La conferenza si basa sul come comportarsi quando si è in presenza di pericoli che si possono tramutare in rischi per la salute e l’incolumità dei nostri figli e nipoti. Inoltre insisto molto sul nuovo (o vecchio) fattore di attualità : il BULLISMO
´Il bullismo è un fenomeno sociale complesso che sta occupando sempre più spazio nelle nostre cronache causando una giusta preoccupazione. Nella lotta a queste forme di abuso tra coetanei, gli adulti possono e devono fare la differenza: il bullismo, sempre più diffuso e studiato, implica infatti una presa di responsabilità di tutta la società. È importante, quindi, saperlo riconoscere promuovendo una cultura del rispetto e del dia-logo, per una crescita sana dei nostri bambini e adolescenti. ´È possibile identificare il bullismo in due forme principali – diretto e indiretto – che si verificano attraverso differenti modalità: di tipo verbale, gestuale, fisico o relazionale. Accanto alle tradizionali forme di bullismo, se ne è diffusa, purtroppo, una nuova, il cy-berbulling o “bullismo elettronico”, messo in atto attraverso cellulari, sms, mms, posta elettronica, blog, ecc., per molestare o minacciare una persona o un gruppo.
´Per le forme spesso subdole in cui si manifesta, spesso i genitori ignorano non tanto l’esistenza del problema sociale in sé, quanto il fatto che il disagio potrebbe riguardare molto da vicino i propri figli. Questo è dovuto al fatto che le vittime di maltrattamenti psicologici o fisici parlano raramente con gli adulti delle violenze che subiscono, chiudendosi in se stessi per evitare di affrontare una condizione di permanente malessere, sofferenza e vulnerabilità. Ma quel che è peggio, è che spesso il silenzio nasconde un senso di doloroso isolamento, la vergogna per il non saper reagire al prevaricatore o la paralizzante paura di subire maggiori violenze per averne parlato con un adulto. In questo senso, l’intervento della famiglia è determinante, in quanto i genitori, insieme agli insegnanti, devono essere in grado di percepire e riconoscere i segnali di un eventuale disagio che i figli, vittime del fenomeno, possono manifestare in modo espresso o inespresso (tra i segnali più frequenti ed emblematici, il non voler parlare di ciò che accade a scuola, il cercare scuse per non andare a scuola o il volerci andare solo se accompagnati).
´Il silenzio è il più forte alleato dei bulli: proprio per questo, in un clima di rassicurante dialogo e fiducia che avvicina bambini e adulti, i genitori possono affrontare l’argo-mento e stimolare il racconto ricordando che a tutti è capitato qualche volta nella vita di aver subito forme ed episodi di arroganza o di prepotenza che possano aver leso la sensibilità, creando disagio, imbarazzo o spavento. È importante far capire ai più piccoli che la prima cosa da fare è parlarne con un adulto – genitore, nonno, insegnante, un amico di famiglia – e raccontare quello che sta succedendo, senza mai aver paura di chiedere aiuto.