Salotto letterario Vitanova, via Belsito 4 | 9 marzo 2024 – presentazione del libro Fattoidi. Giochi di parole non senso modi di dire di Massimo Conte Schächter, disegni di Clara Fiorillo, edito da Giannini Editore

Sabato 9 marzo 2024 alle ore 11:00 a Napoli, presso il Salotto Vitanova (Via Belsito, 4 – nei pressi di Piazza Salvatore Di Giacomo – Posillipo), presentazione del libro Fattoidi. Giochi di parole non senso modi di dire di Massimo Conte Schächter, disegni di Clara Fiorillo, edito da Giannini Editore

  • Dopo l’introduzione di Salvatore Landolfi, ingegnere e promotore culturale
  • e la presentazione di Silvana Guida, operatrice culturale attraverso Blu Parthenope eventi e comunicazione 
  • ne parleranno con l’Autore 
  • Piero Antonio Toma, giornalista e scrittore
  • Dora Francese, professore ordinario di Tecnologia dell’architettura presso il dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”

 

Sono andato scovando negli anni in una vetrina fantasiosa della parola composizioni linguistiche di uso comune portatrici inconsapevoli di una divaricazione tra un significato ad litteram ed uno ad sensum. Sono dei modi di dire con cui gli individui reciprocano la realtà sociale ‘come se’ la condividessero convenendo di accordarsi sul senso simbolico delle parole da attribuire ad una realtà fattiva e codificata d’uso comune. I fattoidi sono in tutto 87 (di cui gli ultimi 12 hanno una matrice napoletana). Il filo rosso conduttore è stato quello di fare ricorso ai fattoidi, cioè una “rottura di senso”, ovvero un “fatto che non esiste prima di apparire in una rivista o in un giornale. Così “ho stirato in modo volutamente improprio ed esteso quella nozione di fattoide alle frasi fatte, in una forma allusiva nell’approssimazione ai detti popolari. Accostabili ai giochi linguistici in Ludwig Wittgenstein, a parole di senso comune, ai motti di spirito elaborati da Sigmund Freud”. Alcuni esempi rendono evidente l’apparente paradosso. Quando si chiede a qualcuno “Come butta?” per vedere come gli vanno le cose e la vita, la risposta non convenzionale di apparente astrusità prende la strada del significato “Dove cade” il cui aggancio si lega al verbo “butta”. Ancora, “Se si sta in una botte di ferro”, l’affermazione fa pensare ad essere protetti, avere coperture, ragion per cui appare improbabile rispondere con un letterale “Assicurarsi che ci sia il condizionatore”. Questo agile libro è intelligente ed arguto, un piccolo gioiello letterario.

Massimo Conte Schächter è un affermato sociologo autore di testi significativi quali L’acciaio dei caschi gialli. Lavoro, conflitto, modelli culturali: il caso Italsider di Bagnoli (Angeli, Milano, 1990, Pref. A. Touraine) e di ricerche ante litteram sulla diffusione dei femminicidi e sulla crescita delle immigrazioni, ma soprattutto studioso dedito ad analizzare a fondo le dinamiche della fiducia, come testimonia il suo triplice contributo in merito: Sociologia della fiducia. Il giuramento del legame sociale (Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2009), Fiducia 2.0. Legami sociali nella modernità e postmodernità (Giannini, Napoli, 2012) e Fiducia e tradimento. In web we trust. Traslochi di società dalla realtà diretta alla virtualità della network society (Armando, Roma, 2014). Ha diretto con ‘Unione Europea e Ministero Pari Opportunità’ le prime indagini in Italia sulle violenze contro le donne: Violenza contro le donne (Napoli 2001); Oltre il silenzio. La voce delle donne (Caserta 2005). È Vice Presidente e Direttore Scientifico di M.U.N.I., Movimento Unione Nazionale Interetnica, curatore di ricerche su migrazioni globali, mercato del lavoro e diritti umani. Nel febbraio del 2017 ha dato alle stampe la raccolta di poesie Verba Mundi, Edizioni Divinafollia, Collana Trasversalia, Bergamo. https://www.adfnews.it/posillipo-ecco-fattoidi/

Salotto letterario Vitanova, via Belsito 4 | 2 marzo 2024 – presentazione del libro “Nient’altro che la vita” di Giovanna Mozzillo, edito da  Franco Di Mauro Editore

Sabato 2 marzo 2024 alle ore 11:00 a Napoli, presso il Salotto Vitanova (Via Belsito, 4 – nei pressi di Piazza Salvatore Di Giacomo – Posillipo), presentazione del libro “Nient’altro che la vita” di Giovanna Mozzillo, edito da  Franco Di Mauro Editore

  • Dopo l’introduzione di
  • Salvatore Landolfi, ingegnere e promotore culturale
  • ne parlerà con l’autrice
  • Piero Antonio Toma, giornalista e scrittore

 

Il libro  Da un lato un romanzo di formazione: in cui la protagonista racconta, sempre dal suo punto di vista, l’impatto nelle utopie del ’68 (di cui tuttavia intuisce contraddizioni ed equivoci), l’innamoramento per il ragazzo che gliele ha fatte scoprire, il dolore, a causa di un aborto subito ma non accettato, la delusione, per la mancata realizzazione del mondo sognato. E poi il laborioso recupero della fiducia nella positività del reale: per approdare alla consapevolezza che, malgrado tutto, la vita è “preziosa”. Ma al tempo stesso il libro è un affollato “come eravamo” partenopeo. Perché intorno alla protagonista c’è Napoli: Napoli con la sua borghesia di cui son indagate miopie, chiusure, riti, manie e vezzi, e il suo popolo, dolente, umiliato, corruttibile, e tuttavia capace di contagiosa saggezza.

L’autrice  Dunque mi presento: son napoletana, ho da poco perso mio marito, ho due figlie adulte e due nipoti adolescenti. Tanti anni fa (non diciamo quanti) mi son laureata in lettere classiche, ma poi, essendo stata travolta dal vento del ’68 e avendo (a torto) maturato la convinzione che, come professoressa di latino e greco (lavoravo al ginnasio), mi fosse impossibile “attualizzare” adeguatamente le mie lezioni, a un certo punto ho chiesto il trasferimento in un istituto tecnico di frontiera dove fino alla pensione ho insegnato italiano e storia. E devo dire che, tutto sommato, si è trattato di una bella esperienza sia perché con gli studenti ho sempre avuto un rapporto stimolante di dialogo e confronto sia perché mi è stato possibile far attivamente politica scolastica, organizzando dibattiti, concerti, cineforum.

Per il resto, che tipo di donna sono? Ecco: amo il mare, il cinema, il teatro, i fumetti, le arti figurative, sono laica, relativista, appassionatamente europeista, ambientalista senza fanatismi, un po’ animalista, e forse pure animista, perché non escludo che piante e oggetti abbiano un’identità e una consapevolezza di sé.

A scrivere ho iniziato tardi ma in risposta a un’esigenza che da sempre mi portavo dentro: quella di catturar la realtà, di possederla, di appropriarmela, di penetrarla con le parole. Infatti, della realtà io sono innamorata. Ne son innamorata perché, vedete, mi sembra di percepirne a pieno potenzialità d’emozione e componente magica. E, sì, non son un’autrice minimalista: amo costruire una trama con imprevisti e colpi di scena e affiancare ai protagonisti personaggi secondari e comparse. Che più? Beh, mi piace pure utilizzar la scrittura come una macchina del tempo con cui tornare al passato. Perché, pur sapendo che non è certo stato migliore del presente, io del passato avverto potentemente la nostalgia (credo che, a infondergli ai miei occhi un’infinita capacità d’ammaliamento, sia proprio il fatto di esser perduto, fuggito, svanito). Inoltre, poiché non riesco a non vedere, accanto agli orrori, anche la messe inesauribile di stupori e incanti che l’universo sciorina, mi riesce impossibile non instillar speranza in quello che scrivo, e, essendo illuminista (come mia madre), spesso faccio in modo che nel corso della vicenda i personaggi scoprano la tolleranza e i valori dell’etica laica. Al tempo stesso però avverto il fascino dell’irrazionale e lo ritengo ingrediente indispensabile nell’alchimia del romanzo.

Per concludere voglio aggiungere che finora per me scrivere è stata la più gratificante delle emozioni, in quanto ha significato ribaltarmi nel cuore, nella mente e nella fisicità del personaggio, per poi proceder con lui: di avventura in avventura. http://www.giovannamozzillo.it

Franco Di Mauro Editore
La casa editrice nasce nel 1983 prendendo nome dal suo fondatore Franco Di Mauro.
I primi approcci nel mondo dell’editoria sono coronati da successi di vendita, i volumi pubblicati pur rivolgendosi alle tradizioni e alla storia napoletana, diventano in pochi mesi best-sellers. Grazie all’economia sana per queste scelte editoriali, la casa editrice, più avanti comincia a costruire un catalogo di preziosità culturali con le collane: “Cocumella”, “Cocumella Arte”,“Neapolitana Elegans” e “Il Presepe Napoletano nel mondo”, riscuotendoapprezzamenti unanime dalla critica ufficiale. È dal 1993 che rivolge l’attenzione a volumi in-folio a tiratura limitata… http://www.francodimauroeditore.it/storiacasaeditrice.htm

Salotto letterario Vitanova, via Belsito 4 | 20 febbraio 2024 – “I martedì letterari di Piero Antonio Toma” | Presentazione del libro Lunario minimo di Donatella Schisa (Affiori, 2023)

“Il mio eterno problema con le cose che finiscono, la mia difficoltà a lasciar andare oggetti, persone, situazioni, perché il solo pensiero di non poterle più ritrovare mi genera disagio; quel problema è stato aggirato e imbrogliato, accantonato per il tempo di quest’avventura.”

Martedì 20 febbraio 2024 alle ore 17:30, a Napoli, presso la nuova sede del Salotto letterario Vitanova in Via Belsito, 4 (nei pressi di Piazza Salvatore Di Giacomo a Posillipo), nuovo appuntamento con “I martedì letterari di Piero Antonio Toma” per la presentazione del libro Lunario minimo di Donatella Schisa, edito da Affiori (2023).

  • Dopo i saluti di
  • Salvatore Landolfi, ingegnere e promotore culturale
  • ne parleranno con l’autrice 
  • Piero Antonio Toma, giornalista e scrittore
  • Luisa Somma, docente di lettere

Il libro – Lunario minimo raccoglie diversi racconti scritti dall’autrice tra il 2016 e il 2023. Si tratta di ventisette racconti da sfogliare e leggere come un almanacco letterario, uno per ogni giorno del mese siderale che nel calendario lunare dura appunto ventisette giorni, sette ore, quarantatré minuti e undici secondi, il tempo necessario perché la Luna compia la sua orbita intorno alla Terra e a questa si riallinei.

Lunario minimo, questo il titolo, perché, a differenza dei lunari tradizionali che coprono un arco temporale di dodici mesi, questo accompagna il lettore per il tempo che necessita alla Luna a compiere solo uno dei suoi cicli di trasformazione.

Al suo interno, pertanto, i racconti sono suddivisi secondo le varie fasi lunari: i racconti della Luna nuova, della Luna crescente, della Luna piena e della Luna calante, ciascuno dei quali con le caratteristiche proprie della corrispondente fase lunare, per quanto diversissimi gli uni dagli altri.

Perché esiste un tempo per fare o non fare, per procedere o stare fermi, per agire o aspettare, esattamente come insegnavano gli antichi.

L’autrice  – Donatella Schisa è un avvocato pentito che da anni si occupa di libri. Lettrice appassionata, conduce da anni un circolo letterario: “Scritti di questi tempi”, in cui autori e lettori si incontrano dal vivo tra le pagine dei libri.

È autrice di racconti e di due romanzi: Il posto giusto (L’Erudita, 2017) e La nebbia quando sale – Lettere a mia madre e non solo (L’Erudita, 2019), e curatrice di antologie per Giulio Perrone. –  Lunario minimo

Salotto letterario Vitanova, via Belsito 4 | 23 novembre 2023 – Presentazione del libro “Pompeii. Una storia proibita. Amore e morte all’ombra del Vesuvio. Eutychis, la prostituta greca si faceva pagare 2 assi. Dimorava nella casa dei Vettii. Aulus Vettius Restitutus e Aulus Vettius Conviva” di Anna Maria Ghedina, De Nigris Editori

Giovedì 14 dicembre 2023 alle ore 18:00 a Napoli, presso il Salotto Vitanova – via Belsito 4 – presentazione del libro  “Pompeii. Una storia proibita. Amore e morte all’ombra del Vesuvio. Eutychis, la prostituta greca si faceva pagare 2 assi. Dimorava nella casa dei Vettii. Aulus Vettius Restitutus e Aulus Vettius Conviva” di Anna Maria Ghedina, edito da De Nigris Editori.

  • Dopo i saluti di Salvatore Landolfi, ingegnere e promotore culturale,
  • dialogheranno con l’autrice:
  • Maresa Galli, giornalista e scrittrice
  • Antonio D’Addio, docente e giornalista
  • Modererà l’incontro:
  • Yvonne Carbonaro, scrittrice

Il libro – Una storia bella, avvincente, coinvolgente, insolita e drammatica: un amore tormentato, non convenzionale, tra una prostituta e un comandante militare, amico dell’imperatore Tito Flavio Vespasiano. L’autrice, Anna Maria Ghedina, è riuscita in un’impresa molto ardua, quella di costruire una vicenda appassionante e realistica, da una semplice e scarna iscrizione trovata incisa all’ingresso della Casa dei Vettii, ubicata nel Parco Archeologico di Pompei, riaperta al pubblico dopo il recente restauro, di proprietà dei liberti Aulus Vettius Restitutus e Aulus Vettius Conviva, divenuti ricchi grazie al commercio. Introduzione a cura di Nino Daniele.

L’autrice  Scrittrice con all’attivo un numero elevatissimo di pubblicazioni e giornalista molto stimata, Anna Maria Ghedina è una donna che ha fatto, fin da giovanissima, della scrittura la sua stessa vita. Ama definirsi una sognatrice ma nel contempo una donna con i piedi ben ancorati a terra. Persona colta e ricca di tanti interessi, ci ha condotto per mano in un mondo fatto di belle opere e di un infinito amore per la Scrittura, per la Letteratura e per la Lettura.

Annamaria, come ti descriveresti a chi non ha ancora avuto il piacere di conoscerti? “Una sognatrice con i piedi per terra.”

 Come è nato il tuo amore per la Comunicazione, il Giornalismo e la Scrittura? “Da ragazzina. Ho sempre amato la lettura e la scrittura, ed alla fine, dopo aver lavorato in azienda per tanti anni, ho deciso di dare una svolta, quindi ho mollato tutto e ho iniziato a collaborare, prima mandando delle novelle ad un giornale e poi mi hanno chiesto di fare degli articoli. Diciamo che è iniziato tutto da lì.”

 Tu oggi hai all’attivo tantissimi libri, ti consideri dunque una scrittrice e non più solo autrice? “Scrittrice, perché mi piace e mi diverte da matti scrivere, da sempre.”

 In che modo è cambiato con il trascorrere inevitabile del tempo? “Non è cambiato. Certamente da quando ho iniziato a scrivere, a 17 anni, la scrittura è diventata più sciolta. Io leggo tantissimo ed il leggere affina ed amplia le tue conoscenze anche della lingua.”… ANNA MARIA GHEDINA, UNA DONNA PROFONDA, UNA SCRITTRICE ATTENTA E SOPRAFFINA. – LF Magazine

LA CASA DEI VETTII riapre al pubblico dopo 20 anni: grande bellezza e triviale realtà nella casa simbolo di Pompei

Riapre la casa simbolo di Pompei, la casa dei Vettii, che non manca in nessuna guida del sito UNESCO campano e in nessun manuale sull’arte antica, grazie ai suoi straordinari affreschi e alle sculture che adornavano il suo ampio giardino.

Viene restituita al pubblico una domus che per la prima volta, dopo 20 anni di chiusura e una parziale riapertura nel 2016 – relativa all’ambiente di ingresso dell’atrio e a quelli circostanti- si può finalmente ammirare in tutta la sua articolazione e complessità architettonica, grazie ai recenti interventi…

Scavata tra il 1894 e il 1896, la casa dei Vettii apparteneva a Aulus Vettius Conviva e Aulus Vettius Restitutus, probabilmente due liberti, divenuti ricchi con il commercio del vino. Lo sfarzoso arredo pittorico e scultoreo della casa, dunque, riflette anche la ricchezza del territorio della città, dove si produceva il vino per l’esportazione in tutto il Mediterraneo, e la mobilità sociale, che consentiva a due ex schiavi di salire ai livelli più alti della società locale.

Non mancano tracce della vita degli ultimi, tra le quali spicca un ambiente adiacente alla cucina, nel quartiere servile, decorato con quadretti erotici.  L’ambiente, in passato, fu dotato di una porta di ferro per consentirne l’accesso ai soli uomini adulti, barriera rimossa solo pochi giorni prima della riapertura della casa. Si è ipotizzato che l’ambiente servisse per la prostituzione, ipotesi che sembra trovare riscontro nel rinvenimento, sulla parete sinistra del vestibolo, di un’iscrizione in cui una donna di nome Eutychis, “greca e di belle maniere”, veniva offerta per due assi (Eutychis Graeca a(ssibus) II moribus bellis). Una testimonianza che Pompei offre, oltre alla bellezza dell’arte e dell’architettura antica, della società dell’epoca con le sue stratificazioni e costumi…

“La casa dei Vettii è la storia del mondo romano rinchiusa in una casa, la ‘casa museo’ della romanità per così dire: ci troviamo affreschi mitologici e sculture in bronzo e in marmo, di eccezionale qualità artistica, che parlano del rapporto complesso tra modelli greci e rielaborazioni romane, ma anche la vita economica e sociale della città. I proprietari, liberti e dunque ex schiavi, sono espressione di una mobilità sociale che due secoli prima sarebbe stata impensabile. Diventano ricchi con il commercio di prodotti agricoli del territorio intorno a Pompei, ma quanto pare nella loro casa fu esercitata anche la prostituzione, da parte di una schiava greca, che apparteneva ai gruppi più deboli della società.” sottolinea Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco archeologico di Pompei. LA CASA DEI VETTII riapre al pubblico dopo 20 anni: grande bellezza e triviale realtà nella casa simbolo di Pompei – COMUNICATI STAMPA – Parco archeologico di Pompei 

Salotto letterario Vitanova, via Belsito 4 | 23 novembre 2023 – Presentazione del nuovo libro di di Lejla Mancusi Sorrentino “LA PATATA – Storia – Leggende – Ricette con illustrazioni di antiche stampe” Grimaldi e C. Editori, 2023

La patata giunse in Europa importata insieme ad altri prodotti dal Nuovo Mondo scoperto da Cristoforo Colombo. Inizialmente disprezzata, si diffuse poi, contribuendo a salvare le popolazioni europee da fame e carestie. È un vegetale versatile e adatto a tutte le mense e a tutte le cotture, con un apporto nutritivo importante e un basso contenuto calorico.

Giovedì 23 novembre 2023 alle ore 18:00 a Napoli, presso il Salotto Vitanova – via Belsito 4 – presentazione del nuovo libro di di Lejla Mancusi Sorrentino “LA PATATA – Storia – Leggende – Ricette con illustrazioni di antiche stampe” Grimaldi e C. Editori, 2023

  • Dialogheranno con l’autrice
  • Salvatore Landolfi, ingegnere e promotore culturale
  • Yvonne Carbonaro, scrittrice, giornalista e critica d’arte

Il libro – Fra tutti i prodotti vegetali la patata è il più versatile, è adatta alla mensa del ricco quanto a quella del povero; ideale per tutte le cotture, adoperata sia come contorno che come elemento principale del pasto, con un apporto calorico modesto, inferiore a quello del pane e della pasta…

L’autrice Lejla Mancusi Sorrentino, attenta studiosa della tradizione gastronomica, è autrice di numerosi libri in cui all’appassionata ricerca sulla storia del cibo e al recupero di antiche ricette unisce l’esperienza pratica di una lunga attività in cucina che le consente incursioni nelle più attuali tendenze gastronomiche.

Già prestigiosa esponente dell’“Accademia Italiana della Cucina”, è una colta e attenta ricercatrice di ricette d’epoca, aneddoti e riferimenti letterari della gastronomia tradizionale napoletana.

Tra le più recenti pubblicazioni, “Il pomodoro. Storia avventure e miracoli del frutto più diffuso nel mondo. Con 100 ricette antiche e moderne” (Grimaldi e C., 2021); “La birra. Storia della bevanda più diffusa nel mondo. Dall’orzo al boccale. In fine La birra in cucina in 63 facili ricette con 16 illustrazioni (Grimaldi e C., 2020); “Sua Maestà il Limone. Alla scoperta del frutto della solarità tra aneddoti, ricette, canzoni, dolci e liquori” (Intra Moenia, 2019); ‘A frittura alla napoletana (Intra Moenia, 2019).

Grimaldi & C. Editori si è sempre distinta, nella sua produzione, per la ricercatezza e la raffinatezza delle sue opere.
La Casa editrice, che ogni anno pubblica da sei a dieci nuovi titoli, cura eleganti pubblicazioni di gran pregio bibliografico aventi per tema Viaggi, Cartografia, Grafica, Storia, Gastronomia, Arte, Cultura e Immagini: la selezione dei titoli è accuratissima ed è finalizzata alla riscoperta e al recupero di testi particolari e inesplorati su temi di cultura meridionalistica ma anche alla diffusione di pregevoli opere di ricerca sulle arti minori tanto importanti per la nostra storia.
La qualità di stampa di tutti i volumi è sempre di altissimo livello. Grimaldi & C. Editori, il cui catalogo ad oggi vanta circa cento titoli, rappresenta, dunque, un importante punto di riferimento per la cultura e la storia napoletana e le sue pubblicazioni sono apprezzate e ricercate da tutti i bibliofili non solo meridionali. Grimaldi & C. Editori 

Salotto letterario Vitanova (Via Belsito 4) | – 9 novembre 2023 – Presentazione del libro “Sulla Rotta di Enea – da Antandros alle sponde del Tevere”

Giovedì 9 novembre 2023 alle ore 18:00 a Napoli, presso il Salotto Vitanova – via Belsito 4 – presentazione del libro “Sulla Rotta di Enea – da Antandros alle sponde del Tevere” di Bruno Agolini (autore delle illustrazioni e delle didascalie) e Maria Teresa Moccia di Fraia (autrice dell’introduzione e dei versi), edito da Valtrend Editore (2023).

  • Saluti di benvenuto:
  • Salvatore Landolfi, ingegnere e promotore culturale
  • Introduzione:
  • Yvonne Carbonaro, scrittrice, giornalista e critica d’arte
  • Relatore:
  • Mimmo Grasso, poeta, saggista e critico d’arte
  • Nel corso dell’incontro saranno proiettate alcune immagini del libro.

Maria Teresa Moccia Di Fraia, archeologa, già docente di latino e assessora alla Cultura del Comune di Pozzuoli, ha collaborato con la Soprintendenza Archeologica a progetti e studi sull’archeologia dei Campi Flegrei e non solo. Il progetto più importante che attualmente sta seguendo è “La Rotta di Enea”. L’eroe troiano nel suo viaggio ha toccato 5 paesi del Mediterraneo: Turchia, Grecia, Albania, Tunisia, Italia. Si tratta pertanto di un progetto di respiro europeo che mira ad una maggiore e più attenta diffusione della conoscenza dell’Eneide.

É da tale motivazione che nasce questo libro in italiano e in inglese “Sulla rotta di Enea”, in cui le vivacissime tavole che illustrano le varie tappe mirano a consentire una nuova lettura per immagini del poema e a riscoprirne tanti interessanti aspetti. Due sono gli elementi di novità rispetto alle trattazioni tradizionali: i disegni audacemente visionari del fantasioso pittore Bruno Agolini e l’eco evocativa dei frammenti poetici simili ad haiku della Moccia.

Il sottotitolo “Da Antandros alle sponde del Tevere” ci ricorda che Enea, fuggito con i Troiani sulla spiaggia di Antandros, costruì una flotta di venti navi, utilizzando il legno del Monte Ida sacro alla dea Cibele. Come naturalmente sappiamo fin dalle scuole medie, i 12 libri del poema si dividono nei primi sei che parlano del viaggio, che è viaggio di rifondazione (e non di ritorno come quello di Ulisse) e gli altri sei, che trattano di guerra, guerra finalizzata alla costruzione di una nuova città (e non alla distruzione come nell’Iliade), e sono encomiastici nei confronti della fondazione di Roma e della casa Giulio-Claudia. Proprio in mezzo, però, il libro sesto è dedicato ai Campi Flegrei e alla Sibilla Cumana, cioè al viaggio nell’Ade, tappa centrale e fondamentale della Rotta di Enea, a cui si rifà sia il titolo del libro sia il progetto di cui si è detto.

Salotto letterario Vitanova (Via Belsito 4) | “I martedì letterari di Piero Antonio Toma” – 31 ottobre 2023 – Presentazione del libro autobiografico e poetico-musicale “A suon di parole. Due racconti in 13 canzoni (più una di Luigi Compagnone) con cd-audio incorporato”

“Amica cara, se dovessi dare un volto a questi ultimi tre o quattro mesi della mia vita non potrei che dargli il tuo. E se per avventura dovessi cavarne un colore, insisterei sul giallo. Se mi toccasse poi di scegliere una parola, non ho dubbi che sarebbe risveglio. E se infine intendessi racchiuderli in un disegno mi tornerebbe alla mente il profilo dei gabbiani che sorvolano silenziosi e scultorei la tua casa che sta sorgendo sotto di essi e fra gli alberi, gli arbusti, le piante di azalee e, oltre le palpebre, i pini che circoscrivono il mare di Capri, laggiù”.

Martedì 31 ottobre 2023 alle ore 18:00, a Napoli ,  presso la nuova sede del Salotto letterario Vitanova in Via Belsito, 4 (nei pressi di Piazza Salvatore Di Giacomo a Posillipo), appuntamento con “I martedì letterari di Piero Antonio Toma”.

Presentazione del libro autobiografico e poetico-musicale “A suon di parole. Due racconti in 13 canzoni (più una di Luigi Compagnone) con cd-audio incorporato” di Piero Antonio Toma e Lino Blandizzi, illustrazione in copertina di Vittorio Buongiorno, edito da Guida editori.

  • Dopo i saluti di
  • Salvatore Landolfi, ingegnere e promotore culturale
  • e l’introduzione di  Silvana Guida, operatrice culturale attraverso Blu Parthenope Eventi e Comunicazione
  • ne parlerà con gli autori
  • la scrittrice Donatella Schisa.
  • L’attrice Adriana Carli declamerà alcune poesie tratte dal libro,
  • che il cantautore Lino Blandizzi interpreterà con voce e chitarra

Il libro – A suon di parole è più di un libro. È un libro di parole che si possono leggere e di canzoni che si possono ascoltare. Prima di tutto è lo sfizio di un duetto, un paroliere e un compositore, cioè uno che ha scritto i testi e un altro che li ha musicati trasformandoli in canzoni, e che insieme poi si confessano, ognuno per conto proprio, come ci sono arrivati. Infatti le parole delle loro confidenze e dei versi sono pubblicati nel libro mentre le tredici canzoni (più una) si possono ascoltare nel cd incorporato. Avventure e disavventure quindi di due amici che invece di dedicarsi ad altre cose della vita, preferiscono raccontarla con le parole e con la musica. Ecco cosa accade quando le parole diventano melodia. C’è però anche da puntualizzare che quando entrambi amano strizzare l’occhio verso la vanità tendono inevitabilmente a lasciarsi prendere la mano. Tutte queste canzoni non sono tanto riferibili a una persona, a un tempo, o un luogo preciso, ma si riferiscono a tutto ciò che sta prima, dopo e intorno, fra spazio e tempo, e che perciò getta le braccia al collo della comunità:
– Dall’acqua al caffè,
– Dalle tossicodipendenze all’amicizia,
– Dai migranti, quelli che accogliamo o che muoiono in mare a quelli più giovani di noi che se ne vanno all’estero, e tutti in cerca di un futuro,
– Dalla vecchiaia alle tante attrattive che fanno del nostro il Paese più bello del mondo,
– Dagli tsunami che ci colpiscono come la pandemia alle incombenze diventate indilazionabili come il rispetto dell’ambiente. Infatti se non lo assecondassimo pagheremmo le conseguenze: il clima che peggiora di giorno in giorno, l’inquinamento dell’aria e i ghiacciai che si sfogliano davanti a noi,
– Dalla storia alla cultura che rimangono il sigillo di una vita che è stata degna di essere vissuta,
Abbiamo riservato per ultimo il gioiello della raccolta, quella poesia di Luigi Compagnone che si augura che l’inverno, tutti gli inverni spariscano. Specialmente questo.
Come diceva Stevie Wonder, uno dei più grandi protagonisti della musica contemporanea, “la musica, nella sua essenza, è ciò che ci dà ricordi. E più a lungo una canzone esiste nella nostra vita, più ricordi abbiamo di essa”. Ma la musica, come nel nostro caso, è anche memoria del presente. Una canzone? “È teatro, film, romanzo, idea, slogan, atto di fede, danza, festa, lutto, canto d’amore, arma, prodotto deperibile, compagnia, momento della vita”: questa è la pagella onnicomprensiva di Georges Moustaki, famoso autore di Milord e Lo straniero. In effetti ogni “suono di parola”, per chi legge e per chi ascolta, è la tessera di un mosaico che ci appartiene e che alla fine si ricompone per rinascere… https://www.guidaeditori.it/prodotto/a-suon-di-parole/

Gli autori – Piero Antonio Toma Scrittore e giornalista professionista, Piero Antonio Toma ha lavorato per “Il Sole 24 Ore” e attualmente collabora con “la Repubblica”. Autore di numerosi libri, ha ricevuto diversi riconoscimenti e premi, tra i quali nel 2017 il Premio internazionale Francesco Saverio Nitti.  È autore anche di diversi testi musicati dal cantautore Lino Blandizzi. Tra le pubblicazioni più recenti Il grande albergo degli scienziati. Centocinquanta anni della Stazione Zoologica Anton Dohrn; Le donne che conquistano il mondo. Da Palazzo Chigi alla Casa Bianca, con Ermanno Corsi;  Quando l’amore non basta.  PIERO ANTONIO TOMA. GIORNALISTA PROFESSIONISTA E MEMORIALISTA.

Lino Blandizzi – Cantautore, Lino ha imparato a suonare la chitarra da autodidatta all’età di 12 anni e in seguito ha studiato pianoforte. Ha collaborato con artisti come Sergio BruniDirk HamiltonJames SeneseGigi De RienzoAntonio Onorato, Adriano Pennino, Joe Amoruso; e con scrittori come Maurizio de Giovanni, e Piero Antonio Toma, come detto.

Nel 1990 ha vinto il Premio Rino Gaetano. In occasione del 25º anno della sua carriera, il 20 settembre 2016 al Castello del Maschio Angioino, il Comune di Napoli gli ha conferito una benemerenza per aver speso il suo talento a favore di Napoli, della scuola, dei bambini Saharawi, delle ospiti del carcere femminile di Pozzuoli, per aver saputo cogliere in musica i versi di alcuni grandi poeti come Eduardo De Filippo, Luigi Compagnone e Anna Maria Ortese, e per aver contribuito con la sua canzone “Abbiccì” alla diffusione della lingua italiana in Francia.

Luigi Scorrano Il Dante “fascista”. Saggi, letture, note dantesche”, Longo Editore, 2001

Aspettando il 700° anniversario della morte di Dante: conversazione con Luigi Scorrano – Bisogna dire che noi italiani per le ricorrenze importanti ci prepariamo per tempo. Lo abbiamo dimostrato di recente per i 150 anni dell’Unità d’Italia e per il centenario della Grande Guerra. L’anno venturo, 2021, ci sarà la ricorrenza del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri, il padre della nostra lingua, il nostro Sommo Poeta. Ci stiamo preparando fin dall’anno scorso, quando lo scrittore Paolo Di Stefano lanciò sul “Corriere della Sera” (24 aprile 2019) l’idea di istituire il cosiddetto Dante-Dì, una giornata, ogni anno, in cui ricordare il poeta fiorentino, prescindendo dalla pur ineludibile scadenza del canonico settimo centenario della morte. L’idea è stata istituzionalizzata dal Governo che ha indicato nel 25 marzo di ogni anno il giorno in cui celebrare il poeta. La data coincide nella fiction della Commedia con l’inizio del viaggio ultraterreno di Dante, 25 marzo 1300. Sull’iniziativa abbiamo voluto sentire Luigi Scorrano, dantista salentino tra i più autorevoli.

Professore, che pensa dell’istituzione del DanteDì per celebrare Dante nel settecentesimo anniversario della sua morte nel 2021 e poi come ricorrenza annuale? Non mi pare fuor d’opera, ricordare uomini e opere illustri e a tenere allenata la memoria. Sia dunque benvenuto il giorno dedicato a un uomo d’ingegno o a un’opera che dia impulso a un positivo passo avanti nelle scienze.

Il Novecento è stato per il dantismo salentino un secolo di grandi interpreti. Penso ad Aldo Vallone, a Mario Marti, a Lei stesso, a tanti altri meno conosciuti. E’ stato un caso o c’è un precedente terreno di coltura, una matrice comune?  Non sono mancati studiosi eccellenti nel campo della dantistica attentissimi agli argomenti danteschi. Due i nomi di rilievo: Mario Marti nel campo della filologia e Aldo Vallone in quello della critica letteraria. Accanto a loro le esperienze di minori che ne hanno sostenuto il lavoro; Enzo Esposito, Michele dell’Aquila, Leonardo Sebastio, Ruggiero Stefanelli, ecc. All’estero poi Dante è stato oggetto di attrazione per i grandi poeti come Pound, Eliot, Dorothy Sayers etc.., una incredibile quantità di grandi firme. Un caso, Lei si chiede? Forse qualcosa a cui la nostra terra era chiamata. – Pubblicato il 9 Luglio 2020 a cura di Gigi Montonato http://www.iuncturae.eu/2020/07/09/aspettando-il-700-anniversario-della-morte-di-dante-conversazione-con-luigi-scorrano/

Luigi Scorrano Il Dante “fascista”. Saggi, letture, note dantesche”, Longo Editore, 2001 – #longoeditore
Dante è, nelle pagine del libro di Scorrano, al centro di un’indagine variamente articolata ma unitaria. Si va dalla Lectura in senso istituzionale, ma con novità di prospettive, all’esplorazione della presenza-fortuna di Dante dal Cinquecento al Novecento. In Cellini, Sereni, Moravia, Piovene, Bevilacqua sono saggiati modi e forme del riuso del dettato dantesco, ma anche le ragioni profonde che lo definiscono e lo giustificano. Non un semplice rilevamento di somiglianze o identità verbali, ma ricerca di affinità ed esplorazione del dialogo intrecciato attraverso il tempo con il grande modello.  
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Luigi Scorrano dopo il conseguimento della maturità magistrale, frequentò per un biennio, a Milano, l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Successivamente si trasferì a Lecce e conseguì la laurea in Materie letterarie con il massimo dei voti e la lode.

Ha svolto l’attività di docente presso la scuola secondaria. Ora è in pensione. Ha collaborato e collabora a riviste di critica letteraria. È critico letterario, studioso, dantista. È presidente del Gruppo Incontri. Il suo impegno politico come consigliere comunale e assessore alla cultura del Comune di Tuglie ha lasciato una traccia indelebile per le attività culturali svolte e le proposte innovative attuate.

È studioso. Non è uno scrittore. Non racconta storie né finzioni. La sua onestà intellettuale può anche dispiacere ad alcuni ma rappresenta la sua originalità e fa la differenza nel mondo della letteratura. Non è incline a compiacimenti di comodo. Riservato. Educato. Cordiale. Non ama apparire, né lo allettano le cerimonie rappresentative del nulla. Considera la poesia come espressione e ricerca necessaria, unica, densa, concisa, memorabile. È per una letteratura che si propone di porsi degli obiettivi smisurati, anche al di là di ogni possibilità di realizzazione, capace di imprese che nessun altro osa immaginare. La sua scrittura non è approssimativa, causale, sbadata… tutt’altro.

Ama i libri e la loro esattezza. Chirurgo della scrittura, taglia, cuce con genialità i concetti e le espressioni linguistiche. Sa concertare molto bene la musica delle parole.

I suoi interessi letterari convergono principalmente al tema del dantismo. È peraltro il più assiduo frequentatore dei testi novecenteschi alla ricerca delle presenze e tracce dantesche nella poesia e letteratura italiana e non solo, considerando che Dante è indubbiamente uno dei pochi scrittori (con Omero, Shakespeare e Goethe) ad avere influenzato fortemente la scrittura e il pensiero del Novecento.

Scorrano delle opere di Dante ha indagato ogni parola, ogni contesto, ogni personaggio elaborando analisi, critica, interpretazione e osservazioni.

In Modi ed esempi di dantismo novecentesco, pubblicato a Lecce nel 1976, Adriatica Editrice Salentina, Scorrano mette in luce la sua bravura. Il libro è da considerarsi il primo volume interamente dedicato al tema del dantismo.

I temi trattati indicano una pista feconda per la ricerca, quella secondo cui i recuperi stilistici e lessicali di Dante, da parte degli scrittori del Novecento sono quasi sempre spie di sorprendenti allusioni tematiche, attraverso le quali il contemporaneo chiede al classico una sorta di collaborazione per la ricerca di un significato dell’esperienza letteraria.

Questo libro convinse gli specialisti e accademici tanto da invitare nel 1977 Scorrano a Roma presso la Casa di Dante al convegno “Dante nella letteratura italiana del Novecento”. In quella occasione relazionò su Dante e i crepuscolari.

  • Documentare il suo lavoro è veramente difficile. Per brevità si elencano alcune delle sue opere:
  • − Alberto Bevilacqua, Editore La Nuova Italia, 1983;
  • − La fenice, la cenere. Saggi e note su Gabriele D’Annunzio, Editore Ferraro, 1988;
  • − Presenza verbale di Dante nella letteratura italiana del Novecento, Editore Angelo Longo, 1994;
  • − Il polso del presente. Poesia, narrativa e teatro di Cesare Giulio Viola, Editore Mucchi, 1994;
  • − Tra il “banco” e l’altre rote”. Letture e note dantesche, Editore Angelo Longo, 1996;
  • − Il Dante “fascista”. Saggi, letture, note dantesche, Editore Angelo Longo, 2001;
  • − Carte inquiete. Maria Corti, Biagia Marniti, Antonia Pozzi, Editore Angelo Longo, 2002;
  • − Don Francesco Pedretti. Uno sguardo largo quanto il mondo, Edizioni Centro Ambrosiano, 2009.
  • − Ha curato la pubblicazione del libro “Pricò” di Cesare Giulio Viola, Editore Lupo, 2012.
  • https://www.elioria.com/wp-content/uploads/2012/02/Luigi-Scorrano.pdf

Sabato 24 giugno 2023 – Napoli, Salotto letterario Vitanova – Presentazione del libro L’egoismo dei deboli di Maria Gabriella Mariani, Readaction editrice

“…Col tempo poche cose cambiano di noi: forse la più significativa è l’illusione che si possa cambiare veramente. Stella era sicura che quella fosse la volta buona: “Ora o mai più”, andava ripetendo tra sé, facendo sempre più fatica a non far trasparire nulla. Viveva come in una bolla: era completa- mente fuori di sé, eccitata, euforica…”

Si terrà sabato 24 giugno 2023 alle ore 11:30 a Napoli, presso il Salotto letterario “Vitanova” – Viale Gramsci 19 – la presentazione del libro L’egoismo dei deboli di Maria Gabriella Mariani, edito da Readaction editrice.

  • Dopo i saluti di Salvatore Landolfi, ingegnere e promotore culturale,
  • ne parleranno con l’autrice:
  • Silvana Guida, promotrice culturale attraverso la Blu Parthenope eventi e comunicazione
  • Pierantonio Toma, giornalista e scrittore
  • Filippo D’Eliso, poeta e compositore
  • L’autrice leggerà alcuni brani tratti dal libro.

Il libro Fratelli, amici, amanti, quale che sia il rapporto che lega tra loro i vari personaggi di questi racconti, c’è un elemento che li accomuna e li caratterizza: consapevolmente o inconsapevolmente sono persone fragili. Le cause, molteplici: ignavia, superficialità, solitudine, frustrazione. Alcuni di loro credono di aver capito tutto di questa esistenza, altri si sentono in credito verso la vita, altri ancora hanno paura di cominciare o ricominciare a vivere. La società li ha emarginati, la famiglia li ha traditi; nessuno di loro è disposto a concedere o a concedersi. In questa dilagante crisi di valori il loro egoismo è per certi aspetti una difesa, per altri una denuncia.

L’autrice  – Maria Gabriella Mariani è una concertista e scrittrice napoletana. Ha scritto una quarantina di racconti, un’opera teatrale – testo e musica – e otto romanzi, tra i quali: Ologramma. Sette vite per non morire(Guida 2019) – Premio “Argentario” 2020; Riflessi. Storia di storie senza storia (Tullio Pironti, 2014) – Premio Internazionale “M. Cumani Quasimodo” 2017; Consonanze imperfette (Zecchini 2010), Presenze (Sovera 2008), I sogni della ragione non generano mostri (Genesi 2020).
Le sue opere sono spesso collegate alle sue composizioni musicali. Dal 2010 ha pubblicato sei raccolte di musiche e ha inciso altrettanti CD per la Bongiovanni e la Da Vinci Classics di Osaka. In musica ha vinto il premio del Senato della Repubblica Italiana e recentemente, come pianista e compositrice, cinque Global Music Awards (USA). Recensioni ai suoi libri sono state pubblicate sulla Terza Pagina di quotidiani e riviste culturali. I suoi lavori sono stati presentati al Teatro S. Carlo, RAI TRE, RSI.ch, RAI-RADIO TRE. I suoi racconti, tradotti in tedesco, sono stati rappresentati in Germania in collaborazioni con istituzioni culturali (See Campus Schwarzheide-Niederlausitz, Dresda).
Nel 2018 le è stato conferito il Premio “Napoli per l’Eccellenza – Civicrazia”assieme allo scienziato Telethon  A. Ballabio.

Sabato 10 giugno 2023 – Napoli, Salotto letterario Vitanova – Presentazione del romanzo postumo di Delia Morea “Una corsa verso il vento”, Avagliano Editore 2022

Sarà presentato sabato 10 giugno 2023 alle ore 11:30 a Napoli, presso il Salotto letterario Vitanova – Viale A. Gramsci 19 – il romanzo postumo di Delia Morea “Una corsa verso il vento”, edito da Avagliano Editore (2022).

  • Dopo i saluti di Salvatore Landolfi, ingegnere e promotore culturale
  • Presenterà il libro
  • Manlio Santanelli, drammaturgo e scrittore
  • Condurrà l’incontro
  • Yvonne Carbonaro, scrittrice, giornalista e critica d’arte
  • Letture e intermezzi musicali a cura di Antonella Morea
  • Il ricavato sarà devoluto alla Lega Italiana Fibrosi Cistica Campania Il libro – Il clima di tensione che si creò allo scoppio del secondo conflitto mondiale, le intimidazioni nei confronti degli ebrei dopo l’invasione della Polonia e le ripercussioni sugli altri stati europei che dichiararono guerra alla Germania rivivono nel romanzo “Una corsa verso il vento” (Avagliano Editore), l’ultimo libro della compianta Delia Morea.Protagonisti della vicenda sono tre ragazzini che, per la loro purezza e bontà, vengono scelti per compiere un viaggio a ritroso nel tempo che li condurrà in un universo fantastico popolato da fate ed elfi.

Anche questa dimensione, come in quella reale da cui provengono, è caratterizzata dalla violenza: il mondo “altro” di Oberon e Titania è minacciato dalla brama di potere di Malveron, che domina incontrastato sul regno oscuro.
Toccherà ai tre piccoli eroi impadronirsi della pietra magica che rende invincibili e restituirla ad Oberon per risvegliarlo dallo strano torpore in cui è scivolato.
Guidati dal poeta/mago Taliesin, Katy, Rosarina e Sal si ritroveranno nell’Inghilterra del Cinquecento ad assistere a una recita del “Sogno di una notte di mezza estate” tenuta in onore di Elisabetta I Tudor al teatro Globe.
L’avventura temporale segna per il giovane trio il passaggio all’età adulta che comporta la parziale rinuncia ai propri sogni, come è consapevole “Mastro” Shakespeare che vorrebbe far recitare nuovamente Rosarina nel ruolo di Giulietta ma desiste dal trattenerla perché sa che appartiene a un’altra epoca.
Nella parte ambientata nel mondo fatato si colgono i richiami a Shakespeare e al ciclo arturiano ma il repertorio di citazioni presenti nel testo non si limita alle opere del Bardo e alla saga di Re Artù, come dimostra la scena horror, quasi un omaggio a King, in cui Katy affronta il mostro dai denti aguzzi intenzionato a cavarle gli occhi.
Ancora una volta, come in “Romanzo in bianco e nero”, edito sempre da Avagliano, l’Autrice mette al centro della narrazione la Storia e suggerisce che solo raccogliendone la lezione e riscoprendo il valore dell’amicizia e l’importanza della conoscenza è possibile costruire un futuro all’insegna della pace e del rispetto reciproco.
Il messaggio di libertà e di speranza verso il futuro giunge al lettore forte e chiaro in questa fiaba incentrata sull’eterno conflitto tra il Bene e il Male e rivolta a un pubblico senza età proprio perché priva di quell’approccio didascalico che penalizza talvolta la letteratura per ragazzi.  Una fiaba contro la guerra il romanzo postumo di Delia Morea

Delia Morea (Napoli 1952-2020), scrittrice e giornalista, è stata autrice di romanzi, racconti, saggi e pièces per il teatro. Nel 2002 ha vinto la seconda edizione del premio letterario Anna Maria Ortese, nel 2004 è stata finalista al premio teatrale Napoli Drammaturgia Festival. Ha pubblicato, tra gli altri, i saggi: Lazzari e Scugnizzi, Briganti Napolitani, Vittorio De Sica. L’uomo, l’attore, il regista, Storie pubbliche e private delle famiglie teatrali napoletane, la raccolta di testi teatrali La Voce delle mani, con la prefazione di Enzo Moscato. Con Avagliano editore ha pubblicato i romanzi: Quelli che c’erano (2007), Una terra imperfetta (2013). Il suo ultimo libro “Romanzo in bianco e nero” (Avagliano 2019) è stato candidato al Premio Strega 2019.