“Garra Charrua”,una storia di grinta e sudore.

Garra Charrua

“Se potessi scriverei una gigantesca enciclopedia sulle parole ‘fortuna’ e ‘coincidenza’. È con queste parole che si scrive il linguaggio universale.”

Non può che essere questa massima di Paulo Coelho ad introdurre la storia dei personaggi che sto per raccontare oggi.

Tutti e due assoluti protagonisti della settimana appena conclusa, a loro modo, ma completamente eclissati dell’ormai celebre impresa del loro connazionale Vecino e dalla a dir poco singolare ed emozionante cronaca del nostro Gabriele Adani che a gran voce ha richiamato all’attenzione del mondo calcistico la cosiddetta “Garra Charrua”.

Chiamata così in sudamerica,la “garra” è l’unione di “bastardaggine”, grinta e tanto tanto sudore.

Proprio quest’ultima è il filo invisibile che lega i due personaggi di questa storia: Cristian Stuani e Oscar Washington Tabarez.

La Garra, per imprese sportive e non, è un elemento imprescindibile per uruguaiani come loro:

“Orientales, la patria o la tumba”
Questo il primo verso del loro inno nazionale, non di difficile interpretazione.

Partiamo dall’attuale attaccante del Girona.
Cristian Stuani Curbelo nasce a Tala (Uruguay) il 12 Ottobre del 1986, di professione attaccante comincia la carriera tra le fila del Danubio, con il quale fa le prime presenze in prima squadra tra il 2003 ed il 2005, si afferma subito bomber di razza nelle stagioni oscillando tra la squadra di Montevideo ed un prestito bimestrale al Bella Vista.

Numeri di qualità che gli valgono la grande occasione dello sbarco in Italia, nell’infuocato Granillo di Reggio Calabria.
Non indimenticabile, per usare un eufemismo l’esperienza nel nostro campionato per Cristian, che viene etichettato come meteora viene spedito in prestito di qua e di la per la Spagna tra Albacete prima, Levante e Racing Santander.
Si distingue egregiamente tra file delle sopracitate squadre spagnole (con 45 gol in 109 presenze nelle 3 stagioni disputate) ed
a luglio 2012 viene acquistato dall’Espanyol.

Sembra essere finalmente l’occasione giusta per Cristian, che dopo aver anche debuttato in nazionale, non si può lasciar scappare anche questo treno, per non correre il rischio di rimanere nel limbo degli innumerevoli giocatori sudamericani mai del tutto esplosi lontani da casa.

Purtroppo però il momento dell’esplosione definitiva non arriva, i 29 gol in 117 presenze a Barcellona non sono abbastanza per fare di lui un bomber, e Stuani ormai viene etichettato dagli appassionati ed esperti del settore un semplice, ma niente di più, giocatore sanguigno, con tanta voglia di fare ma non adatto per essere l’ariete d’area di rigore affidabile e continuo che tutti si aspettavano.

Si trasferisce al Boro nel 2015 ed in Inghilterra segna 12 gol in due stagioni tra Championship e Premier leugue.

Numeri che gli valgono la chiamata della cenerentola di Liga Girona, squadra che sulla carta ad inizio stagione era data come sicura retrocessa. Una sfida allettante che ovviamente Cristian sposa con la grinta e la convinzione che lo hanno sempre contraddistinto.

L’esordio è da brividi, in casa all’Estadi Montilivi, va in scena Girona-Atletico madrid, lo stadio ovviamente colmo è impaziente di assistere al primo confronto della storia tra le due squadre. Era il 19 agosto 2017, e quella che sembrava essere una semplice serata estiva, si trasforma nella svolta della carriera di Stuani che realizza una doppietta e trascina il Girona al primo storico punto in Liga.
È l’inizio di una stagione ricca di soddisfazioni per l’uruguaiano, culminata con una speranza di qualificazione in Europa League cullata fino all’ultima giornata, con 33 presenze e 21 gol all’attivo che gli valgono il pass per entrare nella lista dei 25 di Tabarez e di partecipare al mondiale in Russia praticamente da titolare, complice anche l’infortunio di Cavani.
In questa stagione Cristian ha ricominciato da dove aveva inziato la scorsa mettendo a segno 4 gol in 5 presenze tra i quali è di spicco la doppietta di pochi giorni fa al Camp Nou, contro i marziani del Barcellona che gli ha riservato un posto nella storia del calcio spagnolo e non solo: è il primo giocatore a riuscire a segnare una doppietta sia al Barcellona che al Real madrid in un singolo anno solare.

Oggi, Cristuan Stuani è tra i più decisivi e prolifici attaccanti della Liga, subito dopo Messi, Suarez e Griezzman, con sudore, corsa, sgomitate, e palloni sporchi spizzati si è guadagnato il posto al sole sempre sognato e meritato per gli sforzi fatti in carriera.
A 31 anni sta vivendo una seconda giovinezza ma guai a dirgli di smettere di dannarsi per quella maglia, che sia bianca e rossa che sia celeste che lui difenderà sempre come una seconda pelle.

Cristian Stuani esulta dopo un gol con il suo amato Uruguay.

E quando si parla di ‘celeste’ non si può che pensare al professore Oscar Tabarez, storico e decisivo allenatore degli uruguaiani, noto decisamente di più per le imprese in panchina che in campo.
Il ‘Maestro’ così chiamato dai suoi connazionali ha collezzionato ben 125 partite sulla panchina dell’Uruguay. Sotto la sua guida sono cresciuti talenti del calibro di Suarez, Cavani, Forlan, Godin fino ad arrivare ad i nuovi ascendenti del calcio uruguagio Torreira, Gimenez e De arrascaeta.
Nazionale la sua, di comune accordo con la storia della nazione stessa, la cui prerogativa è sempre stata la voglia di non mollare, di buttare il cuore oltre l’ostacolo… insomma, la Garra, ciò che lo accompagna in tutti gli aspetti della vita.

Infatti è ormai noto che il ‘Maestro’ soffre da due anni di una neuropatia cronica, malattia che colpisce il sistema nervoso, egli non può muoversi senza stampelle o sedia a rotelle.

Ma si sa, i ‘celesti’ hanno un cuore grande, il mister non ha rifiutato di partecipare nemmeno a questo mondiale ed è sceso in campo a caccia di un’impresa calcellata solo ai quarti da una solidissima Francia, che si è laureata campione del mondo al termine della manifestazione.
Ieri Tabarez nonostante il progressivo peggioramento della malattia ha rinnovato il suo contratto con l’obbiettivo di guidare l’Uruguay al prossimo mondiale per la quinta volta in carriera; potrebbe essere un record assoluto che gli garantirebbe ovviamente un posto di primo piano nella storia del calcio internazionale.
Il ‘Maestro’ resta e non mollerà, finché il suo corpo sarà in grado di continuare.

Un anno fa, alla vigilia di un’amichevole con l’Italia aveva detto: “Mi chiedete come sto? Più vicino alla fine che all’inizio. Ma le grandi sfide mantengono vive le persone”

Tutto questo come chiusura di un cerchio, nella carriera di due personaggi troppo spesso rimasti nell’ombra, ma che con la loro Garra, sono riusciti a vincere il destino.

Chiamatela “fortuna”, “caso”, “coincidenza”, chiamatela come volete.

Disse Tabarez definendo gli uruguaiani come meglio non potesse fare:””Nunca favoritos, siempre desde atràs” (Mai favoriti, sempre partendo da dietro)

Garra Charrua para siempre, e poi diteci che è solo un gioco.

 

-Alessandro Tasso