“Notti magiche” ovvero la “grande bellezza” del cinema italiano nell’ultimo decennio del secolo scorso

“Notti magiche” ovvero la “grande bellezza” del cinema italiano nell’ultimo decennio del secolo scorso

Postato di su Nov 10, 2018 in Cinema

“Notti magiche” ovvero la “grande bellezza” del cinema italiano nell’ultimo decennio del secolo scorso

Titolo: Notti magiche

Regia: Paolo Virzì

Soggetto. Paolo Virzì

Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Paolo Virzì, Francesco Piccolo

Musiche: Carlo Virzì

Produzione Paese: Italia, 2018

Cast: Mauro Lamantia, Giovani Toscano, Irene Vetere, Roberto Herlitzka, Giancarlo Giannini, Ornella Muti, Annalisa Arena, Giulio Scarpati, Marina Rocco, Giulio Berruti, Paolo Sassanelli, Paolo Bonacelli, Jalil Lespert, Eliana Miglio, Andrea Roncato, Simona Marchini, […]

“… Notti magiche/ inseguendo un goal/ sotto il cielo/ di un’estate italiana,/ e negli occhi tuoi la voglia di vincere,/ un’estate, un’avventura in più/ …” è il ritornello della canzone  Un’estate italiana, cantata da Edoardo Bennato e Gianna Nannini che fu pubblicata nel 1990 in occasione del Campionato mondiale di calcio che si svolse in Italia. Le sue note accompagnano le prime immagini del film Notti magiche di Paolo Virzì. Era la sera del 3 luglio quando, alcuni romani intenti a vedere la semifinale fra Italia e Argentina presso un ristorante sul lungotevere, durante i rigori dopo i tempi supplementari, non si accorsero, perché attratti intensamente dalla partita nella sua parte conclusiva, che un’auto precipitava da un ponte nel fiume, inabissandosi. In quell’auto veniva trovato morto il produttore cinematografico Leandro Saponaro (Giancarlo Giannini).

Questo è l’incipit di Notti Magiche che, come avviene in tutti i film, rappresenta la metafora di ciò che in esso sarà descritto: la “grande bellezza” (parafrasando Paolo Sorrentino) del Cinema italiano negli anni in cui iniziò ad evidenziarsi un cenno di miglioramento. Una doppia speranza: come quella infusa dalla semifinale del Campionato mondiale che trasmetteva agli sportivi la realizzazione di un sogno, cioè la vittoria dell’Italia sull’Argentina, e la conseguente ammissione all’agognata finale, così quella del cinema italiano, in cui operavano grandi registi come Fellini, Scola, e attori come Mastroianni, e tanti altri ancora, che annunciava la concretizzazione di un cinema migliore. E parimenti, come per la squadra azzurra, perdendo con l’Argentina, svanì la vittoria dei mondiali, così per il Cinema italiano si consumò l’avvio della sua evoluzione.

In seguito all’assegnazione del Premio Solinas per la migliore sceneggiatura a uno dei tre giovani sceneggiatori concorrenti, il siciliano eclettico e ingenuo Antonino Scordia (Mauro Lamantia), il toscano dongiovannesco Luciano Ambrogi (Giovanni Toscano) e la romana complessata e insicura Eugenia Malaspina (Irene Vetere), selezionati per il conferimento dell’ambìto premio cinematografico, il regista prende spunto dal loro comportamento e coinvolgimento nella morte del produttore Saponaro, per intraprendere un acuto gioco molto animato, a volte ironico, a volte drammatico, a volte divertente, a tratti autobiografico, fra gli intrecci della mondo del cinema a cavallo degli anni ottanta-novanta del secolo scorso. Lo fa con sagacia e consolidata perizia, utilizzando i tre giovani attori succitati, alle prime armi ma di manifesta bravura, a cui affianca attori di alto spessore come Roberto Herlitzka, Giancarlo Giannini, Ornella Muti, Giulio Scarpati, Paolo Sassanelli, Marina Rocco, e tanti altri, mettendo in luce pregi e virtù, ma soprattutto difetti e vizi delle principali figure che operavano nel Cinema di quel tempo. E lo fa soprattutto contrapponendo l’idea chimerica, seducente, gratificante e stimolante che i giovani hanno del mondo cinematografico ad una realtà invece fatta di vecchi avvocati azzeccagarbugli, produttori falliti, faccendieri d’ogni tipo, sceneggiatori delusi e quant’altro che ne abbia prodotto un decadimento culturale progressivo.

Ne ricava, anche, un mosaico da cui prende gradualmente corpo il distacco che c’è tra gli sceneggiatori e gli spettatori, tant’è che fa recitare al capitano dei carabinieri (Paolo Sassanelli) che si rivolge ai tre giovani indagati per l’evento drammatico iniziale: Volete fare gli sceneggiatori, ma non sapete fa’ gli spettatori! È bellissimo fare gli spettatori, eh! Appassionarsi alle persone … . Anche se Antonino Scordia, il vincitore del premio – sosteneva il povero Saponaro -, ha scritto ‘n copione che è ‘na favola, ‘na bomba, e con il quale entrerà nella storia del cinema!

Ancora una volta, Paolo Virzì dimostra il suo dinamismo eclettico e la sua indiscussa maestria nel dirigere un film con tanti personaggi dagli svariati lineamenti e dalle molteplici sfaccettature.

Filmografia

La bella vita (1994), Ferie d’agosto (1996), Ovosodo (1997), Bacie abbracci (1999), My Name Is Tanino (2002), Caterina va in città (2003), N – Io e Napoleone (2006), Tutta la vita davanti (2008), La prima cosa bella (2010), utti i santi giorni (2012), Il capitale umano (2012), La pazza gioia (2016), Ella e John (2017.

Francesco Giuliano

 

“Notti magiche” ovvero la “grande bellezza” del cinema italiano nell’ultimo decennio del secolo scorsoultima modifica: 2018-11-10T11:31:32+01:00da francesco.giulianolt

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