IL RISCHIO DA RUMORE P.C.C.A. – Piano comunale di classificazione acustica

Piano comunale di classificazione acustica

—Il piano comunale di classificazione acustica è un atto tecnico-politico che pianifica gli obiettivi ambientali di un’area in relazione alle sorgenti sonore esistenti per le quali vengono fissati dei limiti. La classificazione acustica consiste nella suddivisione del territorio comunale in aree acusticamente omogenee a seguito di attenta analisi urbanistica del territorio stesso tramite lo studio della relazione tecnica del piano regolatore generale e delle relative norme tecniche di attuazione. L’obiettivo della classificazione è quello di prevenire il deterioramento di zone acusticamente non inquinate e di fornire un indispensabile strumento di pianificazione dello sviluppo urbanistico, commerciale, artigianale e industriale.

—Il P.C.C.A. viene comunemente chiamato “zonizzazione acustica” (abbreviato in ZAC per Zonizzazione Acustica Comunale) ed è in realtà un atto tecnico con il quale l’organo politico del comune, non solo fissa i limiti per le sorgenti sonore esistenti, ma pianifica gli obiettivi ambientali di un’area, tanto che gli strumenti urbanistici comunali (piano regolatore generale, piano urbano del traffico e piano strutturale) devono adeguarsi al piano di classificazione acustica del territorio comunale. —Il comune con il P.C.C.A. fissa gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile del territorio nel rispetto della compatibilità acustica delle diverse previsioni di destinazione d’uso dello stesso e nel contempo, individua le eventuali criticità e i necessari interventi di bonifica per sanare gli inquinamenti acustici esistenti. —Nell’accezione più diffusa il rumore è un suono non voluto, all’interno o all’esterno della propria abitazione, comunque in un contesto non lavorativo, causato da sorgenti sulle quali l’individuo non ha un controllo, o lo ha solo in minima parte ed include quindi anche i suoni provenienti dalle abitazioni dei vicini.

PER LA LEGISLAZIONE ITALIANA :

—Per la vigente legislazione italiana è invece un insieme di suoni indesiderati o nocivi prodotti in ambiente esterno dalle attività umane, compreso il rumore proveniente da siti di attività industriali, quello emesso dai mezzi di trasporto e dovuto al traffico veicolare, al traffico ferroviario ed al traffico aereo e rappresenta un fattore di inquinamento ambientale.

CONCETTI FONDAMENTALI

—I concetti fondamentali della zonizzazione acustica sono stati introdotti dalla legge quadro sull’inquinamento acustico n. 447/95 e sono stati approfonditi dal D.P.C.M. 14/11/97:

—1. valore limite di emissione: descrive il valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa;

2. —valore limite di immissione: descrive il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno, misurato in prossimità dei ricettori;

—3. valore di attenzione: rappresenta il valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana e per l’ambiente;

—4. valore di qualità: i valori di rumore da conseguire nel breve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla legge.

I valori limite di immissione sono distinti in assoluti e differenziali. I primi sono determinati con riferimento al livello equivalente di rumore ambientale e i secondi con riferimento alla differenza tra il livello equivalente di rumore ambientale e il rumore residuo.

Il D.P.C.M. 14/11/97 stabilisce i valori numerici di tali limiti e specifica quanto segue:

—i livelli di rumore da confrontare con i valori limite di emissione devono essere misurati in corrispondenza degli spazi utilizzati da persone e comunità (si evidenzia la contraddizione con quanto invece specificato dalla Legge 447/95, che indica la verifica dei limiti di emissione presso le sorgenti. Questa incongruenza è a tutt’oggi irrisolta);

—i valori limite assoluti di immissione sono riferiti al rumore immesso nell’ambiente esterno dall’insieme di tutte le sorgenti. Tali valori limite non si applicano al rumore prodotto dalle infrastrutture stradali, ferroviarie, marittime e aeroportuali, all’interno delle rispettive fasce di pertinenza, individuate dai relativi decreti attuativi, mentre all’esterno di tali fasce, dette sorgenti concorrono al raggiungimento dei limiti assoluti di immissione.

—il valore numerico dei valori di attenzione per ciascuna zona, valutato come livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata “A”, è pari al limite assoluto di immissione se il parametro Leq è riferito al tempo a lungo termine (TL), multiplo intero del periodo di riferimento diurno (6:00 – 22:00) o notturno (22:00 – 6:00), ovvero pari al valore limite assoluto aumentato di 10 dB(A) di giorno e 5 dB(A) la notte se il Leq è riferito ad un’ora. Il superamento anche di uno solo dei suddetti valori comporta l’adozione dei piani di risanamento di cui all’art.7 della Legge 447 del 26 ottobre 1995. I valori limite differenziali non si applicano alle infrastrutture dei trasporti.

Criteri metodologici per l’elaborazione di un piano di classificazione acustica :

—I criteri metodologici per l’elaborazione di un piano di classificazione acustica del territorio sono definiti da ogni regione per il proprio territorio, unitamente agli altri indirizzi della pianificazione degli enti locali. In genere vengono stabiliti i criteri per l’individuazione delle classi estreme I, V, VI (aree particolarmente protette, aree prevalentemente industriali ed aree esclusivamente industriali), e vengono dettati i metodi per determinare le classi intermedie II, III, IV (aree prevalentemente residenziali, aree di tipo misto ed aree di intensa attività umana), viene considerata la classificazione in presenza di viabilità stradale e ferroviaria e quella in prossimità degli aeroporti, inoltre viene consigliato di procedere individuando prima le classi estreme poi quelle intermedie. L’inserimento in classe I deve essere valutato con attenzione e deve essere accompagnato da specifici rilievi fonometrici che ne provino la sostenibilità. Le scuole possono essere inserite anche in classi superiori alla prima eventualmente facendo presente se alcune aree dell’edificio necessitano di una particolare tutela. Le aree di particolare interesse ambientale devono essere classificate in classe I solo per le porzioni di territorio di cui si intenda salvaguardare l’uso prettamente naturalistico. Bisogna inoltre tenere conto che la presenza in tali aree di attività ricreative o sportive o di piccoli servizi, come bar o posteggi, non è compatibile con i limiti della classe I. L’individuazione delle classi acustiche intermedie (II, III, IV) viene fatta tenendo conto della densità di popolazione, della presenza di attività commerciali e uffici, della presenza di attività artigianali o di piccole industrie.

—La proposta di zonizzazione acustica viene redatta da “tecnici competenti in acustica ambientale” e si articola in due fasi distinte a cui si aggiunge in genere la verifica del piano svolta con l’amministrazione comunale:                                                                                                                                                            1 – la classificazione automatica del territorio, eseguita seguendo un metodo parametrico, puramente quantitativo,                                                                    2.-la verifica e l’ottimizzazione dello schema ottenuto, espletata mediante un approccio qualitativo;

—La classificazione automatica viene realizzata assumendo come unità territoriali iniziali le sezioni censuarie e associando a queste degli indici correlati ai parametri fondamentali per la caratterizzazione acustica del territorio, opportunamente quantificati. Tali parametri sono: il traffico veicolare, la densità di popolazione, la presenza di attività agricole, produttive (industriali e artigianali), terziarie (commercio, uffici e servizi), di strade di grande comunicazione, di linee ferroviarie e di aree portuali. La delimitazione delle sezioni censuarie viene riportata su un software desktop GIS che permetta di creare ed eseguire editing sui dati geografici. In ogni sezione censuaria viene inserito con dati aggiornati il numero totale dei residenti ed a queste informazioni si aggiungono quelle sul numero di addetti per tipologia di attività (agricola, produttiva o terziaria) e se queste non sono disponibili, vengono ricercate ed estratte dall’ultimo censimento delle imprese.

—Per le attività agricole, produttive e terziarie si considera il numero di addetti  k m 2 {\displaystyle km^{2}}                                                                            La densità di popolazione può essere espressa come numero di abitanti per Km2 Per la determinazione dell’indicatore di traffico le strade non locali vengono distinte in due tipologie, a seconda dell’importanza e dell’intensità del traffico veicolare in esse circolante.                                                                                  A ciascuna tipologia viene associato un peso p i {\displaystyle p_{i}} Per la determinazione dell’indice I t r a f f {\displaystyle Itraff} si procede visualizzando contemporaneamente il tematismo areale delle sezioni di censimento e quello lineare della viabilità. I valori assunti dagli indicatori della popolazione e delle attività produttive e terziarie si raffrontano con alcune soglie ricavate dall’analisi statistica della distribuzione di tali indicatori sulle sezioni censuarie dell’intero territorio regionale. Per l’indicatore di traffico si considera un’unica soglia numerica per tutti i comuni della regione sulla base di valutazioni fatte relativamente ad alcuni comuni di dimensioni e caratteristiche diverse.

—Le soglie così individuate delimitano dei campi di variabilità per ciascuno dei suddetti indici (popolazione, traffico, attività produttive e terziarie). Ad ogni indicatore viene associato un livello a seconda del campo in cui si trova il suo valore. Ad ogni sezione censuaria viene assegnata una classe acustica in base al valore assunto dai quattro livelli e dalla loro somma, considerando anche la presenza o meno di attività agricole. Per la classificazione automatica delle aree attorno alle Infrastrutture dei trasporti di Grande Comunicazione (IGC) viene seguita una metodica differente che non tiene conto delle sezioni censuarie. Le strade di grande comunicazione e le linee ferroviarie devono essere inserite in classe IV e la larghezza delle fasce di influenza acustica fiancheggianti su entrambi i lati le IGC viene determinata seguendo le indicazioni delle linee guida regionali. In genere l’ampiezza delle fasce per le infrastrutture stradali, individuata secondo la loro classificazione da codice della strada, è di 150 metri per le autostrade, di 100 metri per le strade di tipo B (strade extraurbane principali) e di 50 metri per quelle di tipo C (strade extraurbane secondarie) ed è ritenuta congrua una larghezza di 100 metri per le fasce attorno alle linee ferroviarie. In tutti i casi è possibile ridurre motivatamente le fasce di influenza fino ad un minimo di 30 metri, in base ai livelli di rumore misurati o valutati. Quella così ottenuta è soltanto una bozza iniziale che deve fungere da base di partenza per la successiva elaborazione, nella quale bisogna tenere conto delle specifiche realtà territoriali. Spesso le sezioni censuarie racchiudono un territorio utilizzato in maniera eterogenea; il metodo automatico permette di individuare la destinazione d’uso media sull’intera area da esse ricoperta, senza tener conto dell’eventuale possibilità di suddivisione in zone acustiche differenti. Per contro, può capitare che le sezioni censuarie racchiudano un’area territoriale limitata a pochi edifici, causando un innalzamento vertiginoso dei valori degli indicatori e determinando quindi l’assegnazione di una classe acustica troppo elevata. Può inoltre accadere che attività produttive che in realtà si svolgono altrove vengano assegnate alle sezioni censuarie dei centri abitati dove è presente la sede legale. Tale situazione si verifica spesso per le attività cantieristiche e a volte anche per altri tipi di attività produttive.

—Prima di procedere alla revisione della zonizzazione ottenuta in automatico si procede alla georeferenzazione di tutte le informazioni utili per la caratterizzazione acustica del territorio comunale, di cui non si era tenuto conto nella prima fase: l’ubicazione precisa degli edifici adibiti ad attività scolastica, la dislocazione degli stabili destinati ad uso commerciale, artigianale, industriale e delle aree di particolare interesse naturalistico ambientale. Inoltre, per facilitare la delineazione grafica dei confini tra le classi acustiche, la cartografia viene rielaborata in modo da distinguere visivamente (differenziando il colore) gli edifici industriali, commerciali o i capannoni da quelli ad uso civile, sociale o amministrativo.

—Per garantire il rispetto di questo vincolo si provvede a:

—1. analizzare i piani di classificazione acustica dei comuni limitrofi, limitatamente alle aree di confine;

—2. verificare il rispetto del divieto di contatto all’interno del territorio comunale in esame.

—La Legge 447/95 prevede che i Comuni procedano alla classificazione acustica tenendo conto delle preesistenti destinazioni d’uso del territorio e quindi, poiché è necessario confrontarsi col territorio, riconoscendo gli usi insediati o previsti, occorrerà partire dall’analisi degli strumenti vigenti di programmazione territoriale, i cosiddetti piani regolatori o piani strutturali. Dal momento che le classi acustiche sono strettamente legate agli usi del territorio, indipendentemente dai criteri che ogni Regione fisserà per effettuare concretamente la classificazione, l’obiettivo principale dovrebbe essere comunque quello di mostrare le ricadute acustiche delle scelte effettuate in ambito urbanistico. In tale modo la classificazione acustica assume l’importantissimo ruolo di strumento che permette di valutare la sostenibilità ambientale delle scelte effettuate in sede amministrativa.

—Si procede pertanto alla aggregazione delle classi omogenee partendo dalle singole unità territoriali, per evitare quella che le norme definiscono “zonizzazione a macchia di leopardo” ovvero si provvede ad aggregare le classi omogenee, con l’obiettivo di ridurre per quanto possibile la frammentazione delle classi all’interno del territorio comunale.

—Successivamente si verifica il rispetto del divieto di contatto tra classi non contigue, ovvero il dettato dell’art. 4, comma 1 lett. a, della Legge 447/95 che impone il divieto di contiguità di aree i cui valori di qualità si discostino di più di 5 dB(A), anche per quanto riguarda le aree appartenenti a Comuni confinanti

—La Legge 447/95 prevede inoltre che i Comuni garantiscano il coordinamento tra gli strumenti della pianificazione urbanistica e la zonizzazione, senza tuttavia entrare nel merito di eventuali specifici criteri necessari per ottenere concretamente tale coordinamento. Inoltre la legge inserisce nell’elenco dei provvedimenti per limitare l’inquinamento acustico, anche la pianificazione urbanistica e territoriale, che vengono pertanto riconosciute come strumenti di prevenzione e di risanamento acustico. Vi è quindi la possibilità di legare la programmazione urbanistica del territorio ad una sua programmazione acustica, anche se nel merito di come operare viene lasciata ampia facoltà alle Amministrazioni. In sostanza eventuali scelte operate dall‘Amministrazione Comunale sulla bozza ottimizzata di P.C.C.A. avranno conseguenze sugli altri atti di pianificazione che dovranno obbligatoriamente essere successivamente adeguati.

—L’elaborato finale della zonizzazione acustica è rappresentato da una relazione tecnica descrittiva e da elaborati cartografici in scala opportuna, con la suddivisione del territorio nelle classi definite dalla Legge 447/95 e dal DPCM 14/11/1997 (Tabella A). La normativa nazionale non fornisce indicazioni riguardo né alla scala della rappresentazione cartografica, né alle convenzioni grafiche (colori, tratteggi) da utilizzare per distinguere le diverse classi acustiche ma esistono specifiche indicazioni in merito, nella Norma UNI 9884 “Caratterizzazione acustica del territorio mediante la descrizione del rumore ambientale” per la parte relativa alla rappresentazione delle mappe di rumore.

—Le norme tecniche di attuazione della classificazione acustica non sono espressamente previste dalla normativa nazionale ma sono in genere adottate in quanto rappresentano uno strumento fondamentale di gestione. Servono a definire le procedure di aggiornamento della zonizzazione e la gestione della classificazione di aree particolari, stabiliscono le modalità di interazione con gli strumenti di pianificazione territoriale e consentono quindi di disciplinare le trasformazioni del territorio e le situazioni di criticità. I Regolamenti comunali, la cui adozione è invece espressamente prevista dalla Legge Quadro costituiscono un importante strumento di disciplina del territorio dal punto di vista acustico e proprio per questo vengono spesso recepiti all’atto dell’approvazione della zonizzazione.

—La Legge Quadro sull’inquinamento acustico n. 447 del 26 ottobre 1995, individua le competenze dello Stato, delle Regioni, delle Province e le funzioni e i compiti dei Comuni ma in tema di classificazione acustica non stabilisce quale debba essere la procedura amministrativa da seguire. Sono le Regioni che con proprie leggi hanno provveduto a definire quale iter amministrativo debba seguire il piano di zonizzazione prima della sua approvazione e quali siano i soggetti coinvolti. Le procedure amministrative di approvazione del piano di classificazione acustica prevedono comunque le seguenti tre fasi comuni a quasi tutte le Regioni:

—adozione del piano con provvedimento amministrativo del Comune e contestuale deposito per pubblica visione;

trasmissione del piano ad organi competenti (Regione, Provincia, Comuni confinanti, ARPA etc.) per ricevere eventuali osservazioni e pareri;

—approvazione del piano da parte del Comune (o, in alcuni casi, da parte della Provincia).

—Nella fase di deposito per pubblica visione, in genere, è possibile a chiunque presentare osservazioni entro termini stabiliti. Ciò che non risulta chiaro dalla normativa è la rilevanza di tali osservazioni. Nella gran parte dei casi si procede respingendo motivatamente o approvando l’osservazione sopraggiunta.

—La fase tre ovvero l’avvenuta approvazione del provvedimento definitivo di classificazione acustica viene resa pubblica mediante avviso sul Bollettino Ufficiale Regionale o con altra pubblicizzazione così come previsto per la fase uno. Infine in alcune realtà il piano di classificazione acustica viene reso accessibile a chiunque, anche in via telematica mediante pubblicazione sul sito dell’amministrazione comunale.

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CORSO SICUREZZA DOMESTICA PROGETTO « I CARE VALSUSA»

     

INTRODUZIONE

Scopo di questo incontro è quello di fornire informazioni e consigli utili per vivere meglio e con meno rischi nella propria casa.

Il numero degli infortuni che avvengono tra le pareti domestiche è molto elevato, con migliaia di morti ogni anno. 

Su 100 decessi per infortunio:

  il 56% avviene negli ambienti di vita (casa, scuola, sport),  

  il   7% in ambienti di lavoro,

  il 37% è conseguenza del traffico.

Ogni anno circa 2.500.000 persone si rivolgono ai servizi di pronto soccorso per infortuni di tipo domestico, quelli mortali variano tra gli 8000 e gli 8500. 

La distribuzione degli incidenti rispetto all’età ha un andamento caratteristico: si osserva un primo picco in corrispondenza delle età infantili (0-5 anni) ed un secondo, anche più elevato, in corrispondenza dell’età avanzata (>75 anni).

Cosa possiamo capire dai numeri :

Le donne subiscono il doppio degli incidenti rispetto agli uomini.

Si tratta di incidenti legati alle attività di cucina e domestiche in senso stretto.

Per il maschio l’infortunio anche se avvenuto in ambiente casalingo è più spesso legato ad un’attività non strettamente casalinga o al gioco.

Interessante è anche osservare la distribuzione percentuale a seconda dei vari ambienti:

  • cucina          42.5
  • giardino   9.5
  • soggiorno 12
  • ingresso/corridoi 11
  • camere       8.5
  • bagno    5.5
  • soffitta/cantina/garage 6
  • altri    5Anziani, bambini e disabili sono più soggetti agli incidenti domestici per diverse e specifiche ragioni.   Sono più esposti al rischio perché trascorrono molto tempo nelle abitazioni, sono più fragili sia fisicamente che psichicamente, inoltre gli anziani spesso sono lenti ed impacciati, i fanciulli vivaci e curiosi.
  • A questo si aggiunga che le case quasi sempre sono progettate e realizzate tenendo presente abitudini e bisogni di una popolazione giovane e sana. Invece come cambiamo noi nel corso degli anni così deve cambiare una casa per adattarsi all’ospite.
  • Uno dei primi segnali che in una casa è arrivato un bimbo è la comparsa di reti alle ringhiere dei balconi (segno che il rischio caduta viene immediatamente percepito). Raramente invece in una casa che ospita anziani troviamo dei corrimano lungo le pareti dei corridoi o un servizio igienico attrezzato per aiutarli nei loro handicap.   Non percepiamo il loro rischio di cadere e ne sottovalutiamo le conseguenze gravi, spesso molto più costose di un corrimano.
  • La notte teniamo delle lucine accese per le paure dei bimbi ma non riusciamo a capire la necessità per i nostri nonni o genitori di seguire un percorso illuminato per accedere ai servizi durante la notte.  Sono in commercio “rilevatori di presenza” con accensione automatica della luce oppure interruttori luminosi e/o alcune piccole luci a parete, in commercio si trovano anche corrimano fosforescenti.
  • La frequenza degli infortuni varia a seconda delle diverse zone della casa ed in relazione a differenti fattori:1 – le attività che si svolgono: cucinare è l’attività più pericolosa perché si adoperano fuoco ed attrezzi lesivi (coltelli, forbici, ecc.)  seguono le attività di pulizia della casa e le operazioni legate all’igiene personale che coinvolgono l’uso di acqua ed elettricità in un luogo di dimensioni ridotte; il tempo che si trascorre in casa: ad es. in soggiorno si registra una notevole frequenza di infortuni a causa delle lunghe permanenze in atteggiamento di relax che comporta scarsa vigilanza su se stessi e sugli altri; la presenza di elementi a rischio: caminetti, soppalchi, scale, porte a vetri, specchiere, balconi, terrazze, ecc.
  • il tipo di utenza: le camere dei bambini e quelle degli anziani sono luoghi a rischio in maniera particolare per la vulnerabilità di tali soggetti che inoltre permangono a lungo incustoditi negli ambienti loro dedicati. Il rischio aumenta per la presenza contemporanea di diverse categorie di utenti;
  • la consapevolezza del rischio: spesso, anche se informati sulla pericolosità dei diversi elementi, gli utenti tendono a sopravvalutare le proprie difese e sottostimare il rischio.  Ciò vale in particolare nei confronti dei bambini dei quali si sopravvalutano le capacità cognitive e si sottovalutano quelle motorie;
  • situazioni personali: Chiunque viva una condizione di stress provocata da preoccupazioni lavorative oppure da una situazione familiare poco serena è maggiormente esposto al rischio.  Molto spesso è la combinazione di elementi diversi la responsabile di infortuni di varia natura e di diverso livello di gravità. Chiunque viva una condizione di stress provocata da preoccupazioni lavorative oppure da una situazione familiare poco serena è maggiormente esposto al rischio. Molto spesso è la combinazione di elementi diversi la responsabile di infortuni di varia natura e di diverso livello di gravità.
  • Negli ultimi anni le nostre case si sono aperte ad ospitare un numero sempre crescente di elettrodomestici, impianti ed accessori, funzionali alle nuove abitudini di vita, ma potenzialmente pericolosi, ed ancora a nuovi e sempre più numerosi prodotti per la pulizia e l’igiene, farmaci, piccoli attrezzi, ecc.
  • Accanto ed oltre alle carenze strutturali ed impiantistiche spesso la causa degli infortuni è da ricercare nella scarsa informazione e nel comportamento poco prudente degli abitanti che ignorano o sottovalutano situazioni di rischio facilmente evitabili con conoscenze ed attenzioni maggiori.
  • Accanto ed oltre alle carenze strutturali ed impiantistiche spesso la causa degli infortuni è da ricercare nella scarsa informazione e nel comportamento poco prudente degli abitanti che ignorano o sottovalutano situazioni di rischio facilmente evitabili con conoscenze ed attenzioni maggiori.
  • Per mantenere un rapporto rassicurante e felice con gli ambienti di vita è indispensabile imparare a conoscere e tenere sempre ben presenti i rischi che ne possono derivare.
  • L’informazione da sola non è però sufficiente:   è necessario promuovere l’abitudine a scelte e comportamenti che favoriscano un rapporto positivo e sicuro con la casa e con gli arredi, tale da ridurre al minimo il rischio di infortuni domestici.
  • Un intervento efficace di prevenzione degli infortuni domestici deve proporsi l’obiettivo di contribuire alla creazione di una cultura della sicurezza alla cui base c’è un’unica/tripla, importante domanda: cosa sto facendo, perché lo sto facendo, è corretto come lo sto facendo?  In modo da arrivare a scegliere la soluzione più sicura rispetto a quella più economica o di moda.
  • Molto spesso per eliminare un rischio non occorrono conoscenze tecniche approfondite basta e avanza quella cosa che si chiama “buon senso” oppure quell’altra che chiamiamo “senno di poi” e che dobbiamo imparare a sfruttare per cambiare il futuro.
  • A volte basta: fermarsi un attimo ad osservare le cose, porsi quella domanda ricordata prima, chiedersi il perché una cosa è così o perché è successo quel tal fatto, pensare a cosa può succedere se faccio la tal cosa, riconoscere che ogni azione comporta delle conseguenze e provare ad immaginare quali possano essere, cioè analizzare, studiare un incidente capitatoci e magari risoltosi senza gravi danni ma che poteva avere peggiori conseguenze e quindi porre rimedio a tutte le situazioni simili:  es.: l’anziano è scivolato su un tappeto ma il femore è ancora intatto: bene! ma :procuriamoci al più presto le retine antiscivolo da mettere sotto tutti i tappeti
  • Uno scaffale è caduto senza colpire nessuno, perfetto! Rialziamolo ma questa volta fissiamolo al muro e prendiamoci quelle due ore di tempo necessarie per fissare tutti quegli scaffali o piccoli mobili (es scarpiere) che possono rovesciarsi in avanti.
  • Sfruttiamo quel “senno di poi” che deriva dallo studio degli incidenti e dei “quasi infortuni” cioè degli incidenti senza conseguenze sulle persone. Dalla loro analisi vengono spesso le soluzioni migliori.
  • Quali normative esistono? :  Esiste una Legge, antichissima ma che ha ancora una influenza notevole, il dimenticarsi della sua esistenza è la prima e principale causa di infortuni in casa: la legge di gravità. Tutto tende a cadere verso il centro della Terra. Tutto ciò che è in alto tende irresistibilmente a cadere verso il basso, noi per primi ed a colpire quel che trova sulla sua traiettoria senza rispetto per la nostra testa o i nostri piedi.
  • Talora la Legge interessa direttamente la casa imponendo: qualcosa da fare, come la Legge 46/90 sugli impianti elettrici e di riscaldamento che ormai tutti conosciamo ed abbiamo applicato (?) ; qualcosa da non fare, ad es. non usare amianto. Altre volte invece l’interesse è indiretto come ad es. la normativa sugli sgravi fiscali che permette al cittadino di contenere le spese sostenute per lavori di miglioramento della casa.
  • Altre leggi, indirizzate al mondo del lavoro espandono alle case il loro campo d’azione, es. la marcatura CE di tutte le macchine (elettrodomestici inclusi) o il marchio IMQ (per il materiale elettrico) ci assicurano una maggior sicurezza nell’uso di molti apparecchi.
  • La normativa cosiddetta “assicurazione per le casalinghe” (legge 493 del 3/12/1999) è un’altra forma di tutela, anche se di tipo riparativo, nei confronti dei rischi domestici.
  • In ambito lavorativo una norma europea, trasformata poi in legge italiana (il famoso decreto 626, ora 81/08), obbliga tutte le aziende ad effettuare una “valutazione dei rischi” cioè lo studio, l’analisi dell’ambiente di lavoro (locali, impianti, sostanze usate, procedure di lavoro) finalizzata non tanto al miglioramento produttivo, al contenimento dei costi, ecc. bensì all’individuazione di tutti i possibili rischi di danno per la salute del lavoratore ed impone la loro successiva eliminazione con specifiche attività di bonifica, pianificate nel tempo e finanziate.
  • Per le case non esiste una legge simile e probabilmente è giusto che il legislatore non si sia introdotto così pesantemente nella nostra privacy e quand’anche esistesse, il controllo sarebbe poi impossibile. Ma questa legge deve essere un invito, uno stimolo a fare altrettanto a casa nostra, abituandoci a fare dei “test sulla sicurezza domestica” cioè: analizzare/studiare la propria abitazione come possibile sorgente di rischi per la salute e compilare una lista dei problemi rilevati in ordine di pericolosità.
  • Valutare la probabilità (P) che l’incidente avvenga e la gravità (G) del danno ci aiuta nel compilare questa graduatoria: RISCHIO = P x G     Esempio: il tubo di gomma del gas è usurato (alta probabilità che si rompa); la fuoriuscita del gas può provocare incendio o scoppio (alto danno potenziale); moltiplichiamo i due fattori ed avremo un livello di rischio elevatissimo che impone come priorità assoluta la sostituzione del tubo.
  • Altro esempio: L’uso di alcool per accendere un fuoco: questa abitudine presenta una probabilità elevata che accada un incidente (è intuitivo) ed il danno conseguente (l’ustione) può essere grave; anche in questo caso la moltiplicazione darà un valore elevato.   Cambiamo quindi modo di procedere e sostituiamo l’alcool con le apposite tavolette che permettono di accendere il fuoco senza rischiare di trasformarsi in torce ed in questo caso forse anche risparmiamo.
  • Riassumendo:                                                                                                                                 compilare un elenco dei   problemi rilevati                                                                      stabilire le priorità                                                                                                         individuare le soluzioni da   utilizzare                                                                               intervenire
  • COMPITI DEGLI ENTI PUBBLICI                                                                                       La legge 493/99 fa carico alle ASL di interessarsi di infortuni domestici iniziando con la rilevazione statistica del fenomeno e sviluppando una adeguata azione di informazione e di educazione per la prevenzione degli infortuni.
  • Dispositivi di protezione individualeA volte il rischio non è facilmente eliminabile oppure nonostante abbiamo preso tutte le precauzione sappiamo che esiste un rischio residuo, allora è necessario difendersi ricorrendo ai “dispositivi di protezione individuale”, che in fabbrica vengono chiamati «DPI» e che magari conosciamo perché li abbiamo usati per anni durante il lavoro.
  •    Vediamo quali possono essere i più importanti in un ambiente domestico:                                                                                                                     Anzitutto i guanti: ne esistono di vari tipi a seconda di cosa vogliamo fare o da cosa ci vogliamo difendere.   Ci possono proteggere le mani da prodotti chimici (guanti in gomma o nitrile), dal rischio di taglio (cuoio, kevlar), di puntura (cuoio, nitrile), durante i lavori in giardino ecc. Spesso i guanti facilitano la presa degli oggetti. Costano tutti molto poco, meno comunque di un tendine tagliato.
  • Occhiali: da indossare quando c’è il pericolo di polveri, di schegge o di schizzi (in qualche film americano si vedono bimbi o casalinghe che indossano occhiali di protezione mentre preparano un frullato), avete idea di quanto male possa fare una scheggia di legna in un occhio?
  • Mascherine di protezione delle vie respiratorie : quando usiamo prodotti chimici (in bagno, cura delle piante, piccoli ritocchi con vernici o pitture) o siamo in locali polverosi o svolgiamo attività che producono polvere (una buona mascherina 15-20 Eurocent), lo sciroppo per la tosse è decisamente più caro.
  • Scarpe di sicurezza : con puntale rinforzato, suola imperforabile, ecc. possono essere molto utili in lavori di spostamento di mobili o in giardino; un’unghia schiacciata o una fratturina di un dito del piede dopo le debite parolacce ci obbligano a stare fermi per qualche giorno.
  • Protettori dell’udito per lavori rumorosi, ecc. : Ormai in tutti i paesi esistono negozi che vendono questi prodotti, ed il negoziante sarà ben contento di darvi tutte le informazioni necessarie o di soddisfare esigenze particolari.
  • Qualche consiglio :Impianti elettrici ed a gas costruiti secondo le leggi in materia (Legge 46/90).                                                                                                                               Manutenzione degli impianti secondo le scadenze definite (Legge 46/90).  Usare correttamente le apparecchiature elettriche a rischio (consultare i libretti di istruzione).                                                                                                            SCALE : Se dobbiamo portarci a quote più alte del pavimento mai usare mezzi di fortuna (ad es: sedie, tavolini, ecc..)  L’attrezzo studiato apposta per superare i dislivelli è la scala ed allora usiamola, essa può essere del tipo a libretto oppure a pioli. Usare scale con marcatura CE, con piedini e gradini antiscivolo; (quelle a libretto devono avere un sistema di blocco che ne impedisca l’apertura completa). Controllare lo stato di usura della scala prima di usarla. E’ meglio chiedere l’assistenza di un’altra persona che ci aiuti a stabilizzare la scala. Evitare di sporgersi per raggiungere un oggetto e non sognarsi di spostare la scala mentre ci si è sopra. La manovra corretta consiste nello scendere, riposizionare la scala e risalire, è più salutare per i muscoli delle gambe rispetto ad un trauma da caduta.  Tenere in casa, a portata di mano, un piccolo estintore e rinnovarlo alla scadenza.                                                                                                                           Evitare gli alcoolici prima e durante i lavori domestici: possono essere causa di giramenti di testa e cadute.                                                                                    Per evitare giramenti di testa, soprattutto se non si è più molto giovani, è bene alzarsi dal letto lentamente, stirando i muscoli, passando da distesi a seduti e solo dopo, in piedi. Lo stesso vale se si è stati per molto tempo seduti in poltrona.
  • Il tappetino scendiletto è una importante causa di scivolamenti. Applicare sotto tutti i tappeti di casa le apposite retine anti-scivolo. Nella vasca da bagno o nella doccia, deve esserci il tappetino anti-scivolo e, se ci sono persone anziane, anche una apposita maniglia.
  • Non lasciare mai incustoditi il ferro da stiro acceso allontanarsi mentre il fuoco è acceso sotto la caffettiera.Sostituire i vetri non di sicurezza posti ad un altezza inferiore al metro o proteggerli con retine metalliche o almeno con pellicole adesive che impediscano la caduta dei vetri rotti.
  • Qualche consiglio per le apparecchiature elettriche :E’ meglio avere una presa fissa per ogni uso, se proprio non è possibile fare altrimenti usare una di quelle prese multiple chiamate “ciabatte” (marchiate IMQ).                                                                                                                  Non togliere MAI la spina dalla presa tirando il filo, anche se siamo a qualche metro dalla presa, potremmo rompere il cavo o l’involucro della spina o far uscire la presa dal muro mettendo così allo scoperto delle parti in tensione.                                                                                                                                    Cambiare le spine logore, niente nastro isolante o peggio ancora nastro adesivo.                                                                                                                                         Di certo non è necessario chiamare un’elettricista per cambiare una lampadina, almeno su questo lavoro possiamo risparmiare qualche soldino facendolo noi.  Sì ma non basta essere sicuri che l’interruttore sia spento e poi come si fa ad esserne sicuri se la lampadina rotta non ci fornisce la prova che la corrente manca?                                                                        Ma quand’anche l’interruttore sia realmente nella posizione di “spento” il portalampade può rimanere in tensione e noi con lui pertanto prima di tutto staccare l’interruttore generale. La luce necessaria per vedere ci può essere fornita da una di quelle torce trasportabili che funzionano come luce di emergenza accendendosi quando manca la correnteAttenzione alle prolunghe sia elettriche che telefoniche                                                   Se una prolunga gira per casa è matematico che qualcuno possa inciampare facendo precipitare al suolo (legge di gravità) il telefono, il ferro da stiro o quant’altro.                                                                                             Sostituire la prolunga con un impianto fisso ogni qualvolta ciò sia possibile. Esistono soluzioni per tutte le necessità; comodissimi, ad es. gli zoccoli passacavo con prese ed interruttori modulari. L’elettricista autorizzato sarà ben lieto di darvi la sua consulenza e di guadagnare qualcosa ogni volta che lo chiamerete. Elettricità ed acqua sono ottimi alleati solo in una cosa: combinare guai. L’esperienza degli installatori e la legge impongono delle zone di rispetto per l’impianto elettrico nei bagni o comunque in vicinanza di prese d’acqua. Installatori artigiani autorizzati, idraulici ed elettricisti che siano, potranno identificare le zone critiche in poco tempo.Il ferro da stiro  : Assolutamente non va lasciato incustodito, lo abbiamo già detto ma è meglio ricordare che se si è chiamati al telefono mentre si stira conviene staccare la presa, (ma non avete mai pensato alla comodità di un telefono cordless?) Come è da ricordare che il filo non va mai avvolto attorno al ferro da stiro quando questo è ancora caldo. Mai stirare con mani bagnate o a piedi nudi e prima di mettere l’acqua nel ferro a vapore staccare la presa, sempre per il concetto che acqua ed elettricità vicine sono sempre pericolose.
  • Consigli per gli acquisti :                                                                                                          1.estintore                                                                                                                                        2.torcia di sicurezza                                                                                                             3.telefono cordless o cellulare                                                                                       4.rilevatore di fughe di gas                                                                                              5.rilevatore di incendio                                                                                             6.microfono di sorveglianza acustica                                                                   7.apparecchio ricetrasmittente per il controllo a distanza.
  • QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE Il questionario che segue è stato pensato per aiutare il cittadino a compiere una valutazione autonoma dei rischi eventualmente presenti nella propria abitazione. Esso non può ovviamente essere completo data l’enorme variabilità di casi e situazioni esistenti nella realtà del territorio, con molta meno ambizione il lavoro desidera invece suggerire l’idea di “guardarsi attorno” proponendo nel contempo un metodo di analisi che ognuno potrà poi adattare e rivedere a seconda della situazione personale.                          
  • ANALISI PER LOCALI :                                                                                Ingresso/corridoi – Scale – Cucina – Camera dei bambini – Camera per anziani – Soggiorno – Bagno/lavanderia Analisi per singolo elemento: Pavimento- Porte-Finestre- Ringhiere  Tendaggi- Mobili in genere- Stufe
  • Analisi comportamentale per:                                                                                               Rischio infortunistico in genere                                                                                       Rischio incendio ed ustioni                                                                                                     Rischio elettrico                                                                                                                        Rischio da gas ed impianto di riscaldamento                                                                  Per ognuno di questi aspetti vengono indicate le azioni che predispongono al rischio e suggeriti accorgimenti od azioni che invece lo allontanano. TUTTE QUESTE ANALISI VENGONO TRATTATE E SVILUPPATE CON ESEMPI TEORICI-PRATICI 
  • Al termine del corso vengono effettuati test individuali e/o di gruppo
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COMPATIBILITA’ ELETTROMAGNETICA

COMPATIBILITA’ ELETTROMAGNETICA

Schema di propagazione di disturbi elettromagnetici tra un dispositivo sorgente di disturbi (EMC Source) e un dispositivo soggetto a tali disturbi (EMC Victim). In rosso i disturbi irradiati; in azzurro i disturbi condotti.

Nelle prove di compatibilità elettromagnetica quando si verificano le emissioni Source è il dispositivo da testare (DUT Device undertest), mentre Victimè lo strumento di misura dei disturbi.                                                             Le parti si invertono quando si fanno le prove di immunità (o suscettibilità)Il termine compatibilità elettromagnetica (EMC, dall’inglese Electromagnetic Compatibility) si riferisce alla disciplina, nell’ambito dell’ingegneria elettrica ed elettronica, che studia la generazione, la trasmissione e la ricezione non intenzionali di energia elettromagnetica in relazione agli effetti indesiderati che queste possono comportare, con l’obiettivo di garantire il corretto funzionamento nel medesimo ambiente dei diversi apparati che coinvolgono fenomeni elettromagnetici durante il loro funzionamento.

La descrizione della compatibilità elettromagnetica prende in considerazione diversi problemi:                                                                                         1 – i problemi di emissione si riferiscono alla riduzione della generazione non intenzionale di energia elettromagnetica e dalle contromisure atte ad evitare la sua trasmissione                                                                                                      2 – i problemi di suscettibilità (o immunità), si riferiscono invece al corretto funzionamento degli apparati elettrici ed elettronici in presenza di disturbi elettromagnetici provenienti dall’esterno. Quando, nell’ambito della compatibilità elettromagnetica, si prendono in considerazione disturbi elettromagnetici che si propagano in strutture guidanti quali conduttori metallici, ci si riferisce a problemi di suscettibilità ed emissione condotte (in azzurro nella figura1), quando invece ci si riferisce a disturbi propagati in uno spazio libero, ci si riferisce a problemi di suscettibilità ed emissione irradiata (radiata, irraggiata), indicati in rosso nello schema.

In passato i problemi di compatibilità elettromagnetica erano lasciati alla valutazione dei singoli produttori o regolamentate a livello nazionale. Gli sviluppi sempre più rapidi dell’elettronica e l’interscambio commerciale sempre più intenso hanno reso necessario imporre delle normative comuni di regolamentazione. Con la nascita dell’Unione europea, in particolare ,si è cercato di  unificare  la legislazione in materia e le normative proposte in sede comunitaria sono poi state ratificate dai parlamenti degli stati membri. L’Italia in particolare, ha approvato tali normative e dal 1º gennaio 1997 l’apposizione del marchio CE comporta il rispetto di normative specifiche su questi problemi (oltre al rispetto di altre normative relative alla sicurezza elettrica).

TECNICHE DI RISOLUZIONE :                                                                                      Tipicamente un metodo classico per evitare interferenze elettromagnetiche da e verso un apparato elettrico è quello della schermatura metallica dell’apparato in questione (gabbia di Faraday) : in tal modo onde elettromagnetiche incidenti o irradiate dall’apparato rimangono confinate in buona parte rispettivamente all’esterno e all’interno della struttura.

Con gabbia di Faraday si intende qualunque sistema costituito da un contenitore in materiale elettricamente conduttore (o cavo conduttore) in grado di isolare l’ambiente interno da un qualunque campo elettrostatico presente al suo esterno, per quanto intenso questo possa essere, ma un corpo esterno non sarà altrettanto isolato come quello interno, poiché, la gabbia, essendo attraversata da una carica elettrostatica attiva, una volta raggiunto un elevato potenziale elettrico cercherà di scaricare l’eccessiva potenzialità su corpi vicini esternamente.

È utilizzato il termine gabbia per sottolineare che il sistema può essere costituito, oltre che da un foglio metallico continuo, anche da una rete o una serie di barre opportunamente distanziate. Questo effetto schermante è utilizzato per proteggere ambienti e apparati da campi esterni, come per esempio quelli generati dai fulmini.

Un’altra applicazione si ha in elettronica per eliminare le interferenze di campi elettromagnetici esterni in apparecchi radio e per telecomunicazioni, oppure per evitare la fuoriuscita di campi elettromagnetici da un ambiente, come nel caso del forno a microonde. In quest’ultimo è presente una rete metallica sullo sportello: in questo modo, durante il suo utilizzo, si è schermati dalle microonde mantenendo la possibilità di vedere all’interno

 

Nelle realizzazioni pratiche l’effetto schermante è limitato dalla resistenza elettrica del materiale che per effetto Joule riduce l’entità delle correnti indotte. Molti materiali conduttori presentano, inoltre, il fenomeno del ferromagnetismo, che limita l’effetto schermante alle basse frequenze. La profondità a cui il campo elettromagnetico riesce a penetrare è descritta dall’effetto pelle.

2 – Cenni storici                                                                                                                           I problemi connessi alle interferenze elettromagnetiche nascono praticamente con l’inizio delle trasmissioni radio, con Guglielmo Marconi(1901). Verso il1920 cominciano a comparire sulle riviste specializzate articoli sull’argomento. Trasmettitori, ricevitori ed antenne non erano molto sofisticate (la selettività era molto approssimativa). Durante la seconda guerra mondiale l’uso di apparati radio, sistemi di navigazione e radar in modo diffuso comportò l’aumento dei problemi dovuti ad interferenze. Si tamponarono i problemi con una riassegnazione dello spettro delle frequenze (cosa abbastanza facile non essendo allora molto affollato). I problemi si aggravarono verso gli anni cinquanta con l’introduzione dei primi transistor, dei circuiti integrati (sessanta ) e dei primi microprocessori negli anni settanta. Negli ultimi anni, l’uso di tecniche digitali in sostituzione di quelle analogiche e l’elaborazione di segnali a frequenze sempre più elevate ha aumentato l’intensità delle sorgenti di disturbi La costante riduzione delle tensioni di alimentazione negli apparati elettronici ha inoltre reso gli stessi più sensibili ai disturbi.

Le unità di misura del campo magnetico :                                                                             Il Tesla è l’unità di misura adottata dal Sistema Internazionale (SI) per l’induzione magnetica (densità di flusso magnetico) . Esiste anche un’altra unità comunemente usata nella misura dell’induzione magnetica, il Gauss. 1 Tesla corrisponde a 10.000 (diecimila) Gauss.                                                           Poiché il Tesla è un unità molto grande, per la misura dei campi (elettro)magnetici a bassa frequenza nella pratica si fa riferimento ad un sottomultiplo dell’unità Tesla, il micro Tesla (abbreviato µT) pari ad un milionesimo di Tesla.  “1 micro Tesla equivale a 10 milli Gauss.”

Le unità di misura del campo elettrico                                                                           Per la misura dei campi elettrici si usa invece come unità di misura il Volt/metro (abbreviato V/m), relativo all’intensità del campo stesso.

Campi elettromagnetici e radiofrequenza.                                                                       Unità correlate :                                                                                                                              Il campo elettrico magnetico a radiofrequenza è talora quantificato nelle unità correlate A/m (campo magnetico) e W/cm2 (densità di potenza).

Intensità di campo elettrico e densità di potenza nelle onde elettromagnetiche In uno specifico mezzo, l’intensità del campo elettrico E è legata alla densità di potenza P (espressa in Watt/m2) dalla relazione:                               P(W/m2) = E2 / Z     Dove Z è l’impedenza del mezzo.

Per esempio, nel vuoto (Z=377) vale la seguente tabella di corrispondenza:  Il valore ‘limite’ di 6 V/m corrisponde dunque ad una densità di potenza di circa 0,1 W/m2. Si noti come la corrispondenza tra intensità di campo (V/m) e densità di potenza (W/m2) non è lineare ma quadratica: quando il campo aumenta di 10 volte, la densità di potenza aumenta di 100 volte.

                                                     Effetto triboelettrico                                                           L’effetto triboelettrico è un fenomeno elettrico che consiste nel trasferimento di cariche elettriche, e quindi nella generazione di una tensione, tra materiali diversi (di cui almeno uno isolante) quando vengono strofinati tra di loro. La parola che descrive il fenomeno deriva dal greco tribos, che significa appunto strofinio (da cui deriva anche tribologia: studio dei fenomeni di attrito, triboluminescenza: emissione luminosa di alcuni materiali per strofinio). L’ambra, per esempio, può caricarsi elettricamente in questo modo e attirare corpi leggeri. Questa proprietà era nota fin dall’antichità (Talete di Mileto VI secolo a.C., Teofrasto di Ereso, Plinio il vecchio), e portò alla nascita della parola “elettricità”, dal nome greco dell’ambra: electron.

                                DESCRIZIONE DEL FENOMENO                                                         La formazione delle cariche elettrostatiche non richiede necessariamente lo strofinio. In realtà il trasferimento di elettroni da un materiale all’altro si manifesta anche con il semplice contatto. Ad esempio nello srotolamento del nastro adesivo (di cellulosa). Qui non si ha strofinio. La striscia del nastro adesivo è a contatto con lo strato di collante. Quando si srotola il nastro si allontana la striscia di cellulosa dalla colla (che erano in buon contatto col nastro avvolto). Nel distacco si ha trasferimento di elettroni dalla colla al nastro: la colla si carica positivamente, il nastro sottostante negativamente. I potenziali elettrici che si generano sono dell’ordine delle decine di kV. Effetti triboelettrici possono manifestarsi anche tra solidi e liquidi o gas.

                                             EFFETTI MICROSCOPICI                                                       Mettere a contatto due superfici determina un fenomeno detto di adesione: si formano dei legami chimici nei punti di contatto. Per punti di contatto si intendono i punti in cui la distanza tra atomi dei due diversi materiali è dell’ordine di qualche Å. Si tratta, in genere, di piccole percentuali delle superfici vicine. In questi punti di interazione tra i due materiali gli elettroni sono legati ai rispettivi atomi con energie diverse e possono passare dagli atomi di un materiale in cui l’energia del legame è inferiore a quello in cui è maggiore. L’energia di legame per estrarre un elettrone è caratterizzata dalla funzione lavoro.                                                                                  I materiali che acquistano elettroni (carica elementare negativa) si caricano negativamente, mentre quelli che cedono elettroni si caricano positivamente. Se i materiali sono conduttori si avrà una redistribuzione uniforme degli elettroni in un tempo caratteristico (detto tempo di rilassamento); altrimenti la carica elettrica rimarrà localizzata nei punti in cui è avvenuto lo scambio, con effetto triboelettrico più accentuato. Lo strofinio non fa altro che aumentare, nel tempo, i punti di contatto tra le superfici e quindi moltiplicare il fenomeno. Va notato che nel contatto si può manifestare anche scambio di ioni o frammenti di intere molecole e che a livello microscopico vi sono aspetti del fenomeno simili all’attrito. Al momento del distacco, a causa del forte campo elettrico presente, si manifestano fenomeni di scarica elettrica che portano a riscaldamento (fenomeni piroelettrici) e ritorno parziale degli elettroni scambiati al materiale originario (in inglese: Charge backflow).

                                         EFFETTI MACROSCOPICI                                                                 È esperienza comune la piccola scarica elettrica che si manifesta (particolarmente quando l’umidità presente nell’aria è modesta) dopo aver camminato su un tappeto sintetico e si tocca la maniglia di una porta. Se il tappeto è di nylon e le suole delle scarpe sono di gomma il contatto tra scarpe e tappeto crea un trasferimento di elettroni dal tappeto alle scarpe lasciando il tappeto carico positivamente e le suole delle scarpe cariche negativamente. Entrambi i materiali sono (isolanti) e quindi le cariche restano localizzate. Per induzione (o influenza) elettrostatica tra le scarpe e il corpo umano (conduttore) si ha una separazione di cariche: i piedi si caricano positivamente e la parte alta del corpo, come le mani, si carica negativamente. Quando si avvicina la mano alla maniglia della porta la carica negativa si trasferisce rapidamente (i tempi sono dell’ordine del microsecondo) verso di essa producendo, in versione ridotta, un processo simile alla formazione di un fulmine. Va notato che tensioni statiche generate in questo modo se inferiori a circa 3500 Volt non vengono avvertite da una persona ma possono danneggiare un computer se non adeguatamente protetto.

         TRIBOELETTRICITA’ NEL COMMERCIO E INDUSTRIA                                     I circuiti integrati usati negli apparati elettronici moderni sono molto sensibili alle scariche elettriche (a differenza delle vecchie apparecchiature a valvole termoioniche). I problemi che ne possono derivare vanno dal temporaneo malfunzionamento con perdita di dati, a danni permanenti o latenti. Proprio per questo non è più possibile mettere in commercio (marchio CE) apparecchi che non rispettino alcune normative specifiche (test EMC e nello specifico: test ESD ElectroStatic Discharge) che garantiscono una certa immunità a questi disturbi. Anche l’industria che costruisce apparecchiature elettroniche deve creare aree opportunamente protette dalle cariche elettrostatiche in cui avviene la manipolazione e il montaggio di componenti particolarmente delicati.

 

PROCEDURE DI AZIONE E COMPORTAMENTO PER GENITORI/NONNI

                                                                     CADUTE                                                                       ´Evitare sempre di lasciare sedie o sgabelli in prossimità delle finestre o sui balconi;                                                                                                                                  Applicare alle ringhiere dei balconi adeguate reti di protezione;                         ´Mantenere le scale interne sgombre da giochi, pacchi, ecc.;                             In caso siano presenti in casa bambini piccoli, installare idonee barriere  non scavalcabili e provviste di chiusure di sicurezza;                                         ´Per raggiungere oggetti posti in alto, vanno utilizzate scale adatte e sicure, con gradini adeguati e la base di appoggio larga ed antiscivolo; ´Televisori, videoregistratori, impianti stereo non devono essere posti su mobiletti con rotelle: i bambini possono tirarseli addosso; Non lasciare fili volanti di televisori, lampade, ferri da stiro, ecc.; tirando il filo il piccolo può tirarsi addosso ciò che vi è attaccato.                   ´In caso di caduta o altro trauma violento, non è sempre facile capire se si tratti di una frattura (cioè interruzione della continuità dell’osso) o di una distorsione o lussazione. In ogni caso, per prudenza, è bene immobilizzare la parte interessata ed attendere i soccorsi qualificati, o se possibile, trasportare l’infortunato al Pronto Soccorso.                                                                In caso di trauma cranico, anche se appare lieve, è bene fare un’indagine sull’accaduto per vedere se il bambino presenta amnesie, difficoltà nel parlare (afasia) o confusione mentale. Controllare se c’è asimmetria pupillare, segno di un danno al cervello. ´Evitare sempre che il bambino si addormenti, anche se presenta una forte sonnolenza. In questi casi è necessario andare in ospedale per ulteriori accertamenti.                                   In attesa di una visita, è consigliabile comunque apporre sulla parte traumatizzata una borsa di ghiaccio per indurre una vasocostrizione.

                                                        FERITE DA TAGLIO                                                               ´La maggior parte degli incidenti che comportano ferite da taglio, avvengono in cucina (anche per quanto riguarda gli adulti), proprio per la presenza di utensili potenzialmente pericolosi, come coltelli, forbici, apriscatole o elettrodomestici con lame come i frullatori.

´☞Nel caso di piccole ferite, abrasioni o escoriazioni, prima della medicazione bisogna procedere alla disinfezione. Per prima cosa bisogna lavare la ferita sotto un getto di acqua con sapone neutro e rimuovere eventuali oggetti estranei, come schegge o terriccio. Successivamente bisogna disinfettare la ferita con acqua ossigenata e ricoprirla con garze sterili. 

´☞Nel caso di grandi ferite, invece, se l’emorragia non è molto abbondante, è sufficiente tamponarla con una garza sterile o un fazzoletto pulito, dopo aver disinfettato la parte. Se invece interessa grossi vasi sanguigni, è necessario cercare di bloccare il sangue attuando delle compressioni sulle arterie a monte della ferita e chiamare immediatamente il 118.

                                                  BRUCIATURE – USTIONI                                                          Non basta dire “non giocare con il fuoco”. Il genitore deve rendere consapevoli i ragazzi dei rischi e dei danni che il fuoco può provocare, da bruciature e ustioni fino agli incendi.                                                                                                                                       CONSIGLI UTILI :                                                                    Eseguire una “raccolta” di fiammiferi e accendini presenti in casa, soprattutto se si è fumatori;                                                                                          Insegnare ai ragazzi più grandi come usare fiammiferi e accendini in sicurezza. Se un bambino esprime curiosità per il fuoco o viene trovato a giocare con il fuoco, spiegare che fiammiferi e accendini non sono giocattoli. La sua curiosità può essere soddisfatta dal fatto di essere incaricato di usare i fiammiferi solo in determinate situazioni e comunque sempre in presenza di un adulto; Non usare accendini per divertire o giocare con un bambino perché potrebbe imitare cercandoli in casa;            Fare attenzione alle candele accese in generale e soprattutto in camera da letto; la maggior parte degli incendi causati da bambini comincia proprio lì; Dotare la casa di un rilevatore di incendio e, se possibile, di un estintore portatile; Se c’è il camino in casa, usare il parascintille; Porre particolare attenzione alla cucina: spiegare la pericolosità del forno e dei fornelli accesi, soprattutto se vi sono pentole con liquidi bollenti.                                     Il consiglio più importante è sicuramente quello di controllare i propri bambini, perché la maggior parte degli incidenti si verifica quando non sono sorvegliati da un adulto.                                                                                           ☞In caso di ustione da liquido bollente allontanare gli indumenti intrisi di liquido e raffreddare la zona ustionata con acqua fredda per 15 minuti circa; non applicare sostanze oleose.           ´                                                                     ☞In caso di ustione da fiamma, soffocare le fiamme con indumenti in cotone o in lana (non usare indumenti sintetici) ed immobilizzare il bambino a terra.                                                                                                                        ☞In caso di inizio di incendio, se la fiamma è piccola, si può cercare di spegnerlo con acqua e panni bagnati o soffocarlo con una coperta possibilmente di lana (perché i materiali acrilici sono facilmente infiammabili); chiudere il gas e l’energia elettrica; usare le scale e non l’ascensore. Se necessario coprire il bambino e se stessi con panni bagnati ed il viso con un fazzoletto bagnato.                                                                          ☞In caso di incendio più vasto: telefonate subito al numero dei Vigili del Fuoco 115.

                        INGESTIONE DI CORPI ESTRANEI – SOFFOCAMENTO                    Ogni piccolo oggetto può essere pericoloso se aspirato o ingerito. È frequente l’ingestione di piccole parti anche di giocattoli che possono provocare soffocamento. ´I giocattoli devono essere adeguati all’età del bambino e devono avere impresso il marchio CE che ne garantisce il rispetto delle Norme europee di sicurezza vigenti (D.Lgs. 11 aprile 2011, n. 54).             ´ In caso di ingestione di un corpo estraneo si può esortare a tossire e battere con la mano sul dorso.                                                                                                               ´Al riguardo puoi avere maggiori informazioni consultando il nuovo sito della Croce Rossa Italiana dedicato alle “manovre di disostruzione pediatriche” all’indirizzo web:   ´http://cri.it/manovredisostruzionepediatriche                                             ´Nozioni di primo soccorso PEDIATRICO sono fondamentali per non farsi prendere dal panico e prendere coscienza delle cose da fare e di quelle da NON fare in una situazione di emergenza. Può essere utile informarsi sui corsi organizzati nella propria città, spesso sono gratuiti e tenuti da professionisti che hanno a cuore la massima diffusione di quelle nozioni che potrebbero salvare una vita.

                                                                      FOLGORAZIONI                                                      La folgorazione è l’effetto del passaggio dell’elettricità attraverso il corpo. Si può presentare un’ustione nel punto di contatto. I muscoli si contraggono in modo involontario; é per questo motivo che in caso di scariche forti l’infortunato non riesce a staccarsi dalla sorgente elettrica.                                In caso di folgorazione, la prima cosa da fare è staccare l’interruttore generale: occorre avere ben chiaro dove si trova quello della propria casa.    Se la persona è ancora a contatto con l’elettricità bisogna allontanarla dalla sorgente elettrica con un bastone di legno o di plastica (materiali che non sono conduttori elettrici), e chiamare subito il 118.                                                  Se la persona è incosciente ma respira: sistemarla in posizione laterale di sicurezza nell’attesa dei soccorsi specializzati. Non dare da bere, non dare farmaci, non applicare unguenti sulle ustioni. In particolare porre attenzione alla manutenzione di impianti elettrici

                                                    IMPIANTO ELETTRICO                                                          Controllare la messa a terra dell’impianto;                                                                     Controllare o installare i congegni di sicurezza che, in caso di cortocircuito e/o scarica verso terra, interrompono l’erogazione di energia elettrica;         Controllare le prese e i cavi. Le prese devono essere preferibilmente “a ghigliottina” ed i cavi a guaina integra.

                                                       IMPIANTO A GAS                                                      Eseguire un controllo completo dell’impianto a gas per verificare che sia a norma di legge (46/90) e perfettamente efficiente;                                           Controllare lo scaldabagno a gas e la relativa canna fumaria per evitare il rischio di avvelenamento da monossido di carbonio;                                          Durante l’utilizzo degli apparecchi a gas è sempre consigliabile una buona areazione (finestra aperta) ;                                                                                                In prossimità della cucina a gas è necessaria un’apertura fissa di un metro quadrato, comunicante con l’esterno.

                                    PRODOTTI E SOSTANZE CHIMICHE                                                     I detergenti per la casa, come tutti i prodotti chimici, se introdotti accidentalmente nell’organismo, possono essere tossici e possono provocare danni. Naturalmente il danno dipende dalla quantità, dalla concentrazione, dalla solubilità, dallo stato di salute del soggetto e dalla via di introduzione. La via di introduzione infatti può essere l’ingestione, l’inalazione, la contaminazione attraverso la cute oppure gli occhi.            Nel caso, per esempio, della soda caustica, sostanza spesso presente in alcuni prodotti sciogli-calcare o sgorgatori per tubazioni in granuli, provoca danni indipendentemente dalla quantità: la soda caustica, infatti, brucia qualsiasi cosa con cui viene a contatto, per cui se viene ingerita, provoca subito lesioni sulle mucose.                                                             Contattare sempre il Centro Antiveleni (CAV) e/o il Pronto Soccorso (118) anche in assenza di sintomi o anche nel solo sospetto dell’ingestione accidentale, in quanto il Centro antiveleni potrà fornire informazioni sull’eventuale velenosità, ad esempio, anche di alcune piante casalinghe.     ☞ In caso di assunzione di prodotti tossici, prima di telefonare o di recarsi all’ospedale è importante:                                                                                                 Cercare di individuare il detergente e conoscere il nome della sostanza o del pro-dotto responsabile dell’intossicazione;                                             Controllare la quantità assunta anche se presunta (la tossicità di molte sostanze dipende dalla dose);                                                                                    Precisare tipo e modalità di contatto (ingestione, inalazione, contatto epidermico, oculare, ecc.); Rintracciare e conservare i contenitori, vuoti o con residuo del prodotto tossico. Tutte le indicazioni raccolte devono essere riferite al CAV senza improvvisare rimedi casalinghi, come la somministrazione di latte, che non è un antidoto. Altro suggerimento è quello di non provocare il vomito, soprattutto se è stato ingerito uno schiumogeno, un solvente o un caustico, perché si potrebbe aggravare la situazione (un nuovo passaggio della sostanza tossica nelle vie respiratorie); in presenza invece di vomito, raccogliere e conservare campioni di contenuto gastrico, consegnandoli al Soccorso specializzato (medico, ambulanza o CAV).

                                                           INQUINAMENTO                                                   ´L’impatto delle attività umane sta modificando le caratteristiche dell’atmosfera; l’inquinamento dell’aria è dovuto infatti sia a fattori naturali (ad es. eruzioni vulcaniche) che umani (industrie, autovetture, ecc.). Per inquinamento dell’aria si intende la presenza di elementi contaminanti che arrechino disturbo o siano nocivi all’ambiente e agli esseri animali e vegetali che lo compongono.                                                           ´La causa principale di inquinamento dell’aria è l’uso di combustibili naturali e fossili. Esiste una relazione tra inquinamento e salute del nostro organismo, e in particolare tra inquinamento atmosferico e salute del nostro apparato respiratorio. Diversi studi hanno dimostrato che i residenti in grandi città (in particolare i bambini) hanno più possibilità di contrarre malattie respiratorie sia acute (come l’asma bronchiale), che croniche (come tosse, bronchite cronica e riduzione della capacità polmonare).È importante non dimenticare alcuni piccoli accorgimenti: cercare di non rimanere troppo a lungo per strada nelle zone più trafficate e, se si abita nel centro delle grandi città, cambiare l’aria delle stanze nelle prime ore della giornata! Inoltre i gas serra rilasciati nell’atmosfera sono anche causa di alcuni cambiamenti cli-matici; nel tempo si è creato un buco nello strato d’ozono che consente ai raggi nocivi del sole di raggiungere la terra. Per questo aumenta l’esigenza di proteggere adeguatamente noi e i bambini dal sole, ricordandosi tuttavia che il sole, se preso nel modo giusto, è utile e indispensabile alla produzione di vitamina D, necessaria al normale sviluppo e salute delle ossa, a tutte le età.                   Evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde (11.00-15.00). Vale anche per gli adulti! Al mare è indispensabile usare la crema solare, meglio se resistente all’acqua, per prevenire scottature, macchie cutanee e invecchiamento precoce della pelle. Ma non è necessario scegliere per forza la protezione più alta: basarsi sul colore della pelle del bambino, se è scura di natura o si abbronza con facilità, può avere un fattore di protezione inferiore. Comunque si consigliano creme solari con Spf (sun protection factor) minimo 20, ma senza filtri benzophenone-3, octocrylene e octyl methoxycin-namate, che secondo recenti studi, al sole attivano la produzione di radicali liberi e accelerano il processo di invecchiamento della pelle. Sono importanti occhiali da sole e cappello a falde larghe se si prevede di stare al sole molto a lungo, magari per una passeggiata in spiaggia. Non è necessario indossarli, invece, se si resta sotto l’ombrellone.                                                                                                                          Non obbligare i bambini a tenere a tutti i costi la magliettina. Lasciarli liberi di muoversi e giocare al sole, tenendo la maglietta solo nelle ore più calde. È comunque meglio alternare sole e ombra piuttosto che spalmare in continuazione creme solari. In generale i prodotti contenenti siliconi e acrilati hanno effetti dannosi sull’ambiente e inquinano l’ecosistema.          Il sole non si prende solo in spiaggia. Occhio, quindi, a non dimenticare le buone regole della foto esposizione, soprattutto in caso di sport che prevedono lunghe permanenze sotto i raggi solari (giocare a pallone, andare in bicicletta, sciare sulla neve, ecc..).Esaminare regolarmente la pelle dei propri figli. Se si individuano dei cambiamenti (neo,   macchia, livido) alla prima occasione farlo presente al medico di famiglia o al dermatologo; può essere normale, ma è meglio effettuare un controllo. 

                       LO SPORT – QUALE PIU’ INDICATO PER I NOSTRI RAGAZZI?                 Il gioco svolge una parte decisiva nello sviluppo dell’intelligenza e della personalità del bambino e lo sport costituisce la miglior occasione perché questa crescita si esprima al meglio. Lo sport è infatti un’attività umana che si fonda su valori sociali, educativi e culturali essenziali. È un fattore di inserimento, di partecipazione alla vita sociale, tolleranza, accettazione delle differenze e rispetto delle regole. L’attività sportiva deve essere accessibile a tutti, nel rispetto delle aspirazioni e delle capacità di ciascuno.Questa è una domanda ricorrente per pediatri e nutrizionisti da parte dei genitori, che attribuiscono allo sport una grande importanza in termini di sviluppo psico-fisico e psico-motorio, socializzazione e controllo del peso. Questo è vero, ma è opportuno par-lare di movimento in generale e non solo di sport in senso stretto. Il problema per i propri figli non è tanto lo scarso sport, praticato solo dal 45% dei bambini tra i 6 e i 10 anni (dati ISTAT 2008), quanto l’assenza di “attività fisica informale”. Sono desolanti i risultati dell’indagine Periscope (2010): il 50% dei bambini italiani tra i 3 e i 6 anni non può giocare all’aperto, contro l’1% dei bambini danesi e polacchi, nonostante le condizioni climatiche ben più vantaggiose per noi. È proprio in considerazione della scarsa attività ludica all’aria aperta, che lo sport strutturato acquista per i ragazzi un ruolo centrale, rappresentando l’unico baluardo alla sedentarietà. Si pensi che proprio nel periodo che va dai 5 agli 11 anni, le capacità di coordinazione motoria (equilibrio, ritmo, orientamento, agilità) presentano il massimo sviluppo; in seguito diventano un patrimonio ormai acquisito e normalmente poco migliorabile.L’attenzione alle loro predisposizioni e ai loro desideri aiuta nella scelta; innanzitutto lo sport deve essere divertimento, perciò niente pressioni e ricordarsi che non tutti nascono campioni.                                                                                                                                    La conoscenza delle differenze tra le varie discipline sportive può aiutare nella scelta. La valutazione dell’attività andrà improntata soprattutto sulle preferenze del bambino, ma anche sulle sue caratteristiche individuali, in quanto ciascuno sport è maggiormente indicato sia in base all’età, sia in termini di motricità e costituzione che di indole e personalità. Prendiamo, a titolo di esempio, i bambini in sovrappeso, per i quali l’obiettivo principale è perdere grasso e migliorare l’efficienza cardiaca e polmonare. In questi bambini, ogni attività di tipo fisico dovrà essere svolta abbastanza a lungo per garantire un elevato dispendio energetico; sono, perciò, da preferire gli sport di resistenza, praticati a bassa intensità, ma in modo prolungato (corsa, nuoto, ciclismo, canottaggio, calcio, pallacanestro, ecc.). Purtroppo alcuni genitori considerano l’attività sportiva un fattore accessorio della crescita, o addirittura, una perdita di tempo rispetto allo studio. Lo sport praticato da ragazzi e soprattutto proseguito durante l’adolescenza invece, riduce i problemi psicologici, i rischi per la salute fisica e migliora anche la riuscita negli studi: secondo il Journal of re-search on adolescence, lo sport insegna infatti a lavorare per obiettivi, organizzare il tempo, risolvere problemi, controllare e regolare le emozioni negative (come ansia, dolore e stress), conoscere le proprie risorse e i propri limiti, e anche a mangiare meglio. 

´Vediamo ora molto brevemente alcuni aspetti generali relativi alla sicurezza degli impianti sportivi più frequentati (palestre, piscine, campi da calcio, ecc.), dal punto di vista della sicurezza e incolumità dei frequentatori: atleti o accompagnatori. 

´Per quanto riguarda l’aspetto relativo alla natura degli eventi eccezionali (incendio, interventi di primo soccorso, terremoto, ecc.), ogni impianto sportivo deve esaminarli nell’ambito di un Piano di Sicurezza e predisporre le relative misure di prevenzione e protezione da adottare in caso di tali eventi. Questa esigenza è molto variabile in relazione alle caratteristiche degli impianti stessi. Basti pensare a come può essere diversa l’evacuazione in caso di un impianto al chiuso, all’aperto o di una piscina.                                                                                                                                    Altro aspetto è quello legato proprio all’uso degli spazi destinati allo sport ed alla presenza di elementi specifici potenzialmente pericolosi (come dislivelli, sporgenze, pareti a specchi, ostacoli di qualsiasi natura, ecc.), ma anche di attrezzature necessarie allo svolgimento di determinate attività sportive, che prevedono dispositivi di aggancio e tenuta, o tribune per gli spettatori. Per questi elementi devono essere adottati tutti gli accorgimenti necessari di impiego e di funzionamento per garantire le adeguate con-dizioni di sicurezza nell’esercizio e nell’uso degli impianti.

                                                                  PARCO GIOCHI                                                             L’area giochi pubblica è un bene collettivo che la città mette a nostra disposizione, ed è una preziosa occasione di crescita per i bambini, purché non si corrano pericoli. Nel settore parco giochi esistono norme tecniche di riferimento che costituiscono strumento a garanzia di sicurezza:        ´UNI EN 1176 (attrezzature per aree da gioco);                                                               ´UNI EN 1177 (rivestimenti di superfici di aree da gioco);                                      ´UNI 11123 (progettazione parchi e aree da gioco);                                                     ´UNI EN 14960 (attrezzature da gioco gonfiabili).                                                                      Le responsabilità, in caso di incidente, possono essere attribuite:    Al fabbricante e/o all’importatore e/o al distributore qualora le attrezzature all’origine non siano conformi alla norme tecniche di sicurezza;                                                                                                                                         Al personale dell’amministrazione o al gestore che ha attrezzato l’area (Comune, scuola, centro commerciale, ecc..), nel caso di un problema legato alla non corretta installazione o manutenzione delle attrezzature;     Agli accompagnatori (educatori o genitori) che hanno il dovere di vigilare affinché sia fatto un uso corretto e responsabile delle attrezzature messe a disposizione dei bambini

                                                                     BULLISMO                                                                ´Il bullismo è un fenomeno sociale complesso che sta occupando sempre più spazio nelle nostre cronache causando una giusta preoccupazione. Nella lotta a queste forme di abuso tra coetanei, gli adulti possono e devono fare la differenza: il bullismo, sempre più diffuso e studiato, implica infatti una presa di responsabilità di tutta la società. È importante, quindi, saperlo riconoscere promuovendo una cultura del rispetto e del dia-logo, per una crescita sana dei nostri bambini e adolescenti. 

´È possibile identificare il bullismo in due forme principali – diretto e indiretto – che si verificano attraverso differenti modalità: di tipo verbale, gestuale, fisico o relazionale. Accanto alle tradizionali forme di bullismo, se ne è diffusa, purtroppo, una nuova, il cy-berbulling o “bullismo elettronico”, messo in atto attraverso cellulari, sms, mms, posta elettronica, blog, ecc., per molestare o minacciare una persona o un gruppo.

´Per le forme spesso subdole in cui si manifesta, spesso i genitori ignorano non tanto l’esistenza del problema sociale in sé, quanto il fatto che il disagio potrebbe riguardare molto da vicino i propri figli. Questo è dovuto al fatto che le vittime di maltrattamenti psicologici o fisici parlano raramente con gli adulti delle violenze che subiscono, chiudendosi in se stessi per evitare di affrontare una condizione di permanente malessere, sofferenza e vulnerabilità. Ma quel che è peggio, è che spesso il silenzio nasconde un senso di doloroso isolamento, la vergogna per il non saper reagire al prevaricatore o la paralizzante paura di subire maggiori violenze per averne parlato con un adulto. In questo senso, l’intervento della famiglia è determinante, in quanto i genitori, insieme agli insegnanti, devono essere in grado di percepire e riconoscere i segnali di un eventuale disagio che i figli, vittime del fenomeno, possono manifestare in modo espresso o inespresso (tra i segnali più frequenti ed emblematici, il non voler parlare di ciò che accade a scuola, il cercare scuse per non andare a scuola o il volerci andare solo se accompagnati).

´Il silenzio è il più forte alleato dei bulli: proprio per questo, in un clima di rassicurante dialogo e fiducia che avvicina bambini e adulti, i genitori possono affrontare l’argo-mento e stimolare il racconto ricordando che a tutti è capitato qualche volta nella vita di aver subito forme ed episodi di arroganza o di prepotenza che possano aver leso la sensibilità, creando disagio, imbarazzo o spavento. È importante far capire ai più piccoli che la prima cosa da fare è parlarne con un adulto – genitore, nonno, insegnante, un amico di famiglia – e raccontare quello che sta succedendo, senza mai aver paura di chiedere aiuto.

                Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza                     ´I diritti dei minori sono riconosciuti e protetti in modo universale dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. La Convenzione ONU applica i principi dei di-ritti umani alla particolare situazione dei bambini e degli adolescenti; è uno strumento normativo che armonizza a livello internazionale una disciplina completa di tutte le realtà di violazione dell’Infanzia, enunciando per la prima volta i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutte le bambine e i bambini del mondo.                                                                                         ´Ratificata da ben 193 Stati, tra cui l’Italia (che ha ratificato la Convenzione con Legge 27 maggio 1991, n. 176), attraverso le sue disposizioni, questa “summa” dei diritti dell’Infanzia prevede una serie di obblighi a carico dei paesi aderenti e un meccanismo di controllo che obbliga gli stati a presentare un rapporto periodico sull’attuazione dei diritti dei bambini sul proprio territorio.                                                                                                                       ´La Convenzione focalizza l’attenzione su alcuni principi fondamentali come la non discriminazione per “razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori”; diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino; ascolto delle opinioni del minore; il diritto dei bambini all’informazione per un utilizzo sicuro di Internet contro gli abusi; diritto alla protezione da ogni forma di violenza, maltrattamento, sfruttamento.

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SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE

                                        CORSO SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE                                  Il corso si prefigge di portare a conoscenza delle persone che usano o manipolano le sostanze chimiche nell’ambito domestico od hobbistico, quali possano essere i rischi a cui vanno incontro.

In particolar modo si insiste sulla corretta interpretazione dei simboli che ci sono sulle etichette, specificando le modifiche effettuate dalla nuova legislazione sulle figure dei simboli stessi.

                       

 

 

 

 

CORSO SICUREZZA DOMESTICA – Incidenti Domestici

CORSO SICUREZZA DOMESTICA – INCIDENTI DOMESTICI

Il corso si prefigge di elencare tutti i potenziali rischi ed incidenti domestici che ci possono essere in un ambiente domestico e precisamente :

1 – Cosa si intende per incidente domestico

2 – Statistiche sugli incidenti domestici

3 – Riconoscere i rischi domestici

4 – Fattori di rischio individuali

5 – Principali agenti di rischio

6 – Il rischio architettonico

7 – L’emergenza ed i numeri utili da ricordare

L’incidente domestico è caratterizzato da 3 fattori importanti : si tratta di un evento accidentale improvviso determinato da un fattore esterno involontario che si verifica in una abitazione o nell’ambito domestico e che comporta conseguenze temporanee o permanenti sulle condizioni di salute di una o più persone a causa di lesioni di vario tipo.

A chi accadono gli incidenti domestici, le fasce di età più esposte, gli incidenti domestici più frequenti, le attività più pericolose, gli ambienti più pericolosi, cause, condizioni e conseguenze.

Le statistiche indicano un’alta frequenza di incidenti domestici tra i bambini dagli 0 anni ai 5 anni, con prevalenza dei maschi, mentre nelle altre classi di età, le più esposte sono le donne, anche prescindendo dalla eventuale attività lavorativa fuori casa. Con l’avanzare dell’età aumentano le probabilità di incorrere in incidenti domestici, ma in misura doppia per le donne rispetto agli uomini.

I principali agenti di rischio sono :

  • Gli utensili od attrezzi domestici
  • Il fuoco
  • L’acqua
  • L’elettricità
  • Le sostanze chimiche
  • I veleni in casa
  • Il gas

RISCHIO ARCHITETTONICO :

  • Ingresso e corridoi
  • Scale
  • Porte e finestre
  • Balconi e terrazze
  • Cucina
  • Bagno
  • Soggiorno
  • Stanza dei bambini
  • Stanza degli adulti
  • Cantina e garage
  • Parti esterne e condominiali

In casi di un infortunio o di una emergenza, è opportuno conoscere le strutture sanitarie più vicine alla nostra abitazione, gli altri punti facilmente raggiungibili ed avere a portata di mano tutti i numeri telefonici che potrebbero essere utili.

In caso di emergenza,serve avere a portata di mano :

  • una torcia a batteria con batterie di scorta
  • fiammiferi
  • radiolina a batteria, con batterie di scorta, per essere informati sull’evoluzione della calamità, sui comportamenti da tenere e sulla situazione dei soccorsi
  • generi alimentari non deperibili
  • vestiario di stagione e coperte
  • eventuali medicinali specifici

Il kit di pronto soccorso, da tenere in un luogo nuoto a tutti e da rinnovare periodicamente, deve contenere :

  • disinfettanti
  • bende, garze e cerotti
  • tintura di iodio – acqua ossigenata
  • forbici, spille da balia
  • cotone emostatico
  • pomata per contusioni
  • pomata per punture di insetti

CONFERENZA SU PROCEDURE DI AZIONE E COMPORTAMENTO PER GENITORI/NONNI

La conferenza si basa sul come comportarsi quando si è in presenza di pericoli che si possono tramutare in rischi per la salute e l’incolumità dei nostri figli e nipoti. Inoltre insisto molto sul nuovo (o vecchio) fattore di attualità : il BULLISMO

´Il bullismo è un fenomeno sociale complesso che sta occupando sempre più spazio nelle nostre cronache causando una giusta preoccupazione. Nella lotta a queste forme di abuso tra coetanei, gli adulti possono e devono fare la differenza: il bullismo, sempre più diffuso e studiato, implica infatti una presa di responsabilità di tutta la società. È importante, quindi, saperlo riconoscere promuovendo una cultura del rispetto e del dia-logo, per una crescita sana dei nostri bambini e adolescenti. ´È possibile identificare il bullismo in due forme principali – diretto e indiretto – che si verificano attraverso differenti modalità: di tipo verbale, gestuale, fisico o relazionale. Accanto alle tradizionali forme di bullismo, se ne è diffusa, purtroppo, una nuova, il cy-berbulling o “bullismo elettronico”, messo in atto attraverso cellulari, sms, mms, posta elettronica, blog, ecc., per molestare o minacciare una persona o un gruppo.

´Per le forme spesso subdole in cui si manifesta, spesso i genitori ignorano non tanto l’esistenza del problema sociale in sé, quanto il fatto che il disagio potrebbe riguardare molto da vicino i propri figli. Questo è dovuto al fatto che le vittime di maltrattamenti psicologici o fisici parlano raramente con gli adulti delle violenze che subiscono, chiudendosi in se stessi per evitare di affrontare una condizione di permanente malessere, sofferenza e vulnerabilità. Ma quel che è peggio, è che spesso il silenzio nasconde un senso di doloroso isolamento, la vergogna per il non saper reagire al prevaricatore o la paralizzante paura di subire maggiori violenze per averne parlato con un adulto. In questo senso, l’intervento della famiglia è determinante, in quanto i genitori, insieme agli insegnanti, devono essere in grado di percepire e riconoscere i segnali di un eventuale disagio che i figli, vittime del fenomeno, possono manifestare in modo espresso o inespresso (tra i segnali più frequenti ed emblematici, il non voler parlare di ciò che accade a scuola, il cercare scuse per non andare a scuola o il volerci andare solo se accompagnati).

´Il silenzio è il più forte alleato dei bulli: proprio per questo, in un clima di rassicurante dialogo e fiducia che avvicina bambini e adulti, i genitori possono affrontare l’argo-mento e stimolare il racconto ricordando che a tutti è capitato qualche volta nella vita di aver subito forme ed episodi di arroganza o di prepotenza che possano aver leso la sensibilità, creando disagio, imbarazzo o spavento. È importante far capire ai più piccoli che la prima cosa da fare è parlarne con un adulto – genitore, nonno, insegnante, un amico di famiglia – e raccontare quello che sta succedendo, senza mai aver paura di chiedere aiuto.

COMPATIBILITA’ ELETTROMAGNETICA

Il corso sulla compatibilità elettromagnetica spiega chiaramente quali possano essere i rischi derivanti dall’uso non appropriato di attrezzi e strumenti elettrici ed elettronici. Cosa sono i campi elettromagnetici?
Una componente fondamentale dell’universo in cui viviamo sono le cariche elettriche.
Tra le moltissime cariche presenti in ogni mezzo materiale
si manifestano forze complicate, che possono essere misurate, nel loro insieme, attraverso una grandezza detta campo elettrico. Se le cariche si muovono, si creano altre forze misurate mediante una grandezza
diversa, il campo magnetico. In molti casi i due campi sono strettamentecollegati e si parla pertantodi campo elettromagnetico.
Ad esempio, l’addensamento di cariche alle estremità delle cellule
nervose dà luogo a una scarica che, a sua volta, determina la stimolazione nervosa. Come altro esempio, il passaggio di cariche elettriche, sotto forma di ioni, attraverso la membrana cellulare costituisce il veicolo per la trasmissione di segnali tra la cellula e l’ambiente che la circonda. Correnti elettriche interne sono anche create dal flusso del sangue, che è molto
ricco di ioni e quindi trasporta con sé un gran numero di cariche.
Le cariche elettriche libere possono essere messe in moto da un campo elettrico o magnetico esterno.
Si creano in tal modo delle correnti elettriche indotte, che si sovrappongono a quelle endogene, cioè generate dallo stesso organismo umano

  • Che cos’è la compatibilità elettromagnetica?
    Per “compatibilità elettromagnetica” si intende l’idoneità di un apparecchio elettrico e/o elettronico, di un’apparecchiatura e di un impianto contenenti componenti elettrici e/o elettronici, a funzionare
    nel proprio ambiente elettromagnetico, senza provocare disturbi elettromagnetici intollerabili in altre apparecchiature presenti nello stesso ambiente. Ciò si realizza controllando, da un lato, l’emissione dell’apparato
    in questione, dall’altro, l’immunità degli apparati potenzialmente influenzati. Il controllo sull’emissione assicura che i disturbi elettromagnetici prodotti dagli apparati elettrici ed elettronici non influenzino il corretto funzionamento degli altri apparati, delle reti di
    telecomunicazione con le relative apparecchiature e delle reti di distribuzione dell’energia elettrica.
    Il controllo dell’immunità è volto ad accertare che gli apparati abbiano un adeguato livello di immunità intrinseca nei riguardi dei disturbi elettromagnetici, per permettere ad essi di funzionare come stabilito.

CORSO SICUREZZA EMERGENZA

CONSIGLI E SUGGERIMENTI COME AFFRONTARE UNA EMERGENZA

Una emergenza è una situazione, un fatto o una circostanza imprevista di pericolo che costringe quanti la osservano e quanti per disgrazia eventualmente la subiscono, a mettere in atto misure di reazione a quanto accade, dirette alla riduzione dei danni possibili ed alla salvaguardia delle persone. Familiarizzate con le procedure di prevenzione e protezione ed abituatevi a:

segnalare sempre tempestivamente il cattivo stato di apparecchiature elettriche o di prese di corrente; segnalare sempre tempestivamente ai docenti o ai preposti qualsiasi fatto che riteniate possa costituire un pericolo, anche quando vi sembra trascurabile. leggere e rispettare quanto riportato nelle cartellonistica esposta e nel presente opuscolo;  tenere in ordine il vostro posto di lavoro in modo tale che non possa rappresentare fonte di rischio;  NON FUMARE né usare fiamme libere di alcun tipo dove vi è pericolo di incendio; disporre i materiali facilmente infiammabili lontani da ogni possibile fonte di calore; gettare i fiammiferi e i mozziconi di sigaretta negli appositi cestini solo DOPO esservi ATTENTAMENTE assicurati che siano spenti; NON sovraccaricare le prese di corrente; localizzare le vie di fuga e uscite di emergenza così come riportato nelle piantine poste a fianco delle porte di ogni ambiente scolastico; non ostruire le vie di fuga o le uscite di emergenza.

Questo è solo una parte di quanto si affronta durante il corso.

 

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SICUREZZA SOSTANZE CHIMICHE

SICUREZZA SOSTANZE CHIMICHE : Il corso inerente alla sicurezza delle sostanze chimiche si prefigge di informare ed eventualmente formare i partecipanti in modo da renderli edotti di tutti i rischi inerenti all’uso delle stesse. Gli agenti chimici pericolosi per la salute sono principalmente i tossici, molto tossici, nocivi, sensibilizzanti, corrosivi, irritanti, tossici per il ciclo produttivo, cancerogeni e mutageni. Infatti viene spiegato come si legge una etichetta, quali sono e cosa significano i simboli apposti. Cenni sugli articoli di legge vigente in merito alla sicurezza sugli agenti chimici ( art.lo 229 titolo IX capo 1 del Dlgs 81/2008)