Davide Tonello – Il video di “Inutile in mezzo agli inutili”
Il videoclip del nuovo singolo sul canale YouTube dell’artista
“Inutile in mezzo agli inutili” è il titolo della nuova canzone di Davide Tonello, suonata con la straordinaria collaborazione di Gigi Cavalli Cocchi, storico batterista di Ligabue, CSI, Lassociazione.
Tratto da una riflessione del famoso aforisma 125 della Gaia Scienza di Friedrich Nietzsche il brano descrive la solitudine che prova chi è portatore di consapevolezze, idee o valori invisibili agli occhi degli altri. Il videoclip, uscito in anteprima nazionale sul portale del MEI, racconta con scene pratiche il testo aperto e filosofico della canzone, senza però intervenire in maniera pesante proprio per non distogliere l’attenzione dal messaggio generalizzato del brano. Il ruolo del protagonista è affidato come da tradizione al cantante stesso che ritroviamo in diverse situazioni completamente isolato e senza mai interagire con gli altri ad eccezione di alcuni manichini che compaiono a circa metà del videoclip. A fare da cornice alla storia troviamo le riprese effettuate in studio durante la registrazione del brano. “Inutile in mezzo agli inutili” è quell’uomo che cerca senza riuscita di far comprendere il valore di un qualcosa che non viene preso in considerazione da una società impegnata solamente ad apparire, ad accumulare oggetti e ad occuparsi di sciocchezze insignificanti come le mode del momento.
Guarda il video:
“…Tutto sommato la mia verità resta celata a gran parte di voi, inutile in mezzo agli inutili schiavi fruitori di gesti pratici…”
Il riferimento al mito della Caverna di Platone è chiaro: lo schiavo che si libera e vede ciò che gli altri non sono in grado di vedere.
A questo punto le scelte rimangono essenzialmente due: cercare di confondersi con gli altri e vivere come vive la maggioranza di chi ti sta intorno o rimanere soli:
“…Stanco delle inutili troppe abilità fingo talvolta di immergermi nella comoda mediocrità…”
La seconda e ancor più drastica scelta di ritirarsi nella propria solitudine emarginati dal mondo esterno si esplica nella frase che chiude il ritornello:
“…A conti fatti la mia società non mi considera parte di lei: scavo com’è consuetudine in compagnia della mia solitudine…”
Il testo è un altalenarsi del protagonista tra queste due posizioni.
È un testo volutamente “aperto” e poco dettagliato, con parole che lasciano uno spazio aperto all’immaginazione e al ragionamento. Oltre a questo, è anche un modesto omaggio a Friedrich Nietzsche, chiaro esempio di genio incompreso agli uomini del suo tempo.