Archivio 2018

In piazza il 27 ottobre 2018, con i migranti per fermare la barbarie

L’appello. Razzismo e xenofobia vengono ogni giorno instillati tra gli italiani del Nord e quelli del Sud, e si diffondono nelle città e nelle periferie sociali. Ma se prima si trattava soltanto di segnali universalmente considerati negativi, adesso i sintomi sono rappresentativi di un’involuzione profonda. E fanno paura. A fronte di un cambiamento così preoccupante, è necessario intensificare ed estendere la risposta di popolo contro le violenze, i soprusi, le prepotenze che scendono dall’alto come una nera cappa che copre il nostro Paese. Una risposta in nome dei diritti, del rispetto, del senso di umanità che non possiamo e non dobbiamo smarrire. È tempo di raccogliere, insieme, i segnali di un’alternativa come la reazione all’attacco a Riace e al sindaco Mimmo Lucano e la sottoscrizione per i bambini figli di cittadini stranieri di Lodi   (leggi tutto)  [link diretto a «Il manifesto»]

Roma, il mega-striscione comparso a Porta Maggiore

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“Colpo su colpo, post su post”.
L’antifascismo passa anche dal dibattito culturale sul web

di Vittorio e Luigi (Rivista «Malamente»)

(Novembre 2018)  A cosa serve una rivista “di lotta e critica del territorio”? Sui social network la maggior parte degli utenti, se e quando trovasse il tempo di rispondere, potrebbe laconicamente concludere: “a un cazzo!”. Eppure la breve cronaca dell’opposizione critica della rivista «Malamente» a due eventi pubblici del filosofo reazionario Diego Fusaro dimostra il contrario.
Viviamo tempi in cui nella sfera pubblica si estende una crescente egemonia del discorso reazionario in tutte le sue sfumature: clericali, fasciste, omofobe, patriarcali, razziste. In molti casi i portavoce di questa egemonia di discorso hanno un ampio sostegno dei media tradizionali ed elettronici, che amplificano la loro presenza nello spazio comunicativo pubblico. Mostrano una scarsa profondità teorica, ma poiché non incontrano quasi nessuna resistenza e i loro seguaci hanno da tempo rinunciato al pensiero critico, possono presentarsi come artisti, poeti, filosofi: l’equivalente di nani da giardino dorati nel recinto del sovranismo di governo. Sono contro il sistema ma difendono le classi dominanti, sono ribelli ma si fanno difendere dalla polizia in ogni appuntamento pubblico, sono anticonformisti ma baciano il rosario e l’acquasantiera. Per contro, lo sfaldamento del terreno politico della “sinistra” ha reso afone o impotenti molte figure di intellettuali, altri hanno optato direttamente per l’opportunismo e il conformismo, strada sempre aperta purtroppo a chi resta in minoranza.
In due occasioni, invece, nell’ultimo anno come rivista «Malamente» abbiamo preso posizione contro la presenza nelle province marchigiane del più mediatico e attivo propagandista neofascista e siamo riusciti ad accendere un dibattito pubblico, con post su Facebook che hanno ricevuto in entrambi i casi oltre ventimila visualizzazioni e decine di commenti interessanti (seguono, qui sotto, i post e una selezione di commenti). A marzo 2018, in occasione della apertura di un ciclo di conferenze clerico fasciste ad Ancona, abbiamo denunciato e ottenuto il ritiro del patrocinio della Regione Marche e l’intervento “miracoloso” di un vescovo che ha sfrattato la conferenza. A ottobre, nel caso della ospitata di Fusaro presso la biblioteca Memo di Fano, la reazione pubblica è stata più tiepida ma il pubblico della rete ci ha premiato e ci è giunta l’eco di non pochi malumori in biblioteca e in città.(…) Puntuale si ripresenta in questi casi una critica che ha la consistenza dell’aria fritta: “se lo contestate gli date visibilità”. Beh, nel caso di Fusaro, come d’altra parte in quello di Salvini, è come dire che fischiare Gianni Morandi possa dargli più celebrità, un non-sense, esatto. È divertente poi notare come Fusaro assuma lo stesso linguaggio neo-autoritario di Salvini e di altri campioni del neofascismo su Facebook: ostentano sicurezza condita da una fragile ironia fatta di emoticon che mandano bacini e sorrisetti, alternata a minacce di denuncia, polizia e a luoghi comuni sul “fascismo degli antifascisti”.
Vediamo che prendere posizione in modo netto contro il populismo dell’estrema destra, ovunque, anche sulla piazza social, è necessario oggi più che mai a dissipare la confusione che regna in molte persone che hanno perso fiducia e punti di riferimento. La critica è anche il motore della ricostruzione di un pensiero alternativo alla narrazione tossica sovranista e reazionaria, è lo sforzo di riportare al centro del discorso pubblico affermazioni e domande che nascano dai desideri reali di donne e uomini che vivono ogni giorno l’oppressione, lo sfruttamento e la negazione della propria identità ma che sperimentano allo stesso tempo forme di vita che non si rispecchiano nel discorso del mainstream. La cultura per noi non è un campo di dibattito riservato al tempo libero ma è una dimensione di lotta politica. (leggi tutto)

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Archivio 2018ultima modifica: 2022-10-17T12:50:46+02:00da gp_landi