Carte geografiche italiane a cavallo del 1800

Ho rinvenuto questa carta del Regno di Sardegna del 1794, oggi dell’Istituto Geografico Militare, mentre facevo un’esplorazione, dovuta al fatto che, riguardando stampe di inizio 1800, presenti su questo sito nizzardo cui ho già attinto altre volte, ho notato meglio che talora vengono indicate opere o di geografi italiani o riguardanti altre parti del nostro paese, come la “Coreografia d’Italia” di Attilio Zuccagni-Orlandini. Difficile, tuttavia, trovare sul Web altre icone così pregevoli. Probabile che chi le colleziona se le tenga ben strette anche nella forma digitale.

Questa una mappa dal lavoro di Attilio Zuccagni-Orlandini.

Per associazione di idee mi é tornata in mente l’imponente opera di storia e di geografia del Conte Alberto La Marmora, uno dei quattro fratelli generali, realizzata quando era stato mandato in punizione in Sardegna. Qui sopra, ripresa da qui, una carta da lui realizzata.

In effetti, nella prima metà del 1800 in Italia non si pubblicavano solo libri su lontane nazioni, come ho già più volte accennato, ad esempio qui. Argomenti che ho ripreso da Cultura Barocca.  Alla quale potrei sempre tornare per ulteriori spunti su come veniva studiata e presentata la geografia italiana in quel periodo: a questo link un piccolo saggio.

Alla ricerca di mappe antiche

Pedemontanae vicinorumque regionum auctore Iacobo Castaldo descript. Anversa, 1598 ca., vale a dire Carta geografica della riviera di ponente da Portofino a Monaco, che comprende la parte del Piemonte fino alla Valle d´Aosta, tratta dal “Theatrum Orbis Terrarum” di Abraham Ortelius, disegnata da Jacopo Gastaldi (incisione in rame. 374×497 mm.), come l’ho desunta da qui.
Ero alla ricerca sul Web di icone antiche o antiquarie relative alla Liguria, quando, una volta rinvenuta la mappa, che già conoscevo, di cui qui sopra, mi si é aperto un percorso affascinante, che qui di seguito riproduco in modo parziale.
Una mappa con scene di animali dell’Asia da “Cosmographia” di Sebastian Münster (cartografo) pubblicata a Basilea da Henricus Petri nel 1628.
Isola Cocos in Oceania. Del 1719 da una descrizione del mondo curata da Allain Manesson Mallet, pubblicata a Francoforte.
Non ho potuto fare a meno di pensare, a quel punto, a La Pérouse, di cui ho parlato in un mio vecchio post, e agli altri coraggiosi navigatori dell’epoca, non solo francesi.
Infatti, a mio modesto avviso, non poteva che essere opera di un transalpino una mappa del 1780 di Tahiti: per la precisione di  M. Bonne, ingegnere e idrografo.
Sin qui le immagini, eccezione fatta, come ho già sottolineato, per la prima, sono state tratte da questo interessante sito.
Ho cercato Bonne su Wikipedia. Ho notato un altro ingegnere e idrografo, Rigobert Bonne (1727–1795), che ha disegnato questa mappa (fonte, va da sé, Wikipedia), che rammenta gli interessi francesi dell’epoca in Asia.
Volendo rinvenire una carta dell’Africa, che segnasse le basi usate nel 1700 dai transalpini, ho trovato, invece, sempre su questo sito, questa icona più antica, al cui fascino non ho saputo resistere: si tratta di Africae Tabula Nova di Abraham Ortelius – cui, pertanto, si torna ancora una volta -, pubblicata ad Antwerp nel 1592, come parte del già mentovato, famoso atlante, con testo latino, “Theatrum Orbis Terrarum”.