di Filippo Pavone
“ Ogni convinzione che abbiamo, ogni pensiero che formuliamo dentro ha un aspetto cognitivo ma anche un aspetto emotivo affettivo. Ogni idea non è solo un immagine, è un pensiero una rappresentazione e quindi anche una fisiologia. Cambiare un’idea vuol dire cambiare fisiologia, cambiare la chimica interna…. non è semplice. “ (Mauro Scardovelli)
La fisiologia è tutto quello che avviene nel nostro interno, ossia l’insieme delle reazioni biochimiche, posturali e motorie.
Biochimica – qualunque alterazione a livello biochimico causa una alterazione dello stato d’animo, tale alterazione può avvenire: a causa dell’alimentazione (cibo, droghe, farmaci, fumo); a causa di un insufficiente idratazione; a causa della respirazione (il cibo è il nutrimento per corpo e mente, così il respiro è il nutrimento per la nostra energia).
Postura – es. camminare con testa bassa e spalle curve non aiuterà la mente a rappresentazioni positive.
Movimento – il movimento (ballo, pratica ecc.) creano stati d’animo positivi. Il movimento ci dà una sensazione di potere. Praticare qualunque attività sportiva contribuisce a cambiare fisiologia e di conseguenza stato d’animo.
Agire sulla fisiologia è il modo più semplice e immediato per cambiare stato d’animo. Una fisiologia limitante produce una rappresentazione del mondo negativa. Viceversa, una rappresentazione interna negativa a sua volta produce una fisiologia limitante.
Agire sulla psiche, sebbene possibile, è certamente più complicato poiché è necessario lavorare sui due pilastri su cui fonda la psiche umana: l’appartenenza e l’identità.
Le idee noi le interiorizziamo per appartenenza e l’appartenenza significa affetto, significa sicurezza. Per noi che non siamo coccodrilli ma siamo esseri socievoli, l’appartenenza vuol dire vita, la non appartenenza vuol dire esclusione, morte. Quindi cambiare idea per l’inconscio vuol dire morire.
Se noi ci siamo bevuti l’idea che ”noi siamo noi” con il nostro carattere, con i nostri condizionamenti, non ci rimane che subirli e aspettare di morire. Se questi ci producono infelicità, pazienza! Se invece scopriamo che noi non siamo il nostro carattere, non siamo i nostri condizionamenti, non siamo le nostre idee, ma siamo qualcosa di infinitamente più grande prezioso e sacro, allora, e solo allora, ci rendiamo conto, anche solo per un istante, che andiamo a cercare sicurezza dove non c è e non ci sarà mai.
Fisiologia e rappresentazione interna producono uno stato d’animo che darà origine ad un pensiero e quindi a un comportamento che potrà essere:
Reattivo – quando un soggetto inconsapevolmente risponde ad uno stimolo esterno (tristezza-pianto, paura-fuga/attacco, frustrazione-chiusura, fallimento-paralisi, malattia-morte) ;
Proattivo – quando un soggetto decide di usare ogni emozione, stimolo, proveniente dal suo interno o dall’esterno in modo costruttivo, usando tutte le sue risorse mentali (tristezza-meditare sulle cause, paura – lanciarsi oltre ogni limite, frustrazione – desiderio di emergere, malattia – richiesta di attenzione del corpo).
Il comportamento Reattivo è certamente necessario alla nostra sopravvivenza ma è il comportamento Proattivo a migliorare la qualità della nostra vita permettendo di operare decisioni consapevoli, ossia le migliori possibili in quel preciso istante .
Questo processo è frutto di un addestramento del corpo e quindi della mente, atteso che “la spontaneità è sempre l’ultimo apprendimento“, ovvero una cosa diventa spontanea grazie a quello che abbiamo appreso, provato e sperimentato prima nel tempo.
Da qui l’importanza di seguire una pratica che deve essere: Corretta, svolta con tenacia e cogliendo un consapevole significato e da cui si deve trarre soddisfazione.
Hai ragione, x questo ti ringrazio di avermi fornito: tutte queste informazioni !