della loro fede. La Bibbia era odiata e si cercava di distruggerla. Al popolo fu proibito di leggerla, con il rischio della pena di morte, e tutte le copie che venivano trovate erano bruciate. Ma vidi che Dio aveva un’attenzione speciale per la sua Parola e la proteggeva. In diversi periodi della storia si erano conservate solo poche copie della Bibbia, tuttavia non permise mai che la sua Parola sparisse completamente, perché negli ultimi tempi la sua diffusione sarebbe stata capillare e ogni famiglia avrebbe potuto possederne una. {PS 195,4}

Vidi che nel periodo in cui c’erano poche copie della Bibbia, essa era considerata veramente preziosa e rappresentava una fonte di consolazione per tutti coloro che erano perseguitati. Veniva letta in segreto e coloro che godevano di questo grande privilegio sentivano di avere un rapporto particolare con Dio, con suo Figlio Gesù e con i suoi discepoli. {PS 195,5}

Ma questo privilegio costò la vita a molti di loro. Se venivano scoperti, erano condannati al rogo o detenuti nelle prigioni a morire di fame. {PS 196,1}

Il principe di questo mondo non era riuscito a ostacolare il piano della salvezza. Gesù venne crocifisso e risuscitò il terzo giorno. Ma Satana disse ai suoi angeli che avrebbe fatto in modo che la crocifissione e la risurrezione parlassero a suo vantaggio. Voleva far credere a coloro che professavano la fede in Gesù che non solo le leggi che regolavano i sacrifici e le offerte giudaiche erano cessati con la morte di Cristo, ma voleva spingerli oltre, portandoli a credere che i dieci comandamenti erano morti con Gesù. {PS 196,2}

Vidi che molti erano caduti nella trappola tesa dall’astuto tentatore. Tutti gli abitanti del cielo si indignarono, vedendo la santa legge di Dio calpestata. Gesù e gli angeli conoscevano la natura della legge di Dio, sapevano che non poteva essere né cambiata né abrogata. La disperata condizione dell’uomo dopo la caduta suscitò un profondo dolore in cielo e portò Gesù a offrire la propria vita, per le trasgressioni della legge di Dio. Ma se quella legge avesse potuto essere abrogata, l’uomo avrebbe potuto essere salvato senza la morte di Gesù. Questo dimostra che la sua morte non aveva eliminato la legge di Dio, ma al contrario l’aveva esaltata e onorata, sottolineando l’importanza dell’ubbidienza ai suoi sacri precetti. {PS 196,3}

Se la chiesa fosse rimasta pura e fedele, Satana non avrebbe potuto ingannarla e indurla a calpestare la legge di Dio. Con questo piano egli colpisce direttamente le basi del governo di Dio in cielo e sulla terra. La sua ribellione gli provocò l’espulsione dal cielo e in seguito, per salvare se stesso, avrebbe voluto che Dio cambiasse la sua legge, ma gli fu detto in presenza di tutti gli angeli che la legge di Dio è inalterabile. L’accusatore sa che se riesce a convincere delle persone a violarla, le trascina dalla sua parte, perché ogni trasgressione della legge conduce alla morte. {PS 196,4}

Decise di andare oltre: disse ai suoi angeli che alcuni sarebbero stati talmente fedeli alla legge di Dio da non poter essere presi in trappola. I dieci comandamenti erano così chiari che molti avrebbero creduto che fossero ancora validi, e quindi avrebbe dovuto tentare di corrompere anche solo uno di questi comandamenti. Così propose ai suoi collaboratori di tentare di cambiare il quarto comandamento, quello del sabato, alterando così l’unico comandamento che mette in risalto il vero Dio, Creatore dei cieli e della terra. Satana presentò loro la gloriosa risurrezione di Gesù e disse che risuscitando il primo giorno della settimana, egli aveva cambiato il sabato dal settimo al primo giorno della settimana. {PS 196,5}

Così Lucifero utilizzò la risurrezione per i propri scopi. Insieme ai suoi angeli godeva del fatto che gli inganni proposti avevano avuto successo tra coloro che si professavano amici di Cristo. Ciò che alcuni consideravano con orrore, altri l’avrebbero ammesso. Così, diversi inganni furono accettati e sostenuti con zelo. La volontà di Dio, chiaramente rivelata nella sua Parola, fu nascosta sotto errori e tradizioni, che vennero insegnati come comandamenti di Dio. Anche se questo inganno verrà tollerato fino al ritorno di Gesù, Dio non è rimasto senza testimoni; nei periodi di oscurantismo e persecuzione della chiesa ci sono sempre state persone fedeli e oneste, che hanno osservato tutti i comandamenti di Dio. {PS 197,1}

Mi fu mostrato che gli angeli erano rimasti attoniti davanti alle sofferenze e alla morte del Re di gloria. Ma mi resi conto che non erano rimasti affatto meravigliati nel vedere il Signore della vita e della gloria, colui che aveva riempito il cielo di gioia e splendore, spezzare le catene della morte e uscire dal suo sepolcro come conquistatore trionfante. Quindi, se si fosse dovuto commemorare uno di questi eventi come giorno di riposo, sarebbe stato quello della sua crocifissione. Ma vidi che nessuno di questi eventi era stato scelto per alterare o abrogare la legge di Dio; al contrario, essi rafforzavano la sua immutabilità. {PS 197,2}

Per entrambi gli eventi sono state previste occasioni di commemorazione. Partecipando alla Cena del Signore, con la frazione del pane spezzato e il frutto della vigna, annunciamo la sua morte fino al suo ritorno. In questo modo vengono ricordate le scene della sua sofferenza e della sua morte. La risurrezione di Cristo, invece, è commemorata dalla nostra morte insieme con lui in occasione del battesimo e dal fatto che usciamo da questa tomba liquida, come simbolo della sua risurrezione, per vivere una vita nuova. {PS 197,3}

Mi fu mostrato che la legge di Dio sarebbe esistita nella nuova terra per tutta l’eternità. Alla creazione, quando furono poste le fondamenta della terra, i figli di Dio consideravano con ammirazione l’opera del Creatore e tutti gli angeli esultavano di gioia. Fu proprio in quel momento che venne istituito il sabato. Alla fine dei sei giorni creativi, Dio si riposò il settimo giorno dall’opera che aveva fatta e benedisse e santificò il settimo giorno, perché in quel giorno si era riposato dalla sua attività. Il sabato venne istituito in Eden, prima della caduta, e fu osservato da Adamo ed Eva e da tutti gli esseri del cielo. Dio si riposò nel settimo giorno, lo benedisse e lo santificò. Vidi che il sabato non avrebbe mai perso il suo valore e che tutti i giusti e gli angeli lo avrebbero osservato per l’eternità, in onore del Creatore. {PS 197,4}

La morte non è un tormento eterno

Vidi che Dio aveva preservato la Bibbia in un modo particolare, tuttavia quando non era ancora molto diffusa, alcuni studiosi avevano cambiato delle parole, pensando di rendere più chiaro il suo significato; in realtà stavano mistificando ciò che era già chiaro, orientandola verso le loro concezioni, ispirate dalla tradizione. Ma vidi che la Parola di Dio, nel suo insieme, forma una catena perfetta, e un brano spiega l’altro. I ricercatori sinceri della verità non potranno sbagliarsi, in quanto non solo la Parola di Dio è semplice e chiara, ma lo Spirito Santo rappresenta la guida per capire la strada per la vita, che è stata rivelata. {PS 200,1}

Vidi che gli angeli di Dio non controllano mai la volontà umana. Dio mette davanti all’uomo la vita e la morte, ed egli è libero di fare la sua scelta. Molti desiderano la vita, ma continuano a camminare nella strada larga. Scelgono di ribellarsi alla volontà di Dio, nonostante la sua grande misericordia e compassione nell’aver offerto il Figlio, perché morisse per loro. Chi sceglie di non accettare la salvezza, ottenuta grazie a un tale amore, deve essere punito. {PS 200,2}

Mi fu mostrato che Dio non li getterà nell’inferno, perché vivano nei tormenti eterni; non li porterà neanche in cielo, perché dovendo vivere in compagnia di esseri puri e santi, sarebbero infelici; alla fine li distruggerà completamente e sarà come se non fossero mai esistiti. Così la sua giustizia sarà soddisfatta. Aveva formato l’uomo dalla polvere della terra e quindi i disubbidienti e gli empi, consumati dal fuoco, ritorneranno alla polvere. Vidi che la bontà e la compassione di Dio dovrebbero indurre tutti gli uomini ad ammirare il suo carattere e a glorificare il suo santo nome. Dopo la distruzione dei malvagi, tutti gli angeli diranno: “Amen!”. {PS 200,3}

Satana considera con soddisfazione coloro che professano il nome di Cristo, ma si lasciano coinvolgere dai suoi inganni. È sempre all’opera per inventare nuove forme di seduzione, e il suo potere e le sue capacità aumenteranno costantemente. Ha condotto i suoi rappresentanti, papi e sacerdoti, all’autoesaltazione e all’istigazione delle masse, affinché perseguitino e distruggano tutti coloro che non accettano i suoi inganni. {PS 200,4}

Al paragrafo PS 200,3 viene detto che chi sceglie di non accettare la salvezza, grazie al sacrificio di Gesù, verrà distrutto completamente e sarà come se non fosse mai esistito. Consumato dal fuoco, tornerà alla polvere.

Ciò conferma altre Scritture, ma deve essere interpretato correttamente.

Intanto, il fuoco è rappresentato dalle parole divine di condanna, che bruciano i colpevoli e tutte le loro menzogne. Alla fine, a non esistere più saranno le menzogne, che velano la verità, nascondendola. Coloro che vissero di menzogne e crimini, non potendo più sussistere su quelle basi, sarà come se scomparissero, non potranno più seminare il loro prodotto diabolico. Ciò in cui credevano sarà distrutto, non avendo una propria realtà.

I corpi saranno già ritornati alla terra più volte, per i più sviati. Diciamola tutta: a essere colpevoli sono i corpi o le anime che li guidano? I corpi sono solo strumenti delle anime.

Certamente i corpi possono indurre in tentazione, a causa della loro debolezza e fragilità, e anche effettive necessità materiali, ma sono sottoposti alla mente, all’anima.

Quindi si arriva alla cessazione della morte dei corpi, che in se stessi non sono colpevoli, ma sono sottoposti all’uso che ne vogliamo fare. Non saranno più i corpi a ritornare alla polvere, ma tutti gli errori umani di cui furono strumenti. Certamente la consapevolezza degli errori, delle debolezze, dei crimini commessi brucerà l’anima degli autori.

Come abbiamo visto in “Dottrina e alleanze”, dopo il giudizio finale, ciascuno sarà assegnato al regno di appartenenza, in base al suo comportamento, e lì rimarrà fino al compimento della “ricompensa” in bene o in male che avrà meritato.

La riforma

Nonostante la persecuzione nei confronti dei giusti, i testimoni fedeli della verità di Dio erano presenti ovunque. Gli angeli del Signore svolgevano l’opera che era stata loro affidata; agivano anche nei luoghi più oscuri e sceglievano gli uomini che avevano un animo onesto. Erano come sepolti sotto il peccato, ma Dio li chiamava, come aveva fatto con Saulo, per farne dei messaggeri della verità e far sentire la loro voce, che si opponeva ai peccati di coloro che professavano di essere il suo popolo. Gli angeli di Dio agirono sui cuori di Martin Lutero, Melantone e altri in vari luoghi, e fecero in modo che fossero assetati della testimonianza vivente della Parola di Dio. Il nemico era piombato sulla chiesa come fiume in piena e l’ideale cristiano doveva essere innalzato per contrastarlo. Lutero venne scelto per placare la tempesta, opporsi all’ira della chiesa apostata e incoraggiare i pochi che erano rimasti fedeli alla loro professione di fede. Lutero viveva nel timore continuo di offendere Dio; tentò di ottenere il suo favore tramite le buone opere, ma non fu soddisfatto fino a quando un raggio di luce scese dal cielo per dissipare le tenebre del suo spirito e gli ridiede fiducia, non nelle opere, ma nei meriti del sangue di Cristo. Allora riuscì a rivolgersi a Dio personalmente, senza la mediazione di papi o confessori, ma solo tramite Gesù Cristo. {PS 202,1}

Come era preziosa per Lutero questa nuova e gloriosa luce, che aveva illuminato l’oscurità della sua mente e aveva allontanato la sua superstizione. Era più preziosa di tutti i tesori del mondo. La Parola di Dio era qualcosa di nuovo per lui. Tutto cambiò. Il libro che aveva suscitato in lui un profondo timore, perché non poteva afferrarne la bellezza, ora rappresentava per lui una fonte di vita, la vita eterna; era la sua gioia, la sua consolazione, il suo maestro. Niente gli avrebbe fatto abbandonare lo studio della Parola. Aveva temuto la morte, ma con la lettura della Bibbia tutti i suoi timori erano svaniti; apprezzò il carattere di Dio e lo amò. Esaminò le Scritture prima per se stesso, nutrendosi dei tesori che contenevano, poi per la chiesa. Era disgustato dei peccati di coloro in cui aveva confidato per la sua salvezza e vedendo che molti vivevano nella stessa oscurità, in cui lui era sprofondato, cercò con entusiasmo l’opportunità per far conoscere loro l’Agnello di Dio, l’unico che avrebbe eliminato il peccato dal mondo. {PS 202,2}

Parlando contro i peccati e gli errori della chiesa papale, si sforzò di spezzare le catene dell’oscurità, che limitavano migliaia di persone, facendole confidare nelle opere per la propria salvezza. Desiderava avere la capacità di aprire le loro menti alla comprensione delle vere ricchezze della grazia di Dio e all’eccellenza della salvezza, ottenuta tramite Gesù Cristo. {PS 203,1}

Tramite l’influsso dello Spirito Santo, rivelò i peccati dei capi della chiesa, e quando incontrava la violenta opposizione dei sacerdoti, il suo coraggio non si affievoliva, perché confidava fermamente in Dio, come sostegno per la vittoria. A mano a mano che la lotta si faceva più dura, la collera dei sacerdoti si accendeva contro di lui. Non volevano essere riformati; scelsero di rimanere legati agli agi, ai piaceri, alla malvagità, e desideravano che anche la chiesa restasse nell’oscurità. {PS 203,2}

Mi fu mostrato che Lutero era un uomo convinto e zelante, coraggioso e sincero nel rimproverare il peccato e nel difendere la verità. Non temeva gli uomini malvagi o i demoni, perché sapeva che con lui c’era qualcuno più forte di tutti loro. Ma Lutero, a volte, rischiava di estremizzare. E Dio chiamò Melantone, che era proprio l’opposto come carattere, per aiutare Lutero a portare avanti l’opera della Riforma. Melantone era timido, timoroso, cauto e aveva una grande pazienza. Era molto amato da Dio. La sua conoscenza delle Scritture era profonda, la sua capacità di giudizio e la sua saggezza eccellenti. Il suo amore per la causa di Dio era come quello di Lutero. {PS 203,3}

Il Signore unì gli intenti di questi uomini e diventarono amici inseparabili. Lutero sosteneva Melantone, quando egli rischiava di essere eccessivamente cauto e lento, e Melantone a sua volta era di grande aiuto a Lutero, quando quest’ultimo era troppo impulsivo. La prudenza di Melantone spesso evitò delle difficoltà, che sarebbero sorte se fosse stato lasciato tutto in mano a Lutero, e viceversa l’opera sarebbe stata rallentata, se fosse stata affidata solo a Melantone. La scelta di questi due uomini per portare avanti l’opera della Riforma manifestava la saggezza di Dio. {PS 203,4}

Poi fui condotta al periodo apostolico e vidi che Dio aveva scelto come collaboratori un Pietro battagliero e zelante e un Giovanni mite e paziente. A volte Pietro si comportava impulsivamente e spesso l’altro discepolo lo equilibrava. Dopo aver rinnegato Gesù, Pietro si pentì e si convertì, e la prudenza di Giovanni fu sufficiente a controllare il suo ardore e il suo zelo. L’opera di Cristo avrebbe spesso sofferto, se fosse stata affidata solo a Giovanni. Lo zelo di Pietro era necessario; il suo coraggio e la sua forza spesso lo aiutavano a risolvere le difficoltà e ridurre i nemici al silenzio. Giovanni aveva una personalità accattivante; aveva portato alla conversione molti con la sua pazienza e la sua profonda devozione. {PS 203,5}

Dio scelse degli uomini per denunciare i peccati della chiesa papale e far trionfare la Riforma. Satana tentava di distruggere questi testimoni fedeli, ma il Signore li proteggeva. Ad alcuni, per glorificare il suo nome, fu permesso di suggellare con il sangue la loro testimonianza, ma altri uomini forti, come Lutero e Melantone, avrebbero glorificato Dio, continuando a denunciare i peccati dei sacerdoti, dei papi e dei re, che tremavano alla sola voce di Lutero e dei suoi collaboratori. Grazie a questi uomini, dei raggi di luce iniziarono a dissipare le tenebre e molti accettarono con gioia questo messaggio e lo seguirono. Quando veniva ucciso un testimone, due o più prendevano il suo posto. {PS 204,1}

Ma Satana non era soddisfatto. Aveva potere solo sui loro corpi, ma non riusciva a indurre i credenti ad abbandonare la fede e la speranza. Anche nella morte essi trionfavano nella prospettiva dell’immortalità, al momento della risurrezione dei giusti. Il loro coraggio era sovrumano. Non osavano lasciarsi andare neanche per un momento, indossavano sempre l’armatura del cristiano, pronti per il combattimento, non solo contro i loro nemici spirituali, ma contro l’avversario che si incarnava in uomini, che gridavano continuamente: “Abbandonate la vostra fede o morirete”. {PS 204,2}

Questi cristiani erano forti grazie a Dio e più preziosi ai suoi occhi della metà di un mondo che portava il nome di Cristo, ma era codardo nell’impegno per la sua opera. Mentre la chiesa era perseguitata, i suoi membri erano uniti, pieni d’amore e forti in Dio. Ai peccatori non fu permesso di unirsi alla chiesa; solo quelli che erano disposti ad abbandonare tutto per Cristo potevano essere suoi discepoli. Essi amavano la povertà, l’umiltà e desideravano assomigliare al Salvatore. {PS 204,3}

La chiesa e il mondo

A questo punto vidi il nemico consultarsi con i suoi angeli, per considerare i risultati raggiunti fino a quel momento. Facendo leva sulla paura della morte, avevano impedito ad alcune persone timide di accettare la verità; ma molti, anche fra i più introversi, si erano schierati per la verità e tutte le paure e la timidezza erano svanite immediatamente. Assistendo alla morte dei loro fratelli, erano stati testimoni della loro fermezza e della loro pazienza. Si erano resi conto che Dio e gli angeli li avevano aiutati a sopportare le sofferenze e a sviluppare forza e coraggio. E quando furono chiamati a rinunciare alla propria vita, manifestarono la loro fede con una tale convinzione che i loro assassini tremarono. Satana e i suoi angeli decisero che doveva esserci un metodo più efficace e sicuro per distruggere gli uomini. Nonostante i cristiani soffrissero, la fermezza e la speranza che li animavano rafforzarono i più deboli, aiutandoli ad avvicinarsi con coraggio alle torture e ai roghi. Imitavano la nobile sopportazione di Cristo in presenza dei suoi assassini e grazie alla loro costanza e alla gloria di Dio, che li circondava, convinsero molti altri della verità. {PS 205,1}

Satana decise quindi che doveva utilizzare un metodo meno cruento. Aveva già alterato le dottrine della Bibbia, e la tradizione, che avrebbe sviato milioni di persone, stava radicandosi nella cristianità. Controllando il suo odio, decise di consigliare ai suoi seguaci di non utilizzare più simili persecuzioni, ma di far adottare alla chiesa le varie tradizioni, che si sarebbero sovrapposte alla fede originaria. Quando Satana riuscì a ottenere che la chiesa accettasse di ricevere dal mondo l’approvazione e gli onori, con il pretesto che ne avrebbe tratto dei benefici, iniziò a perdere il favore di Dio. Trascurando la proclamazione di quelle verità, che avrebbero escluso coloro che amavano il piacere e il mondo, perse gradualmente la sua potenza. {PS 205,2}

La chiesa ora non rappresentava più un popolo speciale, come durante le persecuzioni. L’oro ha perso la sua luminosità! Com’è cambiato l’oro puro! Vidi che se la chiesa avesse mantenuto la sua peculiarità e il suo carattere santo, sarebbe stata caratterizzata dalla potenza dello Spirito Santo, che era stato dato ai discepoli. I malati sarebbero stati guariti, i demoni cacciati, sarebbe stata forte e avrebbe suscitato il terrore nei suoi nemici. {PS 205,3}

Vidi una grande folla che professava il nome di Cristo, ma Dio non li riconosceva come suoi figli e non li approvava. Satana proponeva una religiosità apparente e voleva che si pensasse che fossero cristiani. Non era preoccupato che credessero in Gesù, nella sua crocifissione e nella sua risurrezione. Satana e i suoi angeli ci credono e tremano. Ma se la fede non si traduce in buone opere e non ispira coloro che la professano a imitare lo spirito di rinuncia di Cristo, Satana non si preoccupa, perché essi adottano solo il nome di cristiani, ma i loro cuori sono ancora carnali. Può utilizzarli al suo servizio anche meglio di coloro che non hanno fatto professione di fede. Nascondendo i loro limiti sotto il manto della religione, non hanno una vita santificata e le loro passioni non sono state ancora vinte. Questo permette ai non credenti di gettare il discredito sul nome di Cristo e su coloro che vivono una religione pura. {PS 206,1}

I pastori predicano su tematiche banali, che interessano le persone carnali. Non osano annunciare Cristo e le verità della Bibbia, temendo che coloro che non si sono ancora convertiti abbandonino la chiesa. Siccome molti sono ricchi, è importante che non se ne vadano, anche se non sono più qualificati di Satana e dei suoi angeli per fare parte della chiesa. È proprio quello che il diavolo desidera. La religione di Gesù viene presentata come popolare e importante agli occhi del mondo. Alla gente viene detto che coloro che professano la religione saranno i più onorati nella società. Tutto questo è molto diverso da ciò che Cristo ha insegnato. I suoi principi e quelli del mondo non possono conciliarsi. Coloro che seguono Cristo hanno rinunciato alla mondanità. Questi insegnamenti adulatori sono ispirati da Satana e dai suoi angeli; essi hanno tracciato un piano e i cosiddetti cristiani lo hanno messo in pratica. Hanno presentato storie piacevoli, che sono state subito accolte: gli ipocriti e coloro che peccano apertamente si sono uniti alla chiesa. Se la verità fosse stata predicata nella sua integrità, queste categorie di persone sarebbero state subito escluse. Ma non si vedeva nessuna differenza tra i cosiddetti discepoli di Cristo e quelli del mondo. Mi fu mostrato che se i membri delle chiese avessero sollevato il velo di questa falsa apparenza, si sarebbero evidenziati peccati, viltà e corruzione, e anche il più timido figlio di Dio non avrebbe esitato a chiamarli con il loro vero nome, “figli del loro padre, il diavolo”, visto che era per lui che operavano. {PS 206,2}

Gesù e gli angeli guardavano con orrore questa scena, ma Dio aveva un messaggio sacro e molto importante per la chiesa. Se i suoi membri l’avessero accettato, si sarebbe verificata una riforma radicale, si sarebbe manifestata quella testimonianza vivente, che avrebbe purificato la chiesa dagli ipocriti e dai peccatori, facendole riacquistare il favore di Dio. {PS 206,3}

William Miller

Dio inviò il suo angelo per rendere sensibile il cuore di un agricoltore, che non credeva nella Bibbia, e aiutarlo ad approfondire le profezie. Gli angeli di Dio entrarono ripetutamente in contatto con lui per risvegliare la sua intelligenza, affinché comprendesse le profezie che fino a quel momento erano risultate oscure per il popolo di Dio. Riconobbe i diversi filoni profetici e li studiò uno dopo l’altro, fino a quando provò una grande ammirazione per la Parola di Dio. Scoprì così un insieme di verità meravigliose. Questa Parola, che aveva sempre ritenuto non ispirata, ora la percepiva in tutta la sua bellezza e la sua gloria. Si rese conto che un brano delle Scritture ne spiegava un altro, e quando non capiva un passo ne trovava un altro che lo chiariva. La Parola di Dio divenne per lui fonte di gioia e gli ispirava un profondo rispetto, quasi una forma di riverenza. {PS 207,1}

Mentre studiava le profezie, capì che gli abitanti della terra, senza saperlo, stavano vivendo gli eventi finali della storia del mondo. Considerando le chiese, si rese conto della loro corruzione. Si erano allontanate da Cristo e si erano legate al mondo. Volevano beneficiare degli onori mondani, piuttosto che aspirare a quelli divini, e cercavano di ottenere le ricchezze terrene, invece di crearsi un tesoro in cielo. Ovunque si potevano constatare ipocrisia, oscurantismo e morte. Era profondamente turbato. Dio gli chiese di lasciare la sua fattoria, così come un tempo aveva chiamato Eliseo perché seguisse Elia, lasciando il suo bestiame e i suoi campi. Con grande timore William Miller iniziò a rivelare alla gente i misteri del regno di Dio, spiegando le profezie che si collegavano al ritorno di Cristo. Nella misura in cui si impegnava in questo compito, si sentiva più forte. Nello stesso modo in cui Giovanni il battista aveva annunciato il primo avvento di Gesù, così William Miller e quelli che si unirono a lui preparavano la seconda venuta del Figlio di Dio. {PS 207,2}

Fui riportata ai giorni dei discepoli e mi fu mostrato che Dio aveva affidato a Giovanni un compito speciale. Satana era deciso a ostacolare la sua opera e istigò i suoi seguaci a uccidere l’apostolo. Ma Dio inviò il suo angelo, che lo protesse in modo straordinario. Tutti coloro che furono testimoni della grande potenza divina, in occasione della liberazione di Giovanni, rimasero stupiti; molti si convinsero che Dio era con lui e che la sua testimonianza riguardante Gesù era vera. Coloro che avevano cercato di ucciderlo si spaventarono al pensiero di dover ancora attentare alla sua vita e così gli fu permesso di continuare a soffrire per il suo Salvatore. Fu accusato ingiustamente dai suoi nemici e poco tempo dopo esiliato su un’isola deserta, dove il Signore inviò il suo angelo a rivelargli gli eventi che si sarebbero verificati sulla terra e lo stato della chiesa sino alla fine dei tempi: le apostasie, la posizione che avrebbe occupato se fosse rimasta fedele a Dio e infine il suo trionfo. {PS 207,3}

L’angelo scese dal cielo in tutta la sua maestà verso l’apostolo, il suo volto rifletteva la gloria di Dio. Rivelò a Giovanni le scene più interessanti e appassionanti della storia della chiesa di Dio e gli mostrò i pericolosi conflitti che i discepoli di Cristo avrebbero dovuto affrontare. Giovanni li vide misurarsi con terribili difficoltà: pallidi, provati e infine conquistatori vittoriosi, in salvo nel regno di Dio. Il volto dell’angelo era radioso di gioia, quando mostrava a Giovanni il trionfo finale della chiesa di Dio. Mentre l’apostolo considerava la liberazione della chiesa, si lasciò coinvolgere dalla gloria della scena e con profondo rispetto e meraviglia cadde ai piedi dell’angelo, per adorarlo. Il messaggero divino lo fece alzare immediatamente e lo rimproverò, dicendo: “Guardati dal farlo. Io sono un servitore come te e come i tuoi fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù: adora Dio. Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia”. Apocalisse 19:10. L’angelo mostrò a Giovanni la santa Città in tutto il suo splendore e la sua gloria, ed egli, rapito e sopraffatto da ciò che aveva visto, dimenticando il rimprovero dell’angelo, cadde nuovamente ai suoi piedi, per adorarlo. Di nuovo l’angelo lo riprese con gentilezza: “Guardati dal farlo; io sono un servo come te e come i tuoi fratelli, i profeti, e come quelli che custodiscono le parole di questo libro”. Apocalisse 22:7. {PS 208,1}

Sia i pastori sia la gente comune hanno considerato l’Apocalisse come un libro misterioso e meno rilevante, rispetto ad altre parti delle Scritture. Invece mi fu mostrato che quel libro rappresentava una rivelazione particolarmente importante per coloro che sarebbero vissuti negli ultimi tempi, per guidarli nell’adempimento delle loro responsabilità. Dio orientò la mente di William Miller nello studio delle profezie e gli permise di comprendere il libro dell’Apocalisse. {PS 208,2}

Se le visioni di Daniele fossero state capite, il popolo avrebbe potuto comprendere meglio quelle di Giovanni. Ma al momento opportuno, Dio incoraggiò il messaggero che aveva scelto che, con chiarezza e con la potenza dello Spirito Santo, rivelò le profezie e mostrò l’armonia che esisteva fra le visioni di Daniele, di Giovanni e di altri passi della Bibbia. Inoltre, William Miller esercitò una profonda impressione sui cuori delle persone, presentando i sacri e i temibili avvertimenti della Parola, affinché si preparassero al ritorno del Figlio dell’uomo. Coloro che lo ascoltarono furono profondamente e solennemente convinti; pastori e gente comune, peccatori e infedeli si rivolsero al Signore e si prepararono per affrontare il giudizio. {PS 208,3}

Gli angeli di Dio accompagnarono William Miller nella sua missione. Era un uomo deciso e irremovibile, e con coraggio proclamava il messaggio che gli era stato affidato. Un mondo immerso nelle tenebre spirituali e una chiesa fredda e secolarizzata erano sufficienti per catalizzare tutte le sue energie e fargli sopportare la privazione, la fatica e la sofferenza. Nonostante incontrasse l’opposizione della società in cui viveva e dei cristiani professanti, nonostante fosse esposto ai colpi bassi di Satana e dei suoi seguaci, non smise di predicare alle folle il messaggio del Vangelo eterno, ovunque fosse invitato; facendo risuonare vicino e lontano il grido: “Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio”. Apocalisse 14:7. {PS 209,1}

Il messaggio del primo angelo

Mi fu mostrato che Dio, nel 1843, aveva previsto la proclamazione del tempo della fine. Il suo obiettivo era sensibilizzare gli uomini e condurli a schierarsi pro o contro la verità. I pastori erano convinti della correttezza della spiegazione dei periodi profetici, ma solo alcuni rinunciarono al loro orgoglio, ai loro salari e alle loro chiese per spostarsi da un luogo all’altro, annunciando il messaggio. E poiché il messaggio divino fu accolto da pochi dei cosiddetti pastori di Cristo, il compito fu affidato ad altri credenti, che non erano predicatori. Alcuni lasciarono i loro campi per proclamare questo messaggio, altri i loro negozi e le loro aziende. Perfino dei professionisti si sentirono motivati a rinunciare al proprio lavoro, per impegnarsi in un’opera impopolare, come quella della diffusione del messaggio del primo angelo. {PS 210,1}

Molti pastori abbandonarono i propri punti di vista e le loro tendenze particolaristiche e si unirono nella proclamazione del ritorno di Gesù. Ovunque venisse predicato il messaggio, la gente ne era profondamente toccata. I peccatori si pentirono, piansero e pregarono per il perdono dei loro peccati, e coloro che avevano commesso atti disonesti erano ansiosi di riparare il torto, che avevano arrecato. I genitori provavano una profonda sollecitudine nei confronti dei figli. Coloro che avevano ricevuto il messaggio si impegnavano in favore dei loro amici e familiari non convertiti. Convinti dell’importanza di questo solenne messaggio, li avvertivano e li imploravano, perché si preparassero per la venuta del Figlio dell’uomo. Solo i cuori veramente insensibili non cedevano all’evidenza delle prove, che accompagnavano quelle testimonianze. Quest’opera di purificazione dello spirito distolse i loro affetti dalle realtà terrene a quelle divine, suscitando in loro una consacrazione mai sperimentata prima. {PS 210,2}

Migliaia di persone accettarono la verità presentata da William Miller e gli inviati di Dio, animati dallo spirito e dalla potenza di Elia, proclamarono il messaggio. Come Giovanni il battista, il precursore di Gesù, coloro che predicavano questo solenne messaggio si sentirono obbligati a porre “la scure alla radice degli alberi” (Matteo 3:10) e a incoraggiare gli uomini a produrre frutti degni del ravvedimento. Questa testimonianza mirava a risvegliare e rinnovare potentemente le chiese, per manifestarne la vera natura. E quando fu proclamato il solenne avvertimento in vista del giudizio, molti di coloro che facevano parte delle chiese ricevettero questo messaggio di salvezza; si resero conto dei loro errori e, versando lacrime amare di pentimento e profonda angoscia, si umiliarono davanti a Dio. Quando lo Spirito di Dio scese fra loro, erano pronti per annunciare il messaggio: “Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio”. {PS 210,3}

La predizione di una data precisa per la fine dei tempi suscitò una forte opposizione in vari gruppi sociali, dai pastori delle chiese fino ai peccatori più incalliti. “Nessun uomo conosce né il giorno né l’ora” dicevano il pastore ipocrita e lo schernitore sfrontato. Nessuno di loro voleva essere istruito e ripreso da coloro che fissavano l’anno in cui ritenevano si sarebbero conclusi i periodi profetici e indicavano i segni del prossimo ritorno di Cristo. Molti pastori, che professavano di amare Gesù, dissero che non avevano nessun problema a predicare il ritorno di Cristo, ma che non erano d’accordo sull’annuncio di una data precisa. Dio leggeva nei loro cuori: in realtà essi non desideravano che si proclamasse che Gesù stava per tornare. Il Signore sapeva che a causa della loro condotta, in contrasto con i principi cristiani, non avrebbero superato le prove: essi non stavano camminando nell’umile sentiero segnato dal Cristo. Questi falsi pastori erano d’intralcio all’opera di Dio. La verità, annunciata con convinzione, aveva toccato il cuore di molti che, come il carceriere di Filippi, cominciarono a chiedere: “Che cosa devo fare per essere salvato?”. Ma questi pastori si erano interposti tra la verità e i loro uditori, e predicavano su soggetti piacevoli, per allontanarli dalla verità. Si univano a Satana e ai suoi angeli per annunciare: “Pace, pace”, quando pace non c’era. Coloro che amavano gli agi e non si preoccupavano di essere in comunione con Dio non rinunciarono alle loro certezze materiali. Vidi che gli angeli di Dio prendevano nota di tutto, gli abiti di quei pastori non consacrati erano coperti del sangue dei peccatori. {PS 211,1}

I pastori che rifiutarono questo messaggio di salvezza impedirono ad altri di accettarlo e quindi ne risultarono responsabili. Essi si unirono alla gente comune per opporsi al messaggio divino, perseguitando William Miller e tutti coloro che lo seguivano. Vennero diffuse falsità e menzogne per danneggiare il suo influsso. Molte volte, mentre presentava con convinzione il messaggio di Dio, esponendo ai suoi uditori profonde verità, scatenava la collera di alcuni, che poi lo attendevano all’uscita per tendergli un agguato. Ma gli angeli inviati da Dio lo proteggevano e lo conducevano in un luogo sicuro, lontano dalla folla infuriata. La sua opera non era ancora conclusa. {PS 211,2}

I più devoti accettarono il messaggio con gioia. Sapevano che proveniva da Dio ed era stato proclamato al momento opportuno. Gli angeli seguivano con grande interesse gli effetti della predicazione e quando le chiese la rifiutavano, si consultavano con Gesù. Il Salvatore distoglieva la sua attenzione dalle chiese e ordinava agli angeli di vegliare fedelmente su coloro che non avevano rifiutato la testimonianza, perché un’altra luce avrebbe brillato su di loro. Mi fu mostrato che se i cosiddetti cristiani avessero apprezzato il messaggio del ritorno del loro Salvatore, se avessero orientato i loro affetti verso di lui e creduto che non ci fosse nessuno sulla terra che potesse paragonarsi a lui, avrebbero accolto con gioia il primo annuncio della sua venuta. Ma il disappunto che manifestarono alla notizia del suo ritorno dimostrava chiaramente che non lo amavano. Satana e i suoi angeli trionfarono e rinfacciarono a Cristo e ai suoi angeli che coloro che si definivano cristiani non amavano abbastanza Gesù da desiderarne il ritorno. {PS 212,1}

Vidi che il popolo di Dio aspettava con gioia il ritorno del Signore e si preparava per questo evento. Dio decise di metterlo alla prova. Egli fece in modo che essi non individuassero chiaramente il periodo dei calcoli profetici. Coloro che stavano aspettando il Signore non si resero conto di questo errore. Non lo notò neanche chi aveva approfondito lo studio delle profezie e si opponeva alla definizione di una data precisa. Dio aveva in mente che il suo popolo affrontasse una delusione. Quel tempo passò e il Signore non ritornò. Coloro che avevano atteso con gioia il Salvatore provarono profonda tristezza e scoraggiamento, mentre coloro che non avevano atteso con ansia il ritorno di Gesù, ma avevano accettato il messaggio solo per paura, erano contenti che non fosse ritornato in quel momento tanto atteso. La loro professione di fede non aveva toccato il loro cuore e purificato la loro vita. Il decorrere della data fissata rappresentava un’occasione per rivelare i loro veri sentimenti. Essi furono i primi a schernire le persone deluse e tristi, che avevano aspettato sinceramente il loro Redentore. La saggezza di Dio si manifestò nella prova data al suo popolo, che offriva l’occasione di scoprire chi si sarebbe ritirato e allontanato nel momento della difficoltà. {PS 212,2}

Gesù e gli angeli guardavano con simpatia e amore coloro che avevano desiderato ardentemente vedere il loro Salvatore. Essi erano accanto ai credenti per sostenerli nel momento della prova. Coloro che invece non si erano preoccupati di ricevere il messaggio divino e preferirono rimanere nelle tenebre, dovevano fare i conti con la collera di Dio, perché non avevano voluto ricevere il messaggio che era stato inviato loro. I cristiani fedeli, delusi, che non riuscivano a capire il motivo per cui il loro Signore non fosse ritornato, non furono lasciati nelle tenebre. {PS 212,3}

Ricominciarono a studiare la Bibbia per approfondire lo studio dei periodi profetici. Dio alzò la sua mano e l’errore fu svelato. Videro che il periodo profetico arrivava fino al 1844 e che le stesse argomentazioni che avevano utilizzato per dimostrare che il periodo profetico finiva nel 1843, dimostravano che sarebbe finito nel 1844. La luce dalla Parola di Dio rischiarò la loro comprensione dei fatti e scoprirono che doveva esserci un ritardo: “… è una visione… se tarda, aspettala; poiché certamente verrà e non tarderà”. Abacuc 2:3. Nel loro desiderio del ritorno immediato di Cristo, avevano perso di vista questo ritardo della profezia, calcolato per mettere alla prova i veri fedeli. Ma molti di loro non riuscirono a risollevarsi dalla grande delusione e a manifestare quel tipo di zelo e di forza, che avevano caratterizzato la loro fede nel 1843. {PS 213,1}

Satana e i suoi angeli trionfavano. Coloro che non avevano accettato il messaggio si compiacevano per la loro capacità di giudizio e la saggezza dimostrata, nel non lasciarsi trasportare da quella illusione, come la chiamavano. Non si rendevano conto che stavano rifiutando il consiglio di Dio e lavorando con Satana e i suoi angeli, per gettare nella confusione il popolo di Dio, che viveva secondo il messaggio ricevuto. {PS 213,2}

Chi aveva accettato questo messaggio fu perseguitato dalle chiese. In un primo momento coloro che non avevano voluto ascoltare il messaggio non avevano osato rivelare i propri sentimenti, ma con il passare del tempo li avevano manifestati. Infatti avevano deciso di mettere a tacere la testimonianza di coloro che aspettavano il ritorno di Gesù e sostenevano che i periodi profetici si estendevano fino al 1844. {PS 213,3}

I credenti avevano spiegato con chiarezza il loro errore e i motivi per cui attendevano il ritorno del Signore per il 1844. E i loro avversari non potevano presentare nessuna argomentazione contro le loro valide motivazioni. Ma le chiese si irritarono, erano decise a non arrendersi all’evidenza e a chiudere le porte a questo messaggio, in modo che altri non potessero ascoltarlo. Coloro che avevano osato parlare del messaggio, che il Signore aveva comunicato, furono radiati dalle comunità. Ma Gesù era con loro ed erano felici di avere la sua approvazione. Erano pronti per ricevere il messaggio del secondo angelo. {PS 213,4}

Il messaggio del secondo angelo

Le chiese che avevano rifiutato il messaggio del primo angelo non accettarono i consigli divini e persero il favore di Dio. Confidavano nelle proprie forze e, opponendosi al primo messaggio, si ritrovarono in una condizione tale che per loro era impossibile comprendere il messaggio del secondo angelo. Ma i figli di Dio, che erano oppressi, accettarono il messaggio: “Caduta, caduta è Babilonia” e lasciarono le loro chiese. {PS 214,1}

Nel momento in cui si avvicinava la fine della proclamazione del messaggio del secondo angelo, vidi una grande luce dal cielo illuminare il popolo di Dio, i raggi di questa luce sembravano luminosi come quelli del sole e sentii le voci degli angeli gridare: “Ecco lo sposo, uscitegli incontro”. {PS 214,2}

Questo era il grido di mezzanotte, che doveva assicurare potenza al messaggio del secondo angelo. Gli angeli erano stati inviati dal cielo a risvegliare i giusti e a prepararli per la grande opera che li attendeva. Gli uomini più dotati non furono i primi ad accettare questo messaggio; gli angeli erano stati inviati ai più umili e fedeli, invitandoli ad annunciare: “Ecco lo sposo, uscitegli incontro”. {PS 214,3}

Coloro a cui era stato affidato il messaggio si affrettarono a proclamarlo, grazie alla potenza dello Spirito Santo, e si impegnarono a sostenere i fratelli scoraggiati. Quest’opera non era frutto della saggezza e della conoscenza umana, ma della potenza divina. I giusti che sentirono risuonare questo grido non poterono resistere. I più spirituali accettarono per primi il messaggio. Mentre alcuni, che erano stati responsabili dell’opera, furono fra gli ultimi ad annunciare: “Ecco lo sposo, uscitegli incontro”. {PS 214,4}

Ovunque venne offerta la possibilità di comprendere il messaggio del secondo angelo e questo annuncio toccò il cuore di migliaia di persone. Si diffuse di città in città, di villaggio in villaggio, fino a quando tutti i figli di Dio, in attesa, sperimentarono un vero risveglio. {PS 214,5}

In molte chiese la diffusione del messaggio non venne permessa e tanti, che avevano accettato questa testimonianza, lasciarono queste comunità ormai decadute. {PS 214,6}

Una grande opera venne realizzata attraverso il grido di mezzanotte. Il messaggio, che penetrava nei cuori, portava i credenti a vivere una spiritualità reale e personale; sapevano di non potersi appoggiare l’uno all’altro. I santi aspettavano con ansia il loro Signore con digiuni, veglie e in spirito di costante preghiera. Alcuni peccatori aspettavano quel momento con profondo timore, ma la massa manifestava lo spirito di Satana, opponendosi al messaggio; essi derisero e schernirono la verità, ripetendo ovunque: “Nessun uomo conosce né il giorno né l’ora”. Gli angeli malvagi li indussero a rendere insensibili i loro cuori e a rifiutare ogni messaggio proveniente dal cielo, per farli cadere nella trappola di Satana. Molti di coloro che professavano di cercare Cristo non parteciparono in nessun modo alla proclamazione del messaggio. {PS 214,7}

La gloria di Dio di cui erano stati testimoni, l’umiltà e la profonda devozione di coloro che l’attendevano e il peso determinante delle prove li indussero a dichiarare di aver accettato il messaggio della verità, ma in realtà non si erano convertiti e non erano pronti per la venuta del Signore. {PS 215,1}

Ovunque i santi erano motivati da uno spirito di preghiera fervente e profondo. Erano avvolti da un’atmosfera di sacra solennità. Gli angeli osservavano con grande interesse gli effetti del messaggio: sostenevano coloro che lo avevano accettato e li allontanavano dalle realtà terrene, affinché attingessero risorse alla fonte della salvezza. {PS 215,2}

Dio guardava con favore i suoi figli e Gesù era compiaciuto di vedere la sua immagine riflessa in loro. Avevano fatto un sacrificio completo, si erano consacrati senza riserve e aspettavano di essere rivestiti di immortalità. Ma erano destinati a essere delusi ancora una volta. Il tempo che aspettavano per la loro liberazione passò e si trovavano ancora sulla terra. Mai gli effetti della maledizione della razza umana erano stati più visibili. Avevano rivolto tutte le loro attenzioni verso il cielo, avevano assaporato anticipatamente la loro liberazione, ma le loro speranze non si erano concretizzate. {PS 215,3}

La paura che aveva angosciato molti non svanì immediatamente. Le folle non esultarono subito nel vedere la delusione dei cristiani; ma poiché non si manifestava nessun segno della collera divina, il loro timore si placò e ricominciarono a deridere i figli di Dio, che furono costretti nuovamente ad affrontare momenti di prova. {PS 215,4}

Tutti li ridicolizzavano, li rimproveravano, e anche coloro che prima erano convinti che Gesù sarebbe tornato per risuscitare i morti, per trasformare i giusti viventi e introdurli per sempre nel suo regno, ora esprimevano gli stessi sentimenti di Maria Maddalena al sepolcro di Cristo: “Hanno tolto il mio Signore e non so dove lo abbiano deposto”. Giovanni 20:13. {PS 215,5}

Il movimento avventista

Mi furono mostrati vari gruppi di persone, che sembravano legati insieme con delle corde. Molti membri di questi gruppi erano immersi nell’oscurità totale; guardavano verso terra e sembrava non esserci alcun legame tra loro e Dio. Ma c’erano altre persone appartenenti a questi stessi gruppi, i cui volti risplendevano di luce e i cui occhi erano rivolti verso il cielo. Dei raggi di luce provenienti da Gesù, simili a quelli del sole, li illuminavano. Un angelo mi disse di guardare attentamente: vidi che un angelo di Dio vegliava su ognuno di coloro il cui volto risplendeva di luce, mentre degli angeli malvagi circondavano quelli che erano nell’oscurità. Sentii la voce di un angelo gridare: “Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio”. Apocalisse 14:7. {PS 216,1}

Una luce gloriosa discese su questi gruppi, per illuminare coloro che l’avrebbero accolta. Alcuni di quelli che erano nelle tenebre accettarono la luce e se ne rallegrarono, altri la rifiutarono, dicendo che era stata inviata per allontanarli dal giusto cammino; la luce disparve e rimasero nell’oscurità. Coloro che ricevettero la luce da Gesù l’apprezzarono. I loro volti risplendevano di gioia, mentre guardavano Gesù con grande interesse, e in sintonia con l’angelo, dicevano: “Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio”. Mentre lanciavano questo grido, vidi coloro che stavano nell’oscurità spingerli alle spalle e ai fianchi. Poi molte persone che apprezzavano questa luce sacra ruppero le corde che li trattenevano e si separarono dagli altri. Nel frattempo passarono degli uomini appartenenti ad altri gruppi e furono oggetto di particolare considerazione: alcuni pronunciavano parole gentili, mentre altri si esprimevano con sguardi furiosi e gesti minacciosi, e cercavano di legare le corde, che si stavano sciogliendo. Questi uomini dicevano costantemente: “Dio è con noi. Noi siamo nella luce. Noi abbiamo la verità”. Chiesi chi fossero e mi fu risposto che erano pastori e dirigenti che avevano rifiutato questa luce e non volevano che altri l’accettassero. {PS 216,2}

Vidi coloro che avevano ricevuto la luce: guardavano verso il cielo, con l’ardente desiderio che Gesù venisse e li portasse con sé. Improvvisamente una nuvola passò sopra di loro e i loro volti si rattristarono. Chiesi quale fosse il motivo dell’apparizione di questa nuvola e mi fu mostrato che rappresentava la loro delusione; il tempo fissato per la venuta del loro Salvatore era passato e Gesù non era ritornato. Nella misura in cui queste persone si scoraggiavano, i pastori e i dirigenti, che avevo visto precedentemente, si rallegravano sempre di più, tutti coloro che avevano rifiutato la luce trionfavano, Satana e i suoi angeli malvagi esultavano. {PS 216,3}

Poi sentii la voce di un altro angelo, che diceva: “Caduta, caduta è Babilonia”. Una luce risplendeva su coloro che erano scoraggiati e ancora una volta fissarono i loro occhi su Gesù. Vidi degli angeli che parlavano con colui che aveva annunciato: “Caduta, caduta è Babilonia” e si unirono a lui, gridando: “Guardate, lo Sposo viene, andate a incontrarlo!”. Le voci melodiose degli angeli sembravano risuonare ovunque. Una luce estremamente luminosa e gloriosa si diffondeva intorno a coloro che avevano apprezzato il messaggio ricevuto. I loro volti erano radiosi, e si unirono agli angeli, dicendo: “Ecco lo sposo, uscitegli incontro”. Mentre questo grido proveniva armoniosamente dai vari gruppi, coloro che avevano rifiutato il messaggio li colpivano, li deridevano e li guardavano con disprezzo. Ma gli angeli di Dio stesero le loro ali sui perseguitati, mentre Satana e i suoi seguaci cercavano di trascinarli nelle tenebre, per portarli a rifiutare la luce del cielo. {PS 217,1}

Allora sentii una voce, che diceva a coloro che erano stati colpiti e derisi: “Allontanatevi da loro e non toccate nulla di impuro”. Per ubbidire a questa voce, un gran numero di persone ruppe le corde con cui erano legati, lasciarono il gruppo immerso nelle tenebre, per raggiungere i fedeli che avevano riacquistato la libertà e si unirono ai loro canti. Sentii la voce di alcune persone, che erano rimaste ancora nel gruppo circondato dalle tenebre, pregare con fervore. I pastori e i dirigenti facevano il giro dei vari gruppi, stringendo le corde, e io continuavo a sentire la voce di coloro che pregavano intensamente. Poi vidi coloro che pregavano allungare le mani, chiedendo aiuto a chi era libero e gioiva nel Signore. Essi risposero, guardando verso il cielo: “Allontanatevi da loro e separatevene”. Vidi alcuni che lottavano per liberarsi; alla fine riuscirono a rompere le corde che li legavano, opponendosi agli sforzi fatti da coloro che avevano stretto le corde con forza e rifiutando di ascoltare le affermazioni dei pastori e dei dirigenti, che ripetevano: “Dio è con noi. Abbiamo la verità”. {PS 217,2}

Continuamente vedevo persone che lasciavano i gruppi immersi nell’oscurità, per unirsi a coloro che si erano liberati, e sembravano raggiungere un campo aperto, al di sopra della terra. I loro sguardi erano rivolti verso l’alto: circondati dalla gloria di Dio, lodavano con gioia il Signore. Erano molto uniti e sembravano avvolti da una luce proveniente dal cielo. Intorno a loro c’erano persone che subivano l’influsso di questa luce, ma non erano particolarmente legate al gruppo. Tutti coloro che amavano la luce rivolgevano i loro sguardi verso l’alto con grande interesse e Gesù li guardava con serena approvazione. Aspettavano il suo ritorno e desideravano con ansia assistere a questo evento. Non si attardavano a guardare verso la terra. {PS 217,3}

Ma nuovamente una nuvola li avvolse e allora vidi che rivolgevano i loro sguardi stanchi in basso. Chiesi quale fosse il motivo di questo cambiamento. L’angelo che mi accompagnava mi disse: “Sono stati delusi ancora una volta nelle loro aspettative. Gesù non può ritornare sulla terra. Dovranno affrontare prove maggiori. Dovranno rinunciare agli errori e alle tradizioni umane e rivolgersi con decisione a Dio e alla sua Parola. Dovranno essere purificati e affrontare le prove. Coloro che supereranno queste difficoltà otterranno la vittoria eterna”. {PS 218,1}

Cristo non era venuto sulla terra per purificare con il fuoco il suo santuario, tramite il rinnovamento della terra, come si aspettava quel gruppo di credenti. Mi fu mostrato che la spiegazione che proponevano questi credenti in merito ai periodi profetici era corretta. Il tempo della profezia terminava nel 1844 e Gesù era entrato nel luogo santissimo per purificare il santuario alla fine dei tempi. {PS 218,2}

Il loro errore consisteva nella mancata comprensione di che cosa fosse il santuario e della natura della sua purificazione. Vidi la tristezza del gruppo che lo aveva atteso. Esaminarono le prove della loro fede e ricontrollarono i calcoli dei periodi profetici, ma non trovarono nessun errore. Il tempo era adempiuto, ma dov’era il loro Salvatore? Lo avevano perso. {PS 218,3}

Mi fu mostrata la grande delusione dei discepoli quando, arrivando al sepolcro, non trovarono il corpo di Gesù. Maria disse: “Hanno tolto il mio Signore e non so dove lo abbiano deposto”. Gli angeli dissero ai discepoli addolorati che il loro Signore era risorto e sarebbe apparso loro in Galilea. {PS 218,4}

Nello stesso modo, vidi come Gesù guardava con profonda compassione coloro che avevano atteso la sua venuta ed erano rimasti delusi. Inviò i suoi angeli a guidarli, perché potessero seguirlo là dov’era andato. Mostrò loro che questa terra non è il santuario, ma che doveva entrare nel luogo santissimo del santuario del cielo, per compiere l’espiazione in favore dei suoi figli e ricevere il regno da suo Padre. Allora sarebbe ritornato sulla terra per portarli a vivere con lui per sempre. La delusione dei primi discepoli raffigura molto bene la delusione di coloro che aspettavano il Signore nel 1844. {PS 218,5}

Fui riportata al tempo in cui Cristo era entrato trionfante in Gerusalemme. I discepoli, pieni di gioia, credevano che avrebbe assunto il governo e regnato come un principe. Seguirono quindi il loro Re con questa speranza. Tagliarono i rami delle palme, stesero le loro tuniche sul suo percorso; alcuni camminavano davanti a lui e altri dietro, e tutti insieme gridavano: “Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nei luoghi altissimi!” Matteo 21:9. {PS 219,1}

L’entusiasmo infastidì i farisei, che volevano che Gesù rimproverasse i suoi discepoli, ma egli disse loro: “Vi dico che se costoro tacciono, le pietre grideranno”. Luca 19:40. La profezia di Zaccaria 9:9 doveva adempiersi, tuttavia i discepoli sperimentarono una forte delusione. Pochi giorni dopo seguirono Gesù fino al Calvario, lo videro ferito e inchiodato alla croce. Furono testimoni della sua agonia e della sua sepoltura. Erano disperati e profondamente rattristati, le loro speranze non si erano realizzate come avevano previsto: queste speranze morirono con Gesù. Ma quando risuscitò e apparve ai discepoli addolorati, le loro speranze si ravvivarono: lo avevano ritrovato. {PS 219,2}

Vidi che la delusione di coloro che avevano creduto al ritorno del Signore nel 1844 non eguagliava quella dei primi discepoli. La profezia si era adempiuta nel messaggio del primo e del secondo angelo, che erano stati annunciati al momento opportuno e avevano permesso di realizzare l’opera che Dio voleva che fosse compiuta. {PS 219,3}

Un’altra visione degli eventi

Mi fu mostrato l’interesse che il cielo manifestava per l’opera che si stava realizzando sulla terra. Gesù aveva incaricato un angelo potente di scendere e avvertire gli abitanti della terra di prepararsi per il suo ritorno. Mentre l’angelo si allontanava dalla presenza di Gesù, una luce luminosa e gloriosa lo precedeva. Mi fu detto che la sua missione era quella di rischiarare la terra con la sua gloria e avvertire l’umanità della manifestazione dell’ira di Dio. {PS 220,1}

Tanti accettarono questa luce, alcuni avevano un’espressione solenne, altri erano gioiosi ed estasiati. Tutti coloro che accolsero la luce volsero lo sguardo verso il cielo e glorificarono Dio. Ma nonostante la luce fosse a disposizione di tutti, alcuni beneficiarono parzialmente del suo influsso, senza lasciarsi coinvolgere completamente. {PS 220,2}

Molti reagirono con rabbia; pastori e gente comune si unirono agli empi, per opporre resistenza alla luce offerta da quell’angelo maestoso, ma tutti coloro che l’accettarono si allontanarono dal mondo e consolidarono i loro legami. {PS 220,3}

Satana e i suoi angeli erano impegnati a distogliere il maggior numero di persone da quella luce. Il gruppo che la rifiutò rimase nell’oscurità. Vidi l’angelo guardare con profondo interesse coloro che professavano di far parte del popolo di Dio, per valutare il carattere che avevano sviluppato, dopo aver ricevuto il messaggio divino. E mentre molti di coloro che avevano professato di amare Gesù prendevano le distanze da questo messaggio, deridendolo e odiandolo, un angelo con una pergamena in mano registrava quel comportamento vergognoso. Tutto il cielo era indignato, vedendo coloro che si professavano discepoli di Gesù disprezzarlo a tal punto. {PS 220,4}

Vidi la delusione di coloro che avevano atteso il Signore con tanta fiducia, ma non lo avevano visto. Era nei piani di Dio nascondere il futuro e condurre il suo popolo a prendere una decisione. Ma senza l’annuncio di una data precisa per la venuta di Gesù, l’opera di Dio non si sarebbe compiuta. {PS 220,5}

Satana aveva convinto gli uomini che i grandi eventi legati al giudizio e alla fine del tempo di grazia si sarebbero verificati in un lontano futuro. Era quindi necessario che il popolo fosse guidato a ricercare sinceramente una preparazione immediata. {PS 220,6}

A mano a mano che il tempo passava, coloro che non avevano pienamente accettato la luce dell’angelo si unirono a quelli che avevano rifiutato il messaggio e avevano deriso chi era rimasto deluso. Gli angeli registrarono la condizione di coloro che si reputavano discepoli di Cristo. Il passare del tempo stabilito per il ritorno di Gesù aveva messo in evidenza chi fossero realmente: molti furono pesati sulla bilancia e trovati mancanti. Professavano di essere cristiani, ma non seguivano affatto il Cristo. Satana esultava, vedendo la condizione dei presunti discepoli di Gesù; li aveva fatti cadere nella sua trappola. Aveva condotto la maggior parte di loro ad abbandonare la giusta via, infatti essi cercavano di andare in cielo, seguendo un altro percorso. Gli angeli videro che in Sion i puri e i giusti erano mescolati con i peccatori e gli ipocriti, che amavano il mondo. Avevano protetto i veri discepoli di Gesù, ma i corrotti stavano influenzando i santi. Coloro che desideravano profondamente di vedere Gesù non potevano parlare del suo ritorno, perché i loro cosiddetti fratelli glielo impedivano. Gli angeli guardavano questa scena e simpatizzavano con il rimanente, che aspettava con ansia la venuta del Signore. {PS 221,1}

Un altro angelo potente fu incaricato di scendere sulla terra. Gesù gli diede un libro, e mentre quell’angelo volava verso la terra gridava: “Caduta, caduta è Babilonia”. Allora vidi i delusi guardare nuovamente verso il cielo, aspettando con fede e speranza il ritorno del Signore. Ma molti sembravano come inebetiti e addormentati, e potevo vedere sui loro volti i segni di un profondo dolore. Coloro che erano rimasti profondamente delusi capirono dalle Scritture che vivevano un periodo di ritardo e dovevano attendere pazientemente l’adempimento della profezia. Le stesse prove che li avevano portati ad aspettare il Signore nel 1843, ora li convincevano ad attenderlo per il 1844. Mi resi conto che la maggior parte di loro non aveva più quella forza, che aveva caratterizzato la loro fede nel 1843: la delusione subita l’aveva intaccata. {PS 221,2}

Quando il popolo di Dio si unì al grido del secondo angelo, gli angeli annotarono con grande interesse gli effetti del messaggio. Molti di coloro che si professavano cristiani derisero quelli che erano stati delusi. Quando li mettevano in ridicolo con questa espressione: “Non siete ancora andati in cielo!”, un angelo registrava le loro parole. L’angelo disse: “Essi scherniscono Dio”. Mi fu ricordato un peccato simile compiuto in passato. Elia era stato traslato in cielo e il suo mantello era caduto sulle spalle di Eliseo. Allora dei giovani malvagi, che avevano imparato dai loro genitori a disprezzare l’uomo di Dio, seguirono Eliseo e gridarono, deridendolo: “Sali, calvo! Sali, calvo!” 2 Re 2:23. Insultando Eliseo, insultavano Dio, e vennero puniti in quel momento e in quel posto. Nello stesso modo, coloro che hanno deriso e schernito l’idea dell’ascensione dei giusti in cielo, saranno colpiti dal giudizio di Dio e capiranno che non si scherza con il Creatore. {PS 221,3}

Gesù disse ad altri angeli di volare velocemente, per risvegliare e rafforzare la fede vacillante del suo popolo, per prepararli a comprendere il messaggio del secondo angelo e il prossimo importante cambiamento, che si sarebbe verificato in cielo. Vidi questi angeli ricevere grande potenza e luce da Gesù e poi volare rapidamente sulla terra, per adempiere il loro compito: aiutare il secondo angelo nella sua opera. Una grande luce brillò sul popolo di Dio, mentre gli angeli gridavano: “Guardate, lo Sposo viene, andate a incontrarlo!”. Allora vidi coloro che erano rimasti delusi alzarsi e proclamare, in sintonia con il secondo angelo: “Guardate, lo Sposo viene, andate a incontrarlo!”. La luce degli angeli dissipò le tenebre ovunque. Satana e i suoi angeli cercarono di evitare che questa luce si diffondesse e avesse dei risultati. Discutevano con gli angeli del cielo, sostenendo che Dio avesse ingannato il popolo e che tutto il loro potere e la loro luce non sarebbero bastati a far credere al mondo che Cristo sarebbe tornato. Ma nonostante l’impegno di Satana, per distogliere il popolo dalla luce e dalla giusta via, gli angeli di Dio continuarono la loro opera. {PS 222,1}

Coloro che avevano accettato la luce sembravano molto felici, guardavano sempre verso il cielo e desideravano che Gesù tornasse. Altri piangevano e pregavano angosciati; sembravano così concentrati su se stessi, che non osavano rivolgere lo sguardo verso l’alto. Una luce dal cielo allontanò le tenebre, che li circondavano, e il loro sguardo, che nella disperazione si era concentrato su loro stessi, si rivolse verso l’alto, mentre una gioia divina si leggeva sul loro volto. Gesù e gli angeli guardavano con approvazione questi fedeli figli di Dio, che continuavano la loro attesa. {PS 222,2}

Coloro che rifiutarono e si opposero al messaggio del primo angelo furono privati della luce del secondo angelo e non poterono beneficiare della potenza e della gloria, che accompagnavano il messaggio: “Guardate, lo Sposo viene”. Gesù, profondamente rattristato, volse il suo sguardo altrove, perché lo avevano rifiutato e non gli avevano manifestato rispetto. Quelli che invece avevano ricevuto il messaggio furono circondati da un alone di gloria; temevano di offendere Dio, aspettavano, vegliavano e pregavano per conoscere la sua volontà. {PS 222,3}

Vidi Satana e i suoi angeli cercare di spegnere questa luce divina, che brillava sul popolo di Dio, ma finché i fedeli in attesa alimentavano la luce e mantenevano il loro sguardo rivolto verso Gesù, Satana non poteva privarli di quei raggi preziosi. Questo messaggio fece infuriare Satana e i suoi seguaci, che incitarono coloro che professavano di amare Gesù, ma provavano un’avversione nei confronti della sua venuta, a schernire e deridere i fedeli. E un angelo annotò ogni insulto, ogni diffamazione, ogni sgarbo che i figli di Dio ricevettero dai loro fratelli. {PS 222,4}

Molti gridavano: “Guardate, lo Sposo viene, andate a incontrarlo!”. Essi si dissociarono dai loro fratelli, che non desideravano il ritorno di Gesù e non tolleravano che insistessero sull’annuncio della sua venuta. Vidi Gesù distogliere il suo sguardo da coloro che rifiutavano e disprezzavano l’idea del suo ritorno, e dire agli angeli di separare il suo popolo da coloro che erano impuri, perché non si contaminassero. Chi aveva accettato il messaggio rimase libero e unito, e una luce santa brillava su di lui. Tutti rinunciarono al mondo, sacrificarono e abbandonarono i loro interessi e tesori mondani, rivolsero il loro sguardo verso il cielo, nell’attesa del loro amato Liberatore. {PS 223,1}

Una santa luce risplendeva sui loro volti, indicando la pace e la gioia che regnava in loro. Gesù disse ai suoi angeli di sostenerli, perché il momento della prova si avvicinava. Vidi che questi fedeli in attesa non erano ancora stati provati, come avrebbero dovuti esserlo; non erano ancora liberi dai propri peccati. {PS 223,2}

Vidi la misericordia e la bontà manifestate da Dio, nell’inviare un avvertimento agli abitanti della terra, messaggi continui per condurli a un accurato e approfondito esame di coscienza e a uno studio delle Scritture, per riuscire a liberarsi degli errori tramandati dai pagani e dal papato. Grazie a questi messaggi, Dio compì l’opera per separare i suoi figli dal mondo, affinché potessero lavorare per lui con potenza e osservare tutti i suoi comandamenti. {PS 223,3}

Il santuario

Mi fu mostrato lo scenario della grande delusione provata dal popolo di Dio, quando Gesù non era ritornato alla data prevista. Non sapevano perché il Salvatore non fosse venuto e non avevano prove del fatto che il tempo profetico non si fosse ancora concluso. L’angelo mi disse: “La Parola di Dio è forse venuta meno? Dio ha forse dimenticato di portare a compimento le sue promesse? No. Ha fatto tutto quello che aveva promesso. Gesù è risorto, ha chiuso la porta del luogo santo del santuario del cielo e ha aperto quella del luogo santissimo: è entrato per purificare il santuario. Tutti coloro che sanno attendere pazientemente comprenderanno questo mistero. È l’uomo che si è sbagliato, non c’è stato nessun errore da parte di Dio. Tutto ciò che Dio ha promesso si è adempiuto, ma l’uomo ha creduto erroneamente che la terra fosse il santuario che doveva essere purificato alla fine dei tempi profetici. Era sbagliata l’interpretazione dell’uomo e non la promessa di Dio”. {PS 224,1}

Gesù inviò i suoi angeli per rendere sensibile lo spirito di coloro che erano rimasti delusi e orientare i loro pensieri verso il luogo santissimo, dove era entrato per purificare il santuario e svolgere una particolare opera di propiziazione in favore di Israele. Gesù disse agli angeli che tutti coloro che lo avessero conosciuto, avrebbero anche capito l’opera che doveva compiere. Vidi che le nozze di Gesù con la nuova Gerusalemme si sarebbero realizzate mentre era ancora nel luogo santissimo. Dopo aver concluso la sua opera, sarebbe sceso sulla terra con potenza regale e avrebbe preso con sé tutti coloro che avevano pazientemente atteso il suo ritorno. {PS 224,2}

Mi fu mostrato quello che era successo in cielo nel 1844, alla fine dei periodi profetici. Dopo che Gesù aveva concluso il suo servizio nel luogo santo e aveva chiuso la porta di quella stanza del santuario, profonde tenebre avevano circondato coloro che avevano ascoltato e poi rifiutato i messaggi relativi al suo ritorno: essi lo persero di vista. Allora Gesù indossò abiti speciali. Intorno all’orlo del suo abito si alternavano una campanella d’oro e una melagrana. Alle spalle era appeso un pettorale finemente lavorato, che mentre si muoveva luccicava come tanti diamanti, mettendo in evidenza delle lettere, che sembravano nomi scritti o incisi sul pettorale. Sulla testa portava qualcosa che assomigliava a una corona. Quando fu completamente vestito, venne circondato dagli angeli e passò attraverso la seconda cortina su di un carro di fuoco. {PS 224,3}

Allora mi fu detto di prendere nota di quello che vedevo nelle due stanze del santuario del cielo. La cortina, o la porta, fu aperta e mi fu permesso di entrare. Nella prima stanza vidi il candelabro d’oro con sette lampade, il tavolo dei pani di presentazione, l’altare dei profumi e il turibolo. Tutti gli arredi di questo luogo sembravano d’oro purissimo e riflettevano l’immagine di colui che vi entrava. La cortina che separava le due zone era di colori e materiali diversi, e aveva un bordo con disegni d’oro, che raffiguravano degli angeli. La cortina fu alzata e guardai nella seconda stanza. Vidi un’arca che sembrava d’oro purissimo; la parte superiore era decorata con un bordo bellissimo, che aveva degli smerli a forma di corone. Nell’arca c’erano le tavole di pietra, su cui erano stati scolpiti i dieci comandamenti. {PS 225,1}

Alle estremità dell’arca c’erano due cherubini, in piedi, con le ali distese che arrivavano a toccarsi proprio sopra la testa di Gesù, che stava in piedi davanti al propiziatorio. I loro visi erano rivolti l’uno verso l’altro, con lo sguardo diretto verso l’arca. Essi rappresentano tutti gli angeli, che considerano con interesse la legge di Dio. Tra i cherubini c’era un turibolo d’oro e mentre le preghiere dei santi, offerte con fede, salivano a Gesù ed egli le presentava al Padre, una nuvola profumata d’incenso saliva con volute di fumo dai colori bellissimi. Sopra al luogo in cui stava Gesù, davanti all’arca, c’era una luce così brillante che non potevo guardarla, assomigliava al trono di Dio. Mentre l’incenso saliva al Padre, questo alone di gloria scendeva verso Gesù dal trono e poi giungeva fino a coloro le cui preghiere erano salite, come un profumo di odore gradevole. Una grande luce circondò completamente Cristo e si diffuse sul propiziatorio, questo bagliore glorioso riempì il tempio. Non riuscii a guardare a lungo quello scenario incredibile; nessuna lingua al mondo poteva descriverlo. Ne fui sopraffatta e mi allontanai da quella scena di gloria e di maestà. {PS 225,2}

Mi fu anche mostrato un santuario sulla terra, che aveva due stanze. Assomigliava a quello che avevo visto in cielo e mi fu detto che era la sua copia. Gli arredi della prima stanza del santuario terreno erano come quelli della prima stanza di quello del cielo. La cortina era sollevata e, guardando verso il luogo santissimo, vidi che gli arredi erano gli stessi del luogo santissimo del santuario del cielo. Il sacerdote serviva in entrambi i luoghi di quello terreno. Entrava quotidianamente nel primo, ma solo una volta l’anno nel luogo santissimo, per purificarlo dei peccati, che vi erano stati trasferiti. Vidi che Gesù serviva in entrambi i luoghi del santuario del cielo. I sacerdoti entravano in quello terreno con il sangue dell’animale, come offerta per il peccato. Cristo entrava nel santuario del cielo, offrendo il proprio sangue. I sacerdoti venivano sostituiti alla loro morte e il loro servizio si concludeva con loro, ma Gesù era un sacerdote eterno. Attraverso i sacrifici e le offerte portate al santuario terreno, i figli d’Israele si appropriavano dei meriti del Salvatore, che sarebbe venuto. Nella sua saggezza Dio ci ha trasmesso tutte queste indicazioni, perché potessimo capire il compito di Gesù nel santuario del cielo. {PS 225,3}

Mentre Gesù moriva sul Calvario, gridò: “Tutto è compiuto”, e la cortina del tempio si spezzò in due da cima a fondo. Questo dimostrava che i servizi del santuario terreno erano finiti per sempre e Dio non avrebbe più accettato i sacrifici dei sacerdoti. {PS 226,1}

Gesù morì e il suo sangue sarebbe stato offerto da lui stesso nel santuario del cielo. Come i sacerdoti entravano nel luogo santissimo una volta all’anno, per purificare il santuario terreno, così Gesù entrò nel luogo santissimo di quello del cielo, alla fine dei 2.300 giorni di Daniele 8, nel 1844, per svolgere un’opera di propiziazione definitiva per tutti coloro che avrebbero beneficiato della sua mediazione e per purificare così il santuario. {PS 226,2}

Il messaggio del terzo angelo

Quando l’opera di Gesù si concluse nel luogo santo, egli passò nel luogo santissimo e rimanendo in piedi davanti all’arca, che conteneva la legge di Dio, inviò un altro angelo potente, con il terzo messaggio al mondo. All’angelo fu data una pergamena e scendendo sulla terra, con potenza e maestà, egli proclamava un messaggio che suscitava timore e conteneva le minacce più terribili mai rivolte all’uomo. L’obiettivo di questo messaggio era quello di avvertire i figli di Dio delle tentazioni e delle angosce, che li attendevano. L’angelo disse: “Dovranno lottare contro la bestia e la sua immagine. La loro unica speranza di vita eterna è restare fedeli; nonostante la loro vita sia in pericolo, dovranno ancorarsi alla verità”. Il terzo angelo concluse così il suo annuncio: “Qui è la costanza dei santi, che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù”. Apocalisse 14:12. Mentre ripeteva queste parole, indicava il santuario del cielo. {PS 227,1}

Gli sguardi di coloro che accettavano questo messaggio erano rivolti verso il luogo santissimo, dove Gesù è in piedi davanti all’arca e intercede un’ultima volta per tutti coloro per i quali c’è ancora misericordia e per coloro che hanno disubbidito, per ignoranza, alla legge di Dio. Questa opera di mediazione viene fatta sia in favore dei giusti, che sono morti, sia di coloro che sono ancora in vita; coinvolge anche tutti quelli che sono morti confidando in Cristo, ma che, senza avere conosciuto la verità relativa ai comandamenti di Dio, hanno peccato per ignoranza, trasgredendo la sua legge. {PS 227,2}

Quando Gesù aprì la porta del luogo santissimo, il popolo di Dio comprese la verità del sabato e fu messo alla prova, come il popolo d’Israele prima di loro, per valutare la sua fedeltà alla legge di Dio. Vidi il terzo angelo, con il braccio alzato verso l’alto, indicare a coloro che erano rimasti delusi il luogo santissimo del santuario del cielo. Entrando per fede nel luogo santissimo, videro Gesù e ritrovarono la speranza e la gioia. Vidi che si voltavano indietro, riesaminando il passato, dalla proclamazione del secondo avvento di Gesù fino alla loro esperienza del 1844. Capirono la spiegazione della loro delusione e nuove gioie e certezze li incoraggiarono. Il terzo angelo illuminò il passato, il presente e il futuro, e si resero conto che Dio li aveva davvero guidati, secondo la sua insondabile provvidenza. {PS 227,3}

Mi fu mostrato che il rimanente dei figli di Dio seguiva Gesù nel luogo santissimo e guardava l’arca e il propiziatorio, affascinato dalla loro gloria. Gesù aprì l’arca, dove si trovavano le tavole di pietra con i dieci comandamenti. Rilessero le parole dei santi oracoli e iniziarono a tremare, quando videro il quarto comandamento, tra i dieci precetti sacri, circondato da un alone di gloria, che lo illuminava più degli altri nove. Nulla indicava che questo comandamento fosse stato abolito o cambiato con il primo giorno della settimana. Il comandamento era scritto come quando era stato pronunciato da Dio, con estrema solennità, tra fulmini e tuoni sul monte Sinai. Era lo stesso che era stato scritto con il dito di Dio sulle tavole di pietra: “Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo lavoro, ma il settimo giorno è giorno di riposo, consacrato al Signore Dio tuo…” Esodo 20:9, 10. Rimasero sorpresi, vedendo l’importanza attribuita ai comandamenti. Li videro collocati vicino a Yahweh, coperti e protetti dalla sua santità. Capirono di aver calpestato il quarto comandamento del decalogo e di avere osservato un giorno deciso dai pagani e dai seguaci del papa, invece di un giorno santificato da Yahweh. Si umiliarono davanti a Dio e piansero, a causa delle loro trasgressioni passate. {PS 228,1}

Vidi l’incenso che bruciava nel turibolo, mentre Gesù offriva le loro confessioni e le loro preghiere al Padre. Mentre il fumo saliva, una luce splendente scese su Gesù e sul propiziatorio. I figli di Dio pregavano con fervore e dopo essersi resi conto di aver trasgredito la legge di Dio, furono benedetti e i loro volti si illuminarono di speranza e di gioia. Si unirono all’opera del terzo angelo e proclamarono il suo solenne messaggio. Inizialmente solo pochi lo ascoltarono, ma i fedeli continuarono a proclamarlo con forza. In seguito vidi che molti accettarono il messaggio del terzo angelo, unirono le loro voci a quelle dei credenti, che per primi lo avevano proclamato, e onorarono il Signore, osservando il giorno che egli stesso aveva santificato. {PS 228,2}

Molti di coloro che avevano accettato il messaggio del terzo angelo non avevano conosciuto i due messaggi precedenti. Satana lo sapeva, li teneva d’occhio per sconfiggerli, ma il terzo angelo dirigeva i loro sguardi verso il luogo santissimo e coloro che avevano accettato i messaggi precedenti indicavano loro la via del santuario del cielo. Molti si resero conto della perfetta concatenazione della verità nei messaggi dei tre angeli e li accettarono con gioia nel loro ordine, e per fede seguirono Gesù nel santuario del cielo. Questi messaggi mi furono mostrati come un’àncora di salvezza per il popolo di Dio. Satana non potrà prevalere con i suoi inganni su coloro che li comprendono e li accettano. {PS 228,3}

In seguito alla grande delusione del 1844, Satana e i suoi angeli si impegnarono per minare la fede della chiesa. Egli esercitò un forte influsso sulle menti di alcune persone, che erano venute a conoscenza dei messaggi e avevano un’apparenza di umiltà; alcuni consideravano che l’adempimento del primo e del secondo messaggio riguardasse il futuro, mentre altri dichiaravano che il loro adempimento era già avvenuto. Essi riuscirono a influenzare le loro menti impreparate e a minare la loro fede. Alcuni esaminavano la Bibbia per crearsi una fede personale, indipendente dalla chiesa. Satana esultava, perché sapeva che avrebbe potuto corrompere coloro che si sarebbero staccati dall’àncora, facendoli camminare nell’errore, sballottati qua e là da diverse dottrine. Molte persone che si erano impegnate in prima linea nella proclamazione del primo e del secondo messaggio, ora li negavano e tutto ciò creò divisione e confusione nella chiesa. {PS 229,1}

La mia attenzione fu rivolta su William Miller. Sembrava perplesso ed era abbattuto per l’angoscia e il turbamento, che provava per il suo popolo. Le persone che nel 1844 erano unite e avevano manifestato amore gli uni per gli altri, erano diventate indifferenti, contrapponendosi l’uno all’altro, scivolando nel torpore e nell’insensibilità. Mentre esaminava questa situazione, il dolore gli toglieva le forze. Vidi degli uomini influenti che lo sorvegliavano, affinché non accettasse il messaggio del terzo angelo e i comandamenti di Dio. E quando era propenso ad accettare il messaggio divino, questi uomini escogitavano dei piani per dissuaderlo. {PS 229,2}

Furono esercitate forti pressioni per mantenerlo nell’oscurità e circoscrivere il suo influsso tra coloro che si opponevano alla verità. Con il passare del tempo William Miller si ribellò alla luce divina. Commise un errore, non accettando il messaggio che avrebbe spiegato completamente la sua delusione, gettando una luce gloriosa sul passato. Questo messaggio avrebbe rafforzato le sue energie, ravvivato la sua speranza e lo avrebbe indotto a glorificare Dio. Scelse la saggezza umana piuttosto che quella divina, stanco a causa dell’età e dell’opera incessante, svolta in favore del suo Maestro, era meno colpevole di coloro che lo allontanavano dalla verità. Essi erano i veri responsabili; questo peccato ricadeva su di loro. {PS 229,3}

Se William Miller avesse accolto la luce del terzo messaggio, molte cose che a lui sembravano oscure e misteriose sarebbero diventate più chiare. Ma i suoi fratelli gli manifestavano un amore e un interesse così profondi che egli pensò di non potersi separare da loro; il suo cuore propendeva per la verità, ma poi riconsiderava le posizioni dei suoi fratelli, che vi si opponevano. Poteva forse separarsi da coloro con i quali, fianco a fianco, aveva proclamato il ritorno di Gesù? Era convinto che i suoi amici non avrebbero mai potuto distoglierlo dalla retta via. {PS 229,4}

Dio permise che cadesse sotto il potere di Satana, sotto il dominio della morte, e lo nascose nella tomba, lontano da coloro che cercavano continuamente di distoglierlo dalla verità. Mosè aveva commesso un errore, quando stava per entrare nella terra promessa. {PS 230,1}

Nello stesso modo vidi che William Miller sbagliò, mentre stava per entrare nella Canaan del cielo, permettendo che il suo influsso agisse contro la verità. Altri lo avevano condotto fino a quel punto e quindi questi ultimi dovranno renderne conto. Ma gli angeli vegliano sui preziosi resti di questo collaboratore di Dio ed egli risusciterà al suono dell’ultima tromba. {PS 230,2}

Basi solide

Vidi un gruppo ben protetto e fermo nelle sue posizioni, che non prestava nessuna attenzione a coloro che cercavano di sconvolgere la fede del corpo della chiesa. Dio li guardava con approvazione. Mi furono mostrati tre scalini: i messaggi del primo, del secondo e del terzo angelo. L’angelo che mi guidava disse: “Guai a colui che modificherà anche la più piccola parte di questi messaggi. La vera comprensione di questi messaggi è d’importanza vitale. Il destino delle persone dipende dal modo in cui questi messaggi vengono accettati”. {PS 231,1}

La mia attenzione fu di nuovo rivolta verso i messaggi e vidi a quale prezzo il popolo di Dio li aveva sperimentati. Erano stati accettati con grande sofferenza e forti scontri. Dio li aveva guidati passo dopo passo, fino a quando erano stati posti su una piattaforma solida e inamovibile. Vidi degli individui avvicinarsi alla piattaforma ed esaminarne le fondamenta. Alcuni, con gioia, vi salirono sopra immediatamente, altri iniziarono a cercare dei punti critici; volevano che venissero fatti dei miglioramenti, per rendere la piattaforma ancora più solida e le persone molto più felici. Altri scesero dalla piattaforma per esaminarla e dissero che era stata fatta male, ma vidi che la maggior parte restava ferma sulla piattaforma ed esortava quelli che erano scesi a smettere di lamentarsi, perché Dio ne era l’architetto e quindi stavano lottando contro di lui. Raccontavano come Dio li aveva guidati verso questa solida piattaforma e, alzando insieme lo sguardo verso il cielo, lodavano Dio ad alta voce. Tutto questo colpì profondamente alcuni di coloro che si erano lamentati e avevano lasciato la piattaforma, e con umiltà risalirono. {PS 231,2}

Mi fu indicata la proclamazione della prima venuta di Cristo. Giovanni fu inviato nello spirito e nel potere di Elia a preparare la strada per Gesù. Coloro che rifiutarono la testimonianza di Giovanni non beneficiarono degli insegnamenti di Gesù. La loro opposizione al messaggio della sua venuta non permise loro di riconoscere il suo carattere messianico. Coloro che rifiutarono il messaggio di Giovanni furono indotti da Satana ad andare oltre il rifiuto, fino a crocifiggere Cristo. In questo modo non poterono ricevere le benedizioni dello Spirito, alla Pentecoste, che avrebbe indicato loro la via del santuario del cielo. La cortina del tempio strappata stava a indicare che i sacrifici e i riti non sarebbero più stati accettati. Il sacrificio supremo era stato consumato e accettato, e lo Spirito Santo, che era sceso nel giorno della Pentecoste, aveva orientato le menti dei discepoli dal santuario terreno verso quello del cielo, dove Gesù era entrato grazie al suo stesso sangue, per assicurare ai suoi discepoli i benefici della sua propiziazione. Ma i giudei rimasero nelle tenebre. Non approfittarono della luce che avrebbe illuminato la loro comprensione del piano della salvezza e continuarono a confidare nei loro sacrifici e nelle loro offerte inutili. Il santuario del cielo prese il posto di quello terreno, ma essi non erano a conoscenza del cambiamento e quindi non poterono beneficiare della mediazione di Cristo nel luogo santo. {PS 231,3}

Oggi molti considerano con orrore la strada intrapresa dai giudei, nell’aver rifiutato e crocifisso il Cristo. Leggendo il racconto del terribile trattamento che gli era stato inflitto, pensano di amarlo e ritengono che al posto di Pietro o dei giudei non lo avrebbero tradito o crocifisso. Ma Dio, che legge nei cuori, ha messo alla prova questo amore per Gesù, che proclamano di provare. Il cielo intero guardava con grande interesse la proclamazione del messaggio del primo angelo. Molti, che avevano dichiarato di amare Gesù e avevano pianto leggendo la storia della croce, non presero sul serio la notizia del suo ritorno. Invece di ricevere il messaggio con gioia, lo considerarono un inganno. Odiavano quelli che erano interessati alla notizia della sua venuta e li cacciavano via dalle chiese. {PS 232,1}

Coloro che rifiutarono il primo messaggio non poterono beneficiare del secondo, nemmeno del grido di mezzanotte, che li avrebbe preparati a entrare con Gesù, tramite la fede, nel luogo santissimo del santuario del cielo. Rifiutando i due messaggi precedenti, limitarono talmente la loro comprensione che non riuscirono a vedere nulla di positivo nel messaggio del terzo angelo, che indicava la via per il luogo santissimo. Vidi che nello stesso modo in cui i giudei avevano crocifisso Gesù, le chiese hanno rifiutato questi messaggi e quindi non hanno individuato la via che conduce al luogo santissimo, né possono beneficiare dell’intercessione di Cristo. {PS 232,2}

Come i giudei offrivano i loro inutili sacrifici, essi rivolgono le loro inutili preghiere verso il luogo che Gesù ha ormai lasciato e Satana, compiaciuto dell’inganno, promuove un’apparente religiosità e guida le menti dei cosiddetti cristiani, intervenendo con il suo potere, i suoi segni e i suoi miracoli ingannatori, per farli cadere nella sua trappola. Inganna ognuno in modo diverso. Ha previsto molte forme di seduzione per influenzare tante menti. Infatti, alcuni possono guardare con orrore un certo tipo d’inganno, mentre ne accettano altri ben più pericolosi; Satana raggira alcuni con lo spiritismo, si presenta anche come un angelo di luce ed esercita il suo influsso sulla terra, attraverso false riforme. Le chiese sono infervorate e pensano che Dio stia operando meravigliosamente per loro, mentre è l’opera di un altro spirito che si manifesta. L’entusiasmo svanirà e lascerà il mondo e la chiesa in una condizione peggiore di prima. {PS 232,3}

Vidi che Dio ha dei figli sinceri tra gli avventisti solo di nome e tra le chiese decadute e, prima delle ultime piaghe, pastori e laici saranno chiamati a uscire da queste chiese e accettare con gioia la verità. {PS 233,1}

Satana lo sa e, prima che il terzo angelo annunci il suo messaggio, crea scompiglio in questi gruppi religiosi, affinché le persone che hanno rifiutato la verità pensino che Dio sia con loro. Spera di ingannare anche i più onesti, convincendoli del fatto che Dio sta ancora operando a favore di queste chiese, ma la luce splenderà e tutti coloro che sono sinceri usciranno dalle chiese apostate, per unirsi al rimanente dei figli di Dio. {PS 233,2}

Un esame accurato

Mi furono mostrati alcuni credenti che, con grande fede e grida angosciate, imploravano Dio. I loro volti erano pallidi e segnati da un turbamento profondo, che esprimeva la loro lotta interiore. Manifestavano grande fervore e fermezza; grosse gocce di sudore imperlavano la loro fronte. Di tanto in tanto, percependo l’approvazione di Dio, i loro visi si illuminavano, ma ben presto ricadevano nello stesso stato di fervore, angoscia ed estrema serietà. {PS 240,1}

Gli angeli malvagi si riunivano intorno a loro e li circondavano di fitte tenebre: non vedendo più Gesù, sarebbero arrivati a dubitare di Dio e mormorare contro di lui. L’unica via di salvezza era dirigere i loro sguardi verso l’alto. E gli angeli di Dio, che erano responsabili del suo popolo, quando l’atmosfera velenosa degli angeli malvagi circondava coloro che vivevano momenti di angoscia, muovevano le ali per disperdere quelle fitte tenebre. {PS 240,2}

Mentre queste persone continuavano a pregare con sincerità, di tanto in tanto un raggio di luce, proveniente da Gesù, li incoraggiava e illuminava i loro volti. Alcune persone non partecipavano a quest’opera di intercessione: sembravano indifferenti e disinteressate. Non riuscivano a resistere alle tenebre, che li circondavano, e ne restavano imprigionate come da una fitta nube. Gli angeli di Dio li lasciarono alla loro sorte e andarono ad aiutare coloro che stavano pregando. Vidi che gli angeli di Dio si affrettavano ad assistere tutti coloro che lottavano per resistere ai demoni e li incoraggiavano a implorare Dio con perseveranza. Ma gli angeli non si occupavano di coloro che non facevano nessuno sforzo, e io li persi di vista. {PS 240,3}

Chiesi di capire il significato del vaglio che avevo visto e mi fu indicato che sarebbe stato causato dalla testimonianza diretta del vero Testimone alla chiesa di Laodicea. Essa influenzerà il cuore di chi la riceverà e molti saranno indotti a valorizzare l’ideale cristiano e a diffondere la verità. Alcuni, invece, non accetteranno questa testimonianza, anzi si ribelleranno e causeranno il vaglio fra il popolo di Dio. {PS 240,4}

Vidi che la testimonianza del vero Testimone non era stata quasi presa in considerazione. Questa solenne testimonianza, da cui dipende il destino della chiesa, era stata considerata con leggerezza o quasi ignorata. Questa testimonianza deve produrre un profondo pentimento; tutti coloro che l’accettano veramente saranno pronti a conformarsi ai suoi consigli e ne risulteranno purificati. {PS 240,5}

L’angelo disse: “Ascoltate!”. Dopo poco sentii una voce dolce e armoniosa, che sembrava un insieme di numerosi strumenti musicali, accordati alla perfezione. Essa non era comparabile a nessuna musica che avevo ascoltato in passato, sembrava esprimere misericordia, compassione, elevazione e gioia. Sentii dei brividi per tutto il corpo. L’angelo disse: “Guardate!”. Allora fui attratta dal gruppo di persone che avevo visto prima, che era stato vagliato. Mi furono mostrati coloro che avevo visto un attimo prima piangere e pregare in agonia. Il numero degli angeli che li circondavano, indossando un’armatura dalla testa ai piedi, si era raddoppiato. Si muovevano in perfetto ordine, come dei soldati. I loro volti manifestavano il turbamento agonizzante della lotta che avevano affrontato. Tuttavia i loro caratteri, segnati da una profonda angoscia, ora risplendevano della luce e della gloria del cielo. Avevano ottenuto la vittoria ed esprimevano una profonda gratitudine e una santa felicità. {PS 241,1}

Il numero delle persone di questo gruppo diminuiva. Alcuni erano stati vagliati e si erano persi per strada. I più disinteressati e gli indifferenti, non essendosi uniti a coloro che, preoccupati della vittoria e della salvezza, avevano continuato a pregare con perseveranza, non ottennero nulla e rimasero nell’oscurità. I loro posti furono immediatamente occupati da altre persone, che accettavano la verità. Gli angeli malvagi continuavano a esercitare forti pressioni su di loro, ma non avevano più nessun potere. Sentii coloro che erano vestiti con l’armatura parlare della verità con potenza e ottenere dei risultati. Molti erano legati: certe mogli dai loro mariti e alcuni figli dai loro genitori. I più onesti, a cui era stato impedito l’ascolto della verità, ora l’accettavano con entusiasmo. Il timore che avevano dei loro familiari era svanito e per loro contava solo la verità; essa era più cara e preziosa della vita stessa. Chiesi cosa avesse prodotto questo grande cambiamento. Un angelo rispose: “È la pioggia dell’ultima stagione, il refrigerio dalla presenza del Signore, il forte grido del terzo angelo”. {PS 241,2}

Una grande potenza accompagnava questi eletti. L’angelo disse: “Guardate!”. La mia attenzione si rivolse ai malvagi e agli increduli. Lo zelo e il potere che accompagnavano il popolo di Dio li avevano alterati e infuriati. C’era confusione ovunque. Vidi che erano stati presi dei provvedimenti contro coloro che avevano la luce e la potenza di Dio. Le tenebre si addensavano intorno a loro, ma essi restavano saldi, con l’approvazione di Dio e confidando in lui. Li vidi perplessi, poi li sentii invocare Dio con fervore. Il loro grido si perpetuava di giorno e di notte: “La tua volontà, o Dio, sia fatta! Se può glorificare il tuo nome, dà al tuo popolo un modo per fuggire! Liberaci dai pagani che ci circondano. Ci hanno destinato alla morte, ma il tuo braccio può salvarci”. Queste sono le parole che riesco a ricordare. Tutti sembravano avere una profonda consapevolezza della loro indegnità, e manifestavano una completa sottomissione alla volontà di Dio; tuttavia, come Giacobbe, ognuno, senza eccezione, implorava e lottava sinceramente per la liberazione. {PS 241,3}

Avevano appena iniziato a supplicare il Signore e gli angeli desideravano liberarli subito. Ma un angelo potente, che li comandava, non lo permise. Egli disse: “La volontà di Dio non è ancora compiuta. Devono bere quel calice. Devono essere battezzati con questo battesimo”. {PS 242,1}

Subito dopo sentii la voce di Dio, che fece tremare i cieli e la terra. Ci fu un forte terremoto. Gli edifici furono scossi da ogni lato. Poi sentii un grido di vittoria trionfante, forte, musicale e cristallino. Guardai quel gruppo di persone, che poco prima era profondamente angosciato e condizionato, la sua schiavitù era finita. Una luce gloriosa risplendeva su di loro. Com’erano belli! Tutti i segni della stanchezza erano svaniti e su ogni volto si scorgeva la salute e la bellezza. I loro nemici, i pagani, caddero come morti; non potevano sopportare la luce che risplendeva sui santi ormai liberati. La luce e la gloria rimasero su di loro fino al ritorno di Gesù, quando i fedeli furono trasformati in un batter d’occhio, di gloria in gloria. Le tombe furono aperte e i santi ne uscirono rivestiti di immortalità, gridando: “Vittoria sulla morte e sulla tomba” e insieme ai santi viventi furono rapiti per incontrare il loro Signore nell’aria, mentre da ogni creatura immortale procedevano pensieri intensi e profondi, gloriosi e vittoriosi. {PS 242,2}

I peccati di Babilonia

Ho visto che nonostante il secondo angelo avesse proclamato la caduta delle chiese, la loro corruzione continuava ad aumentare. I membri di queste chiese portano il nome di discepoli di Cristo, ma è impossibile distinguerli dal mondo. I pastori prendono spunto dalla Parola di Dio, ma predicano messaggi poco significativi, per i quali il cuore carnale non prova nessuna avversione. Solo lo spirito, la potenza della verità e la salvezza di Cristo sono odiati dal cuore carnale. Non c’è niente in questi pastori così popolari che susciti la rabbia di Satana, che faccia tremare il peccatore o faccia percepire al cuore e alla coscienza le temibili realtà di un giudizio imminente. I malvagi generalmente amano le apparenze della pietà, senza la vera santità, e saranno disposti a sostenere una religione di questo genere. {PS 243,1}

L’angelo disse: “Solo l’armatura della giustizia può abilitare l’uomo a sconfiggere le potenze delle tenebre e ottenere la vittoria. Satana ha il pieno possesso delle chiese. Ci si sofferma sulle parole e sulle azioni degli uomini piuttosto che sulle verità della Parola di Dio. Lo spirito e l’amicizia del mondo rappresentano inimicizia con Dio. Quando la verità, personificata in Gesù, nella sua semplicità e nella sua forza è in contrasto con lo spirito del mondo, ben presto suscita la persecuzione. Molte persone che professano di essere cristiani non hanno conosciuto Dio. Il loro cuore è rimasto lo stesso e la loro mente carnale è in contrasto con Dio. Sono fedeli servitori di Satana, anche se hanno assunto un altro nome”. {PS 243,2}

Vidi che da quando Gesù lasciò il luogo santo del santuario del cielo ed entrò nella seconda stanza, le chiese si erano riempite di ogni sorta di impurità. Ho visto l’iniquità e la viltà dilagare nelle chiese, e tuttavia le persone si consideravano cristiane. Le loro dichiarazioni, le loro preghiere e le loro esortazioni erano un abominio agli occhi di Dio. L’angelo disse: “Non si sente la presenza di Dio nelle loro assemblee. Egoismo, frode e inganno sono praticati senza alcun rimprovero. E per giunta nascondono queste empietà sotto il manto della religione”. Mi è stato mostrato l’orgoglio delle sedicenti chiese. Dio non è presente nei loro pensieri, le loro menti carnali sono concentrate su loro stessi, adornano i loro poveri corpi mortali e si guardano con soddisfazione e piacere. Gesù e gli angeli manifestano profonda disapprovazione nei loro confronti. L’angelo disse: “I loro peccati e il loro orgoglio hanno raggiunto il cielo. La loro ricompensa è pronta. La giustizia e il giudizio, da tempo sopiti, presto si risveglieranno. “A ‘me la vendetta; io darò la retribuzione,’ dice il Signore”. Romani 12:19. {PS 243,3}

Le terribili minacce del terzo angelo si realizzeranno e tutti i malvagi berranno alla coppa dell’ira divina. Un numero illimitato di angeli malvagi sono sparsi per tutta la terra e stanno affollando le chiese. Questi agenti di Satana guardano i gruppi religiosi con esultanza, perché il mantello della religione copre i crimini più gravi e le peggiori iniquità. {PS 244,1}

Il cielo osserva indignato gli esseri umani, la creazione di Dio, ridotti dai loro simili alla più abietta degradazione e abbassati allo stesso livello degli animali. Coloro che si ritengono discepoli del Salvatore, che ha sempre manifestato la sua compassione davanti ai mali dell’umanità, si impegnano completamente in questo così grande peccato, che consiste nel rendere schiavo lo spirito degli uomini. {PS 244,2}

La miseria umana viene esportata da un luogo all’altro, comprata e venduta. Gli angeli registrano tutto nel libro; le lacrime dei prigionieri, dei padri, delle madri, dei figli, dei fratelli e delle sorelle sono tutte raccolte in cielo. Dio controlla la sua collera, ma ancora per poco tempo. La sua ira brucia contro questa nazione e soprattutto contro i gruppi religiosi, che hanno permesso e sono coinvolti in questo traffico terribile. Una tale ingiustizia, oppressione, sofferenza sono viste con fredda indifferenza da tanti, che si considerano discepoli dell’umile Gesù. Molti di loro infliggono con soddisfazione questa indescrivibile agonia e nonostante tutto osano adorare Dio. È una beffa sfrontata. Satana esulta e rimprovera Gesù e i suoi angeli di questa incoerenza, dicendo con trionfo satanico: “Ecco i discepoli di Cristo!”. {PS 244,3}

Questi cosiddetti cristiani leggono le descrizioni delle sofferenze dei martiri e piangono. Si stupiscono della durezza e della crudeltà di alcuni uomini nei confronti di altri. Tuttavia, coloro che pensano e parlano in questo modo, hanno allo stesso tempo degli schiavi, e questo non è tutto, spezzano i legami familiari e crudelmente opprimono i loro simili. Infliggono le più disumane torture con la stessa implacabile crudeltà, manifestata dagli inquisitori e dai pagani verso i discepoli di Cristo. L’angelo disse: “Nel giorno del giudizio divino, ci sarà più tolleranza verso i pagani e gli inquisitori di quanta ce ne sarà per questi uomini”. Le grida degli oppressi hanno raggiunto il cielo e gli angeli si sono stupiti delle sofferenze indicibili che uomini, formati all’immagine del loro Creatore, hanno provocato ai loro simili. {PS 244,4}

L’angelo disse: “I nomi degli oppressori sono scritti con il sangue, barrati con una croce e inondati da lacrime brucianti di sofferenze e agonia. La collera di Dio non cesserà fino a quando non avrà fatto bere a questa terra il calice della sua ira, fino a quando non avrà ripagato con il doppio la feccia di Babilonia”. {PS 245,1}

Vidi che il padrone di uno schiavo dovrà rispondere per averlo mantenuto nell’ignoranza e quindi i peccati dello schiavo ricadranno sul padrone. Dio non può portare in cielo uno schiavo che è stato mantenuto nell’ignoranza e nella degradazione, senza la conoscenza di Dio e della Bibbia, non temendo altro che la frusta del padrone e vedendosi ridotto a un livello inferiore a quello delle bestie. {PS 245,2}

Ma egli farà la cosa migliore che un Dio misericordioso possa fare: lo considererà come se non fosse mai esistito, mentre il padrone dovrà sopportare le sette ultime piaghe e poi risorgere alla seconda risurrezione, per soffrire la morte seconda, la morte più spaventosa. Allora la giustizia di Dio sarà soddisfatta. {PS 245,3}

Il forte grido

Vidi degli angeli andare e venire rapidamente dal cielo, preparandosi al compimento di qualche evento importante. Poi vidi un altro angelo che aveva il compito di scendere in terra, unirsi alla voce del terzo angelo e dare potenza e forza al suo messaggio. Potere e gloria furono dati all’angelo mentre scendeva e la terra ne fu illuminata. La luce che accompagnava l’angelo penetrava ovunque, mentre egli gridava con forza, ad alta voce: “È caduta, è caduta Babilonia la grande! È diventata ricettacolo di demoni, covo di ogni spirito immondo, rifugio di ogni uccello impuro e abominevole”. Apocalisse 18:2. {PS 246,1}

Il messaggio della caduta di Babilonia, già trasmesso dal secondo angelo, è stato ripetuto con l’aggiunta di un commento, rispetto alla corruzione che stava invadendo le chiese dal 1844. L’opera di questo angelo arriva al momento giusto per potenziare quella del messaggio del terzo angelo, che diventa un forte grido. Così il popolo di Dio è pronto a resistere nell’ora della tentazione, che si avvicina. Vidi che erano circondati da una grande luce e uniti proclamavano senza timore il messaggio del terzo angelo. {PS 246,2}

Altri angeli furono inviati ad aiutare l’angelo potente, disceso dal cielo; sentii delle voci che sembravano risuonare ovunque: “Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi, perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità”. Apocalisse 18:4. Questo messaggio sembrava un’appendice del terzo, così come il grido di mezzanotte si era unito al messaggio del terzo angelo nel 1844. La gloria di Dio scese sui santi, che attendevano con pazienza e proclamavano senza timore l’ultimo e solenne avvertimento, annunciando la caduta di Babilonia e sollecitando il popolo di Dio a uscire da lei, per sfuggire alla sua temibile sorte. {PS 246,3}

La luce che aveva illuminato coloro che erano in attesa penetrò ovunque; coloro che, nelle diverse chiese, avevano ricevuto una minima luce e non avevano sentito né rifiutato i tre messaggi, ubbidirono all’appello e lasciarono le chiese apostate. Dal momento in cui questi messaggi erano stati proclamati, molte persone avevano manifestato la propria responsabilità, la luce risplendeva su di loro e avevano il privilegio di scegliere tra la vita e la morte. Alcuni di loro scelsero la vita e decisero di unirsi a chi aspettava il Signore e osservava tutti i suoi comandamenti. Il terzo messaggio doveva compiere la sua opera. Tutti i figli di Dio dovevano essere messi alla prova e chiamati a uscire dalle diverse denominazioni religiose. {PS 246,4}

Una potenza irresistibile mosse gli onesti, mentre la manifestazione del potere di Dio impaurì e frenò talmente i loro familiari e i loro amici, che non avevano la stessa fede, che essi non osarono né ebbero il potere di ostacolare chi sentiva lo Spirito di Dio operare in loro. L’ultimo appello giunse anche ai poveri schiavi; i più fedeli tra loro cantavano inni di gioia, nella prospettiva della loro liberazione. I loro padroni non potevano fermarli perché troppo stupiti e impauriti. Furono operati dei potenti miracoli: i malati erano guariti, segni e prodigi caratterizzavano la vita dei credenti. {PS 247,1}

Dio era all’opera; tutti i giusti, senza paura delle conseguenze, assecondavano le convinzioni della propria coscienza, unendosi a coloro che osservavano tutti i comandamenti di Dio e diffondevano il terzo messaggio. Vidi che questo messaggio si concluderà con un potenza e una forza superiori al grido di mezzanotte. {PS 247,2}

I servitori di Dio, con i volti illuminati, erano dotati di una potenza che proveniva dall’alto e, risplendenti per la loro consacrazione, continuarono a proclamare il messaggio divino. Le persone appartenenti a vari gruppi religiosi risposero al loro appello e abbandonarono rapidamente le chiese condannate, come aveva fatto Lot scappando da Sodoma prima della sua distruzione. Il popolo di Dio era fortificato dalla meravigliosa gloria che si riversava abbondantemente su di esso, pronto ad affrontare l’ora della prova. Sentii ovunque molte voci, che dicevano: “Qui è la costanza dei santi, che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù”. Apocalisse 14:12. {PS 247,3}

La conclusione del terzo messaggio

Mi fu mostrato il tempo in cui il messaggio del terzo angelo si stava concludendo. La potenza di Dio accompagnava il suo popolo: aveva compiuto la sua opera ed era pronto per il tempo della prova, che stava per sopraggiungere. Avevano ricevuto la pioggia dell’ultima stagione, o il refrigerio della presenza del Signore, e la loro testimonianza ne era stata vivificata. L’ultimo grande avvertimento era risuonato ovunque, aveva eccitato e irritato gli abitanti della terra, che non avevano voluto accettare il messaggio. {PS 248,1}

Vidi degli angeli andare e venire velocemente dal cielo. Uno di loro, munito di scrittoio, ritornava dalla terra, informando Gesù di aver completato la sua opera: i giusti erano stati contati e suggellati. Poi vidi il Salvatore, che aveva compiuto il suo ministero davanti all’arca, che conteneva i dieci comandamenti, gettare a terra il turibolo, alzare le sue mani e a voce alta dire: “È compiuto”. Tutti gli angeli si tolsero le corone, nel momento in cui Gesù fece questa solenne dichiarazione: “Chi è ingiusto continui a praticare l’ingiustizia; chi è impuro continui a essere impuro; e chi è giusto continui a praticare la giustizia, e chi è santo si santifichi ancora”. Apocalisse 22:11. {PS 248,2}

La sorte di ognuno era stata decisa, sia per la vita sia per la morte. Mentre Gesù esercitava il suo ministero nel santuario, c’era stato prima il giudizio per i giusti già deceduti e in seguito quello per i giusti ancora in vita. Cristo aveva ricevuto il suo regno, aveva compiuto l’opera di mediazione in favore del suo popolo e aveva cancellato i loro peccati. I cittadini del regno erano stati reintegrati e le nozze dell’Agnello erano state consumate. I cieli e la terra erano stati dati a Gesù e agli eredi della salvezza, per regnarvi come Re dei re e Signore dei signori. {PS 248,3}

Mentre Gesù usciva dal luogo santissimo, potevo sentire il tintinnio delle campanelle del suo abito, e quando se ne fu andato, una nube di oscurità coprì gli abitanti della terra. A questo punto non c’era più nessun mediatore tra l’uomo colpevole e un Dio offeso. Quando Gesù si trovava tra Dio e l’uomo colpevole, c’era un freno che limitava le loro azioni malvage; ma quando Gesù se ne andò, il freno fu rimosso e Satana ebbe il controllo assoluto degli impenitenti. Non era possibile che le piaghe fossero riversate, mentre Gesù serviva ancora nel santuario, ma quando la sua opera e la sua intercessione furono terminate, non c’era più nulla che potesse arginare la collera di Dio, che colpì i peccatori che avevano disprezzato la salvezza e gli avvertimenti. In quel momento terribile, dopo la conclusione dell’opera di mediazione di Gesù, i santi vivevano davanti a Dio senza un intercessore. Ogni caso era stato deciso, ogni persona preziosa contata. Gesù si trattenne un istante nella parte esterna del santuario del cielo e i peccati confessati, mentre era nel luogo santissimo, furono posti su Satana, responsabile di ogni peccato, che doveva subire il castigo per quei peccati. {PS 248,4}

Poi vidi Gesù togliersi gli abiti sacerdotali e vestirsi con i suoi abiti regali. Sulla testa aveva molte corone, una dentro l’altra. Circondato dagli angeli, lasciò il cielo. Le piaghe stavano per abbattersi sugli abitanti della terra. Alcuni denunciavano e maledicevano Dio, altri si avvicinavano ai figli di Dio, implorando che fosse loro spiegato come sfuggire ai suoi giudizi. Ma i giusti ormai non potevano più aiutarli. L’ultima lacrima per i peccatori era caduta, l’ultima preghiera angosciata offerta, l’ultimo peso portato, l’ultimo messaggio dato. La dolce voce misericordiosa non li avrebbe più invitati. {PS 249,1}

Quando i santi e tutto cielo si erano interessati alla loro salvezza, essi non vi avevano dato nessuna importanza. La vita e la morte erano state poste davanti a loro. Molti avevano desiderato la vita, ma non si erano impegnati per ottenerla; non si erano preoccupati di scegliere la vita, e ora non c’era più sangue espiatorio che potesse purificare i colpevoli, nessun Salvatore compassionevole avrebbe implorato e gridato per loro: “Risparmia, risparmia il peccatore ancora per un po’ di tempo”. Tutto il cielo si unì a Gesù, quando sentì le temibili parole: “È fatto. È compiuto!”. Il piano della salvezza era stato adempiuto, ma solo pochi l’avevano accettato. A mano a mano che la dolce voce misericordiosa svaniva, la paura e l’orrore ebbero il sopravvento sui malvagi. Terrorizzati sentirono distintamente queste parole: “Troppo tardi! Troppo tardi!”. {PS 249,2}

Coloro che avevano disprezzato i messaggi divini correvano da un luogo all’altro, movendosi da un mare all’altro, e da Nord a Sud, cercando la Parola del Signore. L’angelo disse: “Non la troveranno. C’è carestia sulla terra: non una carestia di pane né sete d’acqua, ma dell’ascolto della Parola del Signore. Cosa non darebbero per una parola di approvazione da parte di Dio! Invece devono rimanere affamati e assetati. Giorno dopo giorno hanno disprezzato la salvezza, valorizzando le ricchezze e i piaceri terreni più di ogni altro tesoro del cielo. Hanno rifiutato Gesù e odiato i suoi santi. Coloro che sono impuri rimarranno impuri per sempre”. {PS 249,3}

Molti dei malvagi erano folli per la rabbia, mentre subivano gli effetti delle piaghe. Era uno scenario angosciante. I genitori rimproveravano amaramente i figli, e i figli i propri genitori, i fratelli le loro sorelle, e le sorelle i fratelli. Si sentivano forti grida e lamenti in ogni direzione: “Sei tu che mi hai impedito di ricevere la verità, che mi avrebbe salvato da questa ora terribile”. Le persone si ribellavano con odio contro i loro pastori e li rimproverarono, dicendo: “Non ci avete avvisato. Ci avete detto che il mondo si sarebbe convertito e avete gridato: “Pace, pace”, per placare ogni timore. Non ci avete parlato di questo momento, e coloro che ci volevano avvertire li avete definiti uomini fanatici e malvagi che ci avrebbero portato alla rovina”. {PS 250,1}

Vidi che i pastori non sarebbero sfuggiti alla collera di Dio. La loro sofferenza sarebbe stata dieci volte più grande di quella di coloro che avevano ingannato. {PS 250,2}

Un tempo di profonda angoscia

Vidi i santi lasciare le città e i villaggi, formare dei gruppi e vivere nei posti più isolati. Gli angeli provvedevano al cibo e all’acqua, mentre gli empi soffrivano la fame e la sete. Poi vidi gli uomini che governavano la terra consultarsi tra loro e Satana con i suoi angeli collaborare con loro. Vidi uno scritto, che venne diffuso in diverse regioni della terra, che conteneva l’ordine di uccidere, dopo un determinato periodo, i santi che non avessero abbandonato la propria fede, il sabato e non avessero osservato il primo giorno della settimana. Ma in quest’ora di prova i santi erano tranquilli, confidavano in Dio, appoggiandosi alla sua promessa, che assicurava loro una via di scampo. In alcuni luoghi, prima che il decreto venisse eseguito, gli empi si accanivano nei confronti dei giusti per ucciderli, ma gli angeli, con sembianze di uomini di guerra, si batterono al posto loro. Satana voleva avere il privilegio di distruggere i santi dell’Altissimo, ma Gesù ordinò ai suoi angeli di proteggerli. Dio sarebbe stato onorato di fare un patto con coloro che avevano osservato la sua legge davanti ai pagani, che li circondavano; e Gesù sarebbe stato onorato di traslare i fedeli che da tempo lo aspettavano, senza che vedessero la morte. {PS 251,1}

Subito dopo vidi i santi soffrire di una profonda angoscia. Sembravano essere circondati dagli abitanti malvagi della terra. Erano tutti contro di loro. Alcuni cominciarono a temere che Dio, all’ultimo momento, li avesse abbandonati nelle mani dei malvagi. Ma se i loro occhi fossero stati aperti, si sarebbero visti circondati dagli angeli di Dio. In seguito arrivò una folla di empi adirati, seguita da moltissimi angeli malvagi, che li istigavano a uccidere rapidamente i santi, ma prima di avvicinarsi al popolo di Dio, i malvagi avrebbero dovuto affrontare un gruppo di angeli, santi e maestosi. Questo era impossibile. Gli angeli di Dio facevano indietreggiare gli empi e fuggire i demoni. {PS 251,2}

Era un momento di terribile agonia per i santi. Giorno e notte gridavano al Signore, perché li liberasse. Guardando la realtà così come era, non si scorgeva una via d’uscita. Gli empi stavano già trionfando, gridando: “Perché il vostro Dio non vi libera dalle nostre mani? Perché non andate in cielo e salvate la vostra vita?”. Ma i santi non prestavano loro attenzione; come Giacobbe essi stavano lottando con Dio. Gli angeli desideravano liberarli, ma dovevano aspettare ancora; il popolo di Dio doveva prima bere da quel calice e poi essere battezzato di quel battesimo. Gli angeli, fedeli alla fiducia che i santi riponevano in loro, continuavano a proteggerli. Dio non avrebbe permesso che il suo nome fosse messo in discussione tra i pagani. Il tempo era ormai venuto in cui egli avrebbe manifestato il suo potere e avrebbe gloriosamente liberato i suoi santi. Per la gloria del suo nome avrebbe liberato ognuno di coloro che lo avevano pazientemente aspettato, i cui nomi erano scritti nel libro. {PS 251,3}

Mi fu indicato il fedele Noè. Quando cadde la pioggia e venne il diluvio, Noè e la sua famiglia erano già nell’arca, protetti da Dio. Noè aveva fedelmente avvisato gli abitanti del mondo antidiluviano, ma loro lo avevano deriso e schernito. A mano a mano che le acque si riversavano sulla terra e uno dopo l’altro annegavano, guardavano l’arca, della quale si erano tanto presi gioco, che galleggiava sicura sulle acque, preservando la famiglia di Noè. Così vidi che il popolo di Dio, che aveva fedelmente avvertito il mondo del suo giudizio imminente, sarebbe stato salvato. {PS 252,1}

Dio non avrebbe permesso che gli empi uccidessero coloro che aspettavano di essere traslati, che non si sarebbero piegati al decreto della bestia, né avrebbero ricevuto il suo marchio. Vidi che se ai malvagi fosse stato permesso di uccidere i santi, Satana e i suoi angeli e tutti coloro che odiavano Dio, ne sarebbero stati appagati. Che trionfo sarebbe stato per lui: avere potere, alla fine del tempo di angoscia, su coloro che avevano atteso così tanto per vedere il loro amato Salvatore! Coloro che avevano deriso i giusti, che aspettavano di salire in cielo, sarebbero stati testimoni dell’amore di Dio per il suo popolo e avrebbero visto la loro gloriosa liberazione. {PS 252,2}

Mentre i santi lasciavano le città e i villaggi, venivano perseguitati dagli empi, che volevano ucciderli, ma le spade sguainate per uccidere il popolo di Dio si ruppero e caddero a terra, impotenti come paglia. Gli angeli di Dio facevano da scudo ai giusti. Mentre imploravano giorno e notte la liberazione, il grido dei santi salì al Signore. {PS 252,3}

La liberazione dei giusti

Dio scelse di liberare il suo popolo a mezzanotte. Mentre gli empi si beffavano dei giusti, improvvisamente il sole apparve, risplendendo in tutta la sua forza, e la luna si affievolì. I malvagi consideravano la scena con stupore, mentre i santi guardavano con solenne gioia il segno della loro liberazione. Miracoli e segni si susseguirono rapidamente; tutto sembrava fuori dalla normalità: i ruscelli smisero di scorrere, nuvole scure apparvero e si scontrarono, ma c’era un posto chiaro e glorioso, dal quale proveniva la voce di Dio, come il rumore di molte acque, scuotendo il cielo e la terra. {PS 253,1}

Ci fu un forte terremoto. Le tombe si aprirono, coloro che erano morti nella fede del messaggio del terzo angelo e avevano osservando il sabato, uscirono glorificati dai loro letti di polvere, per assistere al patto di pace, che Dio avrebbe stipulato con coloro che avevano osservato la sua legge. Il cielo si aprì e si chiuse, agitandosi. Le montagne tremavano come canne al vento, le pietre cadevano. Il mare bolliva come l’acqua in una pentola e anch’esso lanciava pietre sulla terra ferma. Mentre Dio annunciava il giorno e l’ora della venuta di Gesù, egli offrì il patto eterno al suo popolo. Promulgò la sentenza e tacque, e queste parole percorsero tutta la terra. L’Israele di Dio rimase a fissare il cielo, ascoltando le parole dette da Yahweh, che risuonavano sulla terra come un tuono fortissimo. Tutto era estremamente solenne. Alla fine di ogni frase i giusti gridavano: “Gloria! Alleluia!”. I loro volti erano illuminati della gloria di Dio e risplendevano come il viso di Mosè, quando scese dal monte Sinai. I loro volti erano così luminosi che i malvagi non potevano guardarli. Quando la benedizione eterna fu pronunciata su coloro che avevano onorato Dio, osservando il suo santo sabato, ci fu un forte grido di vittoria sulla bestia e sulla sua immagine. {PS 253,2}

Poi iniziò il giubileo, periodo in cui la terra si sarebbe riposata. Vidi lo schiavo credente alzarsi vittorioso e trionfante, scrollandosi di dosso le catene che lo legavano, mentre il suo padrone malvagio rimaneva confuso, senza sapere cosa fare, perché gli empi non potevano capire le parole della voce di Dio. {PS 253,3}

Presto apparve una grande nuvola bianca, sulla quale era seduto Cristo. Appena si evidenziò, in lontananza, la nuvola sembrava molto piccola. L’angelo disse che era il segno del Figlio dell’Uomo. A mano a mano che si avvicinava alla terra, si poteva ammirare l’eccellenza della gloria e della maestà di Gesù, che veniva per regnare. Un corteo di angeli, con corone scintillanti, scortava Gesù. Nessuna lingua può descrivere la gloria di questa scena. La nube, animata da maestà e gloria insuperabili, si avvicinava e si poteva chiaramente individuare la persona di Gesù. {PS 253,4}

Non aveva una corona di spine, ma una di gloria. Sui suoi abiti e sul fianco c’era scritto: “Re dei re e Signore dei signori”. Il suo volto brillava come il sole a mezzogiorno. I suoi occhi erano come fiamme di fuoco e i suoi piedi sembravano di bronzo. La sua voce era simile all’insieme di molti strumenti musicali. La terra tremò davanti a lui, i cieli si aprirono, i monti e le isole si spostarono. “I re della terra, i grandi, i generali, i ricchi, i potenti e ogni schiavo e ogni uomo libero si nascosero nelle tane e tra le rocce dei monti. E dicevano ai monti e alle rocce: ‘Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira, Chi può resistere?'” Apocalisse 6:15-17. Coloro che poco tempo prima avrebbero eliminato i fedeli figli di Dio dalla terra, ora testimoniavano della gloria di Dio. Terrorizzati, sentivano le voci dei giusti cantare felici, dicendo: “Questo è il nostro Dio, lo abbiamo aspettato ed egli ci salverà”. {PS 254,1}

Quando la voce del Figlio di Dio chiamò i santi addormentati, la terra tremò con forza. I giusti risposero alla chiamata e rivestiti di gloriosa immortalità, dicevano: “La morte è stata sommersa nella vittoria. O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?” 1 Corinzi 15:54, 55. Poi i santi viventi e quelli risorti alzarono le voci in un lungo ed esaltante grido di vittoria. Quei corpi senza vita, che avevano portato i segni della malattia e della morte, risorsero in perfetta salute e in vigore immortale. I santi viventi furono trasformati in un istante e traslati in cielo con gli altri risorti, per incontrare Gesù. Oh, che incontro glorioso! Gli amici che erano stati divisi si riunirono, per non separarsi mai più. {PS 254,2}

Sui lati del carro c’erano delle ali e sotto di esso delle ruote viventi, e mentre il carro proseguiva verso il cielo, le ruote gridavano: “Santo”, e le ali “Santo” e il corteo degli angeli, che circondava la nuvola, gridava: “Santo, santo, santo, Signore onnipotente!”. E i giusti nella nube gridarono: “Gloria! Alleluia!”. E il carro proseguì per la santa Città. Prima di entrarvi, i santi furono posti a forma di un quadrato perfetto con Gesù al centro. Egli stava sopra le loro teste, le loro spalle e sopra gli angeli. Tutti potevano vedere la sua figura maestosa e il suo volto. {PS 254,3}

La ricompensa dei santi

Poi vidi un gran numero di angeli portare dalla città delle corone gloriose, una corona per ogni santo con il suo nome inciso sopra. Appena Cristo chiese che gli fossero portate le corone, gli angeli gliele presentarono e con la mano destra Gesù pose le corone sulle teste dei giusti. Nella stessa maniera gli angeli portarono le arpe, che Gesù nuovamente presentò loro. Gli angeli responsabili diedero la nota e poi ogni voce si unì, elevando una lode gioiosa e grata, e ogni mano suonò l’arpa con competenza, elevando una musica melodiosa, possente e perfetta. {PS 255,1}

Dopo vidi Gesù condurre il gruppo dei redenti alla porta della città, aprirla e dire alle nazioni che erano rimaste fedeli alla verità di entrare. Nella città tutto contribuiva a rallegrare la vista. Ovunque regnavano gloria e ricchezza. Poi Gesù posò il suo sguardo sui santi che aveva riscattati; i loro volti erano raggianti di gloria e, osservandoli con sguardo amorevole, disse con voce potente e melodiosa: “Contemplo il risultato del mio tormento interiore e sono soddisfatto. Voi potrete godere eternamente di questa gloria. Le vostre sofferenze sono finite. Non ci saranno più né morte, né dolore, né grida, né sofferenza”. Vidi che i redenti si inchinavano, ponendo le loro corone splendenti ai piedi di Gesù, che con mano amorevole li fece alzare, ed essi suonarono le loro arpe d’oro, riempiendo il cielo con la loro musica e con i canti in onore dell’Agnello. {PS 255,2}

Allora vidi Gesù condurre il suo popolo verso l’albero della vita e di nuovo sentimmo la sua voce amorevole, la più possente musica mai udita da orecchie mortali, dichiarare: “Le foglie di questo albero sono per la guarigione delle nazioni. Mangiatene tutti”. Sull’albero della vita c’era un frutto, il più bello di tutti, che i santi potevano mangiare liberamente. Nella città c’era un trono glorioso, dal quale partiva un fiume d’acqua viva, limpido come il cristallo. Su ogni lato del fiume c’era l’albero della vita e sulla riva del fiume c’erano altri alberi, che davano frutti buoni da mangiare. {PS 255,3}

Il nostro linguaggio è troppo povero per descrivere il cielo. Quando pensavo a tutto questo, ero profondamente sorpresa. Piena di ammirazione per tutto quello splendore e quella gloria eccelsa, deposi la penna ed esclamai: “Oh, che amore! Che amore meraviglioso!”. Anche le espressioni più raffinate sono insufficienti per descrivere la gloria del cielo o le profondità incomparabili dell’amore del Salvatore. {PS 255,4}

La terra desolata

La mia attenzione fu nuovamente rivolta verso la terra; i malvagi erano stati distrutti e i loro corpi senza vita ricoprivano tutta la sua superficie. La collera di Dio, nelle sette ultime piaghe, aveva colpito gli abitanti del mondo, che si erano morsi la lingua per il dolore ed erano giunti a maledire Dio. I falsi pastori erano stati l’obiettivo della collera di Yahweh. Mentre erano in piedi, i loro occhi e le loro lingue si erano consumati, lasciando al loro posto solo delle cavità vuote. Dopo che i santi erano stati liberati da Dio, i malvagi rivolsero la loro furia l’uno contro l’altro. La terra sembrava inondata di sangue e corpi senza vita la ricoprivano da una estremità all’altra. {PS 256,1}

La terra appariva come un arido deserto. Delle città e dei villaggi, scossi dal terremoto, rimasero solo mucchi di terra. Le montagne furono spostate, lasciando al loro posto delle grandi caverne. Le pietre sconnesse, provenienti dal mare o dalla terra stessa, erano sparse su tutta la sua superficie. I grandi alberi furono sradicati e disseminati ovunque. Questa sarà la casa di Satana e dei suoi angeli malvagi per mille anni. Qui sarà confinato a vagare su e giù sulla superficie spaccata della terra, per vedere i risultati della sua ribellione contro la legge di Dio. Per mille anni potrà rendersi conto della maledizione che ha provocato. Relegato sulla terra, non avrà la possibilità di andare sugli altri pianeti, per tentare e provocare coloro che non sono caduti. In questo periodo Satana soffrirà enormemente. Dalla sua caduta, le sue caratteristiche malvage sono state esercitate costantemente, ma in questo periodo egli sarà privato del suo potere e sarà lasciato a riflettere sulle sue azioni, a guardare il futuro tremante e con terrore; dovrà soffrire per tutto il male che ha commesso ed essere punito di tutti i peccati che ha causato. {PS 256,2}

Sentii le grida di trionfo, simili a diecimila strumenti musicali, degli angeli e dei santi redenti, perché non sarebbero più stati infastiditi né tentati da Satana e anche perché gli abitanti degli altri mondi erano stati liberati dalla sua presenza e dalle sue tentazioni. {PS 256,3}

Poi vidi i troni sui quali Gesù e i giusti redenti erano seduti, e i santi regnavano come re e sacerdoti presso Dio. Cristo, unito al suo popolo, giudicò i malvagi deceduti e le loro azioni con il libro della legge, la Parola di Dio, e giudicò ogni caso secondo le opere compiute. {PS 256,4}

Poi i malvagi subirono ciò che meritavano, secondo le loro opere e secondo ciò che era stato imputato loro nel libro della morte. Anche Satana e i suoi angeli furono giudicati da Gesù e dai santi. La punizione di Satana sarebbe stata maggiore di quella che avrebbero subito coloro che aveva ingannato. Dopo la loro morte, Satana sarebbe vissuto ancora e avrebbe sofferto per molto tempo. {PS 257,1}

Dopo che il giudizio dei malvagi deceduti fu completato, alla fine dei mille anni, Gesù lasciò la città e i santi e il corteo degli angeli lo seguirono. Gesù scese su una grande montagna che, appena i suoi piedi la toccarono, si spaccò e divenne una pianura. Poi guardammo il cielo e vedemmo la grande e bella città con dodici fondamenta e dodici porte, tre su ogni lato, e un angelo a ogni porta. Gridammo: “La città! La grande città! Sta scendendo da Dio e dal cielo!”. E scese in tutto il suo splendore e tutta la sua gloria, collocandosi sulla maestosa pianura che Gesù aveva preparato. {PS 257,2}

La seconda risurrezione

Gesù e il corteo di angeli, insieme ai salvati, lasciarono la città. Gli angeli circondarono il loro Capo e lo scortarono, mentre i santi redenti lo seguivano. Poi, con temibile maestà, Gesù chiamò i malvagi deceduti e loro si avvicinarono con gli stessi corpi deboli, con i quali si erano addormentati nella tomba. Che spettacolo! Che scena! Alla prima risurrezione tutti si innalzarono nella perfezione immortale, ma alla seconda risurrezione i segni della maledizione erano visibili su tutti. I re e i nobili della terra, gli spregevoli e i poveracci, gli istruiti e gli ignoranti risposero insieme all’appello. {PS 258,1}

Tutti vedevano il Figlio dell’Uomo, e quelle stesse persone che lo avevano odiato e schernito, che avevano messo la corona di spine sul suo capo e lo avevano colpito con una canna, lo videro in tutta la sua maestà regale. Coloro che gli avevano sputato addosso, nel momento della prova, sfuggivano dal suo sguardo penetrante e dalla gloria del suo volto. Coloro che gli avevano trafitto le mani e i piedi con i chiodi videro i segni della crocifissione. Gli uomini che avevano conficcato la lancia nel suo costato videro i segni della loro crudeltà sul suo corpo e si accorsero che era proprio lui la persona che avevano crocifisso e deriso, mentre agonizzava. Allora si sentì un lungo lamento angoscioso ed essi corsero lontano, cercando di nascondersi dalla presenza del Re dei re e del Signore dei signori. {PS 258,2}

Tutti cercarono di nascondersi dietro le rocce, per proteggersi dalla terribile gloria di colui che una volta avevano odiato. Sopraffatti e provando dolore a causa della sua maestà ed estrema gloria, condividendo lo stesso pensiero, dissero distintamente: “Benedetto è colui che viene nel nome del Signore!”. Poi Gesù e i suoi angeli, accompagnati da tutti i giusti, ritornarono alla città, mentre i lamenti degli empi dannati risuonavano nell’aria. Allora vidi che Satana iniziava nuovamente la sua opera. Passò in mezzo agli uomini e rafforzò i deboli, dicendo loro che lui e i suoi angeli erano potenti. Indicò i milioni di persone che erano stati risuscitati, c’erano guerrieri e re potenti, con capacità belliche tali che avevano conquistato dei regni. C’erano dei giganti potenti e degli uomini valorosi, che non avevano mai perso una battaglia. C’era l’ambizioso e orgoglioso Napoleone, che aveva fatto tremare le nazioni. C’erano uomini di portamento nobile e dignitoso, che erano caduti in battaglia per il loro desiderio di conquista. Uscendo dalle loro tombe, avevano ancora gli stessi pensieri e gli stessi desideri, che avevano avuto al momento della loro morte. Satana consultò i suoi angeli, poi i re, i conquistatori e i potenti. Guardando il grande esercito, disse loro che il gruppo dei santi nella città era piccolo e debole, che avrebbero potuto conquistarla, cacciare i suoi abitanti, possedere le loro ricchezze e la loro gloria. {PS 258,3}

Satana riuscì a ingannarli e immediatamente tutti iniziarono a prepararsi per la battaglia. C’erano molti uomini capaci in quell’esercito, che costruirono qualsiasi i tipo di arma da guerra. In seguito, con Satana alla guida, la folla si mosse in avanti. Re e guerrieri seguivano Satana e la moltitudine era dietro di loro. Ogni gruppo aveva il suo capo e manteneva una marcia ordinata sulla superficie spaccata della terra, diretti verso la santa Città. Gesù chiuse le porte della città, l’esercito la circondò e si mise in riga, aspettandosi un confronto violento. Gesù, gli angeli e i santi, con le corone splendenti sulle loro teste, salirono sopra le mura della città. Gesù parlò con tono regale, dicendo: “Guardate, peccatori, la ricompensa dei giusti! E guardate, miei redenti, la ricompensa degli empi!”. {PS 259,1}

La folla guardò i santi sulle mura della città. Mentre osservavano lo splendore delle loro corone e i loro volti raggianti di gloria, che riflettevano l’immagine di Gesù e l’insuperabile gloria e la maestà del Re dei re, del Signore dei signori, il loro coraggio svanì. La consapevolezza delle ricchezze e della gloria, che avevano perso, si impadronì di loro e si resero conto che il risultato del peccato è la morte. Videro che le persone che avevano odiato erano felici e sante, rivestite di gloria, di onore, d’immortalità e di vita eterna, mentre loro erano fuori dalla città, insieme a ogni cosa disprezzabile e abominevole. {PS 259,2}

La morte seconda

Satana corse in fretta in mezzo ai suoi seguaci e cercò di istigarli all’azione. Ma Dio fece scendere del fuoco dal cielo su di loro e grandi, potenti, nobili, poveri e miserabili furono tutti consumati. Vidi che alcuni venivano distrutti rapidamente, mentre altri soffrivano più a lungo. Venivano puniti in funzione delle loro opere. Alcuni si consumavano in diversi giorni e, nella misura in cui c’era ancora una parte del corpo intatta, erano coscienti delle loro sofferenze. L’angelo disse: “Il germe della vita non morirà; il loro fuoco non si spegnerà fino a quando ci sarà ancora una minima particella da bruciare”. {PS 260,1}

Satana e i suoi angeli soffrirono a lungo. Il principe di questo mondo non era solo responsabile del peso e della punizione dei propri peccati, ma anche di quelli dei redenti, che erano stati posti su di lui; doveva soffrire anche per gli uomini caduti per causa sua. Poi vidi che Satana e i malvagi erano stati consumati e la giustizia di Dio si era adempiuta; gli angeli e tutti i santi redenti dissero ad alta voce “Amen!”. {PS 260,2}

L’angelo disse: “Satana è la radice, i suoi figli sono i rami. Ora sono consumati, sia la radice sia i rami. Sono morti di morte eterna. Non risusciteranno più e l’universo sarà purificato”. Poi guardai e vidi il fuoco, che aveva bruciato gli empi, consumare tutto ciò che c’era di immondo e purificare la terra. Guardai ancora e vidi la terra purificata. Non c’era più nessun segno di maledizione. La superficie devastata e deforme della terra era diventata una pianura uniforme ed estesa. {PS 260,3}

Tutto l’universo che Dio aveva creato era stato purificato e il gran conflitto si era concluso definitivamente. Ovunque volgessimo lo sguardo si vedevano solo cose meravigliose. E tutti i salvati, vecchi e giovani, grandi e piccoli, posero le loro corone splendenti ai piedi del Redentore e si prostrarono in adorazione davanti a lui, colui che vive per sempre. La nuova terra, in tutta la sua bellezza e in tutta la sua gloria, rappresentava l’eredità eterna dei giusti. Il dominio, la potenza e la grandezza dei regni sotto i cieli furono dati ai santi dell’Altissimo, che li avrebbero posseduti per sempre, di eternità in eternità. {PS 260,4}

Appendice

Dopo la visione, Ellen era in grado di ricordare ciò che le era stato mostrato, ma non ricordava quello che doveva essere un segreto e che non poteva essere rivelato. Nella scena della “Liberazione dei giusti” (pagine 254, 255), Ellen G. White sentì annunciare “il giorno e l’ora della “venuta” di Gesù” (pagina 35; cfr. pagina 49), ma su questo argomento più tardi scrisse: “Non ho la più pallida idea del tempo annunciato dalla voce di Dio. Udii proclamare l’ora, ma finita la visione non ebbi alcun ricordo del momento. Dinanzi a me passarono scene così solenni ed emozionanti che nessun linguaggio umano può descrivere. Erano tutte realtà viventi per me”. — Lettera 38, 1888, pubblicata in Selected Messages 1:76. {PS 263,2}

Pagina 107: perfezionismo. — Alcuni dei primi avventisti, subito dopo l’esperienza del 1844, caddero nel fanatismo. Ellen G. White affrontò questi estremisti con le parole “Così parla il Signore”. Rigettò chi insegnava la “perfezione della carne” e quindi l’impossibilità di peccare. Ecco che cosa scrisse in proposito: “Sostenevano che coloro che sono santificati non possono peccare. E questo portava a credere che gli affetti e i desideri dei santi erano sempre giusti, e che non potevano mai indurli al peccato. In armonia con queste sofisticherie, praticavano i peccati peggiori, sotto le apparenze della santità, e con la loro ingannevole e ipnotica influenza esercitavano uno strano potere su alcuni, che non si accorgevano del male nascosto in queste teorie, apparentemente belle. {PS 267,2}

“Chiaramente gli inganni di questi falsi maestri mi furono mostrati e io vidi scritto sui registri del cielo il pauroso rapporto contro di loro e la terribile colpa che avevano commesso, nel professarsi santi, mentre invece tutto quello che facevano era offensivo agli occhi di Dio”. — Schizzi di vita, 83, 84. {PS 267,3}

Tra i primi avventisti sabatisti c’era l’abitudine di scambiarsi il bacio, come regola d’umiltà. Non si trovano riferimenti a una chiara scorrettezza nello scambio di baci tra uomini e donne, ma c’è un richiamo a evitare ogni apparenza di male. {PS 268,2}

PRIMI SCRITTIultima modifica: 2023-03-04T11:48:51+01:00da ruggerorv


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