Non è mia intenzione tediare i miei tre lettori con racconti di Ercole o Teseo od altre, appunto, figure mitologiche. Questa vuole essere una miscellanea di luoghi più o meno comuni da sfatare riguardo l’esistenza (o no) di creature circondate da un alone di mistero o anche di ossimori viventi.
Saranno reali o immaginarie? E’ possibile incontrarle nella vita di tutti i giorni? Hanno un’utilità o sono tristi resti in estinzione?
Invocando l’aiuto dello spirito di Adam Kadmon, mi accingerò all’impresa. Se dovessi sparire nel tentativo la colpa è degli aglieni ( abitanti del pianeta Aglio, secondo pianeta della stella Ortaggio, costellazione del Contadino, nel settimo universo parallelo a destra).
Dunque, il primo mistero è: esiste il palombaro ciclista? La risposta è sì, e ne abbiamo documentazione fotografica (nitida, mica quelle robe che ritraggono Nessie e potrebbe essere il gatto del fotografo):
L’identità del personaggio è coperta da segreto militare, in quanto questa è la naturale evoluzione (e risposta italiana) del NAVY SEAL: silenzioso, veloce, letale e pure ecologico, il massimo!
L’emmeelle e il ciccì. Questi due misteriosi personaggi sono usati a proposito e sproposito in tutte le trasmissioni di cucina e, più in generale, ovunque siano necessarie unità di misura di liquidi. Dunque, vorrei svelare l’arcano (o ar-cano): ai tempi antichi, quando la scuola aveva una sua propria utilità, le nostre maestre ci spiegavano le misure e il loro impiego, con tanto di multipli e sottomultipli; esse erano parte del Sistema Metrico Decimale, usato universalmente (tranne nei paesi anglofoni, che ne sono privi, cioè incapaci di adattarsi al mondo, pretendendo che il mondo si adatti a loro). Ma torniamo a bomba. Unità di misura della lunghezza è il metro (non quello da sarto, quello serio lungo esattamente un metro), con il suo sottomultiplo centimetro: cento centimetri fanno un metro; tutto ok? immagino di sì. Unità di misura del volume è il litro (non la bottiglia, il litro-campione), con il suo sottomultiplo millilitro: mille millilitri fanno un litro. Il volume però (e qui inizia la bastardaggine) si può misurare anche con il metro: se costruisco un cubo di 1 metro di lato ottengo 1 metro cubo, che vale 1000 litri; perchè non 1 litro? Perchè 1 litro è contenuto in un cubo di lato 1 decimetro, vale a dire un decimo di metro; per fare 1 metro cubo ho bisogno di 1000 cubi da 1 decimetro cubo, 10 per ogni dimensione ( e per fortuna ne usiamo solo tre, d’altronde tempo, seezza e quasità nella vita di tutti i giorni hanno la stessa influenza di un bosone ). Fino a qui ci siamo? Lo so che non vi bastano le dita… Allora: 1 decimetro cubo vale 1 litro; un centimetro cubo quanto vale? Vale un millilitro; a questo punto, il colpo di scena: tutte queste unità di misura si abbreviano con delle sigle univoche e determinate: il litro è “l”, il decilitro “dl”, il millilitro “ml”, il metro “m”, il centimetro “cm”, il centimetro cubo “cc”; lo scopo è di velocizzare la scrittura e risparmiare inchiostro, ma nella conversazione si usa correntemente la dizione estesa (anche se non tutti i giorni si parla di millilitri o centimetri cubi), perciò una massa di ignoranti e propagatori di ignoranza dice “emmeelle” per “millilitri” e “ciccì” per “centimetri cubi”. Voila, ecco perchè mi si arricciano le unghie dei piedi e la buon’anima della maestra Allocco avrà problemi a riposare in pace.
I microchips.
L’immagine non necessita di commenti.
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