di Filippo Pavone
Mi capita talvolta di dover rispondere ad amici che mi chiedono di aiutarli a scegliere se seguire o meno quel tal maestro o quel tale stile …
il ripetersi di tale evento mi ha “costretto” a riflettere sulla validità di una pratica o di un maestro e come fare a riconoscerla/o, specie se si è neofiti.
A tale proposito, ricordo le parole del Maestro Schin Dae Woung che, poco prima di lasciarci, ebbe a raccontarci di aver ritrovato una vecchia calligrafia cinese dimenticata, con gli ideogrammi “CORRETTO, TENACE, SIGNIFICATO e SODDISFAZIONE”. Il Maestro, dopo un primo momento di commozione e dopo aver a lungo riflettuto, decise di porre questi concetti a fondamenta del suo insegnamento. Essi tracciano un cardine, la loro profonda comprensione consente di scegliere la migliore opzione possibile. La scelta è un atto di libertà, e proprio l’esercizio della libertà deve caratterizzare le azioni e l’insegnamento di ogni Maestro, qualunque sia la disciplina.
La pratica deve essere CORRETTA, il che non significa essere ultraortodossi. Colui che conosce nel profondo una pratica ha ben individuato il perimetro entro cui muoversi: esprimersi senza snaturarla, evolvere senza renderla altro da sé. Il neofita che, in quanto tale non è in grado di fare valutazioni dirette, può controllare il lignaggio del maestro ed assicurarsi, almeno dal punto di vista formale, della correttezza del suo apprendimento .
La pratica deve essere TENACE, vi è un principio di proporzionalità tra impegno e apprendimento, tra dare e ricevere. Non esistono tecniche acquisite, l’apprendimento è un processo che tende all’infinito. Il neofita diffidi ci coloro che ti propongono facili chimere o tecniche segrete da imparare in un week-end. E’ il “Kung Fu”, che in cinese si traduce in duro lavoro, protratto nel tempo a forgiare una tecnica e quindi una persona.
La pratica deve avere un CONSAPEVOLE SIGNIFICATO, iniziando dal chiarire il perché si pratica, si puo’ passare in rassegna ogni singolo movimento, nulla è posto a caso, ogni cosa ha la sua ragione d’essere. Il neofita diffidi ci coloro che recitano un parte a memoria, rivolgano domande e valutino le risposte.
La pratica deve procurare SODDISFAZIONE. E’ quella sensazione di benessere e appagamento che ti fa essere grato alla Pratica appena svolta in quanto tale. Bisogna coltivarla la soddisfazione, sappia il neofita che all’inizio è necessario un periodo di autodisciplina, sappia lo studente solerte che basterà sospendere la pratica, anche solo per poche settimane, per perdere memoria della SODDISFAZIONE. La tua mente ti mente e troverà diecimila scuse, tutte valide, per evitare la pratica.
Perfetto. Non potevi chiarire meglio.