Alice Nel Paese Delle Meraviglie

Alice nel paese delle Meraviglie è uno dei libri più famosi che esistano. Pensate che si trova al quarto posto nella classifica dei testi più tradotti vantando edizioni in ben 174 lingue differenti. Iniziamo parlando della sua origine ovvero un pomeriggio d’estate del giorno 4 luglio 1862 in cui Lewis Carroll (di cui tra poco parleremo) si trovava ad Oxford in barca con le tre sorelle Liddell: Lorina, Edith e Alice. Queste bambine chiesero al nostro autore di raccontare una storia ed è lì che nacque Alice in Wonderland proprio dal nome di una delle piccole. In alcune occasioni successive Carroll disse anche che Alice Liddell fu solamente una fonte di ispirazione per la protagonista della sua storia e a prova di ciò troviamo nel dodicesimo e ultimo capitolo di Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò un riferimento ad Alice Liddell, ovvero un acrostico, un gioco di parole in cui le prime lettere di ogni riga compongono una parola di senso compiuto, che forma i termini “Alice Pleasance Liddell” (il nome completo della bambina conosciuta da Carroll). Purtroppo Carroll perse i contatti con la ragazza quand’ella partì per viaggiare in Europa.

Il libro racconta la storia di una bambina la quale si addormenta e sogna di seguire un coniglio bianco nel Paese delle Meraviglie, un universo fantastico e paradossale popolato da strani animali antropomorfi. Carroll regalò alla piccola Alice Liddell il manoscritto di Le avventure di Alice sotto terra con la dedica “Come regalo di Natale a una cara bambina in memoria di un giorno d’estatenel Natale dell’anno 1864. Nell’opera erano riproposte, nell’episodio della pausa tè del Cappellaio Matto, alcune delle conversazioni che lo scrittore aveva avuto con la piccola. Solo il 26 Novembre 1865 lo scrittore decise di pubblicare Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. La prima edizione conteneva 10 mila parole in più rispetto al manoscritto originale. A quel punto Carroll, non soddisfatto della qualità della stampa, ordinò il ritiro dei testi pubblicati e ne fece uscire una seconda edizione nel Dicembre 1865. Fin dalla prima edizione il libro è stato accompagnato da illustrazioni a opera del vignettista satirico John Tenniel. Nel manoscritto originale i disegni erano stati prodotti dalla mano di Carroll.

Concentriamoci un attimo sull’autore di questo capolavoro apprezzato sia da bambini che da adulti. Lewis Carroll è lo pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, reverendo, matematico, fotografo, studioso di logica e scrittore inglese vissuto tra il 1832 e il 1898. Il suo nome d’arte non è altro che un gioco di parole fra i suoi due nomi di battesimo: Charles è diventato Carroll, Lutwidge Lewis. Si racconta che Charles soffrisse di una malattia neurologica la quale provocava allucinazioni e distorsioni nella forma degli oggetti rendendoli nella mente di Carroll più piccoli o più grandi, come accade all’inizio del libro ad Alice. Questa patologia fu scoperta nel 1955 dallo psichiatra inglese Todd che la battezzò “Sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie (AIWS)”, “sindrome di Todd” o “allucinazioni lillipuziane”.

Nel 1871 il reverendo scrisse il seguito de Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie intitolato Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò. La storia è ambientata sei mesi dopo la fine del primo libro ed inizia con Alice che incuriosita da uno specchio nel suo salotto scopre di poterci passare attraverso. La seconda opera è più malinconica rispetto alla prima in quanto pare che Carroll la scrisse in un periodo di tensione con la famiglia Liddell. Un’altra piccola differenza è la seguente: in Alice in Wonderland regna il gioco delle carte mentre nel secondo libro è più presente il tema del gioco degli scacchi.

Ogni passaggio delle due opere fantasiose di Charles ha un significato simbolico in stretto contatto con il clima conservatore dell’Età Vittoriana. Il mondo sottosopra rappresenta l’inevitabile conflitto tra età infantile e adulta. Dal Paese delle Meraviglie Alice non apprende nulla di utile per accedere al mondo degli adulti, questo perché il romanzo di Carroll non segue le regole del normale romanzo di formazione. Tutte le conversazioni che Alice farà non hanno un vero e proprio senso logico poiché Alice è una bambina che fugge dall’obbedienza a imposizioni e regole. La caduta nella tana del Bianconiglio è stata interpretata da molti studiosi come l’ingresso nell’inconscio e ricorda la sensazione di cadere tipica di alcuni sogni. La storia di Alice nel Paese delle Meraviglie infatti è racchiusa in una dimensione onirica, come scopriamo nel finale, spiegando così molte tecniche narrative quali fughe in brutte situazioni e la presenza di elementi topici, intesi come invenzione di mezzi dialettici per condurre un’argomentazione.

Per quanto riguarda i personaggi, anch’essi rappresentano un certo aspetto. Il Brucaliffo è associato alla razionalità degli adulti. Pur rappresentando anche la saggezza, questo personaggio si mostra insofferente nei confronti di Alice la quale, a quel punto, dovrà trovare da sola il modo per crescere. Un’altra interpretazione suggerisce però che il Brucaliffo rappresenti il cambiamento in quanto alla fine del dialogo con Alice si trasformerà in farfalla.

Anche il Bianconiglio simboleggia un aspetto del mondo adulto; egli infatti è noto per andar sempre di fretta ed essere quasi inafferrabile, ragion per cui è stato detto simboleggiare il genitore che carica d’ansia e stress il proprio figlio. Interessante anche il fatto che sovente non comprenda ciò che la piccola Alice gli dice. Nella lingua inglese contemporanea, il Bianconiglio è divenuto sinonimo di un evento inaspettato e particolarmente rivelatore.

Agli antipodi, Alice, questa bambina capace di rapportarsi col mondo senza perdere una dote tipica dei bambini quale la fantasia, è l’emblema dell’infanzia libera e spensierata.

Uno dei personaggi più controversi e strani è lo Stregatto o Gatto del Cheshire che nella traduzione italiana della favola a cura di Silvio Spaventa Filippi del 1913, viene chiamato Ghignagatto, mentre in altre traduzioni italiane viene chiamato “Gatto Cesare” a causa dell’assonanza con “Gatto del Chesire”. Egli non si schiera dalla parte di nessuno, inizialmente compare nella casa della Duchessa come un personaggio privo di funzione precisa, intento a scaldarsi presso il focolare. In seguito diventa soggetto di una conversazione importante con Alice, in cui rivela alla protagonista la legge fondamentale del “mondo alla rovescia” in cui la ragazzina si è ritrovata: poiché son tutti pazzi, occorre comportarsi al contrario di come è opportuno fare nel mondo reale. Lo Stregatto potrebbe simboleggiare anche il senso della vita se si leggesse attentamente il suo dialogo con Alice sulla direzione da prendere. Certo è che lo Stregatto rappresenta l’elemento di disordine all’interno dell’ordine costituito. Spesso viene individuato lo stesso Carroll in questo personaggio. Non si comprende bene da dove sia venuta a Charles l’ispirazione ma potrebbe essere da una favola inglese molto diffusa all’epoca. Piccola curiosità: nella fisica quantistica, il nome di “gatto del Chesire quantistico” è stato dato come soprannome al famoso “gatto di Schroedinger”, animale preso in prestito per spiegare alcuni paradossi della meccanica quantistica.

La Regina di cuori rappresenta innanzitutto la giustizia cieca poiché Alice si trova a rischiare la vita senza in realtà aver fatto nulla di male. Questo personaggio governa il suo regno arbitrariamente, mandando alla pena capitale chiunque rappresenti il minimo elemento di fastidio o di noia (come nel caso dei giardinieri), o per puro capriccio (come per il Fante di Cuori). Sebbene nei normali racconti fiabeschi/favolistici l’antagonista venga sempre sconfitto, invece in questo racconto Alice si salva solo perché riacquista le sue dimensioni consuete riconoscendo che i personaggi davanti a lei sono semplici carte da gioco.

Infine i due personaggi che meglio incarnano la stranezza del Paese delle Meraviglie sono la Lepre Marzolina e il Cappellaio Matto, coloro che vengono considerati esplicitamente pazzi da tutti gli abitanti del Paese delle Meraviglie. L’episodio del tè è quello in cui viene messa in evidenza la follia di questi due personaggi, ad esempio quando la Lepre Marzolina offre del vino sapendo già di non averlo. Sempre in questo punto della storia troviamo però un aspetto interessante ovvero la battaglia dell’uomo contro il Tempo. A questo tea party infatti gli invitati sono costretti a cambiare sempre posto ma c’è da dire che sembra realizzarsi proprio il desiderio del Cappellaio che riesce a prolungare all’infinito l’ora del tè con il tavolo sempre apparecchiato e la bevanda sempre versata che però non verrà mai bevuta.

C’è da dire che in Alice nel Paese della Meraviglie Carroll si riferisce anche a persone reali; l’esempio più famoso è quello del Ghiro in cui viene reso omaggio alle tre bambine, i nomi delle tre piccole infatti sono Elsie, che deriva dalle iniziali di Lorina Charlotte (LC), Lacie ovvero l’anagramma di Alice, e Tillie che sarebbe il diminutivo di Matilda, soprannome di Edith. Anche altri personaggi del libro accennano a figure di persone famose: il primo Ministro inglese Benjamin Disraeli (1804-1881) sarebbe raffigurato nella lucertola Bill, mentre il Cappellaio matto sarebbe un mercante di mobili conosciuto personalmente dall’autore; la Finta Tartaruga sembra essere un’allusione a John Ruskin (1819-1900), celebre critico d’arte e maestro di disegno delle Liddell. Alice nel Paese delle Meraviglie infatti ha anche una vena satirica, evidenziata soprattutto dai poemetti sparsi per il testo che sarebbero parodie di testi di autori contemporanei a Carroll.

ALCUNE CURIOSITA’

Nell’anno 1928 Alice Liddell mise all’asta il manoscritto di Le avventure di Alice sotto terra vendendolo per 15 400 sterline, una cifra esorbitante all’epoca.

Nel 1931 Alice nel Paese delle Meraviglie è stato censurato in Cina poiché rendere intelligenti degli animali antropomorfi fu considerato un insulto all’intelletto dell’uomo dalla Commissione Censura.

La Royal Mail ha inventato una serie di francobolli ispirati ai personaggi più strani e alle scene più curiose di Alice nel Paese delle Meraviglie.

All’incirca 1200 disegnatori hanno illustrato Alice in Wonderland, tra questi anche Salvador Dalì.

Dopo aver letto Alice nel Paese delle Meraviglie, la Regina Vittoria chiese a Charles di dedicarle il suo prossimo libro; allora Carroll si presentò con un trattato sui Determinanti. In matematica un determinante è il valore che si associa a una matrice quadrata secondo una precisa regola.

La vera Alice non era bionda come nel cartone della Disney, bensì castana.

Nel libro Alice pronuncia per ben 21 volte la parola curious/curiouser; questo lemma fu attribuito dall’Oxford English Dictionary proprio a Carroll.

In Alice nel Paese delle Meraviglie troviamo 25 riferimenti al tè.

Carroll è uno degli autori più citati nei testi di programmazione.

Il primo film in assoluto ispirato ad Alice nel paese delle Meraviglie venne girato nel 1903 in Gran Bretagna e durava solo 10 minuti.

La frase Non posso tornare a ieri perché ero una persona diversa alloradetta da Alice, riferendosi ai continui mutamenti del suo corpo nel Paese delle Meraviglie, è divenuta nel tempo emblema delle costante mutabilità della natura umana.

In una lettera dell’Aprile 1887 Carroll scrive Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio sono costituiti quasi per intero da frammenti e piccoli brani, idee singole scaturite da sole. Nello scrivere Le avventure di Alice nel sottosuolo aggiunsi molte idee nuove che sembravano crescere da sole attorno al nucleo originario. Molte altre ne aggiunsi quando, anni dopo, riscrissi il libro per pubblicarlo, anche se (e questo può interessare i lettori di Alice), ogni idea e quasi ogni parola del dialogo venivano da sé. Capitava che un’idea mi venisse di notte, e allora m’alzavo e accendevo il lume per appuntarmela; talora durante una gelida passeggiata d’inverno, per cui dovevo fermarmi e, con le dita intirizzite dal freddo, scarabocchiavo poche parole per evitare che quell’idea appena nata dovesse perire; ma dovunque e comunque venissero, ciascuna idea veniva da sé. Non sono come un orologio che, per farlo funzionare, basta caricarlo quando si vuole.”

 

 

 

Alice Nel Paese Delle Meraviglieultima modifica: 2019-07-12T09:39:06+02:00da gloria_2019

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