Gli Omega3 sono sostanze neuro protettive che prevengono l’invecchiamento cerebrale
Negli ultimi tempi, si sente parlare tanto di arricchire l’alimentazione di cibi ricchi di grassi Omega3. Per questo sarebbe bene saperne di più per acquisire maggiore consapevolezza. Omega3 è un appellativo diventato molto famoso tra i medici nutrizionisti perché si riferisce a due Acidi Grassi Poli-Insaturi a lunga catena, noti come PUFA (Poly-Unsatrured Fatty Acids): l’acido cis-5,8,11,14,17-eicosa-pentaenoico o EPA (o acido timnodonico) con 20 atomi di carbonio a catena lineare e l’acido docosa-4,7,10,13,16,19-esaenoico o DHA (o acido cervonico) con 22 atomi di carbonio.
Si premette, per comprendere il significato di “insaturo”, che gli acidi grassi sono composti organici caratterizzati dal gruppo funzionale carbossilico -COOH, a cui è legata una catena lineare di atomi di carbonio di lunghezza variabile
C-C-C-C-C- … -C-COOH,
dove ogni atomo di carbonio C è saturato da due atomi di idrogeno se il legame che lo lega ai suoi fratelli adiacenti –CH2-C-CH2 – è semplice, o da un EPaatomo di idrogeno se esso è legato ad uno dei suoi fratelli adiacenti con un legame doppio –CH2–CH=CH-CH2-: nell’EPA sono presenti 5 doppi legami -C=C- rispettivamente tra gli atomi di carbonio C5-C6, C8-C9, C11-C12, C14-C15 e C17-C18, mentre nel DHA si trovano 6 doppi legami tra gli atomi C4-C5, C7-C8, C10-C11, C13-C14, C16-C17 e C19-C20.
Sulla base di questa premessa, il numero “3” dell’appellativo Omega3 sta ad indicare, partendo dall’estremità della catena opposta al gruppo carbossilico, la posizione del primo doppio legame –C=C-, posto nel terzo atomo di carbonio, e precisamente in quello indicato dal numero 18 nell’ EPA e dal numero 20 nel DHA.
Scrive Stefano Farioli Vecchioli, ricercatore presso l’Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia del CNR, nel suo recentissimo saggio Un cervello sempre giovane (Sperling &Kupfer), a proposito di questi due acidi grassi, che essi sono contenuti in quantità nei pesci “grassi”, in particolar modo nello sgombro, nel salmone, e nelle sardine. Non solo: i PUFA abbondano anche nei crostacei, nelle mandole, nelle noci, nei kivi, e, ultimamente, in un numero crescente di integratori specifici che, se assunti regolarmente, assicurano un apporto medio giornaliero di circa 250 mg di EPA e DHA, ovvero l’obiettivo a cui dovremmo tendere. … dal momento che rappresentano il 20 per cento degli acidi grassi presenti nel cervello, sono tra i principali costituenti delle membrane dei neuroni, a cui conferiscono la fluidità necessaria per i processi di accrescimento e comunicazione del segnale nervoso.”
Questi due grassi polinsaturi, in definitiva, rinvigoriscono il cervello in crescita e, secondo alcuni ricercatori, il DHA in particolar modo potrebbe prevenire l’Alzeimer.
La dieta dunque è fondamentale e dovrebbe essere basata su un’alimentazione ricca di pesce, prediligendo il pesce azzurro, il salmone selvaggio e i crostacei, e di frutta secca come noci e mandorle.
Il ricercatore citato ha partecipato ad uno studio italiano di neuroanatomia e biologia comportamentale, curato da Debora Cutuli, da cui è risultato che l’aumento di Omega3 nel cervello accresce la capacità di apprendimento e di memoria ippocampo-dipendente ed evidenzia la “correlazione diretta tra assunzione costante di acidi grassi a catena lunga e miglioramento della funzionalità ippocampale in età molto avanzata.”
Francesco Giuliano
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