di Filippo Pavone
La pratica del Tai Chi utilizza tre semplici “strumenti”: Il Respiro, Il Movimento e lo Sguardo, agiti simultaneamente.
Coordinare Respiro e Movimento significa ricondurre il proprio sé ad unità, perché abbiamo un erronea percezione di mente e corpo come separati tra loro e quindi, viaggianti a diverse velocità; proprio il respiro è stato individuato dagli antichi Maestri come quel filo d’oro in grado di ricucire questo strappo.
Il respiro, tra l’altro, esprime i nostri stati d’animo: diventa clavicolare nella disperazione e nel pianto, scende a livello toracico nella costrizione e nella paura e diventa addominale nella risata e nella serenità (il neonato).
Dirigere lo sguardo significa imbrigliare il pensiero, esercitare l’attenzione. L’attenzione è quella funzione della mente che permette di riconoscere e portare alla coscienza quanti più elementi possibili che, a prescindere dalla nostra percezione sensoriale, coesistono e interagiscono dando forma all’attimo presente.
Respiro movimento e sguardo determinano il fluire di un movimento. Infatti, ogni volta che un pensiero estraneo sta per insediarsi, l’immancabile stonatura nel gesto che segue riporterà il praticante al qui e ora. La pratica del Tai Chi non consente alla mente del praticante di essere altrove.