Note a “Il Corsaro Nero” di Salgàri

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Questa immagine compare anche nell’edizione particolare de “Il Corsaro Nero” uscita tanti anni fa. Si tratta, infatti,  di una edizione integrale annotata.
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C’è anche questa.
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C’è inoltre il famoso Morgan.
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Le stampe originali sono parte integrante di “De Americaensche Zee-Roovers“, uscita ad Amsterdam nel 1678. Di Alexandre Olivier Exquemelin (scritto anche Esquemeling, Exquemeling, o Oexmelin). Credo si tratti di pagine dell’opera originale custodita alla Libreria del Congresso Americano. Che riporta la dicitura abituale di questo lavoro in “The Buccaneers of America“, una delle due traduzioni in inglese uscite nel 1684. E’ un libro molto imitato e ispiratore di tanta narrativa. A quella derivata, più precisamente all'”Histoirie illustrée des pirates, corsaires, flibustiers, boucaniers, forbans, négriers et ecumeurs dans tous les temps e dan tous le pays” di Jules Trousset, tradotta in Italia da Sonzogno tra il 1879 e il 1881, ha attinto il nostro Emilio Salgari per il già citato romanzo che ha segnato uno dei suoi cicli più famosi. Altre notizie sui filibustieri – e sulle Americhe – Salgari trovò anche sul “Costume antico e moderno” di Giulio Ferrario (1817-1834) e nella “Storia dell’America” di Giuseppe Compagnoni del 1822.

Fotografia: www.aemma.org
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L’edizione, da cui sono partito per stendere questi brevi appunti, é anche dotata di illustrazioni riprese da “L’Arte di ben Maneggiare La Spada“, di Francesco Alfieri, del 1653.
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Ma anche dalla “Storia generale delle Antille abitate dai francesi” (1667-1671. 4 tomi) di  Jean-Baptiste Du Tertre.
Sulla flora, sulla fauna, gli usi e i costumi indigeni dell’America tropicale, Salgari raccolse, invece, molte informazioni nelle edizioni italiane dei due principali periodici di viaggio dell’Ottocento, “Il giro del mondo” e il “Giornale illustrato dei viaggi e delle avventure“, dove venivano pubblicati a puntate vari reportage. Si avvalse, in più, di due volumi di Louis-Guillaume Figuier pubblicati da Treves rispettivamente nel 1873 e nel 1880, l'”‘Histoire des plantes” e “La vie et les moeurs des animaux“.
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Questa é la copertina della prima edizione in 16° (del 1901) de “Il Corsaro Nero“, uscito in precedenza in dispense a Genova a partire dall’ottobre 1898.
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Non potevo concludere senza riportare almeno un’immagine che compare sia nell’originale che nella ristampa particolare di cui alla mia premessa, immagine dovuta al bravo Pipein Gamba.
Certo che su Salgàri, a ben guardare, c’è ancora molto da dire.

Racconti di guerra, grande ingiustizia del mondo

Il gruppo di case sparse in Slovenia, dove nacque il nonno materno

Racconti di guerra, grande ingiustizia del mondo, sentiti in famiglia.

La Grande Guerra.

Dalla viva voce della nonna materna, che era slovena dei dintorni di Salona d’Isonzo (come si chiamava durante il famigerato ventennio) e, dunque, all’epoca suddita, al pari del futuro marito, dell’Impero Austro-Ungarico, appresi fanciullo di bambini del luogo trattenuti sulle linee del fronte dell’Isonzo al pari di donne ed anziani, feroce anticipo italiano delle persecuzioni e dei campi di concentramento loro riservati poco più di vent’anni dopo. Bambini in allora obbligati a sentire le grida di agonia dei feriti gravi abbandonati tra i reticolati delle trincee. Anziani considerati spie e trattati di conseguenza, salvati solo all’ultimo minuto dall’esecuzione. Stupri o tentativi di stupro. Morti in quel ramo di famiglia, compreso il bisnonno, per il conflitto o per altre conseguenze del medesimo. Ma io da adulto non ho più approfondito, purtroppo.

Su un fronte più lontano l’altro mio nonno, quello paterno, a combattere. Schivo di parole in merito, però, eccezione fatta per meticolosi chiarimenti tecnici resi al sottoscritto di ritorno da Gorizia. Già, ma la pandemia di spagnola della prima famiglia gli lasciò solo lo zio tragicamente destinato a perire più tardi in Russia. Particolari appresi da adulto. Pudori arcaici di famiglia.

Più sfumate le testimonianze dirette della seconda guerra.

La malaria (altre persone a me care ne soffrirono nella loro conseguente breve vita) del nonno materno, reduce dall’Albania, più o meno costretto ad indossare di nuovo la divisa del carabiniere.

Quali orrori avrà visto in tale veste? Un anticipo del suo espatrio clandestino in Jugoslavia per riabbracciare la madre, con particolari – i duri interrogatori dei “titini” che, ormai da tempo italiano, ma date le sue origini slovene, lo ritenevano un spia – conosciuti solo da mio padre per essere svelati tanti, troppi anni dopo?

Ultima guerra, mio padre, lasciata Ventimiglia (IM): i bombardamenti aerei a  Napoli, la prima battaglia navale della Sirte:

la fuga da Pola, 8 settembre 1943, della squadra della corazzata Giulio Cesare, la successiva destinazione ad altri incarichi, spesa a terra tra Taranto e Lecce. A lungo senza contatti con i genitori e, sino all’indomani dell’8 settembre 1943, con il fratello più piccolo, anch’egli in  Marina. Il fratello più grande, che era nel Genio Ferrovieri, già morto (ufficialmente disperso!), come sopra accennato, nella sciagurata campagna di Russia, a dicembre 1942.

Da queste parti, in Riviera, ponente di Liguria, i civili in dura lotta per la sopravvivenza. Anche bambine di Bordighera (IM) a spingere carrette su e giù per il Col di Nava alla ricerca nel Basso Piemonte di farina in cambio di olio, cercando di evitare i feroci controlli tedeschi…