Sabato 6 maggio 2023 – Napoli, Salotto letterario Vitanova – Presentazione del libro Il grande albergo degli scienziati. Centocinquanta anni della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Piero Antonio Toma, introduzione di Domenico De Masi, arte’m

Salotto letterario Vitanova – Viale A. Gramsci 19 – il libro “Il grande albergo degli scienziati. Centocinquanta anni della Stazione Zoologica Anton Dohrn” di Piero Antonio Toma, introduzione di Domenico De Masi, edito da arte’m in occasione dei 150 anni della Stazione Zoologica Anton Dohrn.

  • Dopo i saluti di Salvatore Landolfi, ingegnere e promotore culturale,
  • ne parlerà con l’autore
  • Ermanno Corsi, giornalista e scrittore
  • L’attrice Adriana Carli leggerà alcuni brani tratti dal libro
  • Il cantautore Lino Blandizzi interpreterà alcuni brani che vedono protagonista il mare.

Il libro – L’avventura umana e scientifica di un pioniere della biologia marina, seguace e amico di Darwin, apprezzato e difeso da Benedetto Croce, la storia straordinaria della Stazione Zoologica più antica del mondo, meta di elezione di ventitré premi Nobel, dell’Acquario e del più grande Centro europeo per la ricerca delle tartarughe, della Biblioteca e del primo Museo internazionale sulla biodiversità del mare.

L’autore Piero Antonio Toma  Giornalista professionista e memorialista e fondatore alla fine del 2005, insieme con altri appassionati del libro, della casa editrice “Compagnia dei Trovatori”.
Collaboratore di numerosi quotidiani da Il Mattino al Corriere della Sera (illustrato) a Il Sole-24 Ore, attualmente collabora a La Repubblica.
Ha fondato e diretto numerosi periodici, come “La Gazzetta della Campania”, “Napoli Guide” e la prima testata di quartiere a Napoli, “Vomero News”, e “Léggere Leggéro”, il primo mensile per la diffusione del libro.

Nel 2006, alla XXXII edizione del Premio Nazionale Pompei di narrativa e di poesia, gli é stato conferito il Premio, con medaglia d’oro, di benemerito della cultura 2006.

Assegnatario di numerosi altri  importanti premi,  da ultimo, nel 2017  ha ricevuto il Premio internazionale Francesco Saverio Nitti per il saggio “Dal Mezzogiorno al Mediterreneo il lungo tempo della rinascita”.

Ha scritto numerosi libri, tra cui, negli ultimi anni, il romanzo “Il giornalista che si fece notizia” nel 2019, e il romanzo “Le donne del canto amaro”, nel 2020.

Curatore di 5 edizioni di Napoli in love, ha recentemente pubblicato, tra gli altri, Le nuove strade del racconto. Vent’anni di libri (2001-2021),

Il grande albergo degli scienziati. Centocinquanta anni della Stazione Zoologica Anton Dohrn (2022), Le donne che conquistano il mondo. Da Palazzo Chigi alla Casa Bianca, a quattro mani con Ermanno Corsi (2022).  È altresì autore di diversi testi musicati dal cantautore Lino Blandizzi.

La stazione zoologica Anton Dohrn La stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli è un’istituzione scientifica ed ente di ricerca situata nella Villa Comunale (tra via Caracciolo e la Riviera di Chiaia), nel quartiere Chiaia. Comprende anche un acquario, il più antico d’Italia.

Fondata nel 1872 dal naturalista e zoologo tedesco Anton Dohrn, nato a Stettino (attuale Polonia) nel 1840 e laureato a Berlino in Scienze naturali, per la conoscenza e lo studio della flora e della fauna del mare, essa rappresentò ben presto una delle più autorevoli Istituzioni scientifiche cittadine, affiancando quelle realizzate in epoca borbonica: il R. Orto botanico a via Foria e l’Osservatorio astronomico di Capodimonte.

Fu la prima istituzione di derivazione non borbonica e fu fondata proprio a Napoli per scelta dello stesso Dohrn, affascinato dalla città e interessato per la ricchezza faunistica del golfo. L’acquario di Napoli con annessa Stazione zoologica divennero un centro mondiale di studio della biologia marina.

Dopo aver visitato un acquario recentemente aperto a Berlino, Dohrn pensò che aprire a Napoli un acquario a pagamento avrebbe garantito al laboratorio abbastanza soldi da pagare il salario ad un assistente permanente. Napoli, con una popolazione di 500.000 abitanti, era una delle più grandi ed attraenti città d’Europa, ed aveva anche un considerevole flusso di turisti (30.000 all’anno) che avrebbero potuto essere potenziali visitatori dell’acquario.

Dohrn riuscì a vincere i dubbi delle autorità cittadine e le persuase ad assegnargli gratis un piccolo terreno sulla riva del mare, nella Villa comunale, a condizione di costruire la stazione zoologica a sue spese. Dopo la sua morte la direzione della stazione passò al figlio Rinaldo e, successivamente al nipote Pietro.

Dohrn aprì la stazione agli scienziati in visita nel settembre del 1873, e al pubblico generale nel gennaio del 1874Con l’intenzione di promuovere lo status internazionale della Stazione e di garantirne l’indipendenza politica ed economica e la libertà di ricerca, Dohrn introdusse poi una serie di innovativi metodi per finanziare il suo progetto. Per prima cosa, l’affitto del lavoro e dello spazio di ricerca (il “sistema Bench”): per una tariffa annuale, governi, istituzioni scientifiche, fondazioni private o individui avrebbero potuto mandare per un anno uno scienziato alla Stazione, dove egli avrebbe trovato a disposizione tutto l’occorrente per condurvi ricerche (fornitura animale, chimica, una eccezionale libreria ed un esperto staff). Queste strutture erano offerte senza legami, nel senso che gli studiosi erano del tutto liberi di condurre i propri progetti e le proprie idee. Il sistema Bench funzionò estremamente bene, e quando Anton Dohrn morì, a Monaco di Baviera nel 1909, più di 2.200 scienziati dall’Europa e dagli Stati Uniti avevano lavorato a Napoli, e più di 50 abbonamenti annuali erano stati venduti. Il successo della Stazione Zoologica, e il nuovo modo di condurre e finanziare le ricerche rappresentano il grande successo di Dohrn. Successivamente, in ogni parte del mondo sorsero centri di ricerca scientifica ispirati al modello partenopeo, che può quindi essere considerato il primo centro di ricerca in senso moderno.

Secondo recenti studi di sociologia dell’organizzazione, la Stazione Zoologica anticipò in piena epoca industriale un modello di pianificazione di ricerca scientifica post-industriale, che privilegiò temi tipicamente attuali come l’interdisciplinarità, la capacità manageriale di autofinanziamento (attraverso l’acquario e la vendita di animali marini ad altri istituti di ricerca, ecc.), la promozione della cooperazione e collaborazione di tutte le persone coinvolte nella ricerca (collaboratori, tecnici, pescatori e inservienti). Nei suoi laboratori hanno operato attivamente ben 19 premi Nobel dando significativo impulso allo sviluppo delle scienze biologiche. Presso la Stazione Dohrn si svolgono oggi ricerche nel campo della biologia e della oceanografia, in maniera interdisciplinare negli specifici campi della biochimicabiologia molecolare e cellulareneurobiologia e neurofisiologia oltre ai vari rami dell’ecologia.

La Stazione ha in dotazione la Vettoria, una nave di ricerca appositamente studiata per operare campionamenti del mare nel campo della biologia ed ecologia marine…