In questa pagina farò un po’ di filosofia spicciola ispirata da film visti di recente.
Inizio con “Gunny”, rivisto questa sera, 05/02/2022.
Gran film, pur con tutti i limiti della tipica americanata: i marines buoni, i cubani cattivi, e il classico finale trionfale. Ma Eastwood è grande in tutte le sue interpretazioni; e in questa, nella parte del sergente che ha perso tutte le guerre “sì, ma abbiamo vinto tutte le battaglie”, a confronto con il maggiore della sussistenza trapiantato alla fanteria di marina, pieno di sè perchè istruito nella migliore accademia, mi sembra di vedere la rivincita di noi vecchi, che capiamo poco di nuove tecnologie, ma con un martello e un paio di pinze otteniamo lo stesso risultato. Certo, non ripetibile, ma proprio per questo di maggior valore, in quanto unico. E penso che chi sostiene che le novità portino più lavoro, o non capisce cosa sta dicendo o fa finta di non capirlo. Perchè ben vengano le macchine che sostituiscono l’uomo nei lavori pericolosi, pesanti e noiosi, ma che debbano sostituirlo nell’inventiva, nella creatitività, o addirittura nell’umanità dell’accoglienza o della cominicazione mi pare proprio l’inizio della fine. Delegando alle macchine le funzioni tipiche dell’umano si finirà col diventare schiavi dell’algoritmo, che potrà decidere chi lavora e chi no (sta già accadendo), chi serve e chi è inutile, chi vive e chi muore… senza il minimo rimorso di coscienza: che coscienza avrà mai una macchina? Non sarà Matrix ma ci mancherà poco; e chiediamoci: chi scrive l’algoritmo? Perchè sappiate che il programma non commette errori.
Disclaimer finale: essendo di matrice datata, mi riferisco a “uomo” in quanto essere appartenete al genere Homo sapiens sapiens, di qualsivoglia sesso, nazionaltà, religione, colore e quant’altro; volutamente non nomino “razza” in quanto non ce n’è più di una; e non ho nessuna intenzione di utilizzare quell’aberrazione che è la (o lo?) schwa.
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