*TI SCRIVO
inedito
di
Zairo Ferrante
Ti scrivo, ora dolcemente in silenzio,
mentre parto da solo su strade folte, di foglie,
che verdi smeraldo sventolano
– fazzoletti in stazioni affollate –
e io ti scrivo, ora.
E ti accarezzo piano, quando il sole
bacia il seno di donne distese da secoli
su letti di grano, ancor belle, e dolci, e leggere.
Io ti scrivo, adesso.
Quando il vento spinge batuffoli di cotone
grandi come case, palazzi e torri a mezz’aria,
sospese nell’azzurro velo di un ricordo.
Io, per questo, qui ti scrivo.
E sfioro forte dadi bianchi e neri
come acqua che scivola su facce giovani
e fresche, brillando alla luce d’un tramonto.
E son stelle calde e rosse, queste note che
danzano alla luna, ormai quasi alta nel cielo
a scandire le ore che sono passate, mentre
io, folle corridore felice, ti (de)scrivevo
e i secoli trascorsi disperatamente a cercarti
prima ch’io d’improvviso t’incontrassi.
Ed ecco… volando negli anfratti della mia testa,
disteso su volteggianti gabbiani che virano acuti
bagnati dalla rugiada che cade tiepida dal mare al cielo,
io ancora ti scrivo e ti dico…:“adesso dormi,
che domani è già con noi”, mentre con la mano,
che brancola e s’aggrappa dolce alla vita,
calo il sipario, zitto e geloso perfino
di questa notte che per qualche ora ancora
avida, tra le sue braccia, t’accoglierà cullandoti.
Zairo Ferrante
13 Luglio 2013
*Versi liberamente ispirati da “ Ti scrivo”, brano composto dal Maestro Giovanni Allevi – album: No Concept ( 2005, Ricordi )-
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TRILOGIA DI UN NOMADE
*inedito di
Zairo Ferrante
Non v’è volto
di un amico
quando giungi
stanco
in una nuova
terra strana.
Il vento fresco assume,
come cielo che all’alba
secondo dopo minuto
sconosciuto si rinnova,
uno strano e triste odore.
Ti guardi per ritrovarti e
dopo chiudi gli occhi
per vederti.
Anche tu sei sconosciuto
tra tanti che non conosci
e aspetti il tuo tramonto
del primo giorno come
acrobata su di un filo
in stato precario d’attesa
indeciso se cadere e ritornare
o camminare e andare avanti.
***
L’alba di un giorno,
uno dei tanti,
nuovo e conosciuto.
Nel silenzio una
lacrima dal profumo
di viola e di casa
solca la faccia
come fendente
carico di nostalgia
e amore, e terrore.
Diamanti donati a chi,
a chi non sa che farne.
***
Più ne incontro, e più invidio
lo stare soli. Come i sassi.
Tanti ma singoli, ognuno
uguale solo e a se stesso.
Strani animali gli uomini,
più ne incontro, e più penso
che forse quando muoiono
le stelle, nel cielo d’inverno,
sono lacrime di Dio che si
manifestano a sottolineare
il Suo dolore per gli uomini
che non sanno e non capiscono.
Strani animali senza l’anima,
che s’ostinano a sfidare il Cielo.
*Inedito di Zairo Ferrante per A.L.I.A.S. (Accademia Letteraria Italo-Australiana Scrittori) –copyright2012http://zairoferrante.xoom.it/ –
**Accademia Letteraria Italo-Australiana Scrittori (A.L.I.A.S.) http://www.alias.org.au/
( Presid. Cav. Giovanna Li Volti Guzzardi)
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ECOCOLORDOPPLER
di
Zairo Ferrante
Se potesse, la mia mente,
fare “un’ecocolordoppler” e
consciamente scandagliare
il flusso rimbalzante di
pensieri accartocciati.
Quanto potrei godere
nel vederli glauchi quelli
– già pensati – che leggeri
si allontanano come un filo,
un rigagnolo di fonte chiara
depurata dall’immortale
setaccio del ragionamento.
E fantastico potrebbe essere
riconoscerli perché scarlatti
quelli ch’ancor non ho pensato
e predirli, pensarli, aprirli e…
mangiarli, l’uno chiama l’altro,
come chicchi di melagrana,
senza la vorace e deformante
ansia, angoscia d’improvviso.
Ma io vivo e non esisto!!!
E così, come sublime
e innata dote umana,
vivendo e non sapendo,
mi godo questo scherzo
della mente che s’affaccenda,
a volte aperta e a volte casta,
ad inzeppare vuoti e ingorghi
nei crepacci di memoria.
Senza ch’io possa sapere
come e quando cesserà;
ché sì facendo, a sua insaputa,
certamente ancor disseta
la mia fame di speranza.
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IL TEMPO ( inedito)
Zairo Ferrante
Scorre il tempo
tra curve spigolose
inutilmente arrotondate
da ricordi trafugati.
Quasi rimbalza
dai tappeti della memoria
come storia immortalata
nell’inutile pagina
di un tentato vivere.
Eppur si muove.
– Il tempo –
Come cane bastonato
a mugolare tra le spine.
Uniche rose di un giardino
abbandonato.
E chiede il conto.
– Questo tempo –
Quando, al bancone,
tu consumi e perdi
la tua faccia
nel mascherare il tuo passato.
E nel prendere gli ultimi
tuoi spicci, il barista,
– da sfacciato –
ti rammenta quel che eri.
E sorride mentre
tu l’aspetti al tuo autogrill.
Ultima fermata sgangherata
come oasi che ti allontana
dalla morte.
– E’ stupida illusione –
Tanto è tempo: che ti serve,
vola e ti sorpassa.
In quest’autostrada
che rallenta il tuo cammino
e che è la vita .
Zairo Ferrante, 8 – Ottobre – 2011
Le temps
Le temps s’écoule
entre les coudes anguleux
inutilement arrondis
par des souvenirs soustraits.
Presque il rebondit
des tapis de la mémoire
comme une histoire immortalisée
sur la page inutile
d’un essai de vie.
Et pourtant il se meut.
-Le temps-
Comme un chien matraqué
qui glapit au milieu des épines.
Uniques roses d’un jardin
abandonné.
Et il demande la note.
-Le temps-
Lorsque, au comptoir,
tu consommes et tu perds
la face
en voulant masquer ton passé.
Et en prenant ta dernière
monnaie, le barman
-en effronté-
te rappelle celui que tu étais.
Et il sourit lorsque
tu l’attends dans ton restoroute.
Dernier arrêt boiteux
comme une oasis qui t’éloigne
de la mort.
-C’est une illusion stupide-
De toute façon c’est le temps : qui te sert,
vole et te dépasse.
Sur cette autoroute
que freine ton chemin
et qui est la vie.
*VERSI TRADOTTI DALLA POETESSA FRANCO-ITALIANA LAURA MUCELLI.
* VIDEO/poesia CON VOCE DI ELIANA FARINON DISPONIBILE AL SEGUENTE LINK:
http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2011/10/09/poesia-inedita-di-zairo-ferrante.html
**Versi tratti dal sito:
http://girolamo.melis.it/2011/10/buongiorno-da-zairo-ferrante-una.html
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IL LAMPIONE
dal libro “I bisbigli di un’anima muta” ( autore: Zairo Ferrante editore:CSA-editrice 2011 )
Piazza: irta foresta di gente sgomenta.
Che incredula osserva
danzar dolce musica
dai tondi e vuoti
neri buchi d’ottone
e dai legni a fatica
dall’uomo soffiati.
Piovono applausi! Mentre
una grigia voce annuncia
una calda dolce nanna…
… e di nuovo la gente,
muta e sgomenta,
col pensiero si finge
nel lento sbuffare
dei freschi orchestrali…
… e Lui lì, in disparte,
che fissa la folla
mentre illumina l’orchestra.
Solo,
si chiede se qualch’occhio
per errore l’ha veduto.
Sospettoso
si domanda
sulle bocche bisbiglianti.
E quasi infastidito
dalla voce del soprano
resta lì,
fermo e vecchio a lavorare
in rima attesa col mattino
nel suo buio da sopportare.
Zairo Ferrante 2011
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LA CONTRO-BALLATA DELL’UOMO-ROBOT
Di
Zairo Ferrante
Vaga l’uomo-robot
in questo inizio
di millennio ma
fine di progenie,
vecchia e superata.
Vola l’uomo-robot
tra aurore siderali,
porte temporali e
ruscelli radiopachi
d’intelligenze neocreate.
Tra molecole di bario
al vento regalate,
vive l’uomo-robot,
che si nutre della scienza
a trasmissione ultravioletta.
Combatte l’uomo-robot
con tiranni sanguinari,
che han per padre
il dio danaro e per
madre il gran mercato.
Sopravvive l’uomo-robot
in questa fine di progenie,
in questo inizio dell’eterno.
Tra più soli artificiali e
viaggi interspaziali.
Ed insegue l’uomo-robot,
la sua anima ormai ceduta
ai diavoli mascherati,
con promesse ben’agghindate
per un futuro immacolato.
E si dispera l’uomo-robot
per la sua anima che ha perduto,
per la ricchezza vanificata,
ché solo un robot – e non un uomo –
all’eterno ha consegnato.
14-4-2011
Copyright2011©zairoferrante
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*LA PORTA
*Poesia tratta dalla raccolta “D’amore, di sogni e di altre follie” di Zairo Ferrante libro edito da este-edition luglio 2009
Si chiude, resta lì ferma, sospesa.
Nel limbo degli indecisi
nel mondo degli afflitti.
Si apre, resta lì ferma, sospesa.
Naufragata in un mare calmo,
non va alla deriva,
non ritorna sulla spiaggia
come farebbe una barca senza marinaio.
Resta lì nuda, ferma, sospesa.
Come sull’orlo del precipizio,
come sorretta da un vento lontano.
Quasi cercasse conforto in una voce
quasi aspettasse l’invito a farla finita.
Invece no.
Resta lì, ferma, sospesa.
Poi si apre, si chiude e di nuovo lì,
quasi soffrisse nella sua indecisione.
Poi una mano la apre,
poi più nulla,
la stessa mano la chiude.
E solo un tonfo si infrange sul mare di silenzio,
quasi a voler ricordare quella porta cullata
dal vento e poi chiusa dall’uomo.
Come vita cullata dall’amore
e poi spezzata dal destino.
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NERAZZURRO
( Inedito per la serie: tutto può esser poesia )
Una linea sottile
separa il nero e
l’azzurro, la storia
tra genio e pazzia.
Corridoio infinito
d’alterne emozioni
scandite dal forte
fruscìo d’una palla
che dolce si scivola
e rotola su strade
di tiepido verde,
sipario di un’unica
arena e battaglia,
di sport e di vita,
scandita dal batter
feroce del tempo
che incastra sussulti,
emozioni e tremori.
Novanta minuti per
gioie e dolori che
incalzano lenti e
sommessi nel cuore.
E così, come un colpo
di vento leggiadro
scompiglia i capelli,
in quei minuti distesi
e dipinti di umano,
la mente si perde
in sublime viaggio
di Beneamata follia.
Zairo Ferrante
26 – 1 – 2012
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***Alcuni dei seguenti versi di Zairo Ferrante sono stati inseriti ne “I bisbigli di un’anima muta”. Libro del medesimo autore, edito da CSA EDITRICE (2011).
A ME CHE SON DI-VERSO
di Zairo Ferrante
A me che son di-verso
qualche verso mi decanto,
per sberleffo
e dis-canto del normale.
A me che sono gay
quando, solo, cerco e trovo
la carezza di un amico.
A me che sono cieco
quando, forte, chiudo gli occhi
nell’amore della Donna,
assaporando quel suo bacio.
A me che sono down
quando, perso, nell’abbraccio di mia madre
dolcemente allungo gli occhi,
che si perdon’in un sorriso.
A me che son barbone
quando, al freddo, d’una panchina
mangio pane e bevo birra.
E decanto qualche verso
a Chi semina parole
per il mondo degli Uguali.
A Chi in silenzio,
per amore del di-verso,
si vergogna del normale.
Zairo Ferrante
4-2-2011
( Liberamente ispirata dalla lettura di “Io mi prendo cura di te” .
Libro di Girolamo Melis e vera professione d’Amore verso il dis-uguale. )
*FOR ME WHO IS DIF-FERENT
For me who is dif-ferent
I pour me some verses,
I make grimaces
and sing-out-of normal tune.
For me who is gay
when, alone, I seek and find
the caress of a friend.
For me who is blind
when, boldly, I close my eyes
in the love of a Lady,
savoring this kiss of hers.
For me who is down
when, lost, in my mother’s embrace
I gently squeeze my eyes closed,
getting lost in a smile.
For me who has a beard
when, in the cold, on a bench
I eat bread and drink beer.
And I pour some poetry
for Whovever sows words
all over a world of Equals.
For Whoever in silence,
out of love for the dif-ferent,
is ashamed of the normal.
*Traduzione in inglese liberamente concessa dalla poetessa Californiana Ute Margaret Saine
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E SCORRONO I POETI
Zairo Ferrante
E scorrono i Poeti
come fiume argento vivo
a perdersi nel mare.
Molti sono già passati
Alcuni sono passanti
Qualc’altro, e questo sono io,
è morto giovane.
E frugano i Poeti
tra le lacrime della gente.
A loro poco importa
quando piegano,
a fatica,
le parole nel recinto d’una pagina.
Ed ecco ché li deridono,
quando parlano i Poeti.
Perché non sono nulla
se si esclude la loro voce.
Perché contano meno,
quando in silenzio,
della gente
un poco…,
portan la Croce.
Zairo Ferrante
26-1-2011
Dedicata ai Poeti, a Chi fa poesia, a Chi la poesia la vive nel silenzio del Cuore.
*Quadro: “Mendicante” di Carofalo Vincenzo
Per ascoltare questa Poesia recitata da Eliana Farinon accedere al seguente link:
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“Somma di momenti”
Zairo Ferrante
Nell’ Impossibile Immortale.
Smarrito nell’Insuperabile.
Logica irrazionale assembla
scintillanti pensieri
di un Dio Creatore.
Paradigma dell’Eterno.
E nell’Anima color del vino
sommo il mio momento
e all’infinito.
Mi perdo e mi ritrovo
in uno zero.
Zero.
Inizio dell’eterno
Zero.
Capolinea dell’infinito.
Solo in disparte,
nell’arte di queste lettere
supero me stesso.
Ed ancor sconfitto mi
ri-abbatto…
…inutile pensarlo.
Concetto inafferrabile,
aria irrespirabile,
luce irraggiungibile.
Smarrito nel raccogliere
il mare in una tazza,
pazza è la mia mente
se mi volto e mi rigiro
in cerca di un suo volto.
Infelice piango!
Nel ritorno
alla mia Anima.
Lei: come uno zero
prova dell’Eterno,
somma di momenti
ch’espande l’Infinito.
Zairo Ferrante
16-03-10
*”Astratto” Quadro di Liliana Ummarino.
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VIAGGIO NEL SILENZIO
di
Zairo Ferrante
Soltanto sospinto dal vento
io sento il suo canto
e d’incanto mi perdo nel sole.
È mattino!
Traduzioni, in Inglese e Spagnolo, liberamente concesse dalla Poetessa Californiana Ute Margaret Saine
Traveling through the Silence
Only driven by the wind
I hear how it sings
and by its charm
find myself in the sun.
It’s morning!
Viajando por el silencio
Solo empujado por el viento
escucho su canto
y del encanto me pierdo en el sol.
¡Es la mañana!
*Traduzione in Francese liberamente concessa dalla poetessa Laura Mucelli (in arte Provvidenza).
Voyage dans le silence
Uniquement poussé par le vent
j’entends son chant
et par enchantement je me perds dans le soleil.
C’est le matin!
**Quadro “apparizione notturna I” dell’Artista NicolaVillano:
http://www.arteitaliana.net/VILLANO/Main.htm
*******
**I KARONTE DEL MIO VIAGGIO
Zairo Ferrante
Sospeso, immobile sul
naso color fragola,
rotondo pomodoro.
Affogato da una lacrima,
con i fumi ed i vapori
di Divin Commedia.
L’abbandono: Padre,
Madre e figlio
dell’uomo solo
sulla bocca del pagliaccio.
Uomini e cravatte che
sputano parole e le mescolano
al mio sangue, nell’unico,
forse ultimo, viaggio
che noi chiamiamo vita e
che quando è terminata,
lì con essa,
cessa pure la menzogna.
E falsi sono i poeti
dell’ultima puntata,
a festa sono agghindati
e “vomitano parole”,
e dicono ghignanti:
“Questo è il mio pane,
prego, mangiatene tutti!!!”
E così, per opera Divina
e amorevole pietà,
noi (che dal falso
siam plasmati)
giustamente
abbiam condanna
ad inseguire il vero
smarrito nell’eterno.
Noi, nel cono di un vulcano,
invano torturati dalla Verità!!!
Zairo Ferrante
Traduzione in Inglese liberamente concessa da GIOVANNA LA FRANCA:
THE KARONTE OF MY JOURNEY
Suspended,
still on the strawberry color nose, round tomato.
Drowned from a tear,
with the smoke and the vapors of Divin Comedy.
…The abandonment:
Father, Mother and son
of the only man on the mouth of the clown.
Men and ties that spit words and blend them to my blood,
in the travel, perhaps last one, that we call life and
the one that at the end will be, lavatory to the lie.
And fake they are the poets
of the last installment,
to party are dressed up and
“vomit words”, and say sneering:
“This is my bread, I pray you allto eat it! !!”
so, for Divine work and loving mercy,
we (that from the fake we are molded) fairly
we have condemns to pursue the true gotten lost in the eternal
We, in the cone of a volcano,
in vain we are tortured from the Truth!!
**Versi liberamente ed umilmente ispirati da: ULTIMA FERMATA (estratto da Caronte, romanzo, 2009 di Giovanna Mulas)
*******
KAMIKAZE
Zairo Ferrante
Soffia sui volti spaventati
di attoniti soldati.
A mutar la storia
in un sol Divin respiro .
E’ fu bagliore,
fulmine,
e tempesta
ad opporsi alla natura
dell’uomo che s’espande
quasi a dir qual’era
il suo avvenire.
In un attimo soffiò.
Ed il battito nel mare
in quell’attimo l’aprì.
Rombò il tuono
dagli infiniti monti e
come voce del divino
sordamente riecheggiò
che dinanzi a tal potenza
ogni arma s’abbassò.
Soffia ancora il vento
lì sulle colline
e ancor canta l’Alito Divino.
Lo ritrovo anche nell’aurora
quale sole tiepo del mattino,
quel vento che ancor soffia
come un lento sussurrare.
Quasi a ricordarci
il compito dell’uomo.
Quasi ad indicarci
il passo del futuro.
Ed ecco che ancor fischia
tra gli alberi e la steppa
e se cattura e bacia
le lacrime dal cielo
come corde di violino,
immediato dona vita
ad una musica sonante.
E se s’infila muto…
nella bocca d’una grotta ,
subito diventa
una voce sussurante.
E tutto tace in un sol colpo!
E pur la rima si nasconde,
se la musica e la voce
cantano sole,
la parola Pace.
*******
Piazza di Spagna
(De-si-de-rio)
Ffffffffffffffffffff
Fffffiiiiiiiiiiiiiiiiii
Fffffuuuuuuuuu
Trak, trik, troc.
Ruzzolano, rotolano,
schizzano, inondano.
Molecole colorate
come proiettili scagliati
sull’indifferenza, sulla
non curanza.
Ribaltano e fanno scivolare
il fare di omini a festa vestiti,
agghindati,
con mani sempre in pasta
ed anime messe all’asta.
Girano le palle e
si sporcano,
nella venduta acqua.
Piume sono diventate,
in molecole d’amore
per anime innocenti
si sono tramutate.
Accarezzano bambini!
Ffffffffffffffffffff
Fffffiiiiiiiiiiiiiiiiii
Fffffuuuuuuuuu
Trak, trik, troc.
Rotolano, scivolano,
sospingono ed
accompagnano
Stelle nascenti
desiderose
di futuro.
De-
si-
de-
rio
unico, infinito ed immortale
della tanto amata idea.
Solo.
Sospinto nell’unico viaggio.
Forse l’ultimo del presente
che si libra e poi esplodendo,
fa’ veloce Libertà!
di Zairo Ferrante (8-7-2010)
Versi liberamente ispirati dalla seconda azione di Graziano Cecchini (palline lanciate da Trinità dei monti in Roma).
*******
DALLA PRIMA AZIONE DINANIMISTA
PIANGE IL CIELO
Remix di Zairo Ferrante de “La pioggia nel pineto” di Gabriele D’annunzio
Taci. Su l’uscio
de la porta non odo
rumori che dici
naturali; ma odo
suoni nuovi
che parlano gocciole e tinniti
lontani.
Ascolta. Piove
dalle nuvole grigiastre.
Piove sulle lamiere
secche e rossastre,
piove sui palazzi
metallici ed irti,
piove sui mirti
dell’insegna del bar,
sulle catene fulgenti
d’anelli accolti,
su i fusti folti
di liquidi aulenti,
piove su i nostri volti
stanchi,
piove su le nostre mani
ruvide,
su i nostri vestimenti
ingrassati,
su i tristi pensieri
che l’anima annega
serena,
su la favola bella
che ieri
t’illuse, che oggi m’illude
o padrone.
Odi? La pioggia cade
sul solitario
asfalto
con clippettio che dura
e varia nella nebbia
secondo le pozze
più alte, men alte. (vv. 39)
Ascolta. Risponde
al canto il pianto
delle Madri
che la piovra silenziosa
ricatta,
né il ciel cinerino.
E il mitra
ha un suono, e il fucile
altro suono, e il pugnale
altro ancora, stromenti
diversi
per innumerevoli morti.
E immersi
noi siamo nell’aria
malvagia,
di giuste genti morenti;
e il tuo volto austero
è molle di lacrime
come quelle mamme,
e i tuoi capelli
brillano come
i laghi ghiacciati,
o creatura risorta
che hai nome
Falcone.
Ascolta, ascolta. L’accordo
della vile politica
a poco a poco
più sporco
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall’umida strada remota.
Più sordo e più fioco
s’allenta, si spegne.
Solo una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Riparte e s’ode la voce dal mare.
Or s’ode su tutta la terra
crosciare
l’argentea pioggia
che spegne
l’ira tramandata
secondo la progenie
più triste, men triste.
Ascolta.
La figlia della piovra
è muta; ma i figli
dell’uomo ricattato,
il futuro,
cantano in unanime gruppo
mai con voi, mai con voi!
E piove sulla tua tomba
Falcone.
Piove sulla tua ultima strada
si che par il ciel pianga
per il dolore; non morto
ma d’un tratto fatto vivente
par dal ciel tu esca.
E tutto il tuo canto è in noi fresco
aulente,
ed il cuor nel petto è come spada
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come proiettili in canna,
i denti negli alvèoli
son scintillanti luci di rabbia.
E andiam di strada in strada,
or congiunti or disciolti
(e il tuo ricordo prende vigor
ci allaccia i malleoli
c’intrica i ginocchi)
mai con voi, mai con voi!
E piove sui nostri volti
arrabbiati,
piove sulle nostre mani
serrate,
su i nostri vestimenti
puliti,
su i futuri pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t’illuse, che oggi m’illude
e continua
o Falcone.
*******
**AFFANNO**
versi di
ZAIRO FERRANTE
E di colpo mi perdo in un affanno…
…corse felici,
peripezie,
capriole
di una mente bramosa di futuro
da ricercare in un passato
appena vissuto,
quasi mai ritrovato.
In un respiro in cui la metrica
singhiozza,
in una bocca al cielo
spalancata.
Si perde anche la rima
nel rosa delle viole
e l’unica parola
che ansima nel cuore
ha un suono verde,
si chiama Amore.
Corro,
rido,
corro,
sospeso
tra l’acqua color turchese.
Piango
per la gioia di un ricordo
di un camino.
Gocce color cristallo
attraversano il mio corpo,
giù fino alle caviglie
per dare maggior vita
alle molecole d’azzurro.
Si mescolano col rosso
che cade giù dal naso,
ad esser cosa sola con
quel cielo tramontante.
Lacrime e sangue!
Ch’esaltan la fatica
e compiono la gioia.
Io uomo affannato
tra il rosso ed il turchese.
Io punto solitario
adottato da una linea.
Io unico,
finito,
sommato e all’infinito.
22-2-10
**Versi liberamente ispirati da “Paesaggio” quadro dell’Artista Carofalo Vincenzo**
*******
GIARDINO
Zairo Ferrante
Meandro, anfratto,
estratto sublime
di vita passata.
Vissuta.
Nelle pieghe
d’una solitaria
realtà.
È fantasia,
che una Donna spiega
come viola ed elettrici
capelli, come onde
sulla spiaggia
nero seppia consumata.
Un giardino.
Luogo lontano,
realtà assai vicina,
dove il rancore
a poco a poco
si consuma
e la paura
lentamente
si dissolve.
Nelle pieghe di un
ricordo,
nelle curve di speranza,
nell’incontro di un Amore.
*Alle Donne e al loro Universo interiore
*******
LO SCONOSCIUTO
Zairo Ferrante
F-U-T-U-R-O: Parola veloce,
fatta di F come Effimero,
fatta di T come Troppo veloce,
veloce come il Razzo della R.
Ti travolge.
Parola, ai giorni nostri,
neppure pronunziata e già passata, vecchia.
Continuamente ci travolge, il futuro
con le sue novità, le sue comodità
e spesso con le stesse
ci spaventa.
Paura.
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