IL POSTO DELL’ANIMA

Il posto dell’anima è un film del 2003, diretto da Riccardo Milani, girato prevalentemente a Vasto e in altre località della provincia di Chieti in Abruzzo

Il film è stato girato quasi tutto a Vasto, nella località al mare di Punta Penna dove è sito il faro e la fabbrica del film, nella piazza del Duomo di Vasto (scena della pupazza bruciata), e nel paese di Cupello, dove vive il protagonista, con scene anche a Pescasseroli (Parco Nazionale d’Abruzzo), e San Sebastiano dei Marsi.

Le scene della valle sono state girate nei dintorni di Schiavi d’Abruzzo, nel Parco Nazionale della Majella.

 

LA GUERRA DEGLI ANTO’

La guerra degli Antò è un film del 1999 diretto da Riccardo Milani.

Il film, ambientato tra la fine del 1990 e l’estate successiva, è tratto dal romanzo di Silvia Ballestra Il disastro degli Antò, e racconta la storia di quattro giovani punk abruzzesi originari di Montesilvano (in provincia di Pescara).

Montesilvano, ottobre del 1990. Quattro amici condividono il nome proprio e l’appartenenza alla subcultura punk; per distinguerli tra di loro vengono soprannominati, aggiungendo al diminutivo “Antò”, l’epiteto, rispettivamente, di “Lu Malatu” (infermiere presso una clinica del luogo), “Lu Zombi” (postino per una vicina frazione del paese), “Lu Zorru” (giornalista freelance per il quotidiano abruzzese Il Centro) e “Lu Purk”. I quattro ragazzi sono nauseati dalla vita di provincia e dal servilismo dei suoi concittadini verso l’ingegnere Treves, potente speculatore edile della zona, in particolar modo Lu Purk che decide di trasferirsi come studente al DAMS di Bologna. Inizia a frequentare l’ambiente culturale alternativo locale, insieme alla compaesana Sballestrera, ma presto la dotta città delude profondamente le sue aspettative, a causa delle difficoltà riscontrate negli studi, ma soprattutto della dolorosa rottura di una breve relazione amorosa con una studentessa.

PARENTI SERPENTI

Parenti serpenti è un film del 1992 diretto da Mario Monicelli.

Il film è stato quasi interamente girato nella cittadina di Sulmona, in provincia dell’Aquila (Abruzzo), città preferita dal regista rispetto alla vicina Lanciano, proposta dallo sceneggiatore Carmine Amoroso, per un’esperienza lì vissuta; la sceneggiatura riporta comunque moltissimi riferimenti alla città di Lanciano, come la Squilla, festività tipica della cittadina frentana, che ricorre il 23 dicembre, o i bocconotti, dolce tipico della vicina Castel Frentano. Hanno origine lancianese anche i cognomi di alcuni dei personaggi del paese elencati nella scena del film (Colacioppo, Mazzoccone ecc.).

All’inizio l’idea nella sceneggiatura del mezzo per uccidere i due anziani era quella del vino al metanolo, frode che qualche anno prima, verso la metà degli anni ’80, aveva scosso fortemente l’opinione pubblica italiana.

Il ruolo di Haber era stato scritto per Giorgio Gaber, che già aveva collaborato con Monicelli in Rossini! Rossini!, ma questi rifiutò in quanto non interessato.  Paola Pelino, imprenditrice e poi parlamentare del PdL, ha una piccola parte nel film (la moglie dell’avvocato Colacioppo).

CONTINUAVANO A CHIAMARLO TRINITA’

Continuavano a chiamarlo Trinità è un film del genere spaghetti-western diretto dal regista E.B. Clucher nel 1971, con la coppia Bud Spencer e Terence Hill. È il seguito del film Lo chiamavano Trinità…, interpretato dagli stessi protagonisti.

Gli esterni del film furono girati presso Campo Imperatore (alle soglie del Gran Sasso) e in altre zone dell’Abruzzo. Fu riutilizzata anche la piana di Camposecco nel comune di Camerata Nuova dove erano state ambientate gran parte delle scene del primo film: Lo chiamavano Trinità…. La missione dei frati, oggi scomparsa, era invece ricostruita negli stabilimenti della De Laurentis sulla via Pontina, alla periferia sud-est di Roma.

Alcune scene del film sono state girate sulle sponde del fiume Volturno che attraversa le campagne di Venafro in Molise; le scene in questione sono quelle nelle quali i protagonisti passeggiano sulle rive, dove sono visibili sassi bianchi di forma piatta tipici della zona. La stessa scena finale dove la carrozza con la famiglia resta bloccata nel letto del fiume è stata girata tra le acque del Volturno.