UNO STRUMENTO DI LAVORO PER LA TRANSIZIONE GIUSTA CHE PUOI UTILIZZARE

Il lavoro dignitoso ha dimostrato di essere il fondamento delle società resilienti e pacifiche. Ogni giorno in Italia muoiono sul lavoro in media 3 lavoratori e parecchie migliaia di lavoratori restano feriti, molti in forma invalidante o con malattia da lavoro. Per rendere sana e sicura la organizzazione del lavoro e sostenibili i processi di produzione, è necessario che i lavoratori ed i loro rappresentanti si confrontino adeguatamente nelle aziende.

SISTEMA AMBIENTE” è stato messo a disposizione gratuita di tutti i Rappresentanti dei lavoratori e di tutti i tecnici per la gestione della salute, della sicurezza e della qualità ambientale dei processi lavorativi e dei prodottigarantendo la tutela della salute dei lavoratori addetti al processo lavorativo e garantendo la salubrità e la qualità ambientale del processo.

Lo puoi scaricare, installare liberamente sul tuo computer, utilizzare per aiutarti nella analisi dei rischi e nella gestione della prevenzione, raccogliendo le indicazioni dei lavoratori e ordinando tutte le informazioni utili al confronto nell’azienda e al miglioramento delle condizioni di lavoro e della sostenibilità dell’azienda.

Necessità informatiche: Hardware CPU: 3Gh, RAM 4 Gb, Sistema operativo: Windows XP, 2003, W7, W8, W10, Office 32 bit, Stampante Pdf, spazio disco 2 Gb
Per installare Sistema Ambiente:

1) scaricare il programma sul tuo computer (procedi)

2) decomprimere il file sul disco del tuo PC

3) nella cartella che si crea lanciare SistemaAmbiente.exe”

Per imparare ad usarlo:

1) La complessità dell’impresa in archivi ordinati e dinamici (Vedi)

2) guardare il video demo (Vedi)

3) in alto di ogni pagina del software un punto interrogativo apre l’help esplicativo

4) Per qualunque informazione usare il modulo di contatto (Vedi)

TUTTI GLI RLS e RSU, I TECNICI e SPP POSSONO USARE LIBERAMENTE QUESTI STRUMENTI, POSSONO CHIEDERE CONSIGLIO E FORMAZIONE, PRENDERE CONTATTO CON NOI: con il modulo di contatto (Vedi), su Facebook, su Linkedin
La Dispensa della FLM sull’ambiente di lavoro (Vedi) indica il metodo di prevenzione per la salute e la sicurezza sul lavoro con la partecipazione diretta e la conoscenza dei lavoratori. In questo strumento, diffuso in migliaia di aziende italiane, sono comunicati i criteri da utilizzare nella individuazione dei pericoli per la salute, il metodo per impostare il confronto con i tecnici, la base per avviare la necessaria contrattazione.

PROPONIAMO UN CORSO (100 diapositive) PER GLI RLS e RSU, PER I TECNICI E PER LE SCUOLE SUPERIORI (Vedi)

Siamo di nuovo in una fase di grande trasformazione della tecnologia e della organizzazione del lavoro; bisogna saper influire in tempo sulle scelte ergonomiche della pianificazione dei nuovi processi di produzione e dei servizi. Contemporaneamente bisogna eliminare dalle aziende quelle scelte organizzative e tecnologiche che, dettate unicamente dall’obiettivo di profitto immediato, sono la causa della strage da infortuni e di usura e malattia psico-fisica dei lavoratori.

GUIDA DIRETTIVA MACCHINE 2006/42/CE ED.2019 EN

Aggiornamento alla 2a Edizione della Guida, denominato Edizione 2.2 – Ottobre 2019  studiofavari | 13 Novembre 2019

La direttiva 2006/42 / CE è una versione riveduta della direttiva macchine, la cui prima versione è stata adottata nel 1989. La nuova direttiva macchine è applicabile dal 29 dicembre 2009. La direttiva ha il duplice obiettivo di armonizzare i requisiti di salute e sicurezza applicabile alle macchine sulla base di un elevato livello di protezione della salute e della sicurezza, garantendo nel contempo la libera circolazione delle macchine sul mercato dell’UE. La revisione della Direttiva Macchine non introduce cambiamenti radicali rispetto alle versioni precedenti. Chiarisce e consolida le disposizioni della direttiva allo scopo di migliorarne l’applicazione pratica.

Mentre la direttiva macchine modificata veniva discussa dal Consiglio e dal Parlamento europeo, la Commissione ha convenuto di preparare una nuova guida alla sua applicazione.

Scopo della guida è fornire spiegazioni sui concetti e sui requisiti della direttiva 2006/42 / CE al fine di garantire un’interpretazione e un’applicazione uniformi in tutta l’UE. La guida fornisce anche informazioni su altre normative UE correlate. Si rivolge a tutte le parti coinvolte nell’applicazione della direttiva macchine, compresi produttori di macchinari, importatori e distributori, organismi notificati, normatori, agenzie per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e della protezione dei consumatori e funzionari delle pertinenti amministrazioni nazionali e autorità di vigilanza del mercato. Potrebbe anche interessare gli avvocati e gli studenti del diritto dell’UE nei settori del mercato interno, della salute e sicurezza sul lavoro e della protezione dei consumatori.

Va sottolineato che solo la direttiva macchine e i testi che attuano le sue disposizioni nel diritto nazionale sono giuridicamente vincolanti.

La 2a edizione della guida è stata approvata dal comitato macchine il 2 giugno 2010. In confronto alla 1a edizione, è stata completata con commenti sugli allegati da III a XI della direttiva macchine. Alcuni errori rilevati dai lettori sono stati corretti. Riferimenti e termini giuridici sono stati aggiornati in linea con il trattato di Lisbona – in particolare, laddove la direttiva si riferisce a “la Comunità”, la guida fa ora riferimento a “l’UE”.

A seguito di una discussione con l’industria, i commenti relativi a catene, funi e cinghie a scopo di sollevamento in §44, §330, § 340, §341 e §357 sono stati rivisti al fine di chiarire l’applicazione pratica dei requisiti relativi a questi prodotti.

La 2a Edizione include anche un indice tematico per facilitare la consultazione della Guida. La numerazione delle sezioni della Guida è invariata.

La guida tiene conto della modifica della direttiva 2006/42 / CE introdotta dal regolamento (CE) n. 569/2009 relativo alla procedura di regolamentazione con controllo per il comitato macchine. Tiene inoltre conto delle disposizioni del regolamento (CE) n. 765/2008 relative alla vigilanza del mercato, che si applicano in modo complementare.

Il 1 ° aggiornamento della 2a edizione della Guida, ulteriormente denominato Edizione 2.1, è stato completato per includere le modifiche apportate alla direttiva macchine dalla direttiva 2009/127 / CE relativa alle attrezzature per pesticidi e dal regolamento (UE) n. 167/2013 sul l’approvazione e la vigilanza del mercato dei veicoli agricoli e forestali (trattori). Inoltre, sono stati aggiunti orientamenti su “macchinari parzialmente completati” e “assiemi”, nonché l’inserimento di chiarimenti e correzioni ai concetti di “componenti di sicurezza”, “macchinari nuovi e usati”, “marcatura dei macchinari”. delle decisioni di orientamento chiave del gruppo di lavoro sui macchinari sono state integrate in questo testo.

Questo aggiornamento alla 2a Edizione della Guida, ulteriormente denominato Edizione 2.2, contiene una serie di chiarimenti e correzioni ai concetti di “componenti di sicurezza” e “macchinari parzialmente completati” e alcune modifiche per garantire coerenza con la Guida LVD. Ci sono due nuovi paragrafi aggiunti sulle unità di controllo della macchina (§417) e sui componenti di sicurezza che sono considerati unità logiche (§418).

La guida è pubblicata sul sito web della Commissione EUROPA in inglese. Questa edizione 2.2 aggiornata deve essere un documento vivo, modificato e aggiornato con nuove linee guida una volta approvato dal gruppo di lavoro macchine. Potrebbe essere disponibile in altre lingue dell’UE, ma solo la versione inglese sarà controllata dalla Commissione.

Pertanto, in caso di dubbio, la versione inglese dovrebbe essere presa come riferimento.

La guida può essere scaricata e presentata in un formato stampabile. Il testo della direttiva è presentato in corsivo rosso (i caratteri seguono in nero). La guida è stata preparata con l’aiuto di un gruppo editoriale2. Il precedente aggiornamento della 2a edizione è stato realizzato da un consulente esterno3 e dalla Commissione, assistiti da alcuni membri del gruppo editoriale. Questo aggiornamento è stato realizzato dai servizi della Commissione in base al contributo del gruppo editoriale. La Commissione4 desidera ringraziare calorosamente i membri del gruppo editoriale sia per l’enorme quantità di lavoro che hanno svolto, sia per lo spirito efficiente, costruttivo e cooperativo in cui sono state preparate le bozze. Parallelamente al lavoro del gruppo editoriale, un gruppo principale di macchinari istituito da Orgalime, compresi i rappresentanti dei principali settori di produzione di macchinari, ha fornito un contributo inestimabile dal settore. Le bozze preparate dal gruppo editoriale sono state presentate agli Stati membri e alle parti interessate per commenti. La Commissione desidera inoltre ringraziare tutti coloro che hanno formulato osservazioni. Abbiamo cercato di tenerne conto per quanto possibile.

Naturalmente, la Commissione si assume la piena responsabilità per il contenuto della Guida. I lettori sono invitati a comunicare eventuali correzioni o commenti in modo che possano essere presi in considerazione nella preparazione di futuri aggiornamenti o di una terza edizione rivista.

Bruxelles, ottobre 2019

COMPATIBILITA’ ELETTROMAGNETICA

COMPATIBILITA’ ELETTROMAGNETICA

Schema di propagazione di disturbi elettromagnetici tra un dispositivo sorgente di disturbi (EMC Source) e un dispositivo soggetto a tali disturbi (EMC Victim). In rosso i disturbi irradiati; in azzurro i disturbi condotti.

Nelle prove di compatibilità elettromagnetica quando si verificano le emissioni Source è il dispositivo da testare (DUT Device undertest), mentre Victimè lo strumento di misura dei disturbi.                                                             Le parti si invertono quando si fanno le prove di immunità (o suscettibilità)Il termine compatibilità elettromagnetica (EMC, dall’inglese Electromagnetic Compatibility) si riferisce alla disciplina, nell’ambito dell’ingegneria elettrica ed elettronica, che studia la generazione, la trasmissione e la ricezione non intenzionali di energia elettromagnetica in relazione agli effetti indesiderati che queste possono comportare, con l’obiettivo di garantire il corretto funzionamento nel medesimo ambiente dei diversi apparati che coinvolgono fenomeni elettromagnetici durante il loro funzionamento.

La descrizione della compatibilità elettromagnetica prende in considerazione diversi problemi:                                                                                         1 – i problemi di emissione si riferiscono alla riduzione della generazione non intenzionale di energia elettromagnetica e dalle contromisure atte ad evitare la sua trasmissione                                                                                                      2 – i problemi di suscettibilità (o immunità), si riferiscono invece al corretto funzionamento degli apparati elettrici ed elettronici in presenza di disturbi elettromagnetici provenienti dall’esterno. Quando, nell’ambito della compatibilità elettromagnetica, si prendono in considerazione disturbi elettromagnetici che si propagano in strutture guidanti quali conduttori metallici, ci si riferisce a problemi di suscettibilità ed emissione condotte (in azzurro nella figura1), quando invece ci si riferisce a disturbi propagati in uno spazio libero, ci si riferisce a problemi di suscettibilità ed emissione irradiata (radiata, irraggiata), indicati in rosso nello schema.

In passato i problemi di compatibilità elettromagnetica erano lasciati alla valutazione dei singoli produttori o regolamentate a livello nazionale. Gli sviluppi sempre più rapidi dell’elettronica e l’interscambio commerciale sempre più intenso hanno reso necessario imporre delle normative comuni di regolamentazione. Con la nascita dell’Unione europea, in particolare ,si è cercato di  unificare  la legislazione in materia e le normative proposte in sede comunitaria sono poi state ratificate dai parlamenti degli stati membri. L’Italia in particolare, ha approvato tali normative e dal 1º gennaio 1997 l’apposizione del marchio CE comporta il rispetto di normative specifiche su questi problemi (oltre al rispetto di altre normative relative alla sicurezza elettrica).

TECNICHE DI RISOLUZIONE :                                                                                      Tipicamente un metodo classico per evitare interferenze elettromagnetiche da e verso un apparato elettrico è quello della schermatura metallica dell’apparato in questione (gabbia di Faraday) : in tal modo onde elettromagnetiche incidenti o irradiate dall’apparato rimangono confinate in buona parte rispettivamente all’esterno e all’interno della struttura.

Con gabbia di Faraday si intende qualunque sistema costituito da un contenitore in materiale elettricamente conduttore (o cavo conduttore) in grado di isolare l’ambiente interno da un qualunque campo elettrostatico presente al suo esterno, per quanto intenso questo possa essere, ma un corpo esterno non sarà altrettanto isolato come quello interno, poiché, la gabbia, essendo attraversata da una carica elettrostatica attiva, una volta raggiunto un elevato potenziale elettrico cercherà di scaricare l’eccessiva potenzialità su corpi vicini esternamente.

È utilizzato il termine gabbia per sottolineare che il sistema può essere costituito, oltre che da un foglio metallico continuo, anche da una rete o una serie di barre opportunamente distanziate. Questo effetto schermante è utilizzato per proteggere ambienti e apparati da campi esterni, come per esempio quelli generati dai fulmini.

Un’altra applicazione si ha in elettronica per eliminare le interferenze di campi elettromagnetici esterni in apparecchi radio e per telecomunicazioni, oppure per evitare la fuoriuscita di campi elettromagnetici da un ambiente, come nel caso del forno a microonde. In quest’ultimo è presente una rete metallica sullo sportello: in questo modo, durante il suo utilizzo, si è schermati dalle microonde mantenendo la possibilità di vedere all’interno

 

Nelle realizzazioni pratiche l’effetto schermante è limitato dalla resistenza elettrica del materiale che per effetto Joule riduce l’entità delle correnti indotte. Molti materiali conduttori presentano, inoltre, il fenomeno del ferromagnetismo, che limita l’effetto schermante alle basse frequenze. La profondità a cui il campo elettromagnetico riesce a penetrare è descritta dall’effetto pelle.

2 – Cenni storici                                                                                                                           I problemi connessi alle interferenze elettromagnetiche nascono praticamente con l’inizio delle trasmissioni radio, con Guglielmo Marconi(1901). Verso il1920 cominciano a comparire sulle riviste specializzate articoli sull’argomento. Trasmettitori, ricevitori ed antenne non erano molto sofisticate (la selettività era molto approssimativa). Durante la seconda guerra mondiale l’uso di apparati radio, sistemi di navigazione e radar in modo diffuso comportò l’aumento dei problemi dovuti ad interferenze. Si tamponarono i problemi con una riassegnazione dello spettro delle frequenze (cosa abbastanza facile non essendo allora molto affollato). I problemi si aggravarono verso gli anni cinquanta con l’introduzione dei primi transistor, dei circuiti integrati (sessanta ) e dei primi microprocessori negli anni settanta. Negli ultimi anni, l’uso di tecniche digitali in sostituzione di quelle analogiche e l’elaborazione di segnali a frequenze sempre più elevate ha aumentato l’intensità delle sorgenti di disturbi La costante riduzione delle tensioni di alimentazione negli apparati elettronici ha inoltre reso gli stessi più sensibili ai disturbi.

Le unità di misura del campo magnetico :                                                                             Il Tesla è l’unità di misura adottata dal Sistema Internazionale (SI) per l’induzione magnetica (densità di flusso magnetico) . Esiste anche un’altra unità comunemente usata nella misura dell’induzione magnetica, il Gauss. 1 Tesla corrisponde a 10.000 (diecimila) Gauss.                                                           Poiché il Tesla è un unità molto grande, per la misura dei campi (elettro)magnetici a bassa frequenza nella pratica si fa riferimento ad un sottomultiplo dell’unità Tesla, il micro Tesla (abbreviato µT) pari ad un milionesimo di Tesla.  “1 micro Tesla equivale a 10 milli Gauss.”

Le unità di misura del campo elettrico                                                                           Per la misura dei campi elettrici si usa invece come unità di misura il Volt/metro (abbreviato V/m), relativo all’intensità del campo stesso.

Campi elettromagnetici e radiofrequenza.                                                                       Unità correlate :                                                                                                                              Il campo elettrico magnetico a radiofrequenza è talora quantificato nelle unità correlate A/m (campo magnetico) e W/cm2 (densità di potenza).

Intensità di campo elettrico e densità di potenza nelle onde elettromagnetiche In uno specifico mezzo, l’intensità del campo elettrico E è legata alla densità di potenza P (espressa in Watt/m2) dalla relazione:                               P(W/m2) = E2 / Z     Dove Z è l’impedenza del mezzo.

Per esempio, nel vuoto (Z=377) vale la seguente tabella di corrispondenza:  Il valore ‘limite’ di 6 V/m corrisponde dunque ad una densità di potenza di circa 0,1 W/m2. Si noti come la corrispondenza tra intensità di campo (V/m) e densità di potenza (W/m2) non è lineare ma quadratica: quando il campo aumenta di 10 volte, la densità di potenza aumenta di 100 volte.

                                                     Effetto triboelettrico                                                           L’effetto triboelettrico è un fenomeno elettrico che consiste nel trasferimento di cariche elettriche, e quindi nella generazione di una tensione, tra materiali diversi (di cui almeno uno isolante) quando vengono strofinati tra di loro. La parola che descrive il fenomeno deriva dal greco tribos, che significa appunto strofinio (da cui deriva anche tribologia: studio dei fenomeni di attrito, triboluminescenza: emissione luminosa di alcuni materiali per strofinio). L’ambra, per esempio, può caricarsi elettricamente in questo modo e attirare corpi leggeri. Questa proprietà era nota fin dall’antichità (Talete di Mileto VI secolo a.C., Teofrasto di Ereso, Plinio il vecchio), e portò alla nascita della parola “elettricità”, dal nome greco dell’ambra: electron.

                                DESCRIZIONE DEL FENOMENO                                                         La formazione delle cariche elettrostatiche non richiede necessariamente lo strofinio. In realtà il trasferimento di elettroni da un materiale all’altro si manifesta anche con il semplice contatto. Ad esempio nello srotolamento del nastro adesivo (di cellulosa). Qui non si ha strofinio. La striscia del nastro adesivo è a contatto con lo strato di collante. Quando si srotola il nastro si allontana la striscia di cellulosa dalla colla (che erano in buon contatto col nastro avvolto). Nel distacco si ha trasferimento di elettroni dalla colla al nastro: la colla si carica positivamente, il nastro sottostante negativamente. I potenziali elettrici che si generano sono dell’ordine delle decine di kV. Effetti triboelettrici possono manifestarsi anche tra solidi e liquidi o gas.

                                             EFFETTI MICROSCOPICI                                                       Mettere a contatto due superfici determina un fenomeno detto di adesione: si formano dei legami chimici nei punti di contatto. Per punti di contatto si intendono i punti in cui la distanza tra atomi dei due diversi materiali è dell’ordine di qualche Å. Si tratta, in genere, di piccole percentuali delle superfici vicine. In questi punti di interazione tra i due materiali gli elettroni sono legati ai rispettivi atomi con energie diverse e possono passare dagli atomi di un materiale in cui l’energia del legame è inferiore a quello in cui è maggiore. L’energia di legame per estrarre un elettrone è caratterizzata dalla funzione lavoro.                                                                                  I materiali che acquistano elettroni (carica elementare negativa) si caricano negativamente, mentre quelli che cedono elettroni si caricano positivamente. Se i materiali sono conduttori si avrà una redistribuzione uniforme degli elettroni in un tempo caratteristico (detto tempo di rilassamento); altrimenti la carica elettrica rimarrà localizzata nei punti in cui è avvenuto lo scambio, con effetto triboelettrico più accentuato. Lo strofinio non fa altro che aumentare, nel tempo, i punti di contatto tra le superfici e quindi moltiplicare il fenomeno. Va notato che nel contatto si può manifestare anche scambio di ioni o frammenti di intere molecole e che a livello microscopico vi sono aspetti del fenomeno simili all’attrito. Al momento del distacco, a causa del forte campo elettrico presente, si manifestano fenomeni di scarica elettrica che portano a riscaldamento (fenomeni piroelettrici) e ritorno parziale degli elettroni scambiati al materiale originario (in inglese: Charge backflow).

                                         EFFETTI MACROSCOPICI                                                                 È esperienza comune la piccola scarica elettrica che si manifesta (particolarmente quando l’umidità presente nell’aria è modesta) dopo aver camminato su un tappeto sintetico e si tocca la maniglia di una porta. Se il tappeto è di nylon e le suole delle scarpe sono di gomma il contatto tra scarpe e tappeto crea un trasferimento di elettroni dal tappeto alle scarpe lasciando il tappeto carico positivamente e le suole delle scarpe cariche negativamente. Entrambi i materiali sono (isolanti) e quindi le cariche restano localizzate. Per induzione (o influenza) elettrostatica tra le scarpe e il corpo umano (conduttore) si ha una separazione di cariche: i piedi si caricano positivamente e la parte alta del corpo, come le mani, si carica negativamente. Quando si avvicina la mano alla maniglia della porta la carica negativa si trasferisce rapidamente (i tempi sono dell’ordine del microsecondo) verso di essa producendo, in versione ridotta, un processo simile alla formazione di un fulmine. Va notato che tensioni statiche generate in questo modo se inferiori a circa 3500 Volt non vengono avvertite da una persona ma possono danneggiare un computer se non adeguatamente protetto.

         TRIBOELETTRICITA’ NEL COMMERCIO E INDUSTRIA                                     I circuiti integrati usati negli apparati elettronici moderni sono molto sensibili alle scariche elettriche (a differenza delle vecchie apparecchiature a valvole termoioniche). I problemi che ne possono derivare vanno dal temporaneo malfunzionamento con perdita di dati, a danni permanenti o latenti. Proprio per questo non è più possibile mettere in commercio (marchio CE) apparecchi che non rispettino alcune normative specifiche (test EMC e nello specifico: test ESD ElectroStatic Discharge) che garantiscono una certa immunità a questi disturbi. Anche l’industria che costruisce apparecchiature elettroniche deve creare aree opportunamente protette dalle cariche elettrostatiche in cui avviene la manipolazione e il montaggio di componenti particolarmente delicati.

 

CORSO MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI

CORSO MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI

EQUILIBRIO DEL CORPO

La base d’appoggio del corpo umano in stazione eretta è costituita dalla pianta dei piedi e dallo spazio interposto fra essi

Un corpo è tanto più stabile quanto più ampia è la sua base d’appoggio e quanto più basso è il suo baricentro

Una base d’appoggio adeguata offre maggior equilibrio, evita continui e dispendiosi aggiustamenti posturali diminuendo il carico discale

LAVORARE SEMPRE : * ALLARGANDO LA BASE DI APPOGGI ED   ABBASSANDO IL BARICENTRO

SE SI DEVONO SOLLEVARE DEI PESI… :                                                                          non tenere le gambe dritte                                                                                                    non tenere il peso lontano dal corpo                                                                           portare il peso vicino al corpo e piegare le ginocchia;                                            tenere un piede più avanti dell’altro per avere più equilibrio

SE SI DEVE PORRE IN ALTO UN OGGETTO :                                                                        evitare di inarcare troppo la schiena                                                                               usare uno sgabello o una scaletta per arrivare all’altezza desiderata

SE SI DEVONO SPOSTARE DEGLI OGGETTI :                                                            evitare di ruotare solo il tronco, girare tutto il corpo, spostando anche la/le gambe.

SE SI DEVE MUOVERE UN CARICO :è preferibile spostare oggetti nella zona compresa tra l’altezza delle spalle e l’altezza delle nocche (mani a pugno con braccia lungo i fianchi) ricordatelo quando devi stoccare gli oggetti sugli scaffali!                                                                                                                                            più in alto e più in basso, metti gli oggetti più leggeri o che devi movimentare raramente.

RICHIEDERE E UTILIZZARE GLI ATTREZZI  :                                                                   per movimentare carichi di peso superiore ai 25 KG o di dimensioni particolari, si DEVONO utilizzare gli attrezzi opportuni!!!!

QUANDO SI TRASPORTANO PESI :                                                                               evitare di portare un grosso peso con una mano sola è meglio suddividerlo in due pesi, da portare con le due mani.                                                                                non sollevare bruscamente il peso e se lo stesso è superiore a 25 KG o senti di non farcela, fatti aiutare da un’altra persona.

CONTROLLARE LA POSTAZIONE DI LAVORO :                                                               SE SI DEVE LAVORARE A LUNGO IN PIEDI: non stare con la schiena curva e regolare il piano di lavoro in modo che i gomiti possano stare ad angolo retto ed appoggiare alternativamente un piede su un rialzo.

SE SI DEVE LAVORARE A LUNGO SEDUTO :                                                                    non lavorare a lungo con le braccia sollevate                                                         cercare sempre di creare un appoggio per le braccia                                                       in tutti i casi, non stare seduto fermo per più di 30-40 minuti consecutivi: cambiare spesso posizione, alzarsi, fare qualche passo per sgranchire collo, spalle, schiena e gambe

Il corso prosegue indicando quali possono essere i rischi per il nostro corpo, analizzando le varie posture e la regola per l’applicazione della norma citata sulle tabelle NIHOS E OCRA

Il nuovo D.V.R.: strumento di gestione della prevenzione e di miglioramento continuo

Il Documento di Valutazione dei Rischi è stato istituito dal D.Lgs. 626/94 e successivamente arricchito nelle sue funzioni dal D.Lgs. 81/2008. I decreti hanno applicato la direttiva europea sulla prevenzione dei rischi professionali. Dunque il DVR (con denominazioni diverse ma con analoghe funzioni) è un adempimento valido per tutti i paesi della Unione Europea.
Cosa è?
Il DVR è la trasposizione, per iscritto, della valutazione dei rischi resa obbligatoria per ogni datore di lavoro.
Il DVR è obbligatorio per tutte le imprese o associazioni con più di un lavoratore. L’assenza del documento, in caso di controllo degli organismi di vigilanza sul lavoro, può essere sanzionata.
L’analisi e la valutazione dei rischi riguarda “tutti” i rischi che possono nuocere alla salute e alla sicurezza di ogni lavoratore (e le loro interrelazioni) e le azioni tese a ridurli o eliminarli.
Il Documento di Valutazione dei Rischi registra l’analisi dei rischi e le azioni da eseguire per prevenirli (a loro volta sintetizzate e organizzate nel Piano di Azione).
Il DVR non è solo un documento obbligatorio, ma uno strumento di gestione necessario della prevenzione dei rischi.
Questo documento deve essere costantemente aggiornato. In ogni caso deve essere aggiornato in occasione di ogni mutamento importante che modifichi le condizioni di igiene o di sicurezza del lavoro, al fine
di precisare un programma di azione di prevenzione che deriva direttamente dalle analisi e dalle valutazioni effettuate e di determinare il loro livello di efficacia e di attuare le azioni e le buona pratiche per prevenire i rischi.
Il documento deve dunque divenire un vero strumento di prevenzione.
La validità del documento non deriva pertanto da un controllo statico, quanto dalla capacità che la struttura
e le informazioni del documento ha di accompagnare il processo continuo di prevenzione.

                                      I passi del sistema di gestione attraverso il DVR :
La parte più impegnativa e che richiede più competenze professionali è quella iniziale, in cui si pongono le basi per un efficace sistema di gestione.
Il DVR, per essere efficace e divenire uno strumento dinamico, va costruito insieme alle persone dell’azienda in base alle loro competenze e conoscenze.
1) Il primo passo è la costruzione dell’ossatura del documento che è costituita dalla identificazione, all’interno dell’azienda e del suo insediamento, della struttura aziendale (dei luoghi di lavoro, delle fasi di lavoro e dei macchinari e delle attrezzature – unità aziendali);
2) Esame della documentazione aziendale e suo eventuale completamento a partire dalle planimetrie: dichiarazioni di conformità, autorizzazioni (periodiche o meno), procedure di collaudo o controllo (periodici o meno), schede di sicurezza dei materiali predisposte dai fornitori (eventualmente da richiedere se mancanti o non aggiornate o non conformi), manuali operativi, procedure operative e di buona pratica esistenti (da verificare durante l’analisi), metodi e contenuti in essere della formazione e
dell’apprendimento (da verificare durante l’analisi);
3) Questo permette di collocare fisicamente il flusso di produzione nella struttura aziendale e di identificare l’organizzazione del lavoro (le mansioni) che operano;
4) All’organizzazione del lavoro partecipano lavoratori, la cui storia lavorativa va registrata e correlata alle possibili sorgenti di
rischio;
5) Ogni unità aziendale è quindi oggetto di analisi per tutti gli aspetti di rischio intrinseci o prodotti in condizioni di normale attività o che possono
derivare dallo svolgimento del lavoro o ancora che possono relazionarsi alle caratteristiche delle unità più prossime. Nell’analisi si tiene
conto anche dei dati ricavati dal Registro Infortuni, dalla conoscenza o registrazione di eventi potenzialmente pericolosi e dalle indicazioni emergenti dai dati anonimi e collettivi dei controlli sanitari. Ove necessario
si dovrà procedere alla rilevazione di misurazioni ed agli opportuni calcoli di esposizione. Dalla analisi descrittiva ne discende una valutazione che è una espressione ragionata sull’esistenza o meno e sulla natura degli eventuali rischi residui riscontrati;
6) In ogni situazione in cui l’analisi fa presumere possano esistere rischi residui è necessario prevedere azioni correttive: esse possono essere di tipo meccanico, logistico, organizzativo, inerenti l’organizzazione del lavoro, la formazione, le procedure da rispettare e le buone pratiche;
7) Se sono stati individuati rischi residui e sono state quindi definite azioni correttive è necessario definire l’urgenza della loro attuazione (se la mancata applicazioni di misure correttive può avere effetti probabilmente gravi o molto gravi può anche essere opportuno sospendere l’esecuzione di
determinate operazioni o l’uso di determinate attrezzature);
8) Sulla base dell’approfondimento precedente è necessario riesaminare e completare contenuti e metodi della formazione e dell’apprendimento, identificando ciò che è necessario per lo svolgimento di ciascun lavoro, definendo in tal modo un piano formativo a partire dall’assunzione e dal
cambio campione e le carenze esistenti;
9) Sempre su questa base vanno completate e rese funzionali le procedure operative e di buona pratica nei diversi ambiti del flusso lavorativo, da tutti i punti di vista utili per la prevenzione (assunzione e cambio mansione, controlli delle misure di prevenzione, manutenzione, prevenzione incendi e
emergenza, misurazioni) valutandone le necessità di periodicità e di straordinarietà, verificando le difficoltà di traduzione in comportamenti costanti, condensando ciò in un manuale in modo da facilitarne la costante
verifica e il progressivo adeguamento;
10) Si dovrà anche valutare con il medico competente gli eventuali protocolli sanitari definiti in base ai rischi, le procedure di sorveglianza sanitaria e l’applicazione delle cautele che ne possono derivare.
Il risultato del lavoro descritto comporrà il Documento di Valutazione dei Rischi e il Piano di Azione.
                                                                          Metodo:
L’unico metodo efficace per completare questa prima fase che, ripetiamo, è la base fondamentale per il sistema di gestione, è saper unire la competenza della/e persona/e che la sviluppano con l’esperienza e la conoscenza delle persone che operano in azienda. Per meglio spiegare non sarà efficace una analisi dei rischi che non contenga l’esperienza dei lavoratori, né efficace una misura correttiva o una procedura che non venga esaminata e discussa con le persone interessate o che possa, nella pratica, essere ostacolata dal
comportamento di altri settori aziendali.

Il vantaggio di disporre di un sistema informativo come “Sistema Ambiente” aiuta ad essere analitici e a utilizzare bene l’interattività con l’azienda e le
sue persone: seguendo il metodo la ricostruzione della realtà, anche se complessa, fluisce in modo lineare. Per evitare che l’acquisizione dei dati e la loro correzione sia lunga ed in molti casi difficoltosa il sistema dà la possibilità di introdurre i dati in modo progressivo e flessibile, risparmiando molte difficoltà. È poi un vantaggio molto importante
la possibilità di utilizzare l’organizzazione del database ed i suoi archivi per registrare in modo guidato, coordinare e relazionare efficacemente tutti i dati (aumentandone l’efficacia) che diversamente si dovrebbe gestire in modo dispersivo o farraginoso e senza il necessario riferimento alla organizzazione del lavoro.
                                                 Il Piano di Azione dinamico
Il Piano di Azione è un elenco delle azioni correttive ricavate durante l’analisi con l’indicazione della urgenza e della data prevista di
esecuzione. Il Piano di Azione non è però un documento che si
chiude in un cassetto: va costantemente tenuto sotto controllo nelle sue scadenze, deve essere aggiornato qualora le date di effettuazione
dovessero subire una proroga e quando l’azione correttiva ha attuazione (in tutto o in parte).
L’attuazione della misura correttiva dà origine anche ad una integrazione del DVR: va infatti verificato che l’intervento è realizzato (ove
necessario anche con fotografie prima e dopo la sua realizzazione) e soprattutto va verificata l’efficacia dell’intervento: ciò comporta o il
rifacimento della scheda di analisi e valutazione dell’unità in esame (possibile in tempo reale solo con “Sistema Ambiente”) o la stesura di un verbale descrittivo. È certo che dopo l’intervento le condizioni di rischio saranno modificate (e se non sono modificate significa che l’intervento non era appropriato). Va quindi scritta una integrazione al documento, sulla base di un riesame della precedente analisi e valutazione, che memorizzi
l’intervento già compiuto e analizzi e valuti i rischi tuttora residui, prevedendo, se necessario, ulteriori misure correttive.
Ecco quindi che sia il DVR che il PdA verranno arricchiti di elementi di analisi, di valutazione e di azione che si aggiungono o modificano i
precedenti.
Questo processo continuerà fino alla valutazione che non esistono rischi residui (quanto meno prevedibili ma non annullati).
Quando le azioni correttive sono ripetitive (ad es. aspetti di formazione o procedure operative) non sarà sufficiente prendere atto del loro avvio, ma
sarà necessario prevedere una loro verifica periodica con le persone interessate che permetta di comprendere la validità della impostazione o la
necessità di miglioramento.
Anche in questo caso l’utilizzo di uno strumento come “Sistema Ambiente” permette di effettuare il controllo delle scadenze e la registrazione delle
modifiche e degli aggiornamenti con grande facilità e rapidità producendo la documentazione opportuna in tempo reale.
                                   DVR e Modifiche delle condizioni di rischio
Tutte le realtà aziendali si modificano costantemente, oggi molto più frequentemente a causa della flessibilità dei mercati e delle necessità
produttive.
Quando ci sono modifiche che cambiano anche l’organizzazione del lavoro e le condizioni di rischio in modo significativo, è necessario aggiornare
l’analisi e la valutazione del rischio e l’eventuale
                                                               Piano di Azione.
Il mancato aggiornamento può essere considerato come assenza del DVR per quel settore aziendale e quindi sanzionabile.
Ma al di là della sanzione, si inizia ad avere segmenti dell’azienda privi di analisi corretta e gradatamente nel corso dei mesi il lavoro iniziale
che abbiamo compiuto perde la sua aderenza con la realtà in cui dobbiamo gestire la prevenzione.
È per questo che una gran parte delle aziende, dopo aver effettuato l’analisi dei rischi con l’entrata in vigore del D.Lgs 626/94 ha dovuto con il              D.Lgs 81/2008 in pratica rifare il documento da zero.
Il DVR è invece un riferimento costante per tenere sotto controllo e guidare la prevenzione: se l’RSPP non è messo in grado di esaminare preventivamente le modifiche e non procede successivamente a aggiornare gli elementi utili, la gestione della prevenzione diviene rapidamente
una cosa formale e viene percepita dai settori operativi dell’azienda come corpo estraneo.
Ecco dunque la necessità di una integrazione del DVR e se necessario del Piano di Azione o come diretto arricchimento del documento (nel caso si
utilizzi “Sistema Ambiente”) o come verbale di integrazione: sarebbe opportuno che il verbale descrittivo fosse esaminato e controfirmato dai
preposti e dagli RLS interessati. Ciò documenta che l’attività di prevenzione è stata coinvolta nella modifica e l’ha verificata e nello stesso tempo dà
modo alle funzioni di prevenzione di coordinarsi in modo positivo con le altre funzioni aziendali.
Anche in questo caso l’utilizzo di uno strumento come “Sistema Ambiente” permette di effettuare la registrazione delle modifiche e degli aggiornamenti con grande facilità e rapidità producendo la documentazione opportuna in tempo reale.
                                  L’aggiornamento periodico e organico del DVR
In certi paesi europei l’aggiornamento completo del documento è previsto con cadenza almeno annuale.
In Italia, poiché il documento è visto purtroppo unicamente formale, questa esigenza non viene avvertita.
Eppure è un po’ come il bilancio annuale o gli inventari: se la nostra gestione economica e finanziaria non fosse vincolata ad una chiusura e
verifica annuale gli squilibri di gestione sarebbero molto più gravi e diverrebbero rapidamente ingestibili.
                                           Il DVR è invece uno strumento di lavoro:
periodicamente e in modo programmato dobbiamo riprenderlo in mano con tutte le integrazioni che man mano abbiamo fatto e riesaminare tutte le
analisi, i problemi di sicurezza che sono insorti, gli infortuni che sono avvenuti, gli eventi potenzialmente pericolosi che si sono verificati, le
indicazioni elaborate dal medico competente sulla base della sorveglianza sanitaria.
Compiere questo aggiornamento ci permette anche di comprendere gli errori di valutazione che sono stati fatti in precedenza (è proprio questo il senso della valutazione: essere in grado di capire se e perché abbiamo giudicato bene o male una condizione di rischio, seguendo il metodo del
sbagliando si impara) oppure i limiti e le insufficienze di formazione di prassi operative..
Questo permette anche di arricchire l’efficacia del piano di azione e di giudicare quanto ci siamo avvicinati all’obbiettivo di ridurre e eliminare i rischi.
                                                                      Metodo:
Molto più che nella fase iniziale è efficace unire le competenze con l’esperienza dei lavoratori: infatti in questa fase ci troviamo con degli elaborati che possono essere arricchiti e corretti in modo positivo
e costruttivo.
Se preposti e lavoratori interessati hanno la possibilità di verificare e ragionare sulla parte di DVR che li riguarda, fornendo anche proposte,
l’aggiornamento periodico diventa una occasione di adeguamento importante della cultura aziendale.
Si tratta di un processo continuo di miglioramento che è efficace se esiste informazione distribuita.
L’utilizzo di “Sistema Ambiente” permette come sempre in questa occasione di procedere rapidamente all’aggiornamento dei dati, per quanto corposo e di fornire la documentazione opportuna.
Ma la funzione più importante la svolge con le sue funzioni interattive di informazione distribuita e di validazione dei dati.

SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE

                                        CORSO SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE                                  Il corso si prefigge di portare a conoscenza delle persone che usano o manipolano le sostanze chimiche nell’ambito domestico od hobbistico, quali possano essere i rischi a cui vanno incontro.

In particolar modo si insiste sulla corretta interpretazione dei simboli che ci sono sulle etichette, specificando le modifiche effettuate dalla nuova legislazione sulle figure dei simboli stessi.

                       

 

 

 

 

SISTEMA AMBIENTE

DIGITALIS S.r.l. – Via Belfiore 24 – 10125 TORINO (Italia)                                      Tel 39,011,6688383 e-mail: digitalis@iride.to.it                                                             Contatti: www.sistemaambiente.net/Contatti.htm

metodo analitico                                                                                                                         reports trasparenti per qualsiasi controllo                                                   supporto per la ISO 14000, 18000, 22000                                                               utilizzo in rete, Intranet e Internet                                                                          disponibile in modalità multilingue                                                                            uno strumento per la corretta gestione della sicurezza sul lavoro            l’elaborazione della contabilità e del Bilancio ambientale alla portata di tutte le azienda                                                                                                                      uno strumento per la corretta gestione della sicurezza sul lavoro            l’elaborazione della contabilità e del Bilancio ambientale alla portata di tutte le aziende

                                           UNO STRUMENTO CHE:                                                                   Permette di organizzare i dati in modo più articolato                                         Rende la prevenzione più tecnica e meno burocratica                              Introduce conoscenza nell’azienda

                             PERMETTE DI ESEGUIRE IN MODO GUIDATO :                                     l’analisi e la prevenzione dei rischi lavorativi e di autocertificarla in tempo reale                                                                                                                                       pianificare e documentare le procedure                                                                            gestire la movimentazione dei rifiuti e la Igiene alimentare                              gestire la qualità ambientale e le emissioni di ogni unità aziendale             ottenere automaticamente la contabilità ambientale e elaborare il bilancio del sito e dei prodotti con utilizzatori di lingue diverse

La prevenzione deve essere trasparente e comprensibile a tutti      

                                           IMPORTANTE DA RECEPIRE :                                                          L’autocertificazione è il risultato della registrazione dei dati, non di operazioni di editing

  • Il nuovo D.V.R.: strumento di gestione della prevenzione e di miglioramento continuo
  • Il Documento di Valutazione dei Rischi è stato istituito dal D.Lgs. 626/94 e successivamente arricchito nelle sue funzioni dal D.Lgs. 81/2008. I decreti hanno applicato la direttiva europea sulla prevenzione dei rischi professionali.  Dunque il DVR (con denominazioni diverse ma con analoghe funzioni) è un adempimento valido per tutti i paesi della Unione Europea.
  • COSA E’ IL D.V.R. ?

    Il DVR è la trasposizione, per iscritto, della valutazione dei rischi resa obbligatoria per ogni datore di lavoro. Il DVR è obbligatorio per tutte le imprese o associazioni con più di un lavoratore. L’assenza del documento, in caso di controllo degli organismi di vigilanza sul lavoro, può essere sanzionata.

    L’analisi e la valutazione dei rischi riguarda “tutti” i rischi che possono nuocere alla salute e alla sicurezza di ogni lavoratore (e le loro interrelazioni) e le azioni tese a ridurli o eliminarli.

    Il Documento di Valutazione dei Rischi registra l’analisi dei rischi e le azioni da eseguire per prevenirli (a loro volta sintetizzate e organizzate nel Piano di Azione).

    Il DVR non è solo un documento obbligatorio, ma uno strumento di gestione necessario della prevenzione dei rischi.

    Questo documento deve essere costantemente aggiornato.                                     In ogni caso deve essere aggiornato in occasione di ogni mutamento importante che modifichi le condizioni di igiene o di sicurezza del lavoro, dalle analisi e dalle valutazioni

    Va inserito un programma di azione di prevenzione che deriva direttamente dalle analisi e dalle valutazioni effettuate e di determinare il loro livello di efficacia e di attuare le azioni e le buona pratiche per prevenire i rischi.

    Il documento deve dunque divenire un vero strumento di prevenzione.

    La validità del documento non deriva pertanto da un controllo statico, quanto dalla capacità che la struttura e le informazioni del documento e le informazioni del documento ha di accompagnare il processo continuo di prevenzione.

    Il DVR, per essere efficace e divenire uno strumento dinamico, va costruito insieme alle persone dell’azienda in base alle loro competenze e conoscenze.

    Oltre al S.P.P. , alla stesura del documento debbono partecipare tutte le maestranze, dai dirigenti, dai capi e dagli operai stessi.

    Molto importante è il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori che il Dlgs 81/08 indica come RLS, perché anche loro hanno una responsabilità ben definita dalla legge stessa.

    PROTEZIONI DOCUMENTI

  • Protezioni: Chiavi a singoli archivi e records ; oscuramento dati sensibili     Documenti: Aggiornamento in tempo reale, stampe, testi word, tabelle excel, files pdf

    Analisi e Valutazione luoghi, fasi di lavoro, macchinari e componenti             Gestione del rischio chimico – Atmosfere esplosive                              Configurazione Mansioni                                                                                              Schede di Sicurezza Agenti chimici e Prodotti                                                Direttiva Macchina                                                                                                                  Prevenzione e classificazione rischio di Incendio                                                    Rischio in gravidanza                                                                                                                  Servizi e cantieri mobili                                                                                                              Igiene alimentare e Haccp

                                                           PIANO DI SICUREZZA

  • Gestione delle procedure (manutenzioni, prev.incendi, verifiche e misure)Pianificazione e Gestione del Piano di Azione.                                               Registro degli interventi                                                                                           Gestione autorizzazioni, collaudi e verifiche                                                    Registrazione e reports rilevazioni strumentali e misure                        Procedure di Qualità e Registro degli Eventi
  • Gli strumenti di prevenzione dei lavoratori
  • Anagrafica dei lavoratori dipendenti e di aziende in appalto            Storicizzazione della esposizione ai rischi                                                       Gestione assegnazione D.P.I.                                                                         Registrazione degli Infortuni e statistiche                                                                 Calcolo livello equivalente di esposizione(rumore, vibrazioni, agenti chimici)                                                                                                                                             Gestione della Formazione, Informazione, -e-learning                                             Analisi dei rischi ergonomici e della movimentazione dei carichi                        Carico di lavoro in ambiente ospedaliero                                                              Schede di valutazione del rischio da parte del gruppo interessato
  • Gestione Sanitaria
  • Configurazione e pianificazione dei protocolli                                                                Gestione di cartelle sanitarie, analisi cliniche e vaccinazioni                    Cartella di visita di medicina del lavoro ed elaborazione dati biostatistici
  • Gestione dei fattori ambientali
  • Emissioni in atmosfera                                                                                                           Scarichi idrici                                                                                                            Movimentazione dei Rifiuti                                                                           Movimentazione dei materiali                                                                                                Gestione del consumo energetico                                                                                     Modulo Industria Estrattiva                                                                                Configurazione del ciclo dei prodotti e bilancio ambientale per prodotto          Contabilità ambientale automatica e elaborazione del Bilancio ambientale

 

MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI

Il corso sulla movimentazione manuale dei carichi si prefigge di informare e formare tutti gli operatori interessati a questa forma di rischio, naturalmente comprese anche le persone che ruotano nell’ambiente domestico (massaie, cuoche, ecc…) e coloro che svolgono degli hobby che comportano la movimentazione manuale dei carichi stessi.

EQUILIBRIO DEL CORPO

DURANTE LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

La base d’appoggio del corpo umano in stazione eretta è costituita dalla pianta dei piedi e dallo spazio interposto fra essi

Un corpo è tanto più stabile quanto più ampia è la sua base d’appoggio e quanto più basso è il suo baricentro

Una base d’appoggio adeguata offre maggior equilibrio, evita continui e dispendiosi aggiustamenti posturali diminuendo il carico discale

SE SI DEVE SOLLEVARE DEI PESI…

non tenere le gambe dritte

non tenere il peso lontano dal corpo

portare il peso vicino al corpo e piegare le ginocchia; tenere un piede più avanti dell’altro per avere più equilibrio

SE SI DEVE MUOVERE UN CARICO…

è preferibile spostare oggetti nella zona compresa tra l’altezza delle spalle e l’altezza delle nocche (mani a pugno con braccia lungo i fianchi)

 ricordatelo quando devi stoccare gli oggetti sugli scaffali!

più in alto e più in basso, metti gli oggetti più leggeri o che devi movimentare raramente

per movimentare carichi di peso superiore ai 25 KG o di dimensioni particolari, si DEVONO utilizzare gli attrezzi opportuni!!!!

evitare di portare un grosso peso con una mano sola

 è meglio suddividerlo in due pesi, da portare con le due mani

non sollevare bruscamente il peso

se il peso è superiore a 25 KG o senti di non farcela, fatti aiutare da un’altra persona

CONTROLLARE LA POSTAZIONE DI LAVORO

SE SI DEVE LAVORARE A LUNGO IN PIEDI:

non stare con la schiena curva 

regolare il piano di lavoro in modo che i gomiti possano stare ad angolo retto

appoggiare alternativamente un piede su un rialzo

SE SI DEVE LAVORARE A LUNGO SEDUTO:

non lavorare a lungo con le braccia sollevate

cercare sempre di creare un appoggio per le braccia

in tutti i casi, non stare seduto fermo per più di 30-40 minuti consecutivi: cambiare spesso posizione, alzarsi, fare qualche passo per sgranchire collo, spalle, schiena e gambe

IL CORSO PROSEGUE CON LA SPIEGAZIONE SU COME VANNO CORRETTAMENTE SPOSTATI I CARICHI MANUALI MEDIANTE PROIEZIONI DI SLIDE E FOTO PER MEGLIO SPECIFICARE IL RISCHIO.

 

LA CRONOLOGIA NORMATIVA SULLA SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO

LA CRONOLOGIA DELLE NORMATIVA SULLA SICUREZZA SUL LAVORO L’avvento della grande industria e la formazione del capitalismo.                            La questione operaia emerge in tutta la sua drammaticità sin dalla nascita del Regno d’Italia.

L’industrializzazione permise un notevole progresso economico, accompagnato però da  un forte aumento del costo della vita, con conseguente crescita della miseria dei prestatori d’opera i cui salari erano insufficienti a soddisfare le più elementari esigenze di vita. Ciò portò i lavoratori all’ineluttabile necessità di associarsi per resistere alla “dittatura contrattuale” degli imprenditori.

Nella prima metà del secolo XIX, l’avvento della grande industria e la formazione del capitalismo determinarono da un lato la divisione tra il capitale ed il lavoro e dall’altro il distacco tra il lavoratore e l’imprenditore. Si delineò, quindi, quel complesso di fenomeni politico-economici individuati nell’espressione “questione sociale”.

I pubblici poteri, intanto, cominciavano ad avvertire l’urgenza di qualche intervento per assicurare più umane condizioni di lavoro. Veniva promulgata nel 1886 la legge di tutela del lavoro dei fanciulli negli opifici industriali, nelle cave e nelle miniere. Nel 1899 veniva assicurata  la tutela della integrità fisica  del prestatore d’opera  con il Regolamento generale per la prevenzione degli infortuni (R.D. 18 giugno 1899, n. 230).

´Nel nuovo Regno d’Italia i primi sindacati nacquero come “coalizioni di mutuo aiuto e difesa”, con lo scopo di regolare la concorrenza tra i lavoratori bisognosi di lavoro alleviando le condizioni di inferiorità degli stessi di fronte agli imprenditori.

´Con la costituzione della Confederazione generale del lavoro, nel 1906, prevalentemente orientata verso un socialismo riformista, il movimento sindacale cominciava ad operare per l’elevazione  del proletariato.

´All’entrata in vigore della Carta del lavoro fascista – la quale sancì l’obbligo per gli organi dello Stato di sorvegliare l’osservanza delle leggi sulla prevenzione degli infortuni e la polizia del lavoro – segui l’istituzione dell’Ispettorato corporativo, con il R.D. 28 dicembre 1931, n.1684, che ampliò grandemente il campo d’intervento assumendo la funzione di vigilanza per l’attuazione  di tutta la legislazione del lavoro nelle aziende industriali, commerciali, negli uffici, in agricoltura.

´Significative per la tutela della salute furono la legge 26 aprile 1934, n.653, sulla protezione delle donne e dei fanciulli, con precise disposizioni sul trasporto e sollevamento pesi.

L’INCONTRO prosegue con la spiegazione tramite slide della cronistoria delle leggi dai Savoia al D.Lgs. 81/2008, corretto ed integrato dal successivo D.Lgs. 106/2009, emanato dall’Esecutivo su delega del Parlamento, ha armonizzato, razionalizzato e coordinato la massa di disposizioni legislative che durante mezzo secolo si erano affastellate rendendo incerta l’applicazione puntuale delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro.