300.000 volumi di interesse storicoNelle Biblioteche, dove di solito l’emeroteca è chiamata Sezione periodici, il patrimonio librario prevale su quello di giornali e riviste.
La “Tucci”, invece, è prevalentemente emeroteca, considerato che i libri della sua biblioteca sono più di 45mila (architettura, arte, cinema, comunicazione, diritto, ebraismo, fascismo, infanzia, letteratura, nazismo, scienze, sport, storia e teatro) rispetto agli oltre 300mila volumi in cui sono raccolte le sue collezioni (ormai oltre 10mila) di quotidiani, riviste, annuari, almanacchi e strenne italiani e stranieri (austriaci, francesi, inglesi, neozelandesi, polacchi, portoghesi, russi, scandinavi, spagnoli, svizzeri, statunitensi, sudamericani, tedeschi e vietnamiti). I periodici coprono un arco di cinque secoli.
Degli oltre diecimila titoli, più di 3mila non sono posseduti da alcun’altra biblioteca della Campania e circa duecento mancano alle biblioteche pubbliche italiane e straniere.
Dal 24 giugno 1999 l’Emeroteca Biblioteca Tucci è stata dichiarata bene di notevole interesse storico.Una storia lunga più di 100 anni
La prima organizzazione giornalistica napoletana, il Sindacato Corrispondenti, nacque nel 1907 in un ammezzato di un edificio ora scomparso di via Monteoliveto 75, di fronte allo storico Palazzo Gravina che era già sede delle Poste e dei Telegrafi, dove i giornalisti si recavano più volte al giorno per telegrafare ai quotidiani le corrispondenze sui fatti di rilievo nazionale, a mano a mano che essi accadevano. Nello stesso edificio abitava il pittore Edoardo Dalbono, nella cui casa si riunivano Salvatore Di Giacomo, Luca Postiglione, Pietro Scoppetta, Libero Bovio, Michele Cammarano e il brillante intrattenitore Vincenzo La Bella. La vicinanza di tanti artisti fu, probabilmente, di stimolo ai giornalisti corrispondenti nella loro successiva attività collaterale di organizzatori di serate di beneficenza nei teatri napoletani.La piccola sede al piano ammezzato, concessa ai giornalisti corrispondenti dalla Direzione delle Poste che, per anni, l’aveva adibita a deposito di lettere e biglietti postali destinati al macero, affacciava sul “Caffè Molaro” , antico bar demolito negli anni Trenta, di cui si ha traccia solo in letteratura, e prima “redazione” dei corrispondenti napoletani (sembra fosse anche luogo degli appuntamenti di Salvatore Di Giacomo con la giovane fidanzata Elisa). https://www.emerotecatucci.it/it/home/
Tratto da: GIORNALI E GIORNALISTI A NAPOLI
Infine alcuni doverosi ringraziamenti. A Salvatore Maffei, simbolo stesso dell’Emeroteca Tucci di Napoli, depositaria di preziosi reperti giornalistici, ma sconosciuta ai più. L’ha difesa dall’abbandono e l’ha sottratta alla chiusura. Quasi tutto da solo. Pier Antonio Toma – 1999L’Emeroteca è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 16,00 .