Ovvero il Rifasamento spiegato a mia nonna
Di Marco Zagonara, 10.12.2022
Rifasamento: dopo molto tempo, riesco a scrivere finalmente un nuovo articolo di elettrotecnica. Parliamo allora del rifasamento. Oddio, cos’è? Ora ti spiego.
Cos’è il rifasamento? A cosa serve?

Dunque, gli apparecchi utilizzatori di energia elettrica, in particolare i motori elettrici, hanno la necessità di produrre campi elettromagnetici che servono appositamente per funzionare.
Così, un carico elettrico assorbe energia attiva, misurata in kilowattora (kWh), che genera il lavoro meccanico (la rotazione del motore e di conseguenza dei compressori, pompe, ecc.) o termico (resistenze di riscaldamento), ed energia reattiva, misurata in kilovoltamperora reattivi (kVArh), che alimenta i campi elettromagnetici necessari ad es. per la rotazione dei motori.
Questi due tipi di energia si contabilizzano separatamente ed in maniera particolare.
L’energia attiva è quella che viene pagata normalmente in un impianto correttamente rifasato:
Quando il consumo di energia reattiva (nel periodo mensile) supera una certa quota di quella attiva, il fornitore di energia elettrica applica una penale facendo pagare la quota eccedente di energia reattiva.
Un calcolo matematico permette di determinare il cosiddetto “fattore di potenza” o “cosfi” del consumo di energia.
Tale parametro può variare fra zero ed uno (le leggi della fisica impediscono di uscire da questo range) e, per non pagare la penale, deve essere almeno 0,95.
Gli impianti di rifasamento sono costituiti da gruppi di condensatori, che vengono inseriti gradualmente quando il regolatore di energia reattiva rileva che il fattore di potenza scende al di sotto di 0,95 (o del valore impostato).
I condensatori scambiano la loro energia reattiva con gli utilizzatori, in questo modo tale energia reattiva non deve essere più fornita dal fornitore di energia, e ne viene contabilizzata di meno. Analiticamente, è come se l’energia reattiva dei condensatori (“energia reattiva capacitiva”) venisse sottratta a quella dei campi elettromagnetici (“energia reattiva induttiva”).
Grazie agli impianti di rifasamento, quindi, l’utente evita di pagare la penale al fornitore di energia elettrica.
Il rifasamento viene richiesto solo al di sopra di una certa potenza impegnata (cioè del contatore) di 16,5 kW, oppure quando il cliente ha la propria cabina di trasformazione (vedi più avanti cosa vuol dire).
Bene, così è come avrei spiegato il rifasamento a mia nonna, se soltanto ci fosse ancora (come avrebbe dichiarato – si dice sul Web – Einstein, “se non riesci a spiegare un argomento, per quanto complesso, a tua nonna, vuol dire che non l’hai capito”) 😉 .
Bene, la prima cosa che viene all’occhio, quindi, è che il rifasamento è imposto dall’Ente Distributore: dal punto di vista tecnico dà vantaggi praticamente solo a lui (al limite, vantaggi tecnici per l’utilizzatore sono solo in casi particolari, ad esempio riducendo l’assorbimento complessivo di corrente, ma non granché): l’Ente Distributore quindi può erogare ai suoi clienti finali una corrente di intensità inferiore, senza bisogno di rifasare lui stesso (l’assorbimento di corrente sarebbe quindi invece un problema del Distributore, poiché si sommano le correnti di tutti gli utenti). E quindi incentiva gli utenti a farlo mettendo loro la penale, altrimenti questi ne farebbero tranquillamente a meno. E gli utenti (sopra 16,5 kW) sono costretti a spendere consistenti cifre per comprare questi impianti di rifasamento.
Costretti sempre, in ogni caso? Vediamo un po’ di casi particolari. Non ho la pretesa di essere completo, dettagliato ed esaustivo, ma vi voglio presentare i casi che, nella mia esperienza, mi sono rimasti sul gozzo.
Sciocchezza n.1: Se c’è la penale per energia reattiva, siamo costretti a rifasare.

Cos’era successo in questo caso? Un responsabile di una grossa azienda, disperato, ha detto che “stiavano rifasando da schifo” perché, in una bolletta mensile da 18.000 (diciottomila!) euro si era ritrovato una penale per energia reattiva di 27 (ventisette!) euro. Bene, allora, vuoi un rifasamento da 20.000 euro (ci vuole di queste dimensioni per la tipologia impiantistica dell’azienda)? Lo ammortizzeresti in 741 mesi, pari a 62 anni! Peccato che però un rifasamento è difficile che ti duri più di 10 anni. Allora: puoi scegliere se spendere, in 10 anni, 20.000 euro di rifasamento oppure 3.240 euro di penale. Caro lettore, al posto suo, cosa preferiresti fare?
Okay, e se mettessimo un rifasamento fisso più piccolo? Bene, quando non assorbi carico attivo il Distributore non tollera che tu assorba energia reattiva capacitiva e qui sì che interviene legalmente. E allora ci mettiamo un sistema che lo disinserisca e reinserisca… caro cliente, lo vuoi capire o no che io cerco di farti rimanere in tasca più soldi? Smettila di ascoltare tutti quelli che passano di lì e parlano nel LORO interesse per entrare nelle tue grazie.
Sciocchezza n.2: bisogna rifasare mettendo una batteria di rifasamento per ogni carico.
In alcuni rarissimi casi (impianti enormi) potrebbe avere senso ma, in generale, spendi 3-5 volte la cifra di un impianto di rifasamento centralizzato posto in cabina elettrica.
Per ottenere cosa? Conoscevo un’azienda che per vendere impianti di rifasamento siffatti si era inventata la baggianata che, grazie alla diminuzione delle correnti che attraversano i conduttori, rispetto ad un rifasamento centralizzato, si risparmia energia attiva.
Analiticamente, andando a considerare i millesimi di Wh, sarebbe anche vero; probabilmente ammortizzeresti anche qui il maggior costo in svariate decine (centinaia?) di anni (sempre però dovendolo sostituire ogni dieci, quindi non lo ammortizzeresti mai). Caro lettore, caro cliente, spero che tu abbia abbastanza buon senso da capire qual è il consulente che ti consiglia nel TUO interesse.
Sciocchezza n.3: senza rifasamento potremmo consumare energia elettrica gratis
Oh, cielo! Va bene essere complottisti, su certi argomenti anche io lo sono. Ma questa assurdità, che mi è stata detta da (aaaaargh!) un ingegnere (elettronico, non elettrotecnico e quindi, a parziale discolpa, non necessariamente esperto della materia, puoi verificare la fondamentale differenza qui), grida vendetta! Cioè, la teoria è che il Distributore di Energia Elettrica ci costringerebbe ad installare condensatori nel nostro impianto, senza i quali il suo contatore non funzionerebbe correttamente e noi potremmo assorbire tutta l’energia che vogliamo… ma per piacere! Questa roba circola fra persone che hanno studiato l’elettrotecnica su “Topolino”.

Sciocchezza n.4: il rifasamento è solo per “quelli che hanno la cabina”
Se un impianto elettrico è alimentato in Media Tensione (MT: 15.000/20.000 volt, per intenderci), e quindi c’è una Cabina Elettrica di Trasformazione di proprietà dell’utente, è automatico che ci sia anche il contatore di energia reattiva, e quindi ci poniamo il problema del rifasamento.
Ma anche per chi è alimentato in Bassa Tensione (400/230 V), con potenza impegnata maggiore od uguale a 16,5 kW, viene installato il contatore di energia reattiva, per cui ce ne dobbiamo occupare.
Allora, cosa devi fare?
Bene, puoi porti il problema se hai una potenza impegnata al contatore di 16,5 kW o superiore (o alimentazione in MT): hai quindi una piccola o grande attività (o una villa stragalattica)!

Sulla bolletta dovresti trovare le voci:
- Fattore di potenza: tutto Ok se è superiore od uguale a 0,950, paghi una penale se è inferiore;
- Nella voce “corrispettivi di trasporto” ci trovi la penale, se la paghi, che è sotto la descrizione “Energia Reattiva” (non scrivono “penale” sulla bolletta!).

Tieni conto che quando leggerai questo articolo le cose potrebbero essere leggermente diverse da come/quando le ho scritte.
Allora, quanto paghi di penale ogni mese? La cifra potrebbe variare, e non essere presente in alcuni mesi, specie se hai un lavoro stagionale o che ha forti oscillazioni nei consumi elettrici.
Ci allarmiamo subito e ci attiviamo se vediamo la penale in almeno un mese, ma prima di rassicurarci per l’assenza di penali, meglio verificare almeno un anno di bollette.
Quindi, come ti muovi? Chi ti può consigliare correttamente nel TUO e non nel SUO interesse?
Bene, l’ottima notizia è che, visto che tu hai un impianto elettrico con potenza impegnata 16,5 kW o superiore (o alimentazione in MT), il tuo impianto elettrico è soggetto al progetto obbligatorio da parte di:
- Un Ingegnere Iscritto all’Albo Professionale; oppure
- Un Perito Industriale Elettrotecnico iscritto all’Albo Professionale.

Significa che, secondo il Decreto Ministeriale n. 37 del 2008, se tu fai ampliamenti o modifiche al tuo impianto elettrico, avendo un contatore di potenza uguale o superiore a 16,5 kW oppure l’alimentazione in Media Tensione, salvo estreme eccezioni come un cantiere edile od un impianto senza edifici, sei entro quei limiti dimensionali per i quali devi incaricare un Progettista iscritto all’Albo Professionale PRIMA di fare queste cose sull’impianto elettrico (tranne solo aggiungere una lampada od una presa). Eh, sì. E l’installazione o la modifica di un impianto di rifasamento rientrano fra le operazioni per le quali una di queste figure professionali la devi coinvolgere per Legge. E se non lo fai la multa per te è fra 1.000 e 10.000 euro!!! Ti costa di meno incaricare un professionista, no?
E questo Professionista ti indicherà la cosa giusta da fare, leggendo le bollette e/o facendo misure sul tuo impianto, a seconda dei casi.
E rivolgersi direttamente ad un installatore? A meno che esso non sia / abbia all’interno / coinvolga lui ALL’ISTANTE un Professionista come sopra, si può limitare al massimo a misure elettriche, ad uno studio di fattibilità ed ad un preventivo di spesa. Perché se con la scusa di farti spendere meno (ci sono installatori che temono che dicendoti di prendere un Progettista non verrebbero scelti perché ti farebbero spendere qualcosa di più –GLI INSTALLATORI CHE SI COMPORTANO COSI’ NON FANNO IL TUO INTERESSE!) l’elettricista ti installasse l’impianto senza il progetto, LA MULTA FRA MILLE E DIECIMILA EURO SAREBBE SIA PER TE CHE PER LUI. Lui rischia inoltre la segnalazione alla Camera di Commercio (dopo tre segnalazioni la sua attività CHIUDE!).
Chiaro? Per risparmiare pochi spiccioli il rischio vale la candela?
Rivolgiti ad un Progettista iscritto all’Albo (ad esempio… me 😉 ). Soldi spesi BENE, perché spesso lo spendere poco coincide con lo spendere male, e ti costa molto, molto di più.
Contattami qui (tutta la Romagna, eventualmente Ferrara e Bologna).
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vorrei capire l’origine della energia reattiva immessa in rete. quali sono le fonti che la generano?
Ciao, Edoardo.
Ti ringrazio per il tuo interesse sull’argomento. Ti risponderò con “parole mie”, tralasciando dimostrazioni matematiche, con le quali non sarei più nemmeno tanto avvezzo.
In realtà, di fatto, l’energia reattiva è sempre assorbita da utilizzatori: carichi induttivi (es. motori) e carichi capacitivi (es. condensatori). Però, elettricamente, il comportamento di questi due tipi di energia reattiva è opposto: quella di tipo induttivo si comporta come se fosse assorbita dall’utilizzatore, quella di tipo capacitivo si comporta come se fosse “prodotta” da quell’utilizzatore e quindi immessa in rete.
Ad esempio uno degli effetti indesiderati di questa “produzione” è che, ad esempio, potrebbe esserci una tensione maggiore a fondo linea che all’inizio. Oppure potrebbero manifestarsi fenomeni di “risonanza elettrica” che potrebbero provocare picchi di tensione distruttivi per le apparecchiature.
Per questo l’Ente non vuole che l’energia reattiva capacitiva prevalga su quella induttiva. Quindi, installando dei condensatori, compresi quelli di rifasamento, tu “immetti energia reattiva in rete”).
In sostanza, “energia reattiva immessa in rete” è un modo convenzionale per definire l’energia reattiva che in realtà i condensatori assorbono, e deve, sul contatore, non superare mai quella induttiva, se non per brevissimi e momentanei periodi di tempo (sull’energia “immessa in rete” non si fa il conguaglio su base mensile come su quella assorbita induttiva). Nel caso che la potenza capacitiva dei TUOI condensatori (“immessa”) superi in kVAr quella induttiva dei TUOI motori, cavi, ecc. (“assorbita”), l’Ente produttore si farà sentire e ti chiederà di regolare meglio l’impianto di rifasamento.
Fammi sapere se sono riuscito a rispondere alla tua domanda, a presto.