Automat vers.2019
Il mio programma “Automat 2019” usa il linguaggio per oggetti ed è programmato in C#.
Disegna su Panel in ambiente WPF e implementa anche il logo.
E’ composto da numerosi metodi , che vengono richiamati dal main o singolarmente o in gruppi.
Nel 1984 ho comprato il mio primo computer.
Era un QL della Sinclair, aveva solo otto colori, che con le retinature potevano appena raddoppiarsi.
Era per allora una macchina con molta memoria.
Disponeva di un linguaggio di programmazione, il “Super Basic Ql”, che faceva uso delle procedure e implementava il linguaggio Logo.
Questa attività fu utilissima per i primi approcci con la grafica digitale.
Cominciai a divertirmi, vedendo come attraverso la scrittura di righe di programma, la macchina disegnava sul monitor.
Approfondii così anche i primi rapporti con la casualità usata con “variabili random”.
Contemporaneamente continuavo a dipingere i miei quadri, lavorando in parallelo alle mie ricerche digitali.
Nella mia pittura ho sempre lasciato dei margini alla casualità.
In tutto ciò che è casuale vi è il fascino dell’imprevisto, così come in natura.
Così il nuovo mezzo era perfetto, uno strumento che attraverso algoritmi creava immagini, forme, segni e colori.
Poi il QL che aveva una tastiera a bolle si danneggiò irreparabilmente.
Passai ad un Amiga 1000 ancora più potente, che disponeva di migliaia di colori ed era dedicato alla grafica.
Si programmava con l’Amiga Basic e cominciai così a creare il mio primo programma che chiamai “AUTOMAT”.
Sul finire degli anni ottanta, Insegnavo Discipline Pittoriche al Liceo Artistico Statale di Palermo.
Ottenni un Amiga 2000 in aula per fare lezioni sull’uso del computer nell’arte in genere e nella pittura.
Nel 91 feci la mia prima personale usando i computer.
Essa si svolse alla Galleria Studio 71 con vari Amiga in azione che creavano infinite e diverse opere.
Poi nel 1996 la seconda personale in cui presentai quattro istallazioni con computer in azione.
Erano esposti Galleria di Ezio Pagano di Bagheria accompagnate dai miei quadri informali.
Il mio lavoro parte dalle righe di un programma, che vado progettando e testando per valutarne gli effetti.
Modifico così i campi di variazione delle variabili numeriche o random.
Ricerco algoritmi per creare forme adatte al mio linguaggio artistico, ciò può durare anche più mesi.
Ho sempre concepito l’arte come il frutto di una ricerca, di materiali di tecniche e ora anche di tecnologie.
La ricerca artistica può lasciare opere ai posteri come in passato, ma può anche consumarsi in un breve evento .
Il mio lavoro sul QL o sull’Amiga, oggi si riduce a qualche vecchio video.
Io non potrò mai resuscitare le vecchie tecnologie, i loro prodotti digitali sono ormai illeggibili e superati.
D’altronde il concetto di “fine” ci accompagna dalla creazione dell’uomo.