Gli elementi sicuramente più originali sono le due travature poste lateralmente che hanno lo scopo di costituire le parti essenziali della cellula di sopravvivenza con l’utilizzo del minor numero di componenti strutturali e seguono le linee teoriche principali che definiscono la forma globale del veicolo.
Insieme ad esse correnti e dispositivi che entrano in funzione in caso di incidente creano, insieme ai numerosi airbags ed agli altri dispositivi di immobilizzo e ritenzione del driver, una “gabbia “che da virtuale diventa vera e propria, a protezione del pilota e delle parti vitali.
La scelta dei materiali e la forma delle componenti (si noti bene: è la prima volta!) ha lo scopo di ottenere un telaio che deve avere una capacità intrinseca di assorbire energia durante l’urto, che nelle moto tradizionali è data esclusivamente dai pneumatici e dalle sospensioni quando si piegano. Questa moto prevede che le parti frontali e posteriori subiscano delle deformazioni atte proprio all’assorbimento energetico.
Nel caso di urto frontale due airbags posti uno frontalmente, davanti alla zona cruscotto, sopra la struttura frontale a deformazione, e l’altro di fronte al pilota contribuiscono congiuntamente al suo bloccaggio ed alla protezione per garantirne la sopravvivenza.
Poiché un veicolo a due ruote alla fine cade sempre lateralmente nella trave inferiore è presente all’altezza del baricentro un airbag che in caso di incidente anticipa il contatto tra moto e asfalto che avviene a seguito di una caduta in modo da dissipare maggior energia cinetica possibile.
Ora saranno analizzati i materiali che si intendono utilizzare, motivandone la scelta.