CARMINE AMOROSO

Carmine Amoroso (Lanciano, 1963) è uno Scrittore, Sceneggiatore e Regista.

Agli inizi degli anni 80 si è trasferito a Roma dove si è laureato in Lettere con una tesi sulla “Religiosità nel Cinema di Pasolini” (pubblicato in: AA.VV. Pasolini, Sciascia editore)

È stato per due anni allievo della “Scuola di Drammaturgia” diretta da Eduardo de Filippo.

Suoi racconti sono stati pubblicati in diverse antologie tra questi: “Dodici” edizione del Giano, “Peccati Veniali” Coniglio Editore, “Qualcuno ha morso il cane” Coniglio editore, “Buon Natale & Felice Anno Nuovo” Castelvecchi editore, “Sorridi, siamo a Roma” Ponte Sisto.

Nel 1985 ha esordito con il documentario “I Ragazzi Su Due Ruote”, seguito l’anno successivo dal documentario sul Grande Raccordo Anulare : “Gra. Il Pianeta Anulare”, entrambi prodotti da Rai Tre e tratti da soggetti di Ugo Pirro.

Dal 1986 al 1996 ha alternato l’attività di aiuto regista (Loy, Vanzina, Wertmuller, Risi) a quella di sceneggiatore, collaborando con Ugo Pirro, Suso Cecchi D’amico, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi.

Nel 1992 ha scritto il soggetto e la sceneggiatura del film “Parenti Serpenti” diretto da Mario Monicelli, tratto dall’omonima pièce teatrale. La sceneggiatura ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti sia in Italia che all’estero – tra cui il Premio Amidei e una nomiation al Premio David di Donatello ’92, ed è riconosciuto dal pubblico e dalla critica come una delle migliori commedie del cinema italiano.

Nel 1996 ha esordito nella regia con il film “Come Mi Vuoi” co-produzione Francia/Italia, in cui ha lanciato per la prima volta la coppia Monica Bellucci-Vincent Cassel divenuta poi celebre in tutto il mondo. Il film è stato distribuito in decine di paesi (Francia, Belgio, Austria, Germania, Russia, Stati Uniti ecc) ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali tra cui i al London Gay and Lesbian Film Festival 1996, ed è divenuto nel corso degli anni uno dei film più rappresentativi della cultura Gay-Queer. Nel 2007 ha realizzato il suo secondo lungometraggio ”Cover Boy: l’Ultima Rivoluzione”. Il film ha rappresentato l’Italia in oltre 60 festival nel mondo, tra cui il Festival di Rotterdam, Mosca, Valencia, Los Angeles, Istanbul, Belgrado, Zagabria, San Paolo, Buenos Aires, Hamburg, Durban, Philadelphia, Syracuse, Palm Springs, vincendo oltre 40 premi tra cui: Miglior Film al Festival del Cinema Politico di Barcellona, Premio Mostra del Cinema di Valencia, Miglior film al Miami Film Festival, Premio Giuria Ecumenica Festival Mannheim-Heidelberg, Miglior Film al Med Film Festival, Premio Sergio Leone ecc. candidato migliore sceneggiatura Globi d’Oro, candidato migliore attore Luca Lionello ai David di Donatello e Nastri d’Argento ed è entrato nella cinquina dei film candidati dall’Italia per il premio Oscar 2008, piazzandosi terzo dopo “Gomorra” e “Il Divo”.

Nel 2009 ha scritto il soggetto del film documentario “Sound of Marocco” prodotto e distribuito da Cinecittà Luce, presentato al IV Festival Internazionale del Film di Roma. Nel 2009 è stato eletto nel Consiglio Esecutivo dell’ANAC (Ass. Nazionale Autori Cinematografici). Dal 2008 è docente di scrittura presso il CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e le sedi distaccate di Milano, Palermo e L’Aquila. Nel 2016 è uscito nelle sale cinematografiche il film documentario “Porno & Libertà” / “Porn To Be Free” presentato in anteprima mondiale al Festival di Rotterdam e in decine di festival internazionali tra cui il festival di Mosca, Buenos Aires, San Paolo, Montreal, Città del Messico. Venduto in oltre 30 paesi, ha vinto il Nastro d’Argento 2017 come miglior documentario italiano.

Fonte: wikipedia

ANTON GIULIO MAJANO

Anton Giulio Majano (Chieti, 5 luglio 1909 – Marino, 12 agosto 1994) è stato un regista e sceneggiatore italiano.

Nacque a Chieti da Odoardo Majano e Agata Maraschini, laureato in scienze politiche, frequentò l’Accademia militare di Modena, dalle quale uscì col rango di ufficiale di cavalleria.

È stato uno dei “padri” del teleromanzo italiano. Proveniente «da alcune esperienze cinematografiche non eccelse, ma con un buon corredo letterario alle spalle, Majano si applicò, sin dall’ora zero della TV italiana, alla formula dello “sceneggiato”, mediandola dalle trascrizioni cinematografiche dei romanzi di vasto successo popolare realizzate soprattutto dal cinema hollywoodiano».

Per oltre trent’anni ha quindi legato il suo nome a sceneggiati televisivi che hanno fatto la storia della televisione italiana, dirigendo attori come Alberto LupoLuigi VannucchiVirna LisiRomolo ValliEnrico Maria SalernoArnoldo FoàLea Massari, una giovanissima Loretta Goggi (da lui scoperta) e tantissimi altri. Numerosi sono stati i suoi lavori anche nella prosa radiofonica, sia nell’ EIAR che nella RAI, dalla fine degli anni trenta ai primi anni sessanta.

Sul finire degli anni trenta cominciò a lavorare nel cinema, come aiuto regista (per Luis Trenker in Condottieri del 1937) e sceneggiatore e alla fine della seconda guerra mondiale continuò a occuparsi di sceneggiature, fino a quando divenne regista dirigendo numerosi film.

Tra le sue regie per il cinema vanno ricordate in particolare: Vento d’Africa (1949), con Luigi Almirante e Franca Maj, L’eterna catena (1951), con Marcello Mastroianni e Gianna Maria Canale, La domenica della buona gente (1953), con Maria Fiore, Memmo Carotenuto e un’esordiente Sophia Loren, Cento serenate (1954), con Giacomo Rondinella, Una donna prega (1954), con Alba Arnova e Franca Maj, attrice che aveva già diretto in Vento d’Africa e che in quel periodo divenne sua moglie, ma il matrimonio naufragò dopo alcuni anni (in seguito il regista si legò all’attrice Maresa Gallo, che diresse in diversi sceneggiati televisivi), La rivale (1955), con Anna Maria Ferrero, Terrore sulla città (1956), con Andrea Checchi e Maria Fiore, Il padrone delle ferriere (1959), con Virna Lisi e Warner Bentivegna (quest’ultima coppia fu poi di nuovo diretta da Majano nel 1962 nello sceneggiato televisivo Una tragedia americana), Seddok, l’erede di Satana (1960), con Alberto Lupo, Lui, lei e il nonno (1961), con Gilberto Govi, I fratelli corsi (1961), con Amedeo Nazzari ed Emma Danieli.

Fonte: wikipedia

 

 

PIERLUIGI DI LALLO

 

(foto dal profilo Facebook)

Pierluigi Di Lallo, nato a Rocca S. Giovanni (Chieti), inizia giovanissimo con il teatro con un piccolo ruolo ne “La vita di Petrolini” di Fiorenzo Fiorentini. Negli anni, affascinato dalla scrittura, si avvicina alla comicità, curando anche la regia nello spettacolo comico “Due e mezzo… e sto” e “Fratelli d’Italia” al Teatro Parioli di Roma. Da questo momento, inizia un percorso artistico individuale, curando sia i testi che la regia dei suoi spettacoli. Parallelamente all’attività teatrale, si avvicina al cinema come attore, iniziando con Teste rasate per la regia di Claudio Fragasso, fino all’ultimo film Niente può fermarci. Negli stessi anni recita in alcune fiction televisive come Benvenuti al centro commerciale, per la regia di Paolo Costella in onda su Canale5, e Squadra molto speciale, per la regia di Enzo Salvi in onda su Italia1.  Infine, prosegue con la regia grazie al cortometraggio Punti di vista, che ha anche scritto e diretto. Ambo è la sua opera prima.

LUCIANO ODORISIO

 

Luciano Odorisio nasce a Chieti, da un padre musicista, violino, e con uno zio proprietario degli unici due cinema della città. Giovanissimo, parte per Roma, dove si forma professionalmente. Ghost writer per diversi sceneggiatori e aiuto-regista di Paolo e Vittorio Taviani, Folco Lulli, Maurizio Ponzi, Marco Ferreri, Francesco Maselli, Silverio Blasi, ecc.

Negli anni sessanta interpreta vari film tra cui si ricordano un ruolo in un western di Enzo G. Castellari Vado… l’ammazzo e torno e un altro western, Uccideva a freddo, di Guido Celano, regista-attore, originario abruzzese anche lui, con il quale instaura un bel sodalizio professionale e umano tanto da volerlo poi come attore nei suoi primi film: Educatore autorizzatoSciopèn e Via Paradiso.

Dopo il film d’esordio Educatore autorizzato (1980), che vince il Premio Rizzoli come “Migliore Opera Prima 1980” e un riconoscimento al Festival du Cinema Italien a Nizza, dirige Sciopèn (1982), con Michele PlacidoAdalberto M. MerliGiuliana De SioAnna BonaiutoTino Schirinzi, film che ottiene grande successo all’estero e Leone d’oro a Venezia come “Migliore opera prima o seconda”, oltre ad altri riconoscimenti internazionali, fra cui il Primo Premio al Festival internazionale del cinema di San SebastiánGlobo d’oro Stampa Estera, etc., e una Maschera d’Argento al povero Tino Schirinzi come miglior attore non protagonista. Sciopèn segna l’esordio sul grande schermo di Giuliana De Sio e Anna Bonaiuto.

Seguono poi Magic Moments con Stefania Sandrelli, che vede il debutto di Sergio Castellitto, Rodolfo Laganà, Paola Tiziana Cruciani, e La monaca di Monza, che ricostruisce la vera storia di suor Virginia de Leyva e che segna il debutto di Alessandro Gassmann.

Ritrae di nuovo l’ambiente di provincia nel film Via Paradiso (1988), con Michele Placido e Ángela Molina.

Su invito di Age (Agenore Incrocci), col quale scrive Tais, la puttana santa, insegna sceneggiatura in una scuola di cinema dove insegnano lo stesso Age e Vincenzo Cerami.

Odorisio sperimenta generi diversi, scrivendo le sceneggiature di quasi tutte le sue opere, fra gli altri ricordiamo una black comedyNe parliamo lunedì con Elena Sofia Ricci, che con questo film vince il David di Donatello, il Ciak d’oro, la Maschera d’Argento, come Migliore attrice protagonista.

Nello stesso anno, 1990, realizza una mini-serie per Rai 1, Una famiglia in giallo, due puntate con Ugo Tognazzi e Andréa Ferréol.

Una breve incursione anche nel teatro, 1992. Scrive e dirige Monolocale con Gigi & Andrea e Gea Lionello, per la produzione di Maurizio Costanzo, con notevole successo di pubblico e di critica.

Nel 1993 dirige Federica MoroAlessandra Acciai e Paolo Bonacelli per una mini-serie d’azione, Corpi Speciali.

Nel 1997 realizza una trasposizione televisiva di Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller con Michele PlacidoGuia JeloKarin Proia.

Poi si dedica anche al thriller con la ricostruzione di un sanguinoso quanto efferato fatto di cronaca accaduto a Caserta negli anni ’70, è il film Senza movente (1999), che vede il debutto di Anita Caprioli, con Ennio Fantastichini.

Nel 2004 dirige Guardiani delle nuvole, tratto dal romanzo di Angelo Cannavacciuolo, con Alessandro GassmannFranco NeroAnna GalienaClaudia GeriniLeo GullottaSergio AssisiCarlo Buccirosso, film che vince il Cairo International Film Festival.

Successivamente si dedica alla regia televisiva con la miniserie Mio figlio (2005), con Lando Buzzanca, di cui è soggettista sceneggiatore e regista, che ottiene un largo consenso di critica e pubblico; nel 2008 con Non Dimentico, con Manuela ArcuriBrando Giorgi, e Giancarlo Giannini; e una puntata de Il sangue e la rosa (2008), sempre per Mediaset.

Segue Io e mio figlio – Nuove storie per il commissario Vivaldi, una serie di sei puntate, 2009, sempre con Lando Buzzanca, Giovanni ScifoniCaterina VertovaLuigi Maria BurruanoSergio SivoriRenato Marotta.

Nel 2011 scrive soggetto e sceneggiatura di Casa&Bottega, una fiction tv per Rai 1 in due puntate, con Renato Pozzetto.

Nel 2011 dirige la serie di quattro puntate Pupetta – Il coraggio e la passione, con Manuela ArcuriEva GrimaldiStefano DionisiLuigi De FilippoTony MusanteBen Gazzara, che vede il felice esordio di due giovani e bravi attori, Massimiliano Morra e Christopher Leoni.

Il 2 febbraio 2016 gli viene conferita dall’Università di Chieti l’Ordine della Minerva per aver saputo raccontare la provincia italiana nelle sue contraddizioni e velleità, tenendo a mente la grande lezione di Pietro Germi e tratteggiando una galleria di personaggi che ricordano i beffardi ritratti di Gogol e Cechov.

Fonte: wikipedia

ROBERTO PEDICINI

Roberto Pedicini (Benevento, 18 gennaio 1962) è un doppiatore, direttore del doppiaggio, attore e insegnante di recitazione italiano, vincitore del premio “miglior doppiatore” ai Nastri d’argento 1999 per il doppiaggio del film The Truman Show.

Da bambino si trasferisce da Benevento a Pescara, infine a Roma. Sin da ragazzo ha un grande amore per la musica ed il canto. Inizia la sua carriera da doppiatore nel 1980.

Ha doppiato numerosi attori e personaggi animati famosi ed è noto specialmente per essere il doppiatore ufficiale di Kevin Spacey, Jim Carrey, Woody Harrelson, Javier Bardem e Ralph Fiennes.

È inoltre la voce della trasmissione radiofonica Alcatraz di Rai Radio 2, andata in onda negli anni novanta, nel ruolo immaginario del condannato Jack Folla.

Dal 1996 Pedicini diviene la voce del personaggio della Warner Bros. Gatto Silvestro nonché di Pippo della Disney (sostituendo il collega Vittorio Amandola) dal 1999, lo stesso anno in cui vince il Nastro d’argento per il doppiaggio di The Truman Show (Jim Carrey) e Celebrity (Kenneth Branagh).

Nei film d’animazione e nelle serie interpreta Il capitano Febo nei film Disney Il gobbo di Notre Dame e Il gobbo di Notre Dame II, Mosè/Dio ne Il principe d’Egitto (nell’interpretazione originale la voce è di Val Kilmer), Gaston nel Classico Disney La bella e la bestia, Hopper in A Bug’s Life – Megaminimondo (interpretato in originale da Kevin Spacey), Timon in vari cartoni (ma non nel primo e nel terzo film de Il re leone in cui la sua voce è di Tonino Accolla), Jet McQuack in DuckTales – Avventure di paperi e Darkwing Duck e il Genio in Aladdin nelle serie animate (poiché nei film la voce è invece di Gigi Proietti), Taz in Space Jam e Looney Tunes Back in Action.