La “Stairway to Heaven” di Matteo Salvini.

LA “STAIRWAY TO HEAVEN” DI MATTEO SALVINI

Cosa c’è dietro al successo del leader della Lega?

 

E’ sotto i riflettori della politica italiana, è acclamato, criticato, odiato, tutti ne parlano, persino il Time gli ha dedicato la sua prestigiosa copertina : sto ovviamente parlando di Matteo Salvini.

Il neo ministro degli interni è senza alcun dubbio l’uomo del momento, ma cosa si cela dietro ad un successo di tale portata?

Facciamo un passo indietro e torniamo nella Milano degli anni novanta, è proprio lì che  Matteo Salvini inizia la sua lenta e inesorabile ascesa , la sua “Stairway to Heaven”(scala verso il paradiso), parafrasando il celebre pezzo dei Led Zeppelin.

Nel 1990 si iscrive alla Lega Nord, diventandone militante l’anno successivo; sono gli anni della lotta per l’indipendenza padana, delle polemiche contro l’Italia a suon di “Roma ladrona”, degli attacchi ai meridionali, dei discorsi roboanti di Umberto Bossi, suo grande mentore.

Inizia così la “gavetta” dell’attuale Ministro degli Interni, che diventa consigliere comunale a Milano nel 1993, poi inizia l’attività giornalisitica per Radio Padania nel 1997, aumentando sempre di più il proprio prestigio sul territorio lombardo.

Matteo Salvini ad un comizio dei “Giovani Padani”, 2006.

 

Il salto di qualità avviene nel 2004: Salvini diviene deputato del parlamento europeo e infine nel 2006 vicesegretario nazionale della Lega Nord.

Il resto è storia recente: il declino di Bossi, lo scandalo dei rimborsi elettorali e, nel 2012, la tanto attesa carica di segretario nazionale. Matteo Salvini ha voluto fortemente diventare ciò che è ora, e dobbiamo riconoscergli il merito di esserci riuscito.

Sebbene sia stato al centro di molte polemiche, dai cori razzisti (e vergognosi) contro i napoletani, alle dichiarazioni sugli immigrati, Salvini, sfruttando anche la crisi della ormai vecchia classe politica, è riuscito a creare intorno a sé un grande consenso, che sta superando anche quello del suo rivale, e ora alleato, Luigi Di Maio.

Quali sono le caratteristiche che rendono il leader leghista così dirompente a livello mediatico?

Innanzitutto Salvini usa un “trucco” ormai collaudato da vari regimi del passato: focalizzarsi su un “nemico” comune, in questo caso, gli immigrati.

In questo modo il consenso sale, il popolo si compatta ed elegge il suo leader a paladino che lotta titanicamente contro il nemico.

Chiaramente l’immigrazione è una tematica che va affrontata, tuttavia appare evidente che Salvini l’abbia strumentalizzata a suo piacimento, costruendoci sopra la campagna elettorale che lo ha reso Ministro degli Interni.

Altra caratteristica che lo rende popolare è la sua vicinanza al popolo, il suo prendere come punto di riferimento la vita quotidiana. Salvini ha capito in cosa ha sbagliato la vecchia classe politica: essersi allontanata dai problemi concreti dei cittadini, alimentando un dibattito che troppo spesso riguardava tematiche lontane dalla realtà di tutti i giorni.

La sua bravura, unita al clima di crisi che si respira in Italia ormai da parecchi anni, hanno fatto diventare il suo partito, guardando i recenti sondaggi elettorali, il più popolare nel nostro Paese.

Il leader del Carroccio è riuscito anche nell’impresa di raccogliere un buon consenso al Sud, da lui per anni criticato e insultato, all’epoca in cui il suo partito ancora si chiamava Lega Nord.

Ma i tempi, si sa, cambiano, e la memoria viene meno: adesso Salvini è il “capitano” (così viene chiamato) di tutti gli Italiani. Resta da vedere se il neo Ministro saprà fare meglio del tanto criticato Matteo Renzi, protagonista in tempi recenti di un’altrettanto prodigiosa ascesa e di una miserabile caduta.

Del resto si sa, a grandi vittorie seguono sempre grandi sconfitte.

Gabriele Cuomo