Differenziata sì, differenziato no.

Pensiamo, viviamo, produciamo monnezza! Mi sono chiesto perché in migliaia di anni, l’umanità è andata avanti senza produrre eccessiva “monnezza” e quasi all’improvviso se ne è cominciata a produrre cosi tanta che si è posto il “problema” di come smaltirla.

I rifiuti ci sono sempre stati, logicamente sì. Perché prima non erano un problema e oggi è diventato il “problema”?  Perché tutto è diventato un problema? Perché prima si consumava quello che si produceva? Perché prima non si produceva quello che non si riusciva a consumare? Perché prima era tutto biologico o biodegradabile? Perché sono nati nuovi materiali e questi ultimi sono difficile da smaltire? Se è cosi perché sono stati creati? Perché è diventato tutto un bussines? Perché dietro ad ogni cosa c’è sempre il denaro? Perché la “grandi aziende”  usano molto la plastica.Perché è sempre più difficile smaltire alcuni materiali, ad esempio i rifiuti dell’elettronica…?

Un esempio pratico: prima con la canapa e altri materiali naturali, si facevano tante cose e quando queste cose finivano la loro funzione, bastava lasciarle nella natura, perché questa si integrava, anzi era fonte di vitalità e di rinascita per il terreno.

Correvano gli anni ’30 (ma la storia è iniziata un po prima) è arrivata l’eta della plastica: il nylon e il petrolio diventa la “materia prima” da cui partire. Nel 1935 Wallace Carothers (Usa) sintetizza per primo il nylon (poliammide), una materiale che si diffonderà con la guerra al seguito delle truppe americane trovando una quantità di applicazioni, grazie alle sue caratteristiche che lo rendono assolutamente funzionale all’industria tessile: dalle calze da donna ai paracadute, inizia l’ascesa delle “fibre sintetiche”.

Sti americani… sono sempre la causa di tutti i mali? Otre a inventare la “spazzatura” hanno inventato anche lo “spam”.

Lo «spam» per un italiano si tratta dell’irritante abitudine di spedire e-mail pubblicitarie a destinatari che non ne hanno fatto richiesta. Un inglese britannico dirà  che è una marca di carne di maiale  in scatola fabbricata dall’americana Hormel Food Corporation (1937).

Durante la seconda guerra mondiale era il cibo dei soldati americani… c’entrano ancora gli americani e l’hanno mangiato ovunque sono andati e il contenitore abbandonato nell’ambiente… e per fortuna il contenitore era di stagno e non plastica…

http://www.greenpeace.org/italy/it/Cosa-puoi-fare-tu/partecipa/no-plastica-aziende/?pm=true&gclid=EAIaIQobChMIyqTu85Sx3AIVBEMZCh2zKAL7EAAYASAAEgINDfD_BwE#video

Certo il “il problema” è complesso” e più grande di noi, ma sarà sempre più grande se non si interviene in tempo.

Nel mondo si spendono miliardi di qualsiasi moneta per produrre e altrettanti per smaltire prodotti in eccesso, non commestibili o prodotti per confezionare, trasportare, conservare prodotti commestibili… e se iniziamo noi cominciando a “mangiare” prodotti a km zero e boiccottare prodotti con una filiera (dalla produzione al consumo) molto lunga?

Qui poniamoci il “problema”: l’efficacia di una raccolta differenziata dei rifiuti. Perché Produce, conserva, trasporta, distribuisce, ha difficoltà ad adeguarsi a una filiera più corta e soprattutto con prodotti biodegradabili. Perché un prodotto nato in un posto in un determinato tempo viene consumato in tutt’altro posto e in un tutt’altro tempo. Esempio banane o ananas (con una origine circonscritta) consumate in tutto il mondo (vengono raccolte quando sono ancora acerbe a scapito del gusto e sapore)… o ciliege o fragole consumate a dicembre, quando in Italia il loro periodo è tarda primavera, inizio estate?

Ok, va bene, i rifiuti ci sono perché la gente li vuole (compra cose super cellophane) e li produce (ne compra troppo e li butta avanzi e confezionamento).

Prendo spunto per parlare di questo argomento dall’alluminio e dal cartone.

Ci fu un periodo che  qualcuno scopri che l’alluminio e il cartone erano una risorsa, veniva pagata dalle società di recupero, quindi la gente li raccoglieva e poi li rivendeva e quindi ci guadagnava: non si trovava in giro una lattina o un cartone anche a “pagarlo a peso d’oro”.

Agli inizi degli anni 2000 mi trovavo in Germania e andando a fare la spesa in un supermercato, scoprii, che la gente vi ci portava fondamentalmente vetro e plastica. C’erano degli appositi apparecchi che la pesavano e davano uno scontrino e poi questo si presentava alla cassa come “moneta”.

Idea semplice ma molto brillante e soprattutto vincente. Io, differenzio o riciclo e per questo vengo pagato. Invece c’è solo la tassa sui rifiuti. Modo di estorcere soldi alla gente e non usando quei soldi, per quello che viene richiesto (produci rifiuti, paghi e io lo smaltisco, ma non lo faccio e ti frego). Solo in questi termini si realizzerà una “vera raccolta differenziata”. Come? ci sono tanti modi.

Il “problema” nasce la dove nella filiera della raccolta, smaltimento, recupero di introduce il furbo. che al posto di prestare la sua opera, a regola d’arte, fa il furbo e la filiera si interrompe.

Ad esempio lo smaltimento degli elettrodomestici, nel prezzo d’acquisto c’è un piccola percentuale che il compratore paga e che il venditore incassa e quindi teoricamente dovrebbe smaltirlo e questo non avviene e quindi l’utente lo abbandona per strada (come i frigoriferi) o deve pagare qualcuno per prenderselo, in quanto è un rifiuto ingombrante.

 

Differenziata sì, differenziato no.ultima modifica: 2018-07-21T23:21:33+02:00da dantuono_domenico

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